Visualizzazione post con etichetta droga. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta droga. Mostra tutti i post

venerdì 9 agosto 2024

Film 2304 - Kneecap

Intro: Primo film da adepta della Cineworld Card per Debbi, ieri sera abbiamo scelto una pellicola irlandese come battesimo.

Film 2304: "Kneecap" (2024) di Rich Peppiatt
Visto: al cinema
Lingua: inglese, irlandese
Compagnia: Niamh, Debbi
In sintesi: uno dei migliori film del 2024 che ho visto fino ad ora.
Non avevo idea di cosa trattasse questo film, di chi fossero i Kneecap e, soprattutto, mi fidavo poco delle ottime critiche ricevute dal film. Non è che non volessi credere all'entusiasmo nei confronti di questo titolo, semplicemente di recente ho notato un mio generale disallineamento rispetto a quello che leggo nelle recensioni e la mia personale opinione. Quindi si può dire che mi sia approcciato a questa visione con un certo scetticismo.
In realtà ogni mio dubbio è stato dissipato fin da subito: la sceneggiatura ha un'evidente elemento personale caratteristico - il tono è coerente per tutta la storia (miracolo!) -, i protagonisti e i loro archi narrativi sono ben delineati, il montaggio perfettamente concertato al mood della storia, la colonna sonora pazzesca. Insomma, per me un vero trionfo, specialmente considerato che si tratti di un "piccolo" film.
Ancora più sorprendente, il messaggio della storia si traduce efficacemente anche in quello del film: il valore culturale di quello che i Kneecap fanno con la loro musica specificamente in lingua irlandese - dal film, parafrasando, "make every word as a bullett" - viene trasportato al valore della storia e, per estensione, della pellicola. Sfido chiunque, infatti, ad uscire dal cinema e non avere voglia di recuperare subito la discografia dei Kneecap, pur non capendo una parola di quello che dicono (per i curiosi, qui il link al loro Spotify). Il che, per me, è davvero eccezionale. Vivo da quattro anni a Dublino, sono in qualche modo esposto all'Irish praticamente ogni giorno, la mia coinquilina lo parla perfettamente, la segnaletica è bilingue, eppure mai davvero mi ero lasciato interessare da questa lingua prima di ieri.
Ovvio, la colpa è solamente mia ci mancherebbe, ma ho trovato particolarmente impressionante che "Kneecap" non solo si interessi di mostrare come un gruppo hip-hop dell'Irlanda del Nord sia riuscito, tramite le sue canzoni, ad avvicinare un pubblico generalista a una lingua che in molti ritenevano poco rilevante (specialmente per l'Irlanda del Nord che fa parte del Regno Unito e non della Repubblica d'Irlanda), ma inoltre sia in grado di trascendere l'elemento narrativo e tradurlo perfettamente in qualcosa di concreto, ovvero la voglia di avvicinarsi effettivamente al prodotto culturale che promuove: la musica dei Kneecap.
Non so, forse sono io che sono troppo immerso nella mia "primavera irlandese", però ho davvero apprezzato il lavoro fatto qui. Un prodotto solido, ben recitato, potente a livello narrativo e coeso nel rappresentare il suo punto di vista, capace anche con grande leggerezza a volte, di far passare un messaggio importante, oltre che raccontare una storia non facile. Un inatteso gioiellino di questa fresca estate a Dublino.
Cast: Naoise Ó Cairealláin, Liam Óg Ó Hannaidh, JJ Ó Dochartaigh, Josie Walker, Fionnuala Flaherty, Jessica Reynolds, Adam Best, Simone Kirby, Michael Fassbender.
Box Office: $470,977 (ad oggi)
Vale o non vale: C'è molto "Trainspotting" in questo "Kneecap", ma nel senso più positivo possibile. Non una copia, ma assolutamente un prodotto a sé stante, anche se il mood di questo film e certe tematiche (e pure qualche scena, a dire il vero) ricordano certamante il cult di Danny Boyle. Quindi, se questo tipo di pellicola è quello che piace o si sta cercando, "Kneecap" non deluderà assolutamente. Va notato che buona parte dei dialoghi è in Irish, per cui c'è molto da leggere, anche per le scene musicali in cui i testi delle canzoni appaiono sullo schermo (non sempre facili da leggere, devo ammettere).
Considerate le tematiche della storia, però, non un film per tutti, anche se a mio avviso davvero un titolo da recuperare, una delle storie originali più interessanti e ben realizzate che ho visto nell'ultimo periodo.
Premi: Presentato in anteprima al Sundance Film Festival di quest'anno, dove ha vinto il NEXT Audience Award.
Parola chiave: Notebook.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 7 marzo 2023

Film 2177 - Cocaine Bear

Intro: Per me, un film arrivato un po' dal nulla e che mi ha convinto a vederlo semplicemente grazie a titolo e poster. Ieri, quindi, subito al cinema.

Film 2177: "Cocaine Bear" (2023) di Elizabeth Banks
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: non sapevo davvero cosa aspettarmi da questo film. L'idea generale che mi ero fatto prima di entrare in sala è che si trattasse di uno di quei B-movies sgangherati trainati al cinema solamente grazie all'idea alla base del progetto (in questo caso la storia di un orso che, accidentalmente, sniffa e ingurgita cocaina e incomincia una sorta di strage tra i boschi). La verità è che, per quanto assurdo e fuori di testa, "Cocaine Bear" funziona alla grande.
Basato sulla vera storia di un orso nero che, nel 1985, venne trovato morto in Georgia con in corpo 34kg di cocaina - valore all'epoca: 20 milioni di dollari - il film riprende solamente l'idea di base della vicenda reale, per poi riproporla in chiave horror/pulp (e a tratti comica), per un risultato finale che spazia tra assurdo e geniale, passando per macabro e splatter. Del resto cosa potevamo aspettarci da un titolo su un orso cocainomane?
Nonostante l'orso originale non avesse fatto alcuna vittima, qui i personaggi cadono inesorabilmente uno dopo l'altro. Non da subito, però, perchè la narrazione si prende il giusto tempo per descrivere premessa e protagonisti. Sorprendentemente, infatti, la storia non si risparmia un intreccio complesso e ingarbugliato, oltre che un numero considerevole di personaggi che finirà prima o poi per incontrarsi (o incontrare l'orso, ovviamente). Questo aspetto del film, in particolare, mi ha sorpreso, dato che davvero non mi aspettavo che la sceneggiatura si sarebbe presa la briga di andare oltre il minimo sindacale per un prodotto che inizialmente parrebbe agganciare lo spettatore solo grazie al titolo accattivante e la premessa originale. Cosa succede se un orso si facesse di coca in mezzo ai boschi? Beh, qui la risposta e meno scontata del previsto.
Divertente (a modo suo), sopra le righe e meno banale di tanti film visti al cinema di recente, "Cocaine Bear" è stata l'avventura più selvaggia che abbia visto al cinema di recente.
Cast: Keri Russell, O'Shea Jackson Jr., Christian Convery, Alden Ehrenreich, Brooklynn Prince, Isiah Whitlock Jr., Margo Martindale, Kristofer Hivju, Matthew Rhys, Ray Liotta.
Box Office: $53.2 milioni
Vale o non vale: Certamente non un prodotto per tutti - o per tutti gli stomaci - "Cocaine Bear" non risparmia davvero niente al suo spettatore. Per chi apprezza il genere, un titolo imperdibile. La premessa dell'orso sotto l'effetto di stupefacenti, poi, è troppo ghiotta per essere persa. Effetti speciali gredibili a sufficienza e un ottimo cast capitanato da Keri Russell, con Ray Liotta in una delle sue ultime apparizioni cinematografiche prima della scomparsa meno di un anno fa. Premi: /
Parola chiave: Cocaina.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 11 maggio 2022

