Non si poteva perdere questo film, visto e considerato il cast che ne fa parte!
Film 492: "Moonrise kingdom - Una fuga d'amore" (2012) di Wes Anderson
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Tutto sommato "Moonrise kingdom" mi ha lasciato un bel ricordo, come di un favola per bambini molto ben fatta. Ma pur sempre una favola, chiaramente.
Si trattano, infatti, le questioni di ragazzini da un punto di vista adulto (amore vero, matrimonio), cercando quel tono scanzonato e fiabesco che servirebbe a rendere il tutto più accettabile e - se vogliamo - stilisticamente appetibile.
In effetti per quanto riguarda gli aspetti tecnici il film risulta piuttosto curato e ben fatto. Bella la fotografia di Robert D. Yeoman, azzeccati i costumi di Kasia Walicka-Maimone, titoli di testa e di coda ricercati come del resto lo è tutto il concept del film. Da lodare, come sempre, la colonna sonora di Alexandre Desplat che qui, addirittura, si supera grazie ad un finale (non andate fia appena partono i credits!) che rende giustizia a coloro che musicano ed orchestrano le pellicole di mestiere.
Detto ciò, volevo comunque sottolineare che non tutto mi ha convinto. Innanzittuto - sì, ok, ero stanco - all'inizio della proiezione mi sono un po' addormentato, il che non è un buon segno. Poi credo che la storia manchi un po' di personaggi di spessore. I due ragazzi hanno facce simpatiche e risulta sempre tenero l'amore (qui addirittura pre) adolescenziale. Però i personaggi di contorno non sono sufficientemente costruiti e, anzi, difettano di una certa bidimensionalità che li limita a rappresentare solo il cliché cui stanno dando voce.
Considerato il più che rinomato cast che questa pellicola possiede (Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton, Harvey Keitel, Jason Schwartzman), credo che Wes Anderson avrebbe potuto sfruttarlo molto meglio. E molto di più.
Mi rendo perfettamente conto che il film è incentrato su Sam e Suzy, ma allora, forse, c'è un lieve affollamento di spalle/comparse che potevano essere ridimensionate/eliminate.
Ripeto che, comunque, ho trovato il film piacevole e originale, come al solito, Anderson (altre sue pellicole che ho visto sono "I Tenenbaum" e "Fantastic Mr. Fox") anche se qui ha preferito puntare sullo stile finale della pellicola, piuttosto che dare una connotazione più approfondita al racconto. Rimane, quindi, una favoletta carina.
Ps. Una sola nomination ai Golden Globes 2013 come Miglior Film - Musical o commedia. Difficilmente, però, porterà il premio a casa ("Les Misérables" e "L'orlo argenteo delle nuvole" favoriti).
Consigli: Gli appassionati della filmografia del famoso regista forse non saranno totalmente soddisfatti. Gli altri non avranno alcun problema a vedere questo film, delicato ogni tanto divertente. Sicuramente è spesso surreale.
Parola chiave: Cich-chaw.
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Ric
lunedì 24 dicembre 2012
Film 492 - Moonrise kingdom - Una fuga d'amore
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lunedì 17 dicembre 2012
Film 491 - Snakes on a Plane
Considerata pellicola di serie B. Ci sono i serpenti. Siamo su un aereo. Potevo perdermelo?
Film 491: "Snakes on a Plane" (2006) di David R. Ellis
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Erika
Pensieri: In inglese senza sottotitoli. Eppure si capisce tutto. Già perchè "Snakes on a Plane" non è una pellicola particolarmente complessa e ricca di contenuti e, sinceramente, a metà del film si capisce come procederà la trama e, soprattutto, come si concluderà.
Poco male, però, perchè comunque il mix funziona. E pure bene.
Samuel L. Jackson ha la faccia da duro incazzato che non ha paura di niente e risulta più credibile di un qualunque Schwarzenegger o Stallone talmente duri e crudi da essere spesso ridicoli.
Per cairtà, con questo non voglio dire che in questa pellicola ci siano pretese di realismo e veridicità, è solo una questione di essere giusti per il ruolo richiesto. E allora il buon vecchio Samuel sa cavarsela qui come altrove.
Ho adorato, poi, ritrovare una delle mie beniamine della tv, Julianna Margulies. Da "E.R. - Medici in prima linea" a "The Good Wife" passando rapidamente per "I Soprano", la Margulies è una delle attrici che trovo più dotate, convincenti e di classe che ci siano al momento. E, tra l'altro, trovo al contempo strano e piacevole che si inserisca spesso e volentieri in contesti di serie B come questo (un altro esempio è la pellicola "Nave fantasma" del 2002 che annoverava nel cast perfino la nostra Francesca Rettondini...).
In ogni caso questa pellicola è divertente e funziona bene dal punto di vista della tensione, con serpenti (seppur evidentemente finti) che riescono ad incutere un certo timore - e schifo, perdonatemi il termine - grazie ad apparizioni fulminee ed improvvise. Il classico esempio di 'so perfettamente cosa mi aspetta, eppure non posso fare a meno di saltare sulla sedia'. Credo che per un prodotto a basse pretese come questo, il risultato sia doppiamente notevole.
"Snakes on a Plane" non si prende mai del tutto sul serio, ha un titolo che dimostra una scarsità di idee fin dal principio - pare evidente che l'unica preoccupazione degli sceneggiatori fosse come piazzare centinaia di specie diverse di serpenti in un ambiente senza vie d'uscita -, e presenta senza vergognarsene cliché, personaggi-macchietta e uno scontato buonismo finale da manuale. Eppure funziona alla grande.
Vedere per credere.
Consigli: Adattissimo ad una serata divertente tra amici. Chiude la mente, fa ridere e intrattiene senza mai far sbadigliare. Chiaramente è necessario ricordarsi che non presenta alcun contenuto. Detto ciò, si fa guardare in maniera assolutamente piacevole.
Parola chiave: Corone di fiori.
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Ric
Film 491: "Snakes on a Plane" (2006) di David R. Ellis
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Erika
Pensieri: In inglese senza sottotitoli. Eppure si capisce tutto. Già perchè "Snakes on a Plane" non è una pellicola particolarmente complessa e ricca di contenuti e, sinceramente, a metà del film si capisce come procederà la trama e, soprattutto, come si concluderà.
Poco male, però, perchè comunque il mix funziona. E pure bene.
Samuel L. Jackson ha la faccia da duro incazzato che non ha paura di niente e risulta più credibile di un qualunque Schwarzenegger o Stallone talmente duri e crudi da essere spesso ridicoli.
Per cairtà, con questo non voglio dire che in questa pellicola ci siano pretese di realismo e veridicità, è solo una questione di essere giusti per il ruolo richiesto. E allora il buon vecchio Samuel sa cavarsela qui come altrove.
Ho adorato, poi, ritrovare una delle mie beniamine della tv, Julianna Margulies. Da "E.R. - Medici in prima linea" a "The Good Wife" passando rapidamente per "I Soprano", la Margulies è una delle attrici che trovo più dotate, convincenti e di classe che ci siano al momento. E, tra l'altro, trovo al contempo strano e piacevole che si inserisca spesso e volentieri in contesti di serie B come questo (un altro esempio è la pellicola "Nave fantasma" del 2002 che annoverava nel cast perfino la nostra Francesca Rettondini...).
In ogni caso questa pellicola è divertente e funziona bene dal punto di vista della tensione, con serpenti (seppur evidentemente finti) che riescono ad incutere un certo timore - e schifo, perdonatemi il termine - grazie ad apparizioni fulminee ed improvvise. Il classico esempio di 'so perfettamente cosa mi aspetta, eppure non posso fare a meno di saltare sulla sedia'. Credo che per un prodotto a basse pretese come questo, il risultato sia doppiamente notevole.
"Snakes on a Plane" non si prende mai del tutto sul serio, ha un titolo che dimostra una scarsità di idee fin dal principio - pare evidente che l'unica preoccupazione degli sceneggiatori fosse come piazzare centinaia di specie diverse di serpenti in un ambiente senza vie d'uscita -, e presenta senza vergognarsene cliché, personaggi-macchietta e uno scontato buonismo finale da manuale. Eppure funziona alla grande.
Vedere per credere.
Consigli: Adattissimo ad una serata divertente tra amici. Chiude la mente, fa ridere e intrattiene senza mai far sbadigliare. Chiaramente è necessario ricordarsi che non presenta alcun contenuto. Detto ciò, si fa guardare in maniera assolutamente piacevole.
Parola chiave: Corone di fiori.
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Film 490 - Cry-Baby
Ci era stato consigliato e ce lo siamo visto. Poi Paola pare sia fan di John Waters...
Film 490: "Cry-Baby" (1990) di John Waters
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Sarò sincero: "Cry-Baby" mi ha lasciato perplesso.
L'ironia con cui si gioca a prendere in giro musical e film per adolescenti è piuttosto evidente e a volte funziona, eppure spesso il risultato del mix di ironia, numeri musicali e freakness non mi ha convinto.
Diciamo che in generale mi sembra si giochi a carte troppo scoperte. L'intento parodistico si intuisce subito, ma è talmente poco camuffato che a volte sembra non ci fosse voglia nemmeno di mascherare la cosa o per pigrizia o per una specie di assunto diretto collegamento presa in giro-risata che invece non c'era.
La famiglia di Cry-Baby, per esempio, è talmente impegnata a dirsi che è tutta delinquenza, stranezze e "mele marce" che alla lunga risulta bloccata e limitata dalla stessa necessità di esprimere a parole questa verità, esplicitando un fatto, però, che alla lunga non solo stanca, ma non risulta poi nemmeno così vero.
Ho trovato abbastanza efficace, invece, la rappresentazione del personaggio di Cry-Baby/Johnny Depp: sarà anche un bulletto, un fico con la moto, uno che canta nel locale undrground figo e che se ne va pure in galera, ma alla resa dei conti piange per la sua amata e sceglie sempre lei nonostante la sua reputazione di sciupafemmine.
Da questo punto di vista credo che la critica ai personaggi talvolta contraddittori e molto spesso bidimensionali di altre pellicole sia piuttosto efficace.
Per il resto durante gli 85minuti di film ci sono un paio di buoni numeri musicali - quello in galera è, secondo me, il migliore - e un giovane Depp che toglie il fiato con un solo sguardo. Si capisce già che ha la stoffa.
Oltre a lui nel cast anche un'inaspettata Polly Bergen ("Il promontorio della paura", "Desperate housewives - I segreti di Wisteria Lane"), Iggy Pop (!) e l'ex pornostar Traci Lords (il cui taglio di capelli è stato ampiamente riciclato dalle dive del pop odierno come Lady Gaga e Christina Aguilera).
Consigli: Per i fan della cinematografia di John Waters ("Grasso è bello", "La signora ammazzatutti") o Depp. Di sicuro qualcosa di più originale del solito (musical).
Parola chiave: Turkey Point.
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Ric
Film 490: "Cry-Baby" (1990) di John Waters
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Sarò sincero: "Cry-Baby" mi ha lasciato perplesso.
L'ironia con cui si gioca a prendere in giro musical e film per adolescenti è piuttosto evidente e a volte funziona, eppure spesso il risultato del mix di ironia, numeri musicali e freakness non mi ha convinto.
Diciamo che in generale mi sembra si giochi a carte troppo scoperte. L'intento parodistico si intuisce subito, ma è talmente poco camuffato che a volte sembra non ci fosse voglia nemmeno di mascherare la cosa o per pigrizia o per una specie di assunto diretto collegamento presa in giro-risata che invece non c'era.
La famiglia di Cry-Baby, per esempio, è talmente impegnata a dirsi che è tutta delinquenza, stranezze e "mele marce" che alla lunga risulta bloccata e limitata dalla stessa necessità di esprimere a parole questa verità, esplicitando un fatto, però, che alla lunga non solo stanca, ma non risulta poi nemmeno così vero.
Ho trovato abbastanza efficace, invece, la rappresentazione del personaggio di Cry-Baby/Johnny Depp: sarà anche un bulletto, un fico con la moto, uno che canta nel locale undrground figo e che se ne va pure in galera, ma alla resa dei conti piange per la sua amata e sceglie sempre lei nonostante la sua reputazione di sciupafemmine.
Da questo punto di vista credo che la critica ai personaggi talvolta contraddittori e molto spesso bidimensionali di altre pellicole sia piuttosto efficace.
Per il resto durante gli 85minuti di film ci sono un paio di buoni numeri musicali - quello in galera è, secondo me, il migliore - e un giovane Depp che toglie il fiato con un solo sguardo. Si capisce già che ha la stoffa.
Oltre a lui nel cast anche un'inaspettata Polly Bergen ("Il promontorio della paura", "Desperate housewives - I segreti di Wisteria Lane"), Iggy Pop (!) e l'ex pornostar Traci Lords (il cui taglio di capelli è stato ampiamente riciclato dalle dive del pop odierno come Lady Gaga e Christina Aguilera).
Consigli: Per i fan della cinematografia di John Waters ("Grasso è bello", "La signora ammazzatutti") o Depp. Di sicuro qualcosa di più originale del solito (musical).
Parola chiave: Turkey Point.
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venerdì 14 dicembre 2012
Golden Globes 2013: le nomination
Meno di 24ore fa sono state annunciate le nomination ai Globi d'Oro che quest'anno si terrano esattamente a 3 giorni di distanza dall'annuncio del 10 gennaio delle candidature agli Oscar.
Che la stagione di preimiazioni 2013 abbia inizio!
Questo è l'anno di Anne Hathaway, me lo sento. Per quanto vorrei che fosse finalmente l'anno di Amy Adams, mi sa che anche per lei quest'anno non sarà la volta buona. Il film di Tom Hooper tratto dallo spettacolo teatrale "Les Misérables" è un boccone troppo prelibato perchè le varie giurie se lo lascino scappare: per la prima volta in una pellicola, infatti, i numeri musicali sono stati ripresi direttamente con l'audio registrato live sul momento. E' un'occasione troppo ghiotta, quindi.
Ecco, quindi, che mi aspetto veder trionfare qui come agli Oscar una Anne Hathaway che farà meglio ad assicurare alla parete di casa una nuova mensola porta premi. Curioso, tra l'altro, che quest'anno insieme a lei siano nominate le sue colleghe de "Il Diavolo veste Prada": presenti, infatti, anche Meryl Streep e Emily Blunt (queste ultime, però, sono rivali nella stessa categoria).
Altra curiosità, ad esatta distanza di 11 anni per entrambi, la seconda nomination ai Golden Globes (GG) per Hugh Jackman e Ewan McGregor (anche loro si scontrano direttamente).
Un tripudio di altri attori con la A maiuscola, comunque, sono presenti nelle varie cinquine. Da Daniel Day-Lewis (ha già vinto tutto almeno due volte, basta!) a Richard Gere, da Maggie Smith a Nicole Kidman (entrambe con doppia nomination), passando per Bill Murray, Jennifer Lawrence, Marion Cotillard, Leonardo DiCaprio,... Perfino Sally Field (ultima candidatura nella divisione cinema era datata 1990), Helen Hunt e Kevin Costner (non pervenuti rispettivamente dal 1998 e dal 1997), Sigourney Weaver (per lei l'ultima nomination per il cinema risale al 2000) e il rediDivo Joaquin Phoenix sono stati scomodati. La Hollywood che conta, insomma, è stata convocata in gran numero.
Ma ora parliamo delle pellicole. Con 7 candidature primeggia il "Lincoln" di Spielberg che, però, mi ispira uno dei quei destini beffardi caratterizzato da un numero esponenziale di nomination e un quasi nulla di fatto a livello di premi. Ma aspettiamo.
Benissimo "Argo" con 5 menzioni tra cui quella alla regia per Ben Affleck che ritorna al cinema da vincitore dopo anni di sottovalutazioni. 5 anche per "Django Unchained" di Tarantino (tifo per il finalmente meritato Oscar a DiCaprio), 4 per "Operazione zero dark thirty" della Bigelow, "L'orlo argenteo delle nuvole" (Jennifer Lawrence ha qualche possibilità) e "Les Misérables"; 3 nomination per "Il pescatore di sogni" (davvero non me lo aspettavo), "The Master" di Paul Thomas Anderson (candidati solo gli attori) e "Vita di Pi" di Ang Lee; 2 per "The Sessions", "Marigold Hotel" e "Un sapore di ruggine e ossa" (Cotillard e film straniero); concludono con una sola candidatura, tra gli altri, "Skyfall" (Adele per la Miglior canzone), "Hunger Games" (Taylor Swift sempre per la Miglior canzone), "Moonrise kingdom - Una fuga d'amore", "Hitchcock" e "Anna Karenina" (scandalo. Spero che gli Oscar, almeno dal punto di vista tecnico, lo valorizzino).
Tutto sommato molte delle cinquine proposte presentano candidati piuttosto prevedibili, se non addirittura auspicabili. Forse un po' sottovalutato "Skyfall" e un pochino troppo facili le nomination per la regia. Ma in ginerale, devo ammetterlo, aspetto con ansia di sapere cosa diranno gli Oscar, che premiano anche aspetti tecnici che qui non vanno oltre la colonna sonora originale.
