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venerdì 11 ottobre 2024

Film 2311 - Ecce bombo

Intro: Non mi capita spesso di andare al cinema in Italia, men che meno di andare a vedere un vecchio film in un cinema da poco restaurato. Così, quando la mia amica Alessandra mi ha proposto di andare a vedere una vecchia pellicola di Nanni Moretti al Modernissimo di Bologna, ho accettato al volo.

Film 2310: "Ecce bombo" (1978) di Nanni Moretti
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Alessandra, Pippo
In sintesi: forse quello che mi è piaciuto di più di questa esperienza cinematografica è stata la cornice architettonica del Modernissimo, restaurato ad opera d'arte. Per chiunque ne abbia l'opportunità, un'occasione da non perdere.
Per il resto, devo ammettere che "Ecce bombo" non sia un prodotto che faccia per me: trama difficile da seguire - ne ho dovuto leggere il riassunto su Wikipedia per capire meglio le sfumature di certe parti che non avevo capito - e una particolare modalità recitativa monotono, insieme a un montaggio asettico, hanno reso la visione difficile e a tratti soporifera (non è stato saggio andare a fare aperitivo prima della visione, tra l'altro cominciata alle 10 di sera passate).
Insomma, nonostante tutte le mie buone intenzioni, per me "Ecce bombo" è un no.
Cast: Nanni Moretti, Fabio Traversa, Luisa Rossi, Glauco Mauri, Lina Sastri, Piero Galletti, Susanna Javicoli.
Box Office: /
Vale o non vale: I fan di Moretti della prima ora apprezzeranno. Per lo spettatore medio o chi non sia abituato con questo tipo di pellicole, una visione confusa e difficile da seguire.
Premi: In concorso a Cannes 1978.
Parola chiave: Autocoscienza.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 9 febbraio 2017

Film 1301 - Amiche da morire

Alla ricerca di un titolo da guardare durante la cena, abbiamo scelto una commedia italiana che avevo già visto (per andare sul sicuro). Ovviamente offerta da Netflix...

Film 1301: "Amiche da morire" (2013) di Giorgia Farina
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Già alla prima visione ero rimasto colpito da questo titolo italiano fuori dal coro, divertente e riuscito. Con questa seconda ho confermato il mio pensiero in positivo e anche se non si tratta di una pellicola perfetta, il risultato è comunque simpatico e il trio di protagoniste azzeccatissimo e in gamba.
La storia fila bene e non manca di trovate geniali o grottesche al punto giusto e solo qual e là c'è qualche battuta fuori posto; i toni della Gerini sono spesso troppo carichi o impostati e delle tre è l'unica di cui si capisce che recita, anche se qui il suo personaggio è certamente sopra le righe. Capotondi e Impacciatore sono invece stupende, comiche che non te lo aspetti e da sole valgono la visione. Marchioni riesce a rendere credibile un ispettore che è una macchietta, il che non è da tutti.
Certamente una delle più evidenti qualità di questo film è il giusto bilanciamento di elementi, che utilizza i vari assi nella manica senza voler strafare. Troppe scemenze di olivia o comportamenti da repressa bacchettona di Crocetta, per esempio, avrebbero sicuramente appesantito la narrazione.
Inoltre, bella fotografia che evita le solite atmosfere da fiction italiana e, al contrario, si attesta sugli standard delle produzioni con budget significativo. L'immagine è curata - probabilmente ripulita - ma l'effetto è gradevole.
Insomma, "Amiche da morire" è stato una bella sorpresa la prima volta e anche in questa occasione sono rimasto piacevolemente colpito.
Film 566 - Amiche da morire
Cast: Claudia Gerini, Cristiana Capotondi, Sabrina Impacciatore, Vinicio Marchioni, Marina Confalone, Corrado Fortuna, Antonella Attili, Tommaso Ramenghi, Adriano Chiaramida, Gaetano Aronica, Giovanni Martorana.
Box Office: € 1.785.000
Consigli: Divertente titolo made in Italy capace di risultare simpatico ed efficace dall'inizio alla fine. Sopra alle righe quanto basta, con non pochi momenti comici, questa pellicola è adatta a qualsiasi momento che richieda spensieratezza e leggerezza con un pizzico di furba malignità.
Parola chiave: Pistola nella borsetta.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 7 febbraio 2017

Film 1299 - Poveri ma Ricchi

Il trailer mi aveva davvero incuriosito, il che è insolito per un titolo italiano di questo genere. Così ho cercato di convincere Licia e Poe a vederlo assieme...

