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martedì 7 gennaio 2025

Film 2336 - The Holiday

Intro: I think I've only watched this once at the movies and that was it. Recently, tho, a lot of people were talking about it, especially since the Christmas season was approaching. So I decided to give another go...

Film 2336
: "The Holiday" (2006), Nancy Meyers
Watched on: From the TV
Language: English
Watched with: Michael
Thoughts: I remember I didn't particularly like this movie the first time I watched it and I cannot say I changed my mind this time around really. Not that it is a bad movie by any means, it's just a bit meh, although enjoyable. 
I just say that, of all the Christmas movies out there, this isn't my favourite. Also, Nancy Meyers (the director) said she never conceived "The Holiday" as a Christmas movie in the first place.

That said, I'll admit that some bits work and I particularly enjoyed Cameron Diaz's performance. Maybe she isn't the greatest actress of all time, but she surely works for these type of movies, romcoms especially. And she has good chemistry with the co-star Jude Law. They're obviously a gorgeous pair and that doesn't hurt either.

What didn't work for me, tho, is Kate Winslet's character's storyline. Or, to better put it, hers and Jack Black's. I really didn't vibe with these two and not because the actors do a bad job, but rather because it's such an odd pairing it's distracting. 
Additionally, their 'relationship' grows at a very slow pace all to speed up at the very end of the movie very suddenly. We know from the start where the story is trying to go, yet it doesn't really commit until the end.
Furthermore, Iris' (Winslet) story reminded me quite a lot of Bridget Jones'.
Anyway, again, I don't think "The Holiday" is a terrible movie, it's just not my favourite.
Cast: Cameron Diaz, Kate Winslet, Jude Law, Jack Black, Eli Wallach, Edward Burns, Rufus Sewell, Kathryn Hahn, John Krasinski; (cameos): Dustin Hoffman, Lindsay Lohan, James Franco.
Box Office: $205.8 million
Worth a watch?: I understand the Christmas appeal and this movie is definitely a good option to watch during the holidays, yet this is not my favourite pick when it come to pictures to (re)watch during thc Christmas season.
Awards: 1 nomination at the 2007's MTV Movie + TV Awards for Best Kiss (Jude Law & Cameron Diaz).
Key word: Home.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 15 maggio 2023

Film 2185 - Divergent

Intro: Non so bene perché, ma mi era tornata voglia di vederlo.

Film 2185: "Divergent" (2014) di Neil Burger
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: come sempre, quando qualcosa funziona alla grande, non ci vuole molto perché comincino a comparire dei cloni. Fossimo stati all'inizio degli anni '00 e stessimo parlando di musica, si potrebbe benissimo fare riferimo alla battaglia delle teen popstar, ovvero Britney Spears, Christina Aguilera, Mandy Moore e Jessica Simpson.
Invece, siccome ci occupiamo di cinema - e il riferimento temporale risale solo a 10 anni fa - ci tocca dire che questo "Divergent" è la copia sbiadita di quell'"Hunger Games" che in sala fece faville (specialmente coi primi due capitoli) e sta per tornare a novembre conl'inevitabile quanto evitabile prequel "The Hunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes". I sequel di "Divergent", invece, sono stati un totale disastro, tanto che la produzione del quarto e conclusivo episodio non si è mai verificata.
La verità è che "Divergent" accusa pesantemente i suoi quasi 10 anni di età e non regge il confronto con il ben più interessante "Hunger Games". Non è colpa di Shailene Woodley, che è sempre una grande protagonista, ma sicuramente la storia manca di mordente e la sceneggiatura qui non è esattamente eccelsa. La romance tra Tris e Four non è particolarmente elttrizzante e il risultato finale, per quando passabile, manca di quel qualcosa in più. Forse, non ci fosse stato l'inevitabile paragone con l'altro franchise, questo ne sarebbe uscito vincente. Ma, vista la difficile competizione, "Divergent" finisce per risultare solamente quell'altra saga che hanno provato a lanciare dopo "Hunger Games".
Cast: Shailene Woodley, Theo James, Ashley Judd, Jai Courtney, Ray Stevenson, Zoë Kravitz, Miles Teller, Ansel Elgort, Tony Goldwyn, Maggie Q, Kate Winslet.
Box Office: $288.9 milioni
Vale o non vale: Il primo dei soli 3 film usciti di questo franchise è sicuramente il migliore. Col tempo si perde il senso della storia e ci si inabissa in un'intollerabile vortice di banalità pseudo politiche e prodozze tecnologiche (leggi effetti speciali) che non impressionano nessuno. Detto ciò, "Divergent" parte da un'idea anche intrigante, ma non riesce a capitalizzare sul suo potenziale in termini di cast e storia. Fosse finito qui il racconto, sarebbe andato bene lo stesso.
Premi: Vincitore nella categoria Miglior personaggio per Tris (Shailene Woodley) agli MTV Movie & TV Awards del 2014.
Parola chiave: Sierum.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 10 gennaio 2023

Film 2155 - Avatar: The Way of Water

Intro: Tredici anni di attesa e aspettative alle stelle per il sequel del film con l'incasso più alto della storia del cinema (non considerando l'inflazione).

Film 2155: "Avatar: The Way of Water" (2022) di James Cameron
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: 192 minuti di film per questo ritorno a Pandora che, diciamocelo tranquillamente, funziona tanto bene quanto il primo. Intelligente l'idea di cambiare location e spostare la storia nel reame acquatico, trovata che mantiene lo spettatore sufficientemente interessato, oltre che visivamente stimolato, il tutto per un risultato finale lunghissimo, ma che in ogni caso funziona.
Poi, certo, durante la visione non ho potuto fare a meno di chiedermi: c'era davvero bisogno di richiamare ogni membro del cast del primo film (specialmente gli interpreti di personaggi il cui arco narrativo si era esaurito nella storia precedente)? Non era possibile immaginarsi un secondo capitolo che non fosse l'esatta copia del precedente? E perché le balene di questo film parlano, mentre gli altri animali no? Inoltre, c'era davvero bisogno di usare mezzora di racconto per mostrare la caccia alle balene? E perché Cameron non può fare a meno di piazzare una nave che affonda all'interno delle sue storie? O, ancora, il personaggio di Spider (Jack Champion) poteva essere scritto in maniera meno contraddittoria?
Queste solo alcune delle domande che non si può fare a meno di porsi e anche se certe risposte sono ovvie, ribadisco che, di fatto, "Avatar: The Way of Water" sia il blockbuster della stagione natalizia di cui - per tante e diverse ragioni - ci fosse bisogno. Inattacabile a livello di concept visivo ed effetti speciali, sicuro nella regia, sufficientemente comprensibile a livello narrativo e di tematiche della storia (la famiglia, la famiglia, la famiglia!), questo secondo "Avatar" non delude le aspettative e consegna ai fan della pellicola del 2009 esattamente quello che ci si aspettava: un intrattenimento su larga scala tra colorate meraviglie e potenti scene d'azione. Per chi apprezza, il perfetto regalo di Natale.
Film 62 - Avatar
Film 68 - Avatar (3D)
Film 312 - Avatar
Film 604 - Avatar
Film 1291 - Avatar
Film 2155 - Avatar: The Way of Water
Cast: Sam Worthington, Zoe Saldaña, Sigourney Weaver, Stephen Lang, Kate Winslet, Cliff Curtis, Joel David Moore, CCH Pounder, Edie Falco, Jack Champion.
Box Office: $1.713 miliardi (ad oggi)
Vale o non vale: "Avatar 2" si scosta di poco in termini narrativi e visivi dal suo predecessore, ma quanto basta (e a distanza di tempo sufficiente) da riuscire a replicare l'istantaneo successo del primo film. Chiaro, le 3 ore e passa di durata possono essere un deterrente per molti, ma tutto sommato il ritmo della narrazione è quasi sempre quello giusto (la caccia alle balene... insomma) e il risultato finale è comunque quella giostra colorata perfetta da abbinare allo spirito natalizio. Tra due anni, confermato il terzo episodio.
Premi: Candidato a 2 Golden Globes 2023 per Miglior film drammatico e Miglior regia.
Parola chiave: Famiglia.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 22 giugno 2018