Per concludere animazione e film stranieri: presenti "Ribelle - The Brave" della Pixar che ha come unico vero rivale il "Frankenweenie" di Tim Burton; Italia fuori dai cinque non in inglese dove spiccano il troppo buoni sentimenti "Quasi amici", il pigliatutto "Amour" di Haneke (agli Academy forse anche un riconoscimento alla sceneggiatura) e il dramma danese in costume "En kongelig affære".
Ma ecco tutte le liste complete, con riportate anche le nomination per quanto riguarda le categorie televisive.
Prima, però, come ogni anno ne approfitto per pronunciarmi riguardo a chi secondo me vincerà (*) e chi, invece, vorrei veder trionfare (§), attribuendo un punteggio (* = 1 punto, § = 1/2 punto, *§ = 1 punto) per ogni scelta fatta. Il punteggio totale è 25.
Ps. Ricordo che la 70esima edizione dei Golden Globes, che si terrà a gennaio, attribuisce i premi alla stagione cinematografica 2012.
* Vincerà § Vorrei vincesse
Best Motion Picture - Drama
Nominees:
Argo (2012)
Django Unchained (2012)
* Vita di Pi (2012)
Lincoln (2012)
§ Operazione zero dark thirty (2012)
Best Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Marigold Hotel (2011)
* Les Misérables (2012)
Moonrise kingdom - Una fuga d'amore (2012)
Il pescatore di sogni (2011)
§ Il lato positivo (2012)
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Drama
Nominees:
* Daniel Day-Lewis for Lincoln (2012)
Richard Gere for Arbitrage (2012)
John Hawkes for The Sessions (2012)
§ Joaquin Phoenix for The Master (2012)
Denzel Washington for Flight (2012/I)
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Drama
Nominees:
* Jessica Chastain for Operazione zero dark thirty (2012)
Marion Cotillard for Un sapore di ruggine e ossa (2012)
Helen Mirren for Hitchcock (2012)
§ Naomi Watts for The impossible (2012)
Rachel Weisz for The Deep Blue Sea (2011)
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Jack Black for Bernie (2011)
Bradley Cooper for L'orlo argenteo delle nuvole (2012)
*§ Hugh Jackman for Les Misérables (2012)
Ewan McGregor for Il pescatore di sogni (2011)
Bill Murray for Hyde Park on Hudson (2012)
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Emily Blunt for Il pescatore di sogni (2011)
Judi Dench for Marigold Hotel (2011)
* Jennifer Lawrence for L'orlo argenteo delle nuvole (2012)
§ Maggie Smith for Quartet (2012)
Meryl Streep for Il matrimonio che vorrei (2012)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Motion Picture
Nominees:
Alan Arkin for Argo (2012)
§ Leonardo DiCaprio for Django Unchained (2012)
* Philip Seymour Hoffman for The Master (2012)
Tommy Lee Jones for Lincoln (2012)
Christoph Waltz for Django Unchained (2012)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Motion Picture
Nominees:
§ Amy Adams for The Master (2012)
Sally Field for Lincoln (2012)
* Anne Hathaway for Les Misérables (2012)
Helen Hunt for The Sessions (2012)
Nicole Kidman for The Paperboy (2012)
Best Director - Motion Picture
Nominees:
§ Ben Affleck for Argo (2012)
Kathryn Bigelow for Operazione zero dark thirty (2012)
* Ang Lee for Vita di Pi (2012)
Steven Spielberg for Lincoln (2012)
Quentin Tarantino for Django Unchained (2012)
Best Screenplay - Motion Picture
Nominees:
Argo (2012): Chris Terrio
* Django Unchained (2012): Quentin Tarantino
Lincoln (2012): Tony Kushner
§ L'orlo argenteo delle nuvole (2012): David O. Russell
Operazione zero dark thirty (2012): Mark Boal
Best Original Song - Motion Picture
Nominees:
Act of Valor (2012): Monty Powell, Keith Urban ("For You")
Hunger Games (2012): Taylor Swift, John Paul White, Joy Williams, T-Bone Burnett("Safe and Sound")
Les Misérables (2012): Claude-Michel Schönberg, Alain Boublil, Herbert Kretzmer("Suddenly")
*§Skyfall (2012): Adele, Paul Epworth("Skyfall")
Stand Up Guys (2012): Jon Bon Jovi("Not Running Anymore")
Best Original Score - Motion Picture
Nominees:
* Anna Karenina (2012/I): Dario Marianelli
§ Argo (2012): Alexandre Desplat
Cloud Atlas (2012): Reinhold Heil, Johnny Klimek, Tom Tykwer
Vita di Pi (2012): Mychael Danna
Lincoln (2012): John Williams
Best Animated Film
Nominees:
* Ribelle - The Brave (2012)
§ Frankenweenie (2012)
Hotel Transylvania (2012)
Le 5 leggende (2012)
Ralph Spaccatutto (2012)
Best Foreign Language Film
Nominees:
* Amour (2012)
Kon-Tiki (2012)
Quasi amici (2011)
En kongelig affære (2012)
§ Un sapore di ruggine e ossa (2012)
Best Television Series - Drama
Nominees:
"Boardwalk Empire" (2010)
"Breaking Bad" (2008)
§ "Downton Abbey" (2010)
* "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
"The Newsroom" (2012)
Best Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
§ "The Big Bang Theory" (2007)
"Episodes" (2011)
* "Girls" (2012)
"Modern Family" (2009)
"Smash" (2012)
Best Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
§ Game Change (2012) (TV)
The Girl (2012) (TV)
* "Hatfields & McCoys" (2012)
"The Hour" (2011)
"Political Animals" (2012)
Best Performance by an Actor in a Television Series - Drama
Nominees:
Steve Buscemi for "Boardwalk Empire" (2010)
* Bryan Cranston for "Breaking Bad" (2008)
Jeff Daniels for "The Newsroom" (2012)
Jon Hamm for "Mad Men" (2007)
§ Damian Lewis for "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
Best Performance by an Actress in a Television Series - Drama
Nominees:
* Connie Britton for "Nashville" (2012)
Glenn Close for "Damages" (2007)
Claire Danes for "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
Michelle Dockery for "Downton Abbey" (2010)
§ Julianna Margulies for "The Good Wife" (2009)
Best Performance by an Actor in a Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
§ Alec Baldwin for "30 Rock" (2006)
Don Cheadle for "House of Lies" (2012)
* Louis C.K. for "Louie" (2010)
Matt LeBlanc for "Episodes" (2011)
Jim Parsons for "The Big Bang Theory" (2007)
Best Performance by an Actress in a Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
Zooey Deschanel for "New Girl" (2011)
* Lena Dunham for "Girls" (2012)
§ Tina Fey for "30 Rock" (2006)
Julia Louis-Dreyfus for "Veep" (2012)
Amy Poehler for "Parks and Recreation" (2009)
Best Performance by an Actor in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television
Nominees:
* Kevin Costner for "Hatfields & McCoys" (2012)
Benedict Cumberbatch for "Sherlock" (2010)
Woody Harrelson for Game Change (2012) (TV)
Toby Jones for The Girl (2012) (TV)
§ Clive Owen for Hemingway & Gellhorn (2012) (TV)
Best Performance by an Actress in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television
Nominees:
Nicole Kidman for Hemingway & Gellhorn (2012) (TV)
Jessica Lange for "American Horror Story" (2011)
Sienna Miller for The Girl (2012) (TV)
* Julianne Moore for Game Change (2012) (TV)
§ Sigourney Weaver for "Political Animals" (2012)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
Max Greenfield for "New Girl" (2011)
§ Ed Harris for Game Change (2012) (TV)
Danny Huston for "Magic City" (2012)
Mandy Patinkin for "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
* Eric Stonestreet for "Modern Family" (2009)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
Hayden Panettiere for "Nashville" (2012)
§ Archie Panjabi for "The Good Wife" (2009)
Sarah Paulson for Game Change (2012) (TV)
* Maggie Smith for "Downton Abbey" (2010)
Sofía Vergara for "Modern Family" (2009)
Bengi
Che la stagione di preimiazioni 2013 abbia inizio!
Questo è l'anno di Anne Hathaway, me lo sento. Per quanto vorrei che fosse finalmente l'anno di Amy Adams, mi sa che anche per lei quest'anno non sarà la volta buona. Il film di Tom Hooper tratto dallo spettacolo teatrale "Les Misérables" è un boccone troppo prelibato perchè le varie giurie se lo lascino scappare: per la prima volta in una pellicola, infatti, i numeri musicali sono stati ripresi direttamente con l'audio registrato live sul momento. E' un'occasione troppo ghiotta, quindi.
Ecco, quindi, che mi aspetto veder trionfare qui come agli Oscar una Anne Hathaway che farà meglio ad assicurare alla parete di casa una nuova mensola porta premi. Curioso, tra l'altro, che quest'anno insieme a lei siano nominate le sue colleghe de "Il Diavolo veste Prada": presenti, infatti, anche Meryl Streep e Emily Blunt (queste ultime, però, sono rivali nella stessa categoria).
Altra curiosità, ad esatta distanza di 11 anni per entrambi, la seconda nomination ai Golden Globes (GG) per Hugh Jackman e Ewan McGregor (anche loro si scontrano direttamente).
Un tripudio di altri attori con la A maiuscola, comunque, sono presenti nelle varie cinquine. Da Daniel Day-Lewis (ha già vinto tutto almeno due volte, basta!) a Richard Gere, da Maggie Smith a Nicole Kidman (entrambe con doppia nomination), passando per Bill Murray, Jennifer Lawrence, Marion Cotillard, Leonardo DiCaprio,... Perfino Sally Field (ultima candidatura nella divisione cinema era datata 1990), Helen Hunt e Kevin Costner (non pervenuti rispettivamente dal 1998 e dal 1997), Sigourney Weaver (per lei l'ultima nomination per il cinema risale al 2000) e il rediDivo Joaquin Phoenix sono stati scomodati. La Hollywood che conta, insomma, è stata convocata in gran numero.
Ma ora parliamo delle pellicole. Con 7 candidature primeggia il "Lincoln" di Spielberg che, però, mi ispira uno dei quei destini beffardi caratterizzato da un numero esponenziale di nomination e un quasi nulla di fatto a livello di premi. Ma aspettiamo.
Benissimo "Argo" con 5 menzioni tra cui quella alla regia per Ben Affleck che ritorna al cinema da vincitore dopo anni di sottovalutazioni. 5 anche per "Django Unchained" di Tarantino (tifo per il finalmente meritato Oscar a DiCaprio), 4 per "Operazione zero dark thirty" della Bigelow, "L'orlo argenteo delle nuvole" (Jennifer Lawrence ha qualche possibilità) e "Les Misérables"; 3 nomination per "Il pescatore di sogni" (davvero non me lo aspettavo), "The Master" di Paul Thomas Anderson (candidati solo gli attori) e "Vita di Pi" di Ang Lee; 2 per "The Sessions", "Marigold Hotel" e "Un sapore di ruggine e ossa" (Cotillard e film straniero); concludono con una sola candidatura, tra gli altri, "Skyfall" (Adele per la Miglior canzone), "Hunger Games" (Taylor Swift sempre per la Miglior canzone), "Moonrise kingdom - Una fuga d'amore", "Hitchcock" e "Anna Karenina" (scandalo. Spero che gli Oscar, almeno dal punto di vista tecnico, lo valorizzino).
Tutto sommato molte delle cinquine proposte presentano candidati piuttosto prevedibili, se non addirittura auspicabili. Forse un po' sottovalutato "Skyfall" e un pochino troppo facili le nomination per la regia. Ma in ginerale, devo ammetterlo, aspetto con ansia di sapere cosa diranno gli Oscar, che premiano anche aspetti tecnici che qui non vanno oltre la colonna sonora originale.
Per concludere animazione e film stranieri: presenti "Ribelle - The Brave" della Pixar che ha come unico vero rivale il "Frankenweenie" di Tim Burton; Italia fuori dai cinque non in inglese dove spiccano il troppo buoni sentimenti "Quasi amici", il pigliatutto "Amour" di Haneke (agli Academy forse anche un riconoscimento alla sceneggiatura) e il dramma danese in costume "En kongelig affære".
Ma ecco tutte le liste complete, con riportate anche le nomination per quanto riguarda le categorie televisive.
Prima, però, come ogni anno ne approfitto per pronunciarmi riguardo a chi secondo me vincerà (*) e chi, invece, vorrei veder trionfare (§), attribuendo un punteggio (* = 1 punto, § = 1/2 punto, *§ = 1 punto) per ogni scelta fatta. Il punteggio totale è 25.
Ps. Ricordo che la 70esima edizione dei Golden Globes, che si terrà a gennaio, attribuisce i premi alla stagione cinematografica 2012.
* Vincerà § Vorrei vincesse
Best Motion Picture - Drama
Nominees:
Argo (2012)
Django Unchained (2012)
* Vita di Pi (2012)
Lincoln (2012)
§ Operazione zero dark thirty (2012)
Best Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Marigold Hotel (2011)
* Les Misérables (2012)
Moonrise kingdom - Una fuga d'amore (2012)
Il pescatore di sogni (2011)
§ Il lato positivo (2012)
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Drama
Nominees:
* Daniel Day-Lewis for Lincoln (2012)
Richard Gere for Arbitrage (2012)
John Hawkes for The Sessions (2012)
§ Joaquin Phoenix for The Master (2012)
Denzel Washington for Flight (2012/I)
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Drama
Nominees:
* Jessica Chastain for Operazione zero dark thirty (2012)
Marion Cotillard for Un sapore di ruggine e ossa (2012)
Helen Mirren for Hitchcock (2012)
§ Naomi Watts for The impossible (2012)
Rachel Weisz for The Deep Blue Sea (2011)
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Jack Black for Bernie (2011)
Bradley Cooper for L'orlo argenteo delle nuvole (2012)
*§ Hugh Jackman for Les Misérables (2012)
Ewan McGregor for Il pescatore di sogni (2011)
Bill Murray for Hyde Park on Hudson (2012)
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Emily Blunt for Il pescatore di sogni (2011)
Judi Dench for Marigold Hotel (2011)
* Jennifer Lawrence for L'orlo argenteo delle nuvole (2012)
§ Maggie Smith for Quartet (2012)
Meryl Streep for Il matrimonio che vorrei (2012)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Motion Picture
Nominees:
Alan Arkin for Argo (2012)
§ Leonardo DiCaprio for Django Unchained (2012)
* Philip Seymour Hoffman for The Master (2012)
Tommy Lee Jones for Lincoln (2012)
Christoph Waltz for Django Unchained (2012)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Motion Picture
Nominees:
§ Amy Adams for The Master (2012)
Sally Field for Lincoln (2012)
* Anne Hathaway for Les Misérables (2012)
Helen Hunt for The Sessions (2012)
Nicole Kidman for The Paperboy (2012)
Best Director - Motion Picture
Nominees:
§ Ben Affleck for Argo (2012)
Kathryn Bigelow for Operazione zero dark thirty (2012)
* Ang Lee for Vita di Pi (2012)
Steven Spielberg for Lincoln (2012)
Quentin Tarantino for Django Unchained (2012)
Best Screenplay - Motion Picture
Nominees:
Argo (2012): Chris Terrio
* Django Unchained (2012): Quentin Tarantino
Lincoln (2012): Tony Kushner
§ L'orlo argenteo delle nuvole (2012): David O. Russell
Operazione zero dark thirty (2012): Mark Boal
Best Original Song - Motion Picture
Nominees:
Act of Valor (2012): Monty Powell, Keith Urban ("For You")
Hunger Games (2012): Taylor Swift, John Paul White, Joy Williams, T-Bone Burnett("Safe and Sound")
Les Misérables (2012): Claude-Michel Schönberg, Alain Boublil, Herbert Kretzmer("Suddenly")
*§Skyfall (2012): Adele, Paul Epworth("Skyfall")
Stand Up Guys (2012): Jon Bon Jovi("Not Running Anymore")
Best Original Score - Motion Picture
Nominees:
* Anna Karenina (2012/I): Dario Marianelli
§ Argo (2012): Alexandre Desplat
Cloud Atlas (2012): Reinhold Heil, Johnny Klimek, Tom Tykwer
Vita di Pi (2012): Mychael Danna
Lincoln (2012): John Williams
Best Animated Film
Nominees:
* Ribelle - The Brave (2012)
§ Frankenweenie (2012)
Hotel Transylvania (2012)
Le 5 leggende (2012)
Ralph Spaccatutto (2012)
Best Foreign Language Film
Nominees:
* Amour (2012)
Kon-Tiki (2012)
Quasi amici (2011)
En kongelig affære (2012)
§ Un sapore di ruggine e ossa (2012)
Best Television Series - Drama
Nominees:
"Boardwalk Empire" (2010)
"Breaking Bad" (2008)
§ "Downton Abbey" (2010)
* "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
"The Newsroom" (2012)
Best Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
§ "The Big Bang Theory" (2007)
"Episodes" (2011)
* "Girls" (2012)
"Modern Family" (2009)
"Smash" (2012)
Best Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
§ Game Change (2012) (TV)
The Girl (2012) (TV)
* "Hatfields & McCoys" (2012)
"The Hour" (2011)
"Political Animals" (2012)
Best Performance by an Actor in a Television Series - Drama
Nominees:
Steve Buscemi for "Boardwalk Empire" (2010)
* Bryan Cranston for "Breaking Bad" (2008)
Jeff Daniels for "The Newsroom" (2012)
Jon Hamm for "Mad Men" (2007)
§ Damian Lewis for "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
Best Performance by an Actress in a Television Series - Drama
Nominees:
* Connie Britton for "Nashville" (2012)
Glenn Close for "Damages" (2007)
Claire Danes for "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
Michelle Dockery for "Downton Abbey" (2010)
§ Julianna Margulies for "The Good Wife" (2009)
Best Performance by an Actor in a Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
§ Alec Baldwin for "30 Rock" (2006)
Don Cheadle for "House of Lies" (2012)
* Louis C.K. for "Louie" (2010)
Matt LeBlanc for "Episodes" (2011)
Jim Parsons for "The Big Bang Theory" (2007)
Best Performance by an Actress in a Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
Zooey Deschanel for "New Girl" (2011)
* Lena Dunham for "Girls" (2012)
§ Tina Fey for "30 Rock" (2006)
Julia Louis-Dreyfus for "Veep" (2012)
Amy Poehler for "Parks and Recreation" (2009)
Best Performance by an Actor in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television
Nominees:
* Kevin Costner for "Hatfields & McCoys" (2012)
Benedict Cumberbatch for "Sherlock" (2010)
Woody Harrelson for Game Change (2012) (TV)
Toby Jones for The Girl (2012) (TV)
§ Clive Owen for Hemingway & Gellhorn (2012) (TV)
Best Performance by an Actress in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television
Nominees:
Nicole Kidman for Hemingway & Gellhorn (2012) (TV)
Jessica Lange for "American Horror Story" (2011)
Sienna Miller for The Girl (2012) (TV)
* Julianne Moore for Game Change (2012) (TV)
§ Sigourney Weaver for "Political Animals" (2012)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
Max Greenfield for "New Girl" (2011)
§ Ed Harris for Game Change (2012) (TV)
Danny Huston for "Magic City" (2012)
Mandy Patinkin for "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
* Eric Stonestreet for "Modern Family" (2009)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
Hayden Panettiere for "Nashville" (2012)
§ Archie Panjabi for "The Good Wife" (2009)
Sarah Paulson for Game Change (2012) (TV)
* Maggie Smith for "Downton Abbey" (2010)
Sofía Vergara for "Modern Family" (2009)
Bengi
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The 70th Annual Golden Globe Awards
mercoledì 12 dicembre 2012
Film 489 - Argo
Annunciato come il piccolo miracolo cinematografico di Ben Affleck. In attesa della pioggia di candidature ai vari premi che partiranno da domani con l'annuncio dei nominati ai Golden Globe, non potevo non cominciare il mio personale screening di quei film che probabilmente riceveranno più di una nomination.
