Visualizzazione post con etichetta identità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta identità. Mostra tutti i post

mercoledì 27 novembre 2019

Film 1683 - Anastasia

Intro: Erano molti anni che volevo vedere questo film, sia per la storia intrigante che per la presenza di Ingrid Bergman, qui alla sua seconda performance da Oscar.
Film 1682: "Anastasia" (1956) di Anatole Litvak
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: una bella pellicola, prodotto d'altri tempi per modi garbati e tempistiche più dilatate. 

La storia è intrigante e mescola bene realtà e finzione, con l'happy ending qui inevitabile che si discosta dall'attuale fine sicuramente meno idilliaca, con la famiglia imperiale dei Romanov completamente sterminata dai bolscevichi, Anastasia (Anastasija Nikolaevna Romanova) compresa. Nel tempo, come si sa, numerose ragazze si sono spacciate per Anastasia miracolosamente scappata al suo destino, quando nella realtà si sa che la ragazza - 17enne all'epoca - è di fatto deceduta durante il massacro avvenuto a Ekaterinburg.
Chiaramente questo film né la sua storia (tratta dall'opera teatrale di Marcelle Maurette) avevano intenzione di mettere in scena un ritratto veritiero della faccenda, tanto più che solo recentemente - grazie a DNA e ulteriori indagini - si è venuti a conoscenza del fato che ha colpito tutti i membri della famiglia imperiale. Qui siamo di fronte al racconto romantico e ottimistico di quella casualità della vita che vede una ragazza qualunque, inconsapevole del suo passato nonché ricoverata in un istituto di salute mentale, ritrovare non solo le proprie origini, ma la fiducia in se stessa e, nel mentre, incontrare il vero amore. Quello tanto grande e soddisfacente da farti decidere di abbandonare tutto il resto. Come nelle favole.
Cast: Ingrid Bergman, Yul Brynner, Helen Hayes, Akim Tamiroff, Martita Hunt, Felix Aylmer, Sacha Pitoëff.
Box Office: $4.3 milioni (noleggio della pellicola in America e Canada).
Vale o non vale: Intrigante e affascinante, recitato benissimo. Un classico da recuperare.
Premi: Vincitore dell'Oscar per la Migliore attrice protagonista su 2 candidature (Migliore colonna sonora); candidato a 2 Golden Globes per la Migliore attrice per Bergman e Hayes, ha vinto la prima. Nominato al BAFTA per la Miglior sceneggiatura. La Bergman ha vinto anche il David di Donatello come Miglior attrice straniera.
Parola chiave: Identità.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 27 aprile 2019

Film 1558 - Split

Intro: Lo avevo visto qualche tempo fa al cinema e mi era piaciuto, sembrava sensato dargli un'altra possibilità.
Film 1558: "Split" (2016) di M. Night Shyamalan
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Film 1315 - Split
Film 1558 - Split
Film 1655 - Split
Film 1760 - Glass
Cast: James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Betty Buckley, Haley Lu Richardson, Jessica Sula, Sebastian Arcelus, Brad William Henke, Bruce Willis.
Box Office: $278.5 milioni
Vale o non vale: Capace di creare tensione e non pochi momenti di disturbante incredulità, "Split" vive della magnifica performance di James McAvoy, qui camaleontico come non mai. Avrebbe sicuramente meritato qualche nomination in più per la sua stupefacente interpretazione (di Dennis / Patricia / Hedwig / The Beast / Kevin Wendell Crumb / Barry / Orwell / Jade). Vedere per credere.
Premi: /
Parola chiave: Tagli.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 febbraio 2017

Film 1315 - Split

Dovevamo andare a vedere "Allied", siamo entrati nella sala sbagliata. E abbiamo visto questo film...