Film 1299: "Poveri ma Ricchi" (2016) di Fausto Brizzi
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Licia
Pensieri: Mi ha fatto un sacco ridere, lo devo ammettere. Una volta tanto anche la commedia italiana ce la può fare.
Che poi, specifichiamolo, ce la fa solo perché non si tratta di una sceneggiatura originale, ma di un riadattamento del francese "Les Tuche". Ah, ecco. Appunto.
Ma a noi ci frega davvero se si tratta di un altro scopiazzamento alla "Benvenuti al Sud"? No, ma un pochino sì. Uscendo un attimo da questo bipolarismo, il punto è che finalmente la commedia di casa nostra regala un titolo simpatico, ironico, capace di fare autocritica e certamente in linea con i tempi, ma pur sempre di qualcosa tratto da un'idea altrui si tratta. Quindi bene, molto bene che "Poveri ma Ricchi" abbia visto la luce, anche se ogni tanto qualche pensiero originale non guasterebbe.
In ogni caso, tornando alla famiglia Tucci - versione in carne ed ossa de "I Croods" - la storia è simpatica e le gag funzionano, anche se forse a livello narrativo mi sarei aspettato altre scelte. Di fatto la trama comincia e finisce nello stesso punto e anche se c'è qualche cambiamento, non ho gradito che ci si ritrovi alla situazione di partenza. Inoltre la famiglia non impara niente dai propri errori e passa il messaggio che se si è scemi, scemi si rimane; Valentina (Lodovica Comello), della quale scopriamo subito l'odio per i ricchi, nel finale dichiarerà di non disprezzare affatto i soldi, ma solo chi ne possiede troppi; e l'amministrazione controllata del figlio minore (unico dotato di raziocinio , oltre che di una voce doppiata molto antipatica), per quanto soluzione simpatica e giocosa di cui può avvalersi questo tipo di commedia, rimane comunque una grandissima boiata. In ogni caso, in generale non gradisco le soluzioni che tengono un piede in due staffe e qui c'era da delineare bene la questione: o ricchi, o poveri.
Per quanto riguarda il cast, invece, bisogna ammettere che sia davvero azzeccato e anche se ognuno fa il suo solito personaggio, è innegabile che De Sica + Ocone + Brignano + Mazzamauro siano state scelte ben ponderate. Tutti e quattro assieme funzionano alla grande e dimostrano un evidente affiatamento. Ottimi anche i cameo a sorpresa di Al Bano e Gabriel Garko che, pur ribadendo la loro natura trash, risultano in ogni caso geniali per come sono qui utilizzati. La vera nota dolente è la giovane e già citata Comello a cui non solo hanno appioppato un orrendo personaggio, ma lei stessa è altrettanto tremenda a recitarlo. Non so se il fatto che provenga da "Violetta" possa essere segnale d'allarme, in ogni caso la sua recitazione è impietosa, imbarazzante ed innaturale, tanto costruita da risultare evidentemente falsa. Rovina la visione ogni volta che è in scena. Della presenza in veste di attrice di Camila Raznovich, invece, non voglio nemmeno parlare (ste marchette made in Italy...).
Concludo dicendo che "Poveri ma Ricchi" è una pellicola davvero divertente e spassosa ed insolitamente riuscita per il panorama nostrano che, inoltre, riesce a compiere il miracolo di trasformare Milano in una città pulita e soleggiata. Vedere per credere.
Cast: Christian De Sica, Anna Mazzamauro, Enrico Brignano, Lucia Ocone, Giulio Bartolomei, Lodovica Comello, Federica Lucaferri, Ubaldo Pantani, Bebo Storti, Camila Raznovich, Giobbe Covatta, Al Bano, Gabriel Garko.
Box Office: € 6.833.000
Consigli: Spassoso e capace di non pochi momenti comici riusciti, "Poveri ma Ricchi" ha il grande pregio di riuscire a combinare ad arte il repertorio classico del quartetto principale di attori riuscendo a ricavarne qualcosa di nuovo che funziona. Pur rimanendo ancorato ai diktat della commedia buonista, il risultato complessivo è davvero simpatico e il film si presta davvero ad ogni occasione cui sia richiesto svago ed intrattenimento sinceramente spensierato.
Parola chiave: Supplì.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 24 giugno 2014

Film 732 - Pane e burlesque

Ero molto curioso di vedere questa pellicola italiana e ho costretto gli altri ad accompagnarmi (grazie anche alla 3).

Film 732: "Pane e burlesque" (2014) di Manuela Tempesta
Visto: al cinema (vuoto)
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Un po' di imbarazzo c'è, ma niente di paragonabile all'orrendo, impacciato e dilettantesco esempio che è quell'"A Sud di New York" di Elena Bonelli. Qui, per quanto manchino tempi comici e una realizzazione degna di passare per il grande schermo, c'è una Sabrina Impacciatore in grandissima forma, in grado di reggere da sola le sorti di una storia altrimenti priva di qualunque brio.
L'escamotage del burlesuqe, infatti, è principalmente una maniera di attirare il pubblico in sala con qualcosa di piccante, ma di erotismo qui proprio non se ne parla. Qualche sprazzo sensuale lo regala giusto la Impacciatore quando insegna alle inesperte future compagne di show i rudimenti della professione, ma ci fermiamo lì.
Peccato, perché dal trailer e dalle premesse, per un attimo poteva sembrare un esempio un po' casereccio di commedia italiana light tutta al femminile, mentre in realtà ci si perde per colpa di una trama che gioca male i suoi assi nella manica e, appunto, manca totalmente dei tempi giusti. Troppe, poi, le ripetizioni - Mimì La Petite ripeterà "les filles" almeno 20 venti volte - alla lunga insopportabili. Male, anche, la scena madre finale, con tutto il paese che guarda di traverso la quasi 'prostituta' Mimì, la quale ha la sua chance di spiegare il motivo del suo giovanile fuggire dalla città natale e dal padre (santificato da tutti in quanto proprietario della fabbricona del paesello): la giustificazione è da accapponare la pelle e la gestione dei dialoghi incapace di fronteggiare un tale carico emotivo (e pure abbastanza forzato, a mio avviso).
Comunque, per quando il cinema fosse totalmente vuoto e volendo sorvolare sul fatto che entrambi i miei compagni di visione hanno dormito, non posso dire di non aver ridacchiato di quando in quando e, alla fine, il risultato poteva anche essere peggiore (scelta location, però, pessima). Certo, non è davvero una pellicola per cui valga spendere dei soldi, ma qualche momento godibile c'è, specialmente quando le ragazze (Laura Chiatti e Michela Andreozzi) imparano le basi dello spettacolo burlesque.
Box Office: 254.705 €
Consigli: Se si apprezza la commedia italiana femminile leggera questo non è il titolo su cui punterei. Molto meglio, invece, "Amiche da morire" in cui compare sempre Sabrina Impacciatore, sempre capace e perfetta nei suoi personaggi. Il risultato finale è piuttosto acerbo, la trama buonista e vedere Caterina Guzzanti che recita non mette di buon umore. Bravo Edoardo Leo e, comunque, apprezzabili le protagoniste che si sono molto messe in gioco. Per il resto, però, si poteva fare di più.
Parola chiave: Soldi.

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Bengi

mercoledì 2 aprile 2014

Film 689 - Come tu mi vuoi

Luigi ha molto insistito per farmelo vedere...