Film 2107 - The Unbearable Weight of Massive Talent

Intro: Non sono particolarmente fan di Nicolas Cgae, ma il trailer di questo film mi aveva particolarmente incuriosito. Così sono corso al cinema appena ho potuto.

Film 2107: "The Unbearable Weight of Massive Talent" (2022) di Tom Gormican
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: carino, piacevole e assolutamente diverso da come me lo aspettavo (come non mi aspettavo di trovarci la Mastronardi, a dire il vero...).
Geniale nel senso che coinvolge un attore un tempo di serie A di Hollywood e ne mette intelligentemente alla berlina aspetti di una carriera adesso certamente in declino (da anni) con, al tempo stesso, la complicità dello stesso attore.
Nicolas Cage qui è una forza della natura - finalmente coinvolto in un progetto che ne mette in risalto il talento e loda una filmografia di fatto di tutto rispetto -, felice di mettersi in gioco ed evidentemente in perfetta sintonia con il compagno di avventure Pedro Pascal, che ritroviamo in una chiave comica per lui inedita. Il duo è onestamente perfetto e vale da solo il prezzo del biglietto.
Per il resto "The Unbearable Weight of Massive Talent" è un'ottima commedia a tinte action che intrattiene piacevolmente, diverte e fa anche ridere di quando in quando. Sicuramente uno dei film più interessanti usciti fino ad ora quest'anno.
Cast: Nicolas Cage, Pedro Pascal, Sharon Horgan, Tiffany Haddish, Ike Barinholtz, Paco León, Alessandra Mastronardi, Jacob Scipio, Demi Moore, Neil Patrick Harris.
Box Office: $21.8 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Duo di protagonisti affiatato, cast delle grandi occasioni e risultato finale divertente e spensierato, "The Unbearable Weight of Massive Talent" è certamente una delle sorprese di questo 2022 fino ad ora non particolarmente indimenticabile. Nick Cage in gran spolvero. Da vedere.
Premi: /
Parola chiave: Rapimento.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 5 ottobre 2021

Film 1831 - Climax

Intro: Altro film di Gaspar Noé scelto da Eric, un'altra disorientante esperienza cinematografica

Film 1831: "Climax" (2018) di Gaspar Noé
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese, francese
Compagnia: Eric
In sintesi: mentirei se dicessi che "Climax" mi sia piaciuto. Sicuramente è un'esperienza cinematografica forte che non manca di colpire lo spettatore, ma a parte lo shock di molte delle scene e dei passaggi della sceneggiatura, quello che rimane di questa storia è davvero poco.
Ci sono il ballo e le coreografie, le droghe e le allucinazioni, la violenza e le rivelazioni sconvolgenti, eppure il risultato finale pare molto fine a se stesso, un racconto che lascia perplessi ed esterrefatti, ma non va oltre i confini della sua narrazione.
Sicuramente, però, a livello estetico "Climax" ha il suo appeal.
Cast: Sofia Boutella, Kiddy Smile, Romain Guillermic, Souheila Yacoub, Claude Gajan Maull, Giselle Palmer, Taylor Kastle, Thea Carla Schøtt.
Box Office: $2 milioni
Vale o non vale: I fan di Noé dovrebbero apprezzare, anche se è evidente che questo non sia un prodotto per tutti.
Premi: /
Parola chiave: Sangria.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 24 settembre 2021

Film 1824 - Love

Intro: Eric è un grande fan della cinematografia del regista di questo film (e di Almodovar), per cui era solo questione di tempo prima che cominciassimo a vedere pellicole dei suoi registi preferiti. Il che mi ha sicuramente aiutato, pian piano, ad ampliare enormemente il mio concetto di cinema.

Film 1824: "Love" (2015) di Gaspar Noé
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: che fosse giunto il momento di vedere finalmente un film dell'argentino Gaspar Noé non c'era alcun dubbio, anche se non posso dire che questo "Love" mi abbia particolarmente impressionato, se non per la dose abbondante di esplicita passione sessuale. Ma esplicita esplicita.
Ora non voglio dire che si tratti di un porno con una trama, però è anche vero che parte di tutto questo dramma amoroso a tre viene distratto da questa componente erotica che è molto presente e molto centrale nell'estetica del film. Film che, va detto, in generale procede con tempistiche bibliche.
Ero davvero curioso di recuperare questo "Love", pellicola che a suo tempo diede scandalo a Cannes - proiettata persino in 3D! - per l'approccio così disinibito alle scene di sesso (che sono vere, non simulate). Oltre l'elemento scandalistico, però, non ho trovato granché, o comunque niente che narrativamente parlando non avessi già visto prima.
Cast: Aomi Muyock, Karl Glusman, Klara Kristin, Klara Kristin, Juan Saavedra, Gaspar Noé.
Box Office: $860,896
Vale o non vale: Non posso dire che "Love" mi abbia particolarmente colpito per ragioni che vadano oltre i primi piani sugli organi genitali dei protagonisti, ciò non toglie che non sia stata un'esperienza nel suo genere.
Premi: In concorso a Cannes 2015 per la Queer Palm.
Parola chiave: Preservativo.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 9 agosto 2021

Film 1805 - The Mule

Intro: Sempre in aereo verso l'Argentina, passo alla seconda pellicola della mia lista di titoli da recuperare durante il volo. Scelgo un film che avevo voglia di recuperare da tempo perché inatteso ritorno davanti alla cinepresa di un colosso del cinema mondiale.

