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sabato 9 dicembre 2023

Film 2203 e 2236 - Barbie

Intro: Ho ritardato questa recensione perché la prima volta che ho visto il film il giorno che è uscito, prima di andare al cinema abbiamo fatto aperitivo e mi sono addormentato svariate volte durante la visione... Da quella volta, mai più spritz dopo lavoro + cinema!
Quando la settimana scorsa è venuta a trovarmi a Dublino mia cugina, una sera ne abbiamo approfittato per recuperare questa pellicola che lei non aveva visto e, di fatto... nemmeno io.

Film 2203 e 2236: "Barbie" (2023) di Greta Gerwig
Visto: al cinema; dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán, Rachel, Niahm R., Niamh H.; Fre
In sintesi: il fenomeno culturale del 2023 (insieme a "Oppenheimer" di Nolan), il "Barbie" di Greta Gerwig e Noah Baumbach, che ha scritto con lei la sceneggiatura, è sicuramente il film che non ti aspetti.
Premesso che l'idea di fare un film su Barbie mi sembrasse alquanto sciocco inizialmente, o che comunque sarebbe stato una gran boiata, di fatto la storia riesce perfettamente ad equilibrare l'elemento giocoso che ti aspetti da una pellicola su un giocattolo, insieme a una serie di tematiche di attualità e rilevanza, il tutto perfettamente bilanciato da una colonna sonora PAZZESCA e un cast che definire stellare è dire poco. Insomma, "Barbie" è uno di quei titoli che sembra essere riuscito a mettere insieme tutti gli elementi giusti al posto giusto e nel momento perfetto: il fenomeno Barbenheimer è stato inarrestabile per tutta l'estate, tanto che si è parlato fin da subito di probabili nomination all'Oscar a pioggia per entrambi i film.
Dove, però, credo che "Oppenheimer" farà incetta di premi, rimango ancora un po' scettico rispetto a questa pellicola che sì, quasi certamente riceverà candidature di peso come Miglior film e sceneggiatura e forse qualcosa per il cast (Ryan Gosling sembra plausibile per attore non protagonista), ma non so quanto seriamente riuscirà a concretizzare la nomination in vittoria a parte in qualche categoria tecnica. Probabilmente i Golden Globes riconosceranno a "Barbie" una serie di premi come attrice protagonista per Margot Robbie (che sarebbe ora cominciasse a vincere premi di peso) e film, tutto nella categoria musical o commedia ovviamente. Vedremo cosa succede con l'annuncio delle nomination di questo lunedì.
Premi a parte, è innegabile che l'ultima fatica artistica di Greta Gerwig sia stato un successo planetario senza precedenti e che, probabilmente, non in molti si immaginavano. Ho letto che quando Margot Robbie (qui anche produttrice) ha fatto il pitch del progetto alla Warner Bros. aveva predetto un possibile incasso fino al miliardo di dollari, ma francamente non so quanto nemmeno lei ci credesse davvero. E' bastata l'estate per smentire tutti i pronostici.
In un anno non esattamente formidabile in termini di qualità cinematografica, "Barbie" è riuscito a scalzare tutta la concorrenza miscelando perfettamente commedia e momenti drammatici, satira e messaggi di positivi (per una volta l'emancipazione femminile non è risultata forzata), mettendo al centro della storia un grande cast e una protagonista alla ricerca di se stessa che non ha bisogno di essere salvata da un uomo.
Poi, se devo essere onesto, ho particolarmente amato la prima parte del film, quella che letteralmente si potrebbe descrivere come "life in plastic is fantastic" per citare gli Aqua (tra l'altro per la prima volta nominati a 2 Grammy a 26 anni dall'uscita della canzone originale "Barbie Girl", qui campionata da Nicki Minaj and Ice Spice nella canzone originale per il film "Barbie World"), una vera visione per gli occhi tra set strabilianti, costumi perfetti e un'estetica generale che mi ha inevitabilmente ricordato la mia infanzia.
Insomma, "Barbie" è stato sicuramente e giustamente la sorpresa del 2023, il film di cui non ci aspettavamo di avere bisogno.
Cast: Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Kate McKinnon, Issa Rae, Rhea Perlman, Michael Cera, Simu Liu, Emma Mackey, Nicola Coughlan, Kingsley Ben-Adir, Ncuti Gatwa, John Cena, Connor Swindells, Emerald Fennell, Dua Lipa, Helen Mirren, Will Ferrell.
Box Office: $1.442 miliardi
Vale o non vale: Il film ha un buon ritmo, una grande colonna sonora e due protagonisti che si mettono in gioco al 100%, regalando davvero due performance magnifiche e inaspettatamente di spessore considerando che si tratta di una pellicola su una bambola. Margot Robbie è semplicemente perfetta per interpretare il personaggio e Ryan Gosling riesce a mettere insieme Ken e il patriarcato in maniera così assolutamente naturale che si rimane costantemente e piacevolmente solleticati dalla sua performance. Greta Gerwig ha fatto davvero un ottimo lavoro qui, confezionando un prodotto superiore ad ogni aspettativa e dal grandissimo impatto culturale, cosa più che mai rara al giorno d'oggi dove è sempre di più la tv a farla da padrone. Insomma, un film imperdibile.
Premi: Ad oggi, 12 nomination ai Grammy, tra cui per Best Compilation Soundtrack for Visual Media, Best Score Soundtrack Album for Visual Media e Best Song Written for Visual Media per ben 4 canzoni (sulle 5 in lizza): "What Was I Made For?" di Billie Eilish, "Dance the Night" di Dua Lipa, "Barbie World" di Nicki Minaj & Ice Spice featuring Aqua e "I'm Just Ken" cantata da Ryan Gosling.
Parola chiave: Patriarchy.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 13 ottobre 2021

Film 1836 - The Good Liar

Intro: Non vedevo l'ora di avere l'occasione di recuperarlo al cinema. Così, appena il multiplex di Ushuaia lo ha messo in cartellone, sono corso a vederlo.

Film 1836: "The Good Liar" (2019) di Bill Condon
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: una di quelle pellicole che sulla carta sembrerebbero promettere faville e, invece, alla fine non soddisfa appieno.
Non perché "The Good Liar" sia un brutto film - assolutamente! - solo non riesce a proporre una storia e/o un'atmosfera che valga la caratura dei suoi magnifici protagonisti Helen Mirren ed Ian McKellen. I due, a dire il vero, sembrano fatti per lavorare insieme.
In generale, comunque, questo film regala un'oretta e mezza di thriller ben recitato che presenta una storia dai molti elementi e i molteplici risvolti che, seppure non indimenticabile, almeno funziona. E - ci tengo a ribadirlo - il merito è tutto della coppia di grandissimi attori.
Cast: Helen Mirren, Ian McKellen, Russell Tovey, Jim Carter, Mark Lewis Jones, Laurie Davidson.
Box Office: $33.9 milioni
Vale o non vale: Aspettandomi molto da questo film, ammetto che il risultato finale mi abbia un po' deluso. Cioè non toglie che si tratti di un prodotto soddisfacente e di qualità, con una coppia di protagonisti che fa scintille. Il film varrebbe praticamente anche solo per loro.
Premi: /
Parola chiave: Joint account.

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#HollywoodCiak
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lunedì 15 giugno 2020

Film 1725 - The Nutcracker and the Four Realms

Intro: Ero più che altro incuriosito dal fatto che il film sia stato un gigantesco flop per la Disney.
Film 1725: "The Nutcracker and the Four Realms" (2018) di Lasse Hallström, Joe Johnston
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: costruito sulla base tecnica e visiva di alcuni precedenti prodotti Disney di successo - particolarmente "Alice in Wonderland" -, "The Nutcracker and the Four Realms" non riesce però a generare sufficiente magia o interesse rispetto ad un progetto che risulta esteticamente molto bello, ma narrativamente irrilevante. Manca di ritmo e, ancora peggio, di qualcosa originale da dire. E non basta l'atmosfera gioiosa e festiva del Natale a salvare tutta l'operazione.
Cast: Keira Knightley, Mackenzie Foy, Eugenio Derbez, Matthew Macfadyen, Richard E. Grant, Misty Copeland, Helen Mirren, Morgan Freeman.
Box Office: $174 milioni
Vale o non vale: Keira Knightley è insopportabile, Mackenzie Foy non particolarmente incisiva come protagonista e si ha la sensazione che il cast da sogno e la famosissima storia de "Lo schiaccianoci" di Čajkovskij siano assolutamente sprecati.
Premi: /
Parola chiave: Chiave.

