Curiosissimo di vederlo, sono subito corso al cinema quando il film è uscito nelle sale!
Film 868: "Big Eyes" (2008) di Tim Burton
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Considerato che questo film è tratto da una storia vera, certamente controversa, la regia è di Tim Burton e i due interpreti principali sono Christoph Waltz - 2 volte premio Oscar in 4 anni - e soprattutto Amy Adams - 5 nomination all'Oscar nell'arco delle 8 edizioni dal 2006 al 2014 -, mi aspettavo davvero che questa pellicola sarebbe stata in grado di racimolare non solo qualche dollaro in più, ma anche qualche consenso. Non che non ci siano stati, le critiche sono favorevoli soprattutto per i due attori, eppure è mancato il riconoscimento principale, quella candidatura all'Oscar che la Adams si meritava certamente, per non dire quella vittoria che da troppo tempo le sfugge. Sia chiaro, questo film nel complesso non è certo un capolavoro, né il migliore di Burton, da troppo tempo sbiadito ricordo di vero artista, eppure il sentore che almeno per l'attrice ci sarebbe stato il massimo riconoscimento possibile con la nomination, pareva davvero plausibile. L'hanno candidata in molti (perfino i rigidi BAFTA inglesi), ha perfino vinto il suo secondo Golden Globe in due anni, ma ci fermiamo lì. E, a voler aggiungere, nemmeno Lana Del Rey e la sua bella "Big Eyes" hanno ricevuto alcuna soddisfazione da parte dell'Academy.
Non so se sia una specie di maledizione di Tim Burton, un regista per anni capace di sfornare capolavori, ignorati dalle follie caotiche delle premiazioni che contano, e poi riconosciuto con un paio di striminzite candidature all'Oscar per il Miglior film d'animazione ("La sposa cadavere" e "Frankenweenie") e una candidatura ai Golden Globe per la Miglior regia di "Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street": non esattamente ciò che si merita(va), diciamocelo.
Così tutte le mie speranze di vedere finalmente concretizzato in statuetta il riconoscimento mondiale al talento della Adams va nuovamente in fumo, nella speranza e nell'attesa delle prossime edizioni.
Per il momento, quindi, non rimane che apprezzarla in silenzio in questo biopic ben ricostruito, anche se un po' freddo. La solitudine del segreto della sua Margaret Keane rimane più che mostrata, molto discussa, senza mai che la sensazione di desolazione e frustrazione siano davvero percepite dal pubblico come reali. Peccato, perché era davvero l'aspetto centrale su cui puntare tutto, piuttosto che l'innovativa trovata del Sig. Keane di vendere le stampe e le cartoline dei quadri di cui si è preso il merito. Tra l'altro va aggiunto che, essendo questi dipinti davvero brutti - o quantomeno belli non per tutti -, noi che guardiamo fatichiamo un po' a capire la follia da acquisto di un Keane che negli anni '50 era diventata di massa. E' vero, è interessante scoprire come si è arrivati all'idea di rendere anche l'arte un prodotto per la massa, eppure, ripeto, sento che a questa storia manca davvero qualche momento di raccoglimento in più in cui si approfondisca la figura di Margaret e il suo rapporto con se stessa 'bugiarda', se stessa 'artista' e se stessa 'moglie di un bugiardo'. Questi aspetti combinati insieme e adeguatamente approfonditi a mio avviso avrebbero dato alla pellicola quel qualcosa in più, quella spinta che serviva per rendere "Big Eyes" più che una bidimensionale tela sulla quale rappresentare l'eccezionale storia vera.
Tra l'altro sento di dover aggiungere che, nonostante Christoph Waltz sia diventato il prezzemolino del cinema americano, non lo trovo adatto esattamente ad ogni ruolo. In questo caso la sua costante espressione un po' inquietante - che certamente per "Bastardi senza gloria" era stata perfetta, ma anche per interpretare i numerosi cattivi successivi come in "The Green Hornet", "I tre moschettieri", "Come l'acqua per gli elefanti" e nel recentissimo "Come ammazzare il capo 2" - infastidisce, dona un tono "satanico" a Walter Keane che ho trovato un po' fuori luogo. La qual cosa in particolare mi ha spesso distratto dalla visione d'insieme, guastando l'idea complessiva che mi sono fatto del film. E' chiaro che la figura più che controversa di Walter pretendesse momenti sconcertanti (come quando tenta di stanare la moglie bruciando la stanza in cui lei si è nascosta), eppure per tutto il resto della storia il suo ghigno, i suoi modi, non posso che portare a chiedersi: ma perché Margaret lo ha sposato?
Quest'ultima domanda riporta al discorso precedente della mancanza di qualcosa, nella fattispecie l'approfondimento sulle relazioni umane dietro questa vicenda, più che sul successo (inspiegabile) delle opere della famiglia Keane, che avrebbe certamente donato al tutto quel senso di completezza che qui rimane più formale che effettivo. Lo dimostra, infine, persino l'ultima scena con la ormai ex Sig.ra Keane vittoriosa fuori dal tribunale - dopo certi numeri fatti in aula da Walter che trovo francamente improbabili -, una scena di chiusura che si suppone fondamentale per la completezza di un cerchio narrativo che ci ha portato fin lì, eppure liquidata con una rapidità inspiegabile.
Ora, dopo tutto quanto detto fin qui può sembrare che abbia conservato un parere negativo su questo film, ma non è vero. Mi è piaciuto e ho trovato Burton finalmente concentrato su un progetto di valore (e non su una boiata come "Dark Shadows"), solo che probabilmente la nostalgia dei bei racconti di un tempo del regista mi rende, volente o no, ipercritico. "Big Eyes" è un buon titolo, ben realizzato e curato, con un'ottima protagonista capace da sola, con le sue fragilità e insicurezze, di sorreggere l'intera storia, una di quelle che solo in apparenza è bianca e nera, con i buoni da una parte e i cattivi dall'altra. Margaret Keane, infatti, per come è descritta qui è molto più umana di quanto il trailer non vorrebbe far credere e cede spesso anche lei alle debolezze normali dele persone. Questo sforzo di realismo è apprezzabile, anche se lei come personaggio non mi è piaciuto così tanto.
Insomma, "Big Eyes" è, da un certo punto di vista, una specie di rinascita per Burton, che torna al quotidiano dimenticandosi per un po' della sua anima più dark. Eppure il sentore è che anche qui ci troviamo di fronte ad una favoletta e, forse, da Tim vorremmo qualcosa di più.
Box Office: $20.9 milioni
Consigli: Storia vera di per sé intrigante e curiosa da seguire, una sempre brava Amy Adams, il fascino degli anni '50 e '60, una bella canzone portante firmata da Lana Del Rey e la regia di Tim Burton. Tutti questi elementi rendono "Big Eyes" uno dei film della stagione da vedere, stagione piena di biopic e interpretazioni di personaggi vissuti realmente, alcuni ancora in vita (come qui). Chi ama il regista non potrà perderselo al pari di chi ama Amy Adams. Gli altri apprezzeranno una storia peculiare, in fin dei conti innocua, dai toni leggeri e quasi da favola. Si può vedere in ogni momento, l'aspetto drammatico della vicenda è spesso temperato dai comportamenti sopra le righe di Walter Keane (interpretato da Waltz).
Parola chiave: Firma.
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Bengi
venerdì 30 gennaio 2015
Film 868 - Big Eyes
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giovedì 29 gennaio 2015
Film 867 - Ultimatum alla Terra
Sempre stato curioso di vederlo, ma non c'era mai stata occasione...
Film 867: "Ultimatum alla Terra" (2008) di Scott Derrickson
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Per essere un film lentissimo in cui non succede nulla e i cui effetti speciali sono terribili, direi che questo "The Day the Earth Stood Still" (titolo originale) versione 2008 è stato piuttosto fortunato al box office.
Probabilmente anche questo aspetto del successo così clamoroso al botteghino mi aveva lasciato la curiosità di capire cosa ci fosse di buono qui, per non parlare del fatto che le due protagoniste femminili sono Jennifer Connelly e Kathy Bates, due attrici che seguo sempre con interesse. Peccato che questo insieme di (teoricamente) buoni segnali sia stato solo ingannevole, dato che davvero questa pellicola è qualcosa di inquadrabile. Premesso che - e non mi era mai capitato - l'ho dovuto vedere a più riprese perché ciclicamente ogni 20 minuti circa prendevo sonno dalla noia, anche volendo concedere a questo film il beneficio del dubbio relativamente alla possibilità che vedere tutti di fila i 104 minuti di pellicola possa salvare qualcosa, rimane palese che qui manchi del tutto qualcosa da dire. C'è l'attacco alieno, ma l'alieno poi molla tutto perché intuisce che nell'uomo (distruttore del suo pianeta) dopotutto c'è qualcosa di buono. Ora, diciamocelo: sul serio?
Insomma, dopo tutta una premessa di distruzione, morte, sconforto per l'attacco imminente, paura per i cittadini del pianeta, ecco che tutto si risolve perché il nostro alieno ambasciatore di sventura Klaatu/Keanu Reeves capisce che l'essere umano è in definitiva capace di umanità. A me sembra tutto un po' ridicolo, soprattutto perché lo stesso Klaatu era già stato messo in avviso di questa nostra peculiarità da un suo simile infiltrato per anni sulla Terra, quindi niente di nuovo sotto il sole. E, aggiungo, dopo tutto sto pippone di minacce di distruzione che sembra un piano intergalattico per debellare il male sulla Terra, basta il volere di un unico alieno per decidere di chiudere baracca e burattini e tornarsene a casa. Mah...
Curioso, invece, che Jennifer Connelly sia nuovamente implicata in una storia in cui sia centrale il salvare una coppia di ogni razza animale terrestre per permetterne la sopravvivenza: a 6 anni da questa pellicola, l'anno scorso l'abbiamo infatti vista in "Noah" in cui il diluvio universale era parte centrale della trama.
Comunque, per concludere, direi che "Ultimatum alla Terra" è un brutto remake, privo di qualcosa di originale da dire, noioso, senza suspense e molto lento. Keanu Reeves è un alieno perfetto: non invecchia mai.
Box Office: $233,093,859
Consigli: Francamente un titolo di cui si può fare a meno, nonché un remake assolutamente evitabile. Il buon cast (Keanu Reeves, Jennifer Connelly, Jaden Smith, Kathy Bates, Jon Hamm, John Cleese, Kyle Chandler) è sprecato per una storia senza appeal, molto lenta e che si fatica a seguire per mancanza di spunti interessanti o momenti adrenalinici. L'invasione aliena promessa è solo un miraggio e qualche effettuccio speciale e il gigantesco umanoide apparentemente invincibile dal nome che sembra un rutto GORT (Generatore Organico Robo-Tecnologico) non posso salvare una storia che non ha nulla da dire nell'epoca in cui viene concepita e portata all'attenzione del pubblico. Peccato, un'occasione persa.
Parola chiave: Sfera.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 867: "Ultimatum alla Terra" (2008) di Scott Derrickson
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Per essere un film lentissimo in cui non succede nulla e i cui effetti speciali sono terribili, direi che questo "The Day the Earth Stood Still" (titolo originale) versione 2008 è stato piuttosto fortunato al box office.
Probabilmente anche questo aspetto del successo così clamoroso al botteghino mi aveva lasciato la curiosità di capire cosa ci fosse di buono qui, per non parlare del fatto che le due protagoniste femminili sono Jennifer Connelly e Kathy Bates, due attrici che seguo sempre con interesse. Peccato che questo insieme di (teoricamente) buoni segnali sia stato solo ingannevole, dato che davvero questa pellicola è qualcosa di inquadrabile. Premesso che - e non mi era mai capitato - l'ho dovuto vedere a più riprese perché ciclicamente ogni 20 minuti circa prendevo sonno dalla noia, anche volendo concedere a questo film il beneficio del dubbio relativamente alla possibilità che vedere tutti di fila i 104 minuti di pellicola possa salvare qualcosa, rimane palese che qui manchi del tutto qualcosa da dire. C'è l'attacco alieno, ma l'alieno poi molla tutto perché intuisce che nell'uomo (distruttore del suo pianeta) dopotutto c'è qualcosa di buono. Ora, diciamocelo: sul serio?
Insomma, dopo tutta una premessa di distruzione, morte, sconforto per l'attacco imminente, paura per i cittadini del pianeta, ecco che tutto si risolve perché il nostro alieno ambasciatore di sventura Klaatu/Keanu Reeves capisce che l'essere umano è in definitiva capace di umanità. A me sembra tutto un po' ridicolo, soprattutto perché lo stesso Klaatu era già stato messo in avviso di questa nostra peculiarità da un suo simile infiltrato per anni sulla Terra, quindi niente di nuovo sotto il sole. E, aggiungo, dopo tutto sto pippone di minacce di distruzione che sembra un piano intergalattico per debellare il male sulla Terra, basta il volere di un unico alieno per decidere di chiudere baracca e burattini e tornarsene a casa. Mah...
Curioso, invece, che Jennifer Connelly sia nuovamente implicata in una storia in cui sia centrale il salvare una coppia di ogni razza animale terrestre per permetterne la sopravvivenza: a 6 anni da questa pellicola, l'anno scorso l'abbiamo infatti vista in "Noah" in cui il diluvio universale era parte centrale della trama.
Comunque, per concludere, direi che "Ultimatum alla Terra" è un brutto remake, privo di qualcosa di originale da dire, noioso, senza suspense e molto lento. Keanu Reeves è un alieno perfetto: non invecchia mai.
Box Office: $233,093,859
Consigli: Francamente un titolo di cui si può fare a meno, nonché un remake assolutamente evitabile. Il buon cast (Keanu Reeves, Jennifer Connelly, Jaden Smith, Kathy Bates, Jon Hamm, John Cleese, Kyle Chandler) è sprecato per una storia senza appeal, molto lenta e che si fatica a seguire per mancanza di spunti interessanti o momenti adrenalinici. L'invasione aliena promessa è solo un miraggio e qualche effettuccio speciale e il gigantesco umanoide apparentemente invincibile dal nome che sembra un rutto GORT (Generatore Organico Robo-Tecnologico) non posso salvare una storia che non ha nulla da dire nell'epoca in cui viene concepita e portata all'attenzione del pubblico. Peccato, un'occasione persa.
Parola chiave: Sfera.
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lunedì 26 gennaio 2015
Film 866 - Big Hero 6
Un film d'animazione ci sta sempre bene!
Film 866: "Big Hero 6" (2014) di Don Hall, Chris Williams
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: 54esimo film della collezione dei Classici Disney, "Big Hero 6" è stato titolo di punta tra le pellicole natalize per famiglie, tanto che gli incassi hanno certamente dato ragione ai Walt Disney Animation Studios che lo hanno prodotto. Io ho recuperato in ritardo e anche se ero curioso di vederlo, devo dire che lo ero meno del solito rispetto ad un titolo d'animazione.
Questa nuova creazione Disney, che dopo "Frozen" e il clamoroso successo dell'anno scorso doveva cercare di fare centro con un nuovo prodotto nonostante l'impossibilità materiale di fare bis, si discosta molto dai soliti prodotti cui ci hanno abituato, mancando principesse, storie d'amore o carinerie confettose generali, tutto in favore di uno spostamento in un territorio totalmente differente e nuovo: siamo in Giappone, il protagonista è un ragazzino genialoide e il tutto è tratto da un fumetto della Marvel Comics (prima volta che Disney e Marvel si incontrano).
Per quanto l'esperimento sia godibile, divertente, dinamico e coinvolgente - grazie soprattutto al rotondo personaggio di Baymax -, mi è sembrato però che il tutto fosse molto simile alla tipologia di pellicole d'animazione made in Pixar, certamente meno avvezze a romantiche fiabe e spalle animali canterine. Il nuovo approccio drammtico delle pellicole d'animazione sembra ormai una tappa obbligata per ogni casa di produzione, tanto che una sua mancanza parrebbe suggerire un impensabile danno alla sensibilità dello spettatore. Nessuno dice che debba essere tutto amore eterno e colore rosa, per carità, però mi pare di intravvedere una tendenza all'elaborazione forzata del lutto (anche in "Dragon Trainer 2", per esempio, film che comunque ho preferito a questo).
In generale, comunque, la storia di Hiro e Baymax è certamente carina e, anche se all'inizio si fatica a capire dove la trama voglia andare a parare, una volta completata la visione la sensazione di compattezza narrativa è più forte che alla fine del primo tempo, in cui ancora troppi snodi della trama sembrano suggerire mille percorsi diversi plausibilmente perseguibili. Tutto sommato, quindi, si può dire che "Big Hero 6" è un buon prodotto commerciale, ben confezionato e meno omologato rispetto a ciò che era stato prodotto fino ad ora dalla Disney, il che è una piacevole sorpresa. Ciò detto, però, non ho sentito quella scintilla che mi aveva fatto innamorare di altri film - sia d'animazioen che non - come, per esempio, non la avevo sentita per "Frozen" un anno fa. Chiaramente non si possono definire brutti film, ci mancherebbe, però non sono nemmeno esempi di quella lista di opere indimenticabili che, per un motivo o per un altro, fanno parte dei film che preferisco. Dovendo annualmente decretare un migliore in ogni categoria possibile e immaginabile era ovvio che "Big Hero 6" sarebbe stato tra gli onnipresenti, ma, ribadisco, non mi sento di poter dire che questo sia tra i migliori film dell'anno.
Ps. Nominato ai Golden Globe di quest'anno nella categoria animazione, ha perso contro "How to Train Your Dragon 2" della DreamWorks. Avversari anche ai prossimi Oscar di febbraio, dubito che il seguito "Dragon Trainer" riuscirà però a trionfare anche lì. "Big Hero 6" mi sembra più il candidato conforme alle precedenti scelte dell'Academy. Vedremo.
