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domenica 31 gennaio 2021

Film 1794 - Men in Black: International

Intro: Non che sia mai veramente stato un fan di questa saga, ma la nuova coppia di protagonisti e l'intrigante nuova premessa "internazionale" mi ha convinto a dare una chance a questa pellicola.
Film 1794: "Men in Black: International" (2019) di F. Gary Gray
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente l'ho trovato un po' spreco di cast e soldi ($94–110 milioni solo per produrlo) e un po' spreco del mio tempo.
Nonostante "MIB: International" non sia tremendo, mi pare un'occasione mancata specialmente considerato che si trattasse di un titolo destinato a rilanciare un franchise di successo con un piglio più contemporaneo.
La verità è che questo spin-off si è rinnovato solo dal punto di vista degli attori protagonisti (Chris Hemsworth e Tessa Thompson, già visti insieme nei franchise di Thor e Avengers) e degli effetti speciali, perché per il resto è tutto un riciclo di vecchio cliché sia legati al titolo originale che al mondo dello sci-fi generale. Senza contare che la storia in sé non è davvero niente di entusiasmante. Peccato.
Cast: Chris Hemsworth, Tessa Thompson, Rebecca Ferguson, Kumail Nanjiani, Rafe Spall, Laurent Bourgeois, Larry Bourgeois, Kayvan Novak, Emma Thompson, Liam Neeson.
Box Office: $253.9 milioni
Vale o non vale: Non ero fan di questo franchise e non lo sono diventato dopo aver visto questo film. La verità è che per quanto questo titolo non abbia veramente molto da dire, si tratta di un esempio mediocre di cinema maistream americano pompato per le masse che funziona solo nei circoscritti limiti dell'intrattenimento fine a se stesso. Nel senso che poi, una volta esauriti gli effetti speciali, di questo "Men in Black: International" ci si dimentica nel giro di un...

Premi: /
Parola chiave: Neuralized.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 29 giugno 2020

Film 1734 - Non-Stop

Intro: Sempre con Karen, sempre sul divano, questa volta abbiamo dato il benvenuto al nostro club di film casalinghi a Lucas per una serata all'insegna dell'azione.
Film 1734: "Non-Stop" (2014) di Jaume Collet-Serra
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas, Hugh
In sintesi: a me un film d'azione ambientato su un aereo con un ricattatore misterioso che mette il protagonista nei guai facendolo sembrare lui il colpevole mi aggrada alquanto. Poi, per carità, non è il miglior prodotto mai visto, però "Non-Stop" fa il suo sporco dovere e - pur ricalcando un po' la storia di "Flightplan" - riesce comunque a regalare allo spettatore un paio d'ore tra adrenalina e colpi di scena efficaci.
Film 731 - Non-Stop
Film 990 - Non-Stop
Film 1734 - Non-Stop
Cast: Liam Neeson, Julianne Moore, Scoot McNairy, Michelle Dockery, Nate Parker, Jason Butler Harner, Anson Mount, Corey Stoll, Lupita Nyong'o, Corey Hawkins.
Box Office: $222.8 milioni
Vale o non vale: Buon cast, scene d'azione quanto basta, risultato finale apprezzabile considerando in partenza che si tratta di un film mainstream dallo scopo commerciale. Ogni volta che lo rivedo non mi delude.
Premi: /
Parola chiave: Texts.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 30 aprile 2020

Film 1699 - Widows

Intro: Tornato ad Auckland dalla mia veloce trasferta ad Hamilton (e dalla meravigliosa visita ad Hobbiton, il set de "Il Signore degli Anelli" e "Lo Hobbit") mi concedo l'ultimo cinema neozelandese prima di prendere i miei numerosi voli di ritorno che mi riporteranno in Europa per la prima volta in 15 mesi. Ma non ancora a Bologna...
Film 1699: "Widows" (2018) di Steve McQueen
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: c'era tutto il potenziale per un film molto interessante, un mix tra dramma e avventura, il tutto impreziosito da un cast eccezionale capitanato dalla sempre magnifica Viola Davis (all'epoca fresca fresca di Oscar) e composto, tra gli altri, dalle bravissime Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki e Cynthia Erivo (ora anche lei una candidata all'Oscar con all'attivo 2 nomination), insieme ad altri 3 candidati all'Oscar a fare da spalle (Kaluuya, Weaver e Neeson, l'unico che nel trailer non ha alcun rimando alla sua nomination), Robert Duvall (Oscar) e Colin Farrell (Golden Globe). Senza contare che la regia è di Steve McQueen, premio Oscar per "12 Years a Slave" (come produttore però) che firma la sceneggiatura insieme a Gillian Flynn (candidata al Golden Globe per "Gone Girl"). Insomma, le aspettative erano altissime e sono rapidamente rimaste disattese.
Non che "Widows" sia un brutto film, assolutamente, semplicemente non mi ha consegnato quello che mi aspettavo di trovare e, onestamente, il colpo di scena finale non mi ha per niente soddisfatto, considerato che non racconta davvero niente di nuovo. Sicuramente la storia si merita la sufficienza, ma il risultato finale è meno intrigante o elettrizzante di quanto non prometta il trailer e a volte le eccessive macchinazioni della sceneggiatura smorzano il piacere di godersi quanto mostrato.
Ho comunque apprezzato tantissimo il team di "lavoro" formato dalle quattro protagoniste, ognuna perfetta per il ruolo e capace di costruire perfettamente personaggi così diversi tra loro (vedi che Michelle Rodriguez ce la può fare allora!): loro insieme fanno tutto il film. in generale, comunque, non sono rimasto impressionato.
Cast: Viola Davis, Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki, Cynthia Erivo, Colin Farrell, Brian Tyree Henry, Daniel Kaluuya, Jacki Weaver, Carrie Coon, Robert Duvall, Liam Neeson, Manuel Garcia-Rulfo, Coburn Goss, Lukas Haas, Michael J. Harney.
Box Office: $76 milioni
Vale o non vale: Un mix tra pellicola d'azione, drammatica e thriller, "Widows" beneficia di un grandissimo cast che certamente non sbaglia un colpo, ma si perde un po' in una trama che costruisce molteplici livelli della storia - aumentando così esponenzialmente il numero dei personaggi - faticando però nel districare tutte le situazioni nella maniera più fluida e comprensibile possibile; il colpo di scena finale, poi, non regala niente di inedito. In generale un prodotto abbastanza riuscito, anche se non memorabile.
Premi: Candidato al BAFTA per la Migliore attrice protagonista (Davis).
Parola chiave: Fiaschetta.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 22 luglio 2019

Film 1632 - Schindler's List

Intro: L'ho visto una sola volta alle medie, non l'ho mai più voluto rivedere. Poi qualcosa dentro di me mi ha fatto capire che fosse venuto il momento di rivedere questo film.
Film 1632: "Schindler's List" (1993) di Steven Spielberg
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in poco più di 6 mesi mi sono (volontariamente) immerso di nuovo nella questione olocausto. Per tanti anni ho fuggito l'argomento per paura, per pudore e, probabilmente, molto anche per vigliaccheria. 