Film 1315: "Split" (2016) di M. Night Shyamalan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Non che non lo volessi vedere, semplicemente avrei preferito scegliere quando. E' andata così.
In generale "Split" presenta una storia claustrofobica e inaspettatamente riuscita. Non è un capolavoro, ma bisgona ammettere che fa egregiamente il suo dovere, soprattutto grazie al suo/ai suoi protagonista/i.
Da questo punto di vista, tutto il film lo fa James McAvoy che è spettacolare. Nella scena del finale, (spoiler) quando la ragazza dice il nome completo di Kevin e tutte le personalità si manifestano a ruota, la performance è tanto riuscita da risultare inquietante e al contempo affascinante. Un personaggio dopo l'altro e, solo tramite le espressioni del volto, una persona dopo l'altra. Davvero, davvero notevole.
Il personaggio della terapista (Betty Buckley) è molto bello e l'attrice rimane particolarmente impressa anche se - come mi ha fatto più volte notare la mia amica durante la visione - si sapeva fin dall'inizio che la donna non avrebbe fatto una bella fine...
Per quanto riguarda la storia, il primo tempo è un po' noioso. La presentazione delle personalità protagoniste (che sono 23, ma non si manifestano tutte) è un po' lenta e le tre ragazze rapite continuano a saperne e capirne quanto lo spettatore, per cui si fatica a capire dove si voglia andare a parare. La vera esplosione è nel secondo tempo, con un aumento progressivo dell'ansia e dell'inquietudine oltre che di un francamente inatteso orrore. La storia della bestia è una boiata, ma la resa con cui l'hanno portata in vita è davvero efficace: non si vede mai per intero e mai per troppo tempo, cosicché ognuno è di fatto libero di riempirne i contorni mancanti con le paure che vuole, per un effetto finale che non manca di raccapricciare. E anche qui la metamorfosi e l'espressività di McAvoy sono strabilianti!
Dunque, per quanto inatteso sia stato questo film, devo dire che mi ha davvero convinto e ho ritrovato M. Night Shyamalan di nuovo in formissima. Un risultato finale che è andato ben oltre le mie aspettative.
Film 1315 - Split
Film 1558 - Split
Film 1655 - Split
Film 1760 - Glass
Cast: James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Betty Buckley, M. Night Shyamalan, Bruce Willis.
Box Office: $196.1 milioni (ad oggi)
Consigli: Titolo inaspettatamente efficace che si costruisce attorno alla bravura del suo protagonista, qui vero mattatore. Un film un po' lento inizialmente che carbura pian piano e poi scoppia in un finale carico di tensione e disgusto, pur non scivolando mai nello splatter o l'eccessivamente didascalico. Meglio, immaginare è più che sufficiente a turbare chi guarda. Se si cerca una storia che giochi con le emozioni, qui non sono poche quelle chiamate in causa!
Parola chiave: Zoo.

Se ti interessa/ti è piaciuto

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 14 giugno 2016

Film 1158 - Tutto sua madre

Una pellicola che mi aveva davvero sorpreso e di cui di recente ho acquistato il DVD. Motivo per cui ci tenevo moltissimo a farla vedere anche a Poe.

Film 1158: "Tutto sua madre" (2013) di Guillaume Gallienne
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Io lo trovo geniale.
Una dichiarazione d'amore alle donne, una pellicola simpaticissima sullo scoprire se stessi, amarsi, conoscersi, dettarsi i propri tempi che sui molti momenti comici costruisce l'idea di una storia che, in realtà, non si tira certo indietro quando si tratta di passare a toni più seri.
Rivedere "Les garçons et Guillaume, à table!" mi ha messo nuovamente di buon umore, mi ha fatto ancora ridere come la prima volta, mi ha lasciato un ricordo ancora più piacevole, rinsaldando l'idea che si tratti di un prodotto speciale, pellicola garbata nonostante tutte le stramberie e le parolacce che certo non mancano, esempio di cinema europeo vitale, creativo e perfettamente in grado di essere esportato.
Guillaume Gallienne mattatore - sceneggiatore, regista, attore con doppio ruolo e doppi, triplo orientamento sessuale - vale da solo tutta l'operazione che, inutile sottolinearlo, regge interamente sulle sue spalle. Davvero bravo, tagliente. Insieme a lui una serie di protagonisti tra i quali spicca - per quanto mi riguarda unico volto familiare - una Diane Kruger rigidissima erogatrice di clisteri purificanti a cui è regalata una delle scene più divertenti di tutto il film.
Insomma, un gioiellino divertente, intelligente, ben scritto e recitato.
Ps. Vincitore di 5 César su 10 nomination, tra cui Miglior film e Miglior attore.
Film 672 - Tutto sua madre
Cast: Guillaume Gallienne, André Marcon, Françoise Fabian, Nanou Garcia, Diane Kruger, Reda Kateb, Götz Otto.
Box Office: $24 milioni
Consigli: Un titolo da scoprire e riscoprire, imperdibile per chiunque ami la commedia brillante in grado non solo di intrattenere e divertire, ma che lasci anche spunti di riflessione (e qui non sono pochi). Piacerà il doppio madre-filio, il ritmo incalzante, la descrizione attenta dell'universo femminile e gli sforzi del protagonista nel chiedersi se ciò che tutti pensano di lui sia effettivamente ciò in cui lui stesso si rivede.
Parola chiave: Sessualità.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 2 novembre 2012

Film 474 - Dream House

Su questo set si è conosciuta una delle coppie di Hollywood che preferisco in assoluto. Loro li adoro, ma il film...


Film 474: "Dream House" (2011) di Jim Sheridan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco (Mi)
Pensieri: C'è Daniel Craig, c'è Rachel Weisz. In mezzo c'è pure Naomi Watts, che io amo profondamente. Eppure "Dream House" è un film brutto. Brutto e per di più scontato.
Vogliono forse farmi credere che il colpo di scena che riguarda il personaggio di Craig, Will Atenton, sia forse qualcosa di originale e inaspettato? Non avevo già visto qualcosa di simile in "Fight Club", io? Allora, per favore, non prendiamoci in giro.
Dietro questo prodotto - teoricamente - di paura, non c'è uno straccio di idea. Si capisce da subito che manca la fantasia e, soprattutto, mancavano i motivi per produrlo fin dall'inizio. Un film lento, senza alcunché da dire, che, per di più, non fa nemmeno il suo dovere: non spaventa perchè non è horror.
Non è niente se non la classica operazione commerciale travestita da qualcosa che non è, banale sotto tutti i fronti e veramente deludente dal punto di vista della trama. Non capisco come siano riusciti ad accaparrarsi un premio Oscar, una che vi è stata candidata e Mr. James Bond in persona. Non c'era motivo di legare il proprio nome a questo orribile esempio di cinema svogliato e privo di creatività.
Un'occasione sprecata su tutti i fronti, sono rimasto davvero deluso.
Ps. 50 milioni di dollari per produrlo, $38,502,340 di incasso globale. Flop.
Consigli: Ci sono pellicole del trio di attori ben più belle e sensate da vedere. L'unico motivo per cui citare "Dream House" è la nascita della storia d'amore tra Craig e la Weisz che, dopo qualche tempo si sono pure sposati. Detto ciò, evitare attentamente!
Parola chiave: Accettazione.

Trailer

BB

lunedì 2 gennaio 2012

Film 351 - Killers

La malattia mi costringe a casa e cosa finisco a guardare...?


Film 351: "Killers" (2010) di Robert Luketic
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Un film che si presuppone divertente e spensierato si rivela invece una gran schifezza. Lo so che il genere commediola americana di per sé non garantisce qualità, però speravo che la presenza della Heigl fosse quantomeno sinonimo di divertimento-zero impegno. No no no, sono rimasto senza parole per la bruttezza di questo film.
Ok, ok, non è il male assoluto, ma i tempi comici sono sbagliati, le battute non fanno ridere e la storia, che potenzialmente poteva anche andare bene, è trattata in maniera talmente insensata da non poter piacere affatto! Io non so a cosa pensassero mentre scrivevano la sceneggiatura, ma di certo non è così che una moglie che scopre la vera identità del marito (ovvero killer su commissione) reagisce una volta che lo ha scoperto. Sei un assassino? Olé, lo divento anche io!
Non cercavo certo l'iper realismo, però, ecco, direi che un minimo di senso in un nonsense continuo avrebbe giovato. Imbastire una pellicola chick flick di addominali di Kutcher e poi incastrarci inseguimenti in macchina, esplosioni e omicidi, mi pare che non dia un chiaro segno della direzione che tale pellicola vuole prendere.
Io, personalmente, l'ho trovato un brutto casino di generi.
Ps. Curioso che le commedie romantiche di questi tempi presentino tutte la stessa tipologia di locandina: la coppia di protagonisti e sfondo completamente bianco, quasi a simboleggiare l'anima innocua di queste pellicole. Così per molti film delle Heigl ("27 volte in bianco", "La dura verità"), ma anche "Ricatto d'amore", "Piacere, sono un po' incinta", "Sex List", "Le amiche della sposa" e "Lei è troppo per me" (nelle versioni italiane). Solo per citarne alcuni.
Consigli: Evitare. Ci sono commedie della Heigl sicuramente più divertenti!
Parola chiave: Segreti.

Trailer

Ric

domenica 19 giugno 2011

Film 267 - Source Code

Si torna al cinema per una pellicola tra azione, avventura e fantasy!


Film 267: "Source Code" (2011) di Duncan Jones
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: “Source Code” è un film commerciale che, alla resa dei conti, si è rivelato meno redditizio del previsto. Nonostante le buone premesse (regia giovane di Duncan Jones, figlio di David Bowie, il buon vecchio Jake Gyllenhaal in compagnia dell’anonima Michelle Monaghan e della quasi Oscar – nel 2010 – Vera Farmiga, una trama intricata ma interessante, effetti speciali ben resi) l’incasso U.S.A. è stato relativamente basso ($53.850.556) per un film di ampio consumo come questo.
Tralasciando ciò, comunque, posso dire che la pellicola sia decisamente carina. Ripetitiva nelle parti del ricordo in 8 minuti, ma del resto era inevitabile. Un po’ deludente la scoperta del 'cattivo' di turno, più che altro perché manca un po’ di pathos una volta riconosciuto il colpevole. Le ragioni, poi, del suo gesto non aggiungono nulla ai motivi 'epici' dei bad boys della filmografia americana.
Scivolone finale con piega mistico–etica che rovina leggermente il retrogusto thriller del film, ma tutto sommato spinge quantomeno a porsi degli interrogativi e perfora la barriera del paradosso fisico presentando uno sviluppo di trama che – troppo frettolosamente – introduce a un happy ending (necessario in un film come questo) alternativo su cui si potrebbe addirittura sviluppare un’altra pellicola.
Insomma, piena sufficienza per “Source Code”, forse più ‘mentale’ di quanto si sperasse di vedere, ma pur sempre di piacevole intrattenimento (nonostante le due attrici protagoniste – Monaghan e Farmiga – a me indigeste) con una punta di interrogativo etico che, all’uscita dalla sala, richiede allo spettatore persino di porsi qualche domanda.
Film 1286 - Source Code
Consigli: Dopo "Moon" Duncan Jones si cimenta col genere commerciale e non sbaglia. Meglio stargli dietro e non perderlo di vista!
Parola chiave: Tempo.

Trailer

Ric