Box Office: $456 milioni
Consigli: Carina l'idea di far incontrare due realtà cittadine così distanti come San Francisco e Tokyo (la storia è ambientata, infatti, nella futuristica San Fransokyo), questa pellicola ha il pregio di regalare avventura e azione, oltre che un nuovo gruppo di simpatici e creativi supereroi-nerd-scienziati e un personaggio protagonista che è maledettamente adorabile. Hiro e Baymax diventeranno i beniamini di questa nuova fatica Disney che baratta le principesse per i robot e si diverte ad affrontare un terriotorio futurisco che non è avvezzo alla casa di produzione. Lo sforzo è evidente e regala un risultato cinematografico buono, godibile e capace di intrattenere per 102 minuti senza mai stancare. Va bene, quindi, praticamente per ogni occasione.
Parola chiave: Microbot.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 866: "Big Hero 6" (2014) di Don Hall, Chris Williams
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: 54esimo film della collezione dei Classici Disney, "Big Hero 6" è stato titolo di punta tra le pellicole natalize per famiglie, tanto che gli incassi hanno certamente dato ragione ai Walt Disney Animation Studios che lo hanno prodotto. Io ho recuperato in ritardo e anche se ero curioso di vederlo, devo dire che lo ero meno del solito rispetto ad un titolo d'animazione.
Questa nuova creazione Disney, che dopo "Frozen" e il clamoroso successo dell'anno scorso doveva cercare di fare centro con un nuovo prodotto nonostante l'impossibilità materiale di fare bis, si discosta molto dai soliti prodotti cui ci hanno abituato, mancando principesse, storie d'amore o carinerie confettose generali, tutto in favore di uno spostamento in un territorio totalmente differente e nuovo: siamo in Giappone, il protagonista è un ragazzino genialoide e il tutto è tratto da un fumetto della Marvel Comics (prima volta che Disney e Marvel si incontrano).
Per quanto l'esperimento sia godibile, divertente, dinamico e coinvolgente - grazie soprattutto al rotondo personaggio di Baymax -, mi è sembrato però che il tutto fosse molto simile alla tipologia di pellicole d'animazione made in Pixar, certamente meno avvezze a romantiche fiabe e spalle animali canterine. Il nuovo approccio drammtico delle pellicole d'animazione sembra ormai una tappa obbligata per ogni casa di produzione, tanto che una sua mancanza parrebbe suggerire un impensabile danno alla sensibilità dello spettatore. Nessuno dice che debba essere tutto amore eterno e colore rosa, per carità, però mi pare di intravvedere una tendenza all'elaborazione forzata del lutto (anche in "Dragon Trainer 2", per esempio, film che comunque ho preferito a questo).
In generale, comunque, la storia di Hiro e Baymax è certamente carina e, anche se all'inizio si fatica a capire dove la trama voglia andare a parare, una volta completata la visione la sensazione di compattezza narrativa è più forte che alla fine del primo tempo, in cui ancora troppi snodi della trama sembrano suggerire mille percorsi diversi plausibilmente perseguibili. Tutto sommato, quindi, si può dire che "Big Hero 6" è un buon prodotto commerciale, ben confezionato e meno omologato rispetto a ciò che era stato prodotto fino ad ora dalla Disney, il che è una piacevole sorpresa. Ciò detto, però, non ho sentito quella scintilla che mi aveva fatto innamorare di altri film - sia d'animazioen che non - come, per esempio, non la avevo sentita per "Frozen" un anno fa. Chiaramente non si possono definire brutti film, ci mancherebbe, però non sono nemmeno esempi di quella lista di opere indimenticabili che, per un motivo o per un altro, fanno parte dei film che preferisco. Dovendo annualmente decretare un migliore in ogni categoria possibile e immaginabile era ovvio che "Big Hero 6" sarebbe stato tra gli onnipresenti, ma, ribadisco, non mi sento di poter dire che questo sia tra i migliori film dell'anno.
Ps. Nominato ai Golden Globe di quest'anno nella categoria animazione, ha perso contro "How to Train Your Dragon 2" della DreamWorks. Avversari anche ai prossimi Oscar di febbraio, dubito che il seguito "Dragon Trainer" riuscirà però a trionfare anche lì. "Big Hero 6" mi sembra più il candidato conforme alle precedenti scelte dell'Academy. Vedremo.
Box Office: $456 milioni
Consigli: Carina l'idea di far incontrare due realtà cittadine così distanti come San Francisco e Tokyo (la storia è ambientata, infatti, nella futuristica San Fransokyo), questa pellicola ha il pregio di regalare avventura e azione, oltre che un nuovo gruppo di simpatici e creativi supereroi-nerd-scienziati e un personaggio protagonista che è maledettamente adorabile. Hiro e Baymax diventeranno i beniamini di questa nuova fatica Disney che baratta le principesse per i robot e si diverte ad affrontare un terriotorio futurisco che non è avvezzo alla casa di produzione. Lo sforzo è evidente e regala un risultato cinematografico buono, godibile e capace di intrattenere per 102 minuti senza mai stancare. Va bene, quindi, praticamente per ogni occasione.
Parola chiave: Microbot.
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giovedì 22 gennaio 2015
Film 865 - I, Frankenstein
Primo film del 2015 visto, per l'occasione, a pranzo con Licia.
Film 865: "I, Frankenstein" (2014) di Stuart Beattie
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Non che sia molto di più della boiata che uno ci si aspetterebbe da un film come "I, Frankenstein", però non ho molto capito il perché del clamoroso flop al botteghino e delle critiche rabbiose. Voglio dire, ok descriverlo per quello che è, ma non c'è davvero bisogno di infierire. Anche perché chi guarda questa pellicola plausibilmente cerca solo un passatempo senza impegno, per cui mi sembra logico che la produzione si diriga coscientemente in questa direzione.
Ecco perché, a visione completata, non ho potuto fare a meno di domandarmi il motivo di tale rifiuto massificato di questo tentativo di rilanciare Aaron Eckhart dopo la repentina fine del piglio internazionale della sua carriera ("Erin Brockovich - Forte come la verità", 2000; "Thank You for Smoking", 2005, anche candidato al Golden Globe; "Il cavaliere oscuro", 2008). Sinceramente il film è un evidente tentativo di botto al box office mal riuscito, ma non è che mancassero davvero i presupposti per racimolare ben più di quella miseria che è stata incassata. Voglio dire, ci sono film ben più brutti che hanno ottenuto risultati molto più incoraggianti, quindi la cosa in sé per me rimane un mistero.
In definitva, quindi, definirei questo titolo come un film mediocre che sfrutta l'appeal di un personaggio estremamente iconico come quello di Frankenstein cercando di dargli un piglio più moderno e appetibile per il grande pubblico. Esplosioni, quindi, botte da orbi, demoni e gargoyles, in un mix fin troppo audace che sente il bisogno addirittura di scomodare Dio. Forse il passo fatto è stato più lungo della gamba, forse Aaron Eckhart non era il protagonista giusto per trascinare le masse al cinema, forse non basta un personaggio mitico per dire di avere un film con qualcosa da dire (vero "Dracula Untold"?).
Box Office: $71,154,592
Consigli: Ero intenzionato a vederlo perché mi interessava capire quale errore di produzione fosse stato fatto qui per determinare una tale disfatta: trama, effetti speciali, attori? Di fatto il tutto è genericamente accettabile - tranne il fatto che il corpo di Adam sia maledettamente coeso per essere formato da pezzi di persone diverse - nell'ottica di uno svago che richieda il minimo sforzo di attenzione. Non è nulla di che, manca di epicità, personaggi interessanti e di protagonisti più rilevanti, francamente (chi è Yvonne Strahovski addirittura citata nel trailer?!). Si può vedere senza che nessuno né soffra e, al contempo, lo si può non vedere senza che la cosa crei una mancanza.
Parola chiave: Anima.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 865: "I, Frankenstein" (2014) di Stuart Beattie
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Non che sia molto di più della boiata che uno ci si aspetterebbe da un film come "I, Frankenstein", però non ho molto capito il perché del clamoroso flop al botteghino e delle critiche rabbiose. Voglio dire, ok descriverlo per quello che è, ma non c'è davvero bisogno di infierire. Anche perché chi guarda questa pellicola plausibilmente cerca solo un passatempo senza impegno, per cui mi sembra logico che la produzione si diriga coscientemente in questa direzione.
Ecco perché, a visione completata, non ho potuto fare a meno di domandarmi il motivo di tale rifiuto massificato di questo tentativo di rilanciare Aaron Eckhart dopo la repentina fine del piglio internazionale della sua carriera ("Erin Brockovich - Forte come la verità", 2000; "Thank You for Smoking", 2005, anche candidato al Golden Globe; "Il cavaliere oscuro", 2008). Sinceramente il film è un evidente tentativo di botto al box office mal riuscito, ma non è che mancassero davvero i presupposti per racimolare ben più di quella miseria che è stata incassata. Voglio dire, ci sono film ben più brutti che hanno ottenuto risultati molto più incoraggianti, quindi la cosa in sé per me rimane un mistero.
In definitva, quindi, definirei questo titolo come un film mediocre che sfrutta l'appeal di un personaggio estremamente iconico come quello di Frankenstein cercando di dargli un piglio più moderno e appetibile per il grande pubblico. Esplosioni, quindi, botte da orbi, demoni e gargoyles, in un mix fin troppo audace che sente il bisogno addirittura di scomodare Dio. Forse il passo fatto è stato più lungo della gamba, forse Aaron Eckhart non era il protagonista giusto per trascinare le masse al cinema, forse non basta un personaggio mitico per dire di avere un film con qualcosa da dire (vero "Dracula Untold"?).
Box Office: $71,154,592
Consigli: Ero intenzionato a vederlo perché mi interessava capire quale errore di produzione fosse stato fatto qui per determinare una tale disfatta: trama, effetti speciali, attori? Di fatto il tutto è genericamente accettabile - tranne il fatto che il corpo di Adam sia maledettamente coeso per essere formato da pezzi di persone diverse - nell'ottica di uno svago che richieda il minimo sforzo di attenzione. Non è nulla di che, manca di epicità, personaggi interessanti e di protagonisti più rilevanti, francamente (chi è Yvonne Strahovski addirittura citata nel trailer?!). Si può vedere senza che nessuno né soffra e, al contempo, lo si può non vedere senza che la cosa crei una mancanza.
Parola chiave: Anima.
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mercoledì 21 gennaio 2015
Film 864 - The Inbetweeners 2
Appena scoperto che esisteva questo secondo capitolo l'ho voluto recuperare!
Film 864: "The Inbetweeners 2" (2014) di Damon Beesley, Iain Morris
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Seguito del primo "The Inbetweeners Movie" - che in Italia si è trasformato in "Finalmente maggiorenni" - questo sequel sui quattro amici un po' nerd un po' scemi e le loro disavventure amorose è meno efficace del primo, ma spassoso quanto basta per regalare a chi guarda esattamente quello che cercava.
Tra parchi acquatici, un viaggio in Australia e una camminata nel deserto che richiama il ricordo delle 4 carampane di "Sex and the City 2" negli Emirati, questa commedia sbroccata e volgare è riuscita comunque a strapparmi più di una risata e lasciandomi con la domanda: e la serie tv da cui questi due film sono tratti, come sarà?
Anche se penso rimarrò ancora per un bel po' di tempo senza risposta, in ogni caso bisogna ammettere che la produzione sia riuscita bene a creare un prodotto vendibile anche in quei paesi che la serie non la trasmettono o nemmeno conoscono. Non importa, infatti, conoscere il pregresso, le due storie cinematografiche si capiscono bene lo stesso (non che ci sia niente di complicato, per carità).
In ogni caso ho rivisto volentieri le facce da scemi di Will, Jay, Neil e Simon (rispettivamente Simon Bird, James Buckley, Blake Harrison e Joe Thomas) e mi sono fatto ritrasformare volentieri all'interno del loro folle modo di vedere le cose della vita: limitato, ma divertente.
Film 373 - Finalmente Maggiorenni
Box Office: $62,724,372
Consigli: Un film così sciocco, volgare e semplice che, se è ciò che si sta cercando, sarà un piacere da seguire! In linea col suo predecessore, anche questo "The Inbetweeners 2" si compone di parolacce, dialoghi osceni, offensivi e assurdi, sessismo, sesso e qualche scena di nudo (circa), quindi chi ha apprezzato la prima pellicola non potrà che fare lo stesso anche con questa. Chiaramente non è una commedia per tutti, considerato il livello di volgarità mostrate, però se si sta al gioco e non si hanno pretese (e si apprezza la visione in lingua, dato che non esiste nemmeno una data di uscita italiana), di certo questo film non deluderà. Politicamente super scorretto.
Parola chiave: Australia.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 864: "The Inbetweeners 2" (2014) di Damon Beesley, Iain Morris
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Seguito del primo "The Inbetweeners Movie" - che in Italia si è trasformato in "Finalmente maggiorenni" - questo sequel sui quattro amici un po' nerd un po' scemi e le loro disavventure amorose è meno efficace del primo, ma spassoso quanto basta per regalare a chi guarda esattamente quello che cercava.
Tra parchi acquatici, un viaggio in Australia e una camminata nel deserto che richiama il ricordo delle 4 carampane di "Sex and the City 2" negli Emirati, questa commedia sbroccata e volgare è riuscita comunque a strapparmi più di una risata e lasciandomi con la domanda: e la serie tv da cui questi due film sono tratti, come sarà?
Anche se penso rimarrò ancora per un bel po' di tempo senza risposta, in ogni caso bisogna ammettere che la produzione sia riuscita bene a creare un prodotto vendibile anche in quei paesi che la serie non la trasmettono o nemmeno conoscono. Non importa, infatti, conoscere il pregresso, le due storie cinematografiche si capiscono bene lo stesso (non che ci sia niente di complicato, per carità).
In ogni caso ho rivisto volentieri le facce da scemi di Will, Jay, Neil e Simon (rispettivamente Simon Bird, James Buckley, Blake Harrison e Joe Thomas) e mi sono fatto ritrasformare volentieri all'interno del loro folle modo di vedere le cose della vita: limitato, ma divertente.
Film 373 - Finalmente Maggiorenni
Box Office: $62,724,372
Consigli: Un film così sciocco, volgare e semplice che, se è ciò che si sta cercando, sarà un piacere da seguire! In linea col suo predecessore, anche questo "The Inbetweeners 2" si compone di parolacce, dialoghi osceni, offensivi e assurdi, sessismo, sesso e qualche scena di nudo (circa), quindi chi ha apprezzato la prima pellicola non potrà che fare lo stesso anche con questa. Chiaramente non è una commedia per tutti, considerato il livello di volgarità mostrate, però se si sta al gioco e non si hanno pretese (e si apprezza la visione in lingua, dato che non esiste nemmeno una data di uscita italiana), di certo questo film non deluderà. Politicamente super scorretto.
Parola chiave: Australia.
Trailer
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martedì 20 gennaio 2015
Film 863 - La spia
Sufficientemente incuriositi per decidere di vederlo, lo abbiamo recuperato.
Film 863: "La spia" (2014) di Anton Corbijn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "A Most Wanted Man" è uno di quei thriller tesi e lenti, in cui ti sembra non accada nulla fino alla fine in cui, poi, si decide tutta la storia. Fedele a questa formula, anche l'ultimo film con Philip Seymour Hoffman presenta questa peculiarità che lo caratterizza appieno.
Non che mi aspettassi una trama ricca di bombardamenti, sparatorie o inseguimenti, ma va detto che per la maggior parte del tempo qui si sta a guardare qualcuno che guarda qualcosa, ascolta o pensa e, diciamocelo pure, non è roba per tutti. Tra l'altro la trama parte in una direzione e finisce da un'altra parte, confondendo i meno attenti.
Tutto sommato non si può certo dire che questo prodotto non sia ben fatto e, in verità, se si ha la pazienza di scoprire come andrà a finire si rimane anche sorpresi in positivo. Semplicemente bisogna pazientare.
La freddezza delle immagini e dei luoghi - le location si trovano ad Amburgo, Germania - non aiuta il coinvolgimento dello spettatore all'interno della storia e, per quanto mi riguarda, mi ha lasciato un po' perplesso (come per "Il quinto potere"), probabilmente perché assuefatto da sfondi urbani americani o inglesi. Forse li ho collegati inconsciamente a pellicole come "Le vite degli altri" di cui ho ricordi freddi e solitari. Chissà.
In ogni caso questa produzione britannica tratta dal romanzo omonimo di John le Carré - dopo gli altri successi cinematografici "The Constant Gardener - La cospirazione", "La talpa" - è sufficientemente buono per essere visto, sufficientemente indipendente e al contempo sufficientemente mainstream per piacere ad una buona fetta di pubblico e, anche se non il caso più eclatante, è comunque un titolo che porta con onore il non facile compito di ultima pellicola di un attore che ha saputo regalare non poche buone interpretazioni.
Box Office: $31.6 milioni
Consigli: Cast importante (Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Willem Dafoe, Robin Wright, Grigoriy Dobrygin, Homayoun Ershadi, Nina Hoss, Daniel Brühl) per un thriller tratto dal romanzo di John le Carré che, visto con la giusta predisposizione d'animo, può valere la visione soprattutto nel finale. Seymour Hoffman guida bene il gioco e dimostra, ancora una volta, di essere un ottimo protagonista, anche decentrato dall'occhio vigile di Hollywood. Va visto se si ama il genere, l'autore del romanzo da cui è tratto o se si gradiscono le buone produzioni britanniche che strizzano l'occhio all'America pur rimanendo marcatamente europee. Eviterei, invece, di lasciare che trailer e locandina del film influenzino l'intenzione di seguire questa storia semplicemente per il fatto che sia l'ultima pellicola dell'attore newyorkese scomparso a febbraio. Se si vuole onorarlo simbolicamente attraverso le sue interpretazioni, meglio scegliere altri lidi ("Il dubbio", "Magnolia", "I Love Radio Rock" anche "Truman Capote - A sangue freddo" per quanto non mi sia piaciuto).
