Ultimo film prima di atterrare in Russia e attendere il definitivo ritorno in patria, la mia scelta è ricaduta su un titolo che avrei voluto vedere già tempo fa, ma che per errore avevo scambiato per un altro... #TokyoDays: film 7.
Film 918: "Dolphin Tale" (2011) di Charles Martin Smith
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Dopo aver scambiato "Qualcosa di straordinario" per questo "Dolphin Tale", rimetto le cose a posto scegliendolo come ultimo film da traversata intercontinentale. E dai, alla fine è stata una buona idea.
La storia è di quelle edificanti e d'ispirazione: un bambino riscopre la motivazione e la gioia di vivere grazie all'amicizia con il delfino femmina Winter, ritrovata agonizzante sulla spiaggia e salvata grazie all'aiuto di un team d'emergenza: la creatura marina perderà la coda e successivamente (anche lei) la voglia di vivere, riacquisita solo grazie alla vicinanza col ragazzino. Ma non è finita qui, perché per adattarsi alla nuova innaturale condizione, Winter finirà per modificare il suo modo di nuotare, compromettendo la spina dorsale con il rischio sempre più concreto di perdere la vita. Per salvare l'animale, Sawyer (Nathan Gamble) capisce che è necessaria una protesi, motivo per cui si rivolgerà al Dr. McCarthy (Morgan Freeman) nel tentativo di fornire a Winter un'ultima chance.
Ebbene, la dolce delfina non accetterà di buon grado l'implementazione ingegnosa del dottore, finendo per riufitare violentemente e per più volte una protesi che non riesce a sentire come "sua". Si finirà per scoprire il perché proprio nelle ore più disperate, dopo che un uragano avrà quasi distrutto la struttura presso cui l'animale è ospite, struttura già a rischio di chiusura per mancanza fondi... E nonostante la serie di sfighe da operazione lacrima-facile sia stata un po' caricata dalla sceneggiatura, la maggior parte di quanto mostrato trae ispirazione dalla storia vera di Winter e di coloro che l'hanno salvata presso il Clearwater Marine Hospital di Clearwater, Florida.
Insomma, tutto sommato questo film mi è piaciuto, è un intrattenimento carino e mostra una bella storia di amicizia e perseveranza, l'incontro di due mondi che si scoprono e di come ognuno sappia trarre dall'altro, giovandone. Poi si sa, queste scelte cinematografiche spingono tantissimo su sentimenti ed empatia, quindi io non ho nemmeno tentato di sottrarmi, a prescindere dal fatto che mi trovassi su un aereo pieno di gente assurda. La storia commuove, il film è ben confezionato e l'operazione salva il delfino riesce a smuovere anche l'animo più insensibile.
Box Office: $95.4 milioni
Consigli: I buoni incassi di questo film hanno spinto la produzione a un bis che nella fattispecie porta il titolo di "Dolphin Tale 2". L'incasso è stato più modesto, ma non credo che questo mi fermerà dal vederlo, prima o poi. Questo primo adattamento cinematografico - in italiano "L'incredibile storia di Winter il delfino" - è un buon titolo per famiglie, una storia con lieto fine, buoni sentimenti e perfino una morale. Per non parlare del fatto che è pure tratto da una storia vera! Insomma, "Dolphin Tale" è un esempio perfetto di film per il relax e il disimpegno di una serata tranquilla, che vedrà gli scossoni della vita sciacquati via dalla nuova, ipertecnologica coda della simpatica Winter.
Parola chiave: Save Winter Day.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Visualizzazione post con etichetta Frances Sternhagen. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Frances Sternhagen. Mostra tutti i post
martedì 19 maggio 2015
lunedì 6 ottobre 2014
Film 781 - Mai così vicini
Curiosi di vederlo nonostante l'evidente inutilità...
Film 781: "Mai così vicini" (2014) di Rob Reiner
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Mai così vicini, ma anche mai così insipidi o privi di idee.