Oscar arrivo!
Film 489: "Argo" (2012) di Ben Affleck
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Non a tutti piacerà, ma bisogna ammettere che Ben Affleck si è davvero reinventato scegliendo di cominciare a dirigere le sue pellicole. Al terzo tentativo di seguito conquista nuovamente la critica aggiungendo, però, anche il consenso del grande pubblico ($157,677,669 di incasso al botteghino mondiale).
Dopo i precedenti "Gone Baby Gone" e "The Town", questa volta Affleck racconta una storia dai risvolti politici internazionali focalizzandosi, però, su un fatto reale davvero curioso. Durante la rivoluzione iraniana del 1979, alcuni funzionari vengono presi in ostaggio dentro l'ambasciata americana di Teheran. Sei di loro riescono a scappare e si rifugiano presso la dimora dell'ambasciatore canadese Ken Taylor/Victor Garber ("Alias", "Ancora tu!"). Qui il fatto: come riportarli a casa? Ci penserà Tony Mendez/Affleck ad elaborare un piano per quella che viene identificata come la missione Canadian Caper. Mendez, infatti, esperto CIA in esfiltrazione, proporrà l'idea vincente di mettere in cantiere quella che sarà una produzione cinematografica hollywoodiana a tutti gli effetti, solo che per una pellicola fittizia. "Argo", appunto. L'idea quella di far uscire i 6 spacciandoli in aeroporto per membri della crew della pellicola.
Certamente bisogna ammettere che, già di per sé, il fatto è intrigante. "Argo" è stato davvero un film messo in produzione con tanto di letture del copione per la stampa, pubblicità e interviste, realizzazione di una locandina. Tutto con l'unico scopo di riuscire a mettere in salvo le 6 persone riuscite a scappare durante la presa dell'ambasciata.
Spunto narrativo a parte, questo "Argo" di Affleck funziona molto bene. Contestualizzazione precisa e spiegata senza fretta, prendendo il tempo necessario a raccontare i fatti in maniera chiara. Non ci si perde mai nella trama nonostante, personalmente, non conoscessi i fatti raccontati dalla storia.
Efficace la ricostruzione d'ambiente che rende alla perfezione il periodo storico in cui si svolge l'azione. I colletti oversize delle camicie sono molto buffi. E' una sciocchezza, rispetto all'insieme, ma non so perchè la cosa ad un certo punto mi ha colpito.
Il cast di attori è ben distribuito per le parti e, soprattutto, non scontato. A parte il regista e attore, pochi sono i visi noti. Si riconoscono facilmente John Goodman ("Pappa e ciccia","The Artist"), il premio Oscar Alan Arkin ("Little Miss Sunshine", "The Private Lives of Pippa Lee") e il Bryan Cranston di "Breaking Bad" (3 Emmy come Miglior attore drammatico portati a casa per 3 anni di fila).
Tanti anche i volti familiari, ma più difficili da identificare per il grande pubblico: Clea DuVall (adesso in tv con "American Horror Story", "Ragazze interrotte"), Kyle Chandler (Emmy per "Friday Night Lights", "Super 8"), Zeljko Ivanek ("In Bruges - La coscienza dell'assassino", Emmy per "Damages"), Titus Welliver ("The Good Wife"; è l'unico presente anche nelle precedenti pellicole di Affleck).
Tutto funziona bene e la pellicola ne guadagna notevolmente. Mi rendo conto a posteriori che questo è sicuramente stato uno dei film più riusciti e tecnicamente ben fatti che ho visto questa stagione. Dubito che avrà grandi chance di vincere premi in categorie che contano (o regia o attori), in ogni caso non posso giudicare dato che mi manca, al momento, possibilità di fare confronti.
Di sicuro, comunque, ad Affleck il merito di essere riuscito a raccontare una storia complessa e molto interessante evitando il patetico, la retorica o i cliché. Stile asciutto, battute al momento giusto e, nel dramma (riusciranno o no a mettersi in salvo?!), una storia raccontata prendendo in considerazione un episodio insolito e interessante. Ha tutte le carte in regola per piacere.
Ps. Bellissime musiche del mio favorito Alexandre Desplat: non delude mai.
Film 1088 - Argo
Consigli: Interessante e non scontato, parla di un momento della storia dell'Iran che certamente ai più è sconosciuta, riuscendo ad evitare toni accademici e, per di più, facendo interessare lo spettatore ad informarsi su ciò che è realmente accaduto.
Dal punto di vista tecnico molto Ben(!) fatto.
Parola chiave: Troupe cinematografica.
Trailer
Ric
Oscar arrivo!
Film 489: "Argo" (2012) di Ben Affleck
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Non a tutti piacerà, ma bisogna ammettere che Ben Affleck si è davvero reinventato scegliendo di cominciare a dirigere le sue pellicole. Al terzo tentativo di seguito conquista nuovamente la critica aggiungendo, però, anche il consenso del grande pubblico ($157,677,669 di incasso al botteghino mondiale).
Dopo i precedenti "Gone Baby Gone" e "The Town", questa volta Affleck racconta una storia dai risvolti politici internazionali focalizzandosi, però, su un fatto reale davvero curioso. Durante la rivoluzione iraniana del 1979, alcuni funzionari vengono presi in ostaggio dentro l'ambasciata americana di Teheran. Sei di loro riescono a scappare e si rifugiano presso la dimora dell'ambasciatore canadese Ken Taylor/Victor Garber ("Alias", "Ancora tu!"). Qui il fatto: come riportarli a casa? Ci penserà Tony Mendez/Affleck ad elaborare un piano per quella che viene identificata come la missione Canadian Caper. Mendez, infatti, esperto CIA in esfiltrazione, proporrà l'idea vincente di mettere in cantiere quella che sarà una produzione cinematografica hollywoodiana a tutti gli effetti, solo che per una pellicola fittizia. "Argo", appunto. L'idea quella di far uscire i 6 spacciandoli in aeroporto per membri della crew della pellicola.
Certamente bisogna ammettere che, già di per sé, il fatto è intrigante. "Argo" è stato davvero un film messo in produzione con tanto di letture del copione per la stampa, pubblicità e interviste, realizzazione di una locandina. Tutto con l'unico scopo di riuscire a mettere in salvo le 6 persone riuscite a scappare durante la presa dell'ambasciata.
Spunto narrativo a parte, questo "Argo" di Affleck funziona molto bene. Contestualizzazione precisa e spiegata senza fretta, prendendo il tempo necessario a raccontare i fatti in maniera chiara. Non ci si perde mai nella trama nonostante, personalmente, non conoscessi i fatti raccontati dalla storia.
Efficace la ricostruzione d'ambiente che rende alla perfezione il periodo storico in cui si svolge l'azione. I colletti oversize delle camicie sono molto buffi. E' una sciocchezza, rispetto all'insieme, ma non so perchè la cosa ad un certo punto mi ha colpito.
Il cast di attori è ben distribuito per le parti e, soprattutto, non scontato. A parte il regista e attore, pochi sono i visi noti. Si riconoscono facilmente John Goodman ("Pappa e ciccia","The Artist"), il premio Oscar Alan Arkin ("Little Miss Sunshine", "The Private Lives of Pippa Lee") e il Bryan Cranston di "Breaking Bad" (3 Emmy come Miglior attore drammatico portati a casa per 3 anni di fila).
Tanti anche i volti familiari, ma più difficili da identificare per il grande pubblico: Clea DuVall (adesso in tv con "American Horror Story", "Ragazze interrotte"), Kyle Chandler (Emmy per "Friday Night Lights", "Super 8"), Zeljko Ivanek ("In Bruges - La coscienza dell'assassino", Emmy per "Damages"), Titus Welliver ("The Good Wife"; è l'unico presente anche nelle precedenti pellicole di Affleck).
Tutto funziona bene e la pellicola ne guadagna notevolmente. Mi rendo conto a posteriori che questo è sicuramente stato uno dei film più riusciti e tecnicamente ben fatti che ho visto questa stagione. Dubito che avrà grandi chance di vincere premi in categorie che contano (o regia o attori), in ogni caso non posso giudicare dato che mi manca, al momento, possibilità di fare confronti.
Di sicuro, comunque, ad Affleck il merito di essere riuscito a raccontare una storia complessa e molto interessante evitando il patetico, la retorica o i cliché. Stile asciutto, battute al momento giusto e, nel dramma (riusciranno o no a mettersi in salvo?!), una storia raccontata prendendo in considerazione un episodio insolito e interessante. Ha tutte le carte in regola per piacere.
Ps. Bellissime musiche del mio favorito Alexandre Desplat: non delude mai.
Film 1088 - Argo
Consigli: Interessante e non scontato, parla di un momento della storia dell'Iran che certamente ai più è sconosciuta, riuscendo ad evitare toni accademici e, per di più, facendo interessare lo spettatore ad informarsi su ciò che è realmente accaduto.
Dal punto di vista tecnico molto Ben(!) fatto.
Parola chiave: Troupe cinematografica.
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venerdì 7 dicembre 2012
Film 488 - Ancora tu!
Serata casalinga per combattere il gelo ormai arrivato. Ci voleva per forza un film da guardare!
Film 488: "Ancora tu!" (2010) di Andy Fickman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Jé
Pensieri: In cerca di una commediola senza pretese di testa o contenuti, ci siamo imbattuti nel divertente trailer di "You Again" che racconta la storia di una generazionale battaglia di popolarità pre e post liceale consumata durante l'organizzazione di un matrimonio. Già perchè la sposa al liceo vessava la sorella del futuro marito; stesso discorso per la madre di quest'ultimo con la zia della sposa stessa. Intricato da dire, ma sul grande schermo immediato.
Davvero niente di che se non una serie di gag da risata facile dietro l'altra, eppure il divertimento non è mancato. Vincono su tutte la mitica nonnia Betty White, sessuomane social network dipendende, e la fantastica wedding planner Kristin Chenoweth che più bislacca non si può.
Per il resto i personaggi sono piuttosto standard e l'ordine degli eventi è prevedibile, ma si sopravvive alla visione dei 105 minuti in compagnia, però, di un cast di tutto rispetto: da Kristen Bell ("Scream 4", "Burlesque", "Non mi scaricare") a Jamie Lee Curtis ("Halloween: La notte delle streghe", "Un pesce di nome Wanda") passando per Sigourney Weaver ("Una donna in carriera", "Avatar"), Victor Garber ("Alias", "Argo") e Odette Annable ("Dr. House - Medical Division").
Tutto sommato è un prodotto che mantiene le aspettative di disimpegno e e brio; certamente non si può dire che sia nulla di che e, anzi, come commedia ad alto potenziale d'incasso ha dimostrato di non funzionare granché: $32,005,248 guadagnati nel mondo a fronte di una spesa di 20 milioni.
Se posso essere sincero credo che principalmente la cosa si debba alla poca affermazione della Bell che, nonostante i numerosi tentativi di lancio nel mondo del cinema dopo la fortuna in tv con "Veronica Mars", non è mai riuscita ad avere un film che facesse il botto al box office.
Comunque, a parte questo, "Ancora tu!" non è niente di malvagio.
Consigli: Per una serata tra amici all'insegna della risata leggera. Da non perdere il finale: la storia si ripete!
Parola chiave: Popolarità.
Trailer
Ric
Film 488: "Ancora tu!" (2010) di Andy Fickman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Jé
Pensieri: In cerca di una commediola senza pretese di testa o contenuti, ci siamo imbattuti nel divertente trailer di "You Again" che racconta la storia di una generazionale battaglia di popolarità pre e post liceale consumata durante l'organizzazione di un matrimonio. Già perchè la sposa al liceo vessava la sorella del futuro marito; stesso discorso per la madre di quest'ultimo con la zia della sposa stessa. Intricato da dire, ma sul grande schermo immediato.
Davvero niente di che se non una serie di gag da risata facile dietro l'altra, eppure il divertimento non è mancato. Vincono su tutte la mitica nonnia Betty White, sessuomane social network dipendende, e la fantastica wedding planner Kristin Chenoweth che più bislacca non si può.
Per il resto i personaggi sono piuttosto standard e l'ordine degli eventi è prevedibile, ma si sopravvive alla visione dei 105 minuti in compagnia, però, di un cast di tutto rispetto: da Kristen Bell ("Scream 4", "Burlesque", "Non mi scaricare") a Jamie Lee Curtis ("Halloween: La notte delle streghe", "Un pesce di nome Wanda") passando per Sigourney Weaver ("Una donna in carriera", "Avatar"), Victor Garber ("Alias", "Argo") e Odette Annable ("Dr. House - Medical Division").
Tutto sommato è un prodotto che mantiene le aspettative di disimpegno e e brio; certamente non si può dire che sia nulla di che e, anzi, come commedia ad alto potenziale d'incasso ha dimostrato di non funzionare granché: $32,005,248 guadagnati nel mondo a fronte di una spesa di 20 milioni.
Se posso essere sincero credo che principalmente la cosa si debba alla poca affermazione della Bell che, nonostante i numerosi tentativi di lancio nel mondo del cinema dopo la fortuna in tv con "Veronica Mars", non è mai riuscita ad avere un film che facesse il botto al box office.
Comunque, a parte questo, "Ancora tu!" non è niente di malvagio.
Consigli: Per una serata tra amici all'insegna della risata leggera. Da non perdere il finale: la storia si ripete!
Parola chiave: Popolarità.
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martedì 4 dicembre 2012
Film 487 - Il matrimonio che vorrei
Un duo insolito per il grande schermo e una storia che si presentava interessante!
Film 487: "Il matrimonio che vorrei" (2012) di David Frankel
Visto: dalla tv della Mery
Lingua: italiano
Compagnia: Jé, Mery, Fra, Andrea Margherita
Pensieri: Delicata e piacevole commedia sull'amore di coppia passato il traguardo dei 30 anni di matrimonio. Sì, amore inteso anche come sesso.
Fosse anche solo per la presenza di sua maestà Meryl Streep, non avevo dubbi sulla tipologia di pellicola che mi accingevo a vedere; non di meno la dirige David Frankel, già suo compagno nell'avventura per "Il diavolo veste Prada". Comprimari nella storia sono il sempre bravo Tommy Lee Jones e Steve Carell che rende tanto bene quando evita le sue facce idiote.