Parola chiave: Banca.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 863: "La spia" (2014) di Anton Corbijn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "A Most Wanted Man" è uno di quei thriller tesi e lenti, in cui ti sembra non accada nulla fino alla fine in cui, poi, si decide tutta la storia. Fedele a questa formula, anche l'ultimo film con Philip Seymour Hoffman presenta questa peculiarità che lo caratterizza appieno.
Non che mi aspettassi una trama ricca di bombardamenti, sparatorie o inseguimenti, ma va detto che per la maggior parte del tempo qui si sta a guardare qualcuno che guarda qualcosa, ascolta o pensa e, diciamocelo pure, non è roba per tutti. Tra l'altro la trama parte in una direzione e finisce da un'altra parte, confondendo i meno attenti.
Tutto sommato non si può certo dire che questo prodotto non sia ben fatto e, in verità, se si ha la pazienza di scoprire come andrà a finire si rimane anche sorpresi in positivo. Semplicemente bisogna pazientare.
La freddezza delle immagini e dei luoghi - le location si trovano ad Amburgo, Germania - non aiuta il coinvolgimento dello spettatore all'interno della storia e, per quanto mi riguarda, mi ha lasciato un po' perplesso (come per "Il quinto potere"), probabilmente perché assuefatto da sfondi urbani americani o inglesi. Forse li ho collegati inconsciamente a pellicole come "Le vite degli altri" di cui ho ricordi freddi e solitari. Chissà.
In ogni caso questa produzione britannica tratta dal romanzo omonimo di John le Carré - dopo gli altri successi cinematografici "The Constant Gardener - La cospirazione", "La talpa" - è sufficientemente buono per essere visto, sufficientemente indipendente e al contempo sufficientemente mainstream per piacere ad una buona fetta di pubblico e, anche se non il caso più eclatante, è comunque un titolo che porta con onore il non facile compito di ultima pellicola di un attore che ha saputo regalare non poche buone interpretazioni.
Box Office: $31.6 milioni
Consigli: Cast importante (Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Willem Dafoe, Robin Wright, Grigoriy Dobrygin, Homayoun Ershadi, Nina Hoss, Daniel Brühl) per un thriller tratto dal romanzo di John le Carré che, visto con la giusta predisposizione d'animo, può valere la visione soprattutto nel finale. Seymour Hoffman guida bene il gioco e dimostra, ancora una volta, di essere un ottimo protagonista, anche decentrato dall'occhio vigile di Hollywood. Va visto se si ama il genere, l'autore del romanzo da cui è tratto o se si gradiscono le buone produzioni britanniche che strizzano l'occhio all'America pur rimanendo marcatamente europee. Eviterei, invece, di lasciare che trailer e locandina del film influenzino l'intenzione di seguire questa storia semplicemente per il fatto che sia l'ultima pellicola dell'attore newyorkese scomparso a febbraio. Se si vuole onorarlo simbolicamente attraverso le sue interpretazioni, meglio scegliere altri lidi ("Il dubbio", "Magnolia", "I Love Radio Rock" anche "Truman Capote - A sangue freddo" per quanto non mi sia piaciuto).
Parola chiave: Banca.
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lunedì 19 gennaio 2015
Film 862 - Posh
Luigi voleva assolutamente recuperarlo e, appena lo streaming lo ha permesso, abbiamo recuperato.
Film 862: "Posh" (2014) di Lone Scherfig
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Posh", ovvero una cocente delusione.
Nonostante non fossi particolarmente interessato a vederlo, c'è da dire che il cast (Sam Claflin, Max Irons, Douglas Booth, Jessica Brown Findlay, Natalie Dormer), la bellissima ambientazione ad Oxford (Harry Potter-style) e un sedimentato amore per il cinema inglese sempre presente, mi avessero comunque fatto sperare in qualcosa di buono.
Da Wiki: "Dieci studenti dell'università di Oxford, ricchi, cinici e viziati, vengono ammessi all'esclusivo e antico Riot Club, fondato nel lontano 1776. I giovani aspirano a standard di vita elevati e vogliono lasciare un segno all'interno del club. Ma una sera, complice l'alcol, un evento tragico rischia di rovinare le loro reputazioni." (ho tagliato il finale, che lascio a chi desidera guardare il film).
Ora, come si capisce dal riassunto - e dalla locandina originale - qui si punta tutto sull'enfatizzare un rapporto deviato, eppure direttissimo, tra la ricchezza e la mancanza di morale, il rango sociale e il classismo che sfocia in mancanza di tolleranza, odio, violenza. La storia è tutta qui e non va oltre l'episodio finale di pestaggio selvaggio che riduce coloro che per tutta la storia si erano elevati a superiori rispetto al resto del mondo al rango di branco animale. Non credo che "The Riot Club" (titolo originale) aggiunga nulla che non si sia già visto a questa ennesima riflessione che mette a confronto ricchezza e moralità.
Come esperimento cinematografico, quindi, il film non sviscera alcun pensiero proprio che valorizzi il tempo che la visione richiede e, a parte gli scossoni emotivi che può suscitare in chi guarda vedere con quanta superbia e arroganza i 10 , non ha molto altro da dire. Il che è un peccato se si pensa che gli attori accorsi ad interpretare questa storia sono tra i giovani promettenti esponenti della nuova leva attoriale britannica.
In definitiva mi è sembrata un'occasione sprecata per dire qualcosa di nuovo, per regalare al pubblico qualcosa di un po' più personale e meno scontato a proposito di come si possano frapporre il potere derivante da soldi e posizione sociale e il rispetto per gli altri indipendentemente dal loro ceto sociale. L'idea che mi sono fatto è che ci si sia concentrati quasi unicamente sulla violenza fine a sé stessa (che lo diventa, quindi, anche in questo film), così da degradare il possibile dibattito successivo alla visione a semplice indignazione per le immagini aggressive e il disgusto per i protagonisti.
Tecnicamente "Posh" è ben curato, ha una bella fotografia, delle scenografie suggestive e un buon gruppo di giovani attori, peccato che la storia del Riot Club non solo sia triste, ma artisticamente impersonale.
Ps. Il film è tratto dall'opera teatrale "Posh" di Laura Wade, qui sceneggiatrice.
Box Office: € 394.959 (incasso italiano), £497,000 (incasso d'esordio nel Regno Unito)
Consigli: Se siete infastiditi da ricchi ragazzini prepotenti, egocentrici, classisti, elitari, violenti, ecc ecc questa pellicola è meglio evitarla, sia per i dialoghi che per i risvolti della trama. Il Riot Club, così esclusivo, è un covo di vizi e viziati, un mix letale per moralità, tolleranza, educazione. La pellicola di per sé è un po' vuota, nel senso che manca un tocco più personale che valorizzi un racconto così spiazzante e rischioso se non viene direzionato con attenzione. Si può vedere, ben consci che non si tratta di una pellicola per 'tutte le occasioni'.
Parola chiave: Ristorante.
Trailer
#HollywoodCiak
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Film 862: "Posh" (2014) di Lone Scherfig
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Posh", ovvero una cocente delusione.
Nonostante non fossi particolarmente interessato a vederlo, c'è da dire che il cast (Sam Claflin, Max Irons, Douglas Booth, Jessica Brown Findlay, Natalie Dormer), la bellissima ambientazione ad Oxford (Harry Potter-style) e un sedimentato amore per il cinema inglese sempre presente, mi avessero comunque fatto sperare in qualcosa di buono.
Da Wiki: "Dieci studenti dell'università di Oxford, ricchi, cinici e viziati, vengono ammessi all'esclusivo e antico Riot Club, fondato nel lontano 1776. I giovani aspirano a standard di vita elevati e vogliono lasciare un segno all'interno del club. Ma una sera, complice l'alcol, un evento tragico rischia di rovinare le loro reputazioni." (ho tagliato il finale, che lascio a chi desidera guardare il film).
Ora, come si capisce dal riassunto - e dalla locandina originale - qui si punta tutto sull'enfatizzare un rapporto deviato, eppure direttissimo, tra la ricchezza e la mancanza di morale, il rango sociale e il classismo che sfocia in mancanza di tolleranza, odio, violenza. La storia è tutta qui e non va oltre l'episodio finale di pestaggio selvaggio che riduce coloro che per tutta la storia si erano elevati a superiori rispetto al resto del mondo al rango di branco animale. Non credo che "The Riot Club" (titolo originale) aggiunga nulla che non si sia già visto a questa ennesima riflessione che mette a confronto ricchezza e moralità.
Come esperimento cinematografico, quindi, il film non sviscera alcun pensiero proprio che valorizzi il tempo che la visione richiede e, a parte gli scossoni emotivi che può suscitare in chi guarda vedere con quanta superbia e arroganza i 10 , non ha molto altro da dire. Il che è un peccato se si pensa che gli attori accorsi ad interpretare questa storia sono tra i giovani promettenti esponenti della nuova leva attoriale britannica.
In definitiva mi è sembrata un'occasione sprecata per dire qualcosa di nuovo, per regalare al pubblico qualcosa di un po' più personale e meno scontato a proposito di come si possano frapporre il potere derivante da soldi e posizione sociale e il rispetto per gli altri indipendentemente dal loro ceto sociale. L'idea che mi sono fatto è che ci si sia concentrati quasi unicamente sulla violenza fine a sé stessa (che lo diventa, quindi, anche in questo film), così da degradare il possibile dibattito successivo alla visione a semplice indignazione per le immagini aggressive e il disgusto per i protagonisti.
Tecnicamente "Posh" è ben curato, ha una bella fotografia, delle scenografie suggestive e un buon gruppo di giovani attori, peccato che la storia del Riot Club non solo sia triste, ma artisticamente impersonale.
Ps. Il film è tratto dall'opera teatrale "Posh" di Laura Wade, qui sceneggiatrice.
Box Office: € 394.959 (incasso italiano), £497,000 (incasso d'esordio nel Regno Unito)
Consigli: Se siete infastiditi da ricchi ragazzini prepotenti, egocentrici, classisti, elitari, violenti, ecc ecc questa pellicola è meglio evitarla, sia per i dialoghi che per i risvolti della trama. Il Riot Club, così esclusivo, è un covo di vizi e viziati, un mix letale per moralità, tolleranza, educazione. La pellicola di per sé è un po' vuota, nel senso che manca un tocco più personale che valorizzi un racconto così spiazzante e rischioso se non viene direzionato con attenzione. Si può vedere, ben consci che non si tratta di una pellicola per 'tutte le occasioni'.
Parola chiave: Ristorante.
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Film 861 - Frank
Film di Natale parte quarta: l'atto finale.
Film 861: "Frank" (2014) di Leonard Abrahamson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Strana, strana, strana, strana, strana storia su un ragazzo che vorrebbe fare il musicista, la strampalata band che per caso lo accoglie e il criptico frontman che indossa tutto il giorno un enorme maschera a forma di testa gigante (ha il certificato!).
Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi da questo "Frank", ma dalle critiche entusiaste e i toni da commedia del trailer, pensavo di andare sul sicuro. Ora, non che lo abbia detestato o simili, ma di sicuro non posso dire di sentire una spasmodica voglia di rivederlo. E' una pellicola indie abbastanza strana e straniante, certamente non per tutti i gusti. Per non parlare, poi, della musica che fa la band, una roba che mi ha ricordato l'imbarazzante risultato musicale raggiunto da Scarlett Johansson quando ha voluto realizzare il suo album di cover di Tom Waits ("Anywhere I Lay My Head"). Cercando di non esprimere troppo il mio giudizio personale, direi che assolutamente non è il mio genere.
In generale, comunque, la storia di Frank/Michael Fassbender, la sua band e il nuovo arrivato Jon/Domhnall Gleeson non è malaccio ed è interessante, a dire il vero, scoprire come procedano per la creazione del loro album, tra particolari idee, suoni inusuali e strumenti inimmaginabili, per un processo creativo che è certamente piacevole da veder rappresentato. Per il resto, l'insofferenza generale di Clara, Nana e Baraque (Maggie Gyllenhaal, Carla Azar, François Civil), gli altri membri del gruppo, rndono piuttosto difficile seguire serenamente questa storia. E per serenamente intendo con un genuino interesse a scoprire come evolverà la trama. I 3, già di per sé strani, mixati alla follia di Frank, in aggiunta alla smania di integrazione - senza motivo, diciamocelo - di Jon, sono un connubio non facile da digerire per i 95 minuti di pellicola.
Insomma, questo "Frank" non è per nulla come me lo immaginavo e non è stata un'esperienza cinematografica che rifarei/consiglierei a tutti. E' un viaggio strampalato all'interno di un modo di vedere il mondo e le cose che non mi appartiene e che alla lunga fatico a digerire. Direi che l'estremismo alternativo, la naturale propensione al dramma, l'instabilità generale e l'antipatia particolare di alcuni sono tutti elementi che, fossero stati conditi con un tipo di humor meno nero e più evidente, probabilmente sarebbero riusciti a soddisfarmi. Per come, invece, questa pellicola è stata costruita, non posso dire che mi sia piaciuta o che si avvicini a ciò che ammiro in un film indie.
Box Office: £1,176,721
Consigli: Alcuni volti noti (Michael Fassbender, Domhnall Gleeson, Maggie Gyllenhaal), molte sessioni musicali, un evento cui partecipare (South by Southwest) e una testa di cartapesta per un film che, certamente, ha delle caratteristiche inusuali. Se piacciono le storie indipendenti un po' borderline, questo è assolutamente un titolo imperdibile. Per gli altri che, invece, preferiscono qualcosa di meno eccentrico o più positivo o anche solo con meno musica o più simpatia, forse "Frank" è un prodotto meno adatto o congeniale. Non è malvagio e la realizzazione tecnica è buona, come le performance degli attori - Gleeson è sempre più bravo -, ma la trama è stramba e non per tutti.
Parola chiave: Soronprfbs.
Trailer
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Bengi
Film 861: "Frank" (2014) di Leonard Abrahamson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Strana, strana, strana, strana, strana storia su un ragazzo che vorrebbe fare il musicista, la strampalata band che per caso lo accoglie e il criptico frontman che indossa tutto il giorno un enorme maschera a forma di testa gigante (ha il certificato!).
Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi da questo "Frank", ma dalle critiche entusiaste e i toni da commedia del trailer, pensavo di andare sul sicuro. Ora, non che lo abbia detestato o simili, ma di sicuro non posso dire di sentire una spasmodica voglia di rivederlo. E' una pellicola indie abbastanza strana e straniante, certamente non per tutti i gusti. Per non parlare, poi, della musica che fa la band, una roba che mi ha ricordato l'imbarazzante risultato musicale raggiunto da Scarlett Johansson quando ha voluto realizzare il suo album di cover di Tom Waits ("Anywhere I Lay My Head"). Cercando di non esprimere troppo il mio giudizio personale, direi che assolutamente non è il mio genere.
In generale, comunque, la storia di Frank/Michael Fassbender, la sua band e il nuovo arrivato Jon/Domhnall Gleeson non è malaccio ed è interessante, a dire il vero, scoprire come procedano per la creazione del loro album, tra particolari idee, suoni inusuali e strumenti inimmaginabili, per un processo creativo che è certamente piacevole da veder rappresentato. Per il resto, l'insofferenza generale di Clara, Nana e Baraque (Maggie Gyllenhaal, Carla Azar, François Civil), gli altri membri del gruppo, rndono piuttosto difficile seguire serenamente questa storia. E per serenamente intendo con un genuino interesse a scoprire come evolverà la trama. I 3, già di per sé strani, mixati alla follia di Frank, in aggiunta alla smania di integrazione - senza motivo, diciamocelo - di Jon, sono un connubio non facile da digerire per i 95 minuti di pellicola.
Insomma, questo "Frank" non è per nulla come me lo immaginavo e non è stata un'esperienza cinematografica che rifarei/consiglierei a tutti. E' un viaggio strampalato all'interno di un modo di vedere il mondo e le cose che non mi appartiene e che alla lunga fatico a digerire. Direi che l'estremismo alternativo, la naturale propensione al dramma, l'instabilità generale e l'antipatia particolare di alcuni sono tutti elementi che, fossero stati conditi con un tipo di humor meno nero e più evidente, probabilmente sarebbero riusciti a soddisfarmi. Per come, invece, questa pellicola è stata costruita, non posso dire che mi sia piaciuta o che si avvicini a ciò che ammiro in un film indie.
Box Office: £1,176,721
Consigli: Alcuni volti noti (Michael Fassbender, Domhnall Gleeson, Maggie Gyllenhaal), molte sessioni musicali, un evento cui partecipare (South by Southwest) e una testa di cartapesta per un film che, certamente, ha delle caratteristiche inusuali. Se piacciono le storie indipendenti un po' borderline, questo è assolutamente un titolo imperdibile. Per gli altri che, invece, preferiscono qualcosa di meno eccentrico o più positivo o anche solo con meno musica o più simpatia, forse "Frank" è un prodotto meno adatto o congeniale. Non è malvagio e la realizzazione tecnica è buona, come le performance degli attori - Gleeson è sempre più bravo -, ma la trama è stramba e non per tutti.
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venerdì 16 gennaio 2015
Film 860 - Maze Runner - Il labirinto
Cinematografia natalizia parte 3.
Film 860: "Maze Runner - Il labirinto" (2014) di Wes Ball
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Non pensavo di rivederlo così presto, ma il caso ha voluto che nella rosa di possibilità che lo streaming ci offriva, questo film fosse tra i titoli disponibili e appetibili. Convinto anche Marco, non rimaneva che vederlo.
"The Maze Runner" è riuscito a piacermi anche questa seconda volta, che pure conoscevo dove la storia sarebbe andata a parare. Le vicende nella radura e le avventure nel labirinto hanno rinnovato il loro fascino misterioso, riuscendo nel certamente non facile compito di destare interesse in un occhio già consapevole degli sviluppi. Anche Marco, tra l'altro, mi è sembrato quantomeno catturato dall'idea di base.