Classico prodotto americano di genere commedia romantica della terza età con l'attrice che più riescono a sfruttare in questo ruolo, ovvero Diane Keaton (che da "Tutto può succedere - Something's Gotta Give" e la nomination all'Oscar ha imboccato questa strada senza alcun ritegno o remora). Si aggiunge alla scia di attempati-un-po'-arrapati anche Michael Douglas, perfino lui ormai fan del genere (vedi "Last Vegas").
In questo calderone di superficialità e bellissimi sfondi - ah, gli Hamptons cosa non hanno creato! - si svolge una storia che non ha nulla di particolarmente interessante e non presenta alcun aspetto per cui volerla effettivamente seguire. Ogni personaggio è descritto esattamente come un milione di altri prima di lui in prodotti fotocopia tanto simili che si comincia a faticare a ricordarne i nomi e, ammetto, a più di un mese di distanza dalla visione di questa pellicola ho veramente faticato a capire di che film si trattasse quando ho scoperto dalla mia lista che tale "Mai così vicini" sarebbe stata la prossima recensione. Lo bollerei, quindi, come 'anonimo'.
Non brutto, non bello, il vero problema è che questa mediocrità patinata condita di buoni sentimenti e una rivalutazione dell'ultimo periodo della vita come ancora florido di opportunità, sentimenti e vestiti perfettamente lavati e stirar, è che il risultato è fine a se stesso. Nessuno ricorderà Douglas o Keaton per queste interpretazioni come nessuno ricorderà questo film. E allora perché farlo? Per i soldi, chiaro. Che non sono arrivati (30 milioni di dollari per produrlo). E allora che la prossima volta ci pensino su un attimino più approfonditamente.
Box Office: $22,405,801
Consigli: Innocuo esempio di cinema comico-romantico per la terza età, ovvero quando la speranza non demorde. Una fotografia candida e saturatissima nei colori, paesaggi così belli, sentimenti così puri, situazioni così nette da non risultare credibili. Salvo solo i momenti cabaret della Keaton, più che altro perché alla fine riesce sempre a farci una bella figura anche quando recita in queste inutilità cinematografiche.
Parola chiave: Amore. O buoni sentimenti. O famiglia. O tutto insieme.
Trailer
Bengi
Film 781: "Mai così vicini" (2014) di Rob Reiner
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Mai così vicini, ma anche mai così insipidi o privi di idee.
Classico prodotto americano di genere commedia romantica della terza età con l'attrice che più riescono a sfruttare in questo ruolo, ovvero Diane Keaton (che da "Tutto può succedere - Something's Gotta Give" e la nomination all'Oscar ha imboccato questa strada senza alcun ritegno o remora). Si aggiunge alla scia di attempati-un-po'-arrapati anche Michael Douglas, perfino lui ormai fan del genere (vedi "Last Vegas").
In questo calderone di superficialità e bellissimi sfondi - ah, gli Hamptons cosa non hanno creato! - si svolge una storia che non ha nulla di particolarmente interessante e non presenta alcun aspetto per cui volerla effettivamente seguire. Ogni personaggio è descritto esattamente come un milione di altri prima di lui in prodotti fotocopia tanto simili che si comincia a faticare a ricordarne i nomi e, ammetto, a più di un mese di distanza dalla visione di questa pellicola ho veramente faticato a capire di che film si trattasse quando ho scoperto dalla mia lista che tale "Mai così vicini" sarebbe stata la prossima recensione. Lo bollerei, quindi, come 'anonimo'.
Non brutto, non bello, il vero problema è che questa mediocrità patinata condita di buoni sentimenti e una rivalutazione dell'ultimo periodo della vita come ancora florido di opportunità, sentimenti e vestiti perfettamente lavati e stirar, è che il risultato è fine a se stesso. Nessuno ricorderà Douglas o Keaton per queste interpretazioni come nessuno ricorderà questo film. E allora perché farlo? Per i soldi, chiaro. Che non sono arrivati (30 milioni di dollari per produrlo). E allora che la prossima volta ci pensino su un attimino più approfonditamente.