Film 689: "Come tu mi vuoi" (2007) di Volfango De Biasi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Premesso che trovo Nicolas Vaporidis insopportabile, devo dire, comunque, che questa pellicola è andata un po' oltre le mie bassissime aspettative, specialmente nella prima parte.
Diciamo che, volendo vedere qualcosa di buono, lo sforzo fatto per smascherare - seppure in toni da commedia - le debolezze della società contemporanea riesce inizialmente nel suo intento, ovvero colpire nel segno suscitando una certa ilarità. La Capotondi in questo è piuttosto funzionale, sia perché si presta ad un trucco e parrucco mortificante, sia perché riesce anche a risultare credibile la maggior parte del tempo. Quindi, per quanto riguarda la leggerissima critica sociale legata ai soliti temi dell'apparenza, dell'esclusione sociale e della bellezza come unico requisito di popolarità, la trama fila e funziona. Ci si perde, però, su altri punti.
Innanzitutto la "discesa agli inferi" di Giada/Capotondi prende una piega troppo banale e semplificata, con il culmine del ridicolo al momento della trasformazione grazie all'artista visionario del rifacimento del look. Uno stylist imbarazzante e imbarazzato (per le ragioni che seguono). Poi, assolutamente da non sottovalutare, la qualità della recitazione che, per la maggior parte dei personaggi-spalla è imbarazzante. Fiamma/Giulia Steigerwalt è la peggiore di tutti, incapace di riprodurre il ruolo della snob annoiata dalla vita perché, di fatto, incapace anche solo di parlare con disinvoltura. Anche Vaporidis, comunque, non è di certo da premio Oscar.
Altra nota dolente sta nei costumi e nelle capigliature che, per un film che basa tutta la sua essenza sul divario tra sciattezza e bellezza, non è certo un aspetto trascurabile. Sempre Vaporidis per il suo Riccardo è costretto a sfoggiare una chioma di capelli mortificante, oltre che dei vestiti di scena scappati da un mercatino dei cinesi (senza voler offendere i cinesi)... Non mi è chiara la scelta di stile che si è tentato di suggerire per il personaggio, teoricamente di famiglia ricca e raffinata e, quindi, si suppone in grado di distinguere una camicia di Yves Saint Laurent da quella di Tony Manero. Vero orrore.
Insomma, in generale lo spunto può anche essere carino e a tratti interessante, anche se viene gestito malamente, soffocandolo in favore della strada sicura tra buattute facili, amori assoluti, consigli di stile imbarazzanti e una rivalsa universitaria che implica il totale cambiamento dell'attitudine del protagonista maschile. Insomma, ci si poteva impegnare di più...
Box Office: €2,179,363 (esordio al botteghino italiano)
Consigli: La recitazione non è il massimo e i costumi sono terribili. La Capotondi funziona quasi sempre e, nel ritrovare il compagno di set di "Notte prima degli esami", spicca rispetto a Vaporidis. Nell'insieme è la classica commedia all'italiana per adolescenti che, questa volta, ruba l'idea alla commedia americana al vetriolo "Mean Girls". Per passare il tempo e spegnere il cervello va benissimo.
Parola chiave: Aspetto esteriore.

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Bengi

mercoledì 29 gennaio 2014

Film 660 - Un boss in salotto

Fosse stato il film numero 666 sarebbe stato più rappresentativo.

Film 660: "Un boss in salotto" (2014) di Luca Miniero
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tu provi a dare un'occasione al cinema italiano e... Niente, è sembra una grandissima cagata. No perché bisogna dirlo forte e chiaro: "Un boss in salotto" è un prodotto commerciale inutile e brutto.
Innanzitutto, nonostante un incipit anche interessante, la storia non procede verso alcun punto particolare. Gli sceneggiatori si adagiano scegliendo alcune tappe obbligate da commedia come la riconciliazione familiare senza mai fare una scelta che vada oltre il già visto (e di conseguenza idee altrui). Ma si sa che, essendo un banale prodotto di massa, non c'è motivo di sforzarsi, ci penseranno gli attori a rendere tutto più interessante. Ecco, no.
Paola Cortellesi, di solito ancora di salvezza di qualunque oscenità cui decida di partecipare - qui è qualcosa di insostenibile, anche solo per come la fanno parlare. Ma che dialetto è?! E perché continua a parlarlo anche quando ormai che è campana lo sanno tutti?
Rocco Papaleo è simpatico come un dente scheggiato e spontaneo come Manuela Arcuri in "Carabinieri", ma di fatto le sue sono le uniche battute del film, quindi tra tutti è qui è quello fortunato. Non so se rendo bene l'idea.
Infine Luca Argentero, che - a parte essere oggettivamente un bell'uomo - non è in grado nemmeno di fare da tappezzeria. Neanche far finta di arrabbiarsi o di provare soggezione del cognato. Niente, niente, niente.
Questo simpatico trio familiare + bambini - di cui il ragazzino sta alla recitazione come Valeria Marini all'abito da sposa bianco - è un concentrato di stereotipi disfunzionali e gag al sapore di nulla che per qualcosa come 90 minuti procede verso un finale che non solo è brutto, ma perfino inconcludente, lasciando aperta una storia che, temo con terrore, potrebbe proseguire verso un secondo drammatico episodio! Questo vorrebbe dire ancora Papaleo pseudo camorrista, Argentero amante dei trenini e la Cortellesi obbligata a riprodurre un accento che uccide barbaramente con insopportabile nonchalance, per non parlare di una delle coppie del cinema peggio assortite di sempre: Angela Finocchiaro e Ale (circa senza Franz). Io amo la Finocchiaro, ma tra questo orrendo ruolo e quell'altra oscenità imbarazzante di film a cui ha partecipato ("Ci vuole un gran fisico"), sta rendendo veramente difficile seguire questi nuovi risvolti pseudo comici della sua carriera.
Insomma, la tragica famiglia Coso - sì, si chiamano proprio così - e le sue mirabolanti avventure sono qualcosa che ammazza la voglia di seguire il cinema italiano leggero (non è tutta colpa di questo film, per carità) e ti fa chiedere costantemente come possano film per la tv americana essere scritti, interpretati e girati meglio di una produzione cinematografica ad alto budget italiana: quali passaggi non stiamo seguendo? Cosa si è interrotto? Perché produzioni fatte bene come "La grande bellezza" - che, naturalmente - può piacere e non piacere, ma si converrà tutti che a livello di realizzazione e recitazione è un grande prodotto di qualità - non sono all'ordine del giorno, ma solo rari esempi di eccellenza di mestiere? Perché nel 2014 si deve credere che far camminare un'assistente come Morticia Addams per farla assomigliare ad un robot dovrebbe in qualche modo divertirmi? Che tristezza.
Ps. Scopro con non poco stupore che questo illuminante esempio dello stato dell'arte del cinema italiano, uscito il 1° gennaio, ad oggi ha incassato un totale di 11.800.274€. Chapeau.
Consigli: Brutto e francamente imbarazzante esempio di commedia nostrana. Siamo ancora bloccati sulle differenze parodistiche tra nord e sud e trattiamo noi stessi come cliché da vendere in pari misura sia nella parte alta che in quella bassa del nostro Paese, in modo da non scontentare nessuno. Il risultato è un'inconcludente accozzaglia di situazioni "comiche" in pillole che, prese separatamente, sarebbero perfettamente riciclabili come serie tv alla "Love Bugs", dove le risate finte restano l'unico strumento per capire che c'è appena stata una battuta.
Parola chiave: Arresti domiciliari.