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Bengi

venerdì 1 novembre 2019

Film 1670 - Winchester

Intro: La combo Helen Mirren + horror mi sembrava un richiamo impossibile da ignorare!
Film 1670: "Winchester" (2018) di The Spierig Brothers
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente non solo una gran boiata, ma anche una gran delusione. Non tanto perché non ci si potesse aspettare un potenziale di cagata pazzesca, ma più che altro perché sulla carta gli elementi parevano esserci tutti: una grande attrice come Helen Mirren, un racconto di spiriti ispirato nientemeno che a una storia vera (quella dell'ereditiera Sarah Pardee Winchester, moglie nientemeno che del signore delle armi Oliver Fisher Winchester, e della sua ossessione per il continuo ampliamento della Winchester House in cui viveva), atmosfere sufficientemente inquietanti e dark.
Nonostante sarebbe parso plausibile aspettarsi quantomeno un prodotto decente, nella realtà questo "Winchester" manca di una trama interessante che non si esaurisca una volta rivelato il misterioso comportamento ossessivo della sua protagonista e non sorprende, quindi, che non riesca ad andare oltre quella bidimensionalità comune a tutti quegli horror misto thriller che non aggiungono nulla al genere di cui fanno parte. Peccato, si poteva fare molto di più.
Cast: Helen Mirren, Jason Clarke, Sarah Snook, Laura Brent, Bruce Spence.
Box Office: $46 milioni
Vale o non vale: Se siete alla ricerca di un buon horror - magari ancora sulla scia di Halloween appena passato - consiglio vivamente di evitare questo film. Non solo non soddisfa e non fa paura, ma anzi lascia francamente piuttosto delusi.
Premi: Candidato a 4 Razzie Award per Peggior film, regia, sceneggiatura ed attrice protagonista.
Parola chiave: Armi.

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lunedì 6 novembre 2017

Film 1431 - Gosford Park

Ho provato a vederlo in lingua con i sottotitoli in inglese, ma era una missione impossibile. Così ho optato per quelli in italiano, felice di poter guardare uno dei miei film preferiti in versione originale!

Film 1431: "Gosford Park" (2001) di Robert Altman
Visto: dall'iPad
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Piccolo grande cult che si può praticamente considerare precursore di una delle serie tv più di successo degli ultimi anni, "Downton Abbey", questo film è sorprendentemente ricco, da molteplici punti di vista. Il più evidente, ovvero il cast, annovera così tanti volti noti, così tanti grandi attori tutti presenti alla corte di re Altman, qui in una delle sue ultime regie. Il grande regista è uno dei motori della pellicola, quell'innegabile valore aggiunto che, insieme al comparto attoriale e alla storia, fa decisamente la differenza. Sono questi tre elementi insieme che, in definitiva, fanno di "Gosford Park" un titolo meraviglioso, oltre che un prodotto senza tempo. Quest'ultimo aspetto è in parte garantito dall'affascinante ambientazione di inizio '900, in parte conferito dall'abile penna di Julian Fellowes, uno che magari sceglie di replicare gli stessi elementi e caratteristiche ma che, di sicuro, sa quello che fa.
La sceneggiatura è brillante e piena di colpi di scena, in grado di evidenziare le differenze e le similarità tra due classi sociali agli opposti - letteralmente: la servitù al piano di sotto, la nobiltà ben arroccata nelle sue proprietà - e di metterne intelligentemente alla berlina certi aspetti.
Insomma, questo film è un tuffo nel passato che comporta un'immersione completa e particolarmente realistica, oltre che molto più cinica del televisivo "Dowtnon". Tra i due prodotti, che pure sono molto simili, esiste comunque una certa distanza sottolineata da un resoconto più tagliente del prodotto cinematografico che spinge in maniera più insistente sulla vena ironica e snob di certi protagonisti e non manca di evidenziare le crudeltà e le difficoltà che la vita a servizio comporta.
La coralità della storia è il centro di tutto. Anche se certi personaggi spiccano su altri, rimane comunque un film di gruppo senza il quale il risultato finale non sarebbe stato minimamente lo stesso. Maggie Smith è il vero filo conduttore tra questo film e la serie televisiva - insieme alla "mano invisibile" di Fellows - tra l'altro curiosamente incapsulata nello stesso personaggio o quasi. Omicidio a parte, poi, il resto degli elementi rimane tendenzialmente invariato, soprattutto per quanto riguarda la struttura della trama e dei suoi protagonisti. E così abbiamo il patriarca dai poteri "regali" e la sua nobile consorte ai quali è capitata una progenie solamente femminile (come ai Crawley), abbiamo l'anziana snob e un po' inacidita (Smith), a capo della servitù un maggiordomo e la sua versione al femminile ad occuparsi di tutte le faccende domestiche; poi, tra valletti e cuoche e sguattere è davvero difficile astenersi dal paragone tra prodotto cinematografico e televisivo.
In definitiva, comunque, "Gosford Park" si è rivelato nuovamente una bellissima sorpresa, ancora ricco di un'ironica visione del mondo che fu, ancora capace di intrattenere con grande classe e maestria derivata dalla superba mano di un vero maestro (bastano poche veloci inquadrature all'inizio per rendersene conto). Vero e proprio cult, titolo già intramontabile che ai posteri lascia la testimonianza di un grandissimo artista oltre che tracciare una netta linea che divide il vero cinema di qualità dal mainstream spesso anche dignitoso, ma comunque neanche lontanamente paragonabile.
Ps. 7 candidature agli Oscar, tra cui Miglior film e regia, e un premio alla Miglior sceneggiatura originale, 5 nomination ai Golden Globes e un premio ad Altman per la regia, 9 candidature ai BAFTA e 2 vittorie, Miglior film britannico e Migliori costumi.
Film 493 - Gosford Park
Cast: Eileen Atkins, Bob Balaban, Alan Bates, Charles Dance, Stephen Fry, Michael Gambon, Richard E. Grant, Derek Jacobi, Kelly Macdonald, Helen Mirren, Jeremy Northam, Clive Owen, Ryan Phillippe, Maggie Smith, Kristin Scott Thomas, Emily Watson, Tom Hollander.
Box Office: $87.8 milioni
Consigli: Bellissimo e intramontabile, uno dei film più belli degli ultimi anni. Intrigante, tagliente, ironico e al contempo spiazzante, con un cast pazzesco e la regia di un mito del cinema, il tutto per un paio d'ore
very british che non mancheranno di affascinare. Imperdibile.
Parola chiave: Fotografia.

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lunedì 20 marzo 2017

Film 1326 - L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Proposto da Sky Go - per quanto non volessi più farmi abbindolare dal loro servizio becero -, mi sono lasciato convincere.

Film 1326: "L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo" (2015) di Jay Roach
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ero e al contempo non ero curioso di vederlo. Ammetto che la sovraesposizione di Bryan Cranston me lo ha reso un po' meno simpatico rispetto ai bei tempi di "Malcolm", in ogni caso la curiosità della sua prima nomination all'Oscar ha prevalso rispetto alla mia titubanza nei confronti di questo titolo.
La mia opinione nei confronti di "Trumbo" è duale esattamente come il mio atteggiamento prima di vedere il film. Devo dire che c'è una sorta di parte ludica che mi ha davvero appassionato, anche se il risultato finale non riesce ad andare oltre una ricostruzione quasi più televisiva che cinematografica. I toni, infatti, sembrano quasi più da piccolo schermo. Per quanto riguarda ciò che mi ha convinto, invece, devo dire che ho trovato i vari retroscena, dietro le quinte, curiosità sugli Oscar e pettegolezzi della vecchia Hollywood particolarmente intriganti e interessanti, legato ad un mondo oggi impensabile fatto di pionieri, attori leggendari, producers e starlette, per non parlare di una connotazione politica così netta da essere spaventosa. Puntare nuovamente i riflettori sull'episodio della lista nera di Hollywood, con i suoi 10 sfortunati protagonisti, è certamente un'operazione oggi ancora di valore, per cui ho apprezzato certamente l'argomento e il suo sviluppo, per quanto un approfondimento meno patinato e/o caricaturale sarebbe stato preferibile (mi chiedo ancora come si faccia ad affidare il ruolo di John Wayne a David James Elliott di "JAG - Avvocati in divisa"...).
Tutto sommato, comunque, ammetto che "Trumbo" non mi è dispiaciuto. Il cast è buono e particolarmente vario e Cranston è certamente in grado di lasciare il segno (ha certamente un ruolo che non fatica a rimanere impresso) e il film ha ampiamente superato le mie aspettative. non è un capolavoro, ma l'argomento è interessante e la due ore di pellicola passano in fretta.
Ps. Candidato agli Oscar 2016 per il Miglior attore protagonista.
Cast: Bryan Cranston, Diane Lane, Helen Mirren, Louis C.K., Elle Fanning, John Goodman, Michael Stuhlbarg, Alan Tudyk, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Dean O'Gorman, David James Elliott.
Box Office: $11
Consigli: Sicuramente meno epico di quanto cerchino di promuoverlo, è comunque un film discreto che ha il merito di trattare argomenti sempre attuali (libertà di pensiero, discriminazione, credo politico) qui mixati alle stravaganze della Hollywood classica. Se piace l'atmosfera, il cast o in generale le storie vere e sufficientemente impegnate, questo è un titolo da recuperare.
Parola chiave: Comunismo.

