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lunedì 25 gennaio 2021

Film 1787 - The Big Sick

Intro: Ho scoperto dell'esistenza di questo film solo grazie alla nomination all'Oscar e così, incuriosito di vedere come fosse, ho deciso di dargli una chance.
Film 1787: "The Big Sick" (2017) di Michael Showalter
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non ho tantissimo da dire su questo film... E' carino, ma non mi ha sconvolto l'esistenza e, anzi, è molto meno commedia di quanto non tentino di farlo passare, ovvero c'è davvero tantissima malattia e ospedale.
La premessa è intrigante principalmente perché è tratto dalla storia (d'amore) vera di Kumail Nanjiani (qui anche protagonista) e della moglie per un po' in coma Emily V. Gordon (nel film interpretata da Zoe Kazan). Il fatto che nella vita vera siano sposati e abbiano scritto la storia insieme toglie un po' dell'incertezza romantica - se mai ce ne fosse stata - alla visione di questo "The Big Sick".
Cast: Kumail Nanjiani, Zoe Kazan, Holly Hunter, Ray Romano, Anupam Kher, Zenobia Shroff, Adeel Akhtar, Bo Burnham, Aidy Bryant, Linda Emond.
Box Office: $56.4 milioni
Vale o non vale: Si lascia vedere e sicuramente la storia è più originale di tante altre, anche se non è che si possa proprio definirla una commedia da sfracassarsi dalle risate. Vi ho avvisato.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura originale.
Parola chiave: Fotografie.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 2 settembre 2020

Film 1912 - Papicha

Intro: L'esperienza del cinema all'aperto mi mancava da un po', così quando si è presentata l'occasione di vedere alla'arena estiva del cinema Tivoli questa pellicola, l'ho colta al volo. Anche perché avevo un ospite speciale.
Film 1912: "Papicha" (2019) di Mounia Meddour
Visto: al cinema
Lingua: algerino, francese
Compagnia: Andrea
In sintesi: mi sfugge un attimo a cosa si riferisca il titolo italiano "Non conosci Papicha", in ogni caso il film di Mounia Meddour è un bellissimo pugno nello stomaco. Ricordo che dopo la visione ho pensato che la storia riuscisse sempre e con efficacia a raccontare le sue vicende accompagnando una carezza a uno schiaffo, come se non ci fosse mai davvero il tempo di assaporare un bel momento, quell'attimo di pace, che subito la dura realtà della situazione reclama il suo spazio.
Trovo che la grande forza di "Papicha" stia principalmente nel fatto che non cerchi di impietosire, abituando velocemente lo spettatore ad aspettarsi note molto dolorose, pur riuscendo a veicolare il messaggio che ogni momento positivo guadagnato vada assaporato appieno. Non c'è tempo per cantare vittoria, la tensione è continua, eppure ogni conquista è un piccolo passo avanti che si custodisce gelosamente.
E' così che Nedjma,'Papicha' (Lyna Khoudri), vive la sua vita di studentessa universitaria, tra lo studio per diventare fashion designer e uno scenario culturale che, da mero sfondo, si insinua sempre più violentemente nel suo quotidiano: siamo nell'Algeri degli anni '90 e, dopo anni di occidentalizzazione più o meno accettata, la situazione cambia rapidamente quando si affaccia la realtà della guerra civile. Nedjma e le sue amiche non vogliono arrendersi ai nuovi diktat culturali e a modo loro combattono per le cause in cui credono, non senza perdite notevoli.
Ed è così per tutto il film che, da spettatori occidentali degli anni 2000 (belli inoltrati), tifiamo per le quattro protagoniste e auguriamo loro di affacciarsi ad un futuro migliore e più libero, pur sapendo che terrorismo ed estremismo non lasciano spazio a quel lieto fine cui ci hanno troppo spesso abituato. "Papicha" non racconta una storia per farci sentire bene o meglio con noi stessi, invece mette lucidamente a fuoco una realtà molto lontana dalla nostra, inevitabilmente ricordandoci quanto siamo stati fortunati a crescere in un clima di accettazione e determinazione della propria identità - per quanto oggi più che mai siano valori messi ampiamente in discussione a favore di populismo e superficialità - che ci ha permesso e ci permettere di vivere le nostre vite con un'ampissima dose di autonomia. E' un bene, dunque, che esistano pellicole come questa, storie che ci ricordino quanto sia facile scivolare indietro nel tempo, quanto sia semplice cadere nell'odio e con quanta naturalezza siamo capaci di imporre agli altri un'unica visione del mondo che segua la massima della moralità soffocando ogni altra prospettiva sulle cose. Provare a chiedersi "Cosa avrei fatto se fossi stato/a Nedjma?" è un esercizio mentale che, al giorno d'oggi, fa sicuramente bene.
Cast: Lyna Khoudri, Shirine Boutella, Amira Hilda Douaouda, Yasin Houicha, Zahra Doumandji, Nadia Kaci.
Box Office: $2 milioni
Vale o non vale: Potente e spesso straziante, "Papicha" trova il suo modo di veicolare una poeticità rinfrescante. Perfetto il cast, il film funziona grazie soprattutto alle performance delle quattro protagoniste, così diverse eppure interconnesse tra loro dal bisogno di determinare il loro percorso attraverso le proprie scelte.
Un titolo per niente facile che sicuramente non convincerà tutti ad essere visto ma, per tutti quelli che fossero nel dubbio, "Papicha" è assolutamente una storia su cui puntare.
Premi: In concorso a Cannes 2019 per la categoria Un Certain Regard. 2 vittorie su 2 candidature ai César di quest'anno per Miglior opera prima e Miglior attrice esordiente (Lyna Khoudri).
Parola chiave: Défilé.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 3 agosto 2011

