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lunedì 25 luglio 2022

Film 2118 - Diverso da chi?

Intro: Volevo introdurre Ciarán a una serie di titoli italiani a tematica LGBTQ+ sapendo che lui apprezza il genere, ma non ha grande familiarità con il nostro cinema a tinte arcobaleno.
Premesso che è una fatica pazzesca ritrovare certe pellicole e, ancora peggio, rintracciarne i sottotioli (per non parlare del fatto che la maggior parte non si sincronizza con l'audio originale), questa è la prima (e per ora unica) pellicola che abbiamo visto.

Film 2118: "Diverso da chi?" (2009) di Umberto Carteni
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non che sia un capolavoro e per certi aspetti questi 13 anni dalla sua uscita in sala si sentono tutti, però "Diverso da chi?" rimane un prodotto sufficientemente fresco e innovativo - seppure commerciale - rispetto a tematiche ancora troppo spesso ignorate dal cinema nostrano.
Si parla di diverse espressioni di genitorialità, famiglie arcobaleno, pari diritti, genitori single, il tutto condito in salsa politica che, per quanto leggera, lancia comunque qualche spunto di riflessione.
Quindi sì, non un titolo imprescindibile della filmografia italiana, eppure un prodotto che non farebbe male guardare, riguardare e far vedere. Perché, per quanto imperfetto, insegna comunque qualcosa e il rispetto degli altri e delle loro scelte di vita. E che la politica, oggi come allora, dovrebbe tenere il passo e assumersi le responsabilità delle persone che rappresenta (o dice di rappresentare).
Film 284 - Diverso da chi?
Film 2118 - Diverso da chi?
Cast: Luca Argentero, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Francesco Pannofino, Giuseppe Cederna, Antonio Catania.
Box Office: $4,637,782
Vale o non vale: La recitazione di Argentero a volte è difficile da prendere seriamente, ma la combo Claudia Gerini + Filippo Nigro funziona bene e riequilibra il film in termini recitativi. Tra tematiche di un certo peso e un finale che ancora mi lascia un po' perplesso (ma almeno avvia un dialogo o propone una discussione), "Diverso da chi?" è in ogni caso sufficientemente godibile anche e piacevole da rivedere.
Premi: Candidato a 4 David di Donatello per il Migliore Regista Esordiente, Miglior attore (Argentero), attrice (Gerini) e attore non protagonista (Nigro).
Parola chiave: Famiglia.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 22 maggio 2021

Film 2002 - La finestra di fronte

Intro: Era da un bel po' che lo volevo rivedere, dai tempi dell'Argentina per essere preciso. L'avevo cercato per recuperarlo con Eric, ma poi ci eravamo persi a vedere filmografie sudamericane o ispaniche. Questo momento irlandese sembrava perfetto per recuperare questa pellicola.

Film 2002
: "La finestra di fronte" (2003) di Ferzan Özpetek
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: devo dire che me lo ricordassi un po' più iconico di quanto in realtà non sia. Sempre un buon film, ma meno "perfetto" di quanto la memoria non mi portasse a ricordare.
Il problema per me è sempre con l'animo o l'aura da soap-opera che quasi ogni prodotto italiano tende ad avere. Ci sono interminabili sospiri, una recitazione concitata ed eccessivamente drammatica, un tono generale da fiato sospeso e dichiarazioni di sentimenti al limite dell'opera di Moccia. Insomma, un po' tanto.
Poi, però, allo stesso tempo "La finestra di fronte" ha in Giovanna Mezzogiorno una magnifica alleata e in Massimo Girotti e la sua storia un gigantesco punto a favore. Per essere un prodotto di quasi vent'anni fa, il film di Özpetek parla con estrema franchezza dell'omosessualità, anche se qui come altrove l'happy ending per il personaggio gay non era (è?) concepibile. A parte questo, comunque, onore al merito al regista turco che, come sempre, mette al centro delle sue storie protagonisti LGBTQI+.
Detto questo, "La finestra di fronte" è un prodotto figlio del suo tempo - e del suo narratore, che qui non manca di mettere in campo i suoi archetipi preferiti - che funziona ancora abbastanza bene e rimane in ogni caso qualitativamente ancora migliore di tanti titoli contemporanei della cinematografia nostrana. Senza contare che presenta una delle canzoni tratte da una colonna sonora più iconiche di sempre.
Cast: Giovanna Mezzogiorno, Raoul Bova, Massimo Girotti, Filippo Nigro, Serra Yılmaz, Massimo Poggio.
Box Office: $15,535,312
Vale o non vale: I fan di Özpetek o della coppia di attori protagonisti dovrebbero gradire. Il film è a volte un po' indulgente con i suoi toni drammatici, ma in generale il prodtto finale tiene ancora abbastanza bene. Un buon prodotto italiano.
Premi: Candidato a 11 David di Donatello (tra cui Miglior regia, sceneggiatura, attrice non protagonista per Yılmaz) ne ha vinti 4 per Miglior film, attrice protagonista (Mezzogiorno), attore protagonista (Girotti) e colonna sonora.
Parola chiave: Lettera.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 24 aprile 2012