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domenica 8 gennaio 2017

Film 1277 - Il mistero delle pagine perdute

Avevo visto il primo e non rivedevo anche il secondo?

Film 1277: "Il mistero delle pagine perdute" (2007) di Jon Turteltaub
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Praticamente si potrebbe fare copia-incolla di quanto già detto nella recensione della pellicola di cui questo "Il mistero delle pagine perdute" è il seguito.
Innocuo, anche simpatico film d'avventura dove il diktat è l'intrattenimento semplice, la ricostruzione storica è solo uno sfondo e la tendenza all'esagerazione una necessaria sfida ingaggiata con lo spettatore che, da questo tipo di prodotto, si aspetta appunto un azzardo privo quasi di logica. Ed è così che si entrerà nello Studio Ovale e Buckingham Palace, si rapirà il Presidente degli Stati Uniti e si andrà alla ricerca nientemeno che della città d'oro di Cibola tutto in un'unica storia e tutto grazie al genio del ritrovato protagonista dal nome presidenziale Benjamin Franklin Gates (Nicolas Cage), questa volta aiutato anche da mamma Helen Mirren.
Un sequel sorprendentemente in linea con il suo predecessore, tanto da risultarne fondamentalmente identico.
Film 1276 - Il mistero dei Templari
Film 2245 - National Treasure
Film 1277 - Il mistero delle pagine perdute
Cast: Nicolas Cage, Jon Voight, Harvey Keitel, Ed Harris, Diane Kruger, Justin Bartha, Bruce Greenwood, Helen Mirren, Ty Burrell.
Box Office: $457.4 milioni
Consigli: Se è piaciuto il primo film, questo dovrebbe essere altrettanto gradito. Ovviamente parliamo sempre di un prodotto facile facile, tutto basato su avventura e azione e dove la ricostruzione storica è utilizzata solo come pretesto per un gioco al rialzo per pompare la trama di elementi elettrizzanti e colpi di scena. Un intrattenimento facile e veloce e, naturalmente, velocemente dimenticabile.
Parola chiave: Diario.

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mercoledì 29 giugno 2016

Film 1169 - Calendar Girls

Sull'onda della scoperta e riscoperta di certi titoli più o meno famosi, ma che avevo sempre voluto riprendere, dopo "California Suite" non ho perso tempo e mi sono buttato su questa commedia. Santa domenica!

Film 1169: "Calendar Girls" (2003) di Nigel Cole
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Prima che il calendario sexy andasse di moda, delle signore inglesi di una certà hanno sfruttato un'idea irriverente quanto innovativa per raccogliere un po' di soldi per una semplice e nobile causa: comprare un divano per la sala d'aspetto dell'ospedale locale, dove i parenti di pazienti con la leucemia rimangono in attesa dei propri cari. Il pretesto è chiaro, la strada per raggiungere lo scopo inusuale.
Le signore in questione - che esistono davvero, sia chiaro! - fanno tutte parte di un'associazione ultra conservatrice, la Women's Institutes, che farà non poche bizze, nonostante l'adesione in massa delle donne, spinte da molteplici motivazioni personali: la voglia di aiutare tanto quanto quella di ribellarsi, una sorta di cameratismo al femminile, la ricerca di riscatto. Inutile dire che il successo sarà immediato.
"Calendar Girls" quindi mescola gli spunti della cronaca con i piaceri di un voyerismo tanto soft quanto gustoso, preparando il pubblico al momento degli scatti in déshabillé con una costruzione narrativa molto ben architettata che fa seguire, al piacere della confessione dell'intento scabroso, la simpatica gratifica di un nudo casalingo che è tanto improbabile sulla carta quanto riuscito nei fatti. Ma - e qui sta il bello del film -, la storia non si arrende dopo aver mostrato il "fattaccio", continuando l'avventura delle simpatiche signore addirittura oltreoceano. Insomma, una storia che non si risparmia e, anzi, non manca di affrontare scenari solitamente estranei alla classica confezione british della commedia più o meno contemporanea (vedi "L'erba di Grace", "Bara con vista", "Funeral Party" o "La famiglia omicidi").
Dunque "Calendar Girls" non sbaglia e - soprattutto grazie a un grande cast (capitanato da Helen Mirren e Julie Walters) - porta a casa un risultato finale simpatico, ben bilanciato da momenti più seri, divertente grazie all'allegria delle protagoniste e, non è poco, in grado di lasciare ampiamente il segno nella mente dello spettatore.
Ps. Candidato al Golden Globe per la Miglior attrice - Commedia o musical (Helen Mirren).
Cast: Helen Mirren, Julie Walters, Linda Bassett, Annette Crosbie, Celia Imrie, Penelope Wilton, Geraldine James, Philip Glenister, Ciarán Hinds, John Alderton, Patton Oswalt.
Box Office: $96.5 milioni
Consigli: Simpatica pellicola che da risalto ad una storia vera degna di essere raccontata, sia per la sua peculiarità, sia per l'intento assolutamente nobile. Diversamente da quanto l'età media delle protagoniste potrebbe far pensare, una storia dinamica con non pochi colpi di scena. Chiaramente di stampo buonista, ma visto il risultato si può chiudere un'occhio. Perfetto disimpegno.
Parola chiave: Nudità.

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mercoledì 25 novembre 2015

Film 1035 - Woman in Gold

Ero rimasto incuriosito dalla locandina, poi dal trailer e in generale dalla strana composizione del cast molto, molto eterogeneo...

Film 1035: "Woman in Gold" (2015) di Simon Curtis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, tedesco
Compagnia: nessuno
Pensieri: Anche se ultimamente Helen Mirren nei film fa più o meno sempre la stessa parte della donna anziana, autoritaria e pure un po' snob, devo dire che "Woman in Gold" mi è piaciuto. E' una pellicola pacata ed educata, basata su una storia vera ed intrigante, un misfatto storico che prende il via dalle atrocità della guerra e del nazismo, una vera e propria avventura che non mancherà di lasciare il proprio segno nella storia.
Con queste premesse, un cast coi fiocchi, una solida base storica e una narrazione fluida e senza intoppi, il film di Curtis procede pacatamente, ma senza tedio verso un epilogo scontato, anche se non per questo meno appagante. Di cosa si parla, dunque? Un efficace riassunto da Wiki: «Il film è basato sulla storia vera della defunta Maria Altmann, una sopravvissuta all'Olocausto, che, insieme al giovane avvocato E. Randol Schönberg, ha combattuto il governo austriaco per quasi un decennio per recuperare l'iconico quadro di Gustav Klimt Ritratto di Adele Bloch-Bauer I appartenuto a sua zia, che era stato confiscato dai nazisti a Vienna poco prima della seconda guerra mondiale.»
Un vero e proprio salto nel passato, quindi, a ripercorrere le violenze e gli abusi della Seconda Guerra Mondiale, seguendo il percorso di un quadro che, rubato, dopo decenni è esposto presso l'Österreichische Galerie Belvedere (Galleria Austriaca del Belvedere) del quale diventa simbolo e fiore all'occhiello. La rivalsa sull'opera della Altmann non sarà presa bene da Vienna e dal governo austriaco che tenterà in tutti i modi di ostacolare la donna fino a quando, costretti a farlo, si troverà a fronteggiare un appello presso la Corte Suprema degli Stati Uniti. E da quel momento molte cose cominceranno a cambiare.
Nel mezzo di una vicenda giudiziaria avvincente, la storia di due persone diversissime (Mirren e Reynolds) che si incontreranno e conosceranno, dedicandosi a una battaglia apparentemente impossibile da vincere, eppure evidentemente giusta. La strana coppia sullo schermo funziona, soprattutto grazie alla pacatezza che contraddistingue entrambi i personaggi, capaci di incassare i colpi con grande signorilità e, ancora più importante, non arrendersi di fronte alle avversità o a punti di vista differenti.
Insomma, pur non toccando vette da capolavoro, "Woman in Gold" mi è sembrato un film onesto, capace di comunicare emotivamente con il pubblico facendolo affezionare a una vicenda forse non così conosciuta a chi non frequenti il mondo dell'arte. Il risultato finale è buono, la fotografia bella, la storia ben raccontata nonostante i numerosi flashback - per me tutti in tedesco e senza sottotitoli, il che non ha aiutato - e il cast molto internazionale funziona (nonostante la presenza di Katie Holmes, qui assolutamente marginale).
Cast: Helen Mirren, Ryan Reynolds, Daniel Brühl, Katie Holmes, Tatiana Maslany, Max Irons, Charles Dance, Elizabeth McGovern, Jonathan Pryce, Antje Traue, Frances Fisher, Moritz Bleibtreu.
Box Office: $59.5 milioni
Consigli: Film piacevole, ben confezionato e con due ottimi protagonisti, "Woman in Gold" si muove tra arte e storia, toccando perfino temi giudiziari, per cui chi amasse trovare questi elementi nelle trame dei film qui è assolutamente servito. Io ho trovato il risultato finale ben riuscito, capace di raccontare una storia certamente non semplice pur non evitando gli snodi complessi. E' evidente chi siano i buoni e chi i cattivi, ma una semplificazione per un pubblico commerciale era, ritengo, inevitabile, quindi il fatto che la dose di semplicità sia limitata mi pare deponga a favore della sceneggiatura. La Mirren è nel suo territorio nel ritrarre una donna dal carattere forte e dalla personalità raffinata e fuori dal tempo, per cui è solo che un piacere guardarla. Per tutti questi motivi - e sicuramente per molti altri ancora -, direi che una chance a questo titolo si possa dare. Mal che vada si è scoperto qualcosa in più relativamente a una vicenda storica che ha coinvolto il mondo nel nostro recente passato. Il Che, forse, è già sufficiente.
Parola chiave: Ritratto di Adele Bloch-Bauer I.