"Hope Springs" è proprio un film garbato, educato, non volgare. Nonostante il tema della sessualità sia centrale - e spesso comicamente affrontato per dar ritmo alla vicenda - non si scade mai in eccessi o peccati di banalità, mantenendo alto lo standard di qualità per un prodotto sì meno riuscito della precedente collaborazione Streep-Frankel, ma comunque di piacevole effetto.
Chiaramente - e lo so che poi sembro di parte - la Streep è strepitosa, calata alla perfezione in un personaggio che vive una rivoluzione interiore e combatte per ottenere un'emancipazione e un'evoluzione matrimoniale. Sebbene inizialmente Kay sia la classica casalinga sottomessa al volere del marito e frustrata nel riduttivo ruolo casalingo, si intuisce subito grazie all'espressivo sguardo tutto pepe della grande attrice che, presa la decisione di ritrovare le scintille in un'unione ormai solo di fatto, nulla potrà fermare il processo di (necessario) cambiamento che il matrimonio con Arnold richiede.
Dal canto suo Lee Jones, stropicciato e sottotono per necessità di copione, da una grande prova in un genere, la commedia (molto femminile), che certamente gli è poco familiare.
Senza la pretesa di essere un prodotto eccellente, si gusta comunque volentieri la visione, insolitamente votata alla pacatezza e alla ricerca introspettiva dentro sé stessi. Dove, infatti, solitamente siamo abituati a cambiamenti necessari implicati dall'esterno o per migliorare qualcosa di sé che non si accetta, qui si ha la - rara, al cinema - rappresentazione di una coppia di una certa età che decide di rimettersi in gioco e cambiare per ritrovare sé stessi l'uno nell'altra.
Carino, ben recitato e fedele all'idea che trailer e poster propongono. L'ho davvero apprezzato.
Ps. Box office felice: 30 milioni di dollari per produrlo e $107,315,019 di incasso mondiale.
Consigli: Se, per una serata, non avete voglia di azione, chiasso, volgarità o la solita storia d'amore, date una chance a "Il matrimonio che vorrei".
Parola chiave: Terapia di coppia.
Trailer
Ric
Film 487: "Il matrimonio che vorrei" (2012) di David Frankel
Visto: dalla tv della Mery
Lingua: italiano
Compagnia: Jé, Mery, Fra, Andrea Margherita
Pensieri: Delicata e piacevole commedia sull'amore di coppia passato il traguardo dei 30 anni di matrimonio. Sì, amore inteso anche come sesso.
Fosse anche solo per la presenza di sua maestà Meryl Streep, non avevo dubbi sulla tipologia di pellicola che mi accingevo a vedere; non di meno la dirige David Frankel, già suo compagno nell'avventura per "Il diavolo veste Prada". Comprimari nella storia sono il sempre bravo Tommy Lee Jones e Steve Carell che rende tanto bene quando evita le sue facce idiote.
"Hope Springs" è proprio un film garbato, educato, non volgare. Nonostante il tema della sessualità sia centrale - e spesso comicamente affrontato per dar ritmo alla vicenda - non si scade mai in eccessi o peccati di banalità, mantenendo alto lo standard di qualità per un prodotto sì meno riuscito della precedente collaborazione Streep-Frankel, ma comunque di piacevole effetto.
Chiaramente - e lo so che poi sembro di parte - la Streep è strepitosa, calata alla perfezione in un personaggio che vive una rivoluzione interiore e combatte per ottenere un'emancipazione e un'evoluzione matrimoniale. Sebbene inizialmente Kay sia la classica casalinga sottomessa al volere del marito e frustrata nel riduttivo ruolo casalingo, si intuisce subito grazie all'espressivo sguardo tutto pepe della grande attrice che, presa la decisione di ritrovare le scintille in un'unione ormai solo di fatto, nulla potrà fermare il processo di (necessario) cambiamento che il matrimonio con Arnold richiede.
Dal canto suo Lee Jones, stropicciato e sottotono per necessità di copione, da una grande prova in un genere, la commedia (molto femminile), che certamente gli è poco familiare.
Senza la pretesa di essere un prodotto eccellente, si gusta comunque volentieri la visione, insolitamente votata alla pacatezza e alla ricerca introspettiva dentro sé stessi. Dove, infatti, solitamente siamo abituati a cambiamenti necessari implicati dall'esterno o per migliorare qualcosa di sé che non si accetta, qui si ha la - rara, al cinema - rappresentazione di una coppia di una certa età che decide di rimettersi in gioco e cambiare per ritrovare sé stessi l'uno nell'altra.
Carino, ben recitato e fedele all'idea che trailer e poster propongono. L'ho davvero apprezzato.
Ps. Box office felice: 30 milioni di dollari per produrlo e $107,315,019 di incasso mondiale.
Consigli: Se, per una serata, non avete voglia di azione, chiasso, volgarità o la solita storia d'amore, date una chance a "Il matrimonio che vorrei".
Parola chiave: Terapia di coppia.
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domenica 2 dicembre 2012
Film 486 - Cape Fear - Il promontorio della paura
Di recente il compleanno del mitico Martin Scorsese su cui, per l'occasione, mi ero documentato. E questa pellicola, tra le tante, spiccava come esempio di sperimentazione (di un genere filmico poco frequentato dal regista) tra i più riusciti.
Film 486: "Cape Fear - Il promontorio della paura" (1991) di Martin Scorsese
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Guardo "Cape Fear - Il promontorio della paura" e non capisco. Non capisco dove stia il capolavoro di un maestro, per essere più chiari. E' passata poco più di una settimana da quando l'ho visto, eppure ancora non riesco ad avere un'idea chiara in mente, a non pensare semplicemente che non mi è piaciuto.
Scopro questa mattina, invece, che "Cape Fear" è un remake di un film del '62 dallo stesso titolo, diretto da J. Lee Thompson con Gregory Peck, Robert Mitchum, Martin Balsam e Polly Bergen. A parte quest'ultima, tutti e tre gli altri attori sono presenti anche in questo film, declassati a comparse in favore di attori più consoni ad attirare il pubblico di inizio anni '90: Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange e una giovanissima Juliette Lewis (le due signore hanno ricevuto perfino una nomination all'Oscar per la loro interpretazione qui).
Detto - e nonostante - questo, il mio atteggiamento nei confronti del film in questione rimane comunque di perplessità. Di per sé non ha nulla di particolarmente fatto male, ma non ha nemmeno nulla, a mio avviso, che possa far gridare al miracolo cinematografico. Sono perfettamente conscio che 20 anni di distanza sono un gap notevole da affrontare come audience, ma nonostante la mia miglior predisposizione, sono comunque rimasto deluso dal risultato.
Partirei dal titolo, in cui ritrovo la parola 'paura': per cosa dovrei spaventarmi? Non c'è un momento di terrore nemmeno a pagarlo. Lo strampalato vestiario di Max Cady/De Niro - che mi dispiace dirlo, ma recita sempre uguale - mi ha costantemente distratto dalla possibilità di seguire seriamente i passaggi di tensione. Al contrario della paura, infatti, spesso mi è sembrato che la recitazione fosse troppo esasperata, quasi caricaturale, tanto da far perdere la sensazione di pathos che, invece, mi aspettavo di trovare come costante.
Ho trovato, poi, poco funzionale far intraprendere la strada di sgualdrina alla piccola Danielle/Juliette Lewis perchè più che la troietta eccitata dal commettere qualcosa che finalmente va contro il volere dei genitori, finisce per risultare qualcosa di ridicolo e a tratti infelice da rappresentare. Quasi mette a disagio. In questa situazione, però, ammetto che la Lewis se l'è cavata alla grande (ma scommetto che in lingua originale avrebbe reso ancora meglio la sua interpretazione).
Per il resto Nolte come passivo uomo di casa trovo sia fallimentare, mentre la Lange, per quanto abbia una mitica carriera alle spalle (due Oscar e pellicole come "Il postino suona sempre due volte", "Blue Sky", il "King Kong" del '76 e, chiaramente, "American Horror Story"), molte volte mi sembra venga sopravvalutata.
Tutto sommato "Cape Fear - Il promontorio della paura" mi è sembrato un film con ragione di esistere magari 20anni fa, ma che ha perso una parte di appeal con il passare del tempo. Vuoi perchè i generi thriller, horror, splatter o di tensione si sono omogeneizzati in un calderone ormai difficile da distinguere, vuoi perchè alla resa dei conti ultimamente De Niro si è dimostrato un attore fotocopia di sé stesso o forse ancora perchè c'è una componente recitativa che un tempo poteva risultare plausibile mentre oggi è talmente calcata da risultare buffa, di fatto questo prodotto cinematografico del mitico Scorsese non mi ha convinto e, anzi, deluso. "Shutter Island" è stato un gioiellino di sorpresa che, paragonato a questo, non sembra nemmeno provenga dalla mano dello stesso regista.
Consigli: Bella l'ambientazione del North Carolina dove il fiume Cape Fear bagna delle terre che mi hanno spesso ricordato una palude. Brutta la scena finale in barca con le rapide più finte del mondo. Sinceramente un po' trash il finale.
Tutto sommato è un pezzo di storia di un cineasta come Scorsese e sono felice di averlo visto. Ma non posso dire che sia uno dei suoi film che preferisco. Si fa guardare, ma io non l'ho amato.
Parola chiave: Vendetta.
Trailer
Ric
Film 486: "Cape Fear - Il promontorio della paura" (1991) di Martin Scorsese
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Guardo "Cape Fear - Il promontorio della paura" e non capisco. Non capisco dove stia il capolavoro di un maestro, per essere più chiari. E' passata poco più di una settimana da quando l'ho visto, eppure ancora non riesco ad avere un'idea chiara in mente, a non pensare semplicemente che non mi è piaciuto.
Scopro questa mattina, invece, che "Cape Fear" è un remake di un film del '62 dallo stesso titolo, diretto da J. Lee Thompson con Gregory Peck, Robert Mitchum, Martin Balsam e Polly Bergen. A parte quest'ultima, tutti e tre gli altri attori sono presenti anche in questo film, declassati a comparse in favore di attori più consoni ad attirare il pubblico di inizio anni '90: Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange e una giovanissima Juliette Lewis (le due signore hanno ricevuto perfino una nomination all'Oscar per la loro interpretazione qui).
Detto - e nonostante - questo, il mio atteggiamento nei confronti del film in questione rimane comunque di perplessità. Di per sé non ha nulla di particolarmente fatto male, ma non ha nemmeno nulla, a mio avviso, che possa far gridare al miracolo cinematografico. Sono perfettamente conscio che 20 anni di distanza sono un gap notevole da affrontare come audience, ma nonostante la mia miglior predisposizione, sono comunque rimasto deluso dal risultato.
Partirei dal titolo, in cui ritrovo la parola 'paura': per cosa dovrei spaventarmi? Non c'è un momento di terrore nemmeno a pagarlo. Lo strampalato vestiario di Max Cady/De Niro - che mi dispiace dirlo, ma recita sempre uguale - mi ha costantemente distratto dalla possibilità di seguire seriamente i passaggi di tensione. Al contrario della paura, infatti, spesso mi è sembrato che la recitazione fosse troppo esasperata, quasi caricaturale, tanto da far perdere la sensazione di pathos che, invece, mi aspettavo di trovare come costante.
Ho trovato, poi, poco funzionale far intraprendere la strada di sgualdrina alla piccola Danielle/Juliette Lewis perchè più che la troietta eccitata dal commettere qualcosa che finalmente va contro il volere dei genitori, finisce per risultare qualcosa di ridicolo e a tratti infelice da rappresentare. Quasi mette a disagio. In questa situazione, però, ammetto che la Lewis se l'è cavata alla grande (ma scommetto che in lingua originale avrebbe reso ancora meglio la sua interpretazione).
Per il resto Nolte come passivo uomo di casa trovo sia fallimentare, mentre la Lange, per quanto abbia una mitica carriera alle spalle (due Oscar e pellicole come "Il postino suona sempre due volte", "Blue Sky", il "King Kong" del '76 e, chiaramente, "American Horror Story"), molte volte mi sembra venga sopravvalutata.
Tutto sommato "Cape Fear - Il promontorio della paura" mi è sembrato un film con ragione di esistere magari 20anni fa, ma che ha perso una parte di appeal con il passare del tempo. Vuoi perchè i generi thriller, horror, splatter o di tensione si sono omogeneizzati in un calderone ormai difficile da distinguere, vuoi perchè alla resa dei conti ultimamente De Niro si è dimostrato un attore fotocopia di sé stesso o forse ancora perchè c'è una componente recitativa che un tempo poteva risultare plausibile mentre oggi è talmente calcata da risultare buffa, di fatto questo prodotto cinematografico del mitico Scorsese non mi ha convinto e, anzi, deluso. "Shutter Island" è stato un gioiellino di sorpresa che, paragonato a questo, non sembra nemmeno provenga dalla mano dello stesso regista.
Consigli: Bella l'ambientazione del North Carolina dove il fiume Cape Fear bagna delle terre che mi hanno spesso ricordato una palude. Brutta la scena finale in barca con le rapide più finte del mondo. Sinceramente un po' trash il finale.
Tutto sommato è un pezzo di storia di un cineasta come Scorsese e sono felice di averlo visto. Ma non posso dire che sia uno dei suoi film che preferisco. Si fa guardare, ma io non l'ho amato.
Parola chiave: Vendetta.
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venerdì 30 novembre 2012
Film 485 - Hotel Transylvania
Richiesto da Licia: potevo, forse, non accontentarla?!
Film 485: "Hotel Transylvania" (2012) di Genndy Tartakovsky
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Carino, simpatico, divertente.
La trovata di riunire sotto lo stesso tetto una miriade di famosi mostri al grido della classica grande famiglia allargata risulta addirittura migliore di ogni celebrata e autoacclamata tavolata alla 'volemose bene' di Ozpetek.
Funziona, nonostante la molta carne al fuoco, il mix di personaggi che costella questo "Hotel Transylvania" e sembra tutto perfettamente incasellarsi al proprio posto, senza necessità di prevaricare nessuno: Dracula è un tenerone ansioso, la figlia un po' alternative-gothic; Frankenstein sopraffatto da una moglie classicamente americana (doppiata in originale dalla mitica Fran Drescher de "La tata"); il lupo castrato da una situazione famigliare abbondante di cuccioli.
Ce n'è per tutti i gusti, insomma, ma quel che è bello e funziona è che tutti i personaggi riescono a risaltare e a giocare al meglio la propria parte.
Chiaramente per dare un senso ad una storia che altrimenti sarebbe solo puro svago, è inserito nel gruppo di mostri un elemento di disturbo capace di scatenante la più irrazionale paura nella comunità, che spingerà in avanti lo svolgersi della trama: il giovane - e soprattutto umano - Jonathan arriverà all'hotel del signor Dracula e causerà non poco scompiglio tra i mostri che temono gli umani come i peggiori esseri del mondo. Ci scapperà anche l'amore, chiaramente.
Inutile dire che "Hotel Transylvania" rimane una favoletta per ragazzi (e non) senza pretese di sfociare in altro. Il ritmo c'è, le battute anche e - seppure a volte infastidisce che la voce sia molto simile al Sid de "L'era glaciale" - Claudio Bisio è davvero adatto a doppiare il proprietario dell'hotel Dracula. Ci si diverte in spensieratezza e, alla fine della proiezione, non rimane che un piacevole sorriso (e ricordo) da riportarsi a casa.
Film 1112 - Hotel Transylvania
Film 1113 - Hotel Transylvania 2
Consigli: Da vedere con gli amici per passare una piacevole e divertente serata.
Parola chiave: Diversità.
Trailer
Ric
Film 485: "Hotel Transylvania" (2012) di Genndy Tartakovsky
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Carino, simpatico, divertente.
La trovata di riunire sotto lo stesso tetto una miriade di famosi mostri al grido della classica grande famiglia allargata risulta addirittura migliore di ogni celebrata e autoacclamata tavolata alla 'volemose bene' di Ozpetek.
Funziona, nonostante la molta carne al fuoco, il mix di personaggi che costella questo "Hotel Transylvania" e sembra tutto perfettamente incasellarsi al proprio posto, senza necessità di prevaricare nessuno: Dracula è un tenerone ansioso, la figlia un po' alternative-gothic; Frankenstein sopraffatto da una moglie classicamente americana (doppiata in originale dalla mitica Fran Drescher de "La tata"); il lupo castrato da una situazione famigliare abbondante di cuccioli.
Ce n'è per tutti i gusti, insomma, ma quel che è bello e funziona è che tutti i personaggi riescono a risaltare e a giocare al meglio la propria parte.
Chiaramente per dare un senso ad una storia che altrimenti sarebbe solo puro svago, è inserito nel gruppo di mostri un elemento di disturbo capace di scatenante la più irrazionale paura nella comunità, che spingerà in avanti lo svolgersi della trama: il giovane - e soprattutto umano - Jonathan arriverà all'hotel del signor Dracula e causerà non poco scompiglio tra i mostri che temono gli umani come i peggiori esseri del mondo. Ci scapperà anche l'amore, chiaramente.
