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lunedì 25 gennaio 2021

Film 1788 - Death Becomes Her

Intro: Per un po' di tempo io e la mia collega di lavoro Péroline ci siamo lanciati in una movie night di coppia durante le nostre serate sconsolate da single (almeno per me) ad Auckland. Questo il primo film che abbiamo visto insieme, giusto per iniziare con il botto!
Film 1788: "Death Becomes Her" (1992) di Robert Zemeckis
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Péroline
In sintesi: come ogni film di Zemeckis o quasi, la trama è praticamente secondaria alla messa in scena, ma hey che messa in scena!
"Death Becomes Her", piccolo capolavoro di effetti speciali e make-up nonché spassosissima avventura, racconta le vicissitudini di due arci nemiche (Streep e Hawn) costrette a passare l'eternità insieme in nome di un patto col diavolo per rimanere eternamente belle e giovani e tenersi l'uomo al proprio fianco (uno sballottato Willis). La trama è tutto qui, non c'è davvero nient'altro da aggiungere, ma il risultato finale è fenomenale e ancora spettacolare considerato che il film ha quasi trent'anni.
Insomma, un piacere per gli occhi e anche un po' di patriottica soddisfazione grazie alla presenza di una super sexy Isabella Rossellini nei panni della tentatrice in possesso dell'elisir di lunga vita.
Film 287 - La morte ti fa bella
Film 1788 - Death Becomes Her
Cast: Meryl Streep, Bruce Willis, Goldie Hawn, Isabella Rossellini.
Box Office: $149 milioni
Vale o non vale: Non si può non aver mai visto questo film quindi, nel caso, correte ai ripari. Per tutti gli altri, una volta ogni tanto è piacevole rivedere questa pellicola che, per quanto non certo strabiliante, rimane comunque un pezzo importante del cinema mainstream americano.
Premi: Vincitore dell'Oscar e del BAFTA per i Migliori effetti speciali; candidato al Golden Globe per la Miglior attrice protagonista commedia o musical (Streep).
Parola chiave: Natural law.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 11 settembre 2015

Film 992 - Rapunzel - L'intreccio della torre

A casa in malattia: film 2.

Film 992: "Rapunzel - L'intreccio della torre" (2010) di Nathan Greno, Byron Howard
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non certo tra uno dei miei film preferiti di sempre, ma tra i miei post più letti in assoluto, ho deciso di rivedere questo "Tangled" perché non me lo ricordavo quasi per niente e perché, a 38° e mezzo di temperatura corporea, avevo bisogno di un passatempo basico.
Niente di più adatto ad un disimpegno divertente e dinamico: "Rapunzel" racconta una piacevole storia partendo dal noto incipit (la ragazza dalla lunga chioma rinchiusa nella torre) e non a caso è stato un successo al botteghino, riportando la Disney-senza-Pixar all'incasso faraonico da tempo latente; meno successo per quanto riguarda i riconoscimenti, un tempo solitamente a pioggia (qui solo una nomination all'Oscar, ma non come Miglior film d'animazione, bensì per la Miglior canzone "I See the Light" che, però, ha vinto il Grammy).
In generale, comunque, la storia è trattata in maniera piacevole e ben strutturata, nel tentativo riuscito di dare credibilità a una favola per la necessaria durata della pellicola. E così seguiamo Rapunzel nella sua avventura - deciso di scendere dalla torre tra mille rimorsi e titubanze -, viviamo con lei i momenti divertenti e le scorribande da vera ribelle, verso un felice epilogo inevitabile e certo come in ogni altro film Disney. Il che è perfettamente quello che ci vuole qui, per concludere degnamente una fiaba che oltre ad insegnare qualcosa ai più piccoli, deve anche coronare sogni romantici e conciliare rassicuranti scenari. Qui ci sono tutti gli ingredienti e perfino la sosia computerizzata di Cher: cosa si può volere di più?
Ps. Il cast americano comprende Mandy Moore, Zachary Levi, Donna Murphy, Ron Perlman, Jeffrey Tambor. In Italia la voce di Rapunzel è di Laura Chiatti, quella di Flynn di Giampaolo Morelli.
Film 198 - Rapunzel - L'intreccio della torre (3D)
Box Office: $591.8 milioni
Consigli: "Rapunzel - L'intreccio della torre" è un buon rientro in carreggiata per una Walt Disney Pictures da troppo tempo alla ricerca di un rinnovato percorso da seguire. I bei tempi andati in cui ogni uscita della casa di produzione era un evento mondiale sono andati scemando col tempo ed era necessario un profondo esame di coscienza dopo titoli fallimentari come "Mucche alla riscossa", "Chicken Little - Amici per le penne" o "I Robinson - Una famiglia spaziale". A mio avviso da questo titolo in poi le cose sono andate sempre migliorando, riportando la Disney a un rinnovato, meritato successo di pubblico e critica. In particolare "Rapunzel" è un film carino - che ha il suo culmine narrativo/visivo nella scena delle lanterne - e spensierato, capace di intrattenere il suo spettatore in maniera piacevole, lasciando un ricordo positivo. Le bellissime canzoni di un tempo, mi spiace, non ci sono più, ma è innegabile che ogni tanto guardarsi un cartone animato è un'esperienza che fa bene.
Parola chiave: Fiore.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 9 giugno 2015