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Bengi

mercoledì 25 settembre 2013

Film 587 - Passione sinistra

Non amo nessuno dei 4 protagonisti e sono sempre titubante riguardo il cinema italiano. Però il trailer, devo dirlo, era accattivante...


Film 587: "Passione sinistra" (2013) di Marco Ponti
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Diciamo che tutto sommato il film non è nulla di più che un prodotto carino e di facilissimo consumo. Quando in Italia si affronta il tema politico (al giorno d'oggi) nella commedia lo si fa rimanendo molto furbescamente in superficie, evitando di andare oltre quella critica popolare facilmente condivisibile e, soprattutto, vendibile. In questo senso la vocazione politica di "Passione sinistra" è unicamente di cornice per dar linfa ad una favoletta che, altrimenti, sarebbe solo la fotocopia di uno qualsiasi degli altri prodotti simili già visti in precedenza.
La mossa vincente di questa pellicola è certamente quella di aver scelto un buon cast - anche se la Lodovini non mi piace -, andando sul sicuro con Geppi Cucciari, usando bene l'animo stronzo di Alessandro Preziosi e regalando la parte perfetta ad Eva Riccobono che, nei panni di attrice, non saprei immaginare in altro contesto se non quello della svampita scema e anoressica. Con questo insieme di buoni comprimari, la nota dolente è proprio l'insopportabile personaggio di Nina/Lodovini, piena di sé e spocchia, un insieme di equità, no global, lotta per i diritti, giustizia uguale per tutti (e per questo sono figa) che alla lunga è qualcosa di insostenibile. Si addolcirà grazie all'inevitabile amore con Giulio/Preziosi e, a maggior ragione, cadrà ancora di più in un insopportabile cliché della donna dagli idieali di sinistra che si innamora dell'uomo di destra, ci si scontra, si mette in discussione e trova la vera sé stessa abbandonando buona parte del suo essere stata così radicale.
Insomma, per quanto per una parte di film "Passione sinistra" cerchi di mascherare la sua vera natura dietro la facciata di vago impegno sociale con una denuncia politica all'acqua di rose, man mano che si affronta la narrazione ci si accorge che il tema politico è solo il pretesto per presentare la storia di una coppia che si scontra su quali parti prendere, ma a letto fa scintille. Della serie: l'amore abbatte ogni barriera. Già sentito?
Ps. Cameo di Marco Travaglio che non risulta simpatico nemmeno 'recitando' sé stesso.
Consigli: Niente di più che una commedia infarcita di cliché su amore, relazioni e politica contemporanea. E' un film carino da guardare una sera e in compagnia e da soli, dato che non impegna la mente e ha qualche battuta divertente. Nell'insieme della spensieratezza senza secondi fini funziona. Ma la denuncia politica è un'altra cosa.
Parola chiave: Partito politico.

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Bengi

venerdì 20 settembre 2013

Film 586 - Colpi di fulmine

Anche in questo caso sono finito a guardare il film solo perchè non avevo praticamente altra scelta (il catalogo di film in streaming di Sky non è esattamente di mio gradimento...).


Film 586: "Colpi di fulmine" (2012) di Neri Parenti
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi (che ha dormito)
Pensieri: Sarò breve. Il film è diviso in due parti: la prima con De Sica, Arisa e la Ranieri, la seconda con Lillo & Greg. Per quanto io stesso ne sia sconvolto, ho apprezzato solamente la prima, con un'Arisa giusta per la parte e un De Sica anche simpatico (nonostante le solite smorfie, il solito personaggio). Lillo & Greg li avrei presi a schiaffi.
Passo e chiudo.
Consigli: Decisamente una pellicola evitabile, anche se devo ammettere che il primo tempo non mi è dispiaciuto. Chiaramente mi aspettavo una totale idiozia da cerebrolesi, quindi il fatto che sia solo una totale idiozia ha certamente aiutato a migliorare la mia impressione totale. Comunque, ripteto, meglio guardare altro, possibilmente con nessuno di questo cast presente.
Parola chiave: Chiesa cattolica.

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Bengi

giovedì 11 luglio 2013

Film 566 - Amiche da morire

Lo volevo vedere da quando era uscito al cinema, ma non c'era stata occasione. Ho recuperato!