Inutile dire che "Hotel Transylvania" rimane una favoletta per ragazzi (e non) senza pretese di sfociare in altro. Il ritmo c'è, le battute anche e - seppure a volte infastidisce che la voce sia molto simile al Sid de "L'era glaciale" - Claudio Bisio è davvero adatto a doppiare il proprietario dell'hotel Dracula. Ci si diverte in spensieratezza e, alla fine della proiezione, non rimane che un piacevole sorriso (e ricordo) da riportarsi a casa.
Film 1112 - Hotel Transylvania
Film 1113 - Hotel Transylvania 2
Consigli: Da vedere con gli amici per passare una piacevole e divertente serata.
Parola chiave: Diversità.
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martedì 27 novembre 2012
Film 484 - Venuto al mondo
Film offerto gentilmente dalla 3 e obbligatoriamente imposto - meno gentilmente - dalla mia amica Erika. Io Castellitto non lo sopporto...
Film 484: "Venuto al mondo" (2012) di Sergio Castellitto
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: La questione della meritocrazia non credo riguardi la famiglia Catellitto-Mazzantini. "Venuto al mondo" è una pellicola di Sergio Castellitto con Pietro Castellitto e lo stesso Sergio, tratto dall'opera letteraria della moglie Mazzantini che ne cura anche la sceneggiatura (assieme al marito).
E io qui già rido.
Al di là della pretesa drammaticità di questo prodotto, dell'ostentata contestualizzazione politica e dalla ricercata necessità di essere un film impegnato, l'ultima fatica cinematografica del clan Castellitto non mi ha convinto. Non solo non mi è piaciuta, ma mi è sembrato che di fondo ci fosse una ricercata palesazione di una tragicità a tutti i costi, di un'emozione forte che è quasi morbosa. Dove la prima domanda da porsi dovrebbe essere perchè raccontare questa storia, quello che sembra qui è più che altro un voler per forza narrare situazioni estreme, assurde, ma che devono essere tali perchè testimoniano quanto il mondo degli uomini sia capace di farsi del male da solo.
Questo particolare aspetto ho trovato che sia fallimentare, perchè si può narrare una storia di guerra e denuncia, perfino trattare la violenza senza cadere nella retorica e nella facile immagine commovente. Penélope Cruz è brava ed è l'unica capace di dare dignità ad un prodotto fatto per masse che sanno poco di un evento tragico e discolpano loro stesse parlando bene del prodotto che ha fatto emergere la questione. Prodotto che, tra l'altro, annovera nelle sue file nomi veri di attori famosi internazionalmente (la Cruz, Emile Hirsch, Jane Birkin!) e li utiliazza alla solita maniera italiana. Non c'è ampio respiro e non mi pare ci sia una prospettiva di lancio internazionale, nonostante il cast lo permetterebbe. La concezione della storia è troppo nostrana; la storia della madre pronta a tutto per avere un figlio è ok, ma gli sviluppi morbosi che seguono, con il classico tradimento, l'appiattimento umiliante del personaggio di Gemma, il ritrovamento della vera madre che si scopre poi essere stata stuprata... Ma neanche "Un posto al sole" al suo meglio narrativo!
In un gioco di incastri temporali complessi da digerire, salvo solamente la bravura intensa di Penélope, la sorpresa Saadet Aksoy e il trucco curato da Alessandro Bertolazzi che merita un plauso se non addirittura una nomination all'Oscar.
Pietro Castellitto, invece, è il nuovo Silvio Muccino: difficoltà di pronuncia e presente solo in quanto imparentato col regista.
Se cercate una storia sulla guerra in Bosnia, meglio un interessante documentario.
Consigli: Dopo la precedente collaborazione tra il regista e attore italiano e la bella attrice spagnola Cruz con "Non ti muovere", eccoci ad un secondo prodotto cinematografico che testimonia la versatilità internazionale dell'attrice. Ma la storia non funziona. In ogni caso, se piacciono Castellitto o la Mazzantini, può essere un film giusto. Da evitare, però, in momenti di tristezza o affaticamento psicologico: è un mattone.
Parola chiave: Sarajevo.
Trailer
Ric
Film 484: "Venuto al mondo" (2012) di Sergio Castellitto
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: La questione della meritocrazia non credo riguardi la famiglia Catellitto-Mazzantini. "Venuto al mondo" è una pellicola di Sergio Castellitto con Pietro Castellitto e lo stesso Sergio, tratto dall'opera letteraria della moglie Mazzantini che ne cura anche la sceneggiatura (assieme al marito).
E io qui già rido.
Al di là della pretesa drammaticità di questo prodotto, dell'ostentata contestualizzazione politica e dalla ricercata necessità di essere un film impegnato, l'ultima fatica cinematografica del clan Castellitto non mi ha convinto. Non solo non mi è piaciuta, ma mi è sembrato che di fondo ci fosse una ricercata palesazione di una tragicità a tutti i costi, di un'emozione forte che è quasi morbosa. Dove la prima domanda da porsi dovrebbe essere perchè raccontare questa storia, quello che sembra qui è più che altro un voler per forza narrare situazioni estreme, assurde, ma che devono essere tali perchè testimoniano quanto il mondo degli uomini sia capace di farsi del male da solo.
Questo particolare aspetto ho trovato che sia fallimentare, perchè si può narrare una storia di guerra e denuncia, perfino trattare la violenza senza cadere nella retorica e nella facile immagine commovente. Penélope Cruz è brava ed è l'unica capace di dare dignità ad un prodotto fatto per masse che sanno poco di un evento tragico e discolpano loro stesse parlando bene del prodotto che ha fatto emergere la questione. Prodotto che, tra l'altro, annovera nelle sue file nomi veri di attori famosi internazionalmente (la Cruz, Emile Hirsch, Jane Birkin!) e li utiliazza alla solita maniera italiana. Non c'è ampio respiro e non mi pare ci sia una prospettiva di lancio internazionale, nonostante il cast lo permetterebbe. La concezione della storia è troppo nostrana; la storia della madre pronta a tutto per avere un figlio è ok, ma gli sviluppi morbosi che seguono, con il classico tradimento, l'appiattimento umiliante del personaggio di Gemma, il ritrovamento della vera madre che si scopre poi essere stata stuprata... Ma neanche "Un posto al sole" al suo meglio narrativo!
In un gioco di incastri temporali complessi da digerire, salvo solamente la bravura intensa di Penélope, la sorpresa Saadet Aksoy e il trucco curato da Alessandro Bertolazzi che merita un plauso se non addirittura una nomination all'Oscar.
Pietro Castellitto, invece, è il nuovo Silvio Muccino: difficoltà di pronuncia e presente solo in quanto imparentato col regista.
Se cercate una storia sulla guerra in Bosnia, meglio un interessante documentario.
Consigli: Dopo la precedente collaborazione tra il regista e attore italiano e la bella attrice spagnola Cruz con "Non ti muovere", eccoci ad un secondo prodotto cinematografico che testimonia la versatilità internazionale dell'attrice. Ma la storia non funziona. In ogni caso, se piacciono Castellitto o la Mazzantini, può essere un film giusto. Da evitare, però, in momenti di tristezza o affaticamento psicologico: è un mattone.
Parola chiave: Sarajevo.
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mercoledì 21 novembre 2012
Film 483 - Skyfall
50 anni e non sentirli. Il suo hobby? La resurrezione.
Io lo amo.
Film 483: "Skyfall" (2012) di Sam Mendes
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Lui è Bond, James Bond.
Ok, sì, vabbé. Mica il solito Bond, però. Già, perchè in occasione del matrimonio dorato che lega la saga al suo pubblico di fedelissimi, non solo la produzione ha fatto pienamente il suo dovere, ma si è superata!
Chi è, del resto, James Bond se non la spia più cool di sempre? Essere agente segreto, però, ha portato lui e il suo lavoro ad una stereotipazione negli anni che ha sancito una rappresentazione del prodotto 007 un po' troppo in 'salsa pop'. Pierce Brosnan era cotonato, glam, sempre in ordine e, diciamocelo, un po' montato. La scelta giusta, dopo 4 film in sua compagnia, è stata fatta andando controcorrente e scegliendo quel Daniel Craig semisconosciuto e dalla faccia da cattivo. E Mr. Bond torna ad avere una carriera.
Dopo il bel "Casino Royale" e il meno riuscito "Quantum of Solace", si cambia tutto tranne l'attore protagonista e la fidata M/Judi Dench: si ingaggiano ben 2 premi Oscar (alla regia Sam Mendes, quello di "American Beauty", come cattivo Javier Bardem), si contorna con le solite - mai viste - Bond girls (Bérénice Marlohe, Naomie Harris) e il risultato funziona alla grande.
Questo "Skyfall", innanzitutto, ha una dose di introspezione veramente insolita per la saga. Il titolo stesso rappresenta un passaggio fondamentale nella storia del protagonista del quale, tra l'altro, si scopre finalmente qualcosa di passato e famiglia (non avendo visto gli originali, non so se nei precedenti film si fossero mai affrontati gli argomenti). Quindi, mettendo assieme i pezzi, dopo l'amore disperato per la bella Vesper Lynd/Eva Green, dopo aver capito che anche lui ha dei sentimenti, ma rimane fedelissimo alla sua M - vera Bond girl di questa pellicola -, scopriamo sempre di più della spia, tanto da farci finalmente un'idea del perché Bond sia così tutto d'un pezzo. Era ora.
In questa maniera, tra l'altro, si legittima un percorso che leghi un episodio all'altro, senza limitare tutte le volte le pellicole ad una vita propria che termini con l'apparire sullo schermo dei titoli di coda. Questa formula, più tipica del passato (vedi i vecchi Batman, per esempio, o l'intuizione di Raimi di reinventare la storia di Spider-man legando i suoi tre episodi sotto il nome di trilogia), finalmente è stata abbandonata anche per 007, che può avere la licenza di uccidere, ma di certo non quella di annoiare.
Di conseguenza, in questo film, c'è spazio per toccare un po' tutti i passaggi necessari a rendere interessante la vicenda, ricollegandosi anche alle "puntate" precedenti: azione mozzafiato, attentati, resurrezione di James, caccia al cattivo, assalto al forte e, soprattutto, un dialogo franco con il passato.
E proprio quest'ultimo tema, il passato, è quello cardine di tutta la storia: che i Servizi Segreti britannici abbiano bisogno di essere svecchiati? Che M e Bond siano troppo vecchi per continuare a ricoprire il loro ruolo? Non a caso vengono inseriti nel cast alcuni nuovi elementi: Gareth Mallory/Ralph Fiennes (che mette più volte in discussione la figura di M) e Q/Ben Whishaw (che, nonostante abbia il volto pulito di un ragazzino, suggerisce un ritorno alla classica sobrietà di pistola e radiotrasmittente evitanto come la peste il momento gadget strambi).
Ora che Bond è serio, maturo e collocato in uno spazio più verosimile, gli sceneggiatori hanno potuto prendersi il lusso di concedersi 143 minuti belli densi per raccontare una vicenda che richiederà la massima attenzione e dell'agente segreto e del pubblico. Saranno messi alla prova sangue freddo, capacità operative, genialità e, soprattutto, la fedeltà del braccio destro alla sua M(ente).
Posso assicurare che il gioco vale la candela, "Skyfall" è bello e ben scritto, ha una fotografia pazzesca - la Scozia non è mai stata così bella (e tanto simile ai freddi inverni di "Cime tempestose", nonostante quello sia ambientato in Inghilterra) - e un finale da battaglia come non se ne vedevano dai tempi de "Le Due Torri".
Devo ammetterlo, ero piuttosto scettico riguardo le voci che volessero questo film un nuovo capolavoro, svolta definitiva per un nuovo cammino di 007, ma non ho potuto fare altro che ricredermi. "Skyfall" è certamente uno dei migliori film che abbia visto quest'anno.
Ps. Canzone portante questa volta affidata all'inglese e popolarissima Adele che fa centro al primo tentativo con la track dallo stesso nome del film (tutti gridano alla candidatura all'Oscar per lei sicura al 100%). Tra l'atro molto ben utilizzata durante i titoli di testa, che mettono in scena in maniera figurata tutto quello che lo spettatore vedrà di lì alle prossime due ore sottoforma di esperimento visivo tra cartone animato, compture grafica e rielaborazione di frame dalla pellicola stessa.
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Consigli: Chiaro che vedere anche i precedenti episodi con Daniel Craig nei panni di 007 aiuterebbe a farsi un'idea di come l'attore e i produttori hanno decostruito un personaggio storico per ricrearlo sottoforma di icona. La spesa di tempo è ben ripagata da questo terzo capitolo, tra l'altro record d'incassi mondiale ($672,855,549 guadagnati in meno di un meso), il più bello dei Bond tra quelli che ho visto.
Gli inglesi, ormai, hanno capito cosa vuol dire produrre buoni film. Chapeau.
Parola chiave: M.
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#HollywoodCiak
Bengi
Io lo amo.
Film 483: "Skyfall" (2012) di Sam Mendes
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Lui è Bond, James Bond.
Ok, sì, vabbé. Mica il solito Bond, però. Già, perchè in occasione del matrimonio dorato che lega la saga al suo pubblico di fedelissimi, non solo la produzione ha fatto pienamente il suo dovere, ma si è superata!
Chi è, del resto, James Bond se non la spia più cool di sempre? Essere agente segreto, però, ha portato lui e il suo lavoro ad una stereotipazione negli anni che ha sancito una rappresentazione del prodotto 007 un po' troppo in 'salsa pop'. Pierce Brosnan era cotonato, glam, sempre in ordine e, diciamocelo, un po' montato. La scelta giusta, dopo 4 film in sua compagnia, è stata fatta andando controcorrente e scegliendo quel Daniel Craig semisconosciuto e dalla faccia da cattivo. E Mr. Bond torna ad avere una carriera.
Dopo il bel "Casino Royale" e il meno riuscito "Quantum of Solace", si cambia tutto tranne l'attore protagonista e la fidata M/Judi Dench: si ingaggiano ben 2 premi Oscar (alla regia Sam Mendes, quello di "American Beauty", come cattivo Javier Bardem), si contorna con le solite - mai viste - Bond girls (Bérénice Marlohe, Naomie Harris) e il risultato funziona alla grande.
Questo "Skyfall", innanzitutto, ha una dose di introspezione veramente insolita per la saga. Il titolo stesso rappresenta un passaggio fondamentale nella storia del protagonista del quale, tra l'altro, si scopre finalmente qualcosa di passato e famiglia (non avendo visto gli originali, non so se nei precedenti film si fossero mai affrontati gli argomenti). Quindi, mettendo assieme i pezzi, dopo l'amore disperato per la bella Vesper Lynd/Eva Green, dopo aver capito che anche lui ha dei sentimenti, ma rimane fedelissimo alla sua M - vera Bond girl di questa pellicola -, scopriamo sempre di più della spia, tanto da farci finalmente un'idea del perché Bond sia così tutto d'un pezzo. Era ora.
In questa maniera, tra l'altro, si legittima un percorso che leghi un episodio all'altro, senza limitare tutte le volte le pellicole ad una vita propria che termini con l'apparire sullo schermo dei titoli di coda. Questa formula, più tipica del passato (vedi i vecchi Batman, per esempio, o l'intuizione di Raimi di reinventare la storia di Spider-man legando i suoi tre episodi sotto il nome di trilogia), finalmente è stata abbandonata anche per 007, che può avere la licenza di uccidere, ma di certo non quella di annoiare.
Di conseguenza, in questo film, c'è spazio per toccare un po' tutti i passaggi necessari a rendere interessante la vicenda, ricollegandosi anche alle "puntate" precedenti: azione mozzafiato, attentati, resurrezione di James, caccia al cattivo, assalto al forte e, soprattutto, un dialogo franco con il passato.
E proprio quest'ultimo tema, il passato, è quello cardine di tutta la storia: che i Servizi Segreti britannici abbiano bisogno di essere svecchiati? Che M e Bond siano troppo vecchi per continuare a ricoprire il loro ruolo? Non a caso vengono inseriti nel cast alcuni nuovi elementi: Gareth Mallory/Ralph Fiennes (che mette più volte in discussione la figura di M) e Q/Ben Whishaw (che, nonostante abbia il volto pulito di un ragazzino, suggerisce un ritorno alla classica sobrietà di pistola e radiotrasmittente evitanto come la peste il momento gadget strambi).
Ora che Bond è serio, maturo e collocato in uno spazio più verosimile, gli sceneggiatori hanno potuto prendersi il lusso di concedersi 143 minuti belli densi per raccontare una vicenda che richiederà la massima attenzione e dell'agente segreto e del pubblico. Saranno messi alla prova sangue freddo, capacità operative, genialità e, soprattutto, la fedeltà del braccio destro alla sua M(ente).
