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giovedì 6 ottobre 2022

Film 2135 - 27 Dresses

Intro: Torniamo per un attimo alle romcom facili facili per una serata tranquilla.

Film 2135: "27 Dresses" (2008) di Anne Fletcher
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non la mia commedia romantica preferita, comunque un prodotto sufficientemente innocuo da prestarsi ad ogni occasione che richieda le connessioni nervose a pilota automatico, "27 Dresses" funziona per l'idea assurda ma simpatica e una protagonista perfetta per la parte.
Film 1090 - 27 volte in bianco
Film 2135 - 27 Dresses
Cast: Katherine Heigl, James Marsden, Malin Åkerman, Judy Greer, Edward Burns, Melora Hardin, Maulik Pancholy.
Box Office: $162.7 milioni
Vale o non vale: Dimenticabile? Assolutamente.
Però un buon diversivo per una serata di disimpegno.
Premi: /
Parola chiave: Agenda.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 20 agosto 2019

Film 1652 - Enchanted

Intro: Curiosamente, oggi è il compleanno di Amy Adams, protagonista di questo film.
Film 1652: "Enchanted" (2007) di Kevin Lima
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: era da un po' che volevo rivedere questo film, principalmente perché non me lo ricordavo per niente; in più la presenza della mia sempre amata Amy Adams e del sequel già annunciato ("Disenchanted") mi hanno spinto a recuperarlo.
Devo dire che, in generale, questa pellicola è simpatica e veicola efficacemente il messaggio al contrario rispetto alle precedenti avventure Disney. Per quanto oggi sia diventato piuttosto usuale trovare eroine delle fiabe più interessate a cercare la loro strada che il loro principe azzurro, va detto che 12 anni fa la questione era ancora meno ordinaria. A parte questo, comunque, Adams sempre in parte - qui anche canterina - e James Marsden davvero divertente, mentre Dempsey, all'epoca in pieno furore "Grey's Anatomy", mi è parso un po' imbambolato. Grandissima Susan Sarandon.
Cast: Amy Adams, Patrick Dempsey, James Marsden, Timothy Spall, Idina Menzel, Susan Sarandon, Julie Andrews.
Box Office: $340.5 milioni
Vale o non vale: Piacevole, molto fiabesco e con numeri musicali ben pensati. Classica fiaba per famiglie, ma con un piglio decisamente più moderno.
Premi: Candidato a 3 Oscar, tutti nella categoria Miglior canzone originale ("Happy Working Song", "So Close", "That's How You Know"); due nomination ai Golden Globe per la Miglior canzone ("That's How You Know") e Miglior attrice protagonista commedia o musical per la Adams e 2 nomination ai Grammy per Best Song Written for Motion Picture, Television or Other Visual Media ("Ever Ever After", "That's How You Know").
Parola chiave: Happily ever after.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 8 maggio 2019

Film 1578 - The Notebook

Intro: Mi pare evidente che fossimo in pieno mood Ryan Gosling...
Film 1578: "The Notebook" (2004) di Nick Cassavetes
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: tipo una delle storie più tristi tra quelle di Nicholas Sparks, "The Notebook" è stato un vero e proprio fenomeno cinematografico ai tempi in cui uscì al cinema. Ryan Gosling e Rachel McAdams lanciati nello stardom hollywoodiano, Gena Rowlands scoperta dalle masse di adolescenti (e riscoperta da molti altri), Sparks instradato verso una serie piuttosto lunga di adattamenti cinematografici dei suoi romanzi, questa pellicola è stata un vero e proprio piccolo fenomeno. Ecco perché, probabilmente, avevo così alte aspettative - nonostante le non esattamente entusiaste recensioni della critica - anche se solitamente non sono un estimatore del genere romantico strappalacrime con finale straziante. Ebbene, "The Notebook" non mi è piaciuto. A dispetto di tutte le mie buone intenzioni, non sono riuscito a farmi realmente coinvolgere dalla storia, né sentirmi particolarmente trasportato dagli avvenimenti raccontati; anzi, ho trovato a tratti frustranti le continue avversità che la coppia di protagonisti deve affrontare. Insomma, questo film ha sicuramente tutte le carte in regola per regalare alla sua platea di appassionati tutte le lacrime e i tormenti passionali di cui a bisogno, ma per quanto mi riguarda la storia raccontata qui è stata tutto tranne che appassionante.
Cast: Ryan Gosling, Rachel McAdams, James Garner, Gena Rowlands, Sam Shepard, Joan Allen, James Marsden.
Box Office: $115.6 milioni
Vale o non vale: Lo consiglio a chi apprezza le storie d'amore fatte di premesse avverse e sentimenti salvifici. Gli altri meditino un titolo differente.
Premi: /
Parola chiave: Lettere.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 1 marzo 2016