Film 566: "Amiche da morire" (2013) di Giorgia Farina
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Amiche da morire" è veramente un film carino, come già si poteva intuire dal trailer. Innanzitutto la trama è ben scritta e ricama sopra temi anche consueti (omicidio passionale, la provincialità di paeselli del sud, la prostituta intelligente che ha un sogno, ecc) in maniera furba e simpatica, passando anche per momenti estremizzati o poco plausibili nella realtà con una leggerezza e autoironia davvero apprezzabili.
La buona caratterizzazione dei personaggi (seppure molto legata ai cliché) deve tutto alle tre bravissime protagoniste Gerini, Capotondi, Impacciatore, ognuna perfetta nel proprio ruolo e, insieme, un trio esplosivo e spassosissimo. Nonostante in effetti la Gerini si sia spesso legato al ruolo di bellona e piacente - con un certo margine di degrado sociale - (anche) questa volta è riuscita a salvarsi dal 'fattore Buy', ovvero il ciclico riprorsi dello stesso ruolo (solo in contesti diversi) ben recitato ma che alla lunga stufa. Io, va detto, ho una naturale propensione per la Gerini e, seppure a volte un po' inadatta o sopra le righe, finisco sempre sinceramente per apprezzarla.
Sulla Capotondi, invece, avevo non pochi dubbi e riserve, svaniti a pochi minuti dall'inizio del film: accento siculo non fastidioso, credibile nel ruolo, divertente e capace di interpretare l'ingenuità necessaria a rendere lo spietato candore della sua Olivia. Quest'ultima all'inizio sembrerebbe poco simpatica e, invece, saprà riscattarsi agli occhi del pubblico.
Mia personale standing ovation, però, per il personaggio di Crocetta che Sabrina Impacciatore interpreta assolutamente in maniera perfetta! Divertentissima, martoriata da abiti, trucco e parrucco da befana sicula, succube di una madre-carceriera e, non bastasse, additata dal paese come porta iella locale, delle tre protagoniste è stata in assoluto quella che ho preferito. La scena in cui le fanno la ceretta e il momento in cui impara a flirtare al mercato sono davvero comici.
Insomma, complici le tre attrici e lo spunto narrativo interessante e trattato con piacevolissima leggerezza, questo film decolla fin dall'inizio e regala proprio quello che mi aspettavo di trovare in questo prodotto cinematografico: spasso spensierato, buone interpretazioni e una pellicola capace di intrattenere senza violenza o volgarità gratuite. In questo contesto è facile sorvolare sulle ingenuità di certi passaggi - in effetti, per esempio il momento del primo interrogatorio dopo l'omicidio di Rocco è reso in maniera troppo comica e poco credibile - e concentrarsi solamente sul buon lavoro finale che, finalmente, una commedia-noir italiana è riuscita a fare. Ci voleva tanto?
Ps. Alla sua ultima apparizione nel box office italiano in data 29 marzo, il film segnava l'incasso di 1,785,462€.
Pps. Agli ultimi David di Donatello, il film ha ricevuto una nomination nella categoria Migliore Regista Esordiente per Giorgia Farina. Ha vinto, però, Leonardo di Costanzo per "L'intervallo".
Film 1301 - Amiche da morire

Consigli: Bellissima cornice e fotografia e buon esordio registico per la Farina alla sua prima esperienza sul grande schermo. Per una serata in compagnia o anche da soli è perfetto perché spassoso, ma noioso e lascia con un sorrisetto alla fine della visione che non sono in tanti film ultimamente a saperlo regalare. Divertente!
Parola chiave: "Ho notato che sparare mi secca la pelle".

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Bengi

mercoledì 3 luglio 2013

Film 563 - Viva l'Italia

E continuiamo sulla scia del cinema italiano, che ultimamente frequento più spesso.

Film 563: "Viva l'Italia" (2012) di Massimiliano Bruno
Visto: dal computer di Marco
Lingua: italiano
Compagnia: Marco (Mi)
Pensieri: Massimiliano Bruno, dopo "Nessuno mi può giudicare", riconvoca Raoul Bova e Rocco Papaleo per questa sua seconda fatica registica e, al posto della Cortellesi, sceglie Ambra per l'ennesimo ruolo femminile scanzonato e brillante. La cornice, però, questa volta è completamente diversa, ispirandosi ad una politica italiana della peggior specie in un ritratto a prima vista esasperato, ma in fin dei conti non molto diverso dalla situazione reale. Il che rattrista e non poco.
Al di là della trama anche divertente a tratti, posto che è necessario incassare il colpo facendo autocritica in silenzio, l'anima fortemente 'impegnata' di questa pellicola funziona solo in parte, un po' perchè a volte forzata e quasi imposta - come se si volesse necessariamente giocare la carta della commedia, sì, ma che fa anche pensare -, un po' perchè la risoluzione finale della trama non mi ha convinto del tutto (la presa di posizione molto polemica poi scema).
Da una parte pare che la critica al mondo politico e, collateralmente, della gestione nazionale sembra affrontata di petto e con una certa consapevolezza, ma poi si finisce per cadere nello stesso gioco che ha generato l'input narrativo e mi sembra che, almeno nella gestione della storia di Valerio/Alessandro Gassman, si faccia autogoal.
Il film denuncia raccomandazioni (Susanna/Ambra Angiolini), mancata meritocrazia (Riccardo/Raoul Bova), incompetenza ai vertici (Gassman) e una politica di false promesse e falsi valori (Michele Spagnolo/Michele Placido) per buona parte dei suoi 100 minuti di durata, ma di fatto scioglie il suo intreccio liquidando le avversità in un modo che, a mio parere, non è accettabile dopo tanto criticare: il ricatto. E' vero che questo è applicabile poichè c'è chi si è messo nella posizione di farsi ricattare, ma non ritengo sia coerente, nel finale, cancellare l'incompetenza di Valerio rappresentandolo non come una persona degna di essere al vertice della sua azienda, ma solo l'ennesimo furbetto davvero degno dell'eredità del padre Michele.
Allo stesso tempo la questione del reparto dove lavora Riccardo, ormai allo sbando per la mancanza di fondi e la noncuranza del primario, che viene letteralmente restaurato nel giro di una notte (con il paninaro locale riparatore di lavatrici che aggiusta macchinari medici come se fosse una Whirlpool qualunque), è di una semplificazione imbarazzante, conclusione indegna di una parte di trama che fa ridere tanto è assurda.
Il personaggio di Placido, poi, come ogni bravo politico che si rispetti, finirà in tv a fare le sue scuse - davvero convinte, però - cercando il contatto con quella gioventù che necessita di essere risvegliata da un torpore di disillusione e sfiducia (che gente come lui ha causato) per destare nuova consapevolezza di cittadini che si battono per i propri diritti e, soprattutto, il proprio futuro.
In quest'ottica la predica finale dell'ex politico corrotto tramutato neoredento (ma non per sua volontà, solo a causa di una malattia che lo porta a non essere più in grado di filtrare il pensiero che diventa parola) è certamente sensata, ma finisce per assomigliare più a una mossa "paracula" perchè di fatto, come si diceva, il film stesso sceglie poi di pubblicizzare un mezzo poco nobile per esplicitare le nuove consapevolezze del personaggio di Gassman (ovvero che nella vita ci vogliono 'le palle' per ottenere ciò che si vuole).
A parte questo, comunque, "Viva l'Italia" è un perfetto prodotto commerciale nostrano, migliore di molti altri che ci propinano, sia chiaro, ma di fatto ancora troppo legato alla paura di essere considerato solo come commedia leggera e che sente, quindi, la necessità di autodefinirsi impegnata.
Il personaggio più riuscito è quello di Ambra, divertente e agghiacciante allo stesso tempo, specchio di una parte di società contemporanea (ma di fatto ognuno dei 3 figli di Spagnolo lo sono) che, però, avrà gli strumenti e l'aiuto necessari al riscatto e alla rinascita. Bova, invece, resta sempre invischiato nel cliché del bello-buono-e-bravo che lui interpreta, a volte, con passione da fiction tv. Quando fa altro, però, nessuno lo considera. Placido, infine, è un capo famiglia stronzo-ma-poi-sensibile che smaschererà i suoi stessi trucchetti non tanto per necessità, quanto perchè obbligato dalla sua malattia 'rivelatrice'.
Gli ingredienti per un film divertente ci sono, anche se di fatto ci si perde un po' per strada nel finale (morale e lieto fine sempre e comunque).
Ps. Due nomination ai David di Donatello (una per Ambra come Miglior attrice non protagonista) e più di 5.000.000€ di incasso al nostro botteghino.