Parte del mio viaggio al di fuori dei confini italiani voleva essere dedicato allo scoperchiamento di certi tratti del mio carattere che, negli anni, non ho mai voluto affrontare in maniera matura; uno di questi era ed è tuttora la mia incapacità di affrontare il dolore altrui. Non che non riesca a mettermi nei panni delle altre persone, semplicemente ho paura di comportarmi nella maniera sbagliata rispetto a ciò che ci si aspetterebbe da me. 
Questa mia caratteristica si è sempre estesa anche alle grandi tragedie, motivo per cui nel tempo ho spesso cercato di scansare tematiche che richiedessero un'espressione concreta del mio punto di vista. Il tempo, l'Australia, mia cugina, il mio desiderio di aprirmi mi hanno spinto a quantomeno tentare un nuovo approccio nei confronti di quelle cose che mi spaventano. 
So che può sembrare sciocco pensare che, guardando un film, qualcosa in noi possa cambiare, eppure per me è stato un momento importante che, successivamente, mi ha convinto ad andare a visitare la Fabbrica di Schindler e il campo di concentramento di Auschwitz e Birkenau quando, all'inizio di gennaio, sono stato a visitare Cracovia. 
Era importante per me trovare il coraggio di affrontare la paura e il disagio profondo conseguente al vedere e toccare con mano l'orrore che ha portato con sé la seconda guerra mondiale. Impossibile tradurre in parole cosa si possa provare anche solo visitando quei luoghi, mi troverei nella posizione di provare a parlare di qualcosa talmente più grande di me che finirei per sconfinare nella banalità più assoluta, offendendo il ricordo di chi ha dato la vita per quella bestialità che è l'intolleranza della diversità, in qualsiasi forma essa si possa manifestare. 
La potenza e la forza di "Schindler's List" stanno nella sua capacità di immergere lo spettatore in quello spettacolo di violenza ed atrocità, scuotendolo fin nel profondo. E' impossibile rimanere indifferenti alla freddezza e crudeltà scellerata di Amon Goeth (Fiennes), all'insensatezza, all'odio, al dolore che la storia ritrae in maniera cruda e realistica. In mezzo a tutto quanto di più orribile si possa immaginare, la figura di Oskar Schindler (Neeson) e il ricordo, nonché la celebrazione, di quanto anche una sola persona possa fare la differenza. Oggi come allora.
Cast: Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Caroline Goodall, Jonathan Sagall, Embeth Davidtz.
Box Office: $322.1 milioni
Vale o non vale: Una pellicola difficilissima, una storia atroce che va a toccare lo spettatore nel profondo. Non si tratta certo di un film che si possa vedere e rivedere, bisogna essere davvero preparati (Spielberg usa anche materiale di repertorio insieme a quello da lui girato, il che rende l'effetto finale ancora più realistico e sconvolgente). E' un viaggio nel baratro, l'immersione totale in uno dei capitoli più atroci della storia dell'umanità e non se ne esce indenni (15-17 milioni di vittime tra il '33 e il '45); ma "Schindler's List" va visto, fosse anche solo per onorare la memoria di tutti coloro che lo hanno vissuto.
Premi: Vincitore di 7 premi Oscar, su 12 nomination, tra cui Miglior film, regia, sceneggiatura non originale, fotografia e colonna sonora. 3 Golden Globe vinti (film, regia, sceneggiatura) su 6 nomination e 7 BAFTA (tra cui film, regia, sceneggiatura e attore non protagonista per Ralph Fiennes) su 13 candidature; 1 Grammy vinto per la colonna sonora di John Williams. Candidato al César e al David di Donatello per il Miglior film straniero.
Parola chiave: Fabbrica.

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Bengi

lunedì 27 maggio 2019

Film 1598 - Gangs of New York

Intro: Non vedevo l'ora di rivedere questo film. Avendolo visto una sola volta - non so nemmeno quanti anni fa - avevo un ricordo vago e non esattamente affidabile, per cui desideravo recuperarlo per rinfrescarmi la memoria. Sapevo che mi sarebbe piaciuto! Second time's a charm...
Film 1598: "Gangs of New York" (2002) di Martin Scorsese
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: come per "The Departed", anche per questo titolo di Scorsese provavo inizialmente una certa avversione, dettata probabilmente dalla mia giovane età al tempo d'uscita... A 15 anni forse non hai la capacità di apprezzare un certo modo di fare cinema. All'epoca, poi, non apprezzavo particolarmente DiCaprio. Col senno di poi devo dire che "Gangs of New York", con la sua sete di sangue e vendetta, mi ha davvero conquistato. Privo di fronzoli, diretto e crudo, con un cast azzeccatissimo - Cameron, davvero?! Chi se lo aspettava! - e una regia assolutamente consapevole di ciò che deve raccontare e far vedere, questo film riesce a portare a casa un risultato straordinariamente realistico nonostante la ogni tanto evidente finzione scenografica da ricostruzione in studio (Cinecittà, tra parentesi). Menzione speciale per Daniel Day-Lewis, qui grandissimo co-protagonista e spietato macellaio. Un'interpretazione magistrale.
Cast: Leonardo DiCaprio, Daniel Day-Lewis, Cameron Diaz, Jim Broadbent, John C. Reilly, Liam Neeson, Henry Thomas, Brendan Gleeson, Gary Lewis, Eddie Marsan, Barbara Bouchet.
Box Office: $193.8 milioni
Vale o non vale: Forse non un titolo per tutti, ma sicuramente imperdibile per gli amanti di DiCaprio e Scorsese e chi apprezza, tra l'altro, le loro molteplici collaborazioni. Il film è un vero e proprio colossal, non solo per i soldi spesi per produrlo, ma anche per ciò che riguarda la storia e la realizzazione. Da vedere.
Premi: Candidato a 10 premi Oscar, tra cui Miglior film, regia, attore protagonista, sceneggiatura e canzone originale (degli U2); nominato a 5 Golden Globe ne ha vinti 2 per Miglior regia e canzone originale ("The Hands That Built America"); 12 nomination ai BAFTA (tra cui Miglior film e regia) e 1 premio portato a casa per Day-Lewis come attore protagonista; nominato al César come Miglior film straniero.
Parola chiave: Priest.

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Bengi

sabato 27 maggio 2017

Red Nose Day Actually

Anche voi avete amato "Love Actually"? Sarete felici di sapere, allora, che un sequel ufficiale è stato rilasciato di recente in rete grazie a BBC (che lo ha commissionato) e NBC (che lo ha, invece, trasmesso in America). L'occasione è stata quella di raccogliere fondi per l'evento Red Nose Day 2017.
Qui sotto potete vedere il film, un corto di 17 minuti in cui praticamente tutti i personaggi della prima pellicola sono presenti. Buona visione!

Film: "Red Nose Day Actually" (2017) di Richard Curtis, Mat Whitecross
This digital exclusive reunion sequel to "Love Actually" features cast members from the beloved holiday film, including Patrick Dempsey, Colin Firth, Hugh Grant, Keira Knightley, Andrew Lincoln, Laura Linney, Liam Neeson, Bill Nighy and more!
» Donate Now to Red Nose Day: http://bit.ly/RND2017
» Subscribe for More: http://bit.ly/NBCSub
» Watch Full Episodes Free of Your Favorite Shows: http://bit.ly/NBCFullEpisodes

RED NOSE DAY ON SOCIAL:
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ABOUT THE RED NOSE DAY SPECIAL:
The Red Nose Day campaign to end child poverty returns in the U.S. on Thursday, May 25, in conjunction with the third annual ""Red Nose Day Special"" on NBC. Americans across the country will come together, wear their red noses and raise money and awareness to help children living in poverty. With the support of millions of generous Americans, major partners and hundreds of celebrities, Red Nose Day has raised over $60 million in its first two years since launching in the U.S. in 2015, including more than $36 million in 2016.

Red Nose Day Actually: The Love Actually Reunion 14 Years in the Making
https://youtu.be/--oXHLZU6UE
(via NBC)
Cast: Hugh Grant, Liam Neeson, Colin Firth, Andrew Lincoln, Chiwetel Ejiofor, Keira Knightley, Martine McCutcheon, Bill Nighy, Thomas Brodie-Sangster, Lúcia Moniz, Olivia Olson, Marcus Brigstocke, Rowan Atkinson, Kate Moss, Laura Linney, Patrick Dempsey.

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Bengi

giovedì 4 maggio 2017

Film 1362 - A Monster Calls

Invitati all'apertura del Future Film Festival grazie a Marta e al Cinema Galliera, io e Poe non ci siamo lasciati scappare l'occasione di vedere questa pellicola in anteprima.
A Monster Calls