Film 1500 - Eternal Sunshine of the Spotless Mind

Intro: Uno dei titoli più assurdi della storia del cinema – in italiano tradotto in maniera criminale – per uno dei film più complessi e poetici. Era una vita che volevo rivedere questo film.
Film 1500: "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" (2004) di Michel Gondry
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: sembrerebbe facile riassumere questa pellicola in poche parole, pressappoco così: lui e lei si amano, ma lei si stufa e decide di farsi cancellare la memoria per dimenticarlo; stessa cosa pianifica di fare lui, ma l’amore è troppo forte e la storia si ripete.
Nel mezzo, però, c’è un vero e proprio micromondo, una storia intricata fatta di immagini e suoni e ricordi e traumi e sentimenti e musica. Non è facile spiegare in realtà questo film a chi non l’ha visto, perché più che qualcosa cui siamo abituati, si tratta di un percorso frammentato e apparentemente incoerente, fatto di sensazioni e suggestioni infinite, per un risultato finale potentissimo e bellissimo che vale davvero la pena di vedere (più che di raccontare).
Cast: Jim Carrey, Kate Winslet, Kirsten Dunst, Mark Ruffalo, Elijah Wood, Tom Wilkinson.
Box Office: $72.3 milioni
Vale o non vale: piccolo gioiello di genialità, “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” è quasi una poesia fatta a film (grande Gondri) narrata tramite le grandissime performance di Jim Carrey e Kate Winslet.
Premi: Oscar alla sceneggiatura su due candidature totali (l'altra per la Miglior attrice protagonista); 4 candidature ai Golden Globes (Miglior commedia, attore e attrice protagonisti, sceneggiatura); 6 nomination ai BAFTA e due vittorie per sceneggiatura e montaggio.
Parola chiave: Montaulk.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 26 aprile 2018

Film 1490 - The Mountain Between Us

Intro: Un film su un disastro aereo con Kate Winslet, ovvero la promessa di un disaster movie di qualità. Io ero già sicuro lo avrei amato.
Film 1490: "The Mountain Between Us" (2017) di Hany Abu-Assad
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: “The Mountain Between Us” è tutto ciò che non promette. Non è un disaster movie, non è un thriller, non è un bel film. Ad essere onesti è un brutto, brutto film scritto male e tratto da un romanzo che ha una storia tanto assurda e banale allo stesso tempo da far venire la pelle d’oca. Siamo ridotti a portare questo sullo schermo?;
dal momento in cui Kate ed Idris Elba si incontrano possiamo già scommettere su loro amore pronto a sbocciare. Dal momento in cui precipitano sappiamo già che sopravviveranno. Dal momento in cui la storia si tramuta in una pellicola romantica capiamo che la storia sta per diventare una cagata. Tutte e tre le “profezie” si avverano immancabilmente; serviva far precipitare un aereo per far innamorare due sconosciuti? Serviva fargli rischiare la morte per assideramento per renderli consapevoli della necessità di una scossa nella loro vita? Non credo e, se questo è il risultato, penso si potesse proprio evitare di buttare giù la sceneggiatura. Nel 2018 come si fa a prendere sul serio questa storia? Che, inoltre, manca di romanticismo e, anzi, risulta più spesso ridicola che sentimentale.
Cast: Idris Elba, Kate Winslet, Beau Bridges, Dermot Mulroney.
Box Office: $62.8 milioni
Vale o non vale: assolutamente perdibile. Brutto, con delle battute tremende e un cast totalmente sprecato. Peccato, davvero.
Premi: /
Parola chiave: Cane.

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Bengi

sabato 30 aprile 2016

Film 1125 - The Dressmaker

Appena uscito in Italia, ho visto questo film un mesetto fa perché non riuscivo a trattenermi dalla curiosità!
Film 1125: "The Dressmaker" (2015) di Jocelyn Moorhouse
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Ammetto che mi aspettassi un prodotto più sciocchino, forse quasi più una commedia all'americana. Invece "The Dressmaker", che pure è simpatico e suscita qualche risata, non disdegna momenti anche molto drammatici, oltre che una certa cattiveria di fondo, il che mi ha sorpreso.
Tutto comincia con la bellissima Tilly Dunnage (Kate Winslet) che torna nel suo sperduto paesino natale australiano dopo essersi girata il mondo grazie al suo lavoro e al suo talento: la nostra protagonista è donna di stile e gusto capace di creare abiti da red carpet e di valorizzare la fisicità praticamente di chiunque. Ovviamente il suo ritorno a Dungatar creerà non poco scompiglio, sia perché la donna si presenterà ai suoi concittadini in abiti cui certamente loro non sono abituati, sia perché il suo andarsene via era legato ad un fatto del passato che aveva scosso la comunità, che aveva finito per odiarla.
Queste, a grandi linee, le premesse di una trama in grado di regalare non poche sorprese. Principalmente perché fin dall'inizio la sensazione è che di questa pellicola se ne voglia trarre un prodotto principalmente comico, uno di quelli cui siamo solitamente abituati, ma in realtà si tratta di qualcosa di meno convenzionale che si rifà a canoni leggermente diversi da quelli più (ab)usati. Anche solo per questo "The Dressmaker" si guadagna non pochi punti. In aggiunta a ciò, va detto che la Winslet è la solita ottima scelta in grado di valorizzare una pellicola con la sua capacità e bravura e qui anche con una bellezza spiazzante. Insieme a lei, altri aspetti positivi sono assolutamente i non protagonisti: la madre pazza Molly (Judy Davis) e il poliziotto en travesti Farrat (Hugo Weaving, che qui ripercorre i vecchi fasti di quel gioiellino che è "Priscilla - La regina del deserto"), insieme al sempre ben piazzato Liam Hemsworth nella parte dell'amore della protagonista.
In generale, quindi, un titolo riuscito, sorpresa piacevole e meno convenzionale di quanto non ci si potrebbe aspettare all'inizio. Sarà l'animo australiano della produzione, sarà il materiale da cui è tratto - dal romanzo di Rosalie Ham - o la semplice presenza magnetica di una Winslet in gran forma, di fatto "The Dressmaker" riesce nell'impresa di piacere e coinvolgere sufficientemente lo spettatore che, neanche a dirlo, per tutta la durata del film tiferà per l'emarginata Tilly. Insomma, un ottimo lavoro.
Ps. Vincitore di 4 AACTA Awards - gli Oscar australiani - su 13 nomination totali: Miglior attrice protagonista (Winslet) e Migliori attori non protagonisti (Davis e Weaving), Migliori costumi.
Cast: Kate Winslet, Judy Davis, Liam Hemsworth, Hugo Weaving, Sarah Snook, Kerry Fox, Rebecca Gibney, Julia Blake, Gyton Grantley, James Mackay.
Box Office: $18.34 milioni
Consigli: Un titolo carino da tenere in considerazione, soprattutto ora che è appena uscito al cinema da noi. Gran bei costumi, una Winslet che porta sulle sue spalle tutta la produzione - e ci riesce divinamente -, un cast veramente ben assortito, con due piacevoli ritrovamenti: Hugo Weaving e una grandissima Judy Davis. La storia non sarà sempre tutta lustrini e scollature pericolose, il che potrebbe stupire chi da "The Dressmaker" si aspetta solo qualche passerella e un mondo di battute, però il risultato finale è piacevole e meno 'a catena di montaggio' del solito, per cui correte al cinema e date una chance a questo film!
Parola chiave: Stewart Pettyman.