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martedì 12 maggio 2015

Film 915 - Inkheart

Dopo le scelte non felicissime dell'andata, per il viaggio di ritorno ho preferito andare più sul sicuro, scelgiendo un film che avevo già visto anni fa al cinema con mio padre... #TokyoDays: film 4.

Film 915: "Inkheart" (2008) di Iain Softley
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ricordavo qualcosina di questa pellicola, principalmente legata al cast - ovvero che erano presenti Brendan Fraser quando ancora aveva i capelli e Helen Mirren -, le ambientazioni italiane (che scopro ora essere Balestrino, Albenga, Entracque and Laigueglia) e un pochino di trama. Di fatto è stato un po' come rivederlo daccapo.
La sensazione è di nuovo quella che avevo avuto al cinema, ovvero che questo "Inkheart" ecceda in artificialità: location ricreate, scenografie posticce e alcuni effetti speciali che lo sono solo sulla carta (che l'unicorso sia un cavallo bianco con un corno attaccato in fronte si vede lontano un miglio, come che il Minotauro sia un uomo con una pessima finta pelliccia addosso.
Il tentativo era quello di portare sul grande schermo la trasposizione del romanzo di Cornelia Funke che porta lo stesso titolo dell'adattamento cinematografico il cui risultato, diciamocelo pure francamente, non è un granché. Non tanto perché non ci si provi a fare qualcosa di carino - ma già il fatto che il tuo obiettivo sia il "carino" fa capire di cosa stiamo parlando -, ma perché il risultato è mediocre. La storia nulla di ché, Fraser è troppo di gomma, sua figlia Meggie (Eliza Bennett) non particolarmente simpatica e la zia (Mirren) sembra francamente bipolare, oscillando tra momenti di freddezza e chiusura a slanci materni a cui si aggiunge ogni tanto qualche prodezza da guerriera. Insomma, uno strano mix che fallisce nel tentativo di replicare quel bizzarro-divertente che alla fine in questo genere di pellicola può anche andar bene.
I cattivi, poi, lo sono all'acqua di rose, di quel genere che non finisce mai di parlare cosicché qualcuno arriva e lì sconfigge, sempre pronti a mettere in pratica la mossa vincente ma sempre troppo lenti per realizzarla di fatto. Ci sta, è una pellicola per ragazzi e l'intento non è certo quello splatter, però un briciolo di realismo in più (nell'approccio pratico) non sarebbe guastato.
Insomma, il risultato è così così. Parliamo di una pellicola di 7 anni fa: ora grazie a Dio anche i film per teenagers sono fatti come si deve.
Ps. Il cast è composto da: Brendan Fraser, Eliza Bennett, Paul Bettany, Helen Mirren, Rafi Gavron, Andy Serkis, Jim Broadbent e Sienna Guillory.
Box Office: $62,450,361
Consigli: Ho scelto di rivedere questa pellicola consapevolmente, ricercando un porto sicuro dove approdare la mia voglia di film, ormai a secco da due settimane. Dopo gli ultimi due clamorosi errori, ho preferito andare sul sicuro, un titolo non complesso, facile da capire anche senza sottotitoli e tendenzialmente di puro intrattenimento. Non è tra le migliori pellicole fantasy per famiglie, ma in mancanza d'altro fa il suo dovere. Non sarebbe la mia prima scelta se cercassi un titolo simile: oggi guarderei più che altro a "Hunger Games" o "Maze Runner - Il labirinto".
Parola chiave: Silver Tongues.

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mercoledì 12 novembre 2014

Film 815 - Amore, cucina e curry

Dopo aver donato il sangue avevo la giornata libera. Così, dopo il pranzo con un'amica, sono andato al cinema di pomeriggio...
Film 815: "Amore, cucina e curry" (2014) di Lasse Hallström
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Molto curioso di vedere questa pellicola prodotta da Spielberg e Oprah Winfrey - e con protagonista nientemeno che la sempiterna Helen Mirren - il cui tema centrale è la cucina, come bene fa intendere il titolo italiano. La semplice banalità di quest'ultimo è, nella versione originale, più misterioso anche se certo non più complesso: "The Hundred-Foot Journey". Anche se qui si usa un termine più inerente al viaggio per simboleggiare il percorso dei vari protagonisti durante la storia, i 100 passi di cui si parla sono, si scoprirà, la distanza tra i due ristoranti che la cittadina francese di Saint-Antonin-Noble-Val vedrà rivaleggiare. Da una parte il classico locale di Madame Mallory, di fronte l'etnico ristorante indiano della famiglia del protagonista Hassan.
Inutile sottolineare il primo periodo caldissimo di guerra tra le due realtà, un vecchio vs nuovo che certamente non ha alcunché di sorprendente o innovativo in quando intere sceneggiature di film ci hanno sproloquiato sopra. Di fatto qui si calca bene l'ondata del già visto con la sola variante dell'ambito culinario. La questione, invece, si fa più interessante quando finalmente a differenze e diffidenze si fa spazio alla commistione culturale sia di valori che di ricette, quando finalmente le due realtà, dopo lo scontro a fuoco, alzano bandiera bianca e finiscono per conoscersi scoprendo letteralmente un mondo.
A questo punto non è che la trama operi una rivoluzione di contenuti rispetto al solito, però l'aspetto interessante per una produzione americana ad alto budget è, a questo punto, che si dia tanto spazio alla cultura indiana e che sia l'occidente a trarre insegnamenti dall'oriente. Inoltre, proprio quando ti aspetteresti la fine della storia, o quantomeno si arriva a quel punto in cui ti immaginavi sarebbe finita, la trama procede evitando di esaurirsi in quell'unico evento principale che si rincorreva dall'inizio del film.
"more, cucina e curry" è, quindi, meglio di come me lo immaginassi. Mi aspettavo una commediola iper stereotipata in cui la cucina sarebbe stata marginale e l'unica cosa importante sarebbe stato l'amore e così non è stato. Non in questi termini, almeno. Amore dei due protagonisti (e non solo), amore per la cucina e per il proprio lavoro, amore della propria cultura sono tutti temi compresenti a cui si riesce a dare giusto equilibrio e spazio, evitando una totale banalizzazione dei contenuti. Per un prodotto ad alta commercialità come questo la cosa è insolita. Ovviamente non stiamo parlando di un capolavoro, semplicemente ho trovato piacevole che, per una volta, si tentasse di scardinarsi leggermente dai canoni hollywoodiani. Credo che molto del merito vada anche alla regia di Lasse Hallström, un oche su piccoli paesini della francia, cucina e amore si è costruito una reputazione ("Chocolat"). A parte questo, comunque, qualche pecca ovviamente c'è. Innanzitutto Helen Mirren è tirata che non si guarda. Certi primi piani impietosi rivelano un'occhio sfuggente e una bocca recalcitrante; inoltre si sceglie di mostrare la ascesa alla popolarità e conseguente smarrimento del protagonista Hassan/Manish Dayal in maniera piuttosto banale e stereotipata (cambiano lo scenario, i vestiti e lo stile di vita, ma una volta che hai ottenuto tutto quello che avresti sempre desiderato, cos'è che capisci di aver sempre veramente voluto?). Inoltre mi sarei aspettato una rappresentazione del magico sud della Francia in maniera un po' più patinata, diciamo. Non caricata o saturata alla massima potenza, semplicemente che se ne offrisse allo spettatore un'immagine meno fittizia da sfondo computerizzato (e praticamente metà delle esterne nei pressi dei ristoranti hanno il cielo ritoccato) e più reale. A parte questo, comunque, il risultato finale di questa pellicola un po' commedia, un po' drammatica, un po' culinaria è buono e riesce nell'intento di distinguersi da altri prodotti più o meno simili rimanendo piacevolmente impresso nell'immaginario dello spettatore. La Mirren è sempre brava, ma Hassan/Dayal e Papa/Om Puri non si battono.
Ps. Le musiche sono del due volte premio Oscar (per "The Millionaire") A. R. Rahman.
Box Office: $85.7 milioni
Consigli: Tratto dal romanzo del 2010 di Richard C. Morais, questo film è una piacevole escursione nelle terre francesi con contaminazione indiana che ben si addice ad un momento di relax in cui si ricerchi qualcosa di delicato, curioso e con una buona dose di mix culturale. Sorvolando su una stereotipazione purtroppo necessaria in questi casi, si riesce comunque a sorridere e godere della piacevole storia che questa pellicola ha da offrire. Con il pericolo che a fine visione vi sia venuta fame...
Parola chiave: Stelle Michelin.