Film 1362: "A Monster Calls" (2016) di J.A. Bayona
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: L'approccio a questa pellicola è stato di totale inconsapevolezza se escludiamo l'unico dettaglio a me conosciuto prima di entrare in sala, ovvero la presenza di Felicity Jones. La presentazione introduttiva di apertura all'evento ci fa scoprire qualche dettaglio in più, ma rimane il fatto che "A Monster Calls" è stato soprattutto una sorpresa.
In un festival che quest'anno punta tutto sui personaggi - più volte preferito l'inglese character -, pare abbastanza evidente che il mostro sia il motivo scatenante della presenza di questa storia addirittura prima di tutte le altre. Va detto che quest'ultimo risulta piuttosto d'impatto, fatto di rami ed effetti speciali, oltre che di una voce profonda e affascinante regalata da nientemeno che un Liam Neeson capace di rendere indimenticabile una performance catturata attraverso il mocap, ovvero il motion capture che, da una tuta e dei marcatori fissati su di essa e collegati a un computer, trasforma la recitazione in carne ed ossa in quella che qui è sotto forma di arbusto abnorme.
L'elemento mostruoso è certamente uno di quelli che colpisce di più relativamente a questo film, ma non solo. Ci sono la difficoltà dell'affrontare una malattia che non recede e, sorpresa non da poco, un giovane protagonista davvero capace. Su Lewis MacDougall ci si deve un attimo soffermare. Il 14enne scozzese, qui alla sua prima esperienza da protagonista, è un ragazzo né già uomo né tuttavia bambino (per dirla con la storia) con alcuni problemi a relazionarsi con gli altri, sofferente pe la malattia della madre e la lontananza di un padre risposato in America. La performance di MacDougall è intensa e credibile, sfaccettata e ricca di sfumature, neanche parlassimo di un consumato signore del mestiere. A lui sicuramente il merito di trainare un prodotto altrimenti francamente un po' lento, a volte quasi piatto.
Non fosse per la malattia della mamma (una brava Felicity Jones), per le storie e le belle illustrazioni che le animano o per gli elementi già citati, "7 Minuti dopo la Mezzanotte" (questo il titolo italiano) risulterebbe un tantino statico. La colonna sonora c'è, ma non sempre si nota, i personaggi di Conor e la nonna a volte si faticano a comprendere e per la maggior parte del tempo si vaga nella storia in attesa di una spiegazione che metta assieme i vari pezzi del puzzle, il tutto per 2 ore di pellicola a cui forse una sforbiciatina qua e là non avrebbe guastato. Il risultato finale non è male, quello no, ma forse considerate le premesse mi sarei aspettato un prodotto leggermente più dinamico, addirittura meno introspettivo.
Rimane incerta, tra l'altro, l'interpretazione del finale: anche la madre finirà per vedere il mostro, ma sarà perché lo aveva già visto o perché è una sorta di proiezione della figura del padre (me lo chiedo perché Neeson appare in una foto di famiglia, facendo capire che è il nonno di Conor)? E poi perché appare il mostro? Il ragazzo lo crea, si capisce dalla storia, ma allora come mai la donna finirà per vederlo?
Insomma, non è proprio tutto chiaro relativamente a questa pellicola che è tratta dall'omonimo romanzo di Patrick Ness. Il risultato finale è tecnicamente molto elevato, gli effetti speciali sono ben fatti e credibili e la scelta del cast mi è sembrata particolarmente felice; dal punto di vista del racconto e della sua resa per il grande schermo, forse avrei preferito un approccio più incisivo che riuscisse a trascinare anche lo spettatore inconsapevole del fatto che, iniziato il film, si sarebbe trovato di fronte ad una storia non facile, un percorso di formazione atipico e a tratti disperato, un'esperienza umana complessa e carica di emotività, un viaggio pesante verso un epilogo inevitabile, oltre che la maturità dei propri personaggi. Insomma, "A Monster Calls" mette sul piatto non pochi elementi complicati da gestire ed esporre e ne esce vincitore per i toni, un po' meno per i modi (cinematografici). Credo che il suo più grande pregio sia quello di saper comunicare in maniera perfetta la singolarità e peculiarità dell'essere umano, delle contraddizioni che lo caratterizzano e, neanche a dirlo, dell'umanità che ne sta alla base. Non mi sarei mai aspettato un budget tanto alto (43 milioni di dollari) per una storia tanto difficile da vendere. Il box-office non è stato clemente, anche se forse questo titolo qualche chance in più se la meritava.
Cast: Lewis MacDougall, Sigourney Weaver, Felicity Jones, Toby Kebbell, Liam Neeson, Geraldine Chaplin.
Box Office: $43.4 milioni
Consigli: Una storia per nulla facile, un protagonista con i problemi tipici dei ragazzi di oggi oltre che quelli stabilmente presenti dentro casa. A sbloccare la situazione ci penserà un mostro apparentemente cattivo, una sorta di Grillo parlante dalle dimensioni inconsuete che porterà il ragazzo al confronto con se stesso e la situazione che sta passando. Il risultato finale è di qualità, anche se a volte si ha la sensazione che niente stia procedendo. Il finale è assolutamente di impatto e dovrebbe ripagare anche chi, nel caso, non dovesse apprezzare i toni un po' sommessi della prima parte. Di sicuro non è un titolo da scegliere per un'occasione spensierata.
Parola chiave: 00:07.

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Bengi

mercoledì 15 febbraio 2017

Film 1306 - Silence

Serata tra cugini con aperitivo e un salto in Cineteca a recuperare l'ultima gestazione di Scorsese. Non sono sicuro di essere ancora stato perdonato per la mia scelta...

Film 1306: "Silence" (2016) di Martin Scorsese
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Francy
Pensieri: "Silence" è una pellicola che già nel titolo si spiega da solo. E' una produzione faraonica (40 milioni di dollari per produrlo) oltre che un titolo difficilissimo che richiede concentrazione e pazienza. Di seguito i miei pensieri sottoforma di appunti. Più che a un film, si assiste ad una liturgia, un racconto interminabile che solo inizialmente può essere scambiato per una pellicola perché poi ci si accorge che è qualcos'altro, quasi un atto di fede nei confronti di un regista che è un mito e divinità per quelli del suo ambiente. Dunque è con devozione che c si deve rimettere alla storia di questo "Silence", un dramma in costume che richiede la pazienza di un santo, la speranza di chi crede in qualcosa e, forse, l'arguzia di chi sa leggere oltre le immagini. Io è così che ho vissuto questa esperienza, come un discepolo che segue un rituale che non sempre capisce e di cui spesso si interroga (sulle motivazioni) e che, certamente, rimane con delle domande. La mia prima e più forte è: perché proprio questa storia e che senso ha raccontarla nel 2017? Una storia interminabile, lentissima, straziante per narrare la vita di un uomo costretto a a demolirsi, rinnegarsi e poi convivere con quanto ha fatto. E noi insieme a lui. Si poteva certamente sforbiciare; sui toni e modi non discuto, la ricostruzione è magistrale;
- Andrew Garfieldall'inizio non mi convinceva, ma devo dire che la sua performance cresce durante la narrazione, per arrivare ad esplodere nel momento del colloquio con il finalmente ritrovato Ferreira (Liam Neeson) che, praticamente, parlando di ciò che ne è stato di lui predirrà il destino dello stesso Rodrigues (Garfield);
- mi sono spesso chiesto se non ci fossero dei rimandi alla storia di Gesù raccontata nella Bibbia, pur con episodi che coinvolgo personaggi di volta in volta diversi: quando Ichizo, Mokichi e il terzo uomo vengono appesi ai pali in mezzo al mare (3 uomini, 3 costruzioni in legno simili a croci); quando l'eterno pentito Kichijiro tradisce definitivamente Rodrigues - alla terza volta - ricevendo come ricompensa monete d'argento, che non sono 30 denari, ma 300...; quando alla fine Rodrigues rinnega la sua fede e calpesta l'immagine cristiana e a quel punto si è fatta l'alba. Senza contare tutte le persecuzioni e torture che mettono in pratica contro i cristiani i buddisti giapponesi, sorta di novelli romani;
- in certe scene, soprattutto all'inizio quando i due preti sbarcano sulle coste del giappone, le immagini mi hanno ricordato il film di Garrone "Il racconto dei racconti";
- mancando praticamente la colonna sonora, mi hanno molto colpito i suoni, i rumori e comunque l'attenzione dedicata ai particolari legati al suono, come gli zoccoli dei cavalli nel fango. Inoltre ho trovato in linea con la storia e l'ambientazione la scelta dei titoli di coda accompagnati dal rumore del vento, le onde del mare, le cicale,...;
- la punizione che la storia riserva al suo protagonista mi è parsa in linea con la cultura giapponese: costretto alla conversione totale, trasformato in sibolo, monito e promemoria per la sua comunità, la punizione del prete cattolico che voleva portare la sua religione allo straniero è quella di venire egli stesso costretto alla conversione, rinnegando se stesso e tutto ciò che è stato per venire inserito all'interno della società locale, assorbito dal mondo estraneo, dovendo così convivere con la consapevolezza di aver tradito le proprie convinzioni e il suo credo. La tortura non è fisica, ma è un fardello da portare per tutta la vita.
Dunque un titolo complicato che si discosta molto dalle ultime produzioni molto mainstream di Scorsese che, nonostante tematiche non certo semplici, preferiva comunque toni più ritmati. Nel caso di "Silence", l'ambientazione, le tematiche e la concezione dell'opera hanno portato ad un risultato finale complesso e pesante, violentissimo e paradossalmente particolarmente statico, anche se nel complesso non mi pento di aver dato una chance a questa pellicola. E' stata davvero un'esperienza totale, un'immersione in un tempo e mondo lontanissimi, una richiesta di sottomissione ad un linguaggio cinematografico totalmente distante, eppure un lavoro efficace, feroce e difficile da dimenticare. Probabilmente una visione che non ripeterò mai, ma di sicuro indimenticabile.
Ps. Candidato ad un solo premio Oscar (Miglior fotografia) nonostante fosse dato tra i favoriti a fare incetta di nomination.
Cast: Andrew Garfield, Adam Driver, Tadanobu Asano, Ciarán Hinds, Liam Neeson, Issey Ogata, Shinya Tsukamoto, Yoshi Oida, Yōsuke Kubozuka.
Box Office: $14.1 milioni
Consigli: Per tutti i fan di scorsese e/o del cast, per chi cerca una vera e propria esperienza da fare, però, solo se veramente motivati e pronti alle 2h e 41min di full immersion cinematografica. Altrimenti meglio un altro film.
Parola chiave: Ugly woman.