Film 393 - Le fate ignoranti

Non che io ami particolarmente Ozpetek, come si sa, ma questa pellicola mi era stata caldamente consigliata da una persona molto importante e, oltre ad essere sempre stato curioso di vederla, non volevo perdere l'occasione di confrontarmi con una visione differente dalla mia delle opere del regista turco.


Film 393: "Le fate ignoranti" (2001) di Ferzan Ozpetek
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Compresso dalla fatica del volo e alla terza esperienza filmica di fila senza aver ancora dormito, nonché sempre più vicino a Tokyo, decido di approcciarmi a questo film italiano a tema gay che, a quanto pare, è uno dei pilastri della cinematografia omosessuale nostrana.
Come ho più volte esplicitato, non amo Ozpetek e nemmeno questo film è riuscito a farmi innamorare del suo lavoro. Ma, consapevole delle tempistiche, mi rendo conto che questa, 11 anni fa, è stata una pellicola decisamente importante per il panorama omosex, senza considerare la eco regalata a regista e protagonisti che, successivamente, andranno a comporre un team collaudato che viene prontamente riproposto ad ogni nuova produzione.
Ogni film del regista ha il merito di riportare all'attenzione della Penisola Italia la questione sempre attuale dell'omosessualità, spesso in una chiave di normalità che manca di approfondimento in tantissime altre pellicole. Meno 'macchiette' e più 'umani', i protagonisti delle sue storie riescono a passare attraverso lo schermo senza perdere in spessore o plausibilità. Eppure trovo comunque scorretto (e svantaggioso) riproporre a ripetizione una tipicità di elementi che, passato un certo numero di produzioni, non sono più tollerabili e, men che meno, innovativi. Poi, ripeto, capisco che probabilmente "Le fate ignoranti" (o "His Secret Life" nel titolo internazionale) è stato capostipite di un successivo proliferare di tematiche piuttosto identiche, ma, avendolo guardato dopo tanti altri 'assaggi' del lavoro di Ozpetek, non posso dire di non esserne stato infastidito lo stesso.
Basta pranzi attorno a tavolate rotonde; basta rivendicare la necessità di trovare negli amici l'unica vera famiglia di cui si ha bisogno; basta vivere del cliché dell'omosessuale traditore. Io, personalmente, preferirei che si puntasse su storie nuove, magari meno fotocopia l'una dell'altra. Ammetto che, in quest'ottica, potrebbe essere interessante visionare il nuovissimo "Magnifica presenza" nella speranza che, finalmente, ci si sia cimentati in qualcosa di diverso.
Per tornare, però, a questo particolare caso, devo dire che il film in sé non mi è dispiaciuto. Accorsi a recitare non mi piace, sembra sempre che sia sul set di una qualunque fiction in mezzo a centinaia di vetrine, ma la Buy è ottima nell'approfondire un personaggio che subisce contraccolpi emotivi di una portata talmente imponente da rischiare il collasso psicologico. Si è poi, con gli anni, specializzata in questo unico tipo di ruolo.
La trama, invece, a volte mi pare tocchi toni poco plausibili nella realtà. Chi di noi non sarebbe impazzito all'idea del proprio compagno che per anni vive una relazione parallela e per di più omosessuale? Non tanto perchè manchi un adeguato approfondimento psicologico dei personaggi, ma perchè, innanzitutto, bisognerebbe davvero avere il buon carattere di Antonia/Buy per permettersi di diventare amici dell'amante del marito, e poi dubito che ci sarebbero così poche scenate o piagnistei in uno scenario reale. Chiaramente i tempi filmici impongono una certa selezione, ma sono sicuro che con una cena in meno e una - verosimile - scenata in più il film non ne avrebbe perso.
Purtroppo guardare con occhio distaccato un mondo che si conosce da vicino non è facile per esprimere un parere che parta da considerazioni quanto più obiettive possibile. Diciamo che, allo stato delle cose, e per come sono umanamente 'conciato' al momento in cui scrivo, mi trovo costretto a dire che anche il solo trailer riesce a smuovermi emotivamente qualcosa. Ma, memore delle sensazioni provate in aereo, ribalto quanto appena detto con ricordi di non totale soddisfazione nei confronti di quanto ho visto. Chiaramente la verità (o ciò che più le si avvicina) sta nel mezzo e credo di poter affermare che "Le fate ignoranti" è piacevole intrattenimento con non pochi spunti su cui ragionare. Se anche solo una volta, guardando questo film, qualcuno dei non-di-parte è riuscito a riflettere e, perchè no, magari accostarsi con più attenzione alla "causa omosessuale", allora tutto questo lavoro si sarà rivelato utile e non solo piacevole divertissement.
Consigli: Un altro tassello per completare il puzzle delle opere di Ozpetek. Per chi lo ama questo è senz'altro una pietra miliare. Per chi non lo conosce rappresenta la sua classica filosofia. Anche se può non piacere - o comunque stufare - bisogna ammettere che è, ormai, parte integrante del nostro cinema contemporaneo.
Parola chiave: Quadro.