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Bengi

domenica 19 gennaio 2014

Film 655 - Red 2

Avevo visto il primo e chiaramente volevo troppo vedere il seguito! br />
Film 655: "Red 2" (2013) di Dean Parisot
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Tanta azione e molto stile fumetto, proprio come nel primo episodio, questo "Red 2" è però un po' meno divertente del primo. Funziona soprattutto grazie al grandissimo cast di attori (Bruce Willis, Helen Mirren, John Malkovich, Mary-Louise Parker, Anthony Hopkins, Catherine Zeta-Jones, David Thewlis, Brian Cox, Byung-hun Lee), e alle scene d'azione alcune delle quali veramente, veramente adrenaliniche!
In questo nuovo capitolo, la storia d'amore tra Frank e Sarah continua, anche se è in un momento di leggero fermo: ovvero come passare dalle pazze sparatorie, corse in macchina e avventure per salvarsi la pelle, all'entusiasmo per qualche nuovo gingillo casalingo comprato al supermercato. Sarah, che vuole nuovamente il brivido, si lascerà subito convincere dal surreale e disadattato Marvin quando comparirà nuovamente per reclutarli, mentre Frank sarà più duro da convincere (ma ne andrebbe della loro vita!).
E così via di nuovo, in fuga, per scoprire chi li ha incastrati e cosa c'è sotto, passando per scenari di mezza Europa e per una miriade di personaggi nuovi e vecchi, di cui il più inutile è la povera Katja/Catherine Zeta-Jones, che è credibile come russa quando io come cinese.
Tutto sommato questo film non è peggio del precedente, solo ha la sfortuna di arrivare per secondo e, quindi, non apportare alcuna novità sullo schermo, ma semplicemente ricalca un format che in prima battuta era andato alla grande (una nomination ai Golden Globes come Miglior film comedy e un incasso mondiale di $199,006,387). Di questo, di fatto, si tratta: il film non è male, ma il primo, essendo una novità, rimane migliore.
Ps. Meno successo al box office del previsto: $142,078,971 e 84 milioni per produrlo, quando il primo ne era costati "solo" 58.
Film 199 - Red
Consigli: Insieme "Red" e "Red 2" sono una bella coppia di film d'azione da vedere e sono perfetti per una serata in compagnia. Spensierato, un po' folle e surrealissimo nei personaggi, vince su tutti una Helen Mirren spietata killer dal fascino innegabile, cui le segue il leggermente pazzo Marvin che John Malkovich rende con estrema bravura. Il risultato finale è assolutamente spassoso.
Parola chiave: "Notte fonda".

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Bengi

venerdì 13 settembre 2013

Film 581 - Monsters University

Dopo il gigantesco successo di "Monsters & Co." era inevitabile che gli succedesse un altro capitolo. Solo non immaginavo a così tanta distanza di tempo...


Film 581: "Monsters University" (2013) di Dan Scanlon
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ricordo con piacere il primo film di 12 anni fa, ma devo dire che non sono mai stato un vero fan di questo cartoon Pixar. Quindi non attendevo l'arrivo di "Monsters University" con spasmodica impazienza e, sinceramente, ho appreso di questo sequel (in realtà prequel) con ampio ritardo rispetto alla massa.
Ciò detto, manco a immaginarlo, "MU" è veramente, veramente carino. L'idea di ripercorrere l'esperienza universitaria di Mike e Sulley è geniale e assolutamente ben sviluppata, oltre che contestualizzata (è pur sempre un campus dove si impara a spaventare gli umani!) con grande attenzione e precisione. Devo dire che finalmente questa pellicola riporta la Pixar ad un buon livello sia di trama che di realizzazione generale (gli ultimi film in ordine temporale erano stati "Ribelle - The Brave", carino ma niente di più, e "Cars 2" che non ho nemmeno visto dato che il primo episodio non mi era piaciuto).
L'inevitabile epilogo positivo della favola è egregiamente farcito di gag, personaggi secondari e dettagli estremamente spassosi e godibili, in un mix coloratissimo che per certi aspetti mi ha ricordato "La coniglietta di casa", per altri "Pitch Perfect" (escludendo la questione musicale) e comunque in generale tutte quelle pellicole spassose che parlino di campus universitari, confraternite, riti di passaggio e affermazione personale, oltre che riscatto e rivincita (per sé e per il gruppo di appartenenza) tutto sapientemente mescolato e amalgamato dalla simpatia dei due protagonisti.
Non che fosse messo in dubbio il possibile successo di "Monsters University", ma forse dopo il relativo flop - più che altro legato alle alte aspettative - di "Cars 2" e considerato il lasso temporale piuttosto lungo tra il primo film del franchise e il secondo, non era così scontato che il film sarebbe stato accolto così bene ($724,389,136 di incasso mondiale). Invece devo dire che questo prodotto si merita tutta la scia di critiche positive di cui ho letto documentandomi.
La Pixar ha nuovamente dato vita ad un microcosmo creativissimo e sorprendente, riuscendo senza alcun intoppo a ricreare la bella atmosfera del primo "Monsters & Co." e finendo con realizzare un prodotto successivo perfino superiore!
Ps. Nomination all'Oscar come Miglior film d'animazione agli Academy Awards 2014? Probabile, decisamente probabile...
Consigli: Per come hanno concepito questa storia, si possono guardare alternativamente prima sia "Monsters & Co." (2001) che "Monsters University" riuscendo perfettamente a capire tutta la struttura narrativa (il che è geniale, oltre che molto funzionale). Chi non li avesse mai visti, quindi, non ha che da scegliere.
Chi ha apprezzato il primo film della saga non potrà non gradire questo ritorno al mondo dei mostri che hanno paura degli umani: ci sono tutti i personaggi chiave di "Monsters & Co.", ma, in aggiunta, un'intera nuova gamma di spalle comiche davvero divertente. L'atmosfera è quella di sempre, ma non si è incappati nell'errore di realizzare un noioso prodotto-fotocopia.
Parola chiave: Spaventiadi.

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Bengi

venerdì 29 marzo 2013

Film 523 - Hitchcock

Comincia ufficialmente qui la 'Settimana del malato', ovvero 5 serate ognuna caratterizzata da un film diverso, ma dalla stessa compagnia di Leoo (tra febbre e influenza).