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Bengi

mercoledì 31 agosto 2016

Film 1203 - Haunting - Presenze

Mi hanno regalato il dvd di questo film che avrò avuto 19 anni. Ce ne sono voluti 10, quindi, perché decidessi di tirarlo fuori dalla custodia e premere play.

Film 1203: "Haunting - Presenze" (1999) di Jan de Bont
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: "Haunting - Presenze" è una scemenza giga galattica, eppure uno dei titoli cui sono più affezionato. Già alle medie ne avevo scritto una specie di analisi, riciclata e ampliata anche al liceo, nella quale approfondivo le tematiche relative a questa pellicola in maniera anche troppo lusinghiera rispetto a quanto questo prodotto si meriti in realtà. Poi, si sa, le infatuazioni giovanili passano e ci si ritrova a sorridere placidamente al passato, ricordandolo con una nota di nostalgia e, forse, una punta di rimprovero a cui si aggiunge la consapevolezza delle esperienze acquisite e si arriva, così, a ricollocare certi "cimeli" all'interno di un contesto più appropriato. Con questo film ho fatto proprio così.
Ricollocato nella più giusta dimensione dell'horror sciocco e ricolmo di effetti speciali - figlio di quella Hollywood fatta di testosterone ed effetti digitali computerizzati da irradiare a profusione -, "The Haunting" è una pellicola insufficiente, pur caratterizzata da una scenografia particolarmente evocativa e d'impatto.
La trama non è granché, soprattutto per quanto riguarda una caratterizzazione dei protagonisti che vive di cliché; per quanto riguarda la possessione del titolo, si fa riferimento a una casa che non perde occasione per muoversi, mutare ed uccidere sotto l'effetto dello spettrale Hugh Crain, già cadaverico prima ancora di morire. Da questo punto di vista siamo ancora di fronte ad un tipo di cinema che fa sfoggio dell'impiego delle più innovative tecniche digitali a discapito di un racconto che non ha comunque molto da dire. Diversamente da oggi, dove sono l'atmosfera e la suspense che contano, all'epoca l'esibizione dell'ultimo gioiellino della computer grafica rendeva il prodotto più appetibile che i contenuti dello stesso (del resto il successo, clamoroso anche in Italia, di un prodotto come "San Valentino di sangue" che nel 2009 ha saputo racimolare ben $100.7 milioni a fronte di una spesa di 14, è tutto dovuto a una tra le prime implementazioni massificate del 3D, all'epoca spacciato come vera avanguardia del nuovo millennio).
In definitiva, quindi, "Haunting - Presenze" è un prodotto debole che fa leva su qualche già visto espediente di paura e molta poca fantasia, pur riuscendo all'epoca nell'intento di catalizzare l'interesse del pubblico (non è un caso che questo film sia uno di quelli parodiati nel secondo "Scary Movie"). Non è granché, ma personalmente ci sono affezionato.
Ps. Tratto da "L'incubo di Hill House" di Shirley Jackson, il film ha ricevuto 5 nomination ai Razzie Awards del 2000, tra cui Peggior film.
Cast: Liam Neeson, Catherine Zeta-Jones, Owen Wilson, Lili Taylor, Bruce Dern, Marian Seldes, Virginia Madsen, Todd Field, Tom Irwin, Michael Cavanaugh, Alix Koromzay.
Box Office: $177.3 milioni
Consigli: Tra gli horror in circolazione, questo non è certo il più riuscito. Di sicuro è una scelta facile e senza troppe pretese in vista di una serata, più che spaventosa, carica di qualche suggestione e molti effetti speciali.
Parola chiave: Registri.

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Bengi

mercoledì 9 settembre 2015

Film 990 - Non-Stop

La seconda mattina in quel di Trapani, piovendo, abbiamo deciso di prendercela comoda con la colazione. Il risultato è stato un generale spiaggiamento da divano davanti a questo film.

Film 990: "Non-Stop" (2014) di Jaume Collet-Serra
Visto: dalla tv
Lingua: italiano
Compagnia: Lu, Vanina
Pensieri: Rivederlo è stato assolutamente casuale, complice la giornata di pioggia e l'offerta di Sky; alla fine è piaciuto a tutti.
Francamente me lo ricordavo ancora bene, specialmente il finale, ma la cosa non è stata d'intralcio a questa seconda visione, soddisfacente e ancora d'intrattenimento. Devo ammettere che questo tipo di film claustrofoco e adrenalinico, per di più ambientato in aereo, mi appassiona e piace molto, per cui ero abbastanza sicuro che rivedere "Non-Stop" non mi avrebbe né stufato né lasciato scontento. E poi Liam Neeson è perfetto per la parte, trascinante e magnetico, uno cui davvero affideresti la tua vita in situazioni del genere: granitico e indistruttibile, con un grande senso pratico e perfino un lato umano spiccato che lo rende capace di empatia, il che non guasta mai. Per riassumere, l'uomo che fa sempre la cosa giusta al momento giusto. Non tutti gli attori sono in grado di rivestire questo ruolo in maniera credibile e Neeson non solo è uno dei pochi che ci riesce, ma la metà dei suoi film ha proprio questo tipo di protagonista ("The Grey" o la saga di "Taken").
Per il resto questa pellicola è puro intrattenimento, di quello fatto abbastanza bene. La storia scricchiola un po' nel finale - ma si sa che dopo grandi premesse l'epilogo è sempre una questione difficile -, bella fotografia, ottime scene d'azione e cast molto ben assortito, oltre che molto preso in prestito dalla tv. Non solo: nel giro di poco più di un anno, due delle attrici presenti in questa produzione hanno vinto un Oscar (Moore e Nyong'o).
Insomma, "Non-Stop" mi ha nuovamente intrattenuto e mi è nuovamene piaciuto.
Ps. Il cast: Liam Neeson, Julianne Moore, Scoot McNairy, Michelle Dockery, Nate Parker, Jason Butler Harner, Corey Stoll, Lupita Nyong'o, Anson Mount, Omar Metwally, Edoardo Costa.
Film 731 - Non-Stop
Film 990 - Non-Stop
Film 1734 - Non-Stop
Box Office: $222.8 milioni
Consigli: Carico di adrenalina, un po' di sano mistero, numerosi sospettati e solo una persona che sembra capirci qualcosa... o no? La convivenza forzata sul volo di linea rende tutto estremamente claustrofobico, per non parlare del conto alla rovescia che precede ogni assassinio... Insomma, un buon thriller, perfetto se si è alla ricerca di qualche emozione un po' più forte del solito. Neeson è una garanzia e in questo caso è affiancato da un ottimo cast ed effetti speciali che rendono "Non-Stop" un'esperienza cinematografica piacevole e soddisfacente (specialmente se si ha a disposizione un buon dolby e uno schermo piatto gigante!).
Parola chiave: Valigetta.

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Bengi

lunedì 10 agosto 2015

Film 970 - Ted 2

E' estate e un po' di cinema blockbuster volgarotto e stupido ci sta sempre!

