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giovedì 25 agosto 2022

Film 2126 - RoboCop

Intro: Qualche settimana fa, in occasione del 35esimo anniversario dall'uscita al cinema, il mio multiplex di fiducia Cineworld ha riproposto in sala uno dei classici del cinema di fantascienza. E, siccome questo film non lo aveva mai visto, non mi sono fatto scappare l'occasione di recuperarlo sul grande schermo!

Film 2126: "RoboCop" (1987) di Paul Verhoeven
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non lo avevo mai visto e, ammetto, lo avevo un po' confuso con il "Terminator" di Schwarzenegger. In ogni caso ho trovato molto piacevole la visione.
Tra l'altro, con l'avanzare della visione, mi sono reso conto che qualche tempo fa avessi visto lo speciale dedicato al film della serie Netflix "The Movies That Made Us" che, con non pochi dettagli, descriveva la produzione del film (come, ad esempio, la ricerca per le labbra perfette...). Sicuramente un punto di vista (che mi mancava) molto interessante e che mi permesso di assoporare ancora di più questo classico della cinematografia di fantascienza. Tra effetti speciali di stampo più classico e un'avanguardia nel make-up che, onestamente, fa tutto il film, la pellicola di Verhoeven riesce ancora a intrattenere a dovere e lasciare onestamente stupiti per il risultato finale.
Certamente non un film per tutti, ma un titolo che vanta di diritto un posto nella storia del cinema sci-fi moderno.
Cast: Peter Weller, Nancy Allen, Daniel O'Herlihy, Ronny Cox, Kurtwood Smith, Miguel Ferrer.
Box Office: $53.4 milioni
Vale o non vale: Un classico nel suo genere, "RoboCop" riesce ancora oggi ad intrattenere lo spettatore moderno, regalando poco più di un'ora e mezza di avventura fantascientifica che non risparmia violenza splatter e una vocazione futuristica che lascia onestamente sorpresi.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar per il montaggio e sonoro, ne ha vinto uno speciale per il montaggio degli effetti speciali sonori. 2 nomination ai BAFTA per il trucco e gli effetti speciali.
Parola chiave: Crimine.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 4 agosto 2021

Film 2040 - Jungle Cruise

Intro: Visto letteralmente due sere fa. Non mi capitava da un bel po' di essere cosi puntuale con una recensione... Lo avevo detto che ero in pari!

Film 2040: "Jungle Cruise" (2021) di Jaume Collet-Serra
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: nessuno si aspettava un capolavoro da questo "Jungle Cruise", ciò non toglie che si potesse fare di più, soprattutto considerato che a disposizione si avesse il talento di Emily Blunt (che a quanto pare sta facendo scintille in casa Disney ultimamente).
La verità è che questa pellicola ne ricorda tante altre e allo stesso tempo fallisce nel tentativo di rendersi riconoscibile per stile, ritmo o racconto, il tutto per un risultato finale che è piattamente godibile sì, ma strizza troppo l'occhio ad altre avventure come quelle di (uno qualunque dei 3) "Jumanji", (uno qualsiasi degli innumerevoli) "Pirates of the Caribbean", (uno qualsiasi dei vari) "The Mummy", (uno dei 2) "National Treasure" e via dicendo.
Insomma, considerando che la sceneggiatura di "Jungle Cruise" non presenta certo niente di innovativo o mai visto prima sul grande schermo, ci si sarebbe dovuti concentrare più sul conferire tridimensionalità ai personaggi principali - non basta al giorno d'oggi che la tua eroina sia una donna indipendente, risoluta e nata in un momento storico che non le rende giustizia - e dare un tono comico a tutto il racconto, perché altrimenti il tuo film risulterà semplicemente l'ennesimo titolo usa e getta con protagonista Dwayne Johnson che racconta di una maledizione ed è ispirato ad una delle giostre dei parchi a tema della Disney (sì, ci risiamo...).
Ribadisco che nessuno si aspettasse la pellicola del secolo, però mi sento di dire che nonostante le basse richieste del consumatore - domenica avevo solo voglia di vedere un prodotto facile facile che mi facesse spegnere il cervello - il risultato finale sia decisamente inferiore al potenziale di un titolo dal budget mostruoso di 200 milioni di dollari: gli effetti speciali sono mediocri, gli zigomi della Blunt mai così ferilliani, siamo nuovamente alle prese con una storia incentrata su una maledizione e dei conquistadores, per l'ennesima volta siamo di fronte ad un albero magico della vita ("Avatar" certamente, ma anche "Pocahontas") e, insomma, Dwayne Johnson avrà anche il suo fascino (suppongo), ma non si tratta certo del miglior attore della storia del cinema.
Quindi, ecco, diciamo che con tutta la buona volontà del mondo, "Jungle Cruise" proprio non colpisce, non lascia il segno. E sono felice che la Disney si stia finalmente svegliando dal suo torpore cis eterosessuale e cominciando a regalare (qualche) rappresentazione LGBT nei suoi prodotti, però questo piccolo gesto (miscroscopico, a dire il vero) di apertura nei confronti di racconti e storie con un piglio più moderno non è sufficiente a riscattare un giro di giostra cinematografica piuttosto insipido. E sorprendentemente privo di ironia.
Ps. Ma poi cosa ti serve avere Paul Giamatti nel cast se lo usi per due scene a inizio film e una scena nel finale?!
Cast: Dwayne Johnson, Emily Blunt, Édgar Ramírez, Jack Whitehall, Jesse Plemons, Paul Giamatti, Veronica Falcón, Dani Rovira, Quim Gutiérrez.
Box Office: $66.4 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: I tentativi di epicità falliscono miseramente, l'avventura di per sé non ha niente di mai visto e il fatto che ci si affidi all'ennesima maledizione da annulare direziona tutta l'operazione "Jungle Cruise" verso quel limbo di mediocrità in cui si trovato titoli simili con budget e cast stellare che preferiscono raccontare la solita storia fotocopia che non ha veramente nulla da dire e il cui senso supremo è quello di incassare soldi al botteghino in vista di un sequel (che speriamo non si avveri, ma dubito) che tenterà di bissare il successo. C'è da dire che al momento il successo parrebbe non essere colossale, ma le variabili Covid + Disney+ vanno certamente prese in considerazione.
Insomma, capiamoci, "Jungle Cruise" funziona se siete alla ricerca di un prodotto che non richieda alcuno sforzo mentale e nessuna particolare esigenza di prestare attenzione per tutti i 127 minuti di durata. Per qualsiasi altra esigenza, invece, meglio rivolgersi altrove.
Premi: /
Parola chiave: Petali.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 22 luglio 2021

Film 2034 - The Tomorrow War

Intro: Amazon lo ha talmente tanto pubblicizzato ovunque che, anche non avessi voluto vederlo, il brainwash ha in parte funzionato. E poi, lo ammetto, ho un debole per Chris Pratt.