Film 523: "Hitchcock" (2012) di Sacha Gervasi
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Leoo
Pensieri: Questo film è come un lunghissimo contenuto speciale, come un dietro le quinte, un evento per cui abbiamo un pass speciale e possiamo accedere ad ogni retroscena. Di cosa? Della genesi di uno dei film più famosi di tutti i tempi: "Psycho".
Se ciò già non vi gasasse abbastanza, il cast di attori che si è prestato a questo interessante esperimento cinematografico è delle grandi occasioni: i due premi Oscar Anthony Hopkins e Helen Mirren, poi Scarlett Johansson, Toni Collette, Jessica Biel, Michael Stuhlbarg, Danny Huston... Insomma, personalmente avevo un grande interesse nei confronti di questa pellicola che, fortunatamente, non mi ha deluso. Anzi, sono rimasto piuttosto affascinato da questo prodotto cinematografico e, anche se Hopkins nei panni di Hitchcock non mi sembrava la scelta più azzeccata, la visione in lingua mi ha sufficientemente convinto (ma continuo a pensare che di aspetto non si somiglino).
Protagonista a parte, devo dire che anche se il film fondamentalmente è una sorta di biopic sul grandissimo regista, la vera protagonista della storia è la moglie Alma Reville, ottima spalla silenziosa, capace di eclissarsi dietro l'imponente figura di un uomo che è costantemente sotto l'occhio dei media e indicato come uno dei più grandi registi di tutti i tempi.
Tra gli aspetti migliori di questa pellicola, quindi, oltre a quelli tecnici della realizzazione di "Psycho" (in Italia "Psyco") è proprio il rapporto matrimoniale della coppia che, negli anni, si è dovuta scontrare con la fama e le ossessioni di Hitchcock sia per il suo lavoro che per le sue attrici. La grande forza del carattere della Reville la rendono un personaggio magnetico degno di stima e Helen Mirren riesce, come sempre, a costruire magnificamente il suo personaggio, caricandolo di sfaccettature ed emozioni tanto umane quanto percepibili per lo spettatore. Personalmente mi sono sentito molto coinvolto dalla sua storia e in più di un'occasione ho tentato di mettermi nei suoi panni tentando di capire cosa dovesse sigificare essere la moglie di un tale personaggio pubblico. Hitchcock il re della suspense, il grandissimo maestro del cinema, al centro di ogni merito e onore, coinvolto anima e corpo nei suoi progetti e nelle sue manie e morbosità. Convivere con una tale figura non dev'essere stato facile e, per quanto rappresentata tramite il filtro della fiction, devo dire che sono rimasto molto affascinato dalla Reville, forte, onesta e leale - per non dire devota - compagna di una vita. Trovo sia lei il personaggio vincente di questo "Hitchcock".
Il ritratto del regista, invece, mi è sembrato più controverso, ma probabilmente ne sono rimasto meno colpito in quanto ero già a conoscenza di alcuni aspetti della sua personalità. Il voyerismo, per esempio, mi mancava, ma l'attaccamento ossessivo alle proprie attrici, le costanti attenzioni e ossessioni mi erano già note. Chiaramente ciò che si vede qui aiuta a farsi un'idea della persona e non solo dell'artista, un puzzle composto di pezzi caratteriali che la sceneggiatura riesce a rendere in maniera piuttosto efficace (anche grazie a Anthony Hopkins, chiaramente).
Anche se più marginali rispetto a Mirren e Hopkins, completano il quadro Scarlett Johansson nella parte di Janet Leigh (che per il suo ruolo in "Psycho" ottene la sua unica nomination all'Oscar) e Jessica Biel nei panni di Vera Miles con cui Hitchcock che, per quanto il ruolo di quest'ultima sia veramente piccolo, mi sono piaciute.
A livello tecnico la pellicola mi è sembrata ben girata, con una bella fotografia luminosa e pulita e una colonna sonora appropriata. La nomination all'Oscar per il trucco mi è sembrata un po' un contentino e nemmeno troppo giustificata (come dicevo non mi ha sbalordito la somiglianza tra l'attore e il suo personaggio) e avrei trovato più giusto riconoscere qualcosa in più alla Mirren che la sola nomination ai Golden Globes.
Comunque "Hitchcock" mi è proprio piaciuto e l'ho guardato con interesse e piacere. Meritava qualcosa in più.
Ps. $21,591,608 di incasso mondiale.
Consigli: Interessante e ben rappresentato, è un buon modo per riscoprire e svecchiare la mitica figura del regista, approcciandosi in maniera più personale al suo lavoro e, soprattutto, alla sua persona. Per chi lo ama è certamente un prodotto da non perdere.
Parola chiave: Doccia.

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Bengi

mercoledì 2 gennaio 2013

Film 493 - Gosford Park

Prima recensione del 2013! Buon 2013

Lo volevo assolutamente rivedere perchè a distanza di anni non me lo ricordavo più così bene.


Film 493: "Gosford Park" (2001) di Robert Altman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Alta società e servitù a stretto contatto con delitto annesso e sospettosi intrighi di contorno. Un bellissimo film diretto da Altman che - famoso per prediligere titoli corali - non si perde mai nella narrazione nonostante il corposo numero di non protagonisti che il cast annovera.
Un prodotto di grande qualità davvero, capace - nonostante la storia presenti un innumerevole numero di nomi impossibili da ricordare tutti - di coinvolgere e interessare senza mai annoiare. In particolare, nel finale carico di colpi di scena, è un vero piacere seguire lo sciogliersi della trama. Un ottimo lavoro!
Perfettamente resa la descrizione dei differenti ceti sociali, con un inevitabile confronto fra i due mondi che si vogliono tanto lontani, ma finiscono per essere piuttosto simili, ognuno con le sue gerarchie, figure ricorrenti e riti.
E' interessante, quindi, non solo per l'ottima trama scritta da Julian Fellowes (premiato con l'Oscar), ma proprio anche per i particolari legati alla descrizione della società degli anni '30, ben ricostruita e ben descritta.
Meraviglioso il gruppo di attori, ognuno veramente perfetto per il suo ruolo: Maggie Smith divina (in una parte molto simile a quella che ha oggi in "Downton Abbey"); Helen Mirren col botto nel finale; Ryan Phillippe veramente viscido; Clive Owen estremamente affascinante e misterioso; Kristin Scott Thomas antipatica altezzosa; e poi ancora (tra gli altri) Michael Gambon, Emily Watson, Kelly Macdonald e Derek Jacobi. Tutti azzeccatissimi per i loro personaggi.
Insomma, un cast d'eccezione per un film corale diretto da uno dei registi più famosi e acclamati di sempre: serve altro?
Ps. 7 candidature agli Oscar del 2002 (tra cui Miglior film, regia e attrici non protagoniste Smith e Mirren) e 1 premio portato a casa.
Film 1431 - Gosford Park
Consigli: Assolutamente da vedere. Un prodotto confezionato in maniera eccellente (oltre alla descrizione della società dell'epoca molto interessante, a livello tecnico bellissimi costumi e ambientazione) e recitato in modo impeccabile. Vale la pena di recuperarlo.
Parola chiave: Legami familiari.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 14 dicembre 2012