Film 970: "Ted 2" (2015) di Seth MacFarlane
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Carino, sboccato come sempre, ma meno efficace del primo travolgente film.
L'orsetto Ted torna sullo schermo perché vuole sposarsi, ma lo Stato americano non lo riconosce come persona, bensì come oggetto. La qual cosa andrà a solleticare gli antichi istinti "da collezione" del pazzoide Donny (Giovanni Ribisi) che tenterà in tutti i modi di ostacolare i progetti di umanizzazione di Ted e John (Mark Wahlberg) solo per poterci ricavare soldi per lui e la Hasbro e milioni di cloni dell'orso (dopo averlo aperto e scoperto cosa c'è al suo interno che gli permette di essere vivo).
"Ted 2" va, quindi, in processo e chiama in causa anche certe tematiche di peso relativamente ai diritti e anche se i toni qui sono ben oltre lo scherzo o la commedia, rimane il fatto che se ne parla e male non può fare. Per il resto questa pellicola rimane una carrellata di assurdità e parolacce dove, sì, c'è qualche momento divertente e qualche battuta che fa ridere, ma essenzialmente si fa un po' fatica. Sia perché il linguaggio è volgare, la nuova avventura niente di che e i nuovi personaggi (Amanda Seyfried, Morgan Freeman, John Slattery) un po' inutili, ma più che altro perché - detta in tutta franchezza - del seguito di "Ted" ce ne frega pochino.
Il predecessore fu un enorme successo e la novità di linguaggio combinata all'assurdità della storia (cosa succede se il desiderio di un bambino di avere il suo orsetto giocattolo come miglior amico si avvera, questo prende vita e l'amicizia continua fino all'età adulta?) ne decretò certamente la fortuna, ma qui il richiamo è minore anche se sono passati solo 3 anni. Quindi no, non era necessario un secondo episodio, ma già che lo abbiamo vederlo non uccide. Ma il primo non si batte.
Ps. Cameo di Liam Neeson della durata di una scena, la sua parte era andata all'ex pastore di "Settimo cielo" Stephen Collins, poi rimpiazzato a seguito dello scandalo legato alle accuse di abuso sessuale su alcune minorenni confessato dallo stesso Collins alla (ormai ex) moglie che poi lo ha denunciato.
Pps. Cast piuttosto ricco tra protagonisti e camei vari: Mark Wahlberg, Seth MacFarlane, Amanda Seyfried, Giovanni Ribisi, John Slattery, Jessica Barth, Morgan Freeman, Tom Brady, Dennis Haysbert, Taran Killam, Jimmy Kimmel, Jay Leno, Kate McKinnon, Bobby Moynihan, Liam Neeson e Patrick Stewart.
Film 476 - Ted
Box Office: $166.3 milioni
Consigli: Inutile dire che se il primo film è piaciuto, questa nuova decalcomania piacerà altrettanto. Manca Mila Kunis che qui è stata rimpiazzata dalla sempre più secca Amanda Seyfried che, insieme a Ribisi e Neeson era nel cast del precedente film di MacFarlane "Un milione di modi per morire nel West" (che personalmente trovo molto più divertente di questo "Ted 2". Qui la storia procede verso una "vita più adulta in salsa Ted", ovvero la ricerca di situazioni più adulte pur rimanendo legati alle stupidaggini infantili della coppia orso di pezza & amico del cuore. Wahlberg qui è protagonista accessorio, è Ted a farla da padrone. In generale, comunque, questo film si può vedere, ma non è niente di che. Si astenga chi non ama la battuta terra terra...
Parola chiave: Contributo alla società.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 24 aprile 2015

Film 905 - Taken 3 - L'ora della verità

Visto l'1 e visto il 2... Potevo perdermi il 3?

Film 905: "Taken 3 - L'ora della verità" (2015) di Olivier Megaton
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tra i tre episodi della saga di "Taken" questo è sicuramente quello più irrilevante, meno riuscito e che più si discosta dai canoni di riferimento dei precedenti due titoli. Meno puramente d'azione, infatti, "Taken 3 - L'ora della verità" si concentra maggiormente su trame e sottotrame, cattivi palesi e cattivi celati al disperato tentativo di dare una conclusione ad un franchise che più della storia ha sempre privilegiato la parte "pratica". Diciamo che se di una conclusione poteva esserci bisogno, di questa specifica conclusione magari no, considerato il buon servizio reso fino a qui a chi apprezza il genere d'azione o il sempre granitico Liam Neeson.
Quindi, per quanto il ritorno al cinema dell'iperprotettivo papà Bryan Mills e rispettiva famiglia potesse essere lieta novella, nel concreto il risultato finale di questa pellicola tutta sparatorie, incidenti automobilistici e aereoplani bloccati al decollo, ma a parte il clamore per delle scene d'azione certamente d'effetto e il colpo di scena - subito bruciato - che coinvolge la sempre un po' sfigata Lenore (Famke Janssen), questo film non ha molto altro da offrire. Un'ultima occasione bruciata.
Film 63 - Io vi troverò
Film 574 - Taken - La vendetta
Box Office: $325.7 milioni
Consigli: L'incasso è sembre ottimo, ma il risultato di questo terzo e ultimo episodio della saga ideata da Luc Besson è assolutamente l'anello debole della trilogia. Liam Neeson funziona sempre benissimo in questi ruoli fisici e non delude anche qui, nonostante la trama sia decisamente inferiore alle aspettative. Se si è fan dell'attore o del franchise è certamente un titolo imperdibile, considerando l'esplicitata conclusione legata a questa storia. Tutti gli altri possono decisamente sopravvivere anche senza vederlo, anche perché ci sono film d'azione decisamente più riusciti.
Parola chiave: Assicurazione.

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Bengi

lunedì 15 dicembre 2014

Film 833 - The Grey

Me l'ero perso quando è uscito ed ero rimasto con la curiosità di vederlo. Anche se devo ammettere che credevo di aver fatto partire "Unknown - Senza identità"...

Film 833: "The Grey" (2011) di Joe Carnahan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pellicola leggermente insolita per Liam Neeson che, solitamente, mena tutti e pure con gusto nei suoi film, ma qui più che "tutti" mena solo dei gran lupi. Eh già, perché "The Grey" non solo è ambientato in Alaska, dove gli unici elementi costanti sono il freddo e la neve, ma vede coinvolti nel ruolo dei cattivi dei lupi famelici che sbranano a vista le persone.
Non bisogna pensare, però, che questa pellicola sia solo un titolo legato alla caccia (umana o animale che sia), perché in realtà è un mix di svariati elementi visti in svariate altre produzioni - molte con Neeson - che, però, qui prendono una piega leggermente differente. Il tutto parte come al solito, con il nostro eroe solitario e ricolmo di pensieri e fatiche esistenziali. Capiamo che ha perso l'amore della sua vita e per questo ora la sua vita è un limbo, un'esistenza faticosa che lo spinge ad alienarsi dal mondo, tanto da finire a lavorare in Alaska come cacciatore di lupi per un'azienda petrolifera. I colleghi che deve proteggere saranno suoi compagni sul volo che, poco dopo il decollo, precipiterà in mezzo ai ghiacci regalando ben pochi sopravvissuti alla sorte. Non ve lo dico neanche che il nostro eroe è uno di questi.
Dopo l'inizio classico da pellicola tormentata di serie B, con un protagonista duro ma moralmente dai valori saldi e una volontà di ferro (cito un "Io vi troverò" giusto per fare un nome), la nostra storia vira selvaggiamente e sembra all'improvviso di trovarsi in quell'angoscia cinematografica che è "Alive - Sopravvissuti", dove è il disastro aereo a farla da padrone. Qui, ahinoi, non c'è alcuna speranza di essere recuperati dai soccorsi, motivo per il quale i poveri rimasti si metteranno in marcia alla volta del sud, soprattutto appena scoprono che i lupi non si fanno problemi a cibarsi di loro. Qui comincia fondamentalmente la terza parte del racconto che corre veloce sul binario della caccia all'uomo, col branco di famelici sempre alle calcagna e sempre al buio e i sempre meno poveretti rimasti che tentano una fuga per la vita che richiederà non pochi sacrifici. Se poi ci aggiungiamo il freddo glaciale il gioco è fatto.
Insomma, senza che stia a raccontare anche il finale - consiglio di vedere tutti i titoli di coda fino alla scena nascosta -, posso dire che anche se non rivedrei più questo film, alla fine ha fatto comunque il suo dovere. E' qualcos'altro rispetto a ciò che mi aspettavo o, per essere più precisi, rispetto a ciò che gli ultimi film di Neeson mi avevano abituato ad aspettarmi (perlomeno titoli come "Non-Stop", "A Walk Among the Tombstones" e la trilogia di "Taken") e la cosa in sé non mi è dispiaciuta. Però non è niente di più di un film d'azione un po' splatter al quale hanno cambiato solo qualche solito elemento in favore di un approccio più selvaggio e meno scontato. Apprezzabile, ma non sufficiente.
Box Office: $77.3 milioni
Consigli: Zitto zitto e senza bisogno di essere necessariamente presentato così, Liam Neeson si è costruito una nicchia all'interno della Hollywood che conta e adesso, più lui di tantissimi altri, riesce nell'intento di fare film d'azione (di quelli dove l'eroe di turno dopo aver affrontato un paio di esplosioni nucleari ha solo un graffietto sullo zigomo) e portare la gente a vederli al cinema. Questo "The Grey" ha avuto meno successo al botteghino di altri titoli, è vero, ma se consideriamo che per produrlo ci sono voluti 25 milioni di dollari, si può dire che il nostro eroe riesce ancora a fare la magia.
Questa pellicola è sufficientemente in linea con le sue precedenti a livello di personaggio che interpreta, per cui se amate lui o le sue ultime fatiche fisiche sullo schermo, anche questo titolo non vi deluderà. Chiaramente non è un capolavoro, ma se piacciono storie cariche di suspense con un inusuale elemento naturale selvaggio... "The Grey" è un titolo da recuperare o tenere in considerazione.
Parola chiave: Tana.