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Bengi

venerdì 29 gennaio 2016

Film 1087 - Steve Jobs

Molto curioso di recuperare questo titolo, soprattutto perché la Winslet potrebbe essere una delle vincitrici agli Oscar di febbraio. Anche se io spero di no...
Film 1087: "Steve Jobs" (2015) di Danny Boyle
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: In tutta onestà no, questo film non mi è piaciuto. Per una serie di motivi.
Il primo è la sceneggiatura di Aaron Sorkin, uno che grazie ai suoi dialoghi ha vinto di tutto, dall'Oscar all'Emmy, dal Golden Globe al BAFTA. Come può essere, dunque, che il primo ad essere citato sia lui? Il punto è questo: ormai sono anni che seguo la carriera di Sorkin, ho visto metà delle 7 stagioni di "The West Wing", ho genuinamente apprezzato "The Social Network" e detestato "Moneyball" e "La guerra di Charlie Wilson". Ormai credo di essermi fatto un'idea su come imposti le sue sceneggiature e costruisca i suoi personaggi e, in generale, trovo che non sempre lo faccia in modo efficace. E' uno che, per capirci, scrive dialoghi a fiume, gioca tutto sui climax, vive di retorica e sfinisce lo spettatore di paroloni. Se certe volte funziona, non posso ritenere che sia una regola universale.
Qui si manifesta il problema, che vive tutto nel personaggio di Jobs e in parte nel suo rapporto con la Hoffman, più che amica una schiava devota. Steve, pace all'anima sua, a quanto pare era uno stronzo, ma di quelli che alla fine lo fanno per te, perché ha in mente un percorso che tu, povero mortale, non hai nemmeno idea che sia stato concepito e qualcuno lo stia intraprendendo per te. Ora, io non so se tutto questo rispecchi la realtà dei fatti, ma mi tocca prendere tutto a scatola chiusa e, umanamente, devo dire che seguire questa storia è stato difficile, spesso noioso. Va bene essere un genio, ma rompere le palle agli altri gratuitamente un po' mi snerva. E lo fa ancora di più il vedere che, dopo che ci hai trasportato in questo turbinio di negatività, ansia, cattiveria e frustrazione, ti autorinneghi e nel finale cambi e dimostri di avere dei sentimenti. Eh no, Steve, non si fa così. O sei uno stronzo e lo sei sempre, perché sei fatto così, o non diventi "buono" nel finale perché così siamo tutti più contenti. Anche perché la frase «Eh però nel finale è mi è piaciuto perché lui diventa più umano» a mio avviso è più un demerito che un pregio del film.
Un altro problema è l'ambientazione. Sembra quasi che sia una pellicola tratta da un'opera teatrale: non c'è mai una scena in esterna, siamo in un costante e labirintico dietro le quinta, non importa di quale anno ci stiano raaccontando. Sembra quasi un documentario su come organizzare efficacemente le conferenze. Premesso che trovo affascinante dare una sbirciata a certi momenti importanti della storia delle persone, qui forse la costante ambientazione "dietro al palco" alla lunga fa soffrire chi guarda di claustrofobia. Per me, almeno, è stato così: non vedevo l'ora di uscire dal cinema.
Ed eccoci al terzo motivo, che ho lasciato per ultimo perché è anche il più personale: Michael Fassbender. E' bravo e mi piace sempre, è uno che lavora sui personaggi e li rende credibili, ma qui c'è qualcosa di fisico che me lo ha reso disturbante: la sua bocca. Un filo sottile da cui sbucano denti aguzzi combinato allo sguardo spesso gelido, quando non è adirato, mi ha più di una volta fatto pensare a quando Steve Jobs sembrasse un vero e proprio cattivo da film. E' ovvio che anche questo ha influito negativamente sull'idea generale che mi sono fatto della pellicola ed è ancora più ovvio che questo sia tutto un problema mio, rimane il fatto che più di una volta ho pensato quanto l'aspetto contasse nell'interpretazione in chiave negativa del protagonista. Non che la faccia da angelo di Ashton Kutcher in "Jobs" delinei la differenza decisiva tra le due interpretazioni, in ogni caso qui ho trovato la cosa disfunzionale.
In ogni caso, al di là delle considerazioni appena affrontate, qualcosa di buono c'è, per carità! Danny Boyle ha la mano giusta e scegliere di dirigere la sua storia tutta in primo piano - anche perché le quinte di ogni teatro dopo un po' rompono le palle - ed è ovviamente la scelta vincente. Considerati poi i fiumi di battute da recitare, meglio stringere bene per catturare ogni sfumatura, ogni sguardo, ogni emozione interpretata dai protagonisti. La Winslet è sempre perfetta e anche se la vestono come l'ultima zitella del pianeta Terra, ne esce comunque vincente. In tutto questo (ma non ho visto il film in inglese) mi sento di dire che nessuna delle due interpretazioni - sua e di Fassbender - meriti un Oscar, pur avendo giustamente ricevuto risalto. Insisto nella mia convinzione che questo sia l'anno di DiCaprio e francamente spero di cuore che premino la Vikander come attrice non protagonista, anche perché ho trovato la scelta dei Golden Globe di premiare la Winslet non solo troppo facile, ma perfino banale e scontata.
Dunque, "Steve Jobs" è tutto tranne quello che ci si aspetterebbe dal biopic sulla vita del geniale e visionario inventore del Macintosh. Il mio orizzonte di aspettative, come direbbe Jauss, è stato ampiamente catturato dalla precedente idea che mi ero fatto vedendo "Jobs" e da ciò che pensavo avrei visto e, a conti fatti, la cosa mi ha rovinato l'idea d'insieme. Non mi è piaciuto perché è un film pesante, parlato troppo e che troppo spesso sottintende, retorico e aggressivo, claustrofobico e, per i miei gusti, troppo fuori dai canoni del prodotto biografico. Peccato, un'occasione persa.
Cast: Michael Fassbender, Kate Winslet, Seth Rogen, Jeff Daniels, Katherine Waterston, Michael Stuhlbarg, Sarah Snook.
Box Office: $30.7 milioni
Consigli: Tratto dalla biografia autorizzata scritta da Walter Isaacson, questo film percorre gli step fondamentali della carriera di Jobs, con salti temporali non indifferenti che mettono a confronto - di fatto separandoli come atti di un'opera teatrale - i punti salienti delle vicende umane e lavorative che hanno trasformato l'uomo in personaggio e successivamente in mito. Se si è amanti dei biopic, forse questo lo troverete leggermente fuori dai canoni. Gli estimatori di Mac e Jobs ameranno. Gli altri potrebbero trovarlo interessante, dipende da quale sia il tasso di sopportazione di ciascuno relativamente ai dialoghi strabordanti. Su Steve Jobs, al momento, è il migliore titolo sulla piazza. Per quanto riguarda il genere biografia, c'è sicuramente di meglio.
Parola chiave: Apple II.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 30 ottobre 2015

Film 1022 - Le regole del caos

Un film che desideravo molto vedere e che non ero riuscito a guardare al cinema. Meno male che esiste lo streaming!

Film 1022: "Le regole del caos" (2014) di Alan Rickman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Pur disponendo di un cast di ottimo livello, una storia intrigante, una location mozzafiato e dei costumi splendidi, il secondo sforzo registico del famoso e potteriano Rickman non centra l'obiettivo. Non perché sia mal realizzato, semplicemente manca di originalità.
Tutto sommato "A Little Chaos" si merita una sufficienza, pur con l'evidente mancanza di peculiarità nel piglio, qualcosa che renda questo film diverso dalle altre produzioni in costume viste fino ad oggi. Da questo punto di vista ritengo l'operazione di fatto un spreco di talenti, ma davvero nel complesso non si può dire che la storia non sia godibile o piacevole.
Francamente l'aspetto che più mi ha intrigato è al contempo quello che mi ha lasciato più deluso: progettare giardini per vivere è già difficile oggi, figuriamoci quanto lo potessere essere nel '600 francese per una donna non sposata... Dunque perché non approfondire questo aspetto in aggiunta ad una panoramica del talento della protagonista Sabine de Barra? Il progetto paesaggistico non diventa mai davvero il fulcro della storia e, anzi, nella seconda parte della trama viene completamente abbandonato in favore di un percorso d'amore scontato e non partciolarmente interessante. Fosse stato lasciato in secondo piano in favore di una maggiore cura degli aspetti lavorativi, innovativi e creativi della donna, secondo me si sarebbe potuto raccontare qualcosa di diverso, riuscendo nel non facile compito di distinguersi dal solito già visto.
In definitiva, "Le regole del caos" è una pellicola d'intrattenimento leggermente fuori dai canoni attuali per ambientazione, realizzazione e cast (che, Winslet a parte, non esercita un gran richiamo per il pubblico) che racconta una storia parzialmente vera dal potenziale fascino senza tempo, pur preferendo ricadere nel classico tema dell'amore vero che sboccia inaspettatamente e va curato con onestà e purezza del sentimento.
Cast: Kate Winslet, Matthias Schoenaerts, Alan Rickman, Stanley Tucci, Helen McCrory, Jennifer Ehle.
Box Office: $4,103,211
Consigli: Se piacciono le storie d'amore ambientate nel passato, i film in costume o semplicemente le interpretazioni di Kate Winslet (che pure ultimamente sceglie produzioni un pochino a casaccio), sicuramente "Le regole del caos" è una scelta obbligata. Per tutti gli altri potrebbe essere un po' una noia, ma se lo si sceglie perché alla ricerca di una pellicola ben recitata, pacata nei modi e serena nella narrazione, potrebbe anche essere una piacevole sorpresa.
Parola chiave: Versailles.