Film 1090 - 27 volte in bianco

Ho fatto un ordine folle in internet e comprato un valanga di nuovi dvd, tra cui quello di questo film. Per poi accorgermi che, in realtà, avevo comprato il Blue-ray. Non mi rimaneva che lo streaming.
Film 1090: "27 volte in bianco" (2008) di Anne Fletcher
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Nell'anno in cui Katherine Heigl riceve la sua terza meritatissima nomination come Peggior attrice per "Home Sweet Hell" ai Razzie Awards, è capitato per caso di rivedere questo film, suo primo successo commerciale personale sul grande schermo dopo quello televisivo pe "Grey's Anatomy". Dato che dal 2012 ad oggi i Razzies l'hanno candidata 3 volte, io una domandina me la farei...
Questo "27 Dresses" è carino, simpatico, di puro intrattenimento e rende giustizia alla bellezza non eclatante della Heigl che, in più, in questo caso si dimostra capace di portare l'intera operazione sulle proprie spalle. Chiaro, stiamo parlando di una commedia romantica semplice semplice, eppure anche per questo bisogna avere il physique du rôle e non tutte ce l'hanno.
L'idea di partenza è carina - Jane è l'eterna damigella d'onore, ruolo che riveste alla perfezione, ma da cui non riesce a uscire -, lo svolgimento finisce, come prevedibile, nelle trappole standard di un'operazione commerciale del genere (vero amore che si presenta all'improvviso, protagonista romantica, New York come città magica, ecc) e il tutto perde di originalità. Senza pretese e nell'ottica di quello che è rimane un titolo piacevole.
Film 1090 - 27 volte in bianco
Film 2135 - 27 Dresses
Cast: Katherine Heigl, James Marsden, Malin Åkerman, Edward Burns, Judy Greer, Maulik Pancholy, Melora Hardin, Krysten Ritter.
Box Office: $160.3 milioni
Consigli: Commedia facile facile perfetta per una serata tranquilla e spensierata. Gli ingredienti giusti per la pellicola romantica ci sono tutti: la Heigl giovane promessa fresca di Emmy per "Grey's Anatomy", i toni divertenti, il triangolo romantico, l'happy ending. Chiaramente è una cretinata, però, nel suo genere, non è male.
Parola chiave: Diapositive.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 25 settembre 2015

Film 1001 - Affare fatto

A casa in malattia: film 11. Siamo giunti alla fine!