Posso assicurare che il gioco vale la candela, "Skyfall" è bello e ben scritto, ha una fotografia pazzesca - la Scozia non è mai stata così bella (e tanto simile ai freddi inverni di "Cime tempestose", nonostante quello sia ambientato in Inghilterra) - e un finale da battaglia come non se ne vedevano dai tempi de "Le Due Torri".
Devo ammetterlo, ero piuttosto scettico riguardo le voci che volessero questo film un nuovo capolavoro, svolta definitiva per un nuovo cammino di 007, ma non ho potuto fare altro che ricredermi. "Skyfall" è certamente uno dei migliori film che abbia visto quest'anno.
Ps. Canzone portante questa volta affidata all'inglese e popolarissima Adele che fa centro al primo tentativo con la track dallo stesso nome del film (tutti gridano alla candidatura all'Oscar per lei sicura al 100%). Tra l'atro molto ben utilizzata durante i titoli di testa, che mettono in scena in maniera figurata tutto quello che lo spettatore vedrà di lì alle prossime due ore sottoforma di esperimento visivo tra cartone animato, compture grafica e rielaborazione di frame dalla pellicola stessa.
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Consigli: Chiaro che vedere anche i precedenti episodi con Daniel Craig nei panni di 007 aiuterebbe a farsi un'idea di come l'attore e i produttori hanno decostruito un personaggio storico per ricrearlo sottoforma di icona. La spesa di tempo è ben ripagata da questo terzo capitolo, tra l'altro record d'incassi mondiale ($672,855,549 guadagnati in meno di un meso), il più bello dei Bond tra quelli che ho visto.
Gli inglesi, ormai, hanno capito cosa vuol dire produrre buoni film. Chapeau.
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martedì 20 novembre 2012
Film 482 - The Wedding Party
In uno dei nostri raduni sentimentali abbiamo deciso di provare con la visione di questa pellicola teoricamente commedia che eravamo tutti curiosi di vedere per svagarci un po'.
Film 482: "The Wedding Party" (2012) di Leslye Headland
Visto: dalla tv della Mery
Lingua: italiano
Compagnia: Jessica, Mery, Francesco
Pensieri: Prego chiunque fosse intenzionato di vedere "The Wedding Party" di desistere. No, non è come "Le amiche della sposa" e non ci si avvicina nemmeno lontanamente. Non è neanche la classica commedia america degli stupidi equivoci. E' solo un'accozzaglia insensata di luoghi comuni - sia negativi che positivi - delle peggiori produzioni di serie B made in USA. Tra l'altro spacciata come produzione di serie A.
Già, perchè nel cast abbiamo niente meno che la brava Kirsten Dunst ("Intervista col vampiro - Cronache di vampiri", "Mona Lisa smile", "Melancholia", "On the Road"), Isla Fisher ("I Love Shopping", "2 single a nozze"), Lizzy Caplan (che era più in carne in "Mean Girls"), James Marsden (Cyclope nella trilogia di "X-Men"), Adam Scott ("Piranha 3D", "Una proposta per dire sì", "Quel mostro di suocera") e la molto strana Rebel Wilson ("Che cosa aspettarsi quando si aspetta" e proprio "Le amiche della sposa"). Insomma, una serie di nomi che, all'interno del circuito cinema easy dovrebbe essere quantomeno sinonimo di garanzia.
Invece questo "Bachelorette" non solo non ha alcun ritmo e gag trite e ritrite - si intuisce già come finisce. Ma va?! -, ma si lancia in una costante campagna contro l'amica "cicciona" che, se all'inizio potrebbe anche essere divertente, è talmente portata all'esasperazione che non funziona più. Perchè mai, in fin dei conti, dovrebbe essere un problema se il personaggio di Becky, evidentemente in sovrappeso, si sposa prima delle altre secche e alla moda 'amiche' di adolescenza?
Altrettanto fuoriluogo la serie di battute sessuali di uno spinto che - e ce ne vuole! - hanno imbarazzato perfino me. Siamo ai livelli della scena del sapone bianco in faccia di "Ted".
E, per finire, c'è un'acidità di fondo che non credo sia salutare rappresentare. Ok lo stress, ok il carattere, ma a volte è gratuita e ingiustificata. Probabilmente essendo un prodotto di così infimo livello, ha instaurato in me un meccanismo di repulsione totale anche verso aspetti che normalmente considero accettabili.
Insomma, direi che è una pellicola che non ha ragione di essere vista, come non aveva ragione di essere prodotta. Uno spreco in tutti i sensi.
Consigli: Inutile vederlo. E' brutto e insensato.
Parola chiave: Vestito da sposa.
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Ric
Film 482: "The Wedding Party" (2012) di Leslye Headland
Visto: dalla tv della Mery
Lingua: italiano
Compagnia: Jessica, Mery, Francesco
Pensieri: Prego chiunque fosse intenzionato di vedere "The Wedding Party" di desistere. No, non è come "Le amiche della sposa" e non ci si avvicina nemmeno lontanamente. Non è neanche la classica commedia america degli stupidi equivoci. E' solo un'accozzaglia insensata di luoghi comuni - sia negativi che positivi - delle peggiori produzioni di serie B made in USA. Tra l'altro spacciata come produzione di serie A.
Già, perchè nel cast abbiamo niente meno che la brava Kirsten Dunst ("Intervista col vampiro - Cronache di vampiri", "Mona Lisa smile", "Melancholia", "On the Road"), Isla Fisher ("I Love Shopping", "2 single a nozze"), Lizzy Caplan (che era più in carne in "Mean Girls"), James Marsden (Cyclope nella trilogia di "X-Men"), Adam Scott ("Piranha 3D", "Una proposta per dire sì", "Quel mostro di suocera") e la molto strana Rebel Wilson ("Che cosa aspettarsi quando si aspetta" e proprio "Le amiche della sposa"). Insomma, una serie di nomi che, all'interno del circuito cinema easy dovrebbe essere quantomeno sinonimo di garanzia.
Invece questo "Bachelorette" non solo non ha alcun ritmo e gag trite e ritrite - si intuisce già come finisce. Ma va?! -, ma si lancia in una costante campagna contro l'amica "cicciona" che, se all'inizio potrebbe anche essere divertente, è talmente portata all'esasperazione che non funziona più. Perchè mai, in fin dei conti, dovrebbe essere un problema se il personaggio di Becky, evidentemente in sovrappeso, si sposa prima delle altre secche e alla moda 'amiche' di adolescenza?
Altrettanto fuoriluogo la serie di battute sessuali di uno spinto che - e ce ne vuole! - hanno imbarazzato perfino me. Siamo ai livelli della scena del sapone bianco in faccia di "Ted".
E, per finire, c'è un'acidità di fondo che non credo sia salutare rappresentare. Ok lo stress, ok il carattere, ma a volte è gratuita e ingiustificata. Probabilmente essendo un prodotto di così infimo livello, ha instaurato in me un meccanismo di repulsione totale anche verso aspetti che normalmente considero accettabili.
Insomma, direi che è una pellicola che non ha ragione di essere vista, come non aveva ragione di essere prodotta. Uno spreco in tutti i sensi.
Consigli: Inutile vederlo. E' brutto e insensato.
Parola chiave: Vestito da sposa.
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lunedì 19 novembre 2012
Film 481 - Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)
In pausa la fase anni '80, si passa alla commedia italiana dei primi anni '70.
Film 481: "Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)" (1970) di Ettore Scola
Visto: dal computer di Valentina
Lingua: italiano
Compagnia: Paola, Valentina
Pensieri: Primo film che vedo con interprete Monica Vitti, e, soprattutto, primo che vedo diretto da Ettore Scola, ho molto goduto della visione di questa pellicola che, internazionalmente, è conosciuta col titolo di "The Pizza Triangle".
Divertente e dal retrogusto amarognolo, è la storia di un triangolo amoroso che dei più sofferti non si può, tanto da culminare in follia e morte. Tutto, però, è trattato con toni leggeri e, al contempo, sempre camuffata sotto il tono sarcastico della battuta, vi è nascosta una satira sociale che non si fatica a cogliere in più di un passaggio (un esempio molto divertente è quello della sorella di Adelaide/Vitti, che la vuole a tutti i costi sposata e le fa la predica morale quando lei, in realtà, di mestiere fa la prostituta).
Il trio di attori è di prim'ordine: oltre alla Vitti anche Giancarlo Giannini nei panni di Nello e il protagonista Oreste, interpretato da Marcello Mastroianni che per questa pellicola vince la Palma d'oro al Festival di Cannes come miglior attore.
Tra l'altro, oltre alla critica sociale e un cast di tutto rispetto, la trama è anche piuttosto all'avanguardia: ad un certo punto il trio di amanti - entrambi gli uomini innamorati della Vitti - tentano un ménage à trois che è vero non andrà in porto, ma rimane comunque un argomento forte da mettere in tavola per il pubblico dell'epoca. Piacevole da guardare, fa anche pensare. Non c'è per niente male.
Consigli: 4 buoni motivi per vedere questa pellicola? Ettore Scola, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Giancarlo Giannini.
Parola chiave: Processo.
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Ric
Film 481: "Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)" (1970) di Ettore Scola
Visto: dal computer di Valentina
Lingua: italiano
Compagnia: Paola, Valentina
Pensieri: Primo film che vedo con interprete Monica Vitti, e, soprattutto, primo che vedo diretto da Ettore Scola, ho molto goduto della visione di questa pellicola che, internazionalmente, è conosciuta col titolo di "The Pizza Triangle".
Divertente e dal retrogusto amarognolo, è la storia di un triangolo amoroso che dei più sofferti non si può, tanto da culminare in follia e morte. Tutto, però, è trattato con toni leggeri e, al contempo, sempre camuffata sotto il tono sarcastico della battuta, vi è nascosta una satira sociale che non si fatica a cogliere in più di un passaggio (un esempio molto divertente è quello della sorella di Adelaide/Vitti, che la vuole a tutti i costi sposata e le fa la predica morale quando lei, in realtà, di mestiere fa la prostituta).
Il trio di attori è di prim'ordine: oltre alla Vitti anche Giancarlo Giannini nei panni di Nello e il protagonista Oreste, interpretato da Marcello Mastroianni che per questa pellicola vince la Palma d'oro al Festival di Cannes come miglior attore.
Tra l'altro, oltre alla critica sociale e un cast di tutto rispetto, la trama è anche piuttosto all'avanguardia: ad un certo punto il trio di amanti - entrambi gli uomini innamorati della Vitti - tentano un ménage à trois che è vero non andrà in porto, ma rimane comunque un argomento forte da mettere in tavola per il pubblico dell'epoca. Piacevole da guardare, fa anche pensare. Non c'è per niente male.
Consigli: 4 buoni motivi per vedere questa pellicola? Ettore Scola, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Giancarlo Giannini.
Parola chiave: Processo.
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giovedì 15 novembre 2012
Film 480 - Le amiche della sposa
Comprato il dvd, non potevo certo aspettare molto per vederlo!
Film 480: "Le amiche della sposa" (2011) di Paul Feig
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: L'ho già detto, ma mi ripeto: "Bridesmaids", insieme a "Ted", è il film comico che ho preferito di più in questo periodo di grande magra da divertimento. E' volgare e sbroccato, ma non importa, perchè fa ridere. E per davvero.
Nonstante fosse per me la seconda visione, ho davvero apprezzato la comicità e l'interpretazione sottotono di Kristen Wiig, l'eccentricità di Melissa McCarthy e, in generale la performance di gruppo che le attrici riescono a dare. Perfettamente odiosa, poi, Rose Byrne, una vera sorpresa di malignità.
Momento da gelare il sangue quello del discorso della damigella d'onore e della nuova migliore amica alla sposa (Maya Rudolph), mentre il momento più imbarazzante in assoluto è quando quest'ultima se la fa addosso nel vestito da sposa. Carino al limite del coccoloso Chris O'Dowd, una specie di fidanzato perfetto in divenire.
L'insieme degli elementi della trama concepita e scritta dalla Wiig stessa e Annie Mumolo è veramente piacevole e, a volte, di quell'assurdo originale che non ti fa smettere di ridere. Diciamo che, in inglese, si potrebbe parlare di 'weird moments'.
Insomma, dopo questa seconda visione sono diventato un vero fan di questa pellicola!
Ps. Due nomination all'Oscar di quest'anno: Miglior sceneggiatura originale e Miglior attrice non protagonista (la McCarthy).
Film 309 - Le amiche della sposa
Film 480 - Le amiche della sposa
Film 828 - Le amiche della sposa
Film 2188 - Bridesmaids
Consigli: Sempre divertente. Da vedere e rivedere, possibilmente in compagnia!
Parola chiave: Damigella d'onore.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 480: "Le amiche della sposa" (2011) di Paul Feig
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: L'ho già detto, ma mi ripeto: "Bridesmaids", insieme a "Ted", è il film comico che ho preferito di più in questo periodo di grande magra da divertimento. E' volgare e sbroccato, ma non importa, perchè fa ridere. E per davvero.
Nonstante fosse per me la seconda visione, ho davvero apprezzato la comicità e l'interpretazione sottotono di Kristen Wiig, l'eccentricità di Melissa McCarthy e, in generale la performance di gruppo che le attrici riescono a dare. Perfettamente odiosa, poi, Rose Byrne, una vera sorpresa di malignità.
Momento da gelare il sangue quello del discorso della damigella d'onore e della nuova migliore amica alla sposa (Maya Rudolph), mentre il momento più imbarazzante in assoluto è quando quest'ultima se la fa addosso nel vestito da sposa. Carino al limite del coccoloso Chris O'Dowd, una specie di fidanzato perfetto in divenire.
L'insieme degli elementi della trama concepita e scritta dalla Wiig stessa e Annie Mumolo è veramente piacevole e, a volte, di quell'assurdo originale che non ti fa smettere di ridere. Diciamo che, in inglese, si potrebbe parlare di 'weird moments'.
Insomma, dopo questa seconda visione sono diventato un vero fan di questa pellicola!
Ps. Due nomination all'Oscar di quest'anno: Miglior sceneggiatura originale e Miglior attrice non protagonista (la McCarthy).
Film 309 - Le amiche della sposa
Film 480 - Le amiche della sposa
Film 828 - Le amiche della sposa
Film 2188 - Bridesmaids
Consigli: Sempre divertente. Da vedere e rivedere, possibilmente in compagnia!
Parola chiave: Damigella d'onore.
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#HollywoodCiak
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mercoledì 14 novembre 2012
Film 479 - I Goonies
Un'altra pellicola all'insegna degli anni '80, ma questa volta sconfiniamo nel cult!
Film 479: "I Goonies" (1985) di Richard Donner
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Da un'idea di Steven Spielberg, sceneggiato da Chris Columbus. Credo basti questo preambolo per far capire già la situazione: non poteva che venirne fuori una pellicola cult!
E "I Goonies" non si smentisce: per quanto possa essere quello che banalmente si può definire un film per ragazzi, rimane un prodotto che ha incantato una generazione prima, e quelle successive poi, grazie ad un bel racconto semplice e divertente.
Cosa c'è, infatti, di più classico di una storia di pirati e tesoro, una mappa e una caccia alla ricerca di un bottino che nessun'altro è mai riuscito a trovare? Una classica avventura tra ragazzini amici che finiscono per diventare eroi della comunità in quanto, grazie al tesoro del pirata (o almeno una parte di esso), riusciranno ad evitare che le loro case vengano abbattute a causa di un progetto che vorrebbe destinare quello spazio ad un campo da golf.
Non c'è bisogno di aggiungere molto altro sulla trama, conosciuta praticamente a tutti, ma ci tengo a sottolineare che "The Goonies" è veramente un bel prodotto fatto bene, adatto ad ogni età e sempre piacevole da rivedere!
Tra gli attori del cast che hanno fatto carriera ritroviamo Sean Astin (candidato all'Oscar nel '95 nella categoria Best Short Film, Live Action, ma decisamente conosciuto globalmente per il ruolo di Sam nella saga de "Il signore degli anelli"), Josh Brolin ("Non è un paese per vecchi", "Il Grinta", " Wall Street - Il denaro non dorme mai", "Men in Black 3" e candidato all'Oscar per "Milk"), Corey Feldman ("Stand by me - Ricordo di un'estate", "Ragazzi perduti"), Martha Plimpton (che proprio quest'anno ha vinto l'Emmy come Guest Star nella serie tv "The Good Wife").
Ps. $61,389,680 di incasso mondiale.
Consigli: Per chi non l'avesse mai visto o chi, come me, non ricordasse bene tutti i passaggi, è davvero un'ottima pellicola adatta a tutti che non accenna a dimostrare i suoi 27 anni di età. Evergreen!
Parola chiave: Willy l'Orbo.
Trailer
BB
Film 479: "I Goonies" (1985) di Richard Donner
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Da un'idea di Steven Spielberg, sceneggiato da Chris Columbus. Credo basti questo preambolo per far capire già la situazione: non poteva che venirne fuori una pellicola cult!
E "I Goonies" non si smentisce: per quanto possa essere quello che banalmente si può definire un film per ragazzi, rimane un prodotto che ha incantato una generazione prima, e quelle successive poi, grazie ad un bel racconto semplice e divertente.