Consigli: Nonostante la mia solita diffidenza rispetto al cinema italiano e, come già detto, una certa superficialità ingenua in alcune scelte narrative, "Viva l'Italia" è una buona opzione nell'ottica del divertimento spensierato per una sera in compagnia. La critica alla nostra politica odierna fa male all'inizio e bisogna comunque farci i conti durante la visione.
Parola chiave: Raccomandazione.

Trailer

Bengi

domenica 30 ottobre 2011

Film 319 - Nessuno mi può giudicare

In rapida successione una commedia italiana dopo il "Limitless" sui giochi della mente...


Film 319: "Nessuno mi può giudicare" (2011) di Massimiliano Bruno
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Emanuele
Pensieri: Spensierata e divertente, questa commedia non si vuole prendere troppo sul serio. Come al solito il pretesto scandaloso (mamma escort per sopravvivere ai debiti) è solamente l'aggancio per una struttura narrativa che non ha niente né di sconvolgente né tanto meno di innovativo. In Italia, si sa, osare è reato (se non sei in Parlamento), quindi - non che mi aspettassi nulla di diverso - bisogna accontentarsi della solita minestra riscaldata.
Per questo "Nessuno mi può giudicare" il colpo di fortuna è un'artista valida (ma non sempre appropriata, vedi Film 252 - C'è chi dice no) come Paola Cortellesi che in questo ruolo combina alla perfezione accento romano e fantastica mimica facciale. Istrionica e piuttosto lanciata in un personaggio necessariamente disinibito (sexy è un pochino esagerato), ma al contempo restio e inesperto che si apre per forza di cose ad un mondo che mai e poi mai si sarebbe aspettato di dover conoscere. Sta nei tempi comici - ci mancherebbe - e convince nella recitazione. Non era scontato.
Raoul Bova è sempre Raoul Bova, un pò grezzo un pò borgataro e un pò coatto, ma bello e ricco di sentimenti pronti ad essere svelati alla donna giusta. E' una vita che nelle commedie gli affidano questo ruolo. Lui lo sa portare con una naturalezza non da tutti, però diciamo che alla lunga è poi sempre quello. Ma non è assolutamente uno di quelli riconducibili alla categoria 'bello e incapace'.
Ad affiancare il duo una serie di spalle spassose: Anna Foglietta, la escort di professione; Rocco Papaleo il portiere del "nuovo" condominio di Alice/Paola Cortellesi; e poi Hassani Shapi, Lucia Ocone, Caterina Guzzanti e lo stesso regista Massimiliano Bruno. La fauna umana del condominio sarà ovviamente la più divertente e si dimostrerà, alla fine, non solo la più grezza, ma anche la più sinceramente affezionata ad Alice e il suo bambino. Come a dire: nella semplicità la felicità. Un ritornello facile facile che, forse riassume bene questa pellicola. Valori universali (famiglia, amore, amici) che sono le basi di una vita felice dopo la burrasca (lutto, tradimento, infelicità), superata grazie ad un percorso di formazione su sé stessi (mettersi in discussione, porsi delle domande, darsi dei nuovi obiettivi) e sulle nuove possibilità che la vita ci da (lavoro, nuove conoscenze e, di conseguenza, nuova consapevolezza di sé). Lo so, parlo quasi per luoghi comuni, ma la sensazione che ho avuto guardando questo film è, appunto, che nonostante una trama frizzante e un'oretta e mezza di divertimento scaccia pensieri, quello davanti a cui mi sono trovato è un prodotto leggermente più alto della media nostrana, ma comunque pur sempre schiacciato sotto la politica del 'deve andare bene per forza'. Se si fosse osato di più ("Zack and Miri Make a Porno" - in Italia tristemente tradotto in "Zack & Miri - Amore a... primo sesso" - è una commedia sul mondo del porno senza eccessi o scabrosità) forse per una volta avremmo avuto un prodotto italiano più genuino, meno collocabile in una categoria prestabilita e decisamente più originale.
Consigli: Godibile e piacevole, specialmente per i toni da commedia e le buone interpretazioni dei protagonisti. I tempi comici sono giusti e il risultato è sicuramente buono. Ma non troppo originale.
Parola chiave: Lavoro.