Film 934 - Orlando

Un altro film sul tempo dopo "Adaline - L'eterna giovinezza", un'altra protagonista femminile che non invecchia. Anche se cambia di sesso...

Film 934: "Orlando" (1992) di Sally Potter
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Uno dei film più strani che abbia mai visto, forse il più strano. A volte sembra di essere a teatro, a volte non si capisce dove ci si stia trovando, né dove si voglia andare, a volte ci si chiede se non sia tutto uno scherzo. Insomma, "Orlando" sei inaspettato.
Una giovane Tilda Swinton interpreta il/la protagonista attraverso i secoli e i sessi, già all'epoca capace di spaziare tra il maschile e il femminile, tra una bellezza aristocratica, antica, vezzosa e una più prettamente contemporanea. Inoltre parliamo qui di qualcosa di estremamente inusuale per il cinema mainstream, un cambio di sesso seppur d'autore (il romanzo da cui è tratta la pellicola è di Virginia Woolf) che lascia disorientato chi non ha idea di cosa si parlerà in questa storia. Come, del resto, per quanto riguardai vari salti temporali.
Insomma, c'è un bel po' di carne al fuoco per un unico film e nonostante questa pellicola abbia ormai 23 anni e non sia certo un titolo di puro, ludico intrattenimento, mi sono goduto il viaggio. Innanzitutto perché la Swinton è magnifica ed era un po' che volevo recuperare, curioso, questo "Orlando", uno dei suoi primi lavori da protagonista. Poi perché ha dei costumi pazzeschi, che definire stupendi è riduttivo. Un lavoro non facile quello di Sandy Powell, tra l'altro, dovendo spaziare tra periodo elisabettiano e giorni nostri ('90), motivo per cui la sua nomination all'Oscar è più che meritata.
In generale, comunque, pur non essendo una narrazione che ho trovato facilissima da seguire - sia perché non conoscevo il romanzo e la sua storia, sia perché di fatto tutti i salti temporali tendono a frammentare il racconto -, sono rimasto da subito affascinato e rapito da questo film, incuriosito dalle svolte narrative e dalle sue sorprese non solo a livello di trama (Sally Potter ha iniziato a scriverne la sceneggiatura alla fine degli anni '80; bisogna tenere presente, quindi, che all'epoca si era certamente meno "preparati" a un bacio saffico sullo schermo, seppure celato dal fatto che il bacio in questione nella storia è dato tra una donna e un in-quel-momento-uomo. Quest'ultimo cambierà sesso e a comprovarlo vi è una scena di nudo integrale della Swinton. Inoltre, a mescolare ulteriormente le carte, all'inizio del film è un uomo, Quentin Crisp, a interpretare Elisabetta I di Inghilterra). Come si capisce, dunque, "Orlando" è una piccola sorpresa in un panorama a me francamente un po' sconosciuto: della filmografia della Potter questo è l'unico titolo momentaneamente visionato e della Woolf so ancora meno. Per cui questo connubio artistico distillato cinematograficamente è stato per me non solo esplosivo, inaspettato e piacevole, ma anche qualcosa da dover codificare, del quale ho faticato ad appropriarmi del linguaggio. Insomma, è stata una sfida, una di quelle che ogni tanto bisognerebbe concedersi per non perdersi nel torpore delle produzioni a grosso budget o di quelle, comunque, contemporanee i cui meccanismi, linguaggi, messaggi e tematiche ci sono immediati e conosciuti.
Box Office: £1,519,690 (UK) + $5,319,445 (USA)
Consigli: Un bell'esperimento cinematografico, un titolo certamente non facile da seguire e inizialmente faticoso da "inquadrare" in qualcosa di conosciuto. Ho apprezzato la performance di Tilda Swinton, già grande 20 anni fa, capace di rapportarsi ad un doppio personaggio, oltretutto senza tempo, uscendone come un'amazzone in sella alla motocicletta.
Bellissimi anche i costumi e le scenografie, insieme capaci di creare atmosfere suggestive e visivamente potenti che certamente rimangono impresse anche finita la visione del film. Tutto sommato direi che "Orlando", pur non essendo qualcosa di adatto a tutti, può soddisfare pienamente chi cerca qualcosa di diverso, di meno convenzionale. O anche solo un salto nel passato.
Parola chiave: Proprietà.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 8 giugno 2015