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Bengi

lunedì 3 novembre 2014

Film 807 - A Walk Among the Tombstones

Luigi era molto, molto curioso di vederlo, così ne abbiamo subito approfittato non appena lo streaming ce l'ha permesso.

Film 807: "A Walk Among the Tombstones" (2014) di Scott Frank
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Molto cupo, molto violento e assolutamente crudo, una pellicola che grazie al sempre granitico Liam Neeson funziona abbastanza e adempie al compito che le è richiesto, ma che risulta assolutamente identica ad una qualunque delle altre che l'ha preceduta. Neeson è infatti ormai avvezzo più a questo genere che a qualunque altro - motivo probabile per il quale è tanto credibile in questi panni - e bisogna dire che nulla gli si può obiettare se non una certa mancanza di fantasia nella scelta dei copioni. Sono vicini a questo filone titoli come "Io vi troverò", "Taken - La vendetta", "Non-Stop", "The Grey" o "Unknown - Senza identità".
Consigli sul variare i generi a parte, penso si possa ormai dire a voce alta che Neeson rappresenta sempre di più lo stereotipo dell'uomo tutto d'un pezzo, di principi saldi, dedito al martirio se la causa lo richiede, solitamente solo perché abbandonato dalla famiglia o perché la famiglia l'ha persa. Lui più di molti altri sembra oggi incarnare questo archetipo, classico personaggio all'esterno durissimo, ma dal cuore fondamentalmente tenero. Eppure mi sembrerebbe di poter pensare che il nostro attore potrebbe fare di più. Pace, per il momento ci teniamo questo guerriero silenzioso, questo paladino immerso nell'oscurità esterna e interiore, capace di sventare attentati aerei o giustiziare molto privatamente criminali pazzoidi che, come qui, seviziano, uccidono e fanno a pezzi donne e bambini. Violento, come dicevo all'inizio e a tratti anche difficile da guardare senza chiudere gli occhi. Se piace il genere funziona e forse, anche, entusiasma. Se devo dire ho trovato il tutto troppo, troppo cupo. Non perché la cosa in sé mi dia fastidio, ma perché mi pare sia semplicemente un pretesto per calcare la mano sui toni. Le cose orrende capitano anche di giorno, d'estate, alla luce del sole e non solamente con la pioggia, la nebbia, a novembre o quando cala la sera. La "tinta dark" è ormai un trademark un po' abusato che, se da un lato ha anche il suo fascino, dall'altro rischia di declassare il prodotto a 'la solita roba un po' dark, un po' thriller, un po' mistery'. Meno male, però, che c'è Liam.
Box Office: $44.4 milioni
Consigli: Questa pellicola è tratta dal romanzo "A Walk Among the Tombstones" del 1992 di Lawrence Block. Se, come la pellicola, il libro dovesse essere così cupo c'è da farsi già venire i brividi. Agghiacciante per le perversioni umane che sviscera e porta a galla, ben realizzato tecnicamente e con un Liam Neeson sempre più convincente in questo tipo di ruolo, "La preda perfetta" (il titolo italiano) funziona abbastanza a patto che siate preparati davvero al peggio. Non adatto a una serata relax o a una domenica pomeriggio scaccia pensieri.
Parola chiave: Rapimento.

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Bengi

giovedì 23 ottobre 2014

Film 800 - Un milione di modi per morire nel West

Avevo visto il poster di questo film al cinema a New York e mi aveva subito incuriosito. Naturalmente in Italia è uscito con soli 5 mesi di ritardo...

Film 800: "Un milione di modi per morire nel West" (2014) di Seth MacFarlane
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Forse il vero problema di Seth MacFarlane è che si spinge molto oltre il confine del "decente" genericamente accettato, cosa che non sempre dà i suoi frutti. Con "Ted" il giochetto era riuscito, qui per qualche oscuro motivo, no. Eppure la formula di per sé non cambia.
Questa volta siamo nel selvaggio West, ma non quello di Sergio Leone o la versione rosa de "La signora del West": l'approccio satirico è concentrato proprio sulla caratteristica di inospitalità per l'individuo che rende l'ovest un luogo pericoloso, arretrato, rurale. MacFarlane, che è geniale nel ricreare parallelismi paradossali, riesce egregiamente nel sottolineare le differenze tra l'allora e oggi, giocando su assurdità e credenze della gente, oltre che la loro ingenua ignoranza, calcando la mano ed utilizzando un tipo di comicità molto scurrile e cruda che certamente non è figlia del tempo storico qui ritratto.
Funzionale a rendere ancora più evidente la differenza tra le due epoche proprio questo tipo di satira che, in maniera così forte, costringe lo spettatore a confrontarsi con temi e situazioni non esattamente digeribili da tutti. Ed è in questo, forse, che si potrebbe ricercare il motivo del parziale fallimento di "A Million Ways to Die in the West". Parziale perché, di fatto, l'incasso ha raddoppiato i costi di produzione (40 milioni di dollari), ma non è certo stato quel fenomeno inarrestabile che era stato "Ted" 2 anni fa.
Forse la satira del 'selvaggio west' non ha irresistibilmente attirato lo spettatore americano medio che, magari, nello scegliere cosa andare a vedere al cinema ha preferito "Maleficent" o "X-Men - Giorni di un futuro passato", titoli che hanno ostacolato non poco il film di MacFarlane nel suo weekend d'uscita. Ma, questioni tecniche o scelte di gusti a parte, direi che questa pellicola è, presa per il verso giusto, piuttosto divertente. Evitando finti sconvolgimenti o arrossamenti che nel 2014 fanno più sorridere che altro, si può dire che il lavoro fatto qui sia abbastanza buono e che la promessa de ltitolo sia mantenuta quasi letteralmente. Muore un sacco di gente durante i 116 minuti di durata e tutti nei modi più strambi o stupidi - il trailer dà già un ottimo assaggio di ciò che la trama mostrerà, ma anche le parole della canzone di "A Million Ways to Die" cantata da Alan Jackson e scritta dallo stesso MacFarlane rendono il tuo piuttosto esplicito (qui il videoclip versione lyric) - e molto del comico sta proprio in questi assurdi decessi per esempio per colpa di un toro o di un enorme parallelepipedo di ghiaccio...
Macabra comicità a parte, il cast è molto buono e, soprattutto, molto ricco: Charlize Theron, Amanda Seyfried, Neil Patrick Harris, Giovanni Ribisi, Sarah Silverman e Liam Neeson nella parte del cattivo (dal, si vedrà, sedere piuttosto in forma considerati i 62 anni d'età). La coppia più divertente è quella formata da Ribisi e la Silverman, promessi sposi in attesa di conoscersi biblicamente dopo il matrimonio, mentre lei di professione fa la prostituta presso il saloon della città e minuziosamente descrive al fidanzato i dettagli della sua professione. Entrambi gli attori sono davvero fantastici in questi ruoli. La Theron in questo ruolo da dura pistolera bella e impossibile è veramente magnetica.
Insomma, a me "Un milione di modi per morire nel West" è piaciuto, ha fatto divertire e anche lasciato un pelino esterrefatto per certe scene (qui come in "Ted"). Nel complesso è un lavoro omogeneo, certamente non convenzionale che si impegna moltissimo per ridicolizzare il mito del west per soli uomini veri, duri, coraggiosi. Un punto di vista insolito e, anche per questo, interessante oltre che divertente.
Ps. Numerosi camei: Ryan Reynolds, Patrick Stewart, Ewan McGregor, Christopher Lloyd nei panni di Doc Brown ("Ritorno al futuro") e Jamie Foxx in quelli di Django ("Django Unchained").
Box Office: $86 milioni
Consigli: Non certo per palati raffinati, però divertente se si accetta il compromesso di una comicità assolutamente scorretta. Molto volgare, crudo, eppure spassoso e con non poche trovate interessanti e intelligenti. Una satira abbastanza diversa dal solito per un prodotto commerciale e comico abbastanza inusuale. Il west come non si era mai visto (ovvero abbastanza ridicolo). Perfetto per divertirsi e in grado di accontentare un po' tutti (e far incazzare tutti gli altri). Ma MacFarlane è così, prendere o lasciare.
Parola chiave: Duello.