Film 1001: "Affare fatto" (2015) di Ken Scott
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ultimo titolo della mia collezione "Salvate il malato Bengi", la scelta è ricaduta su una classica commedia stupida, così per arrivare a fine serata senza pensieri.
"Unfinished Business" ha un cast pazzesco che spreca per una serie di banalità anche volgarotte, ma di certo al cosa non mi ha colto alla sprovvista. Mi aspettavo tutto quello che ho visto (perfino il lato B di Dave Franco), per cui niente ha potuto scalfire la mia ultima, tranquilla visione casalinga.
La trama è semplice: Dan, che si dimette dalla sua vecchia compagnia, ne comincia una propria insieme a due matti e, a fatica, nel giro di un anno riescono ad ottenere la loro grande occasione. Credendo di dover solo ottenere la fimra del contratto che consentirebbe loro di svoltare, scopriranno invece che il vecchio capo di Dan è pronto a mettergli i bastoni fra le ruote.
Come si capisce, la storia non ha nulla di originale e anche se le avventure folli che ci sono in mezzo hanno qualche momento divertente, il risultato finale non è così spassoso come sarebbe dovuto essere per giustificare tanta volgarità e banalità. Diciamo che salvo il terzetto improbabile (Vince Vaughn, Dave Franco, Tom Wilkinson) e poco altro. Insomma, niente di che.
Cast: Vince Vaughn, Dave Franco, Tom Wilkinson, Sienna Miller, Nick Frost, James Marsden, June Diane Raphael.
Box Office: $13.6 milioni
Consigli: Boiatona che ha qualche momento divertente e che principalmente si posiziona nell'intrattenimento a cervello spento che mira ad essere successone commerciale grazie a divertimenti fino all'eccesso, politicamente scorretto, sesso e protagonisti improbabili insieme ma che in realtà funzionano. La formula - a livelo di incasso - non ha funzionato, ma non si può dire che sia un titolo peggiore di altri che, invece, sono stati clamorosi successi commerciali. Forse la stella di Vince Vaughn si è spenta, ma non è colpa sua: probabilmente non avrebbe mai dovuto accendersi.
Parola chiave: Viaggio d'affari.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 29 aprile 2015

Film 909 - The Loft

In Italia non ha una data d'uscita, così appena è stato disponibile ho recuperato questo titolo in inglese.

Film 909: "The Loft" (2014) di Erik Van Looy
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Avevo visto le foto dalla première e mi era rimasta la curiosità relativamente a questo film che presenta un cast piuttosto interessante. I cinque protagonisti di "The Loft", infatti, sono tutti piuttosto famosi, chi per un motivo chi per un altro, e - scopro con la visione - sono accompagnati da dolci metà di fiction altrettanto conosciute: Karl Urban, James Marsden, Wentworth Miller, Eric Stonestreet e Matthias Schoenaerts sono i 5 furbetti che comprano il loft del titolo, per andarci a fare i loro porci comodi (letteralmente) all'insaputa delle mogli con un po' la chiunque (e tra le tante signore, le più conosciute sono Isabel Lucas, Rachael Taylor, Rhona Mitra e Margarita Levieva). Ecco, appena ho cominciato a seguire la storia mi sono subito lasciato conquistare dal ricco cast di dimenticati-da-Dio-alla-ribalta, per un prodotto che mi prometteva qualcosa di erotico/trash assolutamente imperdibile. E, da questo punto di vista, devo dire che tutta l'operazione ha funzionato.
Lasciando da parte l'imbarazzo di sentire Eric Stonestreet (il Cameron di "Modern Family") parlare di scopate, devo dire infatti che "The Loft" mi ha soddisfatto, giusto mix di thriller, colpi di scena, voyeurismo dei poveri e operazione commerciale di serie B: tutto esattamente conforme alle mie aspettative.
La storia ruota intorno a questo loft, camera dei segreti, alcova del piacere maschile dove i 5 signori detentori delle uniche cinque chiavi si rifugiano per incontri biblici con chi gli aggrada. L'inghippo si crea quando una bella bionda viene trovata nuda e morta nel letto all'interno dell'appartamento, mettendo in allarme i cinque che accorrono per capire cosa possa essere successo e come fare per tentare di uscirne. Inutile dire che non pochi misteri ed intrighi si celano dietro tutta la faccenda e non mancheranno le sorprese.
Insomma, per essere una produzione a basso budget (14 milioni di dollari) che racconta una storia che praticamente si svolge in un loft, il risultato finale è assolutamente migliore di quello che mai mi sarei aspettato. E' chiaro che parliamo di un titolo becero, una storia sporca di sesso e tradimenti, una visione assolutamente maschilista del sesso e della donna, dialoghi facili facili e temi portanti che sono sciocchezze, eppure se si sta cercando qualcosa di sexy e di intrattenimento, questo titolo ha le carte in regola per funzionare. Il che mi ha stupito.
Box Office: $7.9 milioni
Consigli: Thriller erotico con cast di star e starlette in grande spolvero, questo "The Loft" è una piccola chicca delle sciocchezze cinematografiche a tinte relativamente rosse. Curioso che con tutto il testosterone richiesto dalla trama, due attori su cinque siano gay (Miller e Stonestreet). A parte questo, che non c'entra nulla, la pellicola ha un suo perché all'interno dell'ottica del prodotto facile che può andare bene per una serata senza pretese e, ammettiamolo, con un po' di pepe.
Parola chiave: Chiave.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 8 luglio 2014

Film 739 - Walk of Shame

Curioso di vedere questo film, soprattutto per la sua protagonista!