Film 1805: "The Mule" (2018) di Clint Eastwood
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: premesso che ho visto questo film più di due anni fa, non avessi riletto la trma non mi sarei ricordato nessun dettaglio di questa storia, se non che Clint Eastwood interpreta la parte di un corriere della droga.
Detto questo, il film in sé funziona principalmente grazie al sempre fantastico Eastwood, ancora capace di trainare tutta la baracca (all'epoca) a 89 anni suonati, dirigendo, producendo e recitando in un prodotto che per tanti versi ricorda quel piccolo capolavoro che è "Gran Torino". Onestamente dubito che senza la presenza dell'intramontabile Clint questo "The Mule" avrebbe trovato la stessa fortuna.
Cast: Clint Eastwood, Bradley Cooper, Laurence Fishburne, Michael Peña, Dianne Wiest, Andy García, Taissa Farmiga, Alison Eastwood, Manny Montana.
Box Office: $174.8 milioni
Vale o non vale: Ottimo cast trainato da un Clint Eastwood instancabile che sì, interpreta un ruolo che per tanti versi gli è stato cucito addosso, eppure non manca di sorprendere. Il risultato finale è buono e funziona principalmente grazie al suo protagonista, verso fulcro di tutta l'operazione.
Probabilmente non una pellicola per tutti (o per ogni occasione), ma un ottimo esempio di cinema americano contemporaneo.
Premi: /
Parola chiave: Fiori.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 9 maggio 2021

Film 1991 - Barb and Star Go to Vista Del Mar

Intro: Ho visto il trailer su iMDB qualche tempo fa e ho capito dal primo secondo che avrei recuperato questo film a tutti costi. Poi, nell'attesa che venisse reso disponibile in streaming, onestamente mi ero dimenticato di questo titolo... Per fortuna il destino me l'ha fatto ritrovare!
Film 1991: "Barb and Star Go to Vista Del Mar" (2021) di Josh Greenbaum
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: credo che "Barb and Star Go to Vista Del Mar" sia non solo uno dei film più assurdi che abbia mai visto, ma anche uno dei più gay senza necessariamente esserlo. Cioè, qui c'è chiaramente più di una semplice strizzatina d'occhio queer & camp e francamente ho amato. Tutto, dall'inizio alla fine. Tra l'altro ho riso come non mi capitava da tempo.
"Barb and Star Go to Vista Del Mar" è un affascinante esperimento che mixa il nonsense a trovate geniali - il granchio Morgan Freemond vince su tutte - e, ancora di più, shakera i generi cinematografici più agli antipodi e riesce comunque a far funzionare il tutto - si passa con grande disinvoltura dalla commedia al thriller al musical (tra l'altro con una serie di numeri coreografati alla perfezione).
Ovviamente se questa pellicola funziona è principalmente grazie a loro, Kristen Wiig e Annie Mumolo (qui anche sceneggiatrici) che fanno un lavoro fantastico nel portare in vita le due protagoniste e, devo ammettere, bisogna spendere una parola anche su Jamie Dornan che qui si spinge veramente oltre il suo classico ruolo da macho e/o oggetto sessuale e regala una performance estremamente divertente e giocosa. I tre assieme valgono tutto il film.
Devo aggiungere che un altro elemento di "Barb and Star Go to Vista Del Mar" che ho trovato davvero ben sviluppo è l'aspetto estetico, qui ben definito dall'inizio alla fine. Perfino i titoli di coda sono bellissima.
Chiudo con l'unica nota negativa: avrei preferito vedere la cattiva interpretata da qualcun'altro. Non riesco a capire il perché abbiano affidato il ruolo a Kristen Wiig quando ha già sufficientemente da fare nell'interpretare Star. E non è che Sharon Gordon Fisherman sia un personaggio così iconico che richieda addirittura che la star del film si sdoppi per interpretare entrambe donne. Specialmente perché i villain interpretati dalla Wiig non sono famosi per essere ben accolti dalla critica: ha vinto nel 2017 come Peggior attrice non protagonista per "Zoolander 2" ed è stata nominata quest'anno nella stessa categoria per "Wonder Woman 1984"...
Detto questo, ribadisco che "Barb and Star Go to Vista Del Mar" è stata una delle avventure cinematografiche più soddisfacenti degli ultimi mesi: random, folle e maledettamente adorabile. Non potevo chiedere di più.
Cast: Kristen Wiig, Annie Mumolo, Jamie Dornan, Damon Wayans Jr., Wendi McLendon-Covey, Vanessa Bayer, Reyn Doi, Fortune Feimster, Rose Abdoo, Phyllis Smith, Andy García, Reba McEntire.
Box Office: $14,959
Vale o non vale: Mi rendo conto che non sia un prodotto per tutti e che ci sarà sicuramente chi lo troverà sciocco o addirittura stupido. Io l'ho trovato talmente borderline da risultare geniale e maledettamente divertente. Da vedere!
Premi: /
Parola chiave: Mosquitos.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 21 dicembre 2020

Film 1757 - Beach Rats

Intro: Suggerito da Netflix, ricordo che mi avesse colpito la locandina e la storia intrigante a tema homo.
Film 1757: "Beach Rats" (2017) di Eliza Hittman
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: forse dalla storia mi aspettavo qualcosa di un attimo più sconvolgente, in ogni caso questo "Beach Rats" è intrigantee presenta un'estetica ben sviluppata che conferisce al prodotto finale un'anima ben delineata.
La storia di Frankie (Harris Dickinson), ragazzetto spiantato e confuso alle prese con droghe e amicizie discutibili, si fa interessante (e piccante) quando scopriamo che, nel tempo libero, cerca compagnia tra le lenzuola di ben più attempati signori che trova sulle chat in internet. Non ci sarebbe niente di rivoluzionario, non fosse che il ragazzo si considera etero e ha una fidanzata (Madeline Weinstein). Chiaramente nemmeno questo twist narrativo risulta particolarmente innovativo, ma aggiunge sicuramente pepe a una storia altrimenti relegata all'universo ragazzetti/bulletti allo sbando che, da sola, non avrebbe molto da dire.
Poi, ribadisco, "Beach Rats" è meno profondo di quanto non vorrebbe far credere, ma rimane comunque un titolo indipendente dotato di un certo proprio magnetismo.
Cast: Harris Dickinson, Madeline Weinstein, Kate Hodge, Neal Huff.
Box Office: $486,623
Vale o non vale: Intrigante, visivamente ben concepito e con un protagonista credibile, "Beach Rats" è un titolo sicuramente non per tutti, ma che può meritare una chance, specialmente se si apprezzato le tematiche LGBTQI.
Premi: Premio alla regia al Sundance Film Festival del 2017.
Parola chiave: Weed.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 21 novembre 2020