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Bengi

martedì 22 luglio 2014

Film 746 - Battleship

Tra una partita alla Play Station 3 e l'altra ci abbiamo inserito anche questo film(accio)!

Film 746: "Battleship" (2012) di Peter Berg
Visto: dalla tv di Andrea
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Luigi
Pensieri: Il blue-ray lo avevamo regalato ad Andrea per il suo compleanno e io un blue-ray su una tv a schermo piatto gigante non lo avevo mai visto, ergo era la situazione perfetta per rispolverare quel gigantesco flop che è stato "Battleship" e dargli la sua seconda caotica occasione.
In effetti la nuova chance ha sortito effetti positivi e devo ammettere che mi sono goduto questa rispolverata, tra effetti speciali ben fatti, un mare che più blu non si può e una Rihanna cazzuta che ce l'ha con gli alieni come Batman con il Joker. Tolte le aspettative di cui ero carico la volta che ho visto al cinema questa pellicola - e ricollocandola nella giusta prospettiva di superboiata pazzesca -, posso candidamente ammettere di aver seguito con tranquillizante spensieratezza le avventure navali di Taylor Kitsch e compagni, con buona pace per le sceneggiature di qualità (o con anche solo un briciolo di trama). Inutile, infatti, ricercare un minimo di impegno narrativo in questo prodotto commerciale ispirato al gioco della Battaglia Navale, perché è talmente superficiale, banale e privo di idee originali che, se ci pensi con coscienza, è imbarazzante. Meglio, quindi, prenderlo per il verso giusto e utilizzarlo per l'unico scopo cui è buono: intrattenimento puro. In questa prospettiva è anche godibile...
Film 408 - Battleship
Box Office: $303,025,485
Consigli: Scritto male, recitato senza troppa spinta (Rihanna vince il Razzie come Peggior attrice non protagonista, ma la vera incapace è l'insipida Brooklyn Decker) e sinceramente troppo lungo. Alcuni passaggi sono perfino noiosi. Valgono certamente gli effetti speciali, ma una pellicola - anche se solo commerciale - non può davvero basarsi solo su quello. Approcciandosi a questo film, quindi, meglio esserne consci fin da subito: è solo uno spettacolo per gli occhi. La Battaglia Navale sarebbe meglio restasse un gioco da tavolo.
Parola chiave: Alieni.

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Bengi

martedì 1 luglio 2014

Film 735 - The Lego Movie

Non ero proprio entusiasta all'idea di vederlo, ma visto il successo mondiale non potevo ignorare questa pellicola

Film 735: "The Lego Movie" (2014) di Phil Lord, Christopher Miller
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "The Lego Movie" ovvero la mia personalissima sorpresa di questo 2014.
Una pellicola spassosissima, fresca, ritmata e mai banale, camaleontica e fantasiosa, davvero ben fatta. Una storia divertente e ben architettata, capace di sorprendere con un finale non impensabile, ma certo inaspettato. una realizzazione che rende onore al famoso gioco e che è in grado di stupire non poco lo spettatore in un misto di stupore infantile ed eccitazione. Insomma, hanno fatto centro.
Tra l'altro - e non è poco - sono riusciti nel non scontato intento di presentare un prodotto strafamoso e quindi non certo nuovo come i Lego trasformandolo in qualcosa di nuovo e attualizzato grazie a questo film, qualcosa con cui ti viene subito voglia di giocare! Geniacci...
Milioni gli scenari grazie alle non poche situazioni che si alternano durante la storia - ma niente spoiler! - e, di conseguenza, milioni di personaggi sconosciuti ma anche famosissimi: Batman, Superman, Gandalf, Wonder Woman, Han Solo, C-3PO, Abramo Lincoln... Tutto in un mix di rapida follia giocosa e di ottimo intrattenimento, per un risultato finale che vale la pena di essere visto. Non il solito film d'animazione computerizzata, ben scritto e carinissimo!
Ps. Il sequel, "The Lego Movie 2" arriverà in America il 26 maggio 2017.
Film 735 - The Lego Movie
Film 1756 - The Lego Movie 2
Film 1379 - LEGO Batman - Il film
Box Office: $467,153,726
Consigli: Una sorprendente storia capace di spaziare tra generi e tematiche, sempre in un'allegra follia vorticosa che mantiene serrato il ritmo e lo spettatore attentissimo. Ottima la scelta di presentare i Lego dal punto di vista adulto e infantile, come gioco e come oggetto da collezione, mossa strategica che piacerà a grandi e non, per un risultato finale in grado di divertire, di fatto, un ampissimo range di pubblico. Tantissimi i richiami cult ad altre storie, altri film, altri mondi e, nonostante si potrebbe pensare a un gran pasticcio, in realtà quest'inedito mix va a creare un film carino, spensierato, divertente ed adattissimo ad essere visto in compagnia. Da non perdere, davvero.
Parola chiave: Kragle.

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Bengi

lunedì 23 giugno 2014

Film 731 - Non-Stop

Dopo un film con il neo premio Oscar Matthew McConaughey, un film con la neo premio Oscar Lupita Nyong'o.

Film 731: "Non-Stop" (2014) di Jaume Collet-Serra
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Liam Neeson e i film d'azione vanno più che d'accordo da ormai un bel po', lasciando soddisfatti i fans dell'attore e del genere cinematografico. In questo caso specifico, dopo "Io vi troverò", "A-Team", "The Grey" e "Taken - La vendetta" e considerato il cast piuttosto interessante, a mio parere era logico aspettarsi un grande film d'azione, tra suspese e sequenze al cardiopalma. Non proprio.
Il film, nel suo complesso, è infatti stranamente lento e "ponderato". La presenza della psicologa Jen Summers/Julianne Moore non fa che aumentare questa caratteristica della trama, molto cerebrale e meno concreta di quanto non sarebbe stato auspicabile; nel finale si riprende (anche se le motivazioni "del cattivo" sono sinceramente un po' deludenti).
Tutto sommato, quindi, questo "Non-stop" è più simile a "Flightplan" che ai sopracitati esempi di filmografia neesoniana e, nonostante il risultato non sia malvagio, non posso nascondere che sul momento la cosa mia bbia deluso. Sia perché volevo - e lo sottolineo - azione, sia perché la trama non è così ben strutturata e solida come lo è, invece, nel film con Jodie Foster. Qui Neeson e il cast fanno del loro meglio, ma rimane il fatto che la trama sia in certi snodi deboluccia e che troppi di questi ricordino l'altra pellicola (misteriose minacce in volo, psicologo a bordo dell'aereo, importanza dello staff di volo in relazione al personaggio principale, passeggeri che si ribellano al protagonista, ...). Inoltre, ma questa era una mia personale aspettativa, Lupita Nyong'o ha un ruolo per cui una qualunque altra attrice/comparsa sarebbe andata perfettamente bene. Il che, considerando la eco mediatica richiamata dall'attrice per il suo Oscar, è davvero un peccato. Speravo le fosse concesso più spazio e che potesse dimostrare qualcosa di più.
Ciò detto, rimane in ogni caso il fatto che "Non-stop" sia un buon esempio di pellicola da intrattenimento, con le sequenze relative all'atterraggio anche piuttosto ben fatte (ma gestite nella storia con troppa fretta) e un primo tempo con relative aspettative di trama che parrebbero promettere un finale davvero interessante (ni). Quindi si potrebbe dire che le idee di base ci sono, meno lo svolgimento originale o innovativo. Neeson rimane una certezza e il personaggio della Moore è giustamente ben bilanciata tra l'innocenza e la plausibilità di un suo possibile coinvolgimento. Nel cast anche le due star delle serie tv Michelle Dockery ("Downton Abbey") e Corey Stoll ("House of Cards") e il compagno di set di Lupita in "12 anni schiavo", Scoot McNairy .
Film 731 - Non-Stop
Film 990 - Non-Stop
Film 1734 - Non-Stop
Box Office: $199,000.000
Consigli: Nonostante le ottime aspettative che regala il trailer, il film è nel concreto molto diverso da come è presentato: meno movimentato e ritmato e più immerso nel tentativo di ricreare un'atmosfera claustrofobica e alienante. Il risultato è meno soddisfacente, da questo punto di vista, anche se "Non-stop" rimane una pellicola assolutamente godibile, con un buon cast e un'intrigante idea di partenza.
Parola chiave: Bomba.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 26 agosto 2013