Quindi questa seconda visione di "Maze Runner - Il labirinto" ha confermato le mie prime buone impressioni riguardo a questo film per ragazzi, ma che va certamente bene anche per gli adulti. La suspense, l'avventura, la buona struttura narrativa della trama sono tutti elementi che regalano a questa pellicola un felice risultato finale, da parte mia francamente inatteso. E' sempre bello quando un film da cui non ti aspettavi niente ti sorprende in positivo. Buono il cast capitanato da Dylan O'Brien (meno capace Kaya Scodelario, francamente un po' anonima), sorprendente il ruolo di Patricia Clarkson, piacevole sorpresa finale.
Rimango in attesa di "The Maze Runner: Scorch Trials", prossimo capitolo di questa trilogia tratta dai libri di T.S. Nowlin. Se il risultato sarà buono come quello di questo film avrà di sicuro altrettanto successo.
Film 809 - Maze Runner - Il labirinto
Film 860 - Maze Runner - Il labirinto
Film 1505 - The Maze Runner
Film 1051 - Maze Runner - La fuga
Film 1614 - Maze Runner: The Death Cure
Box Office: $340,594,866
Consigli: Rispetto a quando ho scritto la prima recensione, questo film è riuscito ad incassare altri 40 milioni di dollari circa, suggellando ulteriormente l'idea di successo commerciale che già portava con sé. La cosa continua a colpirmi perché, a differenza di "Divergent" che ha incassato intorno ai 288 milioni di dollari, questo film che commercialmente è stato più redditizio, non ha però riscosso lo stesso successo popolare dell'altro. Shailene Woodley, Theo James e Ansel Elgort sono ormai delle giovani star affermate, mentre per quanto riguarda i protagonisti di questa saga, O'Brien a parte, non mi pare proprio si possa dire lo stesso. Tant'è, io consiglio la visione di questa pellicola, esempio se vogliamo raro di come si possa combinare un titolo teoricamente per ragazzi, rendendolo appetibile anche per il pubblico adulto o che non conosce la saga. Davvero una piacevole sorpresa.
Parola chiave: Sezione 7.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 860: "Maze Runner - Il labirinto" (2014) di Wes Ball
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Non pensavo di rivederlo così presto, ma il caso ha voluto che nella rosa di possibilità che lo streaming ci offriva, questo film fosse tra i titoli disponibili e appetibili. Convinto anche Marco, non rimaneva che vederlo.
"The Maze Runner" è riuscito a piacermi anche questa seconda volta, che pure conoscevo dove la storia sarebbe andata a parare. Le vicende nella radura e le avventure nel labirinto hanno rinnovato il loro fascino misterioso, riuscendo nel certamente non facile compito di destare interesse in un occhio già consapevole degli sviluppi. Anche Marco, tra l'altro, mi è sembrato quantomeno catturato dall'idea di base.
Quindi questa seconda visione di "Maze Runner - Il labirinto" ha confermato le mie prime buone impressioni riguardo a questo film per ragazzi, ma che va certamente bene anche per gli adulti. La suspense, l'avventura, la buona struttura narrativa della trama sono tutti elementi che regalano a questa pellicola un felice risultato finale, da parte mia francamente inatteso. E' sempre bello quando un film da cui non ti aspettavi niente ti sorprende in positivo. Buono il cast capitanato da Dylan O'Brien (meno capace Kaya Scodelario, francamente un po' anonima), sorprendente il ruolo di Patricia Clarkson, piacevole sorpresa finale.
Rimango in attesa di "The Maze Runner: Scorch Trials", prossimo capitolo di questa trilogia tratta dai libri di T.S. Nowlin. Se il risultato sarà buono come quello di questo film avrà di sicuro altrettanto successo.
Film 809 - Maze Runner - Il labirinto
Film 860 - Maze Runner - Il labirinto
Film 1505 - The Maze Runner
Film 1051 - Maze Runner - La fuga
Film 1614 - Maze Runner: The Death Cure
Box Office: $340,594,866
Consigli: Rispetto a quando ho scritto la prima recensione, questo film è riuscito ad incassare altri 40 milioni di dollari circa, suggellando ulteriormente l'idea di successo commerciale che già portava con sé. La cosa continua a colpirmi perché, a differenza di "Divergent" che ha incassato intorno ai 288 milioni di dollari, questo film che commercialmente è stato più redditizio, non ha però riscosso lo stesso successo popolare dell'altro. Shailene Woodley, Theo James e Ansel Elgort sono ormai delle giovani star affermate, mentre per quanto riguarda i protagonisti di questa saga, O'Brien a parte, non mi pare proprio si possa dire lo stesso. Tant'è, io consiglio la visione di questa pellicola, esempio se vogliamo raro di come si possa combinare un titolo teoricamente per ragazzi, rendendolo appetibile anche per il pubblico adulto o che non conosce la saga. Davvero una piacevole sorpresa.
Parola chiave: Sezione 7.
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The Maze Runner: Scorch Trials,
Thomas Brodie-Sangster,
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Will Poulter
Film 859 - Lincoln
Filmografia natalizia atto secondo.
Film 859: "Lincoln" (2012) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho comprato il dvd di questo film poco prima delle feste sia perché era in offerta (così ho preso anche quello di "Blue Jasmine", sia mai che non ho la filmografia completa di Cate Blanchett), sia perché avevo voglia di rivederlo. Il primo assaggio di "Lincoln", infatti, era stato al cinema in Lussemburgo, visione chiaramente in inglese, ma soprattutto senza sottotitoli, motivo per il quale non ero riuscito ad afferrare proprio tutte tutte le battute (soprattutto quelle relativamente alle leggi e al codice giuridico). Una seconda visione in italiano mi sembrava più alla mia portata, soprattutto considerate le fatiche delle feste.
Nonostante non si può certo dire che sia un film leggero per tutte le occasioni, ho rivisto volentieri l'ultima fatica registica di Spielberg, misto drammatico-biografico che tocca delicate questione come schiavitù, Guerra Civile americana e omicidio del presidente Lincoln. Il buon cast di attori Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader, Hal Holbrook, Tommy Lee Jones, John Hawkes, Lee Pace, Gloria Reuben, l'interessante e ben realizzata storia e una certa curiosità relativamente al sistema giuridico in generale mi hanno ben disposto nei confronti di questo titolo che, all'epoca, mi era piaciuto ma fatto un po' innervosire per lo scippato Oscar a Hugh Jackman (per "Les Misérables") e il mancato riconoscimento a Tommy Lee Jones. E' evidente che l'interpretazione di Daniel Day-Lewis sia una di quelle che sarà ricordata nel contesto del cinema mainstream anche se, ripeto, avrei preferito vedere Jackman finalmente celebrato per il suo buon lavoro.
Comunque la sensazione che mi ha lasciato questa pellicola mi ha ricordato quella che quando ero piccolo mi rimaneva di certi film(oni) che ciclicamente rivedvi - in tv, in videocassetta - e che, anche se straconosciuti, per qualche motivo guardavi sempre volentieri. Non c'è bisogno che siano titoli 'preferiti', semplicemente sono film che, per un motivo o per un altro, ti rimango impressi, ti danno questa sensazione di sicurezza: li vedi e non ci sarà delusione, perché anche se il tempo passa continueranno a piacerti. Ora, non so se effettivamente anche per "Lincoln" sarà così, ma, ripeto, la sensazione, l'impressione è stata quella. O forse è solo che Steven Spielberg è ancora in grado di fare la sua magia...
Ps. 2 Oscar: Miglior attore protagonista e Migliori scenografie su 12 nomination.
Film 506 - Lincoln
Box Office: $275.3 milioni
Consigli: 150 minuti di pellicola sotirco-biografica su vita, morte e miracoli del Presidente Lincoln non sono, mi rendo conto, cosa per tutti. Se ci aggiungiamo che, oltre al ritratto (minuzioso) del 16esimo presidente degli Stati Uniti, in mezzo ci sono una Guerra Civile (sudisti vs nordisti) e la questione dell'abolizione della schiavitù, diciamo che le cose non si fanno più semplici. Day-Lewis e Lee Jones sono i due per i quali davvero vale la pena dare una chance a questo prodotto cinematografico, per non parlare del fatto che la direzione di Spielberg è, in questo caso, riuscita e sensata ("War Horse" è stato uno scivolone imbarazzante). Io consiglio "Lincoln" anche solo per farsi un'idea storica o non dimenticare che la questione dell'uguaglianza è un tema ancora oggi molto attuale.
Parola chiave: Confederati.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 859: "Lincoln" (2012) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho comprato il dvd di questo film poco prima delle feste sia perché era in offerta (così ho preso anche quello di "Blue Jasmine", sia mai che non ho la filmografia completa di Cate Blanchett), sia perché avevo voglia di rivederlo. Il primo assaggio di "Lincoln", infatti, era stato al cinema in Lussemburgo, visione chiaramente in inglese, ma soprattutto senza sottotitoli, motivo per il quale non ero riuscito ad afferrare proprio tutte tutte le battute (soprattutto quelle relativamente alle leggi e al codice giuridico). Una seconda visione in italiano mi sembrava più alla mia portata, soprattutto considerate le fatiche delle feste.
Nonostante non si può certo dire che sia un film leggero per tutte le occasioni, ho rivisto volentieri l'ultima fatica registica di Spielberg, misto drammatico-biografico che tocca delicate questione come schiavitù, Guerra Civile americana e omicidio del presidente Lincoln. Il buon cast di attori Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader, Hal Holbrook, Tommy Lee Jones, John Hawkes, Lee Pace, Gloria Reuben, l'interessante e ben realizzata storia e una certa curiosità relativamente al sistema giuridico in generale mi hanno ben disposto nei confronti di questo titolo che, all'epoca, mi era piaciuto ma fatto un po' innervosire per lo scippato Oscar a Hugh Jackman (per "Les Misérables") e il mancato riconoscimento a Tommy Lee Jones. E' evidente che l'interpretazione di Daniel Day-Lewis sia una di quelle che sarà ricordata nel contesto del cinema mainstream anche se, ripeto, avrei preferito vedere Jackman finalmente celebrato per il suo buon lavoro.
Comunque la sensazione che mi ha lasciato questa pellicola mi ha ricordato quella che quando ero piccolo mi rimaneva di certi film(oni) che ciclicamente rivedvi - in tv, in videocassetta - e che, anche se straconosciuti, per qualche motivo guardavi sempre volentieri. Non c'è bisogno che siano titoli 'preferiti', semplicemente sono film che, per un motivo o per un altro, ti rimango impressi, ti danno questa sensazione di sicurezza: li vedi e non ci sarà delusione, perché anche se il tempo passa continueranno a piacerti. Ora, non so se effettivamente anche per "Lincoln" sarà così, ma, ripeto, la sensazione, l'impressione è stata quella. O forse è solo che Steven Spielberg è ancora in grado di fare la sua magia...
Ps. 2 Oscar: Miglior attore protagonista e Migliori scenografie su 12 nomination.
Film 506 - Lincoln
Box Office: $275.3 milioni
Consigli: 150 minuti di pellicola sotirco-biografica su vita, morte e miracoli del Presidente Lincoln non sono, mi rendo conto, cosa per tutti. Se ci aggiungiamo che, oltre al ritratto (minuzioso) del 16esimo presidente degli Stati Uniti, in mezzo ci sono una Guerra Civile (sudisti vs nordisti) e la questione dell'abolizione della schiavitù, diciamo che le cose non si fanno più semplici. Day-Lewis e Lee Jones sono i due per i quali davvero vale la pena dare una chance a questo prodotto cinematografico, per non parlare del fatto che la direzione di Spielberg è, in questo caso, riuscita e sensata ("War Horse" è stato uno scivolone imbarazzante). Io consiglio "Lincoln" anche solo per farsi un'idea storica o non dimenticare che la questione dell'uguaglianza è un tema ancora oggi molto attuale.
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Film 858 - Caccia a Ottobre Rosso
Film di Natale: comincia la sfilza di titoli che mi hanno accompagnato durante le feste in solitaria.
Film 858: "Caccia a Ottobre Rosso" (1990) di John McTiernan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mi sono sempre chiesto come fosse questo film, senza mai prendere in considerazione di vederlo davvero. Poi ho guardato la pellicola "Jack Ryan - L'iniziazione" e ho scoperto che più di un attore aveva interpretato il ruolo di Ryan al cinema, in particolare, oltre a Pine, Harrison Ford, Ben Affleck e Alec Baldwin in questo film. Jack Ryan è un personaggio di fantasia creato da Tom Clancy, protagonista dei suoi romanzi e dei relativi adattamenti cinematografici. La cosa, di per sé, mi ha incuriosito in quanto questo personaggio non ha mai davvero ottenuto una fama spiccata, nonostante gli attori importanti che lo hanno interpretato. Infine, in un negozio del centro ho trovato qualche tempo fa il dvd di "Caccia a Ottobre Rosso" a un prezzo ridicolo, il che mi ha spinto ulteriormente a dare una chance a questa pellicola. Mancava solo il periodo giusto in cui vederla, ovvero aspettare il Natale.
Non ho perso tempo, quindi, e il 25 dicembre mi sono 'sparato' questo titolo, esempio di blockbuster anni '90, quando ancora ci si doveva barcamenare per produrre effetti speciali credibili nonostante l'uso del pc fosse ancora tutto da interpretare. Devo dire, quindi, che la prima cosa che ho rilevato di "The Hunt for Red October" è certamente lo sforzo creativo per rendere verosimile e coinvolgente un'ambientazione sottomarina di certo tutt'altro che facile da ricreare. Nonostante evidenti gap rispetto all'attuale situazione degli effetti speciali, devo dire che il risultato è più che buono se consideriamo che il film è di 25 anni fa. In più si nota l'ottimo lavoro di montaggio, in grado di mostrare quanto basta - ovvero giusto un pelo oltre il molto poco - allo spettatore relativamente a sottomarini, missili e fondale.
Aspetti tecnici a parte (che agli Oscar del 1991 si portano a casa 2 nomination per Miglior montaggio e Miglior sonoro e l'Oscar per gli effetti sonori), non si può non parlare, poi, del nutrito cast che questa pellicola è in grado di sfoggiare. Sean Connery, Alec Baldwin, Scott Glenn, James Earl Jones, Sam Neill, Tim Curry, Stellan Skarsgård tutti presenti all'appello per questa storia che, come ben si capisce, ha la figura maschile al centro di tutta la vicenda. In particolare qui si parla di Stati Uniti VS Russia, sottomarini disertori e possibili attacchi missilistici, richieste d'asilo politico e l'incertezza del fidarsi di chi non parla la tua lingua e fino a ieri era tuo nemico.
Lo svolgimento della trama è, anche se un po' lento, piuttosto interessante e devo dire che mi è piaciuto il risultato finale. Quando l'azione prende il sopravvento e la suspense entra in gioco, la storia regala il suo meglio, lasciando chi guarda nell'incertezza di non pochi dubbi: il Capitano Marko Ramius/Connery ha davvero buone intenzioni o sta solo fingendo? Come faranno ad evitare che il sottomarino del Capitano Tupolev/Skarsgård distrugga quello di Ramius e che ne sarà dei suoi ufficiali se davvero riescono ad incontrarsi con gli americani?
Insomma, se i thriller a sfondo politico - per di più con una buona dose di ambientazioni claustrofobiche - piacciono, questo è sicuramente un titolo da non perdere. Sean Connery che parla russo è una di quelle curiosità cinematografiche che vanno soddisfatte, Alec Baldwin da giovane è quasi irriconoscibile e, inoltre, è carino recuperare la filmografia del personaggio di Ryan considerando l'eterogeneità degli attori che lo hanno interpretato e delle pellicole in cui è presente. Quindi "Caccia a Ottobre Rosso" può avere valide ragioni per convincervi a vederlo.
Box Office: $200,512,643
Consigli: Francamente temevo che questo fosse quel tipo di storia che vive di effetti speciali in quanto mancante di una parte narrativa convincente: non è così. "Caccia a Ottobre Rosso" è un buon titolo di intrattenimento, un mix di thriller e politica che contrappone i due attori della Guerra Fredda suggerendo le pericolose conseguenze di un attacco missilistico sottomarino da parte da parte dei russi, per poi virare all'improvviso suggerendo un completamente diverso scenario narrativo. La cosa non solo è ben architettata e realizzata, ma anche interessante da guardare. Mi rendo conto che per tematiche, tempistiche (134 minuti e una prefazione un po' fungina) e anno di realizzazione questo film potrebbe non essere per tutti appetibile, però ai più curiosi, suggerisco davvero di dare una chance "The Hunt for Red October", una pellicola da riscoprire.
Parola chiave: Caterpillar.
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Film 858: "Caccia a Ottobre Rosso" (1990) di John McTiernan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mi sono sempre chiesto come fosse questo film, senza mai prendere in considerazione di vederlo davvero. Poi ho guardato la pellicola "Jack Ryan - L'iniziazione" e ho scoperto che più di un attore aveva interpretato il ruolo di Ryan al cinema, in particolare, oltre a Pine, Harrison Ford, Ben Affleck e Alec Baldwin in questo film. Jack Ryan è un personaggio di fantasia creato da Tom Clancy, protagonista dei suoi romanzi e dei relativi adattamenti cinematografici. La cosa, di per sé, mi ha incuriosito in quanto questo personaggio non ha mai davvero ottenuto una fama spiccata, nonostante gli attori importanti che lo hanno interpretato. Infine, in un negozio del centro ho trovato qualche tempo fa il dvd di "Caccia a Ottobre Rosso" a un prezzo ridicolo, il che mi ha spinto ulteriormente a dare una chance a questa pellicola. Mancava solo il periodo giusto in cui vederla, ovvero aspettare il Natale.
Non ho perso tempo, quindi, e il 25 dicembre mi sono 'sparato' questo titolo, esempio di blockbuster anni '90, quando ancora ci si doveva barcamenare per produrre effetti speciali credibili nonostante l'uso del pc fosse ancora tutto da interpretare. Devo dire, quindi, che la prima cosa che ho rilevato di "The Hunt for Red October" è certamente lo sforzo creativo per rendere verosimile e coinvolgente un'ambientazione sottomarina di certo tutt'altro che facile da ricreare. Nonostante evidenti gap rispetto all'attuale situazione degli effetti speciali, devo dire che il risultato è più che buono se consideriamo che il film è di 25 anni fa. In più si nota l'ottimo lavoro di montaggio, in grado di mostrare quanto basta - ovvero giusto un pelo oltre il molto poco - allo spettatore relativamente a sottomarini, missili e fondale.