Film 739: "Walk of Shame" (2014) di Steven Brill
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Quando ho visto il film il titolo italiano non era ancora uscito e per fortuna: oltre ad essere la solita scelta imbarazzante e priva di contestualizzazione, "Una notte in giallo" fa riferimento solamente al vestito che indossa la protagonista e non c'entra nulla con il genere giallo, in quanto questa pellicola è una commedia e demenziale e degli equvoci. Era meglio lasciare il titolo originale che rende perfettamente l'idea...
Premessa fatta, per quanto questa pellicola non sia esattamente un capolavoro - per dire: è meno divertente e pazzo di "Notte folle a Manhattan" -, ammetto di essermelo goduto. Le situazioni assurde ci sono, Elizabeth Banks (una tra le attrici attualmente pi sottovalutate) è perfetta e, tutto sommato, il risultato finale è conforme alle aspettative di prodotto commerciale che fa leva su divertimento facile, equivoci imbarazzanti e una superficialità distensiva. Ovvero: piacevole e senza pretese.
Considerato quello che ci propinano oggigiorno spacciandolo per buon cinema (o tentando) e quanto spesso anche la medicrità sia premiata con ottimi incassi, mi ha stupido scoprire il deludente risultato al box-office, anche se il quasi inesistente incasso americano è dovuto al fatto che il film ha ricevuto solamente una distribuzione limitata e una direttissima realizzazione in DVD, mentre fuori dall'America la distribuzione è stata normale, ma necessariamente gli incassi sono inferiori. In ogni caso, con un budget da 15 milioni di dollari, il buco nell'acqua è evidente. Certamente il cambio di casa di distrubuzione ha generato intoppi.
In ogni caso "Walk of Shame" è assurdo quanto basta per far passare piacevolmente i 95 minuti della sua durata, anche se non porta assolutamente nulla di nuovo sullo schermo e vale soprattutto per la presenza della sua brava protagonista, in grado da sola di trascinare l'intera "baracca" e uscirne assolutamente fantastica!
Box Office: $5,565,259
Consigli: Nottata folle, colma di imprevisti e situazioni estreme per la povera Meghan che sogna di diventare volto telvisivo delle news nazionali. Dovrà passare attraverso il suo personalissimo inferno per arrivare al colloquio della carriera e dovrà riuscirci senza macchina, senza portafogli, senza documenti e, soprattutto, post sbronza (con rimorchio) e vestita troppo sexy per non sembrare una prostituta. Premesse carine - anche se già viste -, realizzazione accettabile e Elizabeth Banks sempre sul pezzo per una pellicola tutto sommato carina e ottima per una serata spensierata. Se cercate qualcosa per spegnere il cervello questo è il titolo che fa per voi. In Italia dal 24 luglio.
Parola chiave: Lavoro.

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Bengi

sabato 4 gennaio 2014

Film 648 - The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca

Molto incuriosito da questa pellicola e soprattutto di scoprire perché fosse stata completamente ignorata dalle nomination ai Golden Globes di quest'anno. Sarà così anche agli Oscar? Basterà aspettare il 16 gennaio per scoprirlo!