Film 1948 - Poetic Justice

Intro: Continuiamo a nuotare nelle acque del passato con un film di cui non avevo mai sentito parlare. Grazie iMDB!
Film 1948: "Poetic Justice" (1993) di John Singleton
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: pensavo si trattasse più di un titolo simile a "Dangerous Minds" e, invece, "Poetic Justice" è tutto tranne che una storia su scuola, studenti o un'insegnante ispirata.
Janet Jackson è, infatti, una parrucchiera in lutto dopo che ha assistito all'omicidio del fidanzato. Dopo un lunghissimo periodo di vedovanza dal quale parrebbe non riuscire ad uscire, nel giro (letterale) di due giorni troverà in Tupac ragione sufficiente per abbandonare la tristezza e ricominciare a vivere. Come darle torto, del resto.
"Poetic Justice" si presenta con un suo linguaggio interno molto particolare, non esattamente qualcosa a cui sono abituato, per cui ho faticato a dare un senso all'operazione nel suo complesso. Certi elementi da commedia o da storia romantica sono presenti, poi però vengono inseriti contesti socio-economici non approfonditi e un background di vissuto personale che viene dimenticato nel momento in cui incomincia il viaggio dei quattro protagonisti. Per citare un unico esempio: la figlia di Lucky (Tupac) è componente accessorio del personaggio del padre, sappiamo che c'è all'inizio del film, poi nessuno la cita più fino al termine del racconto, momento in cui riappare per assistere ad un bacio infarcito di moltissima passione (lingua) tra il padre e una perfetta sconosciuta che la bambina non ha mai visto prima... L'ho trovata una scelta narrativa quantomeno bizzarra.
Insomma, per quanto mi sia goduto la presenza di una giovane Regina King quale party girl del ghetto con unghie smaltate lunghe un chilometro (che verrà picchiata dal fidanzato mentre Lucky non ci pensa nemmeno un secondo ad intervenire perché non sono affari suoi), non posso dire che questa pellicola mi abbia lasciato nemmeno lontanamente soddisfatto. Tupac è un piacere da guardare e c'è qualcosa nella giovane Jackson che lascia affascinanti, ma il film nel complesso non consegna al pubblico una storia degna delle aspettative. Quello che fa e che, invece, bisogna riconoscerle, è l'aver raccontato una storia d'amore (in termini hollywoodiani, per quanto indipendenti) mettendo al centro del racconto solo personaggi afroamericani. Che negli anni '90 non era certo scontato.
Cast: Janet Jackson, Tupac Shakur, Tyra Ferrell, Regina King, Joe Torry, Tyra Ferrell, Rose Weaver, Billy Zane, Lori Petty, Clifton Collins Jr..
Box Office: $27 milioni
Vale o non vale: Tupac è una sorpresa (ma quelle unghie sporche che schifo!) e Janet se la cava. La storia non è davvero niente di che e anzi perfino troppo implausibile, ma le poesie fanno il loro dovere. Unico momento cult: la carrellata di "fuck you" più lunga che abbia mai visto!
Premi: Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior canzone originale ("Again" cantata da Janet Jackson). Il film ha ricevuto anche 2 nomination ai Razzie, vincendo quello per Peggior star emergente (Jackson, candidata anche come Peggior attrice).
Parola chiave: Posta.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 14 giugno 2020

Film 1724 - Beautiful Boy

Intro: Volevo vedere questo film sia perché Timothée Chalamet è tra i protagonisti, sia perché era stato candidato a qualcuno dei premi che contano. E si sa che io gli award show li adoro...
Film 1724: "Beautiful Boy" (2018) di Felix van Groeningen
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: personalmente ho trovato questo film noiosissimo, ma non tanto in termini di realizzazione, quanto rispetto all'idea di base che presenta.
Il processo autodistruttivo e autolesionista di un tossicodipendente è stato ripreso, riadattato e riproposto ormai in tutte le salse, per cui mi rendo anche conto che non sia facile produrre qualcosa di nuovo sull'argomento, eppure ho trovato "Beautiful Boy" non solo banale nella sua idea centrale, ma anche maledettamente arrogante.
C'è una strafottenza nel personaggio di Nic (Chalamet) che fa venire voglia di prenderlo a schiaffi e un'impotenza frustrante in quello di David (Carell) che si riversa completamente sullo spettatore, tanto che ci si chiede più volte durante la visione perché questa famiglia non faccia qualcosa di concreto per riprendere in mano le redini della propria vita. Sì, ci sono i litigi, i confronti, le riabilitazioni, le buone intenzioni, eppure sembra che tutti si siano arresi all'idea che questa sia la loro vita, che non ci sia una via d'uscita e che l'unico modo di affrontare tutto questo dolore sia riconoscerlo e trovare un modo per accomodarcisi dentro.
Ho voluto finire di vedere "Beautiful Boy" perché trovo Timothée Chalamet un bravissimo attore e, onestamente, mi sono dovuto sforzare per trovare la forza di non mollare la visione per ben più di una volta. Detesto quei titoli che ti mettono di fronte ad una situazione difficilissima con il solo scopo di renderti testimone di un disagio. E' troppo facile ritrarre il dolore in questo modo, troppo banale e passivo. E' come se questo film, al pari della famiglia di cui parla, si sia arreso in partenza e trovi piacere nel solo fatto di mettere in scena una dramma che abbia l'unico scopo di fare pietà (e quindi sollecitare le simpatie emotive del pubblico o della critica). Non ci siamo. Ps. Tratto dalla storia vera - e relative opere letterarie - di David Sheff ("Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction") e Nic Sheff ("Tweak: Growing Up on Methamphetamines").
Cast: Steve Carell, Timothée Chalamet, Maura Tierney, Amy Ryan, Kaitlyn Dever, LisaGay Hamilton, Timothy Hutton.
Box Office: $16.6 milioni
Vale o non vale: In inglese con il termine crowd-pleaser ci si riferisce a qualcosa o qualcuno che piace alla gente, che esercita un fascino positivo sulle persone. Estendendo il termine a questa pellicola, credo che uno degli intenti di fondo (voluto o no) fosse quello di proporre al pubblico un drammone che conquistasse le simpatie dello spettatore e, per estensione, di quella critica che ha forte potere persuasivo rispetto alle premiazioni che contano. Qualche risultato concreto c'è stato, ma il box-office è stato disastroso - il film è costato tra i 19.3 e i 25 milioni di dollari - e tutto sommato in pochi si ricordano dell'esistenza di "Beautiful Boy". Ed è un peccato, per il cast è assolutamente perfetto e ci sarebbero molti spunti sui quali poter lavorare con serietà, però la sceneggiatura sceglie di intraprendere una strada banale e passiva, tanto gratuitamente complicata quanto frustrante.
Ci sono film sulla droga o la dipendenza sicuramente più interessanti e riusciti, uno su tutti "Trainspotting".
Premi: Candidato al Golden Globe e BAFTA per il Miglior attore non protagonista (Chalamet).
Parola chiave: Riabilitazione.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 3 novembre 2019

Film 1671 - The Heat

Intro: Era da un po' che volevo rivederlo e, soprattutto, ero alla ricerca di un po' di svago spensierato per cui questo film mi sembrava la scelta più azzeccata.
Film 1671: "The Heat" (2013) di Paul Feig
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente mi ricordavo che fosse una pellicola un po' più divertente, diciamo meglio riuscita. Poi, per carità, questo "The Heat" non è terribile, ma nemmeno indimenticabile... Forse un po' troppo sbroccato alla lunga ed entrambe Bullock e McCarthy ripropongono personaggi già visti (rispettivamente "Miss Congeniality" e "Bridesmaids" o "Identity Thief").
Film 602 - Corpi da reato
Film 1671 - The Heat
Cast: Sandra Bullock, Melissa McCarthy, Demián Bichir, Marlon Wayans, Michael Rapaport, Jane Curtin, Tony Hale, Ben Falcone.
Box Office: $229.9 milioni
Vale o non vale: Una commedia non indimenticabile, anche se ha i suoi momenti. Poteva essere meglio? Sì, ma rimane comunque passabile.
Premi: /
Parola chiave: Talpa.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 29 novembre 2018