Aspetti tecnici a parte (che agli Oscar del 1991 si portano a casa 2 nomination per Miglior montaggio e Miglior sonoro e l'Oscar per gli effetti sonori), non si può non parlare, poi, del nutrito cast che questa pellicola è in grado di sfoggiare. Sean Connery, Alec Baldwin, Scott Glenn, James Earl Jones, Sam Neill, Tim Curry, Stellan Skarsgård tutti presenti all'appello per questa storia che, come ben si capisce, ha la figura maschile al centro di tutta la vicenda. In particolare qui si parla di Stati Uniti VS Russia, sottomarini disertori e possibili attacchi missilistici, richieste d'asilo politico e l'incertezza del fidarsi di chi non parla la tua lingua e fino a ieri era tuo nemico.
Lo svolgimento della trama è, anche se un po' lento, piuttosto interessante e devo dire che mi è piaciuto il risultato finale. Quando l'azione prende il sopravvento e la suspense entra in gioco, la storia regala il suo meglio, lasciando chi guarda nell'incertezza di non pochi dubbi: il Capitano Marko Ramius/Connery ha davvero buone intenzioni o sta solo fingendo? Come faranno ad evitare che il sottomarino del Capitano Tupolev/Skarsgård distrugga quello di Ramius e che ne sarà dei suoi ufficiali se davvero riescono ad incontrarsi con gli americani?
Insomma, se i thriller a sfondo politico - per di più con una buona dose di ambientazioni claustrofobiche - piacciono, questo è sicuramente un titolo da non perdere. Sean Connery che parla russo è una di quelle curiosità cinematografiche che vanno soddisfatte, Alec Baldwin da giovane è quasi irriconoscibile e, inoltre, è carino recuperare la filmografia del personaggio di Ryan considerando l'eterogeneità degli attori che lo hanno interpretato e delle pellicole in cui è presente. Quindi "Caccia a Ottobre Rosso" può avere valide ragioni per convincervi a vederlo.
Box Office: $200,512,643
Consigli: Francamente temevo che questo fosse quel tipo di storia che vive di effetti speciali in quanto mancante di una parte narrativa convincente: non è così. "Caccia a Ottobre Rosso" è un buon titolo di intrattenimento, un mix di thriller e politica che contrappone i due attori della Guerra Fredda suggerendo le pericolose conseguenze di un attacco missilistico sottomarino da parte da parte dei russi, per poi virare all'improvviso suggerendo un completamente diverso scenario narrativo. La cosa non solo è ben architettata e realizzata, ma anche interessante da guardare. Mi rendo conto che per tematiche, tempistiche (134 minuti e una prefazione un po' fungina) e anno di realizzazione questo film potrebbe non essere per tutti appetibile, però ai più curiosi, suggerisco davvero di dare una chance "The Hunt for Red October", una pellicola da riscoprire.
Parola chiave: Caterpillar.
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giovedì 15 gennaio 2015
Oscars 2015: le nomination
Dopo l'annuncio delle candidature da parte di Cheryl Boone Isaacs, J. J. Abrams, Alfonso Cuarón e Chris Pine, francamente, per un attimo sono rimasto di sasso.
Troppo ben abituato alla generale scopiazzatura tra un evento di questo genere e l'altro, avevo dato per scontato che cinquine dei Golden Globes e relativi vincitori sarebbero stati più o meno identici anche agli Oscar. Errore, grande errore.
Se, da un lato, la cosa mi ha sinceramente scioccato, devo dire che dall'altro apprezzo la scelta più indipendente, ovvero il piglio più genuino che gli Oscar dimostrano quantomeno nelle cinquine, evitando scivoloni un po' imbarazzanti determinati da un eccesso di categorie (quest'anno, i più evidenti ai Golden Globes erano nella categoria Attrice protagonista Musical o Commedia, con le candidature di Quvenzhané Wallis per "Annie" e Helen Mirren per "Amore, cucina e curry").
Tutto sommato quindi, superata l'iniziale diffidenza, devo dire che in generale posso capire le scelte. Meno nella categoria Miglior canzone originale, ma da questo punto di vista gli Academy Awards sono sempre stati meno commerciali dei Golden Globes. Forse, però, a Lana Del Rey una chance potevano darla.
In generale, comunque, qualche previsione confermata c'è stata: "Birdman" si porta a casa 9 candidature, "Boyhood" 6, "The Imitation Game" 8, "Theory of Everything" e "Foxcatcher" 5, "The Grand Budapest Hotel" 9. Le vere soprese sono state le solo due candidature di "Selma" (film e canzone), le 4 di "Mr. Turner" (vincitore a Cannes per Timothy Spall Miglior attore), 5 per "Interstellar" (tutte tecniche); le vere sorprese, però, sono soprattutto le 6 di "American Sniper" (0 ai Golden Globes) e le 5 di "Whiplash" (1 nomination con vittoria ai Golden Globes) entrambi candidati anche a Miglior film), ma anche le 3 di "Unbroken". Nelle categorie attoriali va detto che c'è stato un po' di rimpasto, qualche grande sopresa e decisamente molti nomi totalmente nuovi. Per quanto riguarda le sorprese, quelle in negativo sono l'assenza di Amy Adams per "Big Eyes" (vincitrice del Golden Globe), David Oyelowo per "Selma" (ma il fattore razzismo era già stato ampiamente celebrato l'anno scorso con le vittorie di "12 anni schiavo"), Jennifer Aniston per "Cake" (data per certa) e soprattutto Jake Gyllenhaal per "Nightcrawler" che certamente meritava una candidatura. In positivo, si aggiudicano - veramente a sorpresa - una candidatura Bradley Cooper per "American Sniper" (alla sua terza nomination in 3 anni), Marion Cotillard per "Deux jours, une nuit" (a spese della Adams) e per "Wild" Laura Dern (che non si aggiudicava una nomination dal 1992 e soprattutto il cui padre ha avuto una nomination l'anno scorso per "Nebraska").
Per quanto riguarda i volti nuovi degli Academy Awards, gli attori che hanno ricevuto oggi la loro prima nomination sono 4 su 5 per il Miglior attore protagonista (Michael Keaton, Benedict Cumberbatch, Eddie Redmayne e Steve Carell), Felicity Jones e Rosamund Pike per la Miglior attrice protagonista e per quanto riguarda i non protagonisti J.K. Simmons tra gli uomini, Patricia Arquette ed Emma Stone tra le donne. Un po' ridondanti, francamente, la settima candidatura di Robert Duvall per "The Judge" e la **esima di Meryl Streep per "Into the Woods" (per la precisione Meryl è a quota 19 candidature - record di sempre - di cui l'ultima l'anno scorso e 3 premi vinti).
Piacevoli sorprese sono state certamente il meritato riconoscimento (finalmente!) a Wes Anderson alla regia e la doppia candidatura nella categoria Miglior colonna sonora per il bravissimo Alexandre Desplat, arrivato a 8 candidature e 0 vittorie (anche se neppure questo sembrerebbe essere l'anno buono se si guarda ai Golden Globes).
In fine, una particolare menzione per i redivivi o, in questo particolare caso, i redidivi, star dimenticate che hanno ribaltato la loro situazione di stella in ombra grazie a una grande stagione quest'anno culminata proprio con la nomination di oggi: la già citata Laura Dern (ultima nomination 1992), Michael Keaton (mai avuta una candidatura in 30 anni di carriera), Patricia Arquette (0 nomination in quasi 30 anni di carriera), Edward Norton (che non vede una nomination dal '99), Alejandro González Iñárritu (che a parte 2 candidature nel 2007 non si è visto riconoscere nient'altro) e soprattutto Julianne Moore che dopo un exploit di 4 nomination, di cui ben 2 nel 2003, è stata da lì in poi ignorata.
Insomma, l'Academy quest'anno è riuscita a ribadire la propria supremazia in fatto di premi cinematografici ribaltando certe sicurezze che parevano garantite da altri contesti e promettendo un'edizione certamente interessante. Chi porterà a casa più statuette, quale sarà il miglior film dell'anno, ce la farà Richard Linklater a trionfare alla regia (fatti fuori Fincher e Nolan dalla cinquina della regia...)?
Le risposte definitive domenica 22 febbraio quando Neil Patrick Harris presenterà l'ottantasettesima edizione degli Oscar! Nel frattempo, naturalmente, tutte le categorie e i candidati di quest'anno. And the Oscar goes to...
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The 87th Academy Awards ceremony, presented by the Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS), is scheduled to take place on February 22, 2015, at the Dolby Theatre in Hollywood, Los Angeles. The Academy gave Academy Honorary Awards to Jean-Claude Carrière, Hayao Miyazaki and Maureen O’Hara and a Jean Hersholt Humanitarian Award to Harry Belafonte in November 2014.
Actor Neil Patrick Harris is scheduled to host the ceremony for the first time.
The nominees for the 87th Academy Awards were announced today at the Samuel Goldwyn Theater in Beverly Hills, California, by Cheryl Boone Isaacs, president of the Academy, directors J. J. Abrams and Alfonso Cuarón, and actor Chris Pine.
Best Motion Picture of the Year
Nominees:
American Sniper (2014): Clint Eastwood, Robert Lorenz, Andrew Lazar, Bradley Cooper, Peter Morgan
Birdman (2014): Alejandro González Iñárritu, John Lesher, James W. Skotchdopole
Boyhood (2014/I): Richard Linklater, Cathleen Sutherland
The Imitation Game (2014): Nora Grossman, Ido Ostrowsky, Teddy Schwarzman
The Grand Budapest Hotel (2014): Wes Anderson, Scott Rudin, Steven M. Rales, Jeremy Dawson
Selma (2014): Christian Colson, Oprah Winfrey, Dede Gardner, Jeremy Kleiner
The Theory of Everything (2014): Tim Bevan, Eric Fellner, Lisa Bruce, Anthony McCarten
Whiplash (2014): Jason Blum, Helen Estabrook, David Lancaster
Best Performance by an Actor in a Leading Role
Nominees:
Steve Carell for Foxcatcher (2014)
Benedict Cumberbatch for The Imitation Game (2014)
Bradley Cooper for American Sniper (2014)
Michael Keaton for Birdman (2014)
Eddie Redmayne for The Theory of Everything (2014)
Best Performance by an Actress in a Leading Role
Nominees:
Marion Cotillard for Two Days, One Night (2014)
Felicity Jones for The Theory of Everything (2014)
Rosamund Pike for Gone Girl (2014)
Julianne Moore for Still Alice (2014)
Reese Witherspoon for Wild (2014)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role
Nominees:
Robert Duvall for The Judge (2014)
Ethan Hawke for Boyhood (2014/I)
Edward Norton for Birdman (2014)
Mark Ruffalo for Foxcatcher (2014)
J.K. Simmons for Whiplash (2014)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role
Nominees:
Patricia Arquette for Boyhood (2014/I)
Laura Dern for Wild (2014)
Keira Knightley for The Imitation Game (2014)
Emma Stone for Birdman (2014)
Meryl Streep for Into the Woods (2014)
Best Achievement in Directing
Nominees:
Richard Linklater for Boyhood (2014/I)
Alejandro González Iñárritu for Birdman (2014)
Bennett Miller for Foxcatcher (2014)
Wes Anderson for The Grand Budapest Hotel (2014)
Morten Tyldum for The Imitation Game (2014)
Best Writing, Screenplay Written Directly for the Screen
Nominees:
Boyhood (2014/I): Richard Linklater
Birdman (2014): Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris, Armando Bo
Foxcatcher (2014): E. Max Frye, Dan Futterman
The Grand Budapest Hotel (2014): Wes Anderson, Hugo Guinness
Nightcrawler (2014): Dan Gilroy
Best Writing, Screenplay Based on Material Previously Produced or Published
Nominees:
American Sniper (2014): Jason Hall
Inherent Vice (2014): Paul Thomas Anderson
The Imitation Game (2014): Graham Moore
The Theory of Everything (2014): Anthony McCarten
Whiplash (2014): Damien Chazelle
Best Animated Feature Film of the Year
Nominees:
Boxtrolls (2014)
Big Hero 6 (2014)
How to Train Your Dragon 2 (2014)
Song of the Sea (2014)
The Tale of the Princess Kaguya (2013)
Best Foreign Language Film of the Year
Nominees:
Mandariinid (2013): Zaza Urushadze
Ida (2013): Pawel Pawlikowski
Leviafan (2014): Andrey Zvyagintsev
Relatos salvajes (2014): Damián Szifrón
Timbuktu (2014): Abderrahmane Sissako
Best Achievement in Cinematography
Nominees:
Birdman (2014): Emmanuel Lubezki
The Grand Budapest Hotel (2014): Robert D. Yeoman
Mr. Turner (2014): Dick Pope
Unbroken (2014/I): Roger Deakins
Ida (2013): Lukasz Zal, Ryszard Lenczewski
Best Achievement in Editing
Nominees:
Boyhood (2014/I): Sandra Adair
The Imitation Game (2014): William Goldenberg
The Grand Budapest Hotel (2014): Barney Pilling
Whiplash (2014): Tom Cross
American Sniper (2014): Joel Cox, Gary Roach
Best Achievement in Production Design
Nominees:
The Grand Budapest Hotel (2014): Adam Stockhausen, Anna Pinnock
The Imitation Game (2014): Maria Djurkovic, Tatiana Macdonald
Interstellar (2014): Nathan Crowley, Gary Fettis
Into the Woods (2014): Dennis Gassner, Anna Pinnock
Mr. Turner (2014): Suzie Davies, Charlotte Watts
Best Achievement in Costume Design
Nominees:
The Grand Budapest Hotel (2014): Milena Canonero
Inherent Vice (2014): Mark Bridges
Into the Woods (2014): Colleen Atwood
Maleficent (2014): Anna B. Sheppard, Jane Clive
Mr. Turner (2014): Jacqueline Durran
Best Achievement in Makeup and Hairstyling
Nominees:
Foxcatcher (2014): Bill Corso, Dennis Liddiard
The Grand Budapest Hotel (2014): Frances Hannon, Mark Coulier
Guardians of the Galaxy (2014): Elizabeth Yianni-Georgiou, David White
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Score
Nominees:
The Imitation Game (2014): Alexandre Desplat
The Grand Budapest Hotel (2014): Alexandre Desplat
Interstellar (2014): Hans Zimmer
The Theory of Everything (2014): Jóhann Jóhannsson
Mr. Turner (2014): Gary Yershon
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song
Nominees:
Selma (2014): Common, John Legend (Glory)
Begin Again (2013/II): Gregg Alexander, Danielle Brisebois (Lost Stars)
The Lego Movie (2014): Jo Li, Andy Samberg, Jorma Taccone, Akiva Schaffer (Everything is Awesome)
Beyond the Lights (2014): Diane Warren (Grateful)
Glen Campbell: I'll Be Me (2014): Glen Campbell, Julian Raymond
Best Achievement in Sound Mixing
Nominees:
American Sniper (2014): John T. Reitz, Gregg Rudloff, Walt Martin
Birdman (2014): Jon Taylor, Frank A. Montaño, Thomas Varga
Interstellar (2014): Gary Rizzo, Gregg Landaker, Mark Weingarten
Unbroken (2014/I): Jon Taylor, Frank A. Montaño, David Lee
Whiplash (2014): Craig Mann, Ben Wilkins, Thomas Curley
Best Achievement in Sound Editing
Nominees:
American Sniper (2014): Alan Robert Murray, Bub Asman
Birdman (2014): Aaron Glascock, Martín Hernández
The Hobbit: The Battle of the Five Armies (2014): Brent Burge, Jason Canovas
Interstellar (2014): Richard King
Unbroken (2014/I): Becky Sullivan, Andrew DeCristofaro
Best Achievement in Visual Effects
Nominees:
Captain America: The Winter Soldier (2014): Dan Deleeuw, Russell Earl, Bryan Grill, Daniel Sudick
Dawn of the Planet of the Apes (2014): Joe Letteri, Dan Lemmon, Daniel Barrett, Erik Winquist
Guardians of the Galaxy (2014): Stephane Ceretti, Nicolas Aithadi, Jonathan Fawkner, Paul Corbould
Interstellar (2014): Paul J. Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter, Scott R. Fisher
X-Men: Days of Future Past (2014): Richard Stammers, Lou Pecora, Tim Crosbie, Cameron Waldbauer
Best Documentary, Feature
Nominees:
Citizenfour (2014): Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy, Dirk Wilutzky
Alla ricerca di Vivian Maier (2013): John Maloof, Charlie Siskel
Last Days in Vietnam (2014): Rory Kennedy, Keven McAlester
Il sale della terra (2014): Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado, David Rosier
Virunga (2014): Orlando von Einsiedel, Joanna Natasegara
Best Documentary, Short Subject
Nominees:
Crisis Hotline: Veterans Press 1 (2013): Ellen Goosenberg Kent, Dana Perry
Joanna (2013/I): Aneta Kopacz
Nasza klatwa (2013): Tomasz Sliwinski, Maciej Slesicki
La parka (2013/I): Gabriel Serra
White Earth (2014): Christian Jensen
Best Short Film, Animated
Nominees:
The Bigger Picture (2014/I): Daisy Jacobs
The Dam Keeper (2014): Robert Kondo
Feast (2014): Patrick Osborne and Kristina Reed
Me and My Moulton (2014): Torill Kove
A Single Life (2014): Joris Oprins
Best Short Film, Live Action
Nominees:
Aya (2012/I): Oded Binnun, Mihal Brezis
Boogaloo and Graham (2014): Michael Lennox, Ronan Blaney
La lampe au beurre de yak (2013): Wei Hu, Julien Féret
Parvaneh (2012): Talkhon Hamzavi, Stefan Eichenberger
The Phone Call (2013): Mat Kirkby, James Lucas
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Bengi
Troppo ben abituato alla generale scopiazzatura tra un evento di questo genere e l'altro, avevo dato per scontato che cinquine dei Golden Globes e relativi vincitori sarebbero stati più o meno identici anche agli Oscar. Errore, grande errore.