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Bengi

lunedì 4 maggio 2015

Film 911 - Insurgent

No, non potevamo assolutamente perdercelo!

Film 911: "Insurgent" (2015) di Robert Schwentke
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Vanina
Pensieri: Ultimo film visto prima di partire per il Giappone, questo "The Divergent Series: Insurgent" era, insieme a "Cenerentola", il titolo che non potevo perdere prima della vacanza!
Dopo aver aspettato un anno per questo secondo capitolo cinematografico della saga, finalmente l'atteso momento di andare a vederlo in sala, finalmente la curiosità di vedere come sarebbe continuata la storia, tutta l'ampia aspettativa si sarebbe un po' ridimensionata. E, diciamo, non sono rimasto insoddisfatto.
Per quanto ci siano alcune lacune, diciamo che tutto sommato questo film riesce sufficientemente a soddisfare le curiosità di un fan medio come me, uno che, per capirsi, vede volentieri le pellicole ma non legge i libri da cui sono tratte. Doverosa questa premessa dato che non potrei mai parlare di "Insurgent" in positivo o negativo riferendomi a un confronto con il libro cui si ispira (del quale, comunque, mi sono state dette pessime cose).
Questo secondo episodio tratto dalla saga scritta da Veronica Roth è, come era prevedibile, un titolo di "passaggio" che ci porta dal primo assaggio di "Divergent" al prossimo e conclusivo "Allagiant" (che sarà diviso in due parti). E' chiaro dunque che, partendo da un contesto già consolidato ed approdando ad un finale che è tale solo in termini relativi ai 119 minuti di pellicola, la storia lasci con la classica sensazione di incompiuto che è comune a tutti i secondi episodi di questo tipo di operazioni commerciali. Inoltre bisogna anche tenere presente che, a un anno di distanza dal primo e con il buon successo riscosso, con un incremento sostanziale del budget e la popolarità di Shailene Woodley, Ansel Elgort e Miles Teller in vertiginosa ascesa, il ritorno al cinema ha coinciso con una serie di accorgimenti e miglioramenti rispetto a ciò che non funzionava del precedente. Niente di veramente grave, ovviamente, ma era evidente che, differentemente da una saga come può essere quella di "Hunger Games", questo franchise risultasse puerile sotto molteplici aspetti (sceneggiatura, realizzazione, estetica, tematiche), problema non ancora del tutto risolto qui. A farla da padrone è ancora la storia d'amore tra i due protagonisti, preminente rispetto a tematiche più mature che sarebbero potute emergere grazie a certi snodi della storia (ribellione al potere centrale, rivoluzione, rapporto con i media, la circolazione delle informazioni e manipolazione della popolazione, formazione del carattere dei protagonisti di riflesso a tutto ciò che accade a loro intorno). In questo, infatti, anche "Insurgent" si rivela bloccato al livello basico che vuole questo film concentrarsi moltissimo sull'aspetto romantico e glam dell'amore ai tempi della guerra. Le tanto celebrate fazioni della precedente storia sfumano nello sfondo di eventi che vedono l'occhio della macchina da presa stringere sui due bellocci ma realistici Tris e Four (Shailene Woodley e Theo James), ormai vero fulcro di tutta la vicenda: per fare un esempio, che Tris sarà l'unica "eletta" capace di sbloccare la misteriosa scatola contente il messaggio degli antichi è chiaro fin da subito.
Ecco, quindi, che si palesa il vero limite di questa saga cinematografica, incapace di svincolarsi dall'aura teen-glam acquisita in principio nell'ottica di una maggiore presa sul pubblico che un approcio più maturo avrebbe garantito. Non è un caso, a mio avviso, che tra gli incassi di primo e secondo film la differenza sia minima, per di più in difetto per questo secondo titolo ("Divergent" $288.7 milioni contro $272.7 milioni di "Insurgent"). E' mancato, di fatto, l'obiettivo solitamente comune agli episodi successivi al primo di fidelizzare il pubblico appassionato e, soprattutto, aprirsi a nuovi possibili estimatori del franchise.
Forse perché un po' caotico nel presentare fatti e personaggi, "Insurgent" risulta un po' debole nonostante le novità che la trama propone (di cui la principale - dopo la scoperta del messaggio della misteriosa scatola - sta nel nuovo personaggio interpretato da Naomi Watts), pur riuscendo ad intrattenere adeguatamente il suo spettatore, principalmente grazie al grande apporto degli effetti speciali e dei colpi di scena della storia. Tutto sommato il risultato finale è sufficiente a soddisfare la richiesta ludica di chi guarda, presentando una certa dose di azione e componenti thriller, per quanto nell'insieme ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa di più elaborato e consapevolmente costruito.
Film 694 - Divergent
Film 881 - Divergent
Film 1124 - Allegiant
Box Office: $272.7 milioni
Consigli: Chiaramente avrebbe senso approcciarsi a questo titolo con alle spalle l'esperienza del primo titolo, se non addirittura quella dei libri. Ciò nonostante la storia è più che facilmente comprensibile e di intrattenimento anche senza aver avuto contatti precedenti con la saga (anche la nostra amica Vanina non aveva mai sentito parlare prima di "Divergent" e si è goduta il film lo stesso). I fans della Roth non potranno che apprezzare questo nuovo incontro cinematografico con i loro beniamini, attesi nuovamente al cinema il prossimo 18 marzo ("Allegiant: Part 1") e 24 marzo 2017 ("Allegiant: Part 2"). La conclusione di questo franchise è ancora lontana, il che può far auspicare a un miglioramento qualitativo he ancora non si è verificato. "Insurgent", infatti, è un film carino che mixa elementi distopici a fantasy e thriller, ma non convince del tutto chi non è palesemente fan o è semplice spettatore. E' un titolo di intrattenimento valido per una serata spensierata, eppure ci si poteva impegnare di più. Vedremo se l'anno prossimo il messaggio sarà stato recepito.
Parola chiave: Morte apparente.

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giovedì 19 febbraio 2015

Film 881 - Divergent

Comprato il dvd (per la verità regalato da Luigi), bisognava solo trovare il momento per rivedere questo film prima che uscisse il sequel nelle sale (in Italia esattamente tra un mese, il 19 marzo).