Cosa c'è, infatti, di più classico di una storia di pirati e tesoro, una mappa e una caccia alla ricerca di un bottino che nessun'altro è mai riuscito a trovare? Una classica avventura tra ragazzini amici che finiscono per diventare eroi della comunità in quanto, grazie al tesoro del pirata (o almeno una parte di esso), riusciranno ad evitare che le loro case vengano abbattute a causa di un progetto che vorrebbe destinare quello spazio ad un campo da golf.
Non c'è bisogno di aggiungere molto altro sulla trama, conosciuta praticamente a tutti, ma ci tengo a sottolineare che "The Goonies" è veramente un bel prodotto fatto bene, adatto ad ogni età e sempre piacevole da rivedere!
Tra gli attori del cast che hanno fatto carriera ritroviamo Sean Astin (candidato all'Oscar nel '95 nella categoria Best Short Film, Live Action, ma decisamente conosciuto globalmente per il ruolo di Sam nella saga de "Il signore degli anelli"), Josh Brolin ("Non è un paese per vecchi", "Il Grinta", " Wall Street - Il denaro non dorme mai", "Men in Black 3" e candidato all'Oscar per "Milk"), Corey Feldman ("Stand by me - Ricordo di un'estate", "Ragazzi perduti"), Martha Plimpton (che proprio quest'anno ha vinto l'Emmy come Guest Star nella serie tv "The Good Wife").
Ps. $61,389,680 di incasso mondiale.
Consigli: Per chi non l'avesse mai visto o chi, come me, non ricordasse bene tutti i passaggi, è davvero un'ottima pellicola adatta a tutti che non accenna a dimostrare i suoi 27 anni di età. Evergreen!
Parola chiave: Willy l'Orbo.
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lunedì 12 novembre 2012
Film 478 - L'ammiratore segreto
E questo ci è stato raccomandato: i fans degli anni '80 aumentano!
Film 478: "L'ammiratore segreto" (1985) di David Greenwalt
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: ...e di questa pellicola non avevo mai sentito parlare. Tanto meglio, una piccola scoperta. Sia perchè il film è carino, sia perchè tra i suoi attori principali (anche in locandina) c'è Kelly Preston, moglie del sempre più in mezzo al gossip John Travolta. Siccome con lei non avevo mai visto alcun film, ero curioso di capire quanto potesse essere terribile una che ha come sole nomination segnalate da IMDb quelle ai Razzie Awards (di cui uno vinto).
Detto questo, devo ammettere che lei in questo caso non è così pessima come potevo pensare ed è perfetta per il ruolo di bellona stupida tutta moda e sentimenti preconfezionati. Tra l'altro, aggiungo, è bella davvero.
Ma al di là di lei c'è una storia buffa, commedia degli equivoci che più palese non si può, un tipo di racconto che al giorno d'oggi non 'rapisce' più nessuno, ma ha comunque il suo fascino pensando che il film ha quasi 30 anni.
La storia, infatti, vede una lettera d'amore anonima passare di mano in mano raggiungendo, sì, il suo originario destinatario, ma compiendo anche una serie di giri involontari causati da un passamano curioso che produce una serie innumerevole di incomprensioni e fraintendimenti che danno colore a tutta la storia.
Già, perchè "Secret Admirer" ruota poi intorno solo a questo, lasciando percepire un senso di vuoto per tutto il resto che fa supporre una scarsità di idee di fondo. Per carità, non c'è alcun trucco né pretesa di spacciare questo prodotto per qualcosa che non è, quindi, a regole chiare per tutti, non c'è motivo di non godersi la visione. Tra l'altro il senso nostalgico innescato dalla lettera cartacea come mezzo di comunicazione tra innamorati, la tenerezza degli 'inesperti' protagonisti, quell'ingenuità che la gioventù di oggi sembra aver perso... Fa tutto parte di un'operazione nostalgia che trovo fare molta presa su di me. Magari per alcuni può risultare fastidiosa od ormai obsoleta, ma noto sempre di più immergendomi in questo tuffo nel passato, che la cinematografia teen anni '80 mi piace senza riserve.
L'unica vera questione che vorrei sollevare su questa pellicola riguarda i due protagonisti principali C. Thomas Howell e Lori Loughlin: sono mosci, senza appeal e veramente monoespressivi. Peccato aver ceduto ad una scelta così poco azzeccata quando poi il personaggio della Preston funziona talmente bene da oscurarli nonostante il ruolo secondario.
Per il resto tutto bene: carino, simpatico e assolutamente senza pretese.
Box office pessimo: solo $8,622,757 di incasso (ma 2 di spesa per produrlo).
Consigli: Un altro tassello a comporre il puzzle della cinematografia '80s. E' nel puro stile del filone cinematografia per adolescenti tra l'arrapato e il romantico, carino per certe situazioni comiche esasperate e un retrogusto nostalgico che regala comunque un sorriso. Da vedere con gli amici.
Parola chiave: Lettera.
Trailer
BB
Film 478: "L'ammiratore segreto" (1985) di David Greenwalt
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: ...e di questa pellicola non avevo mai sentito parlare. Tanto meglio, una piccola scoperta. Sia perchè il film è carino, sia perchè tra i suoi attori principali (anche in locandina) c'è Kelly Preston, moglie del sempre più in mezzo al gossip John Travolta. Siccome con lei non avevo mai visto alcun film, ero curioso di capire quanto potesse essere terribile una che ha come sole nomination segnalate da IMDb quelle ai Razzie Awards (di cui uno vinto).
Detto questo, devo ammettere che lei in questo caso non è così pessima come potevo pensare ed è perfetta per il ruolo di bellona stupida tutta moda e sentimenti preconfezionati. Tra l'altro, aggiungo, è bella davvero.
Ma al di là di lei c'è una storia buffa, commedia degli equivoci che più palese non si può, un tipo di racconto che al giorno d'oggi non 'rapisce' più nessuno, ma ha comunque il suo fascino pensando che il film ha quasi 30 anni.
La storia, infatti, vede una lettera d'amore anonima passare di mano in mano raggiungendo, sì, il suo originario destinatario, ma compiendo anche una serie di giri involontari causati da un passamano curioso che produce una serie innumerevole di incomprensioni e fraintendimenti che danno colore a tutta la storia.
Già, perchè "Secret Admirer" ruota poi intorno solo a questo, lasciando percepire un senso di vuoto per tutto il resto che fa supporre una scarsità di idee di fondo. Per carità, non c'è alcun trucco né pretesa di spacciare questo prodotto per qualcosa che non è, quindi, a regole chiare per tutti, non c'è motivo di non godersi la visione. Tra l'altro il senso nostalgico innescato dalla lettera cartacea come mezzo di comunicazione tra innamorati, la tenerezza degli 'inesperti' protagonisti, quell'ingenuità che la gioventù di oggi sembra aver perso... Fa tutto parte di un'operazione nostalgia che trovo fare molta presa su di me. Magari per alcuni può risultare fastidiosa od ormai obsoleta, ma noto sempre di più immergendomi in questo tuffo nel passato, che la cinematografia teen anni '80 mi piace senza riserve.
L'unica vera questione che vorrei sollevare su questa pellicola riguarda i due protagonisti principali C. Thomas Howell e Lori Loughlin: sono mosci, senza appeal e veramente monoespressivi. Peccato aver ceduto ad una scelta così poco azzeccata quando poi il personaggio della Preston funziona talmente bene da oscurarli nonostante il ruolo secondario.
Per il resto tutto bene: carino, simpatico e assolutamente senza pretese.
Box office pessimo: solo $8,622,757 di incasso (ma 2 di spesa per produrlo).
Consigli: Un altro tassello a comporre il puzzle della cinematografia '80s. E' nel puro stile del filone cinematografia per adolescenti tra l'arrapato e il romantico, carino per certe situazioni comiche esasperate e un retrogusto nostalgico che regala comunque un sorriso. Da vedere con gli amici.
Parola chiave: Lettera.
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sabato 10 novembre 2012
Film 477 - Bella in rosa
80s are back!!!
Film 477: "Bella in rosa" (1986) di Howard Deutch
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: "Pretty in Pink" è davvero un film carino, perfettamente incasellabile in quello spirito '80s che ultimamente mi sta facendo impazzire. Molly Ringwald, nonostante ruoli fotocopia da una di queste pellicole all'altra, è davvero azzeccata e capisco perchè, all'epoca, fosse stata scelta così tante volte come protagonista di un film di John Hughes. Carina, simpatica e normale, incarna alla perfezione la persona normale con dei sogni da realizzare, volendo anche qualche talento, a cui il destino deve una storia da favola, avendole riservato qualche colpo gobbo durante la vita. Il che significa che il personaggio di Andie Walsh può essere una, cento, mille ragazzine qualunque che ci avranno messo un secondo ad identificarsi in lei e nel viso acqua e sapone della Ringwald.
A rendere tutto anche divertente, poi, sono stati aggiunti due amici-spalla piuttosto fuori dai canoni che servono a dare un tocco di colore ed energia ad una storia che, per la sua banalità, non avrebbe alcun motivo di essere raccontata. E allora abbiamo lo sfigato ma tenero Duckie/Jon Cryer (oggi affermato protagonista di "Due uomini e mezzo") e la sorella nascosta di Cyndi Lauper Iona/Annie Potts (che probabilmente in tanti la ricorderanno per essere stata Janine, la segretaria nei due film "Ghostbusters - Acchiappafantasmi" e "Ghostbusters II (Acchiappafantasmi II)").
A regalare, invece, 'emozioni di cuore' è il belloccio Andrew McCarthy ("Weekend con il morto", "Lipstick Jungle", "St. Elmo's Fire") che farà perdere la testa alla protagonista, chiaramente credendosi non ricambiata. Se, da una parte, non si può dire che le innovazioni per la trama siano il forte di Hughes (questa volta c'entra la differenza di classe sociale), bisogna ammettere che prodotti come questo esercitano un certo tipo di fascino naturale cui è difficile resistere. Hanno tutti un'atmosfera particolare, un piacevole candore che è praticamente impossibile trovare in un qualunque prodotto televisivo o cinematografico di oggi.
Nessuno grida al capolavoro, ma sicuramente credo si possa affermare che film come questo hanno segnato e accompagnato la crescita di una generazione.
Ps. Da notare che negli anni '80 in America - in una struttura pubblica, la biblioteca - si usava il computer con la chat. Avanguardia.
Pps. Un appunto riguardo al presunto talento di Andie nel film: dovrebbe essere una capace di creare bei vestiti dal niente? Credo che il vestito usato per il ballo scolastico parli da solo. Obbrobrioso.
Consigli: Sicuramente un altro esempio di film carino e piacevole da riscoprire se si è fan degli anni '80.
Parola chiave: Prom.
Trailer
BB
Film 477: "Bella in rosa" (1986) di Howard Deutch
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: "Pretty in Pink" è davvero un film carino, perfettamente incasellabile in quello spirito '80s che ultimamente mi sta facendo impazzire. Molly Ringwald, nonostante ruoli fotocopia da una di queste pellicole all'altra, è davvero azzeccata e capisco perchè, all'epoca, fosse stata scelta così tante volte come protagonista di un film di John Hughes. Carina, simpatica e normale, incarna alla perfezione la persona normale con dei sogni da realizzare, volendo anche qualche talento, a cui il destino deve una storia da favola, avendole riservato qualche colpo gobbo durante la vita. Il che significa che il personaggio di Andie Walsh può essere una, cento, mille ragazzine qualunque che ci avranno messo un secondo ad identificarsi in lei e nel viso acqua e sapone della Ringwald.
A rendere tutto anche divertente, poi, sono stati aggiunti due amici-spalla piuttosto fuori dai canoni che servono a dare un tocco di colore ed energia ad una storia che, per la sua banalità, non avrebbe alcun motivo di essere raccontata. E allora abbiamo lo sfigato ma tenero Duckie/Jon Cryer (oggi affermato protagonista di "Due uomini e mezzo") e la sorella nascosta di Cyndi Lauper Iona/Annie Potts (che probabilmente in tanti la ricorderanno per essere stata Janine, la segretaria nei due film "Ghostbusters - Acchiappafantasmi" e "Ghostbusters II (Acchiappafantasmi II)").
A regalare, invece, 'emozioni di cuore' è il belloccio Andrew McCarthy ("Weekend con il morto", "Lipstick Jungle", "St. Elmo's Fire") che farà perdere la testa alla protagonista, chiaramente credendosi non ricambiata. Se, da una parte, non si può dire che le innovazioni per la trama siano il forte di Hughes (questa volta c'entra la differenza di classe sociale), bisogna ammettere che prodotti come questo esercitano un certo tipo di fascino naturale cui è difficile resistere. Hanno tutti un'atmosfera particolare, un piacevole candore che è praticamente impossibile trovare in un qualunque prodotto televisivo o cinematografico di oggi.
Nessuno grida al capolavoro, ma sicuramente credo si possa affermare che film come questo hanno segnato e accompagnato la crescita di una generazione.
Ps. Da notare che negli anni '80 in America - in una struttura pubblica, la biblioteca - si usava il computer con la chat. Avanguardia.
Pps. Un appunto riguardo al presunto talento di Andie nel film: dovrebbe essere una capace di creare bei vestiti dal niente? Credo che il vestito usato per il ballo scolastico parli da solo. Obbrobrioso.
Consigli: Sicuramente un altro esempio di film carino e piacevole da riscoprire se si è fan degli anni '80.
Parola chiave: Prom.
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venerdì 9 novembre 2012
9 novembre 2011 - 9 novembre 2012: 3° anniversario!
09/11/09 – 09/11/12
Molto felice di essere giunto al 3° traguardo, mi guardo indietro e non mi sembra vero che, dopo tutto questo tempo, io sia ancora qui a tirare un'altra volta le somme di questo progetto ancora vivo e vegeto. Nonostante la mia incostanza e pigrizia.
Eppure Hollywoodciak continua ad essere il mio punto fermo quotidiano, un archivio inestimabile di ricordi e sensazioni, nonché uno strumento ormai indispensabile.
Grazie a questo blog non avrei mai capito quanto mi piace scrivere.
Il cinema, poi, è rimasto uno dei must, nonostante le vicissitudini e gli impegni della vita. E' ancora bellissimo condividere il piacere di una visione con qualcuno con la tua stessa passione (o cercare di convincere gli altri che è sempre divertente guardarsi un film assieme!).
Bene, il tempo è passato e, devo dire, tantissime cose personali sono cambiate quest'anno. Non posso certo dire di essermene lasciate alcune alle spalle, ma anche gli errori, le sfortune e gli imprevisti hanno contribuito, a loro modo, al proseguire di questo lavoro.
Insomma, per non tirarla troppo per le lunghe, felice di essere ancora qui a parlarne, ecco i soliti 'aspetti tecnici'.
Se il contatore fornito da Blogspot è attendibile, innanzitutto è cresciuta la media di visualizzazioni, con un totale di oltre 68mila contatti che è di netto superiore alle precedenti e porta il totale a 142,824.
I post pubblicati nell'arco di tempo che va dal 9 novembre 2011 ad oggi sono 164, cioè più di quelli dell'anno scorso, probabilmente anche perchè ho cercato di accorciare i miei lunghi sproloqui...
I 5 post più letti, invece, sono i seguenti:
5) Film 404 - Fuga da Alcatraz (664 visualizzazioni)
4) Film 355 - Gli Aristogatti (712)
3) Film 431 - Batman Begins (867)
2) Film 340 - Amici di letto (1005)
1) Film 335 – Crazy, Stupid, Love. (1067)
Chiaramente i primi due in classifica, essendo rispettivamente di novembre e dicembre dell'anno scorso, hanno raccimolato più visualizzazioni. "Batman Begins", invece, che è di luglio è stata una vera sorpresa, probabilmente anche dovuta alla grande attesa per il terzo capitolo conclusivo della trilogia di Nolan. Da aggiungere che, nemmeno menzionato l'anno scorso (era uscito il 25 settembre), "Pearl Harbor" ad oggi è arrivato a quota 3356 visualizzazioni, l'unico post del 2011-12 ad entrare nella classifica dei post più letti del blog dal momento della sua nascita.
Espletati i meri discorsi su cifre e numeri che tanto mi divertono, ci terrei a concludere ringraziando tutti coloro che anche quest'anno hanno letto e commentato il blog (Glo, senza il tuo appoggio non saprei come fare; Livia non mi deludi mai!) e, soprattutto, deciso di passare il loro tempo insieme a me guardando film a ripetizione.In primis Marco e Licia, sempre prontissimi ad assecondarmi; i più o meno sempre presenti all'ex cena del lunedì/martedì (Andrea top!); Paola, in cui ho scoperto una grandissima compagna di abbuffate da film e acuta osservatrice!; Erika e la sua tessera 3; altre persone che ci sono state, anche se adesso non sono più nella mia vita.
Poi un grazie speciale a chi ha deciso di darmi una possibilità anche al di fuori di questo spazio.
Sperando che i pronostici Maya per il 2012 siano errati, attendo con ansia di scoprire cosa mi avrà regalato un altro anno di vita e di Hollywoodciak.