Film 1525 - Fear and Loathing in Las Vegas

Intro: Sono sempre stato curioso di vederlo, anche se non avevo mai avuto né lo stimolo, né la situazione giusta che supportassero la mia curiosità. Poi, complice il solito giorno libero e la mancanza di cose da fare al Takarakka, si è presentato il momento perfetto.
Film 1525: "Fear and Loathing in Las Vegas" (1998) di Terry Gilliam
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Una delle pellicole più strane e disturbanti che abbia mai visto, sicuramente non quello che mi aspettavo. Una storia difficile da seguire, tra violenza ed ira ingiustificata, una massiccia dose di droghe e allucinogeni, un retrogusto piacevolmente retrò e una coppia di protagonisti scoppiati come non mai, per un risultato finale altalenante e non del tutto soddisfacente. Ne comprendo lo status di cult, ma ho faticato a godere della visione;
il viaggio (letteralmente) allucinante di Raoul Duke e Dr. Gonzo per il deserto del Nevada alla volta di Las Vegas sarà minato di personaggi assurdi e le più disparate disavventure, il tutto per uno sballo totale che costerà non poche fatiche ai due protagonisti. Il tutto in nome di uno sballo costante - che francamente fatico a comprendere - e una ricerca quasi masochistica della situazione a complicarsi che, in tutta onestà, alla lunga perde di quel senso ludico e spregiudicato per sfociare in una ripetitiva spirale nonsense che rallenta l'"avventura". E alla fine sembra tutto un po' fine a se stesso.
Cast: Johnny Depp, Benicio Del Toro, Tobey Maguire, Ellen Barkin, Gary Busey, Christina Ricci, Mark Harmon, Cameron Diaz, Flea.
Box Office: $13.7 milioni
Vale o non vale: Uno di quei titoli cult che andrebbero visti almeno una volta nella vita per farsi un'idea personale su uno di quei titoli che ha diviso la critica ed esaltato un certa certa tipologia di pubblico. Sicuramente un film insolito e avventuroso alla sua maniera, anche se ho assistito a trasgressioni più riuscite.
Premi: In competizione a Cannes 1998 per la Palma d'Oro.
Parola chiave: Droghe.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 2 luglio 2018

Film 1501 - Dope

Intro: E’ stato proiettato in anteprima italiana un paio di edizioni fa al Biografilm Festival – se non ricordo male – ed ero rimasto con la curiosità di capire di cosa trattasse, soprattutto perché vantava la produzione nientemeno che di Pharrell.
Film 1501: "Dope" (2015) di Rick Famuyiwa
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in questo film c’è molta gioventù (come direbbe mia nonna). In effetti gli attori sono tra lo sconosciuto e l’appena famoso, per un cast eterogeneo e molto cool;
la storia è divertente e funziona e, soprattutto, non delude. La vicenda del gruppo di amici un po’ nerd, il casino con la droga, le ambientazioni gangasta’, il retrogusto anni ’80, la periferia americana, la bella fotografia soleggiata, tutto questo si mixa insieme alla perfezione e crea un prodotto originale e fresco, molto giovane (nonna again) e sicuramente molto americano contemporaneo.
Cast: Shameik Moore, Tony Revolori, Kiersey Clemons, Kimberly Elise, Chanel Iman, Keith Stanfield, Blake Anderson, Zoë Kravitz, ASAP Rocky.
Box Office: $18 milioni
Vale o non vale: figlio della cultura americana e di una porzione dell’immagine giovanile di oggi (nonna esci dal mio corpo), “Dope” è un buon prodotto che bazzica l’indie e l’indipendente facendo incontrare gusti vintage, anima contemporanea, una buona colonna sonora e una storia che riesce ad intrattenere senza mai annoiare.
Premi: /
Parola chiave: Bitcoin.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 12 aprile 2018

Film 1487 - We're the Millers

Intro: Cerchiamo di diversificare l’offerta cinematografica pescando dal nostro catalogo ogni volta qualcosa che appartenga a generi differenti. Quindi, per svagarci un pochino dopo le fatiche shakespeariane, abbiamo puntato su questo film, facendo bene.
Film 1487: "We're the Millers" (2013) di Rawson Marshall Thurber
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: l’avevo visto in italiano e mi aveva divertito, l’ho visto in inglese e mi ha fatto morire dal ridere. E’ una storia assolutamente scema e leggera, eppure è tutto quel che serve per stendere lo spettatore con una serie di trovate imbarazzanti e divertenti;
il cast è perfettamente assortito e giustamente eterogeneo. Ho apprezzato il passaggio a protagonista dell’altrimenti più spesso spalla Jason Sudeikis che, insieme a Jennifer Aniston, fa magnifica coppia. A completare il quadro una Emma Roberts a dir poco scoglionata e un Will Poulter che ruba spesso la scena agli altri protagonisti grazie al suo infantile, goffo e un po’ scemo personaggio. Nell’insieme i Miller funzionano alla grande e non a caso è previsto un sequel visto il grande successo ottenuto da questo primo film.
Film 593 - Come ti spaccio la famiglia
Cast: Jennifer Aniston, Jason Sudeikis, Emma Roberts, Nick Offerman, Kathryn Hahn, Will Poulter, Ed Helms.
Box Office: $270 milioni
Vale o non vale: ovviamente parliamo di un prodotto facile facile, perfetto per una serata spensierata che non prevede molti neuroni accesi. Eppure si tratta davvero di una storia divertente che non manca di proporre numerosissimi episodi esilaranti.
Premi: /
Parola chiave: Famiglia.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 11 dicembre 2017

Film 1455 - Léon

Me ne hanno sempre parlato tutti benissimo, ma non avevo mai trovato la scusa giusta per vederlo. L'ho trovata una sera a Melbourne, alla ricerca di un film da vedere per una serata casalinga.