Film 648: "The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca" (2013) di Lee Daniels
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Mi aspettavo una specie di capolavoro di cui innamorarmi o un possibile "The Help" versione maggiordomo e, invece, sono rimasto francamente un po' deluso. Non che "Lee Daniels' The Butler" sia un brutto film, assolutamente, però manca di qualcosa per essere un buon film.
Partendo dalla prima sconvolgente vicenda tra i campi di cotone della vita del futuro maggiordomo della Casa Bianca Cecil Gaines, la storia procede poi col racconto di tutta una serie di vicende legate ad innumerevoli persone e personaggi storici, oltre che ambientate durante periodi della storia americana tanto densi da far spavento (Ku Klux Klan, assassinio Kennedy e di Martin Luther King, Pantere Nere, guerra in Vietnam, ...). E, non potendo dare a tutto e tutti la giusta rilevanza, la sensazione è che il mix finale sia più che altro un calderone di ingredienti rimescolato un po' frettolosamente senza che si sia aspettato di trovare un equilibrio per il tutto. Solo per citare i Presidenti sotto cui Cecil lavora: Harry Truman, Dwight D. Eisenhower, John Fitzgerald Kennedy, Lyndon B. Johnson, Richard Nixon, Gerald Ford, Jimmy Carter e Ronald Reagan. Nel finale si vede perfino Obama.
So che la peculiarità di questa storia è proprio quella della persona che ha lavorato per ben 8 Presidenti degli Stati Uniti, però lo spazio di tempo dedicato ad ognuno è veramente troppo fugace per renderli personaggi che vadano oltre una banalissima bidimensionalità legata alla superficie di fatti che si riconosce ad ognuno di loro. E questo, per un prodotto che ha anche pretese storiche, non può andare bene.
In secondo luogo, a mio avviso, troppi volti noti ricoprono i troppi ruoli disponibili. Non si capisce quasi chi sia la star del film, considerando che il protagonista e premio Oscar Forest Whitaker non è certo una che spicca sui red-carpet internazionali e si fa presto a mettere il suo nome in ombra tra tutti questi altri: Oprah Winfrey, Robin Williams, Vanessa Redgrave, Jane Fonda, Alan Rickman, John Cusack, Lenny Kravitz, Mariah Carey. E non li ho nemmeno citati tutti. Quindi è bella, sì, l'idea della piccola parte o del cameo a molti altri grandi attori e non, però il risultato confonde o, per meglio dire, svia da quello che, secondo il titolo, dovrebbe essere il protagonista di questa vicenda ('butler' in inglese è maggiordomo, domestico).
Inoltre trovo che questa nuova fatica di Lee Daniels, dopo il durissimo "Precious", sia più consapevole delle possibili implicazioni che la pellicola potrebbe portare rispetto al precedente lavoro del regista. Grandissimo successo al botteghino in America, ci si aspettava fin da subito avrebbe ottenuto anche un numero esorbitante di candidature ai Golden Globes - ma niente - e, vedremo, agli Oscar.
In quest'ottica "The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca" ha una messa in scena molto più furba, sia per la scelta di una resa d'immagine estremamente patinata e piacente (bellissimi costumi, grande ricostruzione di set e ambientazioni attraverso le varie decadi) sia per quella serie di meccanismi che avrebbero potuto favorirlo alla corsa per i grandi premi della stagione (storia di un outsider che si fa da solo, uomo dalla morale incorruttibile, ma che sa capire e correggere i suoi errori e grande, sommessa, interpretazione di Whitaker). Il problema forse qui è che Daniels era riuscito a far bene proponendo qualcosa di suo, un film crudo e faticosissimo da guardare come non se ne vedevano da tempo, mentre con "The Butler"sembra si sia trovato meno a suo agio.
Fatta questa premessa, che per me è stata motivo di delusione, ho comunque apprezzato lo sforzo di raccontare una storia tanto traumatica e intensa, con le sue parti più o meno condivisibili. La storia di una famiglia di neri tra sopprusi e cambiamenti, in un momento storico in cui chi si ribellava alle violenze e le ingiustizie era il cattivo, mentre l'oppressore il paladino della giustizia. Nel finale il momento più bello del film sarà proprio quando Cecil capirà la verità sul figlio, dopo tante lotte e ribellioni e anni di allontanamento.
Quello che mi ha molto colpito di questa storia, comunque, è il fatto che rappresenti una serie di eventi durissimi e in molte altre situazioni dipinti come fatali per la vita umana (alcolismo, tradimento, perdita di un figlio, ostinazione caratteriale) e li presenti come assolutamente reversibili e non irreparabili. Ricominciare, ricominciare e ancora ricominciare per proseguire un cammino con, ogni volta, un rinnovato attaccamento alla vita. E' un processo silenziosissimo che non viene mai gridato qui, ma mi è rimasto particolarmente impresso.
Insomma, capisco perché in America questo film abbia avuto tanto successo - parla degli ultimi 100 anni della loro storia e poi c'è Oprah -, ma mi aspettavo che il risultato finale sarebbe stato più storico e meno emotivo. E' una storia interessante e che affronta tantissimi snodi difficili delle vicende americane, però manca davvero di magnetismo e personalità. Si potrebbe dire che "The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca" abbia adottato appieno lo "stile di vita" del suo protagonista: c'è, ma di fatto non lo senti.
Ps. Con 30 milioni di dollari spesi per produrlo e un incasso mondiale di $161,875,188, questo è nella lista di film più remunerativi del 2013.