Film 574 - Taken - La vendetta

Avevo visto il primo episodio e ne ero rimasto sinceramente colpito (più per la trama in sé, per il fatto che una produzione francese riuscisse nel creare un prodotto così filo-americano da risultare fotocopia di una qualunque operazione commerciale cinematografica made in USA). Ero curioso di verificare se anche questa volta la magia da copia-carbone fosse riuscita...


Film 574: "Taken - La vendetta" (2012) di Olivier Megaton
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sinceramente continuo a non sapermi spiegare il perché dell'enorme successo della prima pellicola, considerando che la produzione è francese e, Liam Neeson a parte, Famke Janssen e Maggie Grace non sono certo attrici di enorme appeal mondiale. Evidentemente il genere funziona, considerando il solo incasso americano di $139,854,287...
Va detto che non ho disprezzato il primo film e, anzi, l'ho trovato anche divertente nel suo essere pura, sola adrenalina. Questo secondo capitolo è esattamente identico e differisce solo per location e trama che, questa volta, porta avanti la narrazione da dove il primo "Taken" (in italiano "Io vi troverò") l'aveva lasciata. Per farla breve, in questo episodio vengono rapiti praticamente un po' tutti i protagonisti. Inutile dire come potrà andarà l'imprevedibile finale...
Insomma, "Taken 2" non è nulla di che, inferiore al suo predecessore, ma ai fini di una serata spensierata e concentrata sull'azione fa egregiamente il suo dovere. Non ci si annoia mai, Neeson è certamente un carismatico, granitico protagonista e - per me personalmente - è sempre un piacere rivedere Famke Janssen in qualche produzione (che dagli X-Men in poi mi è un po' sparita...).
Niente di trascendentale, quindi, ma comunque certamente perfettamente incasellato nel suo genere. Non avrà deluso i fans del primo capitolo.
Ps. $376,141,306 di incasso al botteghino mondiale.
Consigli: Non sconvolgerò nessuno dicendo che che non è proprio nulla di che. Evitabile o godibile a seconda che piaccia o meno l'adrenalina da inseguimenti in macchina, sparatorie, scazzottate e tecnologia ultramoderna. La trama è un'intercambiabile cornice, ma di sicuro Luc Besson ha dimostrato di saper mettere in piedi una grande produzione commerciale al pari di una qualunque produzione americana. Chapeau.
Parola chiave: Rapimento.

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Bengi

giovedì 17 maggio 2012

Film 408 - Battleship

Accompagnando padre al cinema a quegli spettacoli che madre si rifiuta di portarlo a vedere #1.


Film 408: "Battleship" (2012) di Peter Berg
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: papà
Pensieri: E così anche Battaglia Navale si è accaparrato il suo film. Un gioco che fa da spunto ad una pellicola con un budget colossale ($209 milioni) che - si spera - avrà lo stesso richiamo di pubblico dei fortunati "Transformers", sempre della Hasbro. Eppure, io che sono fan del genere 'spacchiamo-tutto-per-principio', non ho trovato la stessa carica motivatrice del primo film con Shia LaBeouf.
Pongo subito una domanda: si può trarre da un gioco così poco stimolante una pellicola che ne catturi l'essenza ma sia capace di catapultare lo spettatore in una storia che valga la pena di essere guardata?
Come tutti sappiamo questo tipo di prodotto non rimane negli annali per particolari prove artistiche, attoriali o di sceneggiatura elaborata. Si punta (bisogna per forza!) su effetti speciali, coinvolgimento del pubblico al centro dell'azione, battute ad effetto ed adrenalina come se piovesse. Tutto questo per buona parte di "Battleship" manca.
C'è molto preludio preparatorio, come se chi scrive volesse giustificare a chi guarda le scelte di sceneggiatura, certamente poco realistiche, ma che, all'interno di una storia come questa, non lasciano perplesso nessuno. Invece di perderci in una finta caratterizzazione dei personaggi con, addirittura!, il sacrificio di uno di questi (Alexander Skarsgård) per dare spinta e motivazione al protagonista (Taylor Kitsch), si poteva tranquillamente giocare meno di psicologia e pigiare più consapevolmente sull'acceleratore adrenalinico. Non si carbura mai - fino alla fine - e quando è proprio il momento di spaccare tutto, chi c'è a bordo della nave? I veterani della Marina. Ora, con tutto il rispetto, ma davvero siamo arrivati al punto che per salvare la Terra dagli alieni siamo talmente alla frutta da rispolverare il cliché dell'eterna devozione e, soprattutto, dell'estrema superiorità delle passate generazioni - quelle coi coglioni, per intendersi - su quella di oggi? La nave stessa su cui si svolge l'ultimo combattimento è una della vecchia flotta riconvertita a museo. Ecco, forse qui dovrei fermarmi e pormi la domanda: non è che questa pellicola è già 'datata' al momento dell'uscita sul mercato? Cosa c'è di nuovo, esattamente? Nessun elemento particolare. Abbiamo gli alieni, la battaglia estrema per difendere il Pianeta, il protagonista che non vuole assumersi le sue responsabilità (eterno Peter Pan), la bellona di turno con il padre autoritario (e Superiore del protagonista), la ragazza di colore tosta quanto i colleghi uomini e bianchi (l'inarrestabile popstar Rihanna) e si potrebbe continuare tra un cliché da blockbuster e l'altro. Quindi torno a sopra: perchè porsi tanti scrupoli per dare un inizio più plausibilmente non scontato possibile, per poi giocarsi così male le proprie carte? E perchè, aggiungo, scegliere un protagonista tanto insipido da farsi mettere in ombra dalla novellina Rihanna?
Poi, per carità, gli effetti speciali son ben realizzati ed effettivamente la scena finale dello scontro si lascia guardare con un certo interesse, quindi niente di male a voler perdere due buone ore del proprio tempo per distrarsi con questa sfida in mare tra i buoni marinai dalla divisa immacolata e i cattivi alieni dalla scura armatura. Basta sapere a cosa si sta andando incontro.
Ps. In America il film uscirà questo venerdì (18 maggio), mentre nel resto del mondo la pellicola ha già dato i suoi frutti: $215,300,000. Ora bisogna aspettare il weekend per capire se "The Avengers" riuscirà a rimanere in vetta o se, invece, cederà il passo a "Battleship" e, chiaramente, in quale misura. Che lo scontro abbia inizio.
Consigli: Chi apprezza i film tratti dai prodotti Hasbro (Transformers e G.I. Joe) godrà sicuramente del piacere di seguire anche questo 'ludico' appuntamento. Anche i fan di Rihanna potranno giovare della presenza della loro beniamina nei panni di attrice nemmeno troppo pessima. Infine chi ama effetti speciali e bombardamenti alquanto rumorosi non resterà deluso. Per tutti quelli che, invece, non hanno un motivo particolare per vedere "Battleship", sappiano che non è esattamente un capolavoro.
Parola chiave: Fotosensibilità.

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