Film 2034: "The Tomorrow War" (2021) di Chris McKay
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Keith
In sintesi: due cose non mi hanno per niente convinto di questo film: il costante tono drammatico che appesantisce la storia (e lo spettatore) e una buona dose di mancanza di senso nello spiegare come funzioni sta cosa della guerra dal futuro.
Per quanto riguarda il primo aspetto, nonostante l'ovvia caratterizzazione drammatica della storia, la mancanza di una netta distinzione tra momenti in cui è effettivamente richiesto un cambio di passo, un "appesantimento" dei toni per così dire, finisce per decretare un appiattimento generale rispetto a come il film viene percepito. Se ogni momento, ogni scena, ogni avvenimento presenta un'accompagnamento musicale da imminente fine del mondo e non si intermezza il dramma a qualche episodio che allievi la tensione, le occasioni in cui sarebbe effettivamente richiesto di mostrare un aggravamento in tensione e drammaticità finiscono per perdere di rilevanza e e il risultato finale è piatto e manca di epicità. Non importa quanti milioni di dollari tu investa negli effetti speciali (che sono molto buoni, ad essere onesti).
Rispetto alla seconda questione, mi sfugge un po' il senso di reclutare a forza dei privati cittadini per catapultarli nel futuro, senza alcun tipo di training preventivo, per far loro combattere una guerra di cui non sanno niente, nemmeno che aspetto abbia il loro nemico. Cioè, esattamente qual è lo scopo di mandare al massacro milioni di persone non addestrate per combattere una guerra - che si sta già perdendo - senza fornire alcuna informazione pratica o tattica? Se il punto era mettere delle armi in mano a della gente a caso tanto per far numero mi sfugge il senso di prendersi la briga di costruire un marchingegno che ti faccia viaggiare nel tempo con lo scopo di arruolare nuove reclute tra i tuoi ranghi.
Senza contare che, se l'umanità del futuro non è in grado di sconfiggere il nemico alieno, perché dovrebbe essere in grado di farlo l'umanità del passato (con tecnologia e conoscenze più antiquate)?
Onestamente questa pellicola mi è sembrata solo una scusa buttarci lì qualche alieno computerizzato fatto bene e una marea di sparatorie ed esplosione che avrebbero fatto un figurone al cinema. Più di questo "The Tomorrow War" non offre, se non qualche sbadiglio.
Cast: Chris Pratt, Yvonne Strahovski, J. K. Simmons, Betty Gilpin, Sam Richardson, Edwin Hodge, Alexis Louder.
Box Office: /
Vale o non vale: Visivamente il film non ha niente da rimproverarsi, ma la trama è innecessariamente drammatica e contorta e il tono costantemente, incessantemente drammatico. Persino all'inizio, quando il protagonista Dan (Pratt) non ottiene il lavoro che voleva e tiene il broncio alla figlioletta durante le feste natalizie. Ma il senso?
Per carità, è un prodotto che si lascia vedere, ma non aspettatevi troppo.
Premi: /
Parola chiave: Toxin.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 25 gennaio 2021

Film 1788 - Death Becomes Her

Intro: Per un po' di tempo io e la mia collega di lavoro Péroline ci siamo lanciati in una movie night di coppia durante le nostre serate sconsolate da single (almeno per me) ad Auckland. Questo il primo film che abbiamo visto insieme, giusto per iniziare con il botto!
Film 1788: "Death Becomes Her" (1992) di Robert Zemeckis
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Péroline
In sintesi: come ogni film di Zemeckis o quasi, la trama è praticamente secondaria alla messa in scena, ma hey che messa in scena!
"Death Becomes Her", piccolo capolavoro di effetti speciali e make-up nonché spassosissima avventura, racconta le vicissitudini di due arci nemiche (Streep e Hawn) costrette a passare l'eternità insieme in nome di un patto col diavolo per rimanere eternamente belle e giovani e tenersi l'uomo al proprio fianco (uno sballottato Willis). La trama è tutto qui, non c'è davvero nient'altro da aggiungere, ma il risultato finale è fenomenale e ancora spettacolare considerato che il film ha quasi trent'anni.
Insomma, un piacere per gli occhi e anche un po' di patriottica soddisfazione grazie alla presenza di una super sexy Isabella Rossellini nei panni della tentatrice in possesso dell'elisir di lunga vita.
Film 287 - La morte ti fa bella
Film 1788 - Death Becomes Her
Cast: Meryl Streep, Bruce Willis, Goldie Hawn, Isabella Rossellini.
Box Office: $149 milioni
Vale o non vale: Non si può non aver mai visto questo film quindi, nel caso, correte ai ripari. Per tutti gli altri, una volta ogni tanto è piacevole rivedere questa pellicola che, per quanto non certo strabiliante, rimane comunque un pezzo importante del cinema mainstream americano.
Premi: Vincitore dell'Oscar e del BAFTA per i Migliori effetti speciali; candidato al Golden Globe per la Miglior attrice protagonista commedia o musical (Streep).
Parola chiave: Natural law.
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Bengi