Box Office: $22,405,801
Consigli: Innocuo esempio di cinema comico-romantico per la terza età, ovvero quando la speranza non demorde. Una fotografia candida e saturatissima nei colori, paesaggi così belli, sentimenti così puri, situazioni così nette da non risultare credibili. Salvo solo i momenti cabaret della Keaton, più che altro perché alla fine riesce sempre a farci una bella figura anche quando recita in queste inutilità cinematografiche.
Parola chiave: Amore. O buoni sentimenti. O famiglia. O tutto insieme.
Trailer
Bengi
Etichette:
amore,
And So It Goes,
cabaret,
cinismo,
commedia,
Diane Keaton,
famiglia,
flop,
Frances Sternhagen,
Hamptons,
Last Vegas,
Mai così vicini,
michael douglas,
Something's Gotta Give,
terza età,
Yaya DaCosta
martedì 24 gennaio 2012
Film 360 - Julie & Julia
LUNEDÌ 9 NOVEMBRE 2009 - MARTEDÌ 24 GENNAIO 2012
Ne è passato di tempo dall'inizio...
Film 360: "Julie & Julia" (2009) di Nora Ephron
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Andrea, Diego
Pensieri: Dopo la prima e unica visione del film "Julie & Julia" l'idea per un blog che, ad oggi, conta la sua 360esima recensione. Non sarò all'obiettivo di un film al giorno, ma di sicuro porto avanti un progetto che ha richiesto costanza e volontà: ne sono più che felice!
Rivedere, quindi, una pellicola che con tanto gusto (gnam!) mi ha regalato un'idea, un progetto e uno sfogo creativo, non poteva che essere un appuntamento necessario, soprattutto dopo aver acquistato il dvd!
Ecco, quindi, che rivedo la divina Meryl alle prese coi fornelli e la mia amata Amy a districarsi con 500 ricette con una dedizione da provetta chef. Un film pieno di spunti, ricco di uno spirito positivo che regala un sogno che trova il suo leitmotiv nella realizzazione di sé stessi tramite ciò che ci piace. Che sia imparare ricette autoctone 'proibite' agli stranieri o interfacciarsi con il mondo tramite i propri pensieri scritti, piace poter pensare che, nella vita, la speranza di fare ciò che ti piace (o ti va) sia sempre possibile, anche di questi tempi. Qui ancora più interessante perchè la vicenda è suddivisa in due incrociando le vite delle Julie e Julia del titolo.
Piacevole, delicato, creativo e incoraggiante, con una grande interpretazione di Meryl Streep (nomination all'Oscar), ancora una volta capace di calarsi in panni tanto lontani dalla sua personalità.
Tra i visi noti Stanley Tucci ("Amabili resti", "Easy Girl" e già con la Streep in "Il diavolo veste Prada"), Chris Messina ("Vicky Cristina Barcelona", "Lo stravagante mondo di Greenberg") e Jane Lynch ("Glee", "Paul", "Laureata... e adesso?").
"1 film al giorno... Julie & Julia"
Consigli: Per chi ama Meryl o Amy questo è sicuramente uno dei film da vedere. Una buona commedia, delicata e ben scritta da Nora Ephron e recitata con metodo. Una pellicola che si gusta volentieri!
Parola chiave: Ricette.
Trailer
Ric
Ne è passato di tempo dall'inizio...
Film 360: "Julie & Julia" (2009) di Nora Ephron
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Andrea, Diego
Pensieri: Dopo la prima e unica visione del film "Julie & Julia" l'idea per un blog che, ad oggi, conta la sua 360esima recensione. Non sarò all'obiettivo di un film al giorno, ma di sicuro porto avanti un progetto che ha richiesto costanza e volontà: ne sono più che felice!
Rivedere, quindi, una pellicola che con tanto gusto (gnam!) mi ha regalato un'idea, un progetto e uno sfogo creativo, non poteva che essere un appuntamento necessario, soprattutto dopo aver acquistato il dvd!