Film 1455: "Léon" (1994) di Luc Besson
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Nonostante ci sarebbero tutti gli elementi per ritenere questa storia scabrosa e sbagliata, di fatto "Léon" risulta un meraviglioso, piccolo capolavoro, un misto fra un gangster movie anni '70 di Scorsese e un "Lolita" moderno, per un risultato finale coinvolgente e maledettamente intrigante.
Metà del lavoro lo fanno l'improbabile coppia Reno - Portman, un tuo talmente agli antipodi da risultare assolutamente perfetto; Reno è l'italiano (il che fa un po' ridere) immigrato e spietato assassino su commissione, Portman è la sua giovanissima vicina di casa a cui sterminano la famiglia. In questo universo parallelo di violenza e carneficina i due troveranno il modo di connettersi e parlarsi, di creare un proprio microcosmo surreale quanto paradossalmente divertente in cui una versione degenerata del rapporto padre-figlia (e qualche tinta da amante da parte della bambina) diventa l'unico universo umanamente sostenibile per due persone sole e dalla visione molto personale delle cose della vita. Così l'assassino si trasforma in mentore e figura paterna per una ragazzina che fuma sigarette, vorrebbe baciarlo ed è in cerca di vendetta su chi le ha fatto fuori gli unici parenti che aveva, soprattutto il fratellino di 4 anni. La combinazione di questi due esseri umani ai poli opposti è micidiale, fortemente provocatoria, eppure assolutamente riuscita. Il merito nel complesso va certamente a un Luc Besson qui davvero in formissima e ancora fuori da quella fantascienza che oggi sembra averlo risucchiato. Con "Léon" ha creato davvero un piccolo capolavoro lanciando, inoltre, la carriera di una giovanissima Natalie Portman già allora palesemente star.
Insomma, una pellicola davvero riuscita, da vedere almeno una volta nella vita.
Ps. Candidato a 7 César nel 1995 tra cui Miglior film, regia e attore protagonista.
Cast: Jean Reno, Gary Oldman, Natalie Portman, Danny Aiello, Michael Badalucco, Ellen Greene, Jean-Hugues Anglade.
Box Office: $46.1 milioni
Consigli: Una storia folgorante, un film bellissimo e per nulla convenzionale, un racconto assurdo eppure qui estremamente credibile di un'amicizia nata tra carneficine e sparatorie. Il sacrificio la fa da padrone quanto la vendetta e, nel mezzo, c'è il bellissimo rapporto tra Léon e Mathilda, un duo difficilmente dimenticabile. E imperdibile.
Parola chiave: Droga.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 27 novembre 2017

Film 1445 - Crazy Night - Festa col morto

Era da un po' che desideravo vederlo, curioso del perché di tante brutte critiche e un incasso non particolarmente esaltante, ma non riuscivo a trovare un link per lo streaming accettabile. Così quando finalmente ne ho trovato uno ho dovuto accontentarmi e vederlo anche se era doppiato in italiano...

Film 1445: "Crazy Night - Festa col morto" (2017) di Lucia Aniello
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Tutti a parlare malissimo di questo film, mi sono chiesto quanto potesse davvero essere così brutto. In una scala che va da nero a cinquanta sfumature più in giù, questo è assolutamente meglio di tante schifezze che ho visto nel corso degli anni; ovviamente è una gran stupidata - e pure piuttosto volgare - ma niente che non si sia già visto. Senza contare che di certo abbiamo dovuto sopportare di peggio. Quindi, man mano che la storia procedeva, mi sono sorpreso a ridere a qualche battuta ed effettivamente godermi una commedia tutta al femminile dal grandissimo cast con McKinnon e Kravitz proprio in forma.
La storia è sciocca e sviluppata troppo semplicisticamente, tanto che non verrà spiegato né dove siano i diamanti, né chi siano i criminali apparsi all'improvviso, né perché uno di loro sia scappato ed arrivato proprio a quella casa; comunque il cuore della storia sono le 5 ragazze matte che festeggiano l'addio al nubilato e, tra l'altro, per una volta è bello vedere che sono le signore le tipe toste versione animali da festa.
Tutto sommato, quindi, una commedia innocua, molto sciocca, ma con qualche momento divertente. E' meno peggio di quanto non l'abbiano descritta (il che non vuol dire che sia sufficiente il risultato finale, sia chiaro).
Ps. Titoli di coda molto belli.
Cast: Scarlett Johansson, Kate McKinnon, Jillian Bell, Ilana Glazer, Zoë Kravitz, Paul W. Downs, Ryan Cooper, Ty Burrell, Demi Moore, Dean Winters, Colton Haynes.
Box Office: $47.3 milioni
Consigli: Cast particolarmente ricco per un prodotto finale mediocre salvato praticamente dalle 5 protagoniste, "Rough Night" spreca il suo potenziale replicando schemi comici e gag già visti, scegliendo di ripercorrere le strade del successo che per altri hanno funzionato. Si poteva fare di più? Assolutamente. Il film si lascia comunque guardare? Certo che sì, basta sapere in anticipo che si tratta di una scemenza volgare che ha qualche momento simpatico, ma niente di più.
Parola chiave: Stripper.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 16 giugno 2017

Film 1374 - 22 Jump Street

Avevo cominciato a rivederlo qualche mese fa, senza portare a termine la visione. Così ho pensato, all'occasione giusta, di ricominciare d'accapo e vedere nuovamente questa commedia.

Film 1374: "22 Jump Street" (2014) di Phil Lord, Christopher Miller
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Alla fine mi ha fatto di nuovo divertire. Continuo a considerare la scena tra Jonah Hill e Jillian Bell una delle più esilaranti che il cinema americano abbia partorito di recente nell'ambito della commedia caciarona e, in generale, questo sequel non delude le aspettative nei confronti del primo capitolo (a sua volta tratto dalal serie tv).
L'avventura replica la formula precedente, prendendosene non poco gioco: due ragazzoni belli e fatti arrivano al college, ma sotto copertura, per scoprire chi stia vendendo una droga illegale che fa sballare gli studenti a tal punto da renderli pericolosi per se stessi. L'indagine porterà a qualche colpo di scena e, soprattutto, una serie di situazioni assurde e maledettamente divertenti che, alla fine, divertiranno lo spettatore quel tanto che basta per ricordare con piacere questa pellicola (molto estiva).
Film 638 - 21 Jump Street
Film 765 - 22 Jump Street
Cast: Jonah Hill, Channing Tatum, Peter Stormare, Ice Cube, Wyatt Russell, Amber Stevens West, Jillian Bell, Nick Offerman, Queen Latifah, Patton Oswalt, Craig Roberts, Rob Riggle, Dave Franco, Seth Rogen, Bill Hader, Anna Faris, Diplo.
Box Office: $331.3 milioni
Consigli: Prodotto simpatico, divertente, con una buona dose d'azione e due protagonisti davvero ben assortiti. Il risultato finale funziona bene e bisogna dire che "22 Jump Street" è un perfetto sequel, oltre che titolo adatto ad un'occasione di disimpegno e totale relax.
Parola chiave: Tatuaggio.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 17 marzo 2017

Film 1325 - T2 Trainspotting

Uno dopo l'altro, appuntamento al cinema per scoprire il sequel nuovo di zecca di un titolo uscito nientemeno che 20 anni fa.