Se, da un lato, la cosa mi ha sinceramente scioccato, devo dire che dall'altro apprezzo la scelta più indipendente, ovvero il piglio più genuino che gli Oscar dimostrano quantomeno nelle cinquine, evitando scivoloni un po' imbarazzanti determinati da un eccesso di categorie (quest'anno, i più evidenti ai Golden Globes erano nella categoria Attrice protagonista Musical o Commedia, con le candidature di Quvenzhané Wallis per "Annie" e Helen Mirren per "Amore, cucina e curry").
Tutto sommato quindi, superata l'iniziale diffidenza, devo dire che in generale posso capire le scelte. Meno nella categoria Miglior canzone originale, ma da questo punto di vista gli Academy Awards sono sempre stati meno commerciali dei Golden Globes. Forse, però, a Lana Del Rey una chance potevano darla.
In generale, comunque, qualche previsione confermata c'è stata: "Birdman" si porta a casa 9 candidature, "Boyhood" 6, "The Imitation Game" 8, "Theory of Everything" e "Foxcatcher" 5, "The Grand Budapest Hotel" 9. Le vere soprese sono state le solo due candidature di "Selma" (film e canzone), le 4 di "Mr. Turner" (vincitore a Cannes per Timothy Spall Miglior attore), 5 per "Interstellar" (tutte tecniche); le vere sorprese, però, sono soprattutto le 6 di "American Sniper" (0 ai Golden Globes) e le 5 di "Whiplash" (1 nomination con vittoria ai Golden Globes) entrambi candidati anche a Miglior film), ma anche le 3 di "Unbroken". Nelle categorie attoriali va detto che c'è stato un po' di rimpasto, qualche grande sopresa e decisamente molti nomi totalmente nuovi. Per quanto riguarda le sorprese, quelle in negativo sono l'assenza di Amy Adams per "Big Eyes" (vincitrice del Golden Globe), David Oyelowo per "Selma" (ma il fattore razzismo era già stato ampiamente celebrato l'anno scorso con le vittorie di "12 anni schiavo"), Jennifer Aniston per "Cake" (data per certa) e soprattutto Jake Gyllenhaal per "Nightcrawler" che certamente meritava una candidatura. In positivo, si aggiudicano - veramente a sorpresa - una candidatura Bradley Cooper per "American Sniper" (alla sua terza nomination in 3 anni), Marion Cotillard per "Deux jours, une nuit" (a spese della Adams) e per "Wild" Laura Dern (che non si aggiudicava una nomination dal 1992 e soprattutto il cui padre ha avuto una nomination l'anno scorso per "Nebraska").
Per quanto riguarda i volti nuovi degli Academy Awards, gli attori che hanno ricevuto oggi la loro prima nomination sono 4 su 5 per il Miglior attore protagonista (Michael Keaton, Benedict Cumberbatch, Eddie Redmayne e Steve Carell), Felicity Jones e Rosamund Pike per la Miglior attrice protagonista e per quanto riguarda i non protagonisti J.K. Simmons tra gli uomini, Patricia Arquette ed Emma Stone tra le donne. Un po' ridondanti, francamente, la settima candidatura di Robert Duvall per "The Judge" e la **esima di Meryl Streep per "Into the Woods" (per la precisione Meryl è a quota 19 candidature - record di sempre - di cui l'ultima l'anno scorso e 3 premi vinti).
Piacevoli sorprese sono state certamente il meritato riconoscimento (finalmente!) a Wes Anderson alla regia e la doppia candidatura nella categoria Miglior colonna sonora per il bravissimo Alexandre Desplat, arrivato a 8 candidature e 0 vittorie (anche se neppure questo sembrerebbe essere l'anno buono se si guarda ai Golden Globes).
In fine, una particolare menzione per i redivivi o, in questo particolare caso, i redidivi, star dimenticate che hanno ribaltato la loro situazione di stella in ombra grazie a una grande stagione quest'anno culminata proprio con la nomination di oggi: la già citata Laura Dern (ultima nomination 1992), Michael Keaton (mai avuta una candidatura in 30 anni di carriera), Patricia Arquette (0 nomination in quasi 30 anni di carriera), Edward Norton (che non vede una nomination dal '99), Alejandro González Iñárritu (che a parte 2 candidature nel 2007 non si è visto riconoscere nient'altro) e soprattutto Julianne Moore che dopo un exploit di 4 nomination, di cui ben 2 nel 2003, è stata da lì in poi ignorata.
Insomma, l'Academy quest'anno è riuscita a ribadire la propria supremazia in fatto di premi cinematografici ribaltando certe sicurezze che parevano garantite da altri contesti e promettendo un'edizione certamente interessante. Chi porterà a casa più statuette, quale sarà il miglior film dell'anno, ce la farà Richard Linklater a trionfare alla regia (fatti fuori Fincher e Nolan dalla cinquina della regia...)?
Le risposte definitive domenica 22 febbraio quando Neil Patrick Harris presenterà l'ottantasettesima edizione degli Oscar! Nel frattempo, naturalmente, tutte le categorie e i candidati di quest'anno. And the Oscar goes to...
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The 87th Academy Awards ceremony, presented by the Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS), is scheduled to take place on February 22, 2015, at the Dolby Theatre in Hollywood, Los Angeles. The Academy gave Academy Honorary Awards to Jean-Claude Carrière, Hayao Miyazaki and Maureen O’Hara and a Jean Hersholt Humanitarian Award to Harry Belafonte in November 2014.
Actor Neil Patrick Harris is scheduled to host the ceremony for the first time.
The nominees for the 87th Academy Awards were announced today at the Samuel Goldwyn Theater in Beverly Hills, California, by Cheryl Boone Isaacs, president of the Academy, directors J. J. Abrams and Alfonso Cuarón, and actor Chris Pine.
The 87th Annual Academy Awards
Best Motion Picture of the Year
Nominees:
American Sniper (2014): Clint Eastwood, Robert Lorenz, Andrew Lazar, Bradley Cooper, Peter Morgan
Birdman (2014): Alejandro González Iñárritu, John Lesher, James W. Skotchdopole
Boyhood (2014/I): Richard Linklater, Cathleen Sutherland
The Imitation Game (2014): Nora Grossman, Ido Ostrowsky, Teddy Schwarzman
The Grand Budapest Hotel (2014): Wes Anderson, Scott Rudin, Steven M. Rales, Jeremy Dawson
Selma (2014): Christian Colson, Oprah Winfrey, Dede Gardner, Jeremy Kleiner
The Theory of Everything (2014): Tim Bevan, Eric Fellner, Lisa Bruce, Anthony McCarten
Whiplash (2014): Jason Blum, Helen Estabrook, David Lancaster
Best Performance by an Actor in a Leading Role
Nominees:
Steve Carell for Foxcatcher (2014)
Benedict Cumberbatch for The Imitation Game (2014)
Bradley Cooper for American Sniper (2014)
Michael Keaton for Birdman (2014)
Eddie Redmayne for The Theory of Everything (2014)
Best Performance by an Actress in a Leading Role
Nominees:
Marion Cotillard for Two Days, One Night (2014)
Felicity Jones for The Theory of Everything (2014)
Rosamund Pike for Gone Girl (2014)
Julianne Moore for Still Alice (2014)
Reese Witherspoon for Wild (2014)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role
Nominees:
Robert Duvall for The Judge (2014)
Ethan Hawke for Boyhood (2014/I)
Edward Norton for Birdman (2014)
Mark Ruffalo for Foxcatcher (2014)
J.K. Simmons for Whiplash (2014)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role
Nominees:
Patricia Arquette for Boyhood (2014/I)
Laura Dern for Wild (2014)
Keira Knightley for The Imitation Game (2014)
Emma Stone for Birdman (2014)
Meryl Streep for Into the Woods (2014)
Best Achievement in Directing
Nominees:
Richard Linklater for Boyhood (2014/I)
Alejandro González Iñárritu for Birdman (2014)
Bennett Miller for Foxcatcher (2014)
Wes Anderson for The Grand Budapest Hotel (2014)
Morten Tyldum for The Imitation Game (2014)
Best Writing, Screenplay Written Directly for the Screen
Nominees:
Boyhood (2014/I): Richard Linklater
Birdman (2014): Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris, Armando Bo
Foxcatcher (2014): E. Max Frye, Dan Futterman
The Grand Budapest Hotel (2014): Wes Anderson, Hugo Guinness
Nightcrawler (2014): Dan Gilroy
Best Writing, Screenplay Based on Material Previously Produced or Published
Nominees:
American Sniper (2014): Jason Hall
Inherent Vice (2014): Paul Thomas Anderson
The Imitation Game (2014): Graham Moore
The Theory of Everything (2014): Anthony McCarten
Whiplash (2014): Damien Chazelle
Best Animated Feature Film of the Year
Nominees:
Boxtrolls (2014)
Big Hero 6 (2014)
How to Train Your Dragon 2 (2014)
Song of the Sea (2014)
The Tale of the Princess Kaguya (2013)
Best Foreign Language Film of the Year
Nominees:
Mandariinid (2013): Zaza Urushadze
Ida (2013): Pawel Pawlikowski
Leviafan (2014): Andrey Zvyagintsev
Relatos salvajes (2014): Damián Szifrón
Timbuktu (2014): Abderrahmane Sissako
Best Achievement in Cinematography
Nominees:
Birdman (2014): Emmanuel Lubezki
The Grand Budapest Hotel (2014): Robert D. Yeoman
Mr. Turner (2014): Dick Pope
Unbroken (2014/I): Roger Deakins
Ida (2013): Lukasz Zal, Ryszard Lenczewski
Best Achievement in Editing
Nominees:
Boyhood (2014/I): Sandra Adair
The Imitation Game (2014): William Goldenberg
The Grand Budapest Hotel (2014): Barney Pilling
Whiplash (2014): Tom Cross
American Sniper (2014): Joel Cox, Gary Roach
Best Achievement in Production Design
Nominees:
The Grand Budapest Hotel (2014): Adam Stockhausen, Anna Pinnock
The Imitation Game (2014): Maria Djurkovic, Tatiana Macdonald
Interstellar (2014): Nathan Crowley, Gary Fettis
Into the Woods (2014): Dennis Gassner, Anna Pinnock
Mr. Turner (2014): Suzie Davies, Charlotte Watts
Best Achievement in Costume Design
Nominees:
The Grand Budapest Hotel (2014): Milena Canonero
Inherent Vice (2014): Mark Bridges
Into the Woods (2014): Colleen Atwood
Maleficent (2014): Anna B. Sheppard, Jane Clive
Mr. Turner (2014): Jacqueline Durran
Best Achievement in Makeup and Hairstyling
Nominees:
Foxcatcher (2014): Bill Corso, Dennis Liddiard
The Grand Budapest Hotel (2014): Frances Hannon, Mark Coulier
Guardians of the Galaxy (2014): Elizabeth Yianni-Georgiou, David White
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Score
Nominees:
The Imitation Game (2014): Alexandre Desplat
The Grand Budapest Hotel (2014): Alexandre Desplat
Interstellar (2014): Hans Zimmer
The Theory of Everything (2014): Jóhann Jóhannsson
Mr. Turner (2014): Gary Yershon
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song
Nominees:
Selma (2014): Common, John Legend (Glory)
Begin Again (2013/II): Gregg Alexander, Danielle Brisebois (Lost Stars)
The Lego Movie (2014): Jo Li, Andy Samberg, Jorma Taccone, Akiva Schaffer (Everything is Awesome)
Beyond the Lights (2014): Diane Warren (Grateful)
Glen Campbell: I'll Be Me (2014): Glen Campbell, Julian Raymond
Best Achievement in Sound Mixing
Nominees:
American Sniper (2014): John T. Reitz, Gregg Rudloff, Walt Martin
Birdman (2014): Jon Taylor, Frank A. Montaño, Thomas Varga
Interstellar (2014): Gary Rizzo, Gregg Landaker, Mark Weingarten
Unbroken (2014/I): Jon Taylor, Frank A. Montaño, David Lee
Whiplash (2014): Craig Mann, Ben Wilkins, Thomas Curley
Best Achievement in Sound Editing
Nominees:
American Sniper (2014): Alan Robert Murray, Bub Asman
Birdman (2014): Aaron Glascock, Martín Hernández
The Hobbit: The Battle of the Five Armies (2014): Brent Burge, Jason Canovas
Interstellar (2014): Richard King
Unbroken (2014/I): Becky Sullivan, Andrew DeCristofaro
Best Achievement in Visual Effects
Nominees:
Captain America: The Winter Soldier (2014): Dan Deleeuw, Russell Earl, Bryan Grill, Daniel Sudick
Dawn of the Planet of the Apes (2014): Joe Letteri, Dan Lemmon, Daniel Barrett, Erik Winquist
Guardians of the Galaxy (2014): Stephane Ceretti, Nicolas Aithadi, Jonathan Fawkner, Paul Corbould
Interstellar (2014): Paul J. Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter, Scott R. Fisher
X-Men: Days of Future Past (2014): Richard Stammers, Lou Pecora, Tim Crosbie, Cameron Waldbauer
Best Documentary, Feature
Nominees:
Citizenfour (2014): Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy, Dirk Wilutzky
Alla ricerca di Vivian Maier (2013): John Maloof, Charlie Siskel
Last Days in Vietnam (2014): Rory Kennedy, Keven McAlester
Il sale della terra (2014): Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado, David Rosier
Virunga (2014): Orlando von Einsiedel, Joanna Natasegara
Best Documentary, Short Subject
Nominees:
Crisis Hotline: Veterans Press 1 (2013): Ellen Goosenberg Kent, Dana Perry
Joanna (2013/I): Aneta Kopacz
Nasza klatwa (2013): Tomasz Sliwinski, Maciej Slesicki
La parka (2013/I): Gabriel Serra
White Earth (2014): Christian Jensen
Best Short Film, Animated
Nominees:
The Bigger Picture (2014/I): Daisy Jacobs
The Dam Keeper (2014): Robert Kondo
Feast (2014): Patrick Osborne and Kristina Reed
Me and My Moulton (2014): Torill Kove
A Single Life (2014): Joris Oprins
Best Short Film, Live Action
Nominees:
Aya (2012/I): Oded Binnun, Mihal Brezis
Boogaloo and Graham (2014): Michael Lennox, Ronan Blaney
La lampe au beurre de yak (2013): Wei Hu, Julien Féret
Parvaneh (2012): Talkhon Hamzavi, Stefan Eichenberger
The Phone Call (2013): Mat Kirkby, James Lucas
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Oscar nomination 2015: Live telecast
Manca pochissimo all'annuncio delle dandidature agli Oscar 2015!
Quest'anno a presentare le nomination - divise per la prima volta in due parti - saranno prima Alfonso Cuarón e J.J. Abrams per le candidature Animated Feature Film, Documentary Feature, Documentary Short Subject, Film Editing, Original Song, Production Design, Animated Short Film, Live Action Short Film, Sound Editing, Sound Mixing e Visual Effects.
Seguiranno Chris Pine e Cheryl Boone Isaacs a distanza di 8 minuti a presentare le cinquine per le categorie Best Actor, Best Actress, Best Supporting Actor, Best Supporting Actress, Cinematography, Costume Design, Directing, Foreign Language Film, Makeup and Hairstyling, Original Score, Adapted Screenplay, Original Screenplay e Best Picture.
Come ogni anno, di sotto, lo streaming dell'evento! Buona visione...
----------------------------------------------------------------
On January 15, 2015 at 5:30 a.m. PT, Alfonso Cuarón and J.J. Abrams will announce the nominees in the following categories: Animated Feature Film, Documentary Feature, Documentary Short Subject, Film Editing, Original Song, Production Design, Animated Short Film, Live Action Short Film, Sound Editing, Sound Mixing and Visual Effects.
At 5:38 a.m. PT, Chris Pine and Cheryl Boone Isaacs will take the stage to unveil the nominations for Best Actor, Best Actress, Best Supporting Actor, Best Supporting Actress, Cinematography, Costume Design, Directing, Foreign Language Film, Makeup and Hairstyling, Original Score, Adapted Screenplay, Original Screenplay and Best Picture.
You can follow the live event of the Oscars nomination announcement on the link below.
#HollywoodCiak
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Quest'anno a presentare le nomination - divise per la prima volta in due parti - saranno prima Alfonso Cuarón e J.J. Abrams per le candidature Animated Feature Film, Documentary Feature, Documentary Short Subject, Film Editing, Original Song, Production Design, Animated Short Film, Live Action Short Film, Sound Editing, Sound Mixing e Visual Effects.
Seguiranno Chris Pine e Cheryl Boone Isaacs a distanza di 8 minuti a presentare le cinquine per le categorie Best Actor, Best Actress, Best Supporting Actor, Best Supporting Actress, Cinematography, Costume Design, Directing, Foreign Language Film, Makeup and Hairstyling, Original Score, Adapted Screenplay, Original Screenplay e Best Picture.
Come ogni anno, di sotto, lo streaming dell'evento! Buona visione...
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On January 15, 2015 at 5:30 a.m. PT, Alfonso Cuarón and J.J. Abrams will announce the nominees in the following categories: Animated Feature Film, Documentary Feature, Documentary Short Subject, Film Editing, Original Song, Production Design, Animated Short Film, Live Action Short Film, Sound Editing, Sound Mixing and Visual Effects.
At 5:38 a.m. PT, Chris Pine and Cheryl Boone Isaacs will take the stage to unveil the nominations for Best Actor, Best Actress, Best Supporting Actor, Best Supporting Actress, Cinematography, Costume Design, Directing, Foreign Language Film, Makeup and Hairstyling, Original Score, Adapted Screenplay, Original Screenplay and Best Picture.