Ecco, quindi, che rivedo la divina Meryl alle prese coi fornelli e la mia amata Amy a districarsi con 500 ricette con una dedizione da provetta chef. Un film pieno di spunti, ricco di uno spirito positivo che regala un sogno che trova il suo leitmotiv nella realizzazione di sé stessi tramite ciò che ci piace. Che sia imparare ricette autoctone 'proibite' agli stranieri o interfacciarsi con il mondo tramite i propri pensieri scritti, piace poter pensare che, nella vita, la speranza di fare ciò che ti piace (o ti va) sia sempre possibile, anche di questi tempi. Qui ancora più interessante perchè la vicenda è suddivisa in due incrociando le vite delle Julie e Julia del titolo.
Piacevole, delicato, creativo e incoraggiante, con una grande interpretazione di Meryl Streep (nomination all'Oscar), ancora una volta capace di calarsi in panni tanto lontani dalla sua personalità.
Tra i visi noti Stanley Tucci ("Amabili resti", "Easy Girl" e già con la Streep in "Il diavolo veste Prada"), Chris Messina ("Vicky Cristina Barcelona", "Lo stravagante mondo di Greenberg") e Jane Lynch ("Glee", "Paul", "Laureata... e adesso?").
"1 film al giorno... Julie & Julia"
Consigli: Per chi ama Meryl o Amy questo è sicuramente uno dei film da vedere. Una buona commedia, delicata e ben scritta da Nora Ephron e recitata con metodo. Una pellicola che si gusta volentieri!
Parola chiave: Ricette.
Trailer
Ric
Etichette:
Amy Adams,
blog,
chef,
Chris Messina,
cucina,
Frances Sternhagen,
Francia,
hollywoodciak.com,
Jane Lynch,
Julia Child,
Julie & Julia,
libro,
matrimonio,
Meryl Streep,
Nora Ephron,
oscar,
ricette,
Stanley Tucci
giovedì 23 giugno 2011
Film 269 - Misery non deve morire
Cena del martedì a base di insalata e... terrore!

Film 269: "Misery non deve morire" (1990) di Rob Reiner
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Andrea, Diego, Marco, Michele P.
Pensieri: Questo film ha 20 anni e fa più paura dei tanti horror che ci propinano ultimamente. Sarebbe mica il caso di porsi qualche domanda?
Certo, Kathy Bates è un mostro di bravura in questo ruolo, fa venire i brividi al solo entrare in scena. Sarà per il contrasto con l'immagine pacata all'inizio della pellicola, per i vestiti da morigerata zitella di provincia o per la cottarella da scolaretta nei confronti del maturo scrittore Paul Sheldon/James Caan, di fatto col progredire della storia si tramuta in una psicopatica coi fiocchi. E, in effetti, non è facile trovare attori di tale impatto orrifico ultimamente. L'Oscar come migliore attrice è, a mio avviso, uno tra i più meritati di sempre.
Ma questo film detiene anche un altro 'primato': è l'unico tra quelli tratti dai libri di Stephen King ad essersi aggiudicato un Oscar, nonostante numerose nomination a film come "Le ali della libertà" (7, tra cui miglior film), "Il miglio verde" (4, tra cui miglior film) o "Carrie, lo sguardo di Satana" (2).
Insomma, tornando a "Misery" (questo è il titolo originale), si può dire, nel complesso, che sia un film ben confezionato e riuscitissimo nel suo genere. Claustrofobico e teso come non mai, vive di un crescendo di pathos che incolla lo spettatore alla sedia. Ce la farà il povero Paul a fuggire dalle grinfie di Annie Wilkes/Bates nonostante la sua momentanea disabilità motoria? Sopravviverà al pressing psicologico del ritiro forzato con, come unica compagnia, una macchina da scrivere e il suo personaggio letterario più famoso, Misery, appunto?
La pellicola non è certo recente, ma non è carino svelare il finale e lascerò, quindi, il piacere a chi vorrà di godersi ogni appassionante attimo di questo thriller con venature molto horror che parte, sì, lentamente, ma ingrana sul finale con una marcia in più.