sabato 7 dicembre 2019

Film 1688 - Venom

Intro: Tutti ne parlavano, tutti andavano a vederlo: non ce lo siamo lasciati scappare neanche noi. Anche perché andare al cinema era la nostra attività preferita durante l'unico giorno libero del lunedì.
Film 1688: "Venom" (2018) di Ruben Fleischer
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: ai critici non sarà piaciuto per niente, ma di sicuro il pubblico ha gradito. Poi no, il risultato finale di questo primo titolo su Eddie Brock non è risultato il solito capolavoro Marvel - che qui condivide gli sforzi insieme a Sony e Columbia -, ma devo dire che mi aspettassi decisamente di peggio. Davvero da quello che avevo letto sembrava ci si dovesse preparare a un disastro su tutti i fronti, mentre "Venom" è una chiassosissima pellicola ripiena di effetti speciali e di twist della trama non particolarmente ispirati, eppure nel complesso il risultato finale è ok, certamente di intrattenimento quanto basta per portare la gente al cinema.
Non ci vedo niente di male nel portare al pubblico quel mix di cazzeggio e cazzata, specialmente quando si ha alla mano un protagonista così evidentemente diviso tra un'umanità e una disumanità tanto agli antipodi: Eddie muta per caso, non vuole e non sa come combattere il se stesso malvagio; Venom prende il sopravvento e fornisce una soluzione estrema e violentissima ai problemi del corpo di cui si è impadronito. Insomma, si poteva forse cercare di lanciarsi un tantino di più sull'introspezione e meno sull'esplosione, ma rimane il fatto che esistono pellicole ben più confuse o mal riuscite. Senza contare che si tratta di una combo Sony + Marvel i cui precedenti "The Amazing Spider-Man" 1 e 2 sono risultati in due gigantesche boiate. Insomma, secondo me si poteva fare molto, molto di peggio.
Ps. "Venom 2" arriva il 2 ottobre 2020.
Film 1688 - Venom
Film 2063 - Venom: Let There Be Carnage
Cast: Tom Hardy, Michelle Williams, Riz Ahmed, Scott Haze, Reid Scott, Jenny Slate, Melora Walters, Woody Harrelson, Peggy Lu.
Box Office: $856.1 milioni
Vale o non vale: Non sarà la migliore pellicola di sempre tratta da un fumetto, ma rimane comunque un titolo d'intrattenimento che giova di un grandissimo protagonista e un personaggio cattivo che, nonostante il suo operato totalmente fuori controllo, rimane piuttosto intrigante.
Premi: /
Parola chiave: Parassite.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 30 ottobre 2019

Film 1667 - Rampage

Intro: Avendolo perso al cinema, ero rimasto con la voglia di vederlo. Detto fatto, appena salito sull'aereo per Sydney mi sono lanciato nella visione.
Film 1667: "Rampage" (2018) di Brad Peyton
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: e io che ero pure ansioso di vederlo... In realtà questo "Rampage" è un prodotto piuttosto deludente e nemmeno realizzato con grande maestria, considerato che gli effetti speciali che ricreano gli animali di dimensioni smisurate non sono davvero niente di impressionante. Peccato, poteva essere un'americanata di intrattenimento basico, ma ben fatto e, invece, si è rivelata solo l'ennesima boiata. E Dwayne Johnson comincia ad aver saturato il grande schermo...
Ps. Il film è un adattamento dell'omonimo videogame degli anni '80.
Cast: Dwayne Johnson, Naomie Harris, Malin Åkerman, Jake Lacy, Joe Manganiello, Jeffrey Dean Morgan, Marley Shelton.
Box Office: $428 milioni
Vale o non vale: Niente di nuovo e, anzi, francamente un po' deludente. Si guarda nel momento in cui si cerca totale disimpegno e quella serie di catastrofi e distruzioni che vanno a braccetto con animali giganti ed esperimenti scientifici pompati di steroidi.
Premi: /
Parola chiave: CRISPR.

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Bengi

mercoledì 17 aprile 2019

Film 1549 - Flubber

Intro: Come al solito alterniamo grandi titoli ad alcuni... meno impegnati.
Film 1549: "Flubber" (1997) di Les Mayfield
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: visto a 10 anni questo film sembrava tutt'altra cosa. Visto a 31, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto "Flubber" sia più simile a un film per la tv che a un titolo destinato ad uscire al cinema (e per il quale sono stati spesi $80 milioni di dollari solo di produzione). Detto ciò, questa pellicola è tremenda, salvata solo dal grande Robin Williams e dall'impressionante lavoro degli effetti speciali che, più di 20 anni fa, facevano già un'ottima figura. Il resto è noia. Letteralmente;
scritto dal grande John Hughes di "Sixteen Candles", "The Breakfast Club", "Pretty in Pink", "Ferris Bueller's Day Off", "Home Alone", "Beethoven", "Miracle on 34th Street", "101 Dalmatians"... Devo continuare?
Cast: Robin Williams, Marcia Gay Harden, Christopher McDonald, Raymond J. Barry, Clancy Brown, Ted Levine, Wil Wheaton, Sam Lloyd.
Box Office: $178 milioni
Vale o non vale: Decisamente una pellicola per bambini. Non disturbatevi a recuperarla a meno che non siate grandi fan di Williams.
Premi: /
Parola chiave: Scuola.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 12 aprile 2018

Film 1485 - Clash of the Titans

Intro: Da fan sfegatato di Maggie Smith mi sono sempre chiesto cosa diavolo ci facesse nell’originale che ha ispirato l’omonimo film con Sam Worthington. Tra miti greci e mostri in stop-motion davvero non riuscivo a figurarmi il ruolo che l’attrice 2 volte premio Oscar avrebbe potuto rivestire. Ecco perché dovevo assolutamente recuperarlo.
Film 1485: "Clash of the Titans" (1981) di Desmond Davis
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: “Clash of the Titans” è la pellicola tecnologicamente più retrò che abbia mai visto. L’artisticità dietro questo prodotto sta nella manualità di chi ha creato effetti speciali straordinari per l’epoca, riuscendo a dare vita a miti dell’antica Grecia raccontandone di protagonisti, duelli e mostruosità. Necessariamente, però, si tratta anche di un titolo assolutamente antiquato, vintage e non adatto a tutti. La necessità di adattare le scene alle esigenze degli effetti speciali – non proprio fluidamente inseriti – richiede al racconto un’interruzione narrativa continua, un rallentamento che spesso spegne l’azione. La meraviglia di vedere Medusa prendere vita si tramuta velocemente nell’impossibilità della tecnologia di stare al passo non solo col realismo, ma anche con la velocità che richiederebbe la scena. E’ uno scotto che paghiamo tutti noi spettatori moderni rispetto a un prodotto così temporalmente distante; .
mi ha incuriosito scoprire che gli americani del tempo abbiano scoperto la storia di Perseo tramite nientemeno che questa pellicola (lo dice Wikipedia). La Hollywood più commerciale ha avuto un inaspettato riscontro educativo, inesattezza più, inesattezza meno; .
alla fine Maggie Smith è la causa scatenante di tutto. Dopo Zeus - interpretato nientemeno che dal leggendario Laurence Olivier - è proprio lei la divinità con il ruolo più importante e rilevante. Diversamente, Ursula Andress (che non avevo mai visto recitare) ha un’unica battuta, ma un’infinità di sguardi penetranti. Dell’attore che interpreta Perseo non c’è molto da dire, se non che la recitazione non fosse tra le sue più evidente capacità.
Cast: Harry Hamlin, Laurence Olivier, Judi Bowker, Maggie Smith, Burgess Meredith, Ursula Andress, Claire Bloom, Jack Gwillim, Susan Fleetwood.
Box Office: $41 milioni (solo USA)
Vale o non vale: solo per gli amanti del vintage, per i nostalgici di un certo tipo di cinema. Anche se non credo che il più recente remake sia effettivamente meglio di questo kitsch ma più onesto titolo di inizio anni ’80.
Premi: /
Parola chiave: Thetis.