Trailer

Ric

giovedì 21 luglio 2011

Film 284 - Diverso da chi?

Al ritorno dall’Europride romano, che vedeva come protagonista secondaria la Sig.ra Gerini, ho sentito il pungente bisogno di trovarmi nuovamente faccia a faccia con questa pellicola italiana più sperimentale del solito (o così parrebbe).


Film 284: "Diverso da chi?" (2009) di Umberto Riccioni Carteni
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Eccomi, così, subito ad assecondare il bisogno, alla ricerca del motivo che mi aveva fatto tornare in mente il film. Che fosse per Argentero o perché non ricordavo bene la trama, di fatto questo film mi è sembrato ancora più indifferente della prima volta. Buone le premesse, per carità, ma oltre allo sfondo politico che potrebbe mettere un po’ di pepe, la pellicola cede al rassicurante richiamo eterosessuale e, nel secondo tempo, prende una piega surreale che delude chi si aspettava davvero qualcosa di innovativo sul panorama nostrano alquanto stantio.
Peccato, l’occasione per dare uno scossone all’Italia bigotta poteva essere colta con maggior coraggio e non, invece, tentando di accattivarsi entrambe le fette di pubblico (etero e gay per intendersi). Questa è la classica politica del 'va bene per tutti', ma è talmente presa alla lettera che a tratti infastidice.
Bene, comunque, la Gerini che è sempre una brava attrice del cinema contemporaneo italiano. Capace, anche, Filippo Nigro che risulta più che adeguato nel ruolo del compagno geloso.
Inutile dire, invece, che certe lacune attoriali di Argentero facciano accapponare la pelle. E’ migliorato, ma non si può dire che sia capace. Ma se ce l’ha fatta Monica Bellucci, possiamo certamente affermare che la fortuna è con i belli.
Insomma, alla fine si fa guardare, ma si poteva osare molto di più.
Ps. Quattro nomination ai David di Donatello: tre agli attori e uno per l’esordio alla regia di Umberto Riccioni Carteni.
Film 284 - Diverso da chi?
Film 2118 - Diverso da chi?
Consigli: L'incipit interessante può essere fonte preziosa di dibattito. Ma, se sperate nel film, il finale vi deluderà con una semplificazione da rimanere basiti.
Parola chiave: Gay&famiglia.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 27 novembre 2009

Film 19 - Oggi sposi

Avevo iniziato ieri a vedere questo film. Il primo italiano della mia lista, che ormai sfiora la ventina di titoli in 18 giorni dalla nascita di questo blog.
Devo fare una premessa importante: i film italiani di solito non mi piacciono. So che suona un po' estremo, ma il fascino che esercita su di me il cinema americano è qualcosa che quello italiano non è mai riuscito a fare. Sono rarissimi i dvd di film italiani che ho a casa ("Nuovomondo", "La bestia nel cuore", "Piano 17", "Nuovo cinema paradiso", "L'ultimo imperatore", "The dreamers") e in generale trovo i nostri film incapaci di suscitare quella magia che il cinema dovrebbe saper trasmettere. Mancano i budget per storie fantastiche, mancano idee per storie decenti, manca intelligenza per certi generi. E' un peccato visto il passato glorioso che ci spetta.
In ogni caso ultimamente mi sto aprendo di più alla nostra produzione di quanto avessi mai fatto prima, con piccole piacevoli sorprese ("Santa Maradona","Generazione 1000 euro", "Tutta la vita davanti", "Due partite", "Lezioni di cioccolato", "Diverso da chi?"...) che mi hanno invogliato a guardare questo film sperando di sorprendermi ancora.