[EDIT]: Un mio ulteriore pensiero a proposito di questo film nella recensione per "IL MURO mag": "THE BUTLER – UN MAGGIORDOMO ALLA CASA BIANCA. L’ULTIMO SUCCESSO DI LEE DANIEL"


Consigli: Alcuni l'hanno presentato come il nuovo "Forrest Gump", ma non credo che il candore di Forrest e il suo magico modo di vedere la vita sia assolutamente paragonabile. La somiglianza potrebbe stare piuttosto nella serie di eventi storici in cui il protagonista è costretto a muoversi durante la sua lunga vita. Ciò detto, "The Butler" è comunque un buon prodotto commerciale e storicamente può dare anche qualche rinfrescata, che non fa mai male. Molto lodate le interpretazioni di Forest Whitaker e soprattutto Oprah Winfrey, per la quale è plausibile aspettarsi una nomination agli Academy Awards come non protagonista dopo la prima del 1986 per "Il colore viola" e l'Oscar onorario per l'impegno umanitario ricevuto nel 2012 (quest'anno l'ha vinto Angelina Jolie).
Parola chiave: Civil Rights Act.

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Bengi

giovedì 28 novembre 2013

Film 622 - X-Men - Conflitto finale

Cineforum dell'incidentato capitolo VIII: super poteri per guarire.

Film 622: "X-Men - Conflitto finale" (2006) di Brett Ratner
Visto: dalla tv dei miei
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Direi che tra tutti è il film sugli X-Men meno riuscito. Nonostante snodi della trama piuttosto importanti come la morte di Xavier, la resurrezione di Jean Grey come Fenice e nientemeno che una vera e propria guerra tra umani e mutanti, "X-Men - Conflitto finale" gestisce il tutto in maniera confusa e spesso frettolosa. I troppi personaggi che si susseguono sono presentati velocemente e nella maggior parte dei casi senza un vero e proprio scopo (per es. Angelo) e alcuni del cast delle due pellicole precedenti sono stati richiamati, si capisce fin troppo bene, solo per dare un finale al loro personaggio, ma di fatto senza che ci fosse veramente bisogno della loro presenza (Rogue e Ciclope).
I veri protagonisti di questa storia, invece, sono solo Wolverine, Tempesta e Magneto (Hugh Jackman, Halle Berry e Ian McKellen) con una parte importante di Jean/Famke Janssen tendenzialmente sprecata per mancanza di verve del personaggio e una quasi totale assenza di riflessione sul suo cambiamento. E' un peccato che si sia perso tanto potenziale preferendo caricare questo blockbuster di tanti effetti speciali, senza però pensare di presentare una trama capace di 'addomesticarli', invece che di esserne sopraffatta.
Volendo essere puntigliosi, va anche detto che la realizzazione della battaglia finale - qualcosa che sembrerebbe apocalittico per come viene anticipata - è piuttosto deludente. Il set è piccolo e si vede, le scene di lotta deboli e prive di pathos, spesso limitate ad un corpo a corpo ravvicinato che distoglie dall'idea di insieme e relega la battaglia comune più alla forma di un'idea che a qualcosa che si vede veramente sullo schermo. Inoltre il fatto che siano coinvolti tanti mutanti di fatto non protagonisti, causa un rallentamento dell'azione per il fatto che di ognuno di loro deve essere mostrata la peculiarità e come viene adoperata nella battaglia, spezzando il ritmo e, soprattutto, lasciando che il momento 'circo' prenda il sopravvento sulla vicenda che sarebbe davvero interessante, ovvero la battaglia e i suoi sviluppi.
Purtroppo, per quando gli X-Men e tutto il loro merchandise mi piaccia sempre, sono rimasto deluso da questo "X-Men: The Last Stand" sia al cinema che con la seconda visione in dvd. Non che sia un prodotto commerciale malvagio, per carità, ma a mio avviso non rende giustizia agli X-Men, al loro mondo e alla loro storia. Meno esplosioni ed effetti speciali (e rilievo a personaggi inutili) e più dinamiche di gruppo e sociali, oltre che il coltivare le relazioni umane tra i protagonisti, a mio avviso avrebbe aiutato a contestualizzare meglio la situazione e renderla più credibile.
Ps. $459,359,555 di incasso mondiale, ma $210 milioni per produrlo.
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 1925 - The New Mutants
Consigli: Tra tutte le pellicole sugli X-Men questo film (insieme ai due su Wolverine) è certamente il prodotto meno riuscito. E' visivamente di intrattenimento e sicuramente ci si diverte a seguirlo, ma rimane sempre la sensazione che, visti gli snodi della trama, sia un'operazione sprecata.
Se non si è fan, meglio guardare tutti i film della serie in ordine di episodio.
Parola chiave: Cura.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 20 novembre 2012