Golden Globes 2013: le nomination

Meno di 24ore fa sono state annunciate le nomination ai Globi d'Oro che quest'anno si terrano esattamente a 3 giorni di distanza dall'annuncio del 10 gennaio delle candidature agli Oscar.
Che la stagione di preimiazioni 2013 abbia inizio!
Questo è l'anno di Anne Hathaway, me lo sento. Per quanto vorrei che fosse finalmente l'anno di Amy Adams, mi sa che anche per lei quest'anno non sarà la volta buona. Il film di Tom Hooper tratto dallo spettacolo teatrale "Les Misérables" è un boccone troppo prelibato perchè le varie giurie se lo lascino scappare: per la prima volta in una pellicola, infatti, i numeri musicali sono stati ripresi direttamente con l'audio registrato live sul momento. E' un'occasione troppo ghiotta, quindi.
Ecco, quindi, che mi aspetto veder trionfare qui come agli Oscar una Anne Hathaway che farà meglio ad assicurare alla parete di casa una nuova mensola porta premi. Curioso, tra l'altro, che quest'anno insieme a lei siano nominate le sue colleghe de "Il Diavolo veste Prada": presenti, infatti, anche Meryl Streep e Emily Blunt (queste ultime, però, sono rivali nella stessa categoria).
Altra curiosità, ad esatta distanza di 11 anni per entrambi, la seconda nomination ai Golden Globes (GG) per Hugh Jackman e Ewan McGregor (anche loro si scontrano direttamente).
Un tripudio di altri attori con la A maiuscola, comunque, sono presenti nelle varie cinquine. Da Daniel Day-Lewis (ha già vinto tutto almeno due volte, basta!) a Richard Gere, da Maggie Smith a Nicole Kidman (entrambe con doppia nomination), passando per Bill Murray, Jennifer Lawrence, Marion Cotillard, Leonardo DiCaprio,... Perfino Sally Field (ultima candidatura nella divisione cinema era datata 1990), Helen Hunt e Kevin Costner (non pervenuti rispettivamente dal 1998 e dal 1997), Sigourney Weaver (per lei l'ultima nomination per il cinema risale al 2000) e il rediDivo Joaquin Phoenix sono stati scomodati. La Hollywood che conta, insomma, è stata convocata in gran numero.
Ma ora parliamo delle pellicole. Con 7 candidature primeggia il "Lincoln" di Spielberg che, però, mi ispira uno dei quei destini beffardi caratterizzato da un numero esponenziale di nomination e un quasi nulla di fatto a livello di premi. Ma aspettiamo.
Benissimo "Argo" con 5 menzioni tra cui quella alla regia per Ben Affleck che ritorna al cinema da vincitore dopo anni di sottovalutazioni. 5 anche per "Django Unchained" di Tarantino (tifo per il finalmente meritato Oscar a DiCaprio), 4 per "Operazione zero dark thirty" della Bigelow, "L'orlo argenteo delle nuvole" (Jennifer Lawrence ha qualche possibilità) e "Les Misérables"; 3 nomination per "Il pescatore di sogni" (davvero non me lo aspettavo), "The Master" di Paul Thomas Anderson (candidati solo gli attori) e "Vita di Pi" di Ang Lee; 2 per "The Sessions", "Marigold Hotel" e "Un sapore di ruggine e ossa" (Cotillard e film straniero); concludono con una sola candidatura, tra gli altri, "Skyfall" (Adele per la Miglior canzone), "Hunger Games" (Taylor Swift sempre per la Miglior canzone), "Moonrise kingdom - Una fuga d'amore", "Hitchcock" e "Anna Karenina" (scandalo. Spero che gli Oscar, almeno dal punto di vista tecnico, lo valorizzino).
Tutto sommato molte delle cinquine proposte presentano candidati piuttosto prevedibili, se non addirittura auspicabili. Forse un po' sottovalutato "Skyfall" e un pochino troppo facili le nomination per la regia. Ma in ginerale, devo ammetterlo, aspetto con ansia di sapere cosa diranno gli Oscar, che premiano anche aspetti tecnici che qui non vanno oltre la colonna sonora originale.
Per concludere animazione e film stranieri: presenti "Ribelle - The Brave" della Pixar che ha come unico vero rivale il "Frankenweenie" di Tim Burton; Italia fuori dai cinque non in inglese dove spiccano il troppo buoni sentimenti "Quasi amici", il pigliatutto "Amour" di Haneke (agli Academy forse anche un riconoscimento alla sceneggiatura) e il dramma danese in costume "En kongelig affære".
Ma ecco tutte le liste complete, con riportate anche le nomination per quanto riguarda le categorie televisive.
Prima, però, come ogni anno ne approfitto per pronunciarmi riguardo a chi secondo me vincerà (*) e chi, invece, vorrei veder trionfare (§), attribuendo un punteggio (* = 1 punto, § = 1/2 punto, *§ = 1 punto) per ogni scelta fatta. Il punteggio totale è 25.
Ps. Ricordo che la 70esima edizione dei Golden Globes, che si terrà a gennaio, attribuisce i premi alla stagione cinematografica 2012.
* Vincerà § Vorrei vincesse

Best Motion Picture - Drama
Nominees:
Argo (2012)
Django Unchained (2012)
* Vita di Pi (2012)
Lincoln (2012)
§ Operazione zero dark thirty (2012)

Best Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Marigold Hotel (2011)
* Les Misérables (2012)
Moonrise kingdom - Una fuga d'amore (2012)
Il pescatore di sogni (2011)
§ Il lato positivo (2012)

Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Drama
Nominees:
* Daniel Day-Lewis for Lincoln (2012)
Richard Gere for Arbitrage (2012)
John Hawkes for The Sessions (2012)
§ Joaquin Phoenix for The Master (2012)
Denzel Washington for Flight (2012/I)

Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Drama
Nominees:
* Jessica Chastain for Operazione zero dark thirty (2012)
Marion Cotillard for Un sapore di ruggine e ossa (2012)
Helen Mirren for Hitchcock (2012)
§ Naomi Watts for The impossible (2012)
Rachel Weisz for The Deep Blue Sea (2011)

Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Jack Black for Bernie (2011)
Bradley Cooper for L'orlo argenteo delle nuvole (2012)
*§ Hugh Jackman for Les Misérables (2012)
Ewan McGregor for Il pescatore di sogni (2011)
Bill Murray for Hyde Park on Hudson (2012)

Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Emily Blunt for Il pescatore di sogni (2011)
Judi Dench for Marigold Hotel (2011)
* Jennifer Lawrence for L'orlo argenteo delle nuvole (2012)
§ Maggie Smith for Quartet (2012)
Meryl Streep for Il matrimonio che vorrei (2012)

Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Motion Picture
Nominees:
Alan Arkin for Argo (2012)
§ Leonardo DiCaprio for Django Unchained (2012)
* Philip Seymour Hoffman for The Master (2012)
Tommy Lee Jones for Lincoln (2012)
Christoph Waltz for Django Unchained (2012)

Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Motion Picture
Nominees:
§ Amy Adams for The Master (2012)
Sally Field for Lincoln (2012)
* Anne Hathaway for Les Misérables (2012)
Helen Hunt for The Sessions (2012)
Nicole Kidman for The Paperboy (2012)

Best Director - Motion Picture
Nominees:
§ Ben Affleck for Argo (2012)
Kathryn Bigelow for Operazione zero dark thirty (2012)
* Ang Lee for Vita di Pi (2012)
Steven Spielberg for Lincoln (2012)
Quentin Tarantino for Django Unchained (2012)

Best Screenplay - Motion Picture
Nominees:
Argo (2012): Chris Terrio
* Django Unchained (2012): Quentin Tarantino
Lincoln (2012): Tony Kushner
§ L'orlo argenteo delle nuvole (2012): David O. Russell
Operazione zero dark thirty (2012): Mark Boal

Best Original Song - Motion Picture
Nominees:
Act of Valor (2012): Monty Powell, Keith Urban ("For You")
Hunger Games (2012): Taylor Swift, John Paul White, Joy Williams, T-Bone Burnett("Safe and Sound")
Les Misérables (2012): Claude-Michel Schönberg, Alain Boublil, Herbert Kretzmer("Suddenly")
Skyfall (2012): Adele, Paul Epworth("Skyfall")
Stand Up Guys (2012): Jon Bon Jovi("Not Running Anymore")

Best Original Score - Motion Picture
Nominees:
* Anna Karenina (2012/I): Dario Marianelli
§ Argo (2012): Alexandre Desplat
Cloud Atlas (2012): Reinhold Heil, Johnny Klimek, Tom Tykwer
Vita di Pi (2012): Mychael Danna
Lincoln (2012): John Williams

Best Animated Film
Nominees:
* Ribelle - The Brave (2012)
§ Frankenweenie (2012)
Hotel Transylvania (2012)
Le 5 leggende (2012)
Ralph Spaccatutto (2012)

Best Foreign Language Film
Nominees:
* Amour (2012)
Kon-Tiki (2012)
Quasi amici (2011)
En kongelig affære (2012)
§ Un sapore di ruggine e ossa (2012)

Best Television Series - Drama
Nominees:
"Boardwalk Empire" (2010)
"Breaking Bad" (2008)
§ "Downton Abbey" (2010)
* "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
"The Newsroom" (2012)

Best Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
§ "The Big Bang Theory" (2007)
"Episodes" (2011)
* "Girls" (2012)
"Modern Family" (2009)
"Smash" (2012)

Best Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
§ Game Change (2012) (TV)
The Girl (2012) (TV)
* "Hatfields & McCoys" (2012)
"The Hour" (2011)
"Political Animals" (2012)

Best Performance by an Actor in a Television Series - Drama
Nominees:
Steve Buscemi for "Boardwalk Empire" (2010)
* Bryan Cranston for "Breaking Bad" (2008)
Jeff Daniels for "The Newsroom" (2012)
Jon Hamm for "Mad Men" (2007)
§ Damian Lewis for "Homeland - Caccia alla spia" (2011)

Best Performance by an Actress in a Television Series - Drama
Nominees:
* Connie Britton for "Nashville" (2012)
Glenn Close for "Damages" (2007)
Claire Danes for "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
Michelle Dockery for "Downton Abbey" (2010)
§ Julianna Margulies for "The Good Wife" (2009)

Best Performance by an Actor in a Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
§ Alec Baldwin for "30 Rock" (2006)
Don Cheadle for "House of Lies" (2012)
* Louis C.K. for "Louie" (2010)
Matt LeBlanc for "Episodes" (2011)
Jim Parsons for "The Big Bang Theory" (2007)

Best Performance by an Actress in a Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
Zooey Deschanel for "New Girl" (2011)
* Lena Dunham for "Girls" (2012)
§ Tina Fey for "30 Rock" (2006)
Julia Louis-Dreyfus for "Veep" (2012)
Amy Poehler for "Parks and Recreation" (2009)