Film 19: "Oggi sposi" (2009) di Luca Lucini
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Caviamoci subito il dente: il film mi è piaciuto. E ora svisceriamo.
Ho già una prima domanda, ma questa è più generale: perchè le locandine di qualsiasi film italiano sono su sfondo bianco? Esempi, oltre a questo film: "Manuale d'amore" 1 e 2, "Ex", tutti i "Natale a...", "Solo un padre", "Nuovomondo", "Il papà di Giovanna", "Gli amici del bar Margherita", "L'ultimo bacio", "La prima linea", "Mio fratello è figlio unico", "Nessuna qualità agli eroi", "Sms - Sotto mentite spoglie", "Notte prima degli esami" 1 e 2,"Che ne sarà di noi", "Generazione 1000 euro", "Il cuore altrove", "Scusa ma ti chiamo amore", ecc ecc. Non continuo perchè è già una lista infinita. Dunque perchè questa maledetta mania di dissociare il film dalla locandina che lo presenta? Sono, forse, tutti film senza sfondo? Non credo. Il bianco, mi pare, sta venendo un po' abusato dal cinema italiano. Può essere utile se si vuole presentare tutti gli attori di un film corale per rendere giustizia al cast per intero. Ma per il resto? Che senso ha, dico davvero, dimenticarsi del significato del proprio film per presentare una locandina che non c'entra proprio nulla con la storia che si racconta? Mah.
Torniamo al nostro film. Qui abbiamo una lista lunghissima di attori e attoroni (italiani e non) che si passano la palla tra un preparativo di nozze e l'altro. Certo, essendo in tanti, molti avranno già lavorato insieme e chissà quante altre volte li avremo già visti in altri film. Però Luca Argentero e Filippo Nigro erano fidanzati in "Diverso da chi?", sempre Argentero era il datore di lavoro stronzo di Hassani Shapi in lezioni di Cioccolato in cui, tra l'altro, vi era anche Francesco Pannofino (famosissimo doppiatore italiano). Insomma, solo la parte di storia del film di Argentero racchiude metà della sua carriera cinematografica. Da questo cosa deduciamo? Due cose: Argentero ha fatto centro e la sua carriera è decisamente in ascesa; il cinema italiano è sempre uguale. Mi spiace dirlo, ma tutto questo riproporre mi ha distratto. Sembrava di stare a "Beautiful" mentre pensavo a Nigro e Argentero che prima si baciavano e adesso sono PM e poliziotto, Pannofino e Argentero, prima avversari in cucina e adesso zio e nipote, Argentero e Shapi, prima datore di lavoro e lavoratore in nero, adesso futuro genero e ambasciatore indiano. Che poi per carità, Argentero se lo meriterà il successo che ha, però sono sicuro che uno o due altri attori italiani belli e bravi esistono... Magari non già visti nel 50% della produzione cinematografica italiana del 2009.
Ma, a parte questo, il film ha una sua componente originale. Unisce il contesto regionale alla cultura di altri paesi, mostra e deride la società di oggi, ci ricorda che il mondo dei precari è un mondo di difficoltà. Per carità, non c'è desiderio di raccontare analiticamente un Paese, ma semplicemente ci vengo mostrate quattro realtà completamente differenti che, sul finale, si trovano ad intrecciarsi: matrimonio di culture diverse, matrimonio di due squattrinati, matrimonio di convenienza di due vip senza scrupoli e matrimonio tra vecchio ricco e ragazzina. Io ci leggo moltissimo del nostro Paese, e voi?
Il ritmo del film è ben regolato, tra gag divertenti e sdolcinerie amorose. Gli attori sono bravi anche se in alcuni casi un po' caricature del personaggio-tipo che stanno recitando. Lucini viene da esperienze di regia molto differenti (leggi "Tre metri sopra il cielo" e "L'uomo perfetto", ma anche "Solo un padre". Con chi? Ma ovviamente Argentero!) e qui racconta in maniera lineare e sobria una storia composta dalle più differenti realtà. L'impegno a rendere questo film qualcosa di meglio della solita commediola italiana di alcuna rilevanza se non quella di spillare qualche soldo c'è, ma la strada è ancora lunga. Bisognerebbe, forse, svincolarsi da un certo tipo di romanticismo sdolcinato da-bacio-sull'altare-prima-del-momento-del-sì-al-testimone-dello-sposo-perchè-è-lui-il-tuo-vero-amore molto tipico di un altro genere filmico - ossia commedia romanticissimissima - per sperimentare strade un po' più avventurose - matrimonio Indù in primis! -.
Il risultato finale è piacevole, godibile, sopra la media di genere, specialmente se si pensa che è un film italiano.
Consigli: Odio Placido, ma qui, col suo barese burino, mi ha colpito e divertito. Lui e la Savino sono la coppia di genitori più simpatica. Godeteveli!
Parola chiave: Matrimonio




Ric