Film 881: "Divergent" (2014) di Neil Burger
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ammetto che, alla fine, sono diventato abbastanza fan di questo franchise, anche se certamente l'approccio meno adulto e la storia non sempre all'altezza delle buone premesse me lo fa considerare comunque un gradino sotto ai primi due episodi di "Hunger Games".
Snobismo a parte, il primo episodio della saga tratta dai libri apparentemente clamorosamente di successo di Veronica Roth, non è per niente male nell'ottica dell'intrattenimento action-teen che strizza abbondantemente l'occhio ai thriller futuristici con un debole per il distopico. Con trame per il potere più fitte di quanto non si penserebbe, un'accativante premessa che divide la società in 5 fazioni (Abneganti, Candidi, Pacifici, Intrepidi, Eruditi) e una protagonista che scoprirà di avere un segreto da proteggere e un destino da prendere in mano, di fatto questo "Divergent" è un esperimento cinematografico che compie il suo dovere, sicuramente soddisfando appieno le aspettative dei fan della saga.
Io mi sono laciato guidare volentieri dagli sviluppi della trama, ho seguito senza mai annoiarmi le avventure di Tris/Shailene Woodley alla conquista del suo posto in una società che la dava già per scontata (per non parlare del risvolto action tra sparatorie, controllo della mente e sventati tentativi di rovesciamenti di potere) e il tutto pur avendo già visto questa pellicola e sapendo cosa aspettarmi.
Insomma, "Divergent" è riuscito a 'fidelizzarmi' - pur avendo scoperto che i libri sono scritti da cane - e la cosa non mi dispiace affatto. Attendiamo "Insurgent" (o come lo chiama in maniera orribile Wiki, "The Divergent Series: Insurgent").
Ps. Sono davvero molti i nuovi nomi che contato a Hollywood che compaiono in questa pellicola: la Woodley, Theo James, Jai Courtney, Ansel Elgort, Zoë Kravitz, e il bravissimo Miles Teller di "Whiplash".
Film 694 - Divergent
Film 911 - Insurgent
Film 1124 - Allegiant
Box Office: $288,747,895
Consigli: Si vede e fa rivedere con piacere. Non è certo un capolavoro, ma riesce a valorizzare quasi sempre i suoi assi nella manica (forse l'unico vero punto debole è l'evoluzione del cattivo, che spreca un po' - soprattutto nel finale - la bravura della Winslet, molto rigida ma certo a causa della gravidanza, all'epoca, in corso) e alla fine ci si affeziona a Tris, si tifa per lei e gioisce dei suoi successi. Il finale lascia con non pochi nodi da sciogliere, oltre che con una strage parentale da manuale: la nuova Tris orfana e consapevole si affaccia a un futuro incerto e noi, insieme a lei, aspettiamo di sapere cosa ne sarà della saga di "Divergent".
Parola chiave: Cerimonia della Scelta.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 11 aprile 2014

Film 694 - Divergent

Super super curiosi di vedere questa pellicola e scoprire quale fosse la storia!

Film 694: "Divergent" (2014) di Neil Burger
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Partiamo dal fatto che "Divergent" non è "Hunger Games": inutile negare un confronto che c'è ed è inevitabile in quanto storia e struttura si assomigliano. E poi Theo James non è Josh Hutcherson...
Rispetto al film con Jennifer Lawrence, questo ulteriore esperimento cinematografico con una figura femminile forte al timone è più confuso e patinato, più simile a qualcosa come "Beautiful Creatures - La sedicesima luna" o "Shadowhunters - Città di ossa" in quanto a realizzazione rispetto alla direzione presa da "Hunger Games" che, nonostante presenti una dose non indifferente di "fattore patinato" anche lui, ha optato per un piglio più reale e una realizzazione più cruda.
E' vero, per carità, che anche in "Divergent" l'eroina Tris (sarà un caso che il suo essere divergente la fa appartenere plausibilmente a un trio di fazioni?) le prende e pure tante, eppure si ha sempre la sensazione che tutto andrà a finire bene. E in un certo senso le tappe che ti aspetti affronterà la trama si verificano, nonostante una sorprendentemente alta dose di violenza considerando il target teen di questo prodotto. Ultimamente sembra che sdoganare la violenza anche in prodotti che ci si aspetterebbe teoricamente più orientati a trattare aspetti romantici (anche se l'unica storia d'amore presentata qui è approfondita malissimo) o "cool" piuttosto che lividi, coltelli e uccisioni sia diventato di gran moda e, per carità, il pubblico pare apprezzare visto gli incassi, però la violenza per necessità è un conto (prendiamo questa affermazione con le pinze), mentre la violenza come show mi infastidisce alquanto. Qui sembra che l'unico modo di Tris per affermare se stessa e riscattare la sua propria identità rispetto all'eremitica sé di prima sia passare per pugni e sparatorie e se questo da un lato è necessario all'evolversi della trama, dall'altro è un aspetto che andrebbe affrontato con meno positivismo e più introspezione (a mio avviso).
Anche percé, sebbene l'intento della fazione degli Intrepidi sia quello di proteggere gli altri cittadini, il tipo di training che fanno è tanto aggressivo che sembra si stiano preparando ad un assalto a mani nude al Pentagono. Posso immaginare che nei futuri due capitoli della saga i principi di lotta appresi saranno certamente d'aiuto, ma al momento il tutto appare un pochino eccessivo.
Comunque in generale "Divergent" funziona abbastanza e, nonostante una realizzazione più infantile rispetto a quella di "Hunger Games", è un buon esempio di intrattenimento facile e spegni-cervello. E' un blockbuster inaspettato, per quanto mi riguarda, più che altro perché ha ottenuto uno straripante successo americano (all'esordio al botteghino USA ha incassato più di "Noah", per dire) assolutamente non scotanto se si pensa agli insuccessi commerciali dei due precedenti "Creatures" e "Shadowhunters" già citati. Certo avrà aiutato che il libro di Veronica Roth da cui è tratto sia stato di successo e che la protagonista Shailene Woodley sia piuttosto conosciuta tra gli adolescenti grazie alla serie tv "La vita segreta di una teenager americana", però niente si può dare sper scontato. Per quanto mi riguarda, uno degli aspetti che più mi ha interessato riguardo questa produzione è la presenza di Kate Winslet, solitamente un'attrice poco commerciale o comunque fuori dai circuiti cinematografici legati a produzioni teen. Il suo personaggio, certamente interessante e da lei reso bene, pecca un po' nel finale per quanto riguarda tenacia e aggressività - lo so, dopo tutta la predica sulla violenza pretendevo più aggressività? Per diciamocelo: che cattivo sei se parli parli e poi a fatti sei quasi immobile (ok che Kate era evidentemente incinta, però un po' d'azione anche per lei...) -, ma sono curioso di capire se avrà un seguito nel resto della saga o se non ci sarà altro che una mano "monca" per lei.
In sostanza, per concludere, ho passato un paio d'ore piacevoli e "Divergent" è certo stato in grado di incuriosirmi. Vedremo cosa succederà con "Insurgent" e "Allegiant".
Film 881 - Divergent
Film 911 - Insurgent
Film 1124 - Allegiant
Box Office: $139,000,609 (ad oggi)
Consigli: A chi è piaciuta la saga di "Hunger Games" questo inizio di saga potrebbe piacere, anche solo come antipasto per i due "Hunger Games: il canto della rivolta" che devono ancora uscire. Il film in sé è carino e Shailene Woodley è una giovane attrice piuttosto capace (lo aveva già dimostrato in "Paradiso amaro"). Vale la pena dare a "Divergent" un'occasione se si cerca relax e svago in salsa fantasy-avventura.
Parola chiave: Controllo della mente.