Film 482 - The Wedding Party

In uno dei nostri raduni sentimentali abbiamo deciso di provare con la visione di questa pellicola teoricamente commedia che eravamo tutti curiosi di vedere per svagarci un po'.


Film 482: "The Wedding Party" (2012) di Leslye Headland
Visto: dalla tv della Mery
Lingua: italiano
Compagnia: Jessica, Mery, Francesco
Pensieri: Prego chiunque fosse intenzionato di vedere "The Wedding Party" di desistere. No, non è come "Le amiche della sposa" e non ci si avvicina nemmeno lontanamente. Non è neanche la classica commedia america degli stupidi equivoci. E' solo un'accozzaglia insensata di luoghi comuni - sia negativi che positivi - delle peggiori produzioni di serie B made in USA. Tra l'altro spacciata come produzione di serie A.
Già, perchè nel cast abbiamo niente meno che la brava Kirsten Dunst ("Intervista col vampiro - Cronache di vampiri", "Mona Lisa smile", "Melancholia", "On the Road"), Isla Fisher ("I Love Shopping", "2 single a nozze"), Lizzy Caplan (che era più in carne in "Mean Girls"), James Marsden (Cyclope nella trilogia di "X-Men"), Adam Scott ("Piranha 3D", "Una proposta per dire sì", "Quel mostro di suocera") e la molto strana Rebel Wilson ("Che cosa aspettarsi quando si aspetta" e proprio "Le amiche della sposa"). Insomma, una serie di nomi che, all'interno del circuito cinema easy dovrebbe essere quantomeno sinonimo di garanzia.
Invece questo "Bachelorette" non solo non ha alcun ritmo e gag trite e ritrite - si intuisce già come finisce. Ma va?! -, ma si lancia in una costante campagna contro l'amica "cicciona" che, se all'inizio potrebbe anche essere divertente, è talmente portata all'esasperazione che non funziona più. Perchè mai, in fin dei conti, dovrebbe essere un problema se il personaggio di Becky, evidentemente in sovrappeso, si sposa prima delle altre secche e alla moda 'amiche' di adolescenza?
Altrettanto fuoriluogo la serie di battute sessuali di uno spinto che - e ce ne vuole! - hanno imbarazzato perfino me. Siamo ai livelli della scena del sapone bianco in faccia di "Ted".
E, per finire, c'è un'acidità di fondo che non credo sia salutare rappresentare. Ok lo stress, ok il carattere, ma a volte è gratuita e ingiustificata. Probabilmente essendo un prodotto di così infimo livello, ha instaurato in me un meccanismo di repulsione totale anche verso aspetti che normalmente considero accettabili.
Insomma, direi che è una pellicola che non ha ragione di essere vista, come non aveva ragione di essere prodotta. Uno spreco in tutti i sensi.
Consigli: Inutile vederlo. E' brutto e insensato.
Parola chiave: Vestito da sposa.