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Bengi

lunedì 26 marzo 2018

Film 1480 - Labyrinth

Intro: Lo avevo visto da ragazzo e ricordavo cose belle. Al contempo ricordavo cose sbagliate.

Film 1480: "Labyrinth" (1986) di Jim Henson
Visto: dall'iPad
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: nutro un sentimento ambivalente nei confronti di questo titolo. Da una parte è evidente uno sforzo artistico gigantesco, che parte da una manualità che abbraccia set e personaggi e passa per effetti speciali all’avanguardia per l’epoca e un protagonista a dir poco di grido; dall’altra il ritmo è moscio e sono evidenti i problemi legati all’interagire tra umani e pupazzi, tanto da far risultare certe scene ridicole. Dunque comprendo l’esigenza di far collaborare due realtà complicate in un’epoca ancora priva quasi totalmente del rimaneggio computeresco, ma allo stesso tempo ho trovato “Labyrinth” noiosamente autoreferenziale;
Bowie è uno spettacolo in calzamaglia, entra in scena schizzando glitter, ha una voce suadente e perseguita una ragazzina a cui vuole rubare il fratellino… una vera canaglia (quasi) en travesti. L’ho amato. Stucchevole Jennifer Connely, ma la colpa non è sua. Il resto dei personaggi – tutti pupazzi – mi hanno dato solo la sensazione di essere maledettamente polverosi;
non mancano le trovate geniali. Quella che ho preferito vede la giovane protagonista precipitare per una sorta di pozzo nella cui cavità sono presenti centinaia di mani che la sorreggono e, per parlare con lei, usano le dita per creare volti ed espressioni. Affascinante.
Cast: David Bowie, Jennifer Connelly, Frank Oz.
Box Office: $12.9 milioni (solo USA)
Vale o non vale: per gli adulti non è certo un gran passatempo. Piacerà ai nostalgici e, forse, ai bambini.
Premi: Candidato a 1 BAFTA per i Migliori effetti speciali
Parola chiave: Fratello.

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Bengi

martedì 5 settembre 2017

Film 1408 - Grosso guaio a Chinatown

L'avevo sempre sentito nominare, ma ammetto che non fossi particolarmente curioso di scoprire questo titolo degli anni '80. Poi ho scoperto che la protagonista femminile era Kim Cattrall e il regista John Carpenter e questa particolare combinazione di elementi mi ha spinto a riconsiderare la mia posizione...

Film 1408: "Grosso guaio a Chinatown" (1986) di John Carpenter
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non che mi sia dispiaciuto, ma devo ammettere che mi aspettassi tutt'altro film,sicuramente senza la parte fantasy. Detto ciò, un esperimento simpatico e chiassoso di un regista da cui francamente non mi sarei mai immaginato un prodotto del genere.
Qui l'influenza degli anni '80 è fortissima, soprattutto nei look e nell'imbastimento del ritmo della storia, quest'ultimo leggermente rallentato da un montaggio trattenuto dalle necessità degli effetti speciali dell'epoca, tra l'altro molto originali e all'avangardia (mi hanno spesso ricordato quelli di "Ghostbusters").
Per quanto riguarda la coppia di attori protagonisti, sono un duo totalmente inaspettato eppure funzionante alla perfezione: Russell è un ottimo protagonista, in parte e carismatico quanto basta, capace di dare vita al suo assurdo e machissimo personaggio dalla retorica facile; Cattrall (bellissima) avrebbe meritato più spazio, ma non manca di catturare lo stesso l'attenzione ogni volta che compare in scena. Assieme sono una bella coppia.
Insomma, "Big Trouble in Little China" non è stato per niente la pellicola che mi aspettavo e anche se avrei preferito qualcosa di più classico - meno arti marziali -, ho comunque goduto di quell'appeal nostalgico che stavo cercando nel momento in cui ho scelto di vedere questo film.
Cast: Kurt Russell, Kim Cattrall, Dennis Dun, James Hong, Victor Wong, Kate Burton, Donald Li.
Box Office: $11.1 milioni
Consigli: Meno arti marziali e più vibrazioni anni '80 da brat pack mi avrebbero trovato più soddisfatto, ma ammetto che il buon livello di stramberie, luci al neon, colonna sonora di pianola ed effetti speciali mi ha lasciato comunque soddisfatto. E' il classico esempio di film che al botteghino va malissimo, poi viene riscoperto col passare del tempo e trova addirittura la sua collocazione nel mondo cult.
Parola chiave: Occhi verdi.

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Bengi

martedì 28 marzo 2017

Film 1330 - Kong: Skull Island

Classico titolo imperdibile da vedere con papà!

