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lunedì 26 marzo 2018

Film 1480 - Labyrinth

Intro: Lo avevo visto da ragazzo e ricordavo cose belle. Al contempo ricordavo cose sbagliate.

Film 1480: "Labyrinth" (1986) di Jim Henson
Visto: dall'iPad
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: nutro un sentimento ambivalente nei confronti di questo titolo. Da una parte è evidente uno sforzo artistico gigantesco, che parte da una manualità che abbraccia set e personaggi e passa per effetti speciali all’avanguardia per l’epoca e un protagonista a dir poco di grido; dall’altra il ritmo è moscio e sono evidenti i problemi legati all’interagire tra umani e pupazzi, tanto da far risultare certe scene ridicole. Dunque comprendo l’esigenza di far collaborare due realtà complicate in un’epoca ancora priva quasi totalmente del rimaneggio computeresco, ma allo stesso tempo ho trovato “Labyrinth” noiosamente autoreferenziale;
Bowie è uno spettacolo in calzamaglia, entra in scena schizzando glitter, ha una voce suadente e perseguita una ragazzina a cui vuole rubare il fratellino… una vera canaglia (quasi) en travesti. L’ho amato. Stucchevole Jennifer Connely, ma la colpa non è sua. Il resto dei personaggi – tutti pupazzi – mi hanno dato solo la sensazione di essere maledettamente polverosi;
non mancano le trovate geniali. Quella che ho preferito vede la giovane protagonista precipitare per una sorta di pozzo nella cui cavità sono presenti centinaia di mani che la sorreggono e, per parlare con lei, usano le dita per creare volti ed espressioni. Affascinante.
Cast: David Bowie, Jennifer Connelly, Frank Oz.
Box Office: $12.9 milioni (solo USA)
Vale o non vale: per gli adulti non è certo un gran passatempo. Piacerà ai nostalgici e, forse, ai bambini.
Premi: Candidato a 1 BAFTA per i Migliori effetti speciali
Parola chiave: Fratello.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 13 giugno 2017

Film 1372 - Fuoco cammina con me

Non ci ho capito niente. Mi hanno detto che ho sbagliato a vederlo prima del telefilm e che avrei fatto meglio ad aspettare di vedere prima la serie, ma a mia discolpa dico solo che, avendo letto che questa pellicola era il prequel del telfilm, ho pensato mi avrebbe aiutato nella comprensione. Errore.

Film 1372: "Fuoco cammina con me" (1992) di David Lynch
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho trovato questo film particolarmente ostico e difficile da comprendere, oltre che lento e spesso noioso.
Estremamente esagerato nella resa dei toni drammatici, con una sceneggiatura che carica i dialoghi di una tensione innaturale e con una recitazione che sfocia spesso in toni soap, "Twin Peaks" versione film ha delle venature thriller che si perdono nell'assenza di ritmo e un pathos castrato da una durata eccessiva. Si sa che Lynch è un autore particolare che ha spesso richiesto ai suoi spettatori una certa dose di cieca dedizione, in questo caso però ho faticato a vedere l'estro artistico oltre la semplice ostentazione e una certa dose di autocompiacimento. E' un lavoro complesso, pesante, caricato di simbolismi e rituali e centrato sul feticcio della protagonista, una Laura Palmer sul filo della bipolarità che prima sniffa coca e va a cercare amanti per locali, poi resta pietrificata per il comportamento (maniacale, per carità) del padre. Lynch non ha una via di mezzo per lei come per la storia, un mix di provocazioni e suggestioni spesso fine a se stessi.
Cast: Sheryl Lee, Moira Kelly, David Bowie, Chris Isaak, Harry Dean Stanton, Ray Wise, Kyle MacLachlan, Kiefer Sutherland, Heather Graham, Peggy Lipton, Michael J. Anderson.
Box Office: $4.2 milioni (solo USA)
Consigli: A questo punto mi sento di dire: la serie tv prima! "Fuoco cammina con me" non è un titolo per tutti e, anzi, richiede un certo sforzo di concentrazione e sospensione del tradizionale modo di "interpretare" un film. Francamente, a meno che non si sia fan del regista o del telefilm, non consiglierei questa pellicola.
Parola chiave: Diario.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 19 giugno 2011

Film 267 - Source Code

Si torna al cinema per una pellicola tra azione, avventura e fantasy!


Film 267: "Source Code" (2011) di Duncan Jones
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: “Source Code” è un film commerciale che, alla resa dei conti, si è rivelato meno redditizio del previsto. Nonostante le buone premesse (regia giovane di Duncan Jones, figlio di David Bowie, il buon vecchio Jake Gyllenhaal in compagnia dell’anonima Michelle Monaghan e della quasi Oscar – nel 2010 – Vera Farmiga, una trama intricata ma interessante, effetti speciali ben resi) l’incasso U.S.A. è stato relativamente basso ($53.850.556) per un film di ampio consumo come questo.
Tralasciando ciò, comunque, posso dire che la pellicola sia decisamente carina. Ripetitiva nelle parti del ricordo in 8 minuti, ma del resto era inevitabile. Un po’ deludente la scoperta del 'cattivo' di turno, più che altro perché manca un po’ di pathos una volta riconosciuto il colpevole. Le ragioni, poi, del suo gesto non aggiungono nulla ai motivi 'epici' dei bad boys della filmografia americana.
Scivolone finale con piega mistico–etica che rovina leggermente il retrogusto thriller del film, ma tutto sommato spinge quantomeno a porsi degli interrogativi e perfora la barriera del paradosso fisico presentando uno sviluppo di trama che – troppo frettolosamente – introduce a un happy ending (necessario in un film come questo) alternativo su cui si potrebbe addirittura sviluppare un’altra pellicola.
Insomma, piena sufficienza per “Source Code”, forse più ‘mentale’ di quanto si sperasse di vedere, ma pur sempre di piacevole intrattenimento (nonostante le due attrici protagoniste – Monaghan e Farmiga – a me indigeste) con una punta di interrogativo etico che, all’uscita dalla sala, richiede allo spettatore persino di porsi qualche domanda.
Film 1286 - Source Code
Consigli: Dopo "Moon" Duncan Jones si cimenta col genere commerciale e non sbaglia. Meglio stargli dietro e non perderlo di vista!
Parola chiave: Tempo.

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Ric