Film 1325: "T2 Trainspotting" (2017) di Danny Boyle
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika, Maddalena, Franco
Pensieri: E' a tutti gli effetti un'operazione nostalgia. Il passato la fa da padrone, sia nei dialoghi che nelle scelte della trama. Il vero dispiacere è la sensazione che il film sia più interessato a commemorare la storia precedente che regalarne una nuova.
Si è intrappolati in un meccanismo un po' contorto in cui, per ripercorrere le tappe del primo capitolo, questo secondo cristallizza il proprio racconto e sceglie di viviere di cameo degli attori dell'altra pellicola, location chiave dell'altra storia e di dinamiche di gruppo ancora ferme al momento del tramidemento di Renton (McGregor) 20 anni prima.
E, nonostante tutti i tentativi di una regia dinamica, un montaggio forsennato, una colonna sonora da rave e l'articolazione della trama via suggestioni, rimane il fatto che per raccontare il cuore della faccenda qui ci vogliono ore quando, in realtà, basterebbero pochi minuti. Ed è chiaro fin da subito che è così non perché non si abbia niente da dire, ma perché si è preferito rendere omaggio al primo "Trainspotting", nel tentativo di consegnare a quegli stessi spettatori che lo avevano amato gli appigli giusti per godere nuovamente di tutti quegli elementi che avevano garantito il successo e la popolarità del primo film.
Film 1324 - Trainspotting
Cast: Ewan McGregor, Ewen Bremner, Jonny Lee Miller, Robert Carlyle, Kelly Macdonald, Anjela Nedyalkova, Scot Greenan, Shirley Henderson, Katie Leung, Kevin McKidd.
Box Office: $33.2 milioni (ad oggi)
Consigli: Considerato che si tratta di un sequel partorito a così tanta distanza dall'originale, il risultato finale è sufficientemente soddisfacente, anche se l'anima ribelle, irriverente e sfacciatamente ironica del primo "Trainspotting" qui manca. E' un buon lavoro, un titolo che preso in solitudine funziona pochino, ma tutto sommato dovrebbe soddisfare i fan dell'originale. Meglio recuperare il primo e poi vedere questo.
Parola chiave: Centro ricreativo.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 16 marzo 2017

Film 1324 - Trainspotting

Appuntamento al cinema in attesa della mezzanotte e dell'uscita del sequel, ripassando il primo mitico capitolo a distanza di 20 anni.

Film 1324: "Trainspotting" (1996) di Danny Boyle
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika, Maddalena, Franco
Pensieri: Non lo avevo mai visto al cinema, naturalmente, per cui una bellissima nuova esperienza. Era da tempo, tra l'altro, che volevo rivedere questo primo "Trainspotting", urgenza resa più pressante dall'annuncio del successivo "T2" con tutto il cast al completo ritrovatosi per l'occasione. E l'esperienza della visione di entrambi i film, uno di seguito all'altro, è stata particolarmente piacevole, soprattutto perché altrimenti mi sarei perso moltissimi riferimenti e citazioni che la seconda storia fa in omaggio alla prima. Dopo la serata di full immersion ho preso qualche appunto su entrambe le piccole, che riassumo qui.
Partiamo con una banalità sconfinata: musiche cult, personaggi cult, storia cult, film cult. Facile, ma vero.
E' una pellicola che miscela più elementi diversi e riesce a generare più sensazioni: è un pugno nello stomaco, è divertente, tremendamente desolante, lascia non pochi spunti su cui riflettere, sottolinea la differenza di classe, lo sbando giovanile, la consapevolezza di una mancanza di scopo e la ricerca di un senso per una vita che si prospetta di fatiche e poche soddisfazioni. La droga è solo un modo per evitare il confronto con un'esistenza che fatica a spiegare il proprio senso, che non ritrova nei modi di viviere convenzionali un accettabile compromesso di felicità e soddisfazione, è lo strumento di ribellione e scappotoia da quella parte di sé conscia e vigile, incapace altrimenti di chiudere gli occhi e far finta che sia tutto sopportabile;
una cosa che mi ha sempre colpito di questo film è il fatto che l'esposizione umana, espressa anche attraverso la vulnerabilità del corpor, qui è sia femminile che, soprattutto, maschile;
Ewan McGregor ha sia la faccia da angelo che, quando sorride, quella da demonio. E' una "dote" strana che calza a pennello al suo Renton, personaggio con il quale impariamo presto a simpatizzare ma che, nel finale, non tarderà a tradire gruppo;
il gruppo di amici è strampalato e assurdo, a tratti spaventosamente inquietante, a tratti divertente. I genitori, che dovrebbero apparire quali guide e/o modelli per i figli, sono intrappolati negli stessi meccanismi dei gioani, tra alcol e disillusione; colonna sonora fenomenale, impossibile non farsi coinvolgere dal ritmo di certi pezzi intramontabili, difficili da dimenticare anche quando usciti dalla sala;
gli effetti speciali, per quanto a volte rustici, sono davvero suggestivi. La scena del bagno e quella della disintossicazione forzata (con annesso bambino) sono evidentemente finte, eppure estremamente verosimili e credibili (e disgustose e inquietanti)!;
all'inizio del film ho avuto la sensazione che montaggio e regia avessero bisogno di trovare un equilibrio, una sorta di rodaggio collaudato che facesse sparire una certa sensazione di meccanicità. Già dopo la prima mezz'ora ho perso questa sensazione;
il cast è fantastico, un insieme di giovani attori perfetto per le parti che devono rivestire. Da questo punto di vista - e molti altri - "Trainspotting" non sbaglia e riesce anche solo grazie alla scelta dei suoi protagonisti a fare già metà del lavoro. Poi, certo, la storia fa il resto, ma senza questi indimenticabili personaggi non sono sicuro che il risultato finale sarebbe stato lo stesso, ovvero il tagliente, spesso desolante e a tratti divertente racconto di una gioventù senza metà, di una classe sociale priva di prospettive, di una realtà surreale che vederla da fuori sembra più un circo. Insomma, questo film è tante cose, tanti mondi insieme che, inspiegabilmente, compongono un mosaico agrodolce perfettamente riuscito.
Ps. Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale. Ha vinto un BAFTA nella stessa categoria.
Film 1325 - T2 Trainspotting
Cast: Ewan McGregor, Ewen Bremner, Jonny Lee Miller, Kevin McKidd, Robert Carlyle, Kelly Macdonald, James Cosmo, Shirley Henderson.
Box Office: $72 milioni
Consigli: Certo non per tutti i pubblici, ma sicuramentre un grande film, un titolo capace di rimanere indelebilmente impresso per vent'anni e segnare più di una generazione. Cult a dir poco, motivo per cui averlo visto almeno una volta nella vita sarebbe d'obbligo.
Parola chiave: £16.000.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 14 marzo 2017

Film 1323 - Moonlight

Ultimo titolo (per ora) recuperato in vista della notte degli Oscar. Al momento non ho in programma di vedere altro, anche se non escludo di lasciarmi convincere da qualche pellicola lasciata indietro. Dopo questo film, ritornato dal master, mi sono lanciato finalmente nella serata più attesa, lunga e bella dell'anno! And the Oscar goes to...