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Bengi

giovedì 12 dicembre 2013

Golden Globes 2014 - Le nomination

Olivia Wilde, Aziz Ansari e Zoe Saldana hanno appena presentato le nomination per i prossimi Golden Globes Awards che si terrano di qui a un mese, proprio il 12 gennaio 2014.
Dopo le nominations degli Screen Actors Guild Awards di 24 ore fa, anche i globi d'oro hanno decretato il meglio della passata stagione sfoderando la solita valanga di candidature tra cinema e tv, comedy e drama. Va detto che non c'è una gran differenza tra i nominati. Proprio tra questi ultimi, tra l'altro, una vera e propria pioggia di nomi che ad Hollywood contano davvero: Cate Blanchett, Sandra Bullock, Julia Roberts, Jennifer Lawrence (ancora), Tom Hanks, Robert Redford, Kate Winslet, Judy Dench, Kevin Spacey, Al Pacino, Leonardo Dicaprio, Michael Douglas e Matt Damon. Insomma, si prevede già un red-carpet succulento. 
 Per quanto riguarda il cinema, comunque, battono tutti "12 Years a Slave" ("12 anni schiavo") di McQueen e "American Hustle - L'apparenza inganna" di David O. Russell (ormai lanciatissimo) con 7 nomination ciascuno; per la tv, invece, 4 nomination per "House of Cards" e "Dietro i candelabri" di Soderbergh, da noi adesso al cinema. Per i film d'animazione sono in lizza "Cattivissimo me 2", "Frozen" e "I Croods", mentre per la Miglior canzone originale spuntano i nomi di Taylor Swift (per la seconda volta), Justin Timberlake e i Coldplay.
Infine, come ogni anno, ne approfitto per pronunciarmi riguardo a chi secondo me vincerà (*) e chi, invece, vorrei veder trionfare (§), attribuendo il seguente punteggio:
* = 1 punto;
§ = 1/2 punto;
*§ = 1 punto.
Insieme a me (B), Lidia (L) e Luigi (Lu).

Ma ecco la lista di tutte le categorie!



 71st Golden Globes Awards


Best Motion Picture - Drama
B Lu L*12 Years a Slave
Captain Phillips
B § Gravity
Lu L§ Philomena
Rush

Best Motion Picture - Musical or Comedy
B* Lu§ American Hustle - L'apparenza inganna
 Her
A proposito di Davis
Lu L* Nebraska
 The Wolf of Wall Street

Best Actor in a motion picture, drama
B* Lu§ Chiwetel Ejiofor,12 Years a Slave
Lu* B§ Idris Elba, Mandela: Long Walk to Freedom
Tom Hanks, Captain Phillips
L*§ Matthew McConaughey, Dallas Buyers Club
Robert Redford, All is Lost

Best Actress in a motion picture, drama
B* Lu§ L*§ Cate Blanchett, Blue Jasmine
 Sandra Bullock, Gravity
Lu* Judi Dench, Philomena
Emma Thompson, Saving Mr. Banks
Kate Winslet, Labor Day

Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy
L* Christian Bale for American Hustle - L'apparenza inganna
Lu§ Bruce Dern for Nebraska
B§ Lu* Leonardo DiCaprio for The Wolf of Wall Street
Oscar Isaac for A proposito di Davis
B* L§ Joaquin Phoenix for Her

Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy
B* Lu L*§ Amy Adams for American Hustle - L'apparenza inganna
Julie Delpy for Before Midnight
Greta Gerwig for Frances Ha
Julia Louis-Dreyfus for Non dico altro
 Meryl Streep for I segreti di Osage County

Best Director – motion picture
B§ L* Alfonso Cuaron, Gravity
Paul Greengrass, Captain Phillips
Lu* Steve McQueen, 12 Years a Slave
Lu L§ Alexander Payne, Nebraska
B* David O. Russell, American Hustle

Best Screenplay – Motion Picture
B L§ Spike Jonze, Her
Bob Nelson, Nebraska
Lu§ Jeff Pope Steve, Philomena
B Lu* John Ridley, 12 Years a Slave
L* David O. Russell and Eric Singer Warren, American Hustle

Best Animated Feature film
L*§ The Croods
Despicable Me 2
B Lu*§ Frozen

Best Foreign Language Film
Lu L* Blue Is The Warmest Color (France)
B*Lu§  The Great Beauty (Italy)
 The Hunt (Denmark)
The Past (Iran)
 The Wind Rises (Japan)

Best supporting Actress in a motion picture
Lu L* Sally Hawkins, Blue Jasmine
Jennifer Lawrence, American Hustle
B* Lu L§ Lupita Nyong'o, 12 Years a Slave
 Julia Roberts, August: Osage County
June Squibb, Nebraska

Best supporting Actor in a motion picture
Bradley Cooper, American Hustle
B L* Lu§ Michael Fassbender, 12 Years a Slave
B§ Lu* Jared Leto, Dallas Buyers Club
 Daniel Bruhl, Rush
Barkhad Abdi, Captain Phillips

Best Original Score – Motion Picture
All Is Lost - Alex Ebert
Mandela: Long Walk to Freedom - Alex Heffes
 Gravity - Steven Price
The Book Thief - John Williams
B* Lu L*§ 12 Years a Slave - Hans Zimmer

Best Original Song – Motion Picture
Lu L§ Frozen - Il regno di ghiaccio (2013): Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez ("Let It Go")
A proposito di Davis (2013): T-Bone Burnett, Ethan Coen, Joel Coen, Justin Timberlake, George Cromaty, Ed Rush ("Please Mr. Kennedy")
Hunger Games: la ragazza di fuoco (2013): Chris Martin, Guy Berryman, Jonny Buckland, Will Champion ("Atlas")
B Lu L* Mandela: Long Walk to Freedom (2013): Bono, Adam Clayton, The Edge, Larry Mullen Jr., Brian Burton ("Ordinary Love")
 One Chance (2013): Jack Antonoff, Taylor Swift ("Sweeter Than Fiction")

Best TV series, drama
B Lu* Breaking Bad
Downton Abbey
The Good Wife
 House of Cards
Lu§ Masters of Sex

Best Actress in a TV series, drama
Julianna Margulies, The Good Wife
Tatiana Maslany, Orphan Black
Lu*§ Taylor Schilling, Orange is the New Black
 Kerry Washington, Scandal
B* Robin Wright, House of Cards

Best Actor in a TV series, drama
B* Bryan Cranston, Breaking Bad
Liev Schreiber, Ray Donovan
B Lu§ Michael Sheen, Masters of Sex
Lu* Kevin Spacey, House of Cards
James Spader, The Blacklist

Best TV Series, Comedy
B Lu* The Big Bang Theory
Brooklyn Nine-Nine
Girls
Lu§ Modern Family
 Parks and Recreation

Best Actress in a TV Series, Comedy
Lu§ Zooey Deschanel, New Girl
Lu* Edie Falco, Nurse Jackie
Lena Dunham, Girls
B* Julia Louis Dreyfus, Veep
 Amy Poehler, Parks and Recreation

Best Actor, TV Series Comedy
B* Jason Bateman, Arrested Development
Don Cheadle, House of Lies
Michael J. Fox, The Michael J. Fox Show
B§ Lu*§ Jim Parsons, The Big Bang Theory
Andy Samberg, Brooklyn Nine-Nine

Best TV Miniseries or Movie
Lu§ American Horror Story: Coven
B Lu* Behind the Candelabra
Dancing on the Edge
Top of the Lake
 White Queen

Best Actress in a mini-series or TV movie
Jessica Lange, American Horror Story: Coven
B Lu* Helena Bonham Carter, Burton and Taylor
B Lu§ Rebecca Ferguson, The White Queen
Helen Mirren, Phil Spector
Elisabeth Moss, Top of the Lake

Best Actor in a mini-series or TV movie
 Matt Damon, Behind the Candelabra
B Lu* Michael Douglas, Behind the Candelabra
Chiwetel Ejiofor, Dancing on the Edge
Idris Elba, Luther
Lu§ Al Pacino, Phil Spector

Best Supporting Actress in a series, mini-series, or TV movie
Jacqueline Bisset, Dancing on the Edge
B§ Lu* Janet McTeer, The White Queen
Hayden Panettiere , Nashville
Monica Potter, Parenthood
B* Lu§ Sofia Vergara, Modern Family

Best Supporting Actor in a series, mini-series or TV movie
B Lu§ Josh Charles, The Good Wife
Rob Lowe, Behind the Candelabra
B Lu*Aaron Paul, Breaking Bad
Corey Stoll, House of Cards
Jon Voight, Ray Donovan

Bengi

venerdì 4 maggio 2012

Film 401 - Titanic 3D

Non lo avevo mai visto al cinema, ma solo in VHS un'ora alla volta per tre serate di fila con mamma... Bei tempi.