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Ric

lunedì 9 maggio 2011

Film 252 - C'è chi dice no

Questa volta appuntamento al cinema con Licia (toscana) per una commedia italiana ambientata a Firenze. E lei non ha gradito...


Film 252: "C'è chi dice no" (2011) di Giambattista Avellino
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: "C'è chi dice no" è un film che, a farsi un'idea senza conoscerne il contenuto, parrebbe avere molto da dire (vedere il trailer per credere), ma che, alla resa dei conti (ossia in sala), delude profondamente.
Il tema dei raccomandati, in Italia, sembra piuttosto sentito e, proprio per questo, andrebbe affrontato con un piglio meno burlone nonostante si tratti di una commedia.
Secondo la sceneggiatura di Fabio Bonifacci basta fare un po' di 'sano' stalking ai 'ruba-posto' per stressare un po' la vita (se non proprio fargliela pagare) a coloro i quali si sono visti favoriti rispetto ai veri meritevoli sul posto di lavoro. Se non fosse che è un film sarebbe, tra l'altro, un suggerimento un attimo rischioso. Ma siccome gli ideali (e il bisogno di soldi) sono più forti della paura, non c'è per niente da stupirsi quando i tre del 'no' del titolo (Luca Argentero, Paola Cortellesi e Paolo Ruffini) decidono di scendere in campo. E qui, purtroppo, il film si incaglia.
Volendo sorvolare sugli imbarazzanti accenti toscani di Cortellesi (da brividi) e Argentero (che continua a non essere un attore, anche se è migliorato), non si può far finta di non vedere il poco brio di queste punizioni inflitte al nemico raccomandato. Regge bene solo Ruffini, tra l'altro, che nella parte dello sfigato pare esserci nato.
Malissimo la conclusione (spoiler!) - con una polizia stranamente efficiente - che scivola clamorosamente in un autogol: tutto rimane com'è (tra i raccomandati) e i 3 si ritrovano ai domiciliari nella stessa casa. Potrà essere un dignitoso finale da commedia? Perchè non si possono intraprendere tutti i generi cinematografici: o un film di denuncia, o divertente, o sopra le righe o una fiction che, però, si basa sulla realtà. Se fino allo smascheramento dei concorsi truccati il tono è leggero e disimpegnato (lo dimostrano i dialoghi più mirati alla battuta che a riportare fatti di triste attualità), la virata finale prende tinte più reali dal punto di vista della situazione del lavoro in Italia - dove puoi cacciare i raccomandati, ma sicuramente saranno rimpiazzati da altri come loro - e fa ricadere sui 3 addirittura una condanna. Il tono scanzonato avrebbe richiesto, a mio avviso, se non un banale happy ending, quantomeno una soddisfazione più tangibile per lo spettatore che si è subito una filippica di 95 minuti e poi si ritrova col tutto come prima.
Aggiungo: Myriam Catania (che un po' raccomandata, se vogliamo, lo è: è figlia di Rossella Izzo e nipote di Simona Izzo, Giuppy Izzo...) sarà per il ruolo, sarà perchè lo recita bene, è di un'antipatia infinita. Ma la voce è tra le più famose d'Italia (doppia personaggi come Keira Knightley, Lindsay Lohan, Jessica Alba e Amanda Seyfried) ed è strano contestualizzarla sul suo viso...
Ps. Nel film anche Edoardo Gabbriellini, cuoco in "Io sono l'amore" di Guadagnino, qui in una parte decisamente più frizzante.
Consigli: Purtroppo una commedia che, nonostante i buoni propositi non decolla. Il trio è poco affiatato se non addirittura poco legato, inadatto. Si salva la cornice fiorentina e la buone intenzioni di piazzare un film del genere in un contesto di attualità. Ma non basta. E' sicuramente un ottimo disimpegno per una serata senza pensieri.
Parola chiave: Scarpe rosse.

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Ric

domenica 24 aprile 2011

Film 242 - Ex

Curiosità a mille per un film italiano uscito un paio di anni fa e che mi ero perso.


Film 242: "Ex" (2009) di Fausto Brizzi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luca
Pensieri: Ma che delusione! Ma siamo sicuri sia lo stesso regista di "Maschi contro femmine"? No perchè il prodotto finale è decisamente differente...
Al di là del cast italiano in grande spolvero (Brilli e Salemme non li reggo) non c'è davvero nient'altro da segnalare. La storia è caotica e scontata, buonista e superficiale, ridicola in certi passaggi (Orlando che balla con le amiche del figlio adolescente non si può guardare) e talmente 'piaciona' che infastidisce. Crisi di mezz'età, amori non corrisposti, amori lontani, amori impossibili, Jalisse e chi più ne ha più ne metta. No no no, non ci siamo.
Peccato perchè il potenziale era tantissimo. Considerando gli attori (la metà esatta sono quelli dei due maschi e femmine contro) e il regista (lo stesso anche dei due "Notte prima degli esami", sceneggiatore di film come "Nessuno mi può giudicare", "Oggi sposi") ci si aspettava molto, moltissimo di più. E invece il prodotto è mediocre, giocato su un appeal commerciale solo di immagine (locandina interessante coi nomi ben in vista di tutti i partecipanti, un trailer ben fatto) per richiamare i fans del genere (commedia italiana corale) o di questo o quell'attore.
Ci si poteva impegnare davvero di più.
Consigli: Guardatelo prima di "Maschi contro femmine", se potete, altrimenti vi aspetterete troppo da questa pellicola deboluccia.
Parola chiave: Amore.

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Ric

lunedì 14 marzo 2011

Film 230 - Maschi contro femmine

Torniamo al cinema italiano, per una volta.