Film 1323: "Moonlight" (2016) di Barry Jenkins
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: La vittoria di "Moonlight" come Miglior film mi ha fatto ampiamente rivedere la mia posizione di incertezza rispetto a "La La Land". I vincitori annunciati mi danno sempre un po' fastidio anche se a posteriori devo dire che, bagarre di buste sbagliate a parte, probabilmente si tratta di uno scippo bello e buono. Non voglio dire che la pellicola di Barry Jenkins non meritasse di stare in categoria, assolutamente, ma non so se quello che sta dietro alla lavorazione del musical di Chazelle sia paragonabile a ciò che si vede qui. Tutto per dire che "Moonlight" non mi ha convinto, probabilmente perché mi aspettavo qualcosa di diverso. L'ho trovato lento e non poetico, con un buon cast e una certa capacità evocativa del suo regista; non un brutto film, sicuramente non tra i miei migliori dell'anno.
Dicevo: lento. Una pellicola che si prende il suo tempo per raccontare la storia di Chiron, ragazzino di colore che vive una situazione difficile sia a casa che a scuola. Bullizzato dai compagni e non considerato dalla madre drogata, nel tempo troverà conforto in alcune figure chiave che influenzeranno il suo percorso. Una di queste è certamente Teresa, interpretata da una Janelle Monáe nuovamente presente (e nuovamente in un film con Mahershala Ali, dopo "Hidden Figures") che, nonostante il piccolo ruolo, mi è rimasta molto impressa. Brava Naomie Harris, per quanto il suo ruolo mi abbia molto ricordato quello di Mo'Nique in "Precious". Ali, invece, non mi ha lasciato esattamente senza fiato. Per carità, nessuno dice che non sia bravo, ma mi aspettavo davvero molto di più, nonché una presenza incisiva e determinante che di fatto non c'è. Bravissimi, invece, tutti e tre gli attori che interpretano Chiron in età diverse (Alex Hibbert, Ashton Sanders, Trevante Rhodes).
Insomma, di base il film non mi è piaciuto, anche se ci sono state certe scene che mi hanno colpito. Per esempio quella alla spiaggia, dove Chiron e Kevin, ancora adolescenti, hanno il loro primo rapporto e la scena al diner, quando dopo anni si incontrano di nuovo. Qui in particolare mi è piaciuto il fatto che la storia sia meno convenzionale del solito. Chiron è gay e ne è tutto il contrario. o meglio, è diverso dalla classica idea che se ne potrebbe avere. E nonostante il suo aspetto da duro, il suo essere così chiuso in se stesso e l'idea che dal di fuori uno potrebbe farsi, la storia ci racconta che il ragazzo può essere esattamente qualunque persona egli voglia e che le convenzioni, nei momenti personali o di intimità, non valgono niente. Anche lo spettatore, come Kevin, si chiede più volte cosa ne sia stato del piccolo ed insicuro Chiron delle scene iniziali, eppure subito la storia ci ricorda che, a prescindere dall'idea stereotipata che ognuno di noi ha, niente vieta a nessuno di essere quello che veramente è nella forma che più gli aggrada. Poi, va detto, lo stesso Chiron ricade nello stereotipo del ragazzo di strada il cui unico destino è quello di finire a spacciare, ma questa è un'altra storia...
Chiaramente la tematica omosessuale mi ha necessariamente riportato alla mente il capolavoro di Ang Lee "Brokeback Mountain" - scandalosamente snobbato dall'Academy nella categoria Miglior film (scippo degli scippi) - e mi sono ritrovato a pensare, a tratti, che questo film ne fosse una sorta di versione afroamericana e contemporanea. Qui però, nonostante i tempi così diversi, non c'è amore. Che è un po' quello che ho sentito mancante in tutta la storia. La fatica dell'accettarsi, il rifiuto del genitore, il background sociale sono tutti elementi che certamente determinando la persona di Chiron, ma quel primo episodio al chiaro di luna, la gentilezza della coppia che da bambino lo ha accolto, la consapevolezza di sé dovrebbero quantomeno aiutare una ricerca di affetto anche verso la propria stessa persona. Questo mi è parso mancante praticamente sempre mentre seguivo la storia, un vuoto non indifferente che tutta la qualità tecnica e non del prodotto finale non riesce a colmare e, a mio avviso, si fa ampiamente sentire.
Cuore a parte, ho trovato sensata la scelta di assegnare l'Oscar alla sceneggiatura (e mi sarei limitato a quello), nell'ottica di un trionfo epocale di "La La Land" e in mancanza di titoli prettamente competitivi. Fatico a immaginarmi "Arrival" o "Hidden Figures" vincitori in quella categoria, quindi era abbastanza intuibile che sarebbe stata favorita questa storia - ribadiamolo: neri, gay, droga - anche e se non di più in vista di un trionfo come miglior pellicola dell'anno al revival del musical. Che non c'è stato, come sappiamo.
In ogni caso, una cosa che certamente mi ha colpito di "Moonlight" è stata quella legata al montaggio. Si tagliano quasi in anticipo le scene in maniera molto netta: le musiche sembrano sempre sottolineare una sorta di continuazione, di proseguimento di ciò che si sta guardando, eppure, non importa quale canzone stia suonando, tutto viene tagliato a metà, interrotto in favore della scena successiva. E' una scelta curiosa, a volte un po' fastidiosa, che certamente rimane impressa.
Per concludere, questo migliore dell'anno non lo condivido. Storia difficile, cast in parte, risultato finale a tratti disomogeneo. Non lo considero nemmeno tra quelli che mi hanno colpito della stagione passata. Un film come ne ho visti molti, anche se l'importanza della sua vittoria ha un significato storico che va oltre i gusti personali (primo titolo a tematica LGBT e dal cast unicamente di colore a trionfare nella categoria più importante dell'Academy). Ciò detto, "Moonlight" non mi ha convinto.
Ps. 8 candidature agli Oscar 2017 e 3 premi vinti (Miglior film, sceneggiatura e attore non protagonista), 6 candidature ai Golden Globe e una vittoria (Miglior film drammatico) e 4 nomination ai BAFTA.
Cast: Trevante Rhodes, André Holland, Janelle Monáe, Ashton Sanders, Jharrel Jerome, Naomie Harris, Mahershala Ali, Alex Hibbert.
Box Office: $50 milioni
Consigli: Un film tosto, non facile da digerire e certamente impegnativo anche per come è consegnato allo spettatore. Lento, con un protagonista silenzioso e tanti momenti fatti di soli sguardi, "Moonlight" è uno dei film della passata stagione di cui farsi un'opinione, anche se sono sicuro non piacerà a tutti. Io avevo determinate aspettative personali, disattese. Non è un titolo per ogni occasione e sicuramente è bene approcciarcisi preparati sia per quanto riguarda la tematica che per quanto concerne le modalità di realizzazione. Per il resto... fatevene un'idea.
Parola chiave: Blu.

Se ti interessa/ti è piaciuto

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi