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giovedì 12 dicembre 2024

Film 2327 - Migration

Intro: In 3 giorni sono cambiate un sacco di cose e la serenità che ha caratterizzato questo 2024 è svanita. Mi convinco che aggrapparmi alla normalità sia la cosa più normale da fare, per cui eccoci qui con la prima recensione americana. Tre settimane fa sono stato in vacanza a Boston e questo è il primo film che ho visto in aereo.

Film 2327: "Migration" (2023) di Benjamin Renner, Guylo Homsy
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: lo volevo andare a vedere al cinema, ma tra una cosa e l'altra non ero riuscito e, in tutta onestà, mi ero scordato dell'esistenza di questo film. Per cui, quando l'ho trovato nell'elenco dei titoli disponibili, ho pensato che "Migration" fosse la pellicola giusta a cominciare la mia vacanza americana. E, in effetti, avevo ragione.
Chiaramente mirato a un pubblico giovanissimo, questo film è il classico titolo per tutta la famiglia senza pretese, ma che riesce comunque ad accontentare tutti, strappando anche qualche sorriso. È un prodotto carino, niente di più, eppure nella sua semplicità funziona bene.
Il cast di attori è buono, ho apprezzato particolarmente Carol Kane - che conosco principalmente per "Unbreakable Kimmy Schmidt" - che è sempre un piacere vedere o, in questo caso, ascoltare.
Risultato finale scontato, ma tutto sommato un prodotto piacevole e senza troppe pretese.
Cast: Kumail Nanjiani, Elizabeth Banks, Keegan-Michael Key, Caspar Jennings, Tresi Gazal, Awkwafina, Carol Kane, Danny DeVito.
Box Office: $299.9 milioni
Vale o non vale: Per una serata tranquilla o un momento in compagnia o famiglia, sicuramente "Migration" è un'ottima scelta. Divertente, veloce (solo 83 minuti) e in generale piacevole. Non imperdibile, ma non ci si pende di averlo guardato.
Premi: /
Parola chiave: Jamaica.
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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 28 gennaio 2024

Film 2245 - National Treasure

Intro: Ancora a casa e malaticcio, dopo le fatiche del precedente film targato 1944, decido di fare un salto avanti di 60 anni e rivedere un pellicola che, all'epoca, avevo visto al cinema col mio papà.

Film 2245: "National Treasure" (2004) di Jon Turteltaub
Visto: dal portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non lo rivedevo da anni e, per qualche motivo, 20 giorni fa ho risentito l'esigenza di vederlo.
Anzi, a ripensarci il motivo è connesso all'aver letto la notizia che la serie tv targata Disney+, "National Treasure: Edge of History", fosse appena stata cancellata. Siccome ero curioso di recuperare lo show - sia perché si ricollega alle avventure dei primi due film, sia perché Catherine Zeta-Jones era parte del progetto - ho pensato che una buona alternativa all'aver abbandonato l'idea di investire il mio tempo per vedere 10 episodi di una serie che non progredirà oltre, potesse essere tornare a rivedere l'originale con Nicolas Cage nei panni di Benjamin Franklin Gates. E, devo dire, l'idea ha sortito l'effetto sperato.
Facile facile, avventuroso, ricolmo di misteri da risolvere e indizi da mettere insieme, questo primo "National Treasure" funziona benissimo per quello che è, ovvero un prodotto per tutta la famiglia che non fa male a nessuno, regala un paio d'ore di divertimento e finisce presto nel dimenticatoio. Niente di fenomenale, ma mantiene le promesse.
Film 1276 - Il mistero dei Templari
Film 2245 - National Treasure
Film 1277 - Il mistero delle pagine perdute
Cast: Nicolas Cage, Sean Bean, Harvey Keitel, Diane Kruger, Jon Voight, Justin Bartha, Christopher Plummer.
Box Office: $347.5 milioni
Vale o non vale: Succedono talmente tante cose in questo film - di cui la maggior parte completamente assurde - che sembra di assistere a una pellicola della durata di 4 ore. Non lo dico con un'accezione negativa, in realtà il film scorre senza problemi, però è inevitabile di avere la sensazione alla fine della visione la sensazione che si sia assistito a un racconto molto più lungo di quello che non sembrerebbe semplicemente basandosi sul minutaggio del film.
Detto questo, per chi fosse alla ricerca di un intrattenimento facile e spensierato, un'avventura ai confini tra "Indiana Jones", "Il codice Da Vinci" e "The Librarian", in questo "National Treasure" troverà esattamente quello che sta cercando.
Premi: /
Parola chiave: Declaration of Independence.
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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 9 ottobre 2022

Film 2137 - Three Thousand Years of Longing

Intro: Ultimo film prima delle due settimane di stop italiane (finalmente!), decido di recuperare l'ultimo film di George Miller di cui non avevo sentito parlare fino a quando, un paio di settimane prima, ne avevo per caso visto il trailer al cinema.

Film 2137: "Three Thousand Years of Longing" (2022) di George Miller
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: assolutamente non il film che mi aspettavo, questo "Three Thousand Years of Longing" mi ha lasciato in parte soddisfatto, anche se avrei preferito un racconto meno fiabesco e, diciamo, più dinamico.
Non che manchi l'azione o la storia sia raccontata con eccessiva lentezza, ma sicuramente si percepisce una differenza di "passo" quando la trama si concentra su Tilda Swinton e la sua personale avventura moderna puttosto che sui racconti del genio Idris Elba, decisamente più interessanti sia a livello narrativo che estetico. E' nei momenti in cui il magico abitante della lampada (in questo caso vasetto) ripercorre il suo passato e le vicissitudini che lo hanno costretto alla prigionia di vetro che la storia prende davvero vita, lasciando lo spettatore desideroso di vedere e scoprire di più.
Questo binomio moderno/fiabesco è forse l'aspetto che mi ha lasciato più perplesso rispetto al film di Miller, magistrale nel mettere in scena la fiaba, i suoi protagonisti e le loro vicende ma che, inavvertitamente, conferisce al resto della storia un'allure meno desiderabile e interessante. Anche perché, diciamocelo, Alithea (Swinton) non è esattemente un personaggio carismatico.
Poi, per carità, ho trovato inaspettatamente piacevole la quota romantica del finale - una piega che credo in pochi avessero previsto - ma questo non riesce in ogni caso a salvare il risultato finale dalla sensazione di aver assistito alla narrazione di due differenti storie che corrono parallele senza mai davvero incontrarsi o amalgamarsi.
Senza contare che la promessa dei 3 desideri, la presenza di un genio della lampada, la famosa creatività di Miller come storyteller e una certa potenza evocativa del trailer, a inizio film farebbero pensare a tutt'altro tipo di film che, nella realtà, mai si concretizza. E se potenzialmente questo non dovrebbe rappresentare un problema o un ostacolo, qui finisce per lasciare lo spettatore più confuso che soddisfatto. Perché, con l'inebriante prospettiva di 3 desideri e l'infinito come limite, passiamo più di metà del film in una camera d'albergo? La caratterizzazione di Alithea e del suo personaggio funziona come scusa fino a un certo punto, diciamocelo. Si sarebbero potute esplorare altre vie per implicare la sua caparbietà e risolutezza, ribadire quanto sia a suo agio con sé stessa e le sue scelte di vita riuscendo comunque a farla uscire dalle quattro mura cui la sceneggiatura la confina per troppo tempo del film. E, non fosse per gli esotici racconti del genio, si sarebbe rischiato di suscitare nello spettatore un certo senso di claustrofobia.
Un po' un peccato, insomma, perché chiaramente i due protagonisti sono attori meravigliosi, Miller ha un modo di raccontare tutto suo che incanta e affascina e la storia, in generale, avrebbe potuto espandersi e raccontare meraviglie purtroppo qui solo marginalmente esplorate (e comunque sempre declinate al passato).
Sicuramente una parte di me è rimasta delusa dall'esperienza "Three Thousand Years of Longing" dalla quale mi aspettavo molto, molto di più e decisamente qualcosa di diverso. Poi, lo ammetto, certi aspetti della visione di questo film mi hanno comunque conquistato, principalmente l'approccio fiabesco, che onestamente avrei preferito costituisse la maggior parte del racconto.
Non il film che mi aspettavo, non quello che desideravo veder,e ma certamente un'esperienza cinematografica diversa rispetto al solito. Non basterà a tutti, ma per qualcuno potrebbe valere la visione (non per molti, visto il gigantesco flop commerciale che questo film è stato, partito da un budget $60 milioni).
Ps. Per gli amanti della cultura pop, nel film compare in un cameo muto una delle figure chiave dell'advertisment italiano anni '90-'00, ovvero nientemeno che Megan Gale.
Non è la prima volta, però, che Miller e Gale collaborano, avendo già visto l'attrice australiana prendere parte in un ruolo decisamente marginale (ma quantomeno non muto) nel precedente "Mad Max: Fury Road". Pps. Non so quanto rilevante per i più, ma nelle mie note a fine visione ho scritto: Tilda Swinton ricorda una combo tra Miranda di "Sex and the City" e la costumista Sandy Powell.
Sulla scia di questo pensiero, mi sento di aggiungere che il personaggio di Alithea mi ha ricordato quella della protagonista del film "Nim's Island" interpretato da Jodie Foster.
Cast: Tilda Swinton, Idris Elba, Aamito Lagum, Lachy Hulme, Megan Gale, Melissa Jaffer, Anne Charleston.
Box Office: $17.5 milioni
Vale o non vale: Non l'ho amato, non l'ho detestato. O, per essere forse più precisi, ho adorato certe parti e trovato più faticose certe altre. Ed è un po' questa la caratteristica più evidente di "Three Thousand Years of Longing", una pellicola troppo evidentemente divisa a metà e difficilmente "incollata" insieme.
Non per tutti, ma sicuramente un'esperienza cinematografica diversa dal solito.
Premi:
Parola chiave: Desideri.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 2 settembre 2022

Film 2130 - Nerve

Intro: L'avevo iniziato a vedere poco dopo l'uscita nelle sale, ma lo avevo abbandonato per mancanza di interesse. Poi l'altra sera con Ciarán cercavamo qualcosa di facile facile da vedere e, cercando su Netflix, l'ho ritrovato. E gli ho dato una seconda possibilità...

Film 2130: "Nerve" (2016) di Henry Joost, Ariel Schulman
Visto: dal computer portatile di Ciarán
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: col senno di poi, "Nerve" non è sicuramente peggio di tanti altri film che ho visto nella mia vita. Avrei potuto continuare a vivere sereno anche senza vederlo per intero? Sicuramente, ma considerato quante altre pellicole inutili ho comunque finito di vedere, non posso davvero dire che questo film si meritasse un trattamento differente.
Poi, per carità, l'ho trovato abbastanza inutile e non particolarmente innovatino nonostante proponga una storia dal piglio moderno e un po' provocatorio. La sensazione è che la provocazione stia tutta nella teoria, mentre nella pratica "Nerve" pare troppo preoccupato ad assicurarsi di mettere in scena tutti quei cliché che una parte di Hollywood pare proprio non riuscire a scrollarsi di dosso (voglio dire, nella prima mezz'ora di film ci becchiamo subito i due - bellissimi - protagonisti in mutande, nientemeno).
Insomma, questa pellicola lascia il tempo che trova, pur intrattenendo a sufficienza per la sua ora e mezza di durata.
Ps. Il film si basa sul romanzo omonimo di Jeanne Ryan.
Cast: Emma Roberts, Dave Franco, Juliette Lewis, Emily Meade, Miles Heizer, Kimiko Glenn, Machine Gun Kelly, Samira Wiley.
Box Office: $85.3 milioni
Vale o non vale: Si vede e si dimentica. Può andare bene per una serata a cervello spento, ma davvero niente di più.
Premi: /
Parola chiave: Prisoner.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 8 luglio 2022

Film 2116 - The Emperor's New Groove

Intro: Mi è tornata improvvisamente voglia di vederlo, così l'ho recuperato appena ho avuto occasione.

Film 2116: "The Emperor's New Groove" (2000) di Mark Dindal
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: l'avevo già visto una volta, ma ammetto che non me lo ricordassi così bene. Ero principalmente incuriosito dallo status di cult che ha ottenuto nel corso degli anni e volevo capire se ne avrei apprezzato l'umorismo a quanto pare inusuale per un prodotto Disney di questo tipo, in un'epoca in cui la casa di Topolino non era certo al suo massimo splendore. E devo dire che "The Emperor's New Groove" è stata una piacevole riscoperta!
Simpatico, piacevole e dal ritmo incalzante, l'avventura di Kuzco (David Spade) e del GGG Pacha (John Goodman) è una boccata d'aria fresca che, a 22 anni dalla sua uscita nelle sale, funziona ancora meravigliosamente bene. Da non sottovalutare, poi, la forza dirompente del dinamico duo Yzma & Kronk (Eartha Kitt e Patrick Warburton) che, praticamente da soli, portano tutta la spinta comica della storia sulle loro spalle.
Forse non il classico Disney che uno si aspetta, ma certamente un felice caso di "esperimento riuscito" che devia dal racconto standard simil-fiaba più tradizionale cui eravamo stati abituati fino a quel momento, per concentrarsi su temi meno esplorati come l'amicizia, la scoperta di sé e il percorso di formazione. Da vedere.
Cast: David Spade, John Goodman, Eartha Kitt, Patrick Warburton, Wendie Malick.
Box Office: $169.6 milioni
Vale o non vale: Divertente e dal buon ritmo, "The Emperor's New Groove" rompe la tradizione delle principesse Disney e si concentra su un protagonista egocentrico e immaturo che, attraverso una magia e un viaggio forzato alla compagnia di un co-protagonista dalla personalità completamente opposta, imparerà che nella vita c'è molto di più che mettere sé stessi sempre al primo posto.
Per certi versi meno iconico di altri titoli Disney, ma ha un suo perché che vale la pena di scoprire.
Premi: Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior canzone originale ("My Funny Friend and Me" di Sting e Dave Hartley); 1 nomination ai Grammy nella categoria Best Song Written for a Motion Picture, Television or Other Visual Media per la stessa canzone.
Parola chiave: Summer palace.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 26 aprile 2022

Film 2104 - The Lost City

Intro: Martedì scorso ho deciso di passare la mia serata libera al cinema, in un momento particolarmente prolifico di pellicole che mi interessa recuperare. Al momento non c'è tempo per vederle tutte, per cui ho scelto il film di cui mi sembrava di avere più bisogno in quel momento: una commedia.

Film 2104: "The Lost City" (2022) di Aaron Nee, Adam Nee
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: certamente non indimenticabile, anche se divertente quanto basta, l'ultima pellicola con Sandra Bullock e Channing Tatum regala qualche momento divertente e ci ricorda perché, oggi più che mai, il genere comico andrebbe riportato in auge grazie a titoli ben più potenti (e creativi) di questo.
In una sorta di mix narrativo che chiama in campo avventura ed elementi d'azione (e mi ha ricordato moltissimo la premessa di "Alla ricerca dell'isola di Nim"), "The Lost City" funziona principalmente grazie alla buona chimica tra i due protagonisti che certamente fanno del loro meglio - specialmente Tatum - per portare a casa un risultato soddisfacente e credibile nonostante un modello di comicità che abbiamo visto già tante altre volte. In questo senso mi sento di dire che il personaggio di Beth (Da'Vine Joy Randolph) rappresenta l'esempio più banale e malamente sfruttato di tutto il film, pescando a mani basse in quella serie di cliché legati alla figura autoritaria e insolente della donna afroamericana dalla "sassy attitude" che abbiamo visto in svariate sfumature e toni riproporsi milioni di altre volte in altre titoli (penso a Tiffany Haddish in "Girls Trip", Mo'Nique in "Almost Christmas", Retta in quel gioiellino di "Parks and Recreation", ma anche il personaggio di Madea interpretato da Tyler Perry e così via).
Al contrario, ho particolarmente apprezzato l'evoluzione attoriale di Daniel Radcliffe, qui sorprendentemente in grado di regalare al suo personaggio una buona gamma emozionale specialmente nei momenti di rabbia e frustrazione, ovvero quella presenza scenica che gli è mancata per tutta la saga potteriana. Chapeau.
Per il resto, come si diceva, "The Lost City" intrattiene quanto basta e va a parare precisamente dove ci si aspetterebbe, per un risulato finale tanto prevedibile quanto confortante. Perché, in fin dei conti, è proprio quello che ci aspettavamo (e volevamo) da questo tipo di film.
Cast: Sandra Bullock, Channing Tatum, Daniel Radcliffe, Da'Vine Joy Randolph, Brad Pitt, Patti Harrison, Oscar Nunez, Bowen Yang.
Box Office: $128.1 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Non indimenticabile, ma buono quanto basta a far passare una serata spensierata. Sandra Bullock sembra sempre un po' scazzata (sarà solo il personaggio che interpreta?), ma Channing Tatum è perfettamente in parte e da solo regala i momenti di spensierata leggerezza che questa storia cerca di portare sullo schermo. E sopratutto fa dimenticare la caratterizzazione un po' bizzara di certi altri personaggi. Tutto sommato, comunque, godibile.
Premi: /
Parola chiave: Crown of Fire. (Che quando lo dice Daniel Radcliffe non fa che ricordare il ben più famoso Goblet of Fire o Calice di fuoco...)
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 25 marzo 2022

Film 2097 e 2101 - Uncharted

Intro: Non che fosse mia intenzione, ma alla fine ho visto questa pellicola due volte al cinema, la prima per distrarmi da una settimana consecutiva passata a casa, la seconda dopo il brunch in compagnia di Rachel.

Film 2097 e 2101: "Uncharted" (2022) di Ruben Fleischer
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno; Rachel
In sintesi: "Uncharted" è sufficientemente piacevole da non risultare noiso da seguire una seconda volta, anzi devo dire che mi sono divertito abbastanza anche durante la seconda visione.
Chiaro che, visto un'altra volta e a poca distanza dalla prima, non ho potuto fare a meno di notare (ancora di più) tutto quell'insieme di elementi impossibili e/o comunque improbabili che la storia ci rifila, ma che ci facciamo andare bene purché il film sia sufficientemente di intrattenimento. E "Uncharted" tutto sommato lo è.
Tutto il merito, va detto, è di un Tom Holland sempre più lanciato e spigliato, simpatico senza sforzo forse anche grazie a quell'espressione un po' ingenua e ancora un po' infantile che lo contraddistingue, eppure perfetto in qualsiasi scena d'azione (tra l'altro gli fanno togliere la maglia ogni due per trequi, neanche fosse richiesto da contratto). Mark Wahlberg fa Mark Wahlberg è per questo tipo di prodotto va bene così, mentre Sophia Ali - mi dispiace, non c'è altro modo per metterla giù - è di un'antipatia esasperante. Sarà il personaggio, sarà la sua recitazione, di fatto l'ho trovata insopportabile. Banderas (o quantomeno il suo personaggio), invece, è più inutile del previsto, il che mi ha piuttosto sorpreso; al suo fianco una Tati Gabrielle nei panni della cattiva che ho trovato tanto credibile quanto sostituibile (e lei davvero non mi aspettavo di trovarla in questa produzione, mi immaginavo che il suo pocco di carriera si fosse concluso con la messa in onda del reboot Netflix "Chilling Adventures of Sabrina". Chapeau).
Al di là del cast, comunque, devo ammettere che questa pellicola riesce abbastanza bene a stimolare la fantasia dello spettatore - anche se forse dovrei dire i ricordi, dato che "Uncharted" ricorda tantissimo titoli come "Il mistero dei Templari", "Pirati dei Caraibi", "Lara Croft: Tomb Raider", "Il codice da Vinci" e, a tentativi, "Indiana Jones" - e in fin dei conti il risultato finale porta casa il risultato sperato: passare un paio d'ore di spensierato intrattenimento.
Ps. Concordo con la critica che ha sottolineato che nel film ci sia davvero troppo, troppo product placement che distrae dalla visione.
Cast: Tom Holland, Mark Wahlberg, Sophia Ali, Tati Gabrielle, Antonio Banderas, Manuel de Blas, Nolan North, Pilou Asbæk.
Box Office: $340 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Non conoscendo il videogioco da cui è tratto il film non posso comparare l'esperienza ludica a quella cinematografica. per quanto il film non sia un capolavoro, comqunque, va detto che almeno ha il pregio di non prendersi troppo sul serio anche grazie ad un protagonista che da solo salva tutta la baracca. E non è che Tom Holland fino ad ora abbia dimostrato chissà quali doti recitative, però almeno sicuri che, quando c'è lui, il risultato è assicurato.
Premi: /
Parola chiave: Prima mappa del mondo.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 4 agosto 2021

Film 2040 - Jungle Cruise

Intro: Visto letteralmente due sere fa. Non mi capitava da un bel po' di essere cosi puntuale con una recensione... Lo avevo detto che ero in pari!

Film 2040: "Jungle Cruise" (2021) di Jaume Collet-Serra
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: nessuno si aspettava un capolavoro da questo "Jungle Cruise", ciò non toglie che si potesse fare di più, soprattutto considerato che a disposizione si avesse il talento di Emily Blunt (che a quanto pare sta facendo scintille in casa Disney ultimamente).
La verità è che questa pellicola ne ricorda tante altre e allo stesso tempo fallisce nel tentativo di rendersi riconoscibile per stile, ritmo o racconto, il tutto per un risultato finale che è piattamente godibile sì, ma strizza troppo l'occhio ad altre avventure come quelle di (uno qualunque dei 3) "Jumanji", (uno qualsiasi degli innumerevoli) "Pirates of the Caribbean", (uno qualsiasi dei vari) "The Mummy", (uno dei 2) "National Treasure" e via dicendo.
Insomma, considerando che la sceneggiatura di "Jungle Cruise" non presenta certo niente di innovativo o mai visto prima sul grande schermo, ci si sarebbe dovuti concentrare più sul conferire tridimensionalità ai personaggi principali - non basta al giorno d'oggi che la tua eroina sia una donna indipendente, risoluta e nata in un momento storico che non le rende giustizia - e dare un tono comico a tutto il racconto, perché altrimenti il tuo film risulterà semplicemente l'ennesimo titolo usa e getta con protagonista Dwayne Johnson che racconta di una maledizione ed è ispirato ad una delle giostre dei parchi a tema della Disney (sì, ci risiamo...).
Ribadisco che nessuno si aspettasse la pellicola del secolo, però mi sento di dire che nonostante le basse richieste del consumatore - domenica avevo solo voglia di vedere un prodotto facile facile che mi facesse spegnere il cervello - il risultato finale sia decisamente inferiore al potenziale di un titolo dal budget mostruoso di 200 milioni di dollari: gli effetti speciali sono mediocri, gli zigomi della Blunt mai così ferilliani, siamo nuovamente alle prese con una storia incentrata su una maledizione e dei conquistadores, per l'ennesima volta siamo di fronte ad un albero magico della vita ("Avatar" certamente, ma anche "Pocahontas") e, insomma, Dwayne Johnson avrà anche il suo fascino (suppongo), ma non si tratta certo del miglior attore della storia del cinema.
Quindi, ecco, diciamo che con tutta la buona volontà del mondo, "Jungle Cruise" proprio non colpisce, non lascia il segno. E sono felice che la Disney si stia finalmente svegliando dal suo torpore cis eterosessuale e cominciando a regalare (qualche) rappresentazione LGBT nei suoi prodotti, però questo piccolo gesto (miscroscopico, a dire il vero) di apertura nei confronti di racconti e storie con un piglio più moderno non è sufficiente a riscattare un giro di giostra cinematografica piuttosto insipido. E sorprendentemente privo di ironia.
Ps. Ma poi cosa ti serve avere Paul Giamatti nel cast se lo usi per due scene a inizio film e una scena nel finale?!
Cast: Dwayne Johnson, Emily Blunt, Édgar Ramírez, Jack Whitehall, Jesse Plemons, Paul Giamatti, Veronica Falcón, Dani Rovira, Quim Gutiérrez.
Box Office: $66.4 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: I tentativi di epicità falliscono miseramente, l'avventura di per sé non ha niente di mai visto e il fatto che ci si affidi all'ennesima maledizione da annulare direziona tutta l'operazione "Jungle Cruise" verso quel limbo di mediocrità in cui si trovato titoli simili con budget e cast stellare che preferiscono raccontare la solita storia fotocopia che non ha veramente nulla da dire e il cui senso supremo è quello di incassare soldi al botteghino in vista di un sequel (che speriamo non si avveri, ma dubito) che tenterà di bissare il successo. C'è da dire che al momento il successo parrebbe non essere colossale, ma le variabili Covid + Disney+ vanno certamente prese in considerazione.
Insomma, capiamoci, "Jungle Cruise" funziona se siete alla ricerca di un prodotto che non richieda alcuno sforzo mentale e nessuna particolare esigenza di prestare attenzione per tutti i 127 minuti di durata. Per qualsiasi altra esigenza, invece, meglio rivolgersi altrove.
Premi: /
Parola chiave: Petali.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 22 maggio 2021

Film 2003 - Up

Intro: Nuovo appuntamento cinematografico richiesto da Ferdia. Questa volta ci spostiamo nel territorio delle pellicole di animazione.

Film 2003
: "Up" (2009) di Pete Docter
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: "Up" è sicurmante un film sempre carino e molto spassoso, anche se presenta un certo effetto nostalgia che non mi fa venire voglia di rivederlo tanto quanto altri prodotti di casa Pixar. In generale, comunque, sempre un prodotto di eccellente qualità e i due protagonisti presentano una dinamica di coppia/opposti perfetta.
Film 5 - Up
Film 801 - Up
Film 2003 - Up
Cast: Edward Asner, Christopher Plummer, Jordan Nagai, Bob Peterson, Pete Docter, Delroy Lindo.
Box Office: $735.1 milioni
Vale o non vale: Sicuramente un ottimo esempio di intrattenimento per tutta la famiglia, intelligente, divertente e di qualità.
Premi: Candidato a 5 Oscar tra cui Miglior film e sceneggiatura originale, ne ha vinti 2 per Miglior film d'animazione e colonna sonora; vincitore di 2 Golden Globes per Miglior film d'animazione e colonna sonora, categorie in cui ha trionfato anche ai BAFTA (su 4 nomination, tra cui quella per la sceneggiatura originale). Vincitore del Grammy per Best Score Soundtrack Album for a Motion Picture, Television or Other Visual Media.
Parola chiave: Album fotografico.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 20 maggio 2021

Film 2001 - The Adventures of Tintin

Intro: Secondo film dal gigantesco iMac che la DCU mi ha dato in prestito, ho deciso di optare (nuovamente) per un titolo d'animazione.

Film 2001
: "The Adventures of Tintin" (2011) di Steven Spielberg
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: c'era qualcosa rispetto a questa pellicola che non mi aveva mai attirato, motivo per cui mi ci sono di fatto voluti 10 anni per recuperarla... E devo dire che il mio istinto non aveva tutti i torti. (O sarà la classica profezia che si auto avvera?)
"The Adventures of Tintin" non è un prodotto malvagio, ci mancherebbe, però per essere un cartoon - tra l'altro diretto da uno che di avventura e suspense se ne intende - non solo è un film abbastanza violento, ma pure piuttosto noioso. Ho veramente faticato ad appassionarmi a questa storia ed è un vero peccato considerato che da bambino ho passato anche io il mio buon momento da appassionato di Tintin (avevo persino il videogioco).
Detto questo, ribadisco, non è che il film di Spielberg sia terribile, semplicemente mi è parso poco ispirato. O, forse, mi è parso così perché io per primo non ero troppo convinto rispetto a questa esperienza cinematografica. In ogni caso, meh.
Cast: Jamie Bell, Andy Serkis, Daniel Craig, Nick Frost, Simon Pegg, Toby Jones, Mackenzie Crook.
Box Office: $374 milioni
Vale o non vale: Non mi ha fatto impazzire, ma questo non vuole dire che sia una totale perdita di tempo. Sicuramente, però, mi aspettavo molto di più.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior colonna sonora; vincitore del Golden Globe per il Miglior film d'animazione e candidato a 2 BAFTA per film d'animazione ed effetti speciali.
Parola chiave: Isola.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 12 maggio 2021

Film 1995 - Raya and the Last Dragon

Intro: Altro cartone animato, questa volta solo di casa Disney. Ero molto curioso di vederlo...
Film 1995: "Raya and the Last Dragon" (2021) di Don Hall, Carlos López Estrada
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: mi rendo conto che il momento storico sia quel che sia, ma non posso fare a meno di rimanere un tantino sorpreso dall'incasso deludente di questa pellicola che, diversamente da molti prodotti visti quest'anno, presenta un buon livello di qualità e originalità. Specialmente quando un altro titolo simile come "The Croods: A New Age" ha incassato (solo al cinema) $60 milioni in più. Sarà che questo "Raya and the Last Dragon" non è un sequel né fa parte di un franchise, sarà che la diretta concorrenza con pellicole che mirano alla stessa audience ha influito, sarà il potere dello streaming vs. la non ancora ristabilità normalità della fruizione cinematografica, di fatto il recente prodotto di casa Disney non ha decisamente fatto il botto.
Ed è un peccato perché questo film funziona. Magari non è indimenticabile come certi altri classici cartoon, ma sicuramente presenta tutti gli elementi richiesti ad una pellicola di animazione che si rispetti: un'estetica solida e ben sviluppata, humor, una buona protagonista e un gruppo eterogeneo e spassoso di non protagonisti, ritmo ed elementi narrativi sufficientemente sviluppati, ottime sequenze d'azione. Ho trovato un po' stiracchiata l'idea del bebé ninja, ma quella è un'altra storia.
Insomma, "Raya and the Last Dragon" è un ottimo titolo per tutta la famiglia, perfetto veicolo per la comicità contagiosa di Awkwafina - che qui praticamente interpreta se stessa - e in definitiva una pellicola ben confezionata, piacevolissima e bellissima da guardare. Non si poteva chiedere di più.
Cast: Kelly Marie Tran, Awkwafina, Izaac Wang, Gemma Chan, Daniel Dae Kim, Benedict Wong, Sandra Oh, Thalia Tran, Lucille Soong, Alan Tudyk.
Box Office: $105.9 milioni
Vale o non vale: Divertente, dinamico e visivamente stupendo, "Raya and the Last Dragon" è il titolo perfetto per un momento di svago adatto a tutti. Da recuperare.
Premi: /
Parola chiave: Kumandra.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 4 maggio 2021

Film 1990 - Love and Monsters

Intro: Qualche tempo fa guardavo un video su YouTube rispetto alla costruzione narrativa di alcune pellicole uscite nell'ultimo periodo e si citava questo titolo di cui, onestamente, non avevo mai sentito parlare prima. Ovviamente mi è subito venuta voglia di recuperarlo!
Film 1990: "Love and Monsters" (2020) di Michael Matthews
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: in una sorta di mix divertente e divertito di alcune altre pellicole - penso a "Zombieland", "10 Cloverfield Lane", "Bird Box" e "A Quiet Place" con un pizzico di post apocalittico alla "Hunger Games"/"Divergent"/"The Maze Runner" - "Love and Monsters" racconta la storia di un giovane amore bloccato sul nascere dalla caduta sulla terra di un asteroide che casusa una mutazione genetica negli animali a sangue freddo tramutandoli in mostri giganti e deformi.
Joel (Dylan O'Brien), che da quando vivere in superficie è diventato pericoloso si è trasferito sottoterra con un gruppo di altri sopravvissuti, è considerato da tutti un fifone con zero possibilità di sopravvivenza dovesse uscire all'aperto, motivo per cui causerà stupore generale la sua decisione di lasciare il rifugio sotterraneo e mettersi alla ricerca della sua (ex?) fidanzata che vive presso un altro nascondiglio a parecchi chilometri di distanza. Senza vere e proprie abilità di combattimento, sprovvisto di mezzi di comunicazione durante il viaggio e completamente solo, Joel deciderà comunque di partire con la speranza di riunirsi all'amata e, possibilmente, di non lasciarci la pelle nel mentre. Inutile dire che ci sarà molto altro da considerare, specialmente una volta raggiunta la meta.
Insomma, premessa simpatica e protagonista perfetto per un film di piacevole disimpegno e interessante appeal estetico che, nonsotante un budget relativamente limitato per una produzione hollywoodiana ($30 milioni), riesce però a sviluppare un proprio immaginario che passa soprattutto per la realizzazione dei mostri, ma anche per quegli aspetti meno prominenti ma pur sempre fondamentali come il sottofondo post apocalittico e un certo progresso tecnologico che, insieme, vanno a definire il mondo di questa storia in maniera davvero efficace.
Poi, per carità, non si tratta di un capolavoro, ma come per tanti altri titoli usciti in questo periodo di pandemia, "Love and Monsters" rappresenta una boccata d'aria fresca in un panorama altrimenti quasi desolante.
Cast: Dylan O'Brien, Jessica Henwick, Dan Ewing, Ariana Greenblatt, Michael Rooker.
Box Office: $1.1 milioni
Vale o non vale: Non so se in un mondo parallelo senza Covid e con una normale programmazione cinematografica questa pellicola avrebbe comunque attirato l'interesse dell'Academy (francamente sono rimasto stupito dalla nomination per gli effetti speciali), in ogni caso "Love and Monsters" regala un'oretta e mezza di simpatica distrazione e colpisce lo spettatore per uno spiccato senso estetico che ne eleva il risultato finale. Sicuramente un'ottima opzione per una serata di spensieratezza e un po' di divertimento.
Premi: Candidato all'Oscar per i Migliori effetti speciali.
Parola chiave: Occhi.

