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lunedì 19 giugno 2017

Film 1375 - The Constant Gardener - La cospirazione

All'ultimo rietro dal master milanese, ho deciso di distrarmi un po' dalla tristezza incominciando questo pellicola di cui tanti anni fa avevo comprato il dvd. L'ho finita qualche tempo dopo a casa.

Film 1375: "The Constant Gardener - La cospirazione" (2005) di Fernando Meirelles
Visto: dal computer portatile, dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Erano anni che volevo recuperare questo film, incuriosito dal successo di critica ottenuto. Non penso in molti avrebbero scommesso sull'Oscar a Rachel Weisz, motivo per cui ero rimasto con l'interesse di capire cosa mai avesse potuto fare per meritare tale onoreficenza. In realtà, ora che mi sono svelato questo arcano, non mi sento di poter dire di essere rimasto particolarmente colpito. Un'interpretazione in parte e certamente riuscita, ma non così memorabile da risultare indimenticabile (e poi c'era Michelle Williams candidata per "Brokeback Mountain" quell'anno...). Del resto quella del 2006 è stata la stessa edizione che ha incoronato Miglior attrice Reese Witherspoon e Miglior film "Crash: Contatto fisico", quindi non mi sento di poter dire che fu un'annata particolarmente fruttifera.
Ralph Fiennes ha quel volto particolare che dopo due minuti che lo guardi ti rimanda inevitabilmente a Voldemort. Tutti quegli elementi che avresti ricollegato alle meraviglie del trucco - labbra, zigomi, sopracciglia - sono in realtà proprietà naturale dell'attore, per cui è inevitabile non pensare all'acerrimo nemico potteriano, qui in veste umanitaria. Di per sé la cosa non sarebbe troppo rilevante, ma verso il finale (in cui Fiennes ha la maggior parte delle scene in solitaria) risulta leggermente disturbante. In ogni caso il suo personaggio è un po' snervante, anche se il riscatto finale lo trasformerà in una sorta di eroe tragico moderno.
Il film di per sé non è esattamente il mio genere; non mi è dispiaciuto, ma onestamente mi aspettavo qualcos'altro. E' una pellicola fatta di flashback e riprese con camera in spalla, due aspetti che non mi fanno impazzire al cinema.
A livello narrativo si tratta del racconto dell'ennesimo complotto, in questo caso contestualizzato in Africa e legato alla sperimentazione farmacologica da parte di case farmaceutiche senza scrupoli. Il profitto prima delle vite umane, l'insabbiamento e l'omicidio piuttosto che la scomodissima verità svelata all'opinione pubblica. Gli elementi, che pure non sono particolarmente originali, combinati insieme comunque funzionano bene. La differenza qui la fanno, a mio avviso, la regia di Meirelles e lo "sfondo". I colori dell'Africa sono spettacolari e il film riesce a catturarne l'essenza rimandandola allo spettatore che non può non rimanerne colpito. Da questo punto di vista credo che "The Constant Gardener" riesca efficacemente a ritagliarsi un proprio spazio fra i vari titoli che appartengono allo stesso genere. Poi ripeto, non appartiene al tipo di pellicole che preferisco, ma sono contento di averlo finalmente recuperato e, ancora di più, di essermi fatto un'idea sull'interpretazione che ha concesso alla Weisz di entrare nell'olimpo hollywoodiano.
Ps. Candidato a 4 premi Oscar per Miglior sceneggiatura non originale, colonna sonora, montaggio e attrice non protagonista il film ha vinto in quest'ultima categoria. Stessa vittoria anche ai Golden Globes.
Cast: Ralph Fiennes, Rachel Weisz, Danny Huston, Bill Nighy, Pete Postlethwaite, Hubert Koundé, Archie Panjabi.
Box Office: $82,466,670
Consigli: Non un titolo per ogni occasione. Tematica difficile mischiata a tinte thriller che sfociano spesso in tragedia. Una fotografia interessante, una regia particolarmente vivace e una coppia di protagonisti capaci e sempre sull'orlo dell'ambiguità. Il finale-bomba è inaspettato. Tutto sommato non credo lo rivedrei, ma dargli una chance può avere senso.
Parola chiave: Lettera.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 10 ottobre 2016

Film 1223 - Il fuggitivo

Lo avevo iniziato una sera a cena tramite Netflix, poi avevo abbandonato dopo una decina di minuti. Ma mi ero ripromesso di non arrendermi così facilmente.

Film 1223: "Il fuggitivo" (1993) di Andrew Davis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sono contento di aver rivisto questo film di cui, devo ammettere, non avevo praticamente alcun ricordo. Lui è innocente, ma fugge e Tommy Lee Jones lo insegue. Questo l'insieme degli elementi che ricordavo della storia. Non esattamente un granché.
Al di là del gap temporale che inevitabilmente "logora" un prodotto che oggi sarebbe stato molto, molto più frenetico e temporalmente breve (2h e 10min forse sono un po' troppi), "The Fugitive" è un film carino e che si segue con interesse sia perché la storia del mistero su chi abbia ucciso la moglie del dottore permane per tutta la pellicola, sia perché la caccia all'uomo risulta sempre particolarmente efficace al cinema. Dunque non mi stupisce il responso positivo di critica e pubblico (un incasso particolarmente importante considerato che siamo negli anni '90!), anche se devo ammettere che candidare questa pellicola a 7 Oscar mi pare un filino esagerato. Tra l'altro la vittoria di Lee Jones è senz'altro meritata, ma, come al soltio, si può veramente dire che lo sia per questa interpretazione in particolare? Oppure si tratta del solito caso di riconoscimento tardivo di una grande carriera? Propendo per la seconda (in ogni caso sono felice per lui!).
In definitiva, comunque, "Il fuggitivo" è ormai un classico del genere thriller, un titolo riuscito e in grado di intrattenere ancora oggi e lasciare soddisfatto lo spettatore; risultato finale buono.
Cast: Harrison Ford, Tommy Lee Jones, Sela Ward, Joe Pantoliano, Andreas Katsulas, Jeroen Krabbé, Julianne Moore.
Box Office: $368.9 milioni
Consigli: Classicone basato sul binomio errore giudiziario-evasione, "Il fuggitivo" è un buon esempio di pellicola anni '90, oltre che un titolo da tenere presente se si apprezza il genere thriller. Un po' lento rispetto ai canoni attuali, comunque piacevole e di buon intrattenimento.
Parola chiave: Braccio artificiale.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 30 giugno 2015