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And the nominees are...
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mercoledì 14 gennaio 2015
Film 857 - Che pasticcio, Bridget Jones!
Visto il primo, toccava rivedere anche il secondo!
Film 857: "Che pasticcio, Bridget Jones!" (2004) di Beeban Kidron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Anche se meno efficace del primo episodio sulla zitellona inglese, questo successivo "Che pasticcio, Bridget Jones!" è comunque sufficientemente godibile da poter essere rivisto più di una volta.
"Bridget Jones: The Edge of Reason" è un film meno compatto a livello di trama - sembra un susseguirsi di situazioni surreali alla "Mr. Bean" - e tuttavia grazie all'ottima performance di Renée Zellweger il tutto riesce comunque nell'impresa di tramandare cinematograficamente le avventure di Bridget nell'ottica del divertimento senza pretese.
Non c'è molto altro da dire su questo film, nel senso che a parte essere divertente ed incredibilmente surreale non è rilevante per altri motivi. Il cast è esattamente lo stesso del primo film, quindi ritroviamo Colin Firth e Hugh Grant nuovamente rivali in amore, gli amici pazzi e single, la famiglia imbarazzante quanto il guardaroba di Bridget con, in aggiunta, un viaggio in Tailandia che culmina in prigionia e una collega di Mark Darcy che da plausibile amante diventa lesbica pazza della nostra protagonista.
Tra detenute tailandesi cui insegnare il testo di "Like a Virgin" (Suor Cristina chi?), un imbarazzante numero sportivo sugli sci, trucco e parrucco home made in taxi e le solite stravaganze di insicura, la nostra eroina moderna riuscirà a portare a casa l'amore e perfino qualche scoop giornalistico. Tanto basta per farle tornare il sorriso.
Film 850 - Il diario di Bridget Jones
Film 2260 - Bridget Jones's Diary
Film 857 - Che pasticcio, Bridget Jones!
Film 1231 - Bridget Jones's Baby
Film 1591 - Bridget Jones's Baby
Box Office: $262,520,724
Consigli: Commedia romantica seguito del fortunato successo "Il diario di Bridget Jones", questo secondo capito segue la stessa formula del precedente, con giusto qualche deviazione di trama per colorare questa nuova avventura. Chiaro, il primo film è migliore, più vero e meno commercialmente direzionato, eppure anche questo secondo ha i suoi buoni momenti, tutti dovuti alle capacità di una Renée Zellweger di nuovo nei panni più rotondi di Bridget (e di nuovo candidata ai Golden Globes per il ruolo). Non è certo un capolavoro, ma si lascia sguardare in maniera più che spensierata.
Parola chiave: Cocaina.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 857: "Che pasticcio, Bridget Jones!" (2004) di Beeban Kidron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Anche se meno efficace del primo episodio sulla zitellona inglese, questo successivo "Che pasticcio, Bridget Jones!" è comunque sufficientemente godibile da poter essere rivisto più di una volta.
"Bridget Jones: The Edge of Reason" è un film meno compatto a livello di trama - sembra un susseguirsi di situazioni surreali alla "Mr. Bean" - e tuttavia grazie all'ottima performance di Renée Zellweger il tutto riesce comunque nell'impresa di tramandare cinematograficamente le avventure di Bridget nell'ottica del divertimento senza pretese.
Non c'è molto altro da dire su questo film, nel senso che a parte essere divertente ed incredibilmente surreale non è rilevante per altri motivi. Il cast è esattamente lo stesso del primo film, quindi ritroviamo Colin Firth e Hugh Grant nuovamente rivali in amore, gli amici pazzi e single, la famiglia imbarazzante quanto il guardaroba di Bridget con, in aggiunta, un viaggio in Tailandia che culmina in prigionia e una collega di Mark Darcy che da plausibile amante diventa lesbica pazza della nostra protagonista.
Tra detenute tailandesi cui insegnare il testo di "Like a Virgin" (Suor Cristina chi?), un imbarazzante numero sportivo sugli sci, trucco e parrucco home made in taxi e le solite stravaganze di insicura, la nostra eroina moderna riuscirà a portare a casa l'amore e perfino qualche scoop giornalistico. Tanto basta per farle tornare il sorriso.
Film 850 - Il diario di Bridget Jones
Film 2260 - Bridget Jones's Diary
Film 857 - Che pasticcio, Bridget Jones!
Film 1231 - Bridget Jones's Baby
Film 1591 - Bridget Jones's Baby
Box Office: $262,520,724
Consigli: Commedia romantica seguito del fortunato successo "Il diario di Bridget Jones", questo secondo capito segue la stessa formula del precedente, con giusto qualche deviazione di trama per colorare questa nuova avventura. Chiaro, il primo film è migliore, più vero e meno commercialmente direzionato, eppure anche questo secondo ha i suoi buoni momenti, tutti dovuti alle capacità di una Renée Zellweger di nuovo nei panni più rotondi di Bridget (e di nuovo candidata ai Golden Globes per il ruolo). Non è certo un capolavoro, ma si lascia sguardare in maniera più che spensierata.
Parola chiave: Cocaina.
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Razzie Awards 2015: nomination e vincitori
Come sempre i Razzie Awards precedono di un giorno le nomination all'Oscar (domani, finalmente!) ed eccoli, puntuali ed immancabili, a sentenziare il peggio della stagione appena passata tra titoli giustamente menzionati e qualche sorpresa.
Si sa che prima o poi è probabile che uno scivolone recitativo lo commettano tutti, eppure quest'anno sorprende per la presenza di nomi di certo non avvezzi a questo tipo di premio, come Charlize Theron, Kiefer Sutherland, Melissa McCarthy o Susan Sarandon (rimasta a quota 0 candidature fino al 2013 quando ne ha ricevuta una nella categoria Worst Screen Couple per "Indovina perché ti odio").
In ogni caso alcune scelte sono giustissime e saranno quelle che plausibilmente - più delle altre probabilmente solo provocatorie - porteranno a casa più premi.
Novità di quest'anno la categoria dei redenti, ovvero una cinquina in cui attori massacrati nel corso delle precedenti edizioni sono candidati grazie ai nuovi, positivi meriti delle loro carriere. Vedrei bene un bel premio di redenzione attoriale per Ben Affleck. I vincitori saranno annunciati, naturalmente, il giorno prima degli Academy Awards, ovvero sabato 21 febbraio. Ecco la lista delle nomination!
Left Behind (Freestyle Releasing)
The Legend of Hercules (Summit Entertainment)
Saving Christmas (Samuel Goldwyn)
Teenage Mutant Ninja Turtles (Paramount)
Transformers: Age of Extinction (Paramount)
Worst Actor
Nicolas Cage in Left Behind
Kirk Cameron in Saving Christmas
Kellan Lutz in The Legend of Hercules
Seth MacFarlane in A Million Ways to Die in the West
Adam Sandler in Blended
Worst Actress Drew Barrymore in Blended
Cameron Diaz in The Other Woman and Sex Tape
Melissa McCarthy in Tammy
Charlize Theron in A Million Ways to Die in the West
Gaia Weiss in The Legend of Hercules
Worst Supporting Actor Mel Gibson in The Expendables 3
Kelsey Grammer in The Expendables 3, Legends of Oz: Dorothy's Return (voice only), Think Like a Man Too and Transformers: Age of Extinction
Shaquille O'Neal in Blended
Arnold Schwarzenegger in The Expendables 3
Kiefer Sutherland in Pompeii
Worst Supporting Actress Cameron Diaz in Annie
Megan Fox in Teenage Mutant Ninja Turtles
Nicola Peltz in Transformers: Age of Extinction
Bridgette Cameron Ridenour in Saving Christmas
Susan Sarandon in Tammy
Worst Screen Combo Any two robots, actors (or robotic actors) in Transformers: Age of Extinction
Kirk Cameron and his ego in Saving Christmas
Cameron Diaz and Jason Segel in Sex Tape
Kellan Lutz and either his abs, his pecs or his glutes in The Legend of Hercules
Seth MacFarlane and Charlize Theron in A Million Ways to Die in the West
Worst Prequel, Remake, Rip-off or Sequel Annie (Columbia)
Atlas Shrugged: Part III (Atlas)
The Legend of Hercules (Summit Entertainment)
Teenage Mutant Ninja Turtles (Paramount)
Transformers: Age of Extinction (Paramount)
Worst Director Michael Bay for Transformers: Age of Extinction
Darren Doane for Saving Christmas
Renny Harlin for The Legend of Hercules
Jonathan Liebesman for Teenage Mutant Ninja Turtles
Seth MacFarlane for A Million Ways to Die in the West
Worst Screenplay Left Behind (screenplay by Paul LaLonde and John Patus, based on the novel by Tim LaHaye and Jerry B. Jenkins)
Saving Christmas (written by Darren Doane and Cheston Hervey)
Sex Tape (screenplay by Kate Angelo, Jason Segel and Nicholas Stoller, story by Kate Angelo)
Teenage Mutant Ninja Turtles (screenplay by Josh Appelbaum, André Nemec and Evan Daugherty, based on the characters created by Peter Laird and Kevin Eastman)
Transformers: Age of Extinction (screenplay by Ehren Kruger, based on Hasbro's Transformers action figures)
The Razzie Redeemer Award Ben Affleck (From RAZZIE “Winner” for Gigli to Oscar Darling for Argo and Gone Girl)
Jennifer Aniston (From 4-Time RAZZIE Nominee to SAG Award Nominee for Cake)
Mike Myers (From RAZZIE “Winner” for The Love Guru to Documentary Director of Supermensch: The Legend of Shep Gordon)
Keanu Reeves (From 6-Time RAZZIE Nominee to Critically Acclaimed John Wick)
Kristen Stewart (From RAZZIE “Winner” for The Twilight Saga to the Art House Hit Camp X-Ray)
#HollywoodCiak
Bengi
Si sa che prima o poi è probabile che uno scivolone recitativo lo commettano tutti, eppure quest'anno sorprende per la presenza di nomi di certo non avvezzi a questo tipo di premio, come Charlize Theron, Kiefer Sutherland, Melissa McCarthy o Susan Sarandon (rimasta a quota 0 candidature fino al 2013 quando ne ha ricevuta una nella categoria Worst Screen Couple per "Indovina perché ti odio").
In ogni caso alcune scelte sono giustissime e saranno quelle che plausibilmente - più delle altre probabilmente solo provocatorie - porteranno a casa più premi.
Novità di quest'anno la categoria dei redenti, ovvero una cinquina in cui attori massacrati nel corso delle precedenti edizioni sono candidati grazie ai nuovi, positivi meriti delle loro carriere. Vedrei bene un bel premio di redenzione attoriale per Ben Affleck. I vincitori saranno annunciati, naturalmente, il giorno prima degli Academy Awards, ovvero sabato 21 febbraio. Ecco la lista delle nomination!
35th Golden Raspberry Awards
Worst PictureLeft Behind (Freestyle Releasing)
The Legend of Hercules (Summit Entertainment)
Saving Christmas (Samuel Goldwyn)
Teenage Mutant Ninja Turtles (Paramount)
Transformers: Age of Extinction (Paramount)
Worst Actor
Nicolas Cage in Left Behind
Kirk Cameron in Saving Christmas
Kellan Lutz in The Legend of Hercules
Seth MacFarlane in A Million Ways to Die in the West
Adam Sandler in Blended
Worst Actress Drew Barrymore in Blended
Cameron Diaz in The Other Woman and Sex Tape
Melissa McCarthy in Tammy
Charlize Theron in A Million Ways to Die in the West
Gaia Weiss in The Legend of Hercules
Worst Supporting Actor Mel Gibson in The Expendables 3
Kelsey Grammer in The Expendables 3, Legends of Oz: Dorothy's Return (voice only), Think Like a Man Too and Transformers: Age of Extinction
Shaquille O'Neal in Blended
Arnold Schwarzenegger in The Expendables 3
Kiefer Sutherland in Pompeii
Worst Supporting Actress Cameron Diaz in Annie
Megan Fox in Teenage Mutant Ninja Turtles
Nicola Peltz in Transformers: Age of Extinction
Bridgette Cameron Ridenour in Saving Christmas
Susan Sarandon in Tammy
Worst Screen Combo Any two robots, actors (or robotic actors) in Transformers: Age of Extinction
Kirk Cameron and his ego in Saving Christmas
Cameron Diaz and Jason Segel in Sex Tape
Kellan Lutz and either his abs, his pecs or his glutes in The Legend of Hercules
Seth MacFarlane and Charlize Theron in A Million Ways to Die in the West
Worst Prequel, Remake, Rip-off or Sequel Annie (Columbia)
Atlas Shrugged: Part III (Atlas)
The Legend of Hercules (Summit Entertainment)
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Worst Director Michael Bay for Transformers: Age of Extinction
Darren Doane for Saving Christmas
Renny Harlin for The Legend of Hercules
Jonathan Liebesman for Teenage Mutant Ninja Turtles
Seth MacFarlane for A Million Ways to Die in the West
Worst Screenplay Left Behind (screenplay by Paul LaLonde and John Patus, based on the novel by Tim LaHaye and Jerry B. Jenkins)
Saving Christmas (written by Darren Doane and Cheston Hervey)
Sex Tape (screenplay by Kate Angelo, Jason Segel and Nicholas Stoller, story by Kate Angelo)
Teenage Mutant Ninja Turtles (screenplay by Josh Appelbaum, André Nemec and Evan Daugherty, based on the characters created by Peter Laird and Kevin Eastman)
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The Razzie Redeemer Award Ben Affleck (From RAZZIE “Winner” for Gigli to Oscar Darling for Argo and Gone Girl)
Jennifer Aniston (From 4-Time RAZZIE Nominee to SAG Award Nominee for Cake)
Mike Myers (From RAZZIE “Winner” for The Love Guru to Documentary Director of Supermensch: The Legend of Shep Gordon)
Keanu Reeves (From 6-Time RAZZIE Nominee to Critically Acclaimed John Wick)
Kristen Stewart (From RAZZIE “Winner” for The Twilight Saga to the Art House Hit Camp X-Ray)
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martedì 13 gennaio 2015
Film 856 - Hercules: il guerriero
Ci era rimasto indietro questo esempio di cinema trash e abbiamo voluto recuperarlo...
Film 856: "Hercules" (2014) di Brett Ratner
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pellicola pseudoepica di chiara matrice trash, questo ennesimo titolo che riguarda la storia di Hercules e delle sue fatiche non solo vorrebbe smontarne il mito, ma dopo averlo fatto pretenderebbe di crearne uno nuovo e più moderno. Operazione chiaramente fallimentare, per non dire suicida.
Il fatto è che, innanzitutto, si va a toccare nuovamente la questione del mito, degli dei, dell'Olimpo e, nello specifico, delle fatiche, delle imprese eroiche, della leggenda e la cosa di certo non aggiunge alcunché al già visto. In più si sceglie per dare nuova linfa al filone su Hercules uno che di recitazione ne sa pochino, ovvero Dwayne Johnson alias The Rock (in pensione). Contornandolo, poi, di comprimari in disgrazia (Joseph Fiennes) e qualcuno di circa famoso (Ian McShane, Rebecca Ferguson e il certamente più familiare John Hurt), il risultato finale è evidentemente un titolo che non mira alla gloria, quanto più ad un incasso veloce e facile coadiuvato dall'utilizzo di effetti speciali a supporto di una trama che - promesse del trailer - gioca molto sullo spettacolare.
Il risultato finale di quest'ultima fatica registica di Brett Ratner ("X-Men - Conflitto finale", "Tower Heist - Colpo ad alto livello") non è che sia poi orribile o inquadrabile, semplicemente è un titolo puramente commerciale che lascia il tempo che trova. Chi si ricorderà dell'Hercules interpretato da Dwayne Johnson? In pochi. La cosa è grave? Non direi. Semplicemente "Hercules" è un film che promette azione e uno spettacolo facile facile che c'è, si guarda tranquillamente e si dimentica in un batter d'occhio.
Box Office: $243.4 milioni
Consigli: Pellicola d'azione che mescola mito e wrestling ed utilizza effetti speciali solo sufficienti, "Hercules: il guerriero" è un titolo perdibilissimo che può andar bene solo se a) vi piace Dwayne Johnson b) vi va di vedere un film tutto massacri ed esercito c) non avete niente di meglio da fare/vedere. Non che sia pessimo - come l'altro "Hercules - La leggenda ha inizio" che invece è veramente terribile -, semplicemente non è nulla di che.
Parola chiave: Mercenari.
Trailer
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Film 856: "Hercules" (2014) di Brett Ratner
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pellicola pseudoepica di chiara matrice trash, questo ennesimo titolo che riguarda la storia di Hercules e delle sue fatiche non solo vorrebbe smontarne il mito, ma dopo averlo fatto pretenderebbe di crearne uno nuovo e più moderno. Operazione chiaramente fallimentare, per non dire suicida.
Il fatto è che, innanzitutto, si va a toccare nuovamente la questione del mito, degli dei, dell'Olimpo e, nello specifico, delle fatiche, delle imprese eroiche, della leggenda e la cosa di certo non aggiunge alcunché al già visto. In più si sceglie per dare nuova linfa al filone su Hercules uno che di recitazione ne sa pochino, ovvero Dwayne Johnson alias The Rock (in pensione). Contornandolo, poi, di comprimari in disgrazia (Joseph Fiennes) e qualcuno di circa famoso (Ian McShane, Rebecca Ferguson e il certamente più familiare John Hurt), il risultato finale è evidentemente un titolo che non mira alla gloria, quanto più ad un incasso veloce e facile coadiuvato dall'utilizzo di effetti speciali a supporto di una trama che - promesse del trailer - gioca molto sullo spettacolare.
Il risultato finale di quest'ultima fatica registica di Brett Ratner ("X-Men - Conflitto finale", "Tower Heist - Colpo ad alto livello") non è che sia poi orribile o inquadrabile, semplicemente è un titolo puramente commerciale che lascia il tempo che trova. Chi si ricorderà dell'Hercules interpretato da Dwayne Johnson? In pochi. La cosa è grave? Non direi. Semplicemente "Hercules" è un film che promette azione e uno spettacolo facile facile che c'è, si guarda tranquillamente e si dimentica in un batter d'occhio.
Box Office: $243.4 milioni
Consigli: Pellicola d'azione che mescola mito e wrestling ed utilizza effetti speciali solo sufficienti, "Hercules: il guerriero" è un titolo perdibilissimo che può andar bene solo se a) vi piace Dwayne Johnson b) vi va di vedere un film tutto massacri ed esercito c) non avete niente di meglio da fare/vedere. Non che sia pessimo - come l'altro "Hercules - La leggenda ha inizio" che invece è veramente terribile -, semplicemente non è nulla di che.
Parola chiave: Mercenari.
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lunedì 12 gennaio 2015
Film 854 - Il collezionista di ossa
Un salto nel passato!
Film 854: "Il collezionista di ossa" (1999) di Phillip Noyce
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ricordo ancora quando andai a vederlo al cinema con i miei genitori, molto più nitidamente di quanto non ricordassi il film in sé. Ecco perché mi era tornata un po' la voglia di recuperare questo titolo che, all'epoca, aveva riscosso un discreto successo e confermato ulteriormente Angelina Jolie nei panni di star mondiale.
Il vero problema di ciò che si ricorda rispetto al passato, specialmente se si era piuttosto piccoli, è che tutto sembra o migliore o peggiore in termini assoluti. "Il collezionista di ossa", all'epoca, mi era piaciuto e, come penso sia normale, ne conservavo un ricordo piuttosto positivo. Oggi, a distanza di 14 anni e con ben più di un migliaio di film alle spalle, posso dire che la mia opinione relativamente a questa pellicola sia meno nettamente positiva e più relativa, se così possiamo dire.
Non che "The Bone Collector" non sia un buon titolo di intrattenimento, ma rimane un blockbuster più interessato a mostrare la straordinaria condizione di svantaggio del suo pratagonista (quadriplegico), le sensuali carnosità di Angelina Jolie e le creative efferatezze dell'insospettabile assassino piuttosto che propendere per un approccio realistico (tutta la tecnologia che Lincoln Rhyme/Denzel Washington usa è molto figa e molto "Bond style", però realisticamente è veramente poco plausibile che venga tutta affidata nelle mani di un solo uomo sempre sull'orlo di una crisi potenzialmente fatale se troppo sotto stress).
In ogni caso, se guardi "Il collezionista di ossa" è più per quello che sai che ti mostrerà che per il piglio creativo, la natura autoriale della regia o simili, quindi è inutile spendersi in critiche troppo facili. Dirò solo che, preso per quello che è, è un titolo in grado di fare il suo dovere nonostante sia stato prodotto 15 anni fa. E Angelina ha saputo fermare il tempo.
Ps. Tratto dal romanzo omonimo di Jeffery Deaver.
Box Office: $151,493,655
Consigli: Leggermente in anticipo rispetto a "CSI", questo film mostra il lavoro della polizia scientifica all'opera in un momento in cui la mania da scena del crimine era ancora relativamente contenuta. Quasi alla stregua di un manuale, questa storia insegna ad Angelina Jolie e a noi come si raccolgono le prove e le si mettono assieme per riuscire ad incastrare il serial killer di turno. Che qui non fa troppo paura, una volta che lo scopri, ma finché rimane chiuso nel suo taxi e mette in scena le sue follie malate, riesce ad inquietare. Il risultato finale nel suo complesso è sufficiente e funziona nell'ottica dell'intrattenimento che si propone di fornire. Fuori da questo contesto è deboluccio.
Parola chiave: Romanzo.
Trailer
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Film 854: "Il collezionista di ossa" (1999) di Phillip Noyce
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ricordo ancora quando andai a vederlo al cinema con i miei genitori, molto più nitidamente di quanto non ricordassi il film in sé. Ecco perché mi era tornata un po' la voglia di recuperare questo titolo che, all'epoca, aveva riscosso un discreto successo e confermato ulteriormente Angelina Jolie nei panni di star mondiale.
Il vero problema di ciò che si ricorda rispetto al passato, specialmente se si era piuttosto piccoli, è che tutto sembra o migliore o peggiore in termini assoluti. "Il collezionista di ossa", all'epoca, mi era piaciuto e, come penso sia normale, ne conservavo un ricordo piuttosto positivo. Oggi, a distanza di 14 anni e con ben più di un migliaio di film alle spalle, posso dire che la mia opinione relativamente a questa pellicola sia meno nettamente positiva e più relativa, se così possiamo dire.
Non che "The Bone Collector" non sia un buon titolo di intrattenimento, ma rimane un blockbuster più interessato a mostrare la straordinaria condizione di svantaggio del suo pratagonista (quadriplegico), le sensuali carnosità di Angelina Jolie e le creative efferatezze dell'insospettabile assassino piuttosto che propendere per un approccio realistico (tutta la tecnologia che Lincoln Rhyme/Denzel Washington usa è molto figa e molto "Bond style", però realisticamente è veramente poco plausibile che venga tutta affidata nelle mani di un solo uomo sempre sull'orlo di una crisi potenzialmente fatale se troppo sotto stress).
In ogni caso, se guardi "Il collezionista di ossa" è più per quello che sai che ti mostrerà che per il piglio creativo, la natura autoriale della regia o simili, quindi è inutile spendersi in critiche troppo facili. Dirò solo che, preso per quello che è, è un titolo in grado di fare il suo dovere nonostante sia stato prodotto 15 anni fa. E Angelina ha saputo fermare il tempo.
Ps. Tratto dal romanzo omonimo di Jeffery Deaver.
Box Office: $151,493,655
Consigli: Leggermente in anticipo rispetto a "CSI", questo film mostra il lavoro della polizia scientifica all'opera in un momento in cui la mania da scena del crimine era ancora relativamente contenuta. Quasi alla stregua di un manuale, questa storia insegna ad Angelina Jolie e a noi come si raccolgono le prove e le si mettono assieme per riuscire ad incastrare il serial killer di turno. Che qui non fa troppo paura, una volta che lo scopri, ma finché rimane chiuso nel suo taxi e mette in scena le sue follie malate, riesce ad inquietare. Il risultato finale nel suo complesso è sufficiente e funziona nell'ottica dell'intrattenimento che si propone di fornire. Fuori da questo contesto è deboluccio.
Parola chiave: Romanzo.
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tratto da un libro
venerdì 9 gennaio 2015
BAFTA 2015: nomination e vincitori
Oggi era anche il giorno dell'annuncio delle candidature ufficiali ai BAFTA 2015, ovvero quelli che sono considerati gli Oscar britannici.
Giunti alla loro 68esima edizione, questi premi sono solitamente vicini agli Academy Awards anche per le cinquine principali come Miglior film, regia e attori, anche se di fatto tendono sempre ad essere più filobritannici, nonostante anche qui lo strapotere delle produzioni USA sia evidente. Ne è segno evidente che i BAFTA conferiscano premiazioni a parte per categorie specifiche come Miglior film britannico o Miglior debutto di un regista, sceneggiatore o produttore britannico. Insomma, la lingua è più o meno la stessa, ma anche l'orgoglio patrio vuole la sua parte.
La cerimonia di premiazione si terrà l'8 febbraio al Royal Opera House di Londra presentata anche quest'anno da Stephen Fry, alla sua decima esperienza di conduttore dell'evento.
Ecco le nomination!
Nominees:
Birdman
Boyhood
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
The Theory of Everything
Alexander Korda Award for Outstanding British Film of the Year
Nominees:
'71
Paddington
Pride
The Imitation Game
The Theory of Everything
Under the Skin
Best Actor
Nominees:
Benedict Cumberbatch – The Imitation Game as Alan Turing
Ralph Fiennes – The Grand Budapest Hotel as Monsieur Gustave
Jake Gyllenhaal – Nightcrawler as Lou Bloom
Michael Keaton – Birdman as Riggan Thomson
Eddie Redmayne – The Theory of Everything as Stephen Hawking
Best Actress
Nominees:
Amy Adams – Big Eyes as Margaret Keane
Felicity Jones – The Theory of Everything as Jane Hawking
Julianne Moore – Still Alice as Alice Howland
Rosamund Pike – Gone Girl as Amy Elliott-Dunne
Reese Witherspoon – Wild as Cheryl Strayed
Best Supporting Actor
Nominees:
Steve Carell – Foxcatcher as John Eleuthère du Pont
Ethan Hawke – Boyhood as Mason Evans, Sr.
Edward Norton – Birdman as Mike Shiner
Mark Ruffalo – Foxcatcher as Dave Schultz
J. K. Simmons – Whiplash as Terence Fletcher
Best Supporting Actress
Nominees:
Patricia Arquette – Boyhood as Olivia Evans
Keira Knightley – The Imitation Game as Joan Clarke
Rene Russo – Nightcrawler as Nina Romina
Imelda Staunton – Pride as Hefina Headon
Emma Stone – Birdman as Sam Thomson
David Lean Award for Achievement in Direction
Nominees:
Wes Anderson – The Grand Budapest Hotel
Damien Chazelle – Whiplash
Alejandro González Iñárritu – Birdman
Richard Linklater – Boyhood
James Marsh – The Theory of Everything
Best Screenplay (Original)
Nominees:
Wes Anderson & Hugo Guinness – The Grand Budapest Hotel
Damien Chazelle – Whiplash
Dan Gilroy – Nightcrawler
Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris Jr. and Armando Bo – Birdman
Richard Linklater – Boyhood
Best Screenplay (Adapted)
Nominees:
Jason Dean Hall – American Sniper
Gillian Flynn – Gone Girl
Paul King & Hamish McColl – Paddington
Anthony McCarten – The Theory of Everything
Graham Moore – The Imitation Game
Best Cinematography
Nominees:
Emmanuel Lubezki – Birdman
Dick Pope – Mr. Turner
Hoyte van Hoytema – Interstellar
Robert Yeoman – The Grand Budapest Hotel
Lukasz Zal and Ryzsard Lenczewski – Ida
Best Editing
Nominees:
Birdman
Nightcrawler
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
The Theory of Everything
Whiplash
Best Production Design
Nominees:
Big Eyes
Interstellar
Mr. Turner
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
Best Costume Design
Nominees:
Into the Woods
Mr. Turner
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
The Theory of Everything
Original Music
Nominees:
Alexandre Desplat – The Grand Budapest Hotel
Jóhann Jóhannsson – The Theory of Everything
Mica Levi – Under the Skin
Antonio Sánchez – Birdman
Hans Zimmer – Interstellar
Best Make Up/Hair
Nominees:
Guardians of the Galaxy
Into the Woods
Mr. Turner
The Grand Budapest Hotel
The Theory of Everything
Best Sound
Nominees:
American Sniper
Birdman
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
Whiplash
Best Achievement in Special Visual Effects
Nominees:
Dawn of the Planet of the Apes
Guardians of the Galaxy
Interstellar
The Hobbit: The Battle of the Five Armies
X-Men: Days of Future Past
Best Film not in the English Language
Nominees:
Ida
Leviathan
The Lunchbox
Trash
Two Days, One Night
Best Animated Feature Film
Nominees:
Big Hero 6
The Boxtrolls
The Lego Movie
Best Documentary
Nominees:
20 Feet from Stardom
20,000 Days on Earth
Citizenfour
Finding Vivian Maier
Virunga
EE Rising Star Award
Nominees:
Gugu Mbatha-Raw
Jack O'Connell
Margot Robbie
Miles Teller
Shailene Woodley
Outstanding Debut by a British Writer, Director or Producer
Nominees:
Stephen Beresford (Writer) and David Livingstone (Producer) – Pride
Gregory Burke (Writer) and Yann Demange (Director) – '71
Elaine Constantine (Director/Writer) – Northern Soul
Paul Katis (Director/Producer) and Andrew de Lotbiniere (Producer) – Kajaki
Hong Khaou (Director/Writer) – Lilting
Best Short Animation
Nominees:
Monkey Love Experiments
My Dad
The Bigger Picture
Best Short Film
Nominees:
Boogaloo and Graham
Emotional Fusebox
Slap
The Kármán Line
Three Brothers
#HollywoodCiak
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Giunti alla loro 68esima edizione, questi premi sono solitamente vicini agli Academy Awards anche per le cinquine principali come Miglior film, regia e attori, anche se di fatto tendono sempre ad essere più filobritannici, nonostante anche qui lo strapotere delle produzioni USA sia evidente. Ne è segno evidente che i BAFTA conferiscano premiazioni a parte per categorie specifiche come Miglior film britannico o Miglior debutto di un regista, sceneggiatore o produttore britannico. Insomma, la lingua è più o meno la stessa, ma anche l'orgoglio patrio vuole la sua parte.
La cerimonia di premiazione si terrà l'8 febbraio al Royal Opera House di Londra presentata anche quest'anno da Stephen Fry, alla sua decima esperienza di conduttore dell'evento.
Ecco le nomination!
68th British Academy Film Awards
Best FilmNominees:
Birdman
Boyhood
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
The Theory of Everything
Alexander Korda Award for Outstanding British Film of the Year
Nominees:
'71
Paddington
Pride
The Imitation Game
The Theory of Everything
Under the Skin
Best Actor
Nominees:
Benedict Cumberbatch – The Imitation Game as Alan Turing
Ralph Fiennes – The Grand Budapest Hotel as Monsieur Gustave
Jake Gyllenhaal – Nightcrawler as Lou Bloom
Michael Keaton – Birdman as Riggan Thomson
Eddie Redmayne – The Theory of Everything as Stephen Hawking
Best Actress
Nominees:
Amy Adams – Big Eyes as Margaret Keane
Felicity Jones – The Theory of Everything as Jane Hawking
Julianne Moore – Still Alice as Alice Howland
Rosamund Pike – Gone Girl as Amy Elliott-Dunne
Reese Witherspoon – Wild as Cheryl Strayed
Best Supporting Actor
Nominees:
Steve Carell – Foxcatcher as John Eleuthère du Pont
Ethan Hawke – Boyhood as Mason Evans, Sr.
Edward Norton – Birdman as Mike Shiner
Mark Ruffalo – Foxcatcher as Dave Schultz
J. K. Simmons – Whiplash as Terence Fletcher
Best Supporting Actress
Nominees:
Patricia Arquette – Boyhood as Olivia Evans
Keira Knightley – The Imitation Game as Joan Clarke
Rene Russo – Nightcrawler as Nina Romina
Imelda Staunton – Pride as Hefina Headon
Emma Stone – Birdman as Sam Thomson
David Lean Award for Achievement in Direction
Nominees:
Wes Anderson – The Grand Budapest Hotel
Damien Chazelle – Whiplash
Alejandro González Iñárritu – Birdman
Richard Linklater – Boyhood
James Marsh – The Theory of Everything
Best Screenplay (Original)
Nominees:
Wes Anderson & Hugo Guinness – The Grand Budapest Hotel
Damien Chazelle – Whiplash
Dan Gilroy – Nightcrawler
Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris Jr. and Armando Bo – Birdman
Richard Linklater – Boyhood
Best Screenplay (Adapted)
Nominees:
Jason Dean Hall – American Sniper
Gillian Flynn – Gone Girl
Paul King & Hamish McColl – Paddington
Anthony McCarten – The Theory of Everything
Graham Moore – The Imitation Game
Best Cinematography
Nominees:
Emmanuel Lubezki – Birdman
Dick Pope – Mr. Turner
Hoyte van Hoytema – Interstellar
Robert Yeoman – The Grand Budapest Hotel
Lukasz Zal and Ryzsard Lenczewski – Ida
Best Editing
Nominees:
Birdman
Nightcrawler
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
The Theory of Everything
Whiplash
Best Production Design
Nominees:
Big Eyes
Interstellar
Mr. Turner
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
Best Costume Design
Nominees:
Into the Woods
Mr. Turner
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
The Theory of Everything
Original Music
Nominees:
Alexandre Desplat – The Grand Budapest Hotel
Jóhann Jóhannsson – The Theory of Everything
Mica Levi – Under the Skin
Antonio Sánchez – Birdman
Hans Zimmer – Interstellar
Best Make Up/Hair
Nominees:
Guardians of the Galaxy
Into the Woods
Mr. Turner
The Grand Budapest Hotel
The Theory of Everything
Best Sound
Nominees:
American Sniper
Birdman
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
Whiplash
Best Achievement in Special Visual Effects
Nominees:
Dawn of the Planet of the Apes
Guardians of the Galaxy
Interstellar
The Hobbit: The Battle of the Five Armies
X-Men: Days of Future Past
Best Film not in the English Language
Nominees:
Ida
Leviathan
The Lunchbox
Trash
Two Days, One Night
Best Animated Feature Film
Nominees:
Big Hero 6
The Boxtrolls
The Lego Movie
Best Documentary
Nominees:
20 Feet from Stardom
20,000 Days on Earth
Citizenfour
Finding Vivian Maier
Virunga
EE Rising Star Award
Nominees:
Gugu Mbatha-Raw
Jack O'Connell
Margot Robbie
Miles Teller
Shailene Woodley
Outstanding Debut by a British Writer, Director or Producer
Nominees:
Stephen Beresford (Writer) and David Livingstone (Producer) – Pride
Gregory Burke (Writer) and Yann Demange (Director) – '71
Elaine Constantine (Director/Writer) – Northern Soul
Paul Katis (Director/Producer) and Andrew de Lotbiniere (Producer) – Kajaki
Hong Khaou (Director/Writer) – Lilting
Best Short Animation
Nominees:
Monkey Love Experiments
My Dad
The Bigger Picture
Best Short Film
Nominees:
Boogaloo and Graham
Emotional Fusebox
Slap
The Kármán Line
Three Brothers
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Bafta,
BAFTA 2015,
Big Eyes,
Birdman,
Boyhood,
Foxcatcher,
Gone Girl,
Interstellar,
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