Best Performance by an Actor in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television
Nominees:
* Kevin Costner for "Hatfields & McCoys" (2012)
Benedict Cumberbatch for "Sherlock" (2010)
Woody Harrelson for Game Change (2012) (TV)
Toby Jones for The Girl (2012) (TV)
§ Clive Owen for Hemingway & Gellhorn (2012) (TV)

Best Performance by an Actress in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television
Nominees:
Nicole Kidman for Hemingway & Gellhorn (2012) (TV)
Jessica Lange for "American Horror Story" (2011)
Sienna Miller for The Girl (2012) (TV)
* Julianne Moore for Game Change (2012) (TV)
§ Sigourney Weaver for "Political Animals" (2012)

Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
Max Greenfield for "New Girl" (2011)
§ Ed Harris for Game Change (2012) (TV)
Danny Huston for "Magic City" (2012)
Mandy Patinkin for "Homeland - Caccia alla spia" (2011)
* Eric Stonestreet for "Modern Family" (2009)

Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
Hayden Panettiere for "Nashville" (2012)
§ Archie Panjabi for "The Good Wife" (2009)
Sarah Paulson for Game Change (2012) (TV)
* Maggie Smith for "Downton Abbey" (2010)
Sofía Vergara for "Modern Family" (2009)


Bengi

martedì 21 dicembre 2010

Film 199 - Red

Dopo aver visto il trailer in inglese non potevo non vedere questa pellicola! Anche solo per lo straordinario cast!


Film 199: "Red" (2010) di Robert Schwentke
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Urca urca urca, quanti attoroni! Bruce Willis, Helen Mirren, John Malkovich, Mary-Louise Parker ("Weeds"), Karl Urban ("Star Trek"), Morgan Freeman, Ernest Borgnine (Oscar per "Marty vita di un timido"), Brian Cox ("X-Men 2"), Richard Dreyfuss ("Lo squalo", Oscar per "Goodbye amore mio!"), Julian McMahon ("Nip/Tuck") ed Emily Kuroda ("Una mamma per amica"). Mica male per un unico film, no?!
Inoltre questo "Red" è davvero molto divertente! Toni comici per un film d'azione, ritmi e tempi davvero giusti, miscela d'adrenalina e battute al vetriolo che vengono rese benissimo dai protagonisti davvero capaci (Willis, Mirren e Parker davvero fantastici!).
Molto meno sbruffone di "Innocenti bugie" (e sicuramente meno pompato-patinato) questa pellicola sembra partire sottotono, ma dimostra di avere 'carattere'! La sceneggiatura è ben scritta, bilanciata tra momenti d'azione e pause comiche, tra una risata e un bazuka, districando una matassa di attori e situazioni davvero numerosa. A testimoniare l'ottimo risultato raggiunto dall'ultima fatica del regista tedesco Robert Schwentke ("Flightplan - Mistero in volo", "Un amore all'improvviso") anche la recentissima nomination ai Golden Globes come Miglior Film - Musical o Commedia (anche se, riflettendo, un'unica nomination, proprio in quella categoria, rende il tutto un po' ridicolo. Sembra più un 'tappa-buco'). Anche se le probabilità di vincita sono basse rimane, di fatto, quale testimonianza di un buon prodotto - decisamente riuscito anche il box office con $87,896,725 incassati solo in America - che, però, in Italia non ha ancora una data d'uscita. Ce la faranno i nostri eroi o sarà come per "Precious" che, da noi, è uscito con più di un anno di ritardo?
Consigli: Munirsi di sottotitoli! Non tutti recitano bene le battute come Helen Mirren, che scandisce perfettamente ogni parola!
Parola chiave: Retired Extremely Dangerous.




Ric

martedì 14 settembre 2010

Film 136 - Quando meno te lo aspetti

Me against TV: episodio 2. Ovvero quando la tv ti è nemica.


Film 136: "Quando meno te lo aspetti" (2004) di Garry Marshall
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Come si possa pensare di affidare un intero film sulle uniche spalle di Kate Hudson questo mi rimane un mistero. Come si possa credere che sarà un successo un film del genere, poi, è ancora più inspiegabile. Personaggi famosi in ruoli di contorno insignificanti (Joan Cusack, Felicity Huffman, Helen Mirren, Abigail Breslin), personaggini che ora un po' emergono (Hayden Panettiere), altri che ci riprovano per l'ennesima volta (John Corbett).
Non c'è un'idea che sia originale, non un passagio che non sia scontato o maledettamente prevedibile. Dov'era il regista di "Pretty Woman" mentre si girava questo film infangando il suo nome? Che Garry Marshall si fosse un po' perso per strada lo sapevamo, ma qui bisognava essere non vedenti per non capire l'inutilità del progetto...
Insomma non c'è ritmo, non c'è humor, non c'è alcuna magia coinvolgente, né capacità da parte dei protagonisti di creare qualcosa che non sia mera recitazione di battute prive del benché minimo guizzo. Non per forza si rende necessario il capolavoro, a volte il puro intrattenimento ben confezionato basta e avanza, ma qui non c'è nemmeno quello. Gag infantili, passaggi facili facili e dialoghi scontati tanto da far passare "Sex & The City 2" un sequel ben riuscito.
Peccato in generale perchè una bella commedia americana mi mette sempre di buon umore, anche quando non sia per forza una lavoro riuscito al 100%, mentre qui la piattezza, l'irrealtà (3 ragazzini tra l'infanzia e l'adolescena superano il lutto per la perdita dai due genitori in due settimane...) e l'assoluta assenza di inventiva lasciano insoddisfatti anche lo spettatore con meno pretese...
Consigli: Un passaggio assolutamente trascurabile della carriera della Hudson, che ha fatto decisamente di meglio, e del regista Marshall che, dopo alcuni successi mondiali, qui tenta la vincita facile con un prodotto davvero scadente. Ma non si può sempre vivere di rendita...
Parola chiave: Rapporti di famiglia.


Ric

mercoledì 16 dicembre 2009

Film 36 - State of play

Un film che mi sarebbe interessato vedere al cinema e mi ero perso. Grazie ad Ale me lo sono visto lunedì pomeriggio!

Film 36: "State of play" (2009) di Kevin Macdonald
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo film è un po' del genere 'niente è come sembra'. Chi è colpevole di cosa? Chi sa cosa? Chi sa che cosa ha fatto chi? Mah.
Ho trovato l'intreccio un po' troppo ingarbugliato per i miei gusti. Fino all'ultimo non capisci una mazza (o almeno io non capivo una mazza, che sono una frana a ricordare i nomi dei personaggi...) e poi non è che la spiegazione finale sia il top. Comunque ho apprezzato Rachel McAdams, sempre più inserita nel mondo di Hollywood, deve solo trovare il ruolo che la consacri a icona dato che bella e brava già lo è. Russel Crowe, invece, mi pare un po' osceno nella versione slavata con capello lungo alla figlio dei fiori e la pancetta da birra. Non riuscivo troppo a concentrarmi sull'espressività di quel volto rotondetto che sicuramente un tempo era affascinante. Peccato, prima o poi quasi tutti perdono smalto.
Chi ne guadagna sempre di più con l'età è Helen Mirren, una che è più figa da vecchia che da giovane. Gente come Joan Collins e Gina Lollobrigida dovrebbe imparare da chi sa portare con tale classe la propria età. E poi il fatto che reciti sempre in maniera impeccabile la rende ancora più affascinante! Qui il suo ruolo è un po' sacrificato, donna manager in carriera con una rivista da portare avanti nonostante i nuovi capi che pretendono di stritolare un giornale alle leggi del mercato che richiede vendite super per rimanere quantomeno a galla. Un po' scontato forse, ma almeno c'è lei a rendere tutto più interessante.
Nota estremamente positiva per Robin Wright Penn (ma ormai dicono senza Penn), bellissima e quasi irriconoscibile. Non ero sicuro fosse effettivamente lei all'inizio. Una 43enne stupenda, estremamente sottovalutata e forse un po' schiacciata dal peso del marito 2 volte premio Oscar Sean Penn. Le auguro di trovare una voce tutta sua, perchè il talento non le manca.
Ben Affleck al suo solito è insipido.
In definitiva direi che è un film carino (tra l'altro ripreso da una serie tv inglese della BBC), ma forse non ha centrato totalmente l'obiettivo. Manca suspance, atmosfera. Tranne, forse, per la scena del parcheggio: lì si sfocia quasi nell'horror. E ci piace!
Consigli: Adatto a una serata in cui non si ha voglia di spegnere totalmente il cervello.
Parola chiave: Sonia Baker



#HollywoodCiak
Bengi