Film 945 - The Intruders

Cercando un film per la cena, ci siamo imbattuti in questo titolo che prometteva intrattenimento facile facile. Aria di gran boiata in vista? Eccome!

Film 945: "The Intruders" (2015) di Adam Massey
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Horror sciapo senza un'idea che sia una, "The Intruders" è certamente tra i film più brutti, banali e malfatti che abbia mai visto.
La colpa è certamente di una sceneggiatura banale e incapace di personalizzare la storia, concentrata a prodursi in imbarazzanti sottotrame per distrarre lo spettatore dalla spaventosissima verità dietro tutte quelle porte che sbattono da sole. Il risultato, invece, non fa altro che palesare l'incapacità dello sceneggiatore e la natura prettamente lucrosa di questa operazione. O, almeno, il suo tentativo.
Nel cast qualche volto conosciuto: Miranda Cosgrove, Donal Logue, Austin Butler, Tom Sizemore.
Risultato finale da dimenticare.
Box Office: /
Consigli: Questo film non è nemmeno buono per essere direttamente distribuito in dvd talmente è brutto e insignificante, un vero passo falso per la carriera della Cosgrove. Che sì, non avrà all'attivo ancora niente di particolarmente rilevante a parte "STchool of Rock", ma certo anche scegliendo questa robaccia non si aiuta. Un titolo assolutamente da evitare, sciocco e privo di idee.
Parola chiave: Banalità.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 8 marzo 2011

Film 228 - Amore e altri rimedi

Una commedia che sembrava dover fare il botto, ma che non ha convinto pubblico e critica. Ovviamente, noi, non potevamo lasciarcela sfuggire!


Film 228: "Amore e altri rimedi" (2010) di Edward Zwick
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Titti, Diego, Marco, Andrea Puffo, Marco C., Andrea, Davide
Pensieri: Dopo la visione i pareri sono rimasti discordi. A chi è piaciuto (io), a chi non è piaciuto.
Devo essere sincero, ero stato allertato da articoli e altre recensioni, quindi ero preparato alla trama, alle cose negative.
Questa pellicola ha un grandissimo punto di forza: la coppia di attori. Anne Hathaway e Jake Gyllenhaal si ritrovano di nuovo insieme in una pellicola dopo essere stati sposati in "I segreti di Brokeback Mountain" nel 2005 e, ammettiamolo, sono molto meglio qui. Ovviamente c'è più glamour, più disimpegno, più sesso, più divertimento a rendere piccante una commedia che, a ben vedere, non segue molto i diktat del genere.
Lo sfondo della vicenda, infatti, è la malattia (per lei) e la farmacologia (per lui). Non esattamente temi da "Prima o poi mi sposo" o "27 volte in bianco"... La cornice impegnata, infatti, un po' pesa su una storia già non facile se consideriamo che, ambientato negli anni '90, il film si propone anche una ricostruzione storica della nascita del viagra.
Una delle principali critiche a questa pellicola riguarda proprio questo: la sceneggiatura (dello stesso regista, conosciuto per la regia di film come "L'ultimo samurai", "Blood diamond - Diamanti di sangue" e, tra l'altro, vincitore dell'Oscar per il miglior film come produttore della pellicola "Shakespeare in Love") vuole trattare troppe questioni senza effettivamente approfondirne una sino alla fine. Ed è il finale, in effetti, che lascia più delusi (ma non anticipo). Il resto del film, invece, sarà che mi piacciono i due attori e che le commedie mi mettono sempre di buon umore, mi è piaciuto. Ammetto, tra l'altro, che mi aspettassi molto più sesso.
Insomma, questo "Love and Other Drugs" (questo il titolo originale) mi ha dato esattamente quello che mi aspettavo di trovare, niente di più, niente di meno. Ripeto: vale soprattutto per i due bei protagonisti (entrambi candidati ai Golden Globes di gennaio), ma è anche sicuramente un intrattenimento piacevole e - a tratti - spensierato che si lascia guardare. Non è un lavoro totalmente riuscito (troppe questioni portate in campo che non vengono o trattate a dovere o finite di trattare nell'arco dei 112 minuti di film), ma si è visto oggettivamente molto di peggio. Passabile, direi.
Ps. Box office USA non molto felice: $32,357,532 di incasso a fronte di una spesa di 30 milioni. Not very good.
Consigli: Non aspettatevi una commediola scacciapensieri. Oltre al sesso e alla bella presenza dei due attori hollywoodiani, sono toccati anche temi non esattamente facili.
Parola chiave: Parkinson.




Ric