Film 1330: "Kong: Skull Island" (2017) di Jordan Vogt-Roberts
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: padre
Pensieri: Un film colossale di cui si è parlato non poco nelle scorse settimane, questo nuovo arrivo al cinema di King Kong non mi è sembrato niente male. Anzi, molto meglio del previsto a dire il vero: ritmato, giocoso, ben contestualizzato, con un cast particolarmente ricco ed effetti speciali degni della creatura mastodontica che riproducono. Vero che le mie aspettative erano particolarmente basse, in ogni caso una piacevole sorpresa.
In particolare sono state 2 le cose che ho particolarmente apprezzato di questo titolo. Innanzitutto il montaggio particolare e la colonna sonora a ritmo serrato che vanno a creare una combinazione di musica e immagini veramente efficace, in più di un'occasione un connubio in grado davvero di fare la differenza; poi la distanza che separa "Kong: Skull Island" da "King Kong" di Peter Jackson. Qui si evita qualsiasi velleità artistica e si spinge l'acceleratore su azione e intrattenimento, cosa che ho particolarmente apprezzato - considerato di che prodotto stiamo parlando, insieme al fatto di non aver nuovamente tirato fuori l'amore fra Kong e la ragazza (qui solo accennata e molto discretamente): la storia è già sufficientemente assurda senza il bisogno di altri elementi bizzarri...
Curiosamente, invece, i due protagonisti Tom Hiddleston e Brie Larson sembrano venire fagocitati da tutto il carrozzone Kong senza trarne una particolare visibilità. Anzi, a dire il vero i due attori sono decisamente messi in ombra da un John C. Reilly in formissima e dal sempiterno Samuel L Jackson, attori di mestiere davvero capaci di rubare la scena. Non che le parti dei primi due siano particolarmente incisive - anzi! -, in ogni caso sono il tenente e il capitano ad aggiudicarsi la maggior parte delle battute, scene e primi piani (soprattutto nel primo tempo, tanto che dei due giovani protagonisti si fatica a ricordare volti e peculiarità).
Per quanto riguarda John Goodman, invece, devo dire che il suo personaggio qui mi ha molto ricordato quello interpretato in "Trumbo" il quale, a dire il vero, mi aveva a sua volta già ricordato la parte interepretata dall'attore in "Argo".
In ogni caso questo nuova versione di Kong non mi è dispiaciuta per niente. E' un intrattenimento facile facile anche se particolarmente violento (forse un po' troppo), in ogni caso un buon blockbuster, tecnicamente piuttosto ben fatto e dal buon ritmo per tutta la sua durata. Certamente una scommessa per un mercato oggi particolarmente saturato da ogni genere di mostro o racconto d'avventura - non a caso i timori sul successo economico di questo titolo erano piuttosto incalzanti: a fronte di una spesa di $185 milioni, pare che il film dovrà incassarne almeno 500 milioni per ritornare dei costi sostenuti - anche se bisogna ammettere che "Kong: Skull Island" è approdato nelle sale difendendosi egregiamente. Bisogna solo capire se riuscirà veramente a sfondare.
Ps. A quanto pare c'è una scena post credit 8che mi sono perso). Non uscite dalla sala prima che riaccendano le luci!
Film 1330 - Kong: Skull Island
Film 1604 - Kong: Skull Island
Cast: Tom Hiddleston, Samuel L Jackson, John Goodman, Brie Larson, Jing Tian, Toby Kebbell, John Ortiz, Corey Hawkins, Jason Mitchell, Shea Whigham, Thomas Mann, Terry Notary, John C. Reilly.
Box Office: $392.7 milioni (ad oggi)
Consigli: Budget monster e sforzi da pellicola ampiamente commerciabile per un risultato finale che a dire il vero funziona e performa bene per tutta la durata della pellicola (quasi due ore). Certamente non un capolavoro, ma preso per quello che è, abbracciandone l'anima ludica e un po' semplice, tutto sommato funziona. Vedere per credere
Parola chiave: Mostri.

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Bengi

martedì 31 gennaio 2017

Film 1291 - Avatar

Ultimo film del 2016!

Film 1291: "Avatar" (2016) di James Cameron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Era qualche anno che non rivedevo questa pellicola e il fatto che Poe per un motivo o per un altro non fosse mai riuscito a vederla è stata la spinta giusta per recuperarlo.
Anche se alla fine la storia, come ormai ho già detto mille volte, sa di già visto, il risultato finale è comunque qualcosa di spettacolare che, a mio avviso, ad oggi non è riuscito a trovare molti avversari con cui competere. Parlo più che altro dell'aspetto visivo, perché checché se ne dica, "Avatar" rimane una delle più entusiasmanti pellicole da vedere e rivedere prodotte fino ad ora.
Ps. 3 premi oscar: Migliori effetti speciali, scenografie e fotografia (dell'italiano Mauro Fiore).
Film 62 - Avatar
Film 68 - Avatar (3D)
Film 312 - Avatar
Film 604 - Avatar
Film 1291 - Avatar
Film 2155 - Avatar: The Way of Water
Cast: Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Michelle Rodriguez, Sigourney Weaver, Giovanni Ribisi, Joel David Moore, CCH Pounder.
Box Office: $2.788 miliardi
Consigli: Tecnicamente all'avanguardia, coloratissimo e certamente fantasioso nel creare un mondo inventato basato su un messaggio molto semplice: la convivenza rispettosa fra tutti gli elementi. Sicuramente una bella avventura, un mega blockbuster e una storia che ripercorre il lungo antagonismo tra uomo e natura alla ricerca di un tesoro da accaparrarsi, il tutto in un mix lunghissimo che però non stanca. Non una scelta buona per ogni serata, sicuramente un intrattenimento capace di affascinare per molteplici ragioni. In attesa dei prossimi sequel (se Cameron mai si degnerà...).
Parola chiave: Na'vi.

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giovedì 14 aprile 2016

Film 1116 - Piccoli brividi

I titoli di questa collana di libri io li avevo quasi tutti. Da ragazzino ci andavo matto e, ricordo, certe estati ne leggevo uno al giorno, fiero delle mie capacità di lettore vorace. Quando ho saputo che ne avrebbero tratto un film per il cinema, non ho avuto esitazioni: un titolo imperdibile!
Film 1116: "Piccoli brividi" (2015) di Rob Letterman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Simpatica scemata senza pretese, questo "Goosebumps" riesce a intrattenere senza tentare di essere ciò che non è.
Fortunatamente, infatti, il film non intraprende strade pretenziose e rimane legato all'identità che gli stessi libri di R. L. Stine si sono guadagnati col tempo, ovvero un passatempo per ragazzi al sapore di horror che no, non fa paura, ma in qualche modo diverte.
Si può quasi dire che sia più un'operazione nostalgia svecchiata e riadattata al 2016 che un vero e proprio derivato dalla collana di libri: nella trama sono presenti moltissimi dei vari mostri apparsi nelle storie originali, ognuno dei quali chiamato in causa per unirsi all'armata che il perfido pupazzo Slappy sta mettendo in piedi per contrastare il loro creatore, qui in grado di portare in vita le creature della sua immaginazione attraverso la macchina da scrivere.
Insomma, un escamotage anche simpatico che, nell'economia di tutta l'operazione, è una trovata funzionale che evita il mero adattamento cinematografico di uno qualunque degli innumerevoli titoli della collana e gioca, invece, a chiamarli tutti in causa per un mix finale esplosivo, divertente, mostruoso. Più che un horror, un'avventura. E va bene così.
Cast: Jack Black, Dylan Minnette, Odeya Rush, Amy Ryan, Ryan Lee, Halston Sage, Jillian Bell.
Box Office: $156.7 milioni
Consigli: Divertente e spensierato titolo mascherato da film dell'orrore, "Piccoli brividi" è un richiamo per quelli della mia generazione che in compagnia dei libri di R.L. Stine ci hanno passato numerose ore. Anche solo per questo momento "rivi-certi-ricordi" la pellicola può beccarsi quella chance che, dopotutto, si merita. Per gli altri, in tutta onestà, può essere comunque un prodotto simpatico e senza pretese in grado di far passare piacevolmente una serata. Poi c'è Jack Black, che in titoli come questo ci sguazza.
Parola chiave: Libri.