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domenica 3 gennaio 2021

Film 1767 - Sahara

Intro: L'avevo visto al cinema con padre e mi pareva di ricordare mi fosse piaciuto. Siccome fu un gigantesco flop al botteghino, per non parlare delle pessime critiche, mi sembrava giunto il momento, a 15 anni di distanza, di dar a questa pellicola una seconda chance.
Film 1767: "Sahara" (2005) di Breck Eisner
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: chi l'avrebbe detto, nel 2005, che 2 dei protagonisti di questa pellicola fossero destinati a vincere un Oscar?! NESSUNO. Dai, forse Penélope era già più plausibile, ma Matthew McConaughey Miglior attore protagonista proprio non si riusciva a concepire neanche nelle più sfrenate fantasie da trip metanfetaminico. Per non parlare del fatto che questa storia racconta (anche) di un'epidemia...
Sconvolgenti avvenimenti futuri a parte, "Sahara" è un film d'avventura con budget da colossal ($160 milioni di dollari) che mixa l'ambientazione desertica de "La mummia", ci incastra dentro una sorta di caccia al tesoro alla "Il mistero dei Templari", cerca quel brivido alla 007 e rilancia con il fascino - qui francamente un po' troppo abbrustolito - di Matthew McConaughey e i suoi addominali, il tutto per un risultato finale noioso e poco elettrizzante. Sono rimasto francamente sorpreso dall'incapacità di questo prodotto commerciale di risultare di buon (o quantomeno decente) intrattenimento.
Insomma, tutto considerato, da questo "Sahara" mi aspettavo (e ricordavo) molto di più.
Cast: Matthew McConaughey, Steve Zahn, Penélope Cruz, Lambert Wilson, Glynn Turman, Delroy Lindo, William H. Macy, Rainn Wilson, Lennie James.
Box Office: $119.2 milioni
Vale o non vale: Non è certo il film più brutto della storia, ma se consideriamo che si tratta di una pellicola commerciale il cui unico intento è quello di intrattenere e divertire, "Sahara" è un clamoroso buco nell'acqua. Poi, per carità, si lascia guardare e dimenticare senza fatica, ma di certo non è di quei prodotti che ti lasciano soddisfatto.
Premi: /
Parola chiave: Carro armato.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 13 novembre 2020

Film 1946 - Ready Player One

Intro: Avevo provato a vedere questo film già altre due volte senza mai andare oltre ai primi 10 mintui. Al terzo tentativo ce l'ho fatta!
Film 1946: "Ready Player One" (2018) di Steven Spielberg
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: era una vita che non vedevo un film di Spielberg che mi lasciasse pienamente, spensieratamente soddisfatto. E' vero che "Bridge of Spies" non è male, ma nemmeno una di quelle pellicole per cui mi strappo i capelli dalla voglia di rivedere. "Ready Player One", invece, è una perfetta avventura tutta effetti speciali e azione, vero e proprio videogioco che, specialmente nella prima parte di storia, non manca di lasciare colpiti. Già perché, diciamocelo, quando Spielberg vuole sa perfettamente come imbastire la narrazione perfetta.
In generale questo film potrebbe anche non avere una trama, tanto il punto della storia è godersi la realtà parallela del videogioco, le corse, le meraviglie date dalle infinite possibilità della realtà virtuale, comunque la sceneggiatura fa il suo dovere e intrattiene degnamente per le 2 ore e passa di durata. Diciamo che, pur non essendo il titolo perfetto (una marea di product placement e rimandi pop), "Ready Player One" è spassoso, colorato e vivace e mantiene le promesse del trailer. Il che non capita spesso, specialmente ultimamente.
Forse la produzione di "Doctor Sleep" si sarebbe dovuta ripassare "The Shining" da qui, quantomeno dal punto di vista del ritmo della narrazione...
Cast: Tye Sheridan, Olivia Cooke, Ben Mendelsohn, T.J. Miller, Lena Waithe, Simon Pegg, Mark Rylance, Philip Zhao, Win Morisaki, Hannah John-Kamen, Ralph Ineson, Susan Lynch.
Box Office: $582.9 milioni
Vale o non vale: Godibilissimo e spettacolare da vedere, questa pellicola punta tutto sulle immagini e fa centro. Titolo perfetto per tutta la famiglia per un momento di spensierata leggerezza che richiede divertimento facile. Vale la pena di giocare con "Ready Player One".
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per i Migliori effetti speciali.
Parola chiave: Easter Egg.
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lunedì 8 giugno 2020