Film 933 - Adaline - L'eterna giovinezza

La locandina italiana è orrenda, anche se sintetizza il messaggio portante del film in maniera efficace.

Film 933: "Adaline - L'eterna giovinezza" (2015) di Lee Toland Krieger
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ad essere sinceri ero contrario alla visione di questa pellicola che non trovavo particolarmente interessante. In realtà mi sono dovuto ricredere, la visione di "The Age of Adaline" è stata piuttosto piacevole.
Il film, infatti, è ben strutturato e stranamente scientificamente collocato in un universo del 'plausibile' che, se anche può non avere alcuna fondatezza, regala a noi profani l'illusione di un contesto che potrebbe in qualche mo(n)do avere senso. E già la cosa aiuta in positivo tutta l'operazione.
Ma la vera sorpresa qui è nientemeno che Blake Lively, perfetta in un ruolo che richiede classe, una presenza fisica 'senza tempo', un'innata dose di charme. Tutte caratteristiche che a quanto pare è in grado di impersonare in maniera impeccabile, rivestendo il ruolo che non è solo di protagonista, ma anche di icona di stile. L'ampio e sontuoso guardaroba fa certamente la sua figura, ma è innegabile che l'ex ragazza di "Gossip Girl" disponga di un allure naturale invidiabile. E, personalmente, la cosa mi ha colto alla sprovvista.
A dire il vero, nell'insieme, tutto "Adaline - L'eterna giovinezza" è stato una certa sorpresa in positivo, dalla trama ai costumi, dall'attrice all'atmosfera che il regista Lee Toland Krieger riesce a ricreare. Per essere una pellicola romantica che prescinde lo scorrere del tempo e ipotizza incidenti mortali reversibili grazie all'intervento casuale di fulmini salvavita, l'approccio è piacevolmente maturo e riesce, nell'insieme, a rendere la faccenda un po' meno fiaba e un po' più storia. Solo il finale stride leggermente, ma parliamo, appunto, di un film romantico che necessita comunque del suo happy ending. Fa lo stesso, alla fine della visione si esce soddisfatti.
Box Office: $50.6 milioni
Consigli: Blake Lively guida un buon cast composto da Michiel Huisman, Harrison Ford, Kathy Baker e Ellen Burstyn, tutti catapultati in una storia in cui il tempo è la chiave di lettura, sia che scorra o meno. Il risultato finale è piacevole, la storia è delicata e parla tanto di amore, ma anche di passato e ricordi, del piacere di portarseli con sé nonostante siano collacati così distanti nel tempo. L'idea di partenza che vuole la sua protagonista per sempre bloccata nei suoi 29 anni non è solo un pretesto come un altro, ma la sceneggiatura riesce a sfruttarlo in maniera funzionale, costruendo un racconto piacevole da seguire e, lo ammetto, anche interessante. Quindi, anche se non me lo sarei aspettato, devo dire che "Adaline - L'eterna giovinezza" è un prodotto valido, hai i suoi buoni momenti e può essere una buona scelta per una serata tranquilla e piacevole in compagnia di un buon film.
Parola chiave: Fotografia.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 4 marzo 2015

Film 890 - Jupiter - Il destino dell'universo

Non sono fan della coppia di registi, ma visto il cast e le anticipazioni, un po' di curiosità c'era.

Film 890: "Jupiter - Il destino dell'universo" (2015) di Andy Wachowski, Lana Wachowski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Jupiter Ascending" ha un titolo italiano che non ha senso, considerando che non parliamo di qualcosa di incomprensibile o impronunciabile da doverlo necessariamente sostituire con un sottotilo che, poi, è anche sbagliato: più che "dell'universo" è "nell'universo", considerando che Jupiter non diventa proprietaria dell'universo intero, ma solo della Terra e soprattutto che trova la vera sé stessa e l'amore al di fuori della galassia.
Precisazione fatta, parliamo di quest'ultimo titolo dei fratelli Wachowski. A me è piaciuto. Ne ho letto brutte critiche, ma al di là del prevedibile fatto che non sarebbe stato un capolavoro, rimane una pellicola piacevole da seguire, un'avventura fantascientifica che ricorda tante cose già viste ("Star Wars", "Star Trek" e tutte quelle saghe interspaziali, ma anche i paesaggi de "Il Signore degli Anelli"), ma ha il pregio di non limitarsi a riproporre la solita storia vista e rivista. E' vero, i presupposti parrebbero suggerirlo, eppure la storia è anche fin troppo complessa, tra sottotrame e intrighi di potere, e quantomeno tenta di creare tutto un nuovo mondo che si regga su presupposti interessanti.
La giovane Jupiter/Mila Kunis, infatti, scoprirà di essere di fatto la reincarnazione della madre dei 3 fratelli della potente famiglia aliena Abrasax (Eddie Redmayne, Douglas Booth, Tuppence Middleton), i quali tenteranno di ucciderla e raggirarla con lo scopo di evitare che la ragazza rivendichi la possibilità di ereditare parte delle immense fortune in loro possesso (tra cui la Terra intera), rovinando i loro piani, nonché i relativi profitti. Quello che c'è al difuori della nostra orbita, si scoprirà, è un'intera nuova realtà di cui gli umani sono semplicemente tassello di un puzzle che li vuole carne da macello in vista di una mietitura, di fatto sterminio totale della razza. Il genere umano è il prossimo e già altre forme di vita aliene, di altri pianeti, hanno subito lo stesso destino per mano delle Abrasax Industries con l'intento di raccoglirne il DNA al fine di creare un siero della giovinezza da rivendere sul mercato planetario.
Quindi, checché se ne dica, lo sforzo narrativo è apprezabile, secondo me. Poi tutto è migliorabile - per esempio non trovo che le calzature volanti di Caine/Channing Tatum siano funzionali alle tempistiche da grande schermo -, però mi è piaciuto ritrovarmi davanti a una gande avventura concepita in altrettanto grande stile. Evidente l'impegno degli effetti speciali nel ricreare mondi plausibili e realtà inimmaginabili, nel complesso più che riuscito, come del resto sono abbastanza affascinanti e stravanganti i costumi e le scenografie; per quanto riguarda invece la trama, come al solito i Wachowski si producono nella creazione di mondi narrativi alternativi ("Matrix", "V per Vendetta", "Cloud Atlas") colpendo lo spettatore per l'innegabile fantasia.
Tutto sommato, dunque, mi sono goduto la visione di "Jupiter - Il destino dell'universo", innocuo ritorno al cinema di coloro che hanno avuto il merito di creare "Matrix" e il demerito di rovinarlo coi sequel. Qui non siamo certo al cospetto di un capolavoro della settima arte, eppure per una serata all'insegna dell'avventura fantasy il gioco vale la candela.
Box Office: $124.4 milioni di dollari
Consigli: Premesso che non riesco a capire come a) il film abbia fatto a costare qualcosa come 176 milioni di dollari b) come abbia fatto a floppare così clamorosamente e c) come sia possibile che ancora consegnino budget così esorbitanti ai Wachowski che, puntualmente, sono catastrofici al botteghino mondiale, comunque rimane il fatto che "Jupiter Ascending" mi ha divertito e intrattenuto a dovere. Gli aspetti negativi sono che è certamente molto lungo (127 minuti di pellicola), Eddie Redmayne parla con una flemma che stordisce e che forse c'è davvero troppa carne al fuoco che fatica ad essere gestita dai due registi. La bella coppia Kunis-Tatum funziona bene, il cattivo è incazzato al punto giusto (ma i suoi due fratelli mosci potevamo risparmiarceli - a proposito, ma che fine fa la sorella?), l'avventura intrattiene a dovere. Quindi mi sembra un buon titolo da tenere in considerazione per una serata di dismpegno o se si apprezzano le storie che sconfinano i limiti dell'atmosfera terrestre.
Parola chiave: DNA.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 3 agosto 2011