Film 288 - Uomini di Dio

Finita la pausa estiva comprensiva di vacanza in Puglia, torno alla tastiera per buttar giù qualche riga nonostante la calura.
Sono molto indietro con le recensioni in effetti (solo l'altro giorno - 15 Agosto - ho guardato 3 pellicole diverse), ma con calma conto di recuperare parzialmente il mio svantaggio.
Come l'anno scorso (Film 129 - Brotherhood), all'alba di un nuovo inizio dopo un periodo piuttosto lungo di assenza, un film non esattamente facilissimo.


Film 288: "Uomini di Dio" (2010) di Xavier Beauvois
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Indubbiamente la tematica non lascia indifferenti: monaci cistercensi francesi che vivono pacificamente in un villaggio musulmano dell'Algeria vengono rapiti e uccisi dopo il diffondersi delle violenze a seguito di un attacco terroristico (da parte di integralisti).
Non tengo il segreto sulla trama semplicemente perchè questo film racconta una storia realmente accaduta (1996) e basta documentarsi un minimo per sviscerarne i dettagli.
L'approfondimento di questa pellicola pare minuzioso, propone bene le fasi della vita sia nel monastero che nel villaggio, quasi che lo scopo sia di presentare allo spettatore un documentario. La quasi assenza di dialoghi, la lentezza del primo tempo (che illustra perfettamente i ritmi della vita dei monaci) e certi tagli della macchina da presa fanno pensare ad un approccio più documentaristico che di fiction. Si inverte un po' la tendenza con il procedere degli avvenimenti e il crescendo della tensione.
Non è un film facile e sicuramente non è un film estivo. Scivola via come un sussurro, ma se non si è interessati al racconto, allora si morirà di noia. Ma ogni tanto un'ottica diversa, un tema meno superficiale - anche se in balia della calura - può sempre fare la differenza. A me è piaciuto.
Consigli: Forse è meglio non gettarsi allo sbaraglio in questa storia (come ho fatto io), documentarsi un minimo prima sarebbe appropriato. Giusto perchè, se il film non prende, potrebbe essere piuttosto pesante.
Parola chiave: Aiutare.

Trailer

Ric