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Bengi

martedì 5 aprile 2016

Film 1111 - Gods of Egypt

Un profumo di trash inebriante mi ha convinto a scegliere questa pellicola...
Film 1111: "Gods of Egypt" (2016) di Alex Proyas
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Più che un film un videogioco. E' questo sotanzialmente l'elemento caratterizzante di "Gods of Egypt", teoricamente blockbuster testosteronico dall'incasso facile. Nella realtà il film è stato un clamoroso flop, sicuramente dovuto ad una serie di aspetti che velocemente si possono elencare così:
a) un cast non particolarmente accattivante: Gerard Butler è in declino da un bel po', lo dimostra anche l'insuccesso di "Attacco al potere 2"; Nikolaj Coster-Waldau ha goduto di una certa fama di riflesso dopo il successo de "Il trono di spade", ma non si può dire che abbia sfondato; a parte Geoffrey Rush non ci sono altri attori di rilievo e Brenton Thwaites protagonista secondo me porta sfortuna (vedi "The Giver - Il mondo di Jonas");
b) la storia è un mix di elementi che con l'antico Egitto c'entrano poco e niente. Se da una parte potrebbe essere divertente sperimentare un mix di elementi alla "Indiana Jones" + "300" + "La mummia" + "Scontro tra titani" + "Immortals", nel concreto la trama è debole e sciocca e le trovate per caratterizzare questa produzione sono più bislacche che geniali o divertenti;
c) gli effetti speciali fanno schifo. Non so se mi era mai capitato di esprimermi in questo modo in relazione a una pellicola, ad ogni modo il termine è appropriato. Brutti, evidentementi finti, più brutti perfino di quelli di "Power Rangers - Il film", che pure era del 1995. Con un budget di 140 milioni di dollari, il risultato doveva essere superiore.
Insomma, non che mi aspettassi nulla di che, per carità, ma forse il risultato è stato perfino più brutto di quanto mi aspettassi. Diciamo che speravo nella solita pellicola sciocca e un po' trash ma di intrattenimento in stile Hollywood, ma devo dire che il risultato finale è perfino inferiore.
Cast: Brenton Thwaites, Gerard Butler, Nikolaj Coster-Waldau, Chadwick Boseman, Elodie Yung, Courtney Eaton, Rufus Sewell, Geoffrey Rush, Harsh Kumar.
Box Office: $132.9 milioni
Consigli: Non esattamente un ottimo risultato. Anzi, più che altro insufficiente. Eppure se siete fan di prodotti sciocchi tutti effetti speciali (brutti) e botte da orbi tra divinità con annessa gelosia familiare, questo è il titolo che fa per voi. Non passerà alla storia per la sua originalità, ma di sicuro è talmente fatto male che rimane impresso. E intrattiene.
Parola chiave: Aldilà.

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venerdì 1 aprile 2016

Film 1110 - Victor Frankenstein

Una sera a cena non sapevo cosa guardare e lo streaming mi ha suggerito questo titolo che, lì per lì, sembrava promettere genuino intrattenimento.
Film 1110: "Victor Frankenstein" (2015) di Paul McGuigan
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Poteva essere carino e, invece, è una gran boiata e basta.
Non che mi aspettassi un capolavoro, ma speravo in un intrattenimento degno di essere seguito, mentre la storia proposta qui non è niente di che e, per certi aspetti, è anche brutta. In particolare mi riferisco agli effetti speciali, tra il macabro e il fatto male. Le creature portate in vita dal famoso dottore sono - e passiamoglielo - disgustose, ma c'è da aggiungere che visivamente - e questo non va bene - sono palesemente finte. Senza contare che la trama è quello che è (Igor viene dal circo, dove era una sorta di Gobbo di Notre Dame vestito da clown...).
Insomma, un vero spreco di giovani talenti e di soldi (40 milioni di dollari!) per un risultato mediocre che sa di già visto.
Cast: Daniel Radcliffe, James McAvoy, Jessica Brown Findlay, Andrew Scott, Charles Dance, Daniel Mays, Freddie Fox, Mark Gatiss, Callum Turner, Spencer Wilding.
Box Office: $34.2 milioni
Consigli: Il tentativo di svecchiare anche questo cult letterario (dopo un avvincente Sherlock Holmes cinematografico) non riesce e il risultato è meno brillante di quanto le premesse parrebbero suggerire. Certo, una pellicola innoqua, ma comunque non riuscita. Si può vedere, pur consapevoli che si tratta di un esperimento bruttino e insapore. Peccato. Se avete nostalgia del dottore e dei suoi folli tentativi di sconfiggere la morte, meglio seguire la serie tv "Penny Dreadful" o, meglio, rivedersi "Frankenstein Junior".
Parola chiave:

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mercoledì 14 ottobre 2015

Film 1015 - Sharknado

Proseguendo la serata alla ricerca di robaccia da vedere...

Film 1015: "Sharknado" (2013) di Anthony C. Ferrante
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Lu, Erika
Pensieri: Brutto come pochi altri, eppure successo di pubblico e critica al grido di 'so bad it's good'. Sul bad sono d'accordo.
In realtà da "Sharknado" mi aspettavo molto di più, tanto che alla fine non mi ha davvero soddisfatto. Sì, siamo ai limiti della resistenza trash, siamo oltre la mancanza di budget, storia, plausibilità, spirito goliardico, ecc ecc. Questo film per la tv è terribile su tutti i fronti, non si salva niente (se non l'idea degli squali che piovono in città per il tornado, che è spunto tremendamente divertente). La recitazione non va, gli effetti speciali fanno schifo, per non parlare dei fondali: dentro la macchina i finestrini lasciano intravedere solamente uno sfondo monocromatico, mentre le scene in elicottero sono pure peggio, considerato che il veivolo ha a malapena i comandi e la cabina di pilotaggio...
Vabbé, ma che pretendi, direte voi. Nulla, per carità, che "Sharknado" sarebbe stato qualcosa di pessimo si sapeva, semplicemente non pensavo così tanto! Io nei prodotti scadenti ci sguazzo, ma ammetto che dopo aver visto il primo film mi è passata la voglia di vedere i due sequel...
Cast: Ian Ziering, Tara Reid, John Heard, Cassie Scerbo, Jaason Simmons.
Box Office: /
Consigli: Bisogna partire preparati, sapendo che si tratta di un film per la tv a basso budget ed alto contenuto di boiate. Preso atto anche del fatto che si tratta di una delle più brutte realizzazioni di sempre, con effetti speciali da far accapponare la pelle, "Sharknado" può comunque lasciare il segno nello spettatore consapevole, giocando sulla simpatia di un franchise sgangherato che procede molto oltre le proprie possibilità, pur provando a farcela. Chiunque non apprezzi il genere, gli attori, le boiate e compagnia bella lasci perdere, sarebbe solo una perdita di tempo.
Parola chiave: Tempesta.

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mercoledì 3 giugno 2015

Film 928 - The Mask - Da zero a mito

La mia amica Jessica mi ha prestato il dvd di questo film da tipo 3 anni, forse di più, e fino a qualche settimana fa non lo avevo ancora visto. Nonostante desiderassi farlo, non c'era mai l'occasione giusta o la compagnia adatta. Poi - ormai avrò rotto con sto tapis roulant - durante un paio di allentamenti, sono riuscito a recuperare la visione. E a restituire il dvd che avevo praticamente rubato.

Film 928: "The Mask - Da zero a mito" (1994) di Chuck Russell
Visto: dal portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Film cult della mia infanzia, di "The Mask" non ricordavo nulla a parte la stupenda scena di ballo tra la Maschera e i polizziotti, sequenza che a mio avviso da sola vale la visione. Balli a parte, è stato piacevole riscoprire questo film, trampolino di lancio sia per Jim Carrey, catapultato così nella dimensione delle grandi star, che per Cameron Diaz, bomba sexy capace di catalizzare tutti gli sguardi su di lei: insieme sono una coppia bizzarra, bisogna dirlo, però il duo (trio con la Maschera) funziona stranamente bene sullo schermo.
La trama è semplice: lui timidone finisce preda di lei, pupa di un boss che vorrebbe svoltare e crearsi un proprio giro indipendente. Questi tre soggetti finiranno tutti vittima dello scompiglio creato della maschera che l'impacciato Stanley Ipkiss troverà per caso, un oggetto magico che contiene l'anima del dio norreno Loki e permette a chi la indossa di diventare ciò che vuole (nel suo caso un supereroe deformabile dotato di poteri da cartone animato e di incredibile ironia). Stanley + la maschera sono il binomio protagonista di questa storia, una combinazione esplosiva che, all'epoca, fu un vero e proprio fenomeno mondiale in grado di trasformare questo titolo (il costo per produrlo è stato di 23 milioni di dollari) in un vero e proprio successo commerciale.
Personalmente "The Mask" rimane un cult della mia filmografia, un titolo indimenticabile al quale sarà per sempre affezionato. Lo trovo divertente, simpaticissimo e assolutamente innovativo se consideriamo che parliamo di una pellicola uscita 21 anni fa. Gli effetti speciali sono ancora sorprendenti e Carrey non solo è perfetto per il ruolo (The Mask è un personaggio dei fumetti della Dark Horse creato da John Arcudi e Doug Mahnke ), ma è anche in una forma smagliante, come non lo vediamo da anni - direi da "Una settimana da Dio" -. Rivederlo in questo ruolo, quindi, è stato un piacere e al di là della trama certamente molto semplice e adatta ad una fruizione totalmente spensierata, mi sono davvero goduto la follia caotica di "The Mask - Da zero a mito" come non mi sarei aspettato.
Ps. Candidato all'Oscar per i Migliori effetti speciali, questo film ha perso contro "Forrest Gump". Uhm.
Pps. Scopro con sorpresa che il regista Chuck Russell è lo stesso de "Il re scorpione", titolo che ho visto precedentemente a questo per puro caso!
Film 928 - The Mask - Da zero a mito
Film 2044 - The Mask
Box Office: $351.6 milioni
Consigli: Semplicemente un cult. Forse il titolo più iconico della filmografia di Carrey, "The Mask" è uno di quei film che vedi e difficilmente riesci a toglierti dalla testa. Un turbinio di avventure, colori, effetti speciali, sparatorie, balli sfrenati e gag che, tutto assieme, rende questa pellicola un'esperienza piacevolissima oltre che un titolo certamente unico. Piacevole da riscoprire e perfetto per una serata (un po' nostalgica per alcuni) di puro, divertente, intrattenimento.
Parola chiave: Maschera.

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giovedì 22 gennaio 2015

Film 865 - I, Frankenstein

Primo film del 2015 visto, per l'occasione, a pranzo con Licia.

Film 865: "I, Frankenstein" (2014) di Stuart Beattie
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Non che sia molto di più della boiata che uno ci si aspetterebbe da un film come "I, Frankenstein", però non ho molto capito il perché del clamoroso flop al botteghino e delle critiche rabbiose. Voglio dire, ok descriverlo per quello che è, ma non c'è davvero bisogno di infierire. Anche perché chi guarda questa pellicola plausibilmente cerca solo un passatempo senza impegno, per cui mi sembra logico che la produzione si diriga coscientemente in questa direzione.
Ecco perché, a visione completata, non ho potuto fare a meno di domandarmi il motivo di tale rifiuto massificato di questo tentativo di rilanciare Aaron Eckhart dopo la repentina fine del piglio internazionale della sua carriera ("Erin Brockovich - Forte come la verità", 2000; "Thank You for Smoking", 2005, anche candidato al Golden Globe; "Il cavaliere oscuro", 2008). Sinceramente il film è un evidente tentativo di botto al box office mal riuscito, ma non è che mancassero davvero i presupposti per racimolare ben più di quella miseria che è stata incassata. Voglio dire, ci sono film ben più brutti che hanno ottenuto risultati molto più incoraggianti, quindi la cosa in sé per me rimane un mistero.
In definitva, quindi, definirei questo titolo come un film mediocre che sfrutta l'appeal di un personaggio estremamente iconico come quello di Frankenstein cercando di dargli un piglio più moderno e appetibile per il grande pubblico. Esplosioni, quindi, botte da orbi, demoni e gargoyles, in un mix fin troppo audace che sente il bisogno addirittura di scomodare Dio. Forse il passo fatto è stato più lungo della gamba, forse Aaron Eckhart non era il protagonista giusto per trascinare le masse al cinema, forse non basta un personaggio mitico per dire di avere un film con qualcosa da dire (vero "Dracula Untold"?).
Box Office: $71,154,592
Consigli: Ero intenzionato a vederlo perché mi interessava capire quale errore di produzione fosse stato fatto qui per determinare una tale disfatta: trama, effetti speciali, attori? Di fatto il tutto è genericamente accettabile - tranne il fatto che il corpo di Adam sia maledettamente coeso per essere formato da pezzi di persone diverse - nell'ottica di uno svago che richieda il minimo sforzo di attenzione. Non è nulla di che, manca di epicità, personaggi interessanti e di protagonisti più rilevanti, francamente (chi è Yvonne Strahovski addirittura citata nel trailer?!). Si può vedere senza che nessuno né soffra e, al contempo, lo si può non vedere senza che la cosa crei una mancanza.
Parola chiave: Anima.