Film 287 - La morte ti fa bella

Altra cena, altro film. Questa volta suggerimento di Andrea!


Film 287: "La morte ti fa bella" (1992) di Robert Zemeckis
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea, Andrea Puffo, Michele P., Davide
Pensieri: Sebbene abbia sempre considerato questo film quale un capolavoro avveniristico, effettivamente rivedendolo per intero e tutto in una volta, mi pare di essermi accorto del suo più grande punto debole: la storia.
Non so se sembri solo a me, ma molti dei film di Zemeckis, mi pare abbiano sempre qualcosa di incompiuto, che si risolvano in un unico atto che, in realtà, non soddisfa totalmente le necessità dello spettatore. E' stato così per "Polar Express", "La leggenda di Beowulf" o "A Christmas Carol". In questo caso specifico ho rivissuto nuovamente questa sensazione.
Comunque, al di là di ciò, il film è davvero molto divertente. Il cast è perfetto (essendo un film di 19 anni fa è davvero notevole confrontare il riuscitissimo trucco 'invecchiante' su attori che, oggi, hanno tutti superato i 55anni di età), gli effetti speciali davvero strabilianti (tecniche di realizzazione davvero futuristiche per l'epoca) e le gag sono spassosissime. Rimane, come si diceva, un certo senso di incompiuto nella trama, ma nel complesso la pellicola è efficace.
Il trio/triangolo Meryl Streep-Bruce Willis-Goldie Hawn, spalleggiato dalla nudissima Isabella Rossellini, strappa più di una risata tra un insulto, una caduta dalle scale, un torcicollo e un crampo allo stomaco decisamente feroce... La storia è semplice e classificabile alla voce: ripicca sulla ex amica ed ex fidanzato che mi hanno mollata e mi hanno fatta ingrassare a dismisura. Tutto, ovviamente, è funzionale all'effetto speciale, ma fortunatamente la bravura degli attori non rende tutto fine a sé stesso.
Eternamente belle ed eternamente giovani sarà un motto più che abusato nella cinematografia (e nella vita) a venire; a questa pellicola il merito di aver - con ironia - precorso i tempi.
Film 287 - La morte ti fa bella
Film 1788 - Death Becomes Her
Consigli: Da vedere con gli amici, da goderselo in lingua originale. Sfavillanti gli effetti speciali d'avanguardia per il periodo.
Parola chiave: Vernice spray.

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#HollywoodCiak
Bengi