Film 1718 - Tomb Raider

Intro: Avevo provato a cominciarlo ancora in Australia durante i sei mesi di reclusione al Takarakka, ma la qualità del file scaricato era tremenda, così ho deciso di posticipare. Ne ho approfittato una volta in aereo verso la mia nuova avventura: America (Los Angeles durante gli Oscar 2019, Las Vegas e San Francisco) e Nuova Zelanda.
Film 1718: "Tomb Raider" (2018) di Anthony Russo, Joe Russo
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: c'era bisogno di un reboot della saga su Lara Croft? Assolutamente no, ma ho abbracciato la nuova proposta cinematografica principalmente per la presenza della mia adorata Alicia Vikander, qui in nel suo ruolo finora più commerciale. Dopo produzioni europee ("A Royal Affair"), ruoli provocatori ("Ex Machina") e un Oscar ("The Danish Girl"), era giunto inevitabilmente il momento per lei di confrontarsi con qualcosa di più globale e mainstream in termini di carriera. Il risultato finale? Niente di elettrizzante onestamente, anche se è indubbio che la ragazza ce l'abbia messa tutta per riportare in vita l'eroina dei videogames della Crystal Dynamics.
Precedentemente interpretata da Angelina Jolie - che ha reso il ruolo francamente iconico in termini di look e stile -, la produzione qui ha voluto giocare più su un dinamismo da film d'azione tradizionale, piuttosto che su una plasticità gonfiata e una realizzazione palesemente fittizia, il tutto per ricercare un realismo in grado di validare la storia. Niente di nuovo, è quello che, per dire, è successo di recente con il reboot di "Jumanji", anche se qui mi pare il risultato finale sia decisamente meno riuscito. Manca sicuramente una componente divertita e divertente, il che appesantisce un prodotto votato teoricamente all'intrattenimento facile e spensierato. Poi, per carità, "Tomb Raider" si lascia guardare, ma decisamente non rimane impresso. Vikander non ha ancora conseguito uno star power tale da mobilitare le masse al cinema, la pellicola manca di un'estetica propria che la contraddistingua dalle altre o dalle precedenti e il progetto finisce per rimanere schiacciato tra il tentativo di sganciarsi dai precedenti due capitoli cinematografici e l'esigenza di presentarsi come rilevante in quanto più serio rispetto a quanto prodotto finora sul personaggio di Lara Croft. Servono più idee e una trama più accattivante, ma a mio avviso Alicia Vikander risulta una scelta azzeccata.
Cast: Alicia Vikander, Dominic West, Walton Goggins, Daniel Wu, Kristin Scott Thomas, Derek Jacobi, Nick Frost.
Box Office: $274.7 milioni
Vale o non vale: Niente di entusiasmante, "Tomb Raider" funziona per chi fosse in cerca di una distrazione facile e dimenticabile per una serata tranquilla all'insegna dell'avventura e dell'azione. Ma niente di più. Un sequel è in lavorazione.
Premi: /
Parola chiave: Himiko.

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domenica 19 aprile 2020

Film 1872 - Frozen II

Intro: Tutti un po' sorpresi dal fatto che questo secondo capitolo non si sia portato a casa nemmeno la nomination all'Oscar come Miglior film d'animazione, il che mi ha incuriosito e convinto definitivamente a vederlo appena lo streaming me lo ha concesso. (In realtà lo avrei recuperato anche al cinema, ma la versione originale a Ushuaia non era contemplata e non me la sono sentita di vedermi tutto il film in spagnolo.)
Film 1872: "Frozen II" (2019) di Chris Buck, Jennifer Lee
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: questo secondo "Frozen" è meglio o peggio del primo? Ce l'ha fatta la Disney a produrre un sequel degno del successo stratosferico del primo, popolarissimo cartoon? Insomma, regge il confronto?
Prima di rispondere, una mia personalissima premessa: non provo particolare entusiasmo per "Frozen", che sia 1 o 2, e anzi, fatico ancora a comprenderne l'ossessione globale. Visivamente si tratta di prodotti molto belli, musicalmente curati e dalle giuste canzoni-tormentone, però tutto sommato nessuno dei due episodi mi ha portato alla necessità di strapparmi i capelli dall'estasi, per così dire. Poi, per carità, si tratta di prodotti d'animazione piacevolissimi, ma niente a che vedere con altri classici del cinema Disney.
Quindi com'è questo "Frozen II"? Perfettamente in linea con il suo predecessore, anche se un filino più avventuroso e dark, cosa che si intuisce già guardando il trailer. Il core-message rimane abbastanza simile al precedente, abbiamo sempre le sorelle reali Elsa e Anna che si dividono tra doveri di corte e una rivendicazione della propria identità, anche se questa volta si va più a fondo rispetto alla storia familiare delle due protagoniste.
Tutto sommato siamo di fronte ad un buon comeback, cosa non scontata quando si tratta di sequel, specialmente di titoli così estremamente popolari. La storia regge e la Disney ringrazia, perché con questo secondo capitolo la casa di Topolino si è portata a casa il primato per la pellicola d'animazione che abbia incassato di più nella storia del cinema (se non si considera il remake de "The Lion King" che, infatti, non consideriamo). Chapeau.
Film 649 - Frozen - Il regno di ghiaccio
Film 705 - Frozen
Film 1872 - Frozen II
Cast: Kristen Bell, Idina Menzel, Josh Gad, Jonathan Groff, Sterling K. Brown, Evan Rachel Wood, Alfred Molina, Martha Plimpton, Jason Ritter, Jeremy Sisto, Ciarán Hinds.
Box Office: $1.450 miliardi
Vale o non vale: Carino, avventuroso e dotato di una certa spettacolarità visuale, "Frozen II" riesce a bissare il successo del primo rimanendo piuttosto fedele al brand. Non uno dei migliori film d'animazione di sempre, ma una piacevole visione per tutta la famiglia.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior canzone ("Into the Unknown"), a 2 Golden Globe per film d'animazione e canzone e al BAFTA per la Miglior pellicola d'animazione.
Parola chiave: Voce.

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mercoledì 14 agosto 2019

Film 1648 - Lara Croft: Tomb Raider

Intro: In preparazione del reboot con Alicia Vikander, siamo tornati indietro a quel tempo in cui i capezzoli di Angelina Jolie riuscivano ancora a fermare il traffico.
Film 1648: "Lara Croft: Tomb Raider" (2001) di Simon West
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: più videogioco che film, questo primo "Tomb Raider" si piazza nella categoria tentativo-di-estorcere-soldi-ai-fan-del-videogame (e della Jolie), mancando totalmente di fantasia, appeal e - peggio che peggio - qualcosa da dire. Non che ci si potesse aspettare granché da una storia che mixa allineamenti planetari, tombe egizie ed eclissi di sole, ma la speranza che si trattasse più di un'esperienza cinematografica visivamente interessante che di una boiata pazzesca era la premessa che mi ha spinto a recuperare questo titolo. Ed è andata così bene che il secondo non l'ho nemmeno guardato.
Cast: Angelina Jolie, Jon Voight, Iain Glen, Noah Taylor, Daniel Craig, Leslie Phillips.
Box Office: $297.7 milioni
Vale o non vale: Non saprei dire se i fan del gioco possano apprezzare la visione; sicuramente i fan della Jolie dovrebbero godere della performance ampiamente agonistica della loro beniamina. Ciò detto, tutti gli altri possono anche evitare di recuperare il film.
Premi: Angelina Jolie candidata al Razzie come Peggior attrice (anche per "Original Sin").
Parola chiave: Illuminati.