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martedì 4 novembre 2014

Film 810 - Gravity

Dopo un esame abbastanza pesante, ho scelto di farmi un regalo comprando questo DVD. Dopo più di un mese sono riuscito a vederlo...

Film 810: "Gravity" (2013) di Alfonso Cuarón
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questa volta ho optato per la versione originale in lingua e senza sottotitoli. In effetti gli aspetti legati alle procedure tecniche sono un po' complessi da capire - ma anche in italiano poi non è che posso dirmi ferratissimo - comunque la cosa ha influenzato davvero poco la visione. Essendo una pellicola che racconta la storia di due soli personaggi, una volta che la protagonista Sandra Bullock rimane sola è abbastanza facile seguire anche senza conoscere l'inglese così approfonditamente (però consiglierei i sottotitoli, nel caso di poca dimestichezza).
E' inutile, Cuarón secondo me ha sfornato un capolavoro del genere sci-fi. Suspense dall'inizio alla fine, empatia con la protagonista, effetti speciali mastodontici e una storia che ti incolla alla sedia. Bello, drammaticissimo, ti fa sudare freddo dall'ansia. Ce la farà la povera Ryan a tornare sulla terra?
Scelte di regia assolutamente azzeccate, un turbinio di emozioni che lo spettatore è forzato a vivere con la Bullock, si quando è inquadrata con primissimi piani sia quando ci viene imposta la sua visuale e noi come lei siamo persi nello spazio. La sensazione di smarrimento è totale, il panico agghiacciante, palpitazioni e fiato corto come se fossimo noi a roteare all'infinito, puntino bianco in un'oscurità perenne.
Se questo non è sufficiente a convincervi, bisogna aggiungere che gli effetti speciali sono da paura - anche senza il 3D si capisce bene che è il lavoro fatto è superlativo - e man mano che la poveretta si ritrova ad affrontare una nuova difficoltà e la sceneggiatura richiede un ulteriore sforzo di realismo, la computer grafica permette di realizzare in immagini scenari tanto catastrofici quanto plausibili per l'occhio umano.
Bello, potente e raccontato bene. Poco importa se scientificamente ha inesattezze, qui parliamo di fiction e le regole di una buona storia non per forza devo coincidere con una veridicità scientifica a prova di università e professori. Io ho davvero apprezzato anche questa seconda visione casalinga. 7 Oscar assolutamente meritati - e sì, secondo me Miglior film ci stava eccome - e una performance per la Bullock che molto più di "The Blind Side" avrebbe meritato un riconoscimento (ma poi come la batteva Cate Blanchett per "Blue Jasmine"?).
Film 605 - Gravity 3D
Box Office: $716,392,705
Consigli: Da vedere assolutamente! Meglio se con un buon impianto dolby e uno schermo come si deve, immersi nel buio e nel silenzio. "Gravity", se lo si lascia fare, può trasportare chi guarda all'interno della sua storia drammatica e al cardiopalma, regalando un'esperienza cinematografica forte e da ricordare. Chi ha attacchi di ansia forse dovrebbe desistere all'idea di vederlo... In ogni caso un bel film.
Parola chiave: Sopravvivere.

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giovedì 9 ottobre 2014

Film 784 - Jumanji

Ferieeeeeeee!

Film 784: "Jumanji" (1995) di Joe Johnston
Visto: dal portatile di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Jumanji" è un piccolo capolavoro del cinema fantasy per famiglie che credo abbia in qualche modo colpito l'immaginazione di molti della mia generazione. Mio padre mi portò a vederlo al cinema quando avevo 8 anni e ricordo ancora la mia felicità misto curiosità per una delle pellicole che, grazie al solo trailer, era riuscita a catturare così tanto la mia (e la sua) attenzione. Tra i film di Robin Williams, anche per questo momento condiviso, credo sia quello che preferisco in assoluto.
Williams è morto l'11 agosto e, da quel momento (ma già anche prima), mi è tornata la voglia di rispolverare questo bel titolo, aspettando solo l'occasione giusta per ritornare all'avventura di Alan Parrish e del gioco più intrigante di sempre. Il momento è arrivato in Francia, finalmente in vacanza e alla ricerca di riposo e spensieratezza. Questo il primo film visto - a più riprese, devo ammettere, poiché il sonno ci ha molto spesso colto di sorpresa - e il mio personale momento dedicato ad un attore che molto ha influenzato la Hollywood moderna.
Jumanji è, come quasi tutti sappiamo, un gioco da tavolo affascinante e pericoloso, in grado di trasportarti in luoghi misteriosi e sconosciuti (la giungla), farti vivere avventure al cardiopalma (quando una mandria impazzita di animali selvaggi ti insegue), farti rimanere a bocca aperta (quando il pavimento diventa liquido e, come sabbie mobili, risucchia chi lo calpesta). E', insomma, un film di grande intrattenimento che combina moltissimi elementi estranei in un risultato che è un mix eterogeneo di spasso e divertimento innocuo e a lieto fine.
Oltre a Williams, assoluto trascinatore della storia, anche un'adorabile Bonnie Hunt e una giovanissim(issim)a Kirsten Dunst già capace di ipnotizzarti con quello sguardo fumoso e intrigante. Tantissimi i personaggi spalla, tra cui non si può non considerare un enorme leone, numerosissime scimmie impazzite, un cacciatore di teste e altri elementi esotici molto caratteristici.
Insomma, una pellicola per tutti che è in grado di far tornare bambini gli adulti e far divertire i più piccoli, con grandissimi effetti speciali (1995!) capaci di spettacolarizzare la storia e amplificarne l'effetto sbalorditivo. Un ottimo esempio di cinema commerciale pulito e spassoso, vera e propria avventura ai confini della terra e della realtà.
Film 784 - Jumanji
Film 1472 - Jumanji: Welcome to the Jungle
Film 1785 - Jumanji: Welcome to the Jungle
Box Office: $262,797,249
Consigli: Nonostante sia stato prodotto quello che Wiki chiama uno "spiritual sequel" dal titolo "Zathura", a mio avviso "Jumanji" rimane un esperimento cinematografico impossibile da replicare per risultati ottenuti e effetto culturale prodotto. Questa pellicola è una vera e propria avventura che, dado dopo dado, casella dopo casella, cresce di spettacolarità e coinvolge lo spettatore in mangerà quasi magnetica. Cosa uscirà, ancora da gioco? Una risposta che è sempre un piacere riscoprire.
Parola chiave: "Nella giungla dovrai stare finché un 5 o un 8 non compare".

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