Bengi
Molto felice di essere giunto al 3° traguardo, mi guardo indietro e non mi sembra vero che, dopo tutto questo tempo, io sia ancora qui a tirare un'altra volta le somme di questo progetto ancora vivo e vegeto. Nonostante la mia incostanza e pigrizia.
Eppure Hollywoodciak continua ad essere il mio punto fermo quotidiano, un archivio inestimabile di ricordi e sensazioni, nonché uno strumento ormai indispensabile.
Grazie a questo blog non avrei mai capito quanto mi piace scrivere.
Il cinema, poi, è rimasto uno dei must, nonostante le vicissitudini e gli impegni della vita. E' ancora bellissimo condividere il piacere di una visione con qualcuno con la tua stessa passione (o cercare di convincere gli altri che è sempre divertente guardarsi un film assieme!).
Bene, il tempo è passato e, devo dire, tantissime cose personali sono cambiate quest'anno. Non posso certo dire di essermene lasciate alcune alle spalle, ma anche gli errori, le sfortune e gli imprevisti hanno contribuito, a loro modo, al proseguire di questo lavoro.
Insomma, per non tirarla troppo per le lunghe, felice di essere ancora qui a parlarne, ecco i soliti 'aspetti tecnici'.
Se il contatore fornito da Blogspot è attendibile, innanzitutto è cresciuta la media di visualizzazioni, con un totale di oltre 68mila contatti che è di netto superiore alle precedenti e porta il totale a 142,824.
I post pubblicati nell'arco di tempo che va dal 9 novembre 2011 ad oggi sono 164, cioè più di quelli dell'anno scorso, probabilmente anche perchè ho cercato di accorciare i miei lunghi sproloqui...
I 5 post più letti, invece, sono i seguenti:
5) Film 404 - Fuga da Alcatraz (664 visualizzazioni)
4) Film 355 - Gli Aristogatti (712)
3) Film 431 - Batman Begins (867)
2) Film 340 - Amici di letto (1005)
1) Film 335 – Crazy, Stupid, Love. (1067)
Chiaramente i primi due in classifica, essendo rispettivamente di novembre e dicembre dell'anno scorso, hanno raccimolato più visualizzazioni. "Batman Begins", invece, che è di luglio è stata una vera sorpresa, probabilmente anche dovuta alla grande attesa per il terzo capitolo conclusivo della trilogia di Nolan. Da aggiungere che, nemmeno menzionato l'anno scorso (era uscito il 25 settembre), "Pearl Harbor" ad oggi è arrivato a quota 3356 visualizzazioni, l'unico post del 2011-12 ad entrare nella classifica dei post più letti del blog dal momento della sua nascita.
Espletati i meri discorsi su cifre e numeri che tanto mi divertono, ci terrei a concludere ringraziando tutti coloro che anche quest'anno hanno letto e commentato il blog (Glo, senza il tuo appoggio non saprei come fare; Livia non mi deludi mai!) e, soprattutto, deciso di passare il loro tempo insieme a me guardando film a ripetizione.In primis Marco e Licia, sempre prontissimi ad assecondarmi; i più o meno sempre presenti all'ex cena del lunedì/martedì (Andrea top!); Paola, in cui ho scoperto una grandissima compagna di abbuffate da film e acuta osservatrice!; Erika e la sua tessera 3; altre persone che ci sono state, anche se adesso non sono più nella mia vita.
Poi un grazie speciale a chi ha deciso di darmi una possibilità anche al di fuori di questo spazio.
Sperando che i pronostici Maya per il 2012 siano errati, attendo con ansia di scoprire cosa mi avrà regalato un altro anno di vita e di Hollywoodciak.
Bengi
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martedì 6 novembre 2012
Film 476 - Ted
Ultimo spettacolo dell'ultimo giorno di programmazione. E, all'uscita, perfino il poster del film regalato.
Ed è subito Ted-mania.
Film 476: "Ted" (2012) di Seth MacFarlane
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Mery, Francesco
Pensieri: In effetti la curiosità c'era. Come trasformare la favola del bambino che esprime il classico desiderio natalizio (che poi si avvera) in qualcosa che perdura fino all'età adulta? Già perché qui il bambino in questione (John Bennett/Mark Wahlberg) desidera avere un amichetto per la vita, un compagno fedele che possa condividere con lui l'esperienza della crescita. E a chi affida questo fondamentale sogno? All'orso di peluche che i suoi genitori gli hanno appena regalato per Natale.
A mio avviso l'incipit è già di per sé interessante. Era quindi doveroso cercare di capire come Seth MacFarlane (qui regista, sceneggiatore e doppiatore dell'orsetto, nonché creatore de "I Griffin") avrebbe proseguito con la trama.
Ne è venuto fuori che Ted e John sono una coppia comica sb(r)occata e fuori di testa, un duo esplosivo che funziona davvero nonostante il binomio adulto-ragazzino/orsetto di peluche potrebbe non sembrare dei più entusiasmanti.
E invece questa pellicola è divertente e solo apparentemente frivola, con una serie di critiche anche percepibili (John eterno ragazzo che non si decide mai a prendere sul serio la propria vita e relazione; la natura morbosa di certi rapporti di amicizia; i contenuti scadenti di certi prodotti televisivi/musicali/cinematografici; la sovraesposizione mediatica che regala fama inconsistente e non duratura;...) e uno svolgimento che, ne sono sicuro, il pubblico giovane apprezzerà senza riserve.
Dall'altra parte, però, devo ammettere che sono rimasto piuttosto sorpreso dall'abbondanza di volgarità: che sia una specie di contrappasso? Al pupazzo solitamente associato a un'immagine di dolcezza e tenerezza si affida, invece, un carattere privo di pudore e spesso legato a situazioni inappropriate. La scena del sapone alla cassa del supermercato, diciamo, si poteva evitare.
Detto ciò, preso dunque come assodato che "Ted" non può essere una pellicola per palati raffinati, ci si può godere lo spassoso orsetto far scintille con la coppia Wahlberg-Mila Kunis (di una bellezza folgorante) per 106minuti di spassoso e disimpegnato divertimento.
Penso di poter dire che sia una delle commedie sbroccate più piacevoli che abbia visto quest'anno assieme a "Le amiche della sposa". Ogni tanto un po' di spassosa volgarità ci sta!
Ps. Tra i volti noti anche Joel McHale ("The Informant!", "(S)ex list", "Un anno da leoni"), Giovanni Ribisi ("Avatar", "Ritorno a Cold Mountain"), Tom Skerritt ("Alien", "Top Gun", "Brothers & Sisters") e la cantante Norah Jones ("Un bacio romantico").
Consigli: Spasso e divertente, pieno di volgarità (va detto) e vietato ai minori, eppure uno dei successi commerciali più grandi dell'anno con $496,165,740 di incasso mondiale. "Ted" può piacere o può infastidire, m è bene porni con un'attitudine ben disposta a scurrilità e gag surreali. Preso nel verso giusto - nessuno si offenda! - è davvero carino. Che ci piova una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, come è successo l'annoscorso per “Bridesmaids”?
Parola chiave: Desiderio.
Trailer
BB
Ed è subito Ted-mania.
Film 476: "Ted" (2012) di Seth MacFarlane
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Mery, Francesco
Pensieri: In effetti la curiosità c'era. Come trasformare la favola del bambino che esprime il classico desiderio natalizio (che poi si avvera) in qualcosa che perdura fino all'età adulta? Già perché qui il bambino in questione (John Bennett/Mark Wahlberg) desidera avere un amichetto per la vita, un compagno fedele che possa condividere con lui l'esperienza della crescita. E a chi affida questo fondamentale sogno? All'orso di peluche che i suoi genitori gli hanno appena regalato per Natale.
A mio avviso l'incipit è già di per sé interessante. Era quindi doveroso cercare di capire come Seth MacFarlane (qui regista, sceneggiatore e doppiatore dell'orsetto, nonché creatore de "I Griffin") avrebbe proseguito con la trama.
Ne è venuto fuori che Ted e John sono una coppia comica sb(r)occata e fuori di testa, un duo esplosivo che funziona davvero nonostante il binomio adulto-ragazzino/orsetto di peluche potrebbe non sembrare dei più entusiasmanti.
E invece questa pellicola è divertente e solo apparentemente frivola, con una serie di critiche anche percepibili (John eterno ragazzo che non si decide mai a prendere sul serio la propria vita e relazione; la natura morbosa di certi rapporti di amicizia; i contenuti scadenti di certi prodotti televisivi/musicali/cinematografici; la sovraesposizione mediatica che regala fama inconsistente e non duratura;...) e uno svolgimento che, ne sono sicuro, il pubblico giovane apprezzerà senza riserve.
Dall'altra parte, però, devo ammettere che sono rimasto piuttosto sorpreso dall'abbondanza di volgarità: che sia una specie di contrappasso? Al pupazzo solitamente associato a un'immagine di dolcezza e tenerezza si affida, invece, un carattere privo di pudore e spesso legato a situazioni inappropriate. La scena del sapone alla cassa del supermercato, diciamo, si poteva evitare.
Detto ciò, preso dunque come assodato che "Ted" non può essere una pellicola per palati raffinati, ci si può godere lo spassoso orsetto far scintille con la coppia Wahlberg-Mila Kunis (di una bellezza folgorante) per 106minuti di spassoso e disimpegnato divertimento.
Penso di poter dire che sia una delle commedie sbroccate più piacevoli che abbia visto quest'anno assieme a "Le amiche della sposa". Ogni tanto un po' di spassosa volgarità ci sta!
Ps. Tra i volti noti anche Joel McHale ("The Informant!", "(S)ex list", "Un anno da leoni"), Giovanni Ribisi ("Avatar", "Ritorno a Cold Mountain"), Tom Skerritt ("Alien", "Top Gun", "Brothers & Sisters") e la cantante Norah Jones ("Un bacio romantico").
Consigli: Spasso e divertente, pieno di volgarità (va detto) e vietato ai minori, eppure uno dei successi commerciali più grandi dell'anno con $496,165,740 di incasso mondiale. "Ted" può piacere o può infastidire, m è bene porni con un'attitudine ben disposta a scurrilità e gag surreali. Preso nel verso giusto - nessuno si offenda! - è davvero carino. Che ci piova una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, come è successo l'annoscorso per “Bridesmaids”?
Parola chiave: Desiderio.
Trailer
BB
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sabato 3 novembre 2012
Film 475 - Jumping the Broom
Se per me questo non era un titolo sconosciuto, per la mia cara amica Licia era certamente qualcosa di cui non aveva mai sentito parlare. Ma, siccome siamo una coppia di cinefili sperimentatori, non abbiamo resistito alla tentazione di buttarci nell'ennesimo esperimento.
Film 475: "Jumping the Broom" (2011) di Salim Akil
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Pellicola all-black multigenere praticamente sconosciuta da noi (su wiki Italia non c'è nemmeno la scheda) che però arriva doppiata e storpiata nel titolo al grido di "Amore e altri guai".
Dato che è inutile spiegare perchè ho preferito mantenere il titolo originale in questa scheda (tra l'altro il significato che esprime è simbolico e legato al gesto di saltare la scopa durante la celebrazione del matrimonio, che serviva a suggellare di fatto l'unione tra gli schiavi nelle comunità afro-americane), procedo direttamente dicendo che il film è così così. Alcune gag sono simpatiche ed effettivamente certi comprimari tengono bene la scena, ma di fatto ho trovato davvero troppo disturbante la costante e pressante presenza di Dio in ogni discorso proferito.
Per quanto effettivamente non dovrebbe suonare strana questa critica, specialmente perchè parliamo di un film sul matrimonio, devo dire che non mi aspettassi davvero una tale pressione cristiana da parte degli sceneggiatori. Tra l'altro con un uso stupido, superficiale ed utilitaristico (primo esempio: la protagonista Sabrina prega il Signore perchè le faccia trovare l'uomo della sua vita...). Questa ostentazione religiosa è fastidiosa e davvero superflua.
Ma, come dicevo prima, questa è una pellicola multigenere, figlia di una produzione legata ad un certo target di pubblico che apprezza questo tipo di prodotti. Ma il romanticismo e la religione non bastano. Ci vuole lo spirito da commedia, il percorso di formazione (le madri), lo stile ghetto, un cast all-black per l'identificazione e, chiaramente, l'happy ending a coronare il sogno d'amore dei due piccioncini.
Scesi a patti con la realtà dei fatti, si può accettare la visione di "Jumping the Broom" senza provare momenti di particolare insofferenza.
Un elemento molto negativo, però, che ci tengo a sottolineare è la presenta dell'attrice Paula Patton (già vista in "Mission: Impossible - Protocollo fantasma" e "Precious") che ha l'irritante capacità di sembrare sempre sotto l'effetto di metanfetamine. Storpiata in una smorfia continua di finta felicità prenuziale, risulta antipatica e finta, nonché incapace della semplice recitazione basic e disimpegnata come una commediola come questa vorrebbe. Insopportabile.
Infine davvero di cattivo gusto il colpo basso della madre Loretta Devine (famosa per il suo ruolo in "Grey's Anatomy") che spiffera il segreto nascosto della famiglia Watson solo per il piacere di dimostrare che anche gente del ghetto può risultare migliore di quelli della upper class.
Nel cast, oltre alle attrici già citate, troviamo anche Angela Bassett (nominata all'Oscar per "Tina - What's Love Got to Do with It", bio-drama sulla vita di Tina Turner), Laz Alonso ("Avatar", "Jarhead") e Julie Bowen (due Emmy Awards per "Modern Family"). Ps. Box office in linea con il target di nicchia: $37,710,610 a fronte di una spesa di $6.6 milioni.
Consigli: Niente di che, comunque passabile per una serata piacevole tra amici e una pellicola di compagnia priva di qualunque pretesa culturale o di contenuti. Innocua.
Parola chiave: Scopa.
Trailer
BB
Film 475: "Jumping the Broom" (2011) di Salim Akil
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Pellicola all-black multigenere praticamente sconosciuta da noi (su wiki Italia non c'è nemmeno la scheda) che però arriva doppiata e storpiata nel titolo al grido di "Amore e altri guai".
Dato che è inutile spiegare perchè ho preferito mantenere il titolo originale in questa scheda (tra l'altro il significato che esprime è simbolico e legato al gesto di saltare la scopa durante la celebrazione del matrimonio, che serviva a suggellare di fatto l'unione tra gli schiavi nelle comunità afro-americane), procedo direttamente dicendo che il film è così così. Alcune gag sono simpatiche ed effettivamente certi comprimari tengono bene la scena, ma di fatto ho trovato davvero troppo disturbante la costante e pressante presenza di Dio in ogni discorso proferito.
Per quanto effettivamente non dovrebbe suonare strana questa critica, specialmente perchè parliamo di un film sul matrimonio, devo dire che non mi aspettassi davvero una tale pressione cristiana da parte degli sceneggiatori. Tra l'altro con un uso stupido, superficiale ed utilitaristico (primo esempio: la protagonista Sabrina prega il Signore perchè le faccia trovare l'uomo della sua vita...). Questa ostentazione religiosa è fastidiosa e davvero superflua.
Ma, come dicevo prima, questa è una pellicola multigenere, figlia di una produzione legata ad un certo target di pubblico che apprezza questo tipo di prodotti. Ma il romanticismo e la religione non bastano. Ci vuole lo spirito da commedia, il percorso di formazione (le madri), lo stile ghetto, un cast all-black per l'identificazione e, chiaramente, l'happy ending a coronare il sogno d'amore dei due piccioncini.
Scesi a patti con la realtà dei fatti, si può accettare la visione di "Jumping the Broom" senza provare momenti di particolare insofferenza.
Un elemento molto negativo, però, che ci tengo a sottolineare è la presenta dell'attrice Paula Patton (già vista in "Mission: Impossible - Protocollo fantasma" e "Precious") che ha l'irritante capacità di sembrare sempre sotto l'effetto di metanfetamine. Storpiata in una smorfia continua di finta felicità prenuziale, risulta antipatica e finta, nonché incapace della semplice recitazione basic e disimpegnata come una commediola come questa vorrebbe. Insopportabile.
Infine davvero di cattivo gusto il colpo basso della madre Loretta Devine (famosa per il suo ruolo in "Grey's Anatomy") che spiffera il segreto nascosto della famiglia Watson solo per il piacere di dimostrare che anche gente del ghetto può risultare migliore di quelli della upper class.
Nel cast, oltre alle attrici già citate, troviamo anche Angela Bassett (nominata all'Oscar per "Tina - What's Love Got to Do with It", bio-drama sulla vita di Tina Turner), Laz Alonso ("Avatar", "Jarhead") e Julie Bowen (due Emmy Awards per "Modern Family"). Ps. Box office in linea con il target di nicchia: $37,710,610 a fronte di una spesa di $6.6 milioni.
Consigli: Niente di che, comunque passabile per una serata piacevole tra amici e una pellicola di compagnia priva di qualunque pretesa culturale o di contenuti. Innocua.
Parola chiave: Scopa.
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