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martedì 30 luglio 2019

Film 1636 - Fottute!

Intro: Lo avevo iniziato in aereo quando sono partito per l'Australia e mai finito. Ne ho approfittato una mattina al Takarakka.
Film 1636: "Mystic River" (2017) di Jonathan Levine
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: non che fossi rimasto particolarmente colpito dalla prima parte che avevo visto in aereo, in ogni caso ormai lo avevo iniziato ed ero rimasto con la curiosità di finirlo. Inoltre adoro Goldie Hawn e Amy Schumer mi fa ridere a sufficienza, per cui avevo pensato di dare a questa pellicola una seconda chance. Non dico immeritata, ma sicuramente "Fottute!" - o "Snatched" in inglese - non è una gran commedia e il fatto che l'abbia vista in italiano non ha certo aiutato. Diciamo che tra tutti i copioni che la Hawn avrà avuto a disposizione questo non è stata la scelta più intelligente, anche se trovo la nomination ai Razzie come Peggior attrice non protagonista onestamente immeritata. Ciò detto, la pellicola non è niente di che e il titolo italiano è osceno (non per la parola volgare, ma per il fatto che si decida a prescindere di bollare questo prodotto come falsamente provocatorio, come se bastasse una parolaccia per attirare i giovani al cinema...).
Cast: Amy Schumer, Goldie Hawn, Joan Cusack, Ike Barinholtz, Wanda Sykes, Christopher Meloni, Randall Park, Tom Bateman, Óscar Jaenada.
Box Office: $60.8 milioni
Vale o non vale: Dimenticabile ed innecessario, un peccato che un'attrice come Goldie Hawn lo abbia scelto come ritorno sul grande schermo dopo 15 anni di assenza. Poi, se proprio volete vederlo, sappiate che non è niente di che.
Premi: Nomination come Peggior attrice non protagonista per Goldie Hawn ai Razzie Awards.
Parola chiave: Non rimborsabile.

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domenica 9 giugno 2019

Film 1604 - Kong: Skull Island

Intro: Mi andava di rivederlo e, una mattina, ho trovato il momento perfetto per farlo.
Film 1604: "Kong: Skull Island" (2017) di Jordan Vogt-Roberts
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: Film 1330 - Kong: Skull Island
Film 1604 - Kong: Skull Island
Cast: Tom Hiddleston, Samuel L. Jackson, John Goodman, Brie Larson, Jing Tian, Toby Kebbell, John Ortiz, Corey Hawkins, Jason Mitchell, Shea Whigham, Thomas Mann, Terry Notary, John C. Reilly.
Box Office: $566.7 milioni
Vale o non vale: Magari non perfetto, ma riesce a intrattenere a dovere. Un misto tra il precedente "King Kong" di Peter Jackson e il più recente "Godzilla" di Gareth Edwards, questo rinnovato Kong picchia duro e si difende a sufficienza da risultare guardabile. Forse qualche parte si poteva sforbiciare un po'.
Premi: Candidato all'Oscar per i Migliori effetti speciali.
Parola chiave: Isola del Teschio.

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martedì 16 maggio 2017

Film 1357 - Alice attraverso lo specchio

Poe voleva vederlo al cinema, ma non siamo riusciti. Non che io fremessi, ma quando Sky Go lo ha reso disponibile tra i suoi nuovi titoli di qualche settimana fa, lo abbiamo recuperato.

Film 1357: "Alice attraverso lo specchio" (2016) di James Bobin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Più che un film per il cinema sembra un prodotto televisivo e per una pellicola costata 170 milioni di dollari non è una buona cosa. La sensazione è quella di una certa fretta di concludere che passa per una generica superficialità, il che rende tutto piatto e di poco appeal.
La storia, che pure è ricolma di avvenimenti ed elementi visivi accattivanti, stranamente si gioca ogni asso nella manica come un qualunque snodo narrativo. Non c'è mai la sensazione che si stia assistendo a qualcosa di importante durante il racconto perché anche i passaggi che i personaggi dovrebbero compiere per realizzare la propria missione sono trattati con fretta e in maniera poco incisiva, tanto che non si percepisce mai ci sia davvero qualcosa di importante, almeno a livello narrativo.
Diversamente, quello che qui sembra rilevante è il mostrare l'estrosità e creatività della produzione, tra costumi bislacchi, effetti speciali a non finire e ambientazioni curiose e mani banali. Peccato che niente dell'apporto tecnico o tecnologico possa compensare la mancanza di pathos o addirittura entusiasmo nei confronti di una storia che pare abbia tanto da dire e, in realtà, confeziona un sequel che è fondamentalmente inutile.
In tutto questo, non si salvano nemmeno i personaggi. Alice (Mia Wasikowska) è messa in ombra da una miriade di personaggi secondari, il Cappellaio (Johnny Depp) alla lunga stanca e il suo trucco vistoso ed eccessivo distrae, Anne Hathaway torna perché deve anche se il suo personaggio non serve a niente; giusto Helena Bonham Carter nel ruolo della Regina Rossa ha ancora qualcosa da dire, per quanto tagliare teste come vendetta per l'accusa di un biscotto rubato pare eccessivo persino per questa storia.
Film 90 - Alice in Wonderland 3D
Film 300 - Alice in Wonderland
Cast: Johnny Depp, Anne Hathaway, Mia Wasikowska, Rhys Ifans, Helena Bonham Carter, Sacha Baron Cohen, Alan Rickman, Stephen Fry, Michael Sheen, Timothy Spall, Geraldine James, Andrew Scott, Richard Armitage, Matt Lucas, Ed Speleers, Stephen Fry, Michael Sheen.
Box Office: $299.5 milioni
Consigli: In tutta onestà si tratta di un film mediocre e confusionario, ricco di avvenimenti ma incapace di conferire loro una certa rilevanza. Di conseguenza il risultato è piatto è poco avventuroso, più una sorta di video gioco multicolore che consegna allo spettatore un'evventura non particolarmente rilevante. Quindi, se avete amato il primo titolo, magari recuperate questo secondo senza aspettarvi troppo. Per tutti gli altri, evitate pure senza alcun rimorso.
Parola chiave: Cronosfera.

Se ti interessa/ti è piaciuto

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