Film 401: "Titanic 3D" (1997) di James Cameron
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Licia
Pensieri: Caspita, potente questo "Titanic"! E perchè gli effetti speciali sono davvero ben realizzati e perchè, a livello di emozioni, non si fa proprio mancare nulla!
Inutile riassumere la trama del film più conosciuto di tutti i tempi (anche più di "Via col vento"?), di sicuro credo che una buona fetta della popolazione mondiale abbia speso, almeno una volta nella vita, tre ore del suo tempo per dedicarle a questo kolossal moderno sulla tragedia del transatlantico più grande mai costruito. Tragedia che James Cameron riesce a proporre (era il '97) in maniera così visivamente potente che il 3D è solo un vezzo degli anni 2000.
Eppure vale la pena andare al cinema e farsi circondare da un mare piatto, ma gelido, che si rivela trappola mortale per un numero troppo alto di vittime. Vale la pena non tanto per quello spirito voyeuristico che un po' ci contraddistingue, ma perchè il prodotto finale - nei limiti di un'operazione commerciale patinata e hollywoodiana - ha influenzato e cambiato buona parte del cinema americano di oggi. Il pubblico PUO' subirsi 194 minuti di pellicola; funziona ancora benissimo il giochino dell'immedesimazione nei protagonisti da parte di chi guarda; l'effetto nostalgia non è per forza una caratteristica negativa o penalizzante; la colonna sonora strappalacrime vince ancora anche dopo "Guardia del corpo"; attori sconosciuti possono reggere da protagonisti una pellicola se si punta anche sulle loro capacità recitative. Creare miti è ancora possibile, questo "Titanic" ne è la prova vivente.
Da novizio ho accettato volentieri la sfida che 14 anni fa non avevo raccolto e ho cercato volutamente di non perdermi la visione, questa volta. Ho apprezzato, sì, ho guardato con interesse avvicinandomi ad un fenomeno che, evidentemente, ha tutte le carte per essere definito tale. No, non sarà mai tra i miei film preferiti e dubito comprerò mai il dvd, ma capisco perchè - anche a distanza di molto tempo - questa pellicola riscuota ancora così tanto successo. Per chiunque abbia mai amato un'altra persona o per chi è facile immedesimarsi nei panni altrui, l'esperienza sul transatlantico sarà tanto forte da portare, anche, alle lacrime. L'orrore del disastro, la pena per chi ha davvero vissuto 100 anni fa l'esperienza dell'affondamento, il magone per una storia che finisce tra gli abissi dell'oceano sono temi forti capaci di scuotere anche i più freddi o scettici.
Capisco, dall'altra parte, che, per via della lunghezza o dell'eccessivo sbilanciamento della trama in favore di una relazione tanto fresca quanto intensa, qualcuno possa considerare questo prodotto lontano dai suoi gusti. Non si avvicina nemmeno ai miei per una serie di motivi (un certo 'accanimento' o propensione, se così vogliamo dire, nei confronti della tragedia a tutti i costi è genericamente fuori dai miei canoni), ma ammetto che in questo caso mi sono lasciato trasportare volentieri dalla narrazione.
In definitiva è stata un'ottima occasione per avvicinarmi a un film che, per anni, mi è stato piuttosto indifferente. Invece, bisogna dirlo, è stato ottimo trampolino di lancio per due attori che, al momento, sono tra i più importanti nomi della Hollywood che conta: Leo & Kate. Se non bastasse questo, o gli effetti speciali d'avanguardia per l'epoca a portarvi al cinema (forse un'altra volta), allora lasciatevi quantomeno tentare dall'idea - da noi concretamente messa in atto - di cantare a squarciagola la potentissima "My Heart Will Go On", cantata dal rachitico usignolo canadese Céline Dion, durante i titoli di coda. Gli altri spettatori, sicuramente, apprezzeranno.
Ps. Curiosità: unico nella storia del cinema, Bernard Hill (il capitano della nave), recita in 2 delle sole 3 pellicole a vincere 11 Academy Awards nella storia del prestigioso premio, il record di Oscar vinti da un unico film in una sola edizione. Chapeau.
Consigli: 11 Oscar e $2,160,555,715 di incasso (aggiornato alla 'performance' del 3D). Direi che tutto ciò parla da sé.
Parola chiave: Cuore dell'Oceano.

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Ric

venerdì 20 aprile 2012

Film 392 - Contagion

Secondo appuntamento con il cinema in aereo, un'altra grande produzione hollywoodiana.


Film 392: "Contagion" (2011) di Steven Soderbergh
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Per essere un film inutile ha un gran numero di star di prima classe! Con la regia del premio Oscar Steven Soderbergh e la partecipazione di 4 altri attori che si sono aggiudicati la statuetta dorata (Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet e Marion Cotillard) oltre che altri che si sono visti accreditare almeno una nomination (Jude Law, John Hawkes e Laurence Fishburne), ci si potrebbe aspettare che la pellicola valga anche solo per la magnificenza sbalorditiva che comprende il solo cast. Eppure non è così.
Oltre a mostrare al mondo quale sia la vera natura di Gwyneth Paltrow (ossia che si può anche vestire bene, ma non è così divinamente bella come tutti la descrivono) ed ammorbare lo spettatore riguardo la possibilità di morire solo per aver respirato vicino ad un contagiato di non si sa quale batterio, questo "Contagion" non fa. Non è interessante, non è ricco di azione e, al termine dei suoi 106 minuti, non ha assolutamente aggiunto niente alla filmografia di chi lo stesse guardando.
Mi aspettavo che, oltre giocare - inevitabilmente - la carta del grande cast, si tentasse di proporre una storia interessante e, dato il tema, 'soffocante', che premesse l'acceleratore sul fattore paura psicotica di essere contagiati senza sapere come effettivamente riuscire a difendersi. E, invece, qui si riesce addirittura a risalire al paziente 'zero' (Paltrow) che è causa dell'esportazione del virus, ma non si finisce mai per avere una seria fobia di venir contagiati. Non c'è una gran immedesimazione, insomma. Anche perchè ci sono sia troppi personaggi, sia si cade nel solito cliché del padre che perde moglie e figlioletto e, per salvare l'altra pargola, tira fuori i cosiddetti 'coglioni' e si tramuta in una specie di eroe post-infezione mondiale. Bah, si poteva anche fare un pelino di più. Visto il cast e visto il budget... 60milioni di dollari per produrlo e il discreto incasso mondiale di $135,458,097. Con una parata di stelle come quella a disposizione di Soderbergh, ci si aspettava sicuramente un'affluenza più... proficua!
Consigli: Forse non è il film più adatto da vedere su un aereo per il Giappone (uno dei portatori del virus è asiatico) mentre si è chiusi per 12 ore su un aereo... Comunque, è in generale un film che si può anche evitare.
Parola chiave: Virus.

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Ric

giovedì 12 gennaio 2012

Film 354 - Ragione e sentimento

Un grande classico per una lunga malattia.


Film 354: "Ragione e sentimento" (1995) di Ang Lee
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Un contrasto chiaro fin dal titolo, il film che riprende il classico della Austen è un buon connubio tra passione e amore, necessità e costumi, contesti avversi che si mescolano forzatamente nella vita delle sorelle Dashwood. Chiara anche l'opposizione caratteriale dei due personaggi di Emma Thompson e Kate Winslet: la prima è legata alla ragione, la seconda decisamente al sentimento.
Per chi ama i film in costume, le pellicole tratte da romanzi ben scritti, una recitazione impeccabile e le storie d'amore, questo rappresenta uno dei migliori investimenti di tempo che si possano trovare. Scritto dalla stessa Thompson (che così si aggiudica il suo secondo Oscar, una dei pochi attori ad aver vinto sia per la recitazione che per la sceneggiatura) e diretto dall'Ang Lee di "I segreti di Brokeback Mountain", è stato uno dei successi commerciali della stagione '95-96 con un incasso mondiale di $134,993,774 a fronte di una spesa di 16. Un successo inusuale per una pellicola di questo genere.
Un bel film - decisamente lungo, avverto - con un cast capace e conforme al ruolo richiesto. Bisognerà calarsi nei panni delle due sorelle, concepire adeguatamente l'epoca e la mentalità, per comprendere appieno i turbamenti che si presentano durante lo svolgimento della trama, ma se ne si ha voglia, il piacere di seguire la vicenda ripagherà lo 'sforzo'. Bello, romantico e, oserei, emancipato.
Ps. Curiosità. Alcuni membri del cast si ritroveranno, poi, a recitare assieme nella saga di Harry Potter: Emma Thompson (Sibilla Cooman), Alan Rickman (Severus Piton), Gemma Jones (Madama Chips) e Imelda Staunton (Dolores Umbridge).
Consigli: Se questo è piaciuto, non potrà che aggiungere piacere vedere il gemello "Orgoglio e pregiudizio" di Joe Wright con Keira Knightley. Cambia la trama, ma non la Austen: il risultato è altrettanto buono nonostante i 10 anni che separano le due pellicole.
Parola chiave: Vero amore.

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Ric

giovedì 20 ottobre 2011

Film 315 - Carnage

Finalmente gli ingressi gratis della 3 propongono qualcosa di interessante che non sia semplicemente classificabile come 'grandissima minchiata'.


Film 315: "Carnage" (2011) di Roman Polanski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Bello e fatto solo di attori. Attori bravi, per intenderci.
Un quartetto umano di espressività e fisicità molto diverse che gioca la partita del 'io sono meglio' in un due contro due che spesso, però, non vede solo le coppie (matrimoniali) in tacita alleanza.
E così, dopo moglie e marito, si sprecano il sostegno femminile e quello maschile, ma ad un unire e opporre le coppie in un vortice della decadenza verso la verità più bassa saranno anche altri temi: figli, educazione, lavoro, sogni, ambizioni, frustrazioni e tanto ancora.
Giocato tutto in un appartamento da cui non si esce mai per vedere Brooklyn, non si soffre di claustrofobia nonostante a volte - come per i protagonisti - manchi un pò l'aria. Polanski, che si dimostra grandissimo in questa prova, raccoglie la sfida dell'interno a tutti i costi con espedienti di regia piuttosto efficaci e con alcune inquadrature davvero belle (es. in un solo momento vediamo ripresi particolari del corpo di Nancy Cowan e chi sta di fronte a lei a figura intera. Polanski si avvale spesso dello specchio per sfruttare appieno lo spazio casalingo. Si potrebbe quasi dire che lo specchio sia un silenzioso quinto personaggio. L'espediente è molto gradevole perchè, spesso, crea interessanti inquadrature in un gioco di doppio o vedo-non vedo che regala allo spettatore un ulteriore strumento di indagine sui personaggi stessi).
A rendere particolarmente riuscito questo film, comunque, sono principalmente i bravissimi attori. Con 12 nomination all'Oscar e 4 statuette vinte in totale Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz e John C. Reilly formano un quartetto da brivido che, se sulla carta poteva far venire l'acquolina in bocca, nel film mantiene assolutamente le aspettative.
Nevrosi e frustrazioni, dopo un'apparente calma piatta, affiorano con il passare del tempo - tra un'interruzione telefonica e l'altra - tanto da portare i quattro e veri e propri litigi senza il benché minimo filtro. Il contrasto tra l'inizio e la fine è lampante e, bisogna dirlo, piuttosto divertente. L'apparente etichetta altoborghese che viene tanto sfoggiata nei primi - tesi - tempi, viene ufficialmente accantonata in favore di un più genuino (ma non maturo) confronto sulle più disparate tematiche sociali. Il pretesto è un litigio tra figli che vuole essere risolto dai genitori nella maniera più civile possibile. Il risultato è uno spaccato umano dei più bassi e veri resi ultimamente che dimostra, alla fine, che la maturità acquisita con gli anni non corre necessariamente di pari passo con quella acquisita con le esperienze di vita. Le età sono diverse, ma non è detto che i genitori si dimostrino più maturi dei figli. Se vogliamo, per quanto brutale possa essere regolare i conti venendo alla mani, almeno elimina di netto il problema (o piaga sociale) dell'essere subdoli con chi ci sta di fronte. E qui Polanski, grazie ad un testo teatrale ben scritto (da Yasmina Reza), è bravissimo a tirare fuori dal suo cast sfumature umane che rendano alla perfezione il crescendo verso la rivelazione del proprio 'io' di ognuno dei personaggi.
Consigli: Da vedere assolutamente. Bello e interessante, mai noioso o banale.
Parola chiave: Educazione.

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Ric

mercoledì 8 settembre 2010

Film 133 - Revolutionary Road

Tornato alla mia più tradizionale vocazione americana, scelgo un film che volevo vedere da un po' per una serie di motivi. Primo fra tutti? Kate Winslet.


Film 133: "Revolutionary Road" (2008) di Sam Mendes
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non sempre l'amore basta a salvare la vita di coppia dalle insidie della vita quotidiana. Banale, direte voi.
Un po', ma è il fulcro e la ragion d'essere del film del Sig. Mendes, ex Mr. Winslet (sono separati da poco), che riprende il racconto dallo stesso titolo dello scrittore Richard Yates e ne confeziona una pellicola molto curata e raffinata in cui la celeberrima coppia del "Titanic" tenta il bis maturo per dimostrare che la loro barca in effetti non è ancora affondata. Niente di più vero, tra l'altro, confermato anche da i due Golden Globes vinti dalla Winslet nell'edizione 2009 - quindi per la stagione cinematografica 2008 - di cui uno proprio per questo film (ma l'Oscar è arrivato per "The Reader") e dai recenti successi al botteghino di DiCaprio, prima con "Shutter Island" di Scorsere e adesso con "Inception" di Nolan.
Insieme i due belli (ma è la Winslet quella che la spunta in bellezza, questa volta) formano una coppia di attori degni di nota e spessore, capaci di rendere con estremo realismo la drammaticità che un racconto come questo richiede. Ottimo anche il contorno attoriale, con Kathy Bates (vi dice niente? Già, "Titanic" anche lei!) e il nominato all'Oscar, per questo ruolo, Michael Shannon qui in versione pazzoide.
Qual è, quindi, il deficit principale del film? E la causa del suo successo molto sotto le aspettative? Beh, come sempre accade, dopo 11 anni le cose non sono più le stesse, i fans hanno guardato oltre e chi urlava e scalpitava per il DiCaprio adolescente, ora forse è meno interssato a vederlo collocato in un sobborgo residenziale anni '50 che si deprime per il lavoro poco soddisfacente e la gabbia in cui si è auto rinchiuso. Insomma, il confronto con un colosso (per quanto discutibile) come il "Titanic" (11 Oscar e, fino a quest'anno, record assoluto di incassi di tutta la storia del cinema) risulta difficile perfino agli attori stessi che lo interpretarono nel lontano '97. Le storie sono imparagonabili, i temi e i toni pure. Ma, nonostante questo, si è puntato buona parte della campagna promozionale sulla 'reunion' dei due attori che, a suo tempo, furono capaci di creare una magia che ad oggi è difficile ricreare.
Valorizzare la pellicola per altri motivi sarebbe stato probabilmente mossa meno commerciale, ma più interessante. Meno gossip da red carpet e più prestigio a recitazione e storia avrebbe sicuramente giovato.
Il film è bello, difficile, toccante in certi punti. Non è IL capolavoro di Mendes (pare che sia ''American Beauty''), ma dimostra di saper dirigere bene i suoi attori, cosa non da poco. Sottovalutarlo per la scelta di averlo pubblicizzato come dopo-Titanic sarebbe un errore. Ps. Bellissimi fotografia e costumi. 3 nominations agli Oscar 2009: attore non protagonista, costumi e scenografia.
Consigli: Una bella sfida, non sempre totalmente riuscita, ma avvincente e interessante. Drammatico e non semplicissimo da digerire, soprattutto ai nostri giorni in cui siamo abituati ad un certo livello di emancipazione oltre che ad assecondare i nostri desideri costi quel che costi.
Parola chiave: Aborto.


Ric