Stupisce, tra l'altro, che, nonostante l'isolamento forzato e quindi la mancanza di un numero variegato di personaggi, non si soffra per niente il tête-à-tête - decisamente non romantico - tra i due personaggi principali. Di contorno, infatti, troviamo solo lo sceriffo Buster/Richard Farnsworth ("Una storia vera"), sua moglie Virginia/Frances Sternhagen ("Julie & Julia", "Sex and the City", "E.R. - medici in prima linea") e la sempre affascinante Lauren Bacall ("Assassinio sull'Orient Express", "Il grande sonno").
Consigli: Divano, luce spenta e solitudine. Magari pioggia fuori. E' il modo migliore di vedere questo film!
Parola chiave: Misery Chastaine.
Trailer
Ric

Film 269: "Misery non deve morire" (1990) di Rob Reiner
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Andrea, Diego, Marco, Michele P.
Pensieri: Questo film ha 20 anni e fa più paura dei tanti horror che ci propinano ultimamente. Sarebbe mica il caso di porsi qualche domanda?
Certo, Kathy Bates è un mostro di bravura in questo ruolo, fa venire i brividi al solo entrare in scena. Sarà per il contrasto con l'immagine pacata all'inizio della pellicola, per i vestiti da morigerata zitella di provincia o per la cottarella da scolaretta nei confronti del maturo scrittore Paul Sheldon/James Caan, di fatto col progredire della storia si tramuta in una psicopatica coi fiocchi. E, in effetti, non è facile trovare attori di tale impatto orrifico ultimamente. L'Oscar come migliore attrice è, a mio avviso, uno tra i più meritati di sempre.
Ma questo film detiene anche un altro 'primato': è l'unico tra quelli tratti dai libri di Stephen King ad essersi aggiudicato un Oscar, nonostante numerose nomination a film come "Le ali della libertà" (7, tra cui miglior film), "Il miglio verde" (4, tra cui miglior film) o "Carrie, lo sguardo di Satana" (2).
Insomma, tornando a "Misery" (questo è il titolo originale), si può dire, nel complesso, che sia un film ben confezionato e riuscitissimo nel suo genere. Claustrofobico e teso come non mai, vive di un crescendo di pathos che incolla lo spettatore alla sedia. Ce la farà il povero Paul a fuggire dalle grinfie di Annie Wilkes/Bates nonostante la sua momentanea disabilità motoria? Sopravviverà al pressing psicologico del ritiro forzato con, come unica compagnia, una macchina da scrivere e il suo personaggio letterario più famoso, Misery, appunto?
La pellicola non è certo recente, ma non è carino svelare il finale e lascerò, quindi, il piacere a chi vorrà di godersi ogni appassionante attimo di questo thriller con venature molto horror che parte, sì, lentamente, ma ingrana sul finale con una marcia in più.
Stupisce, tra l'altro, che, nonostante l'isolamento forzato e quindi la mancanza di un numero variegato di personaggi, non si soffra per niente il tête-à-tête - decisamente non romantico - tra i due personaggi principali. Di contorno, infatti, troviamo solo lo sceriffo Buster/Richard Farnsworth ("Una storia vera"), sua moglie Virginia/Frances Sternhagen ("Julie & Julia", "Sex and the City", "E.R. - medici in prima linea") e la sempre affascinante Lauren Bacall ("Assassinio sull'Orient Express", "Il grande sonno").
Consigli: Divano, luce spenta e solitudine. Magari pioggia fuori. E' il modo migliore di vedere questo film!
Parola chiave: Misery Chastaine.
Trailer
Ric
Etichette:
Frances Sternhagen,
horror,
James Caan,
Kathy Bates,
Lauren Bacall,
libro,
Misery,
Misery non deve morire,
Oscars,
rapimento,
Richard Farnsworth,
Rob Reiner,
scrittore,
Stephen King,
thriller,
William Goldman
Iscriviti a:
Post (Atom)