Film 230: "Maschi contro femmine" (2010) di Fausto Brizzi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ma che sorpresa! Una commedia italiana divertente, non necessariamente volgare o stupida, un film corale mediamente ben recitato (mediamente!) e piacevole! Sorpresona per chi la commedia italiana la vede un po' a fatica...
Ottimi Bisio, Carla Signoris e Giuseppe Cederna che da soli già valgono il film. Bene anche Cortellesi (ogni tanto un po' inappropriata, ma sorvolabile) e De Luigi, Nicolas Vaporidis (!), Giorgia Wurth e Nancy Brilli. Leggermente troppo soap Alessandro Preziosi. Cameo di Luciana Littizzetto (recitazione sufficiente...).
Insomma, un vastissimo cast di stelle e stelline del cinema nazionale in gran rispolvero (alcuni). Il risultato tiene e, anzi, regala certe gag divertenti. Inoltre -sono rimasto sconvolto, lo ammetto, considerando la produzione cinematografica italiana media, qui abbiamo il miracolo - serie riprese in esterna (non solo a Roma eh, ma al Polo!), nonché subacquee (per riprendere le balene), qualche effetto speciale neanche troppo malriuscito, un campo nudista non malamente censurato (anche se, guarda caso, camminano solamente le donne...), un taglio più da esportazione (se mi passate il termine).
Insomma, sono rimasto piacevolmente colpito da una pellicola di cui avevo solo sentito molto parlare, ma di cui non avevo molta fiducia. Di solito questi film 'di gruppo' sono solamente caotici e finiscono per non valorizzare nessuna storia e nessun attore e il risultato è meno di mediocre. Qui, invece, siamo decisamente ad un buon livello. Da vedere!
Consigli: A questo punto direi che sia il caso di vedere il seguito, no?
Parola chiave: Amori&Amici.

Trailer
Ps. Ho deciso di alleggerire un po' il blog, quindi d'ora in avanti il trailer della pellicola in questione sarà solamente linkato e non integrato al post.

Ric

martedì 2 novembre 2010

Film 162 - Benvenuti al Sud

I miei avevano detto che era carino... E anche se di solito io e i miei genitori abbiamo gusti molto diversi, per questa volta ho deciso di fidarmi.


Film 162: "Benvenuti al Sud" (2010) di Luca Miniero
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Mattia
Pensieri: Mai e poi mai avrei sperato di ridere con una commedia italiana. Non era proprio in programma! E, invece, sorpresa: questo film mi ha strappato ben più di un sorriso!
Bravissima la coppia di attori Claudio Bisio-Angela Finocchiaro, ormai diventati simbolo di una certa qualità da grande schermo, bravi anche i comprimari Alessandro Siani-Valentina Lodovini, ben scritta la storia, con battute e tempi giusti, una trama 'rubata' al film francese "Giù al nord" di Dany Boon, locations mozzafiato e una certa voglia di prendersi in giro.
E' stata davvero una piacevole sorpresa scoprire che, ogni tanto, anche noi italiani riusciamo a confezionare un prodotto di qualità giocando su buoni attori e buone battute, senza bisogno di sbandierare tette e volgarità da cinema di serie B o storielle d'amore per pre-adolescenti.
Nonostante la (necessariamente) un po' stereotipata contrapposizione tra nord e sud, il film combina bene le due realtà così diverte, le mette a confronto senza però mai esagerare col denigrare le due 'fazioni' opposte. Uno scivolone che, altrimenti, avrebbe reso la pellicola indigesta a non pochi. Ma gli elementi giusti ci sono tutti per svagarsi per un'oretta e mezza al cinema gustandosi una commedia frizzante e divertente che lascerà gli spettatori con il sorriso sulle labbra.
E di questi tempi non è poco...
Consigli: E' certamente un film da vedere in compagnia: più si è più ci si diverte!
Parola chiave: Amicizia.




Ric

martedì 14 settembre 2010

Film 135 - Voce del verbo amore

Appena trasferito in casa nuova, senza internet e con tutti i dvd ancora impacchettati negli scatoloni, mi è toccato accedere la tv per la prima volta dopo un anno. E la sera cosa ti trovo? Un film italiano. Che per una buona metà del tempo credevo fosse una delle solite fiction...


Film 135: "Voce del verbo amore" (2007) di Andrea Manni
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Si sa che d'estate non ci si posso aspettare grandi cose dalla tv italiana. Repliche, banalità, inutilità, qualche programmino leggero e rubriche di ''approfondimento''...
In una calda serata di luglio, in casa a godermi le nuove quattro mura (finalmente) in solitaria, accendo la mia vecchia tv che ancora resiste nonostante due traslochi e anni di vita ormai sul groppone. E cosa ti trovo sulla RAI?! Un film italiano, che scambio per fiction (ammetto di non essere un abituè del genere) della più classica banalità cui ci hanno abituato, in cui ritrovo le facce conosciute di Giorgio Pasotti e Stefania Rocca. Solo sul finale scopro il titolo del film e lo collego a qualche recensione letta anni fa riguardo questa commediola all'italiana (che oggi vuol dire stupida e senza impegno) incentrata sul tema dell'amore e della famiglia.
Ovviamente le situazioni sono di una semplicità imbarazzante, l'amore trionfa sempre su tutto e il lieto fine ricongiunge la famiglia prima divisa da una separazione da crisi di mezza età. La coppia Pasotti-Rocca non tocca certo picchi di complicità senza pari, ma sicuramente risulta migliore di una Manuela Arcuri che flirta con Gabriel Garko... Il paragone è inevitabilmente quello con la peggiore fiction dei nostri giorni proposta dalla tv italiana (ma non è che la 'migliore' si possa definire di qualità...) e comunque il risultato finale del prodotto è decisamente scarso, privo di una ben che minima specifica dei personaggi, di un loro spessore umano che vada oltre la macchina che rappresentano. Non a caso, comunque, questo film passò quasi inosservato al cinema quando uscì...
Ps. Se nemmeno le tette mostrate nel trailer da una dei personaggi sono riuscite a portare in sala il pubblico medio italiano, qualcosa vorrà pur dire...
Consigli: Per chi ama Pasotti o il cinema italiano facile facile. Altrimenti non c'è motivo di perdere tempo. Meglio cambiare canale!
Parola chiave: Buoni sentimenti.


Ric