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Ric

martedì 28 giugno 2011

Film 271 - Hop

Film al Cinema Lumière (Cineteca di Bologna) all'interno dello spazio settimanale dedicato ai ragazzi. Io e Marco abbiamo destinato il nostro ingresso gratis mensile ad una commediola leggera leggera e scacciapensieri. Anche se, a dire il vero, leggermente fuori stagione...


Film 271: "Hop" (2011) di Tim Hill
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Bisogna dividere l’opinione su questo film in due parti. La prima sulla versione americana (che, non avendo visto, può contare solamente sulla mia impressione di immagini e trama, per non dire ‘idee’ generali) la seconda sulla versione italiana, che presenta una forte connotazione negativa, a mio avviso: il doppiaggio tête–à-tête di Dj Francesco (Facchinetti) e Luca Argentero.
Quindi direi che, dal punto di vista del film in sé, il prodotto mantiene ampiamente le aspettative (leggera commediola divertente e mooolto spensierata sulla Pasqua, adatta dai 3 anni in su), peccato sia totalmente guastato dal doppiaggio incompetente dei due italiani. Con un mondo di doppiatori professionisti, del resto, perché mai usufruirne?
Argentero, mi spiace dirlo, è osceno. Non è in grado neanche per sbaglio. Più grintoso Facchinetti, ma, vista la controparte, per fare bella figura ci voleva davvero poco.
Nient’altro da dichiarare se non che, nella versione originale, sono presenti numerosi attori piuttosto conosciuti. Dal marito di Katy Perry, Russell Brand (che doppia il coniglietto) a Hugh Laurie ("Dr. House - Medical Division"), James Marsden ("Come d'incanto", "The Box", "27 volte in bianco", "X-Men - Conflitto finale"), Kaley Cuoco ("The Big Bang Theory"), Hank Azaria (che vedremo a settembre ne "I Puffi", "Una notte al museo 2 - La Fuga"), Elizabeth Perkins ("Weeds", "The Flintstones") e David Hasselhoff ("Baywatch").
Ps. Benissimo l'incasso negli Stati Uniti ($107,802,810), negli altri paesi niente di rilevante.
Consigli: Da guardare sole se desiderosi di molto zucchero o se si hanno bambini da tenere buoni per un po’.
Parola chiave: Pasqua.

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Ric

sabato 25 settembre 2010

Film 139 - The Box

Grazie ad Enrico che ce l'aveva caldamente consigliato, in una sera d'estate, ci siamo 'goduti' la visione di questo film dalla trama sicuramente intrigante...


Film 139: "The Box" (2009) di Richard Kelly
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Diego, Andrea Puffo
Pensieri: Richard Kelly ha la frustrante capacità di raccontare il nulla più assoluto e di venire pure acclamato per averlo fatto. "Donnie Darko"? Bah. "Southland Tales"? Chi l'ha visto? Questo "The Box"? Orrendo. Un nonsense pasticciato e pretenzioso, privo della più vaga logica, noioso inverosimilmente. Unico pezzo salvabile? La premessa, interessante, di cosa succederebbe se, per un milione di dollari, si premesse un bottone consapevoli che qualcuno - sconosciuto - nel mondo morirà. Peccato a fare questa proposta sia un uomo dal volto per metà deturpato, con mascella bene in vista...
Non fosse che si perde metà del tempo a fissare la parte di viso mancante di Frank Langella, si noterebbe da subito il tedio di questo film senza capacità di apportare nulla di nuovo al thriller fantascientifico. C'è l'astronauta (James Marsden) che prepara il tutore definitivo alla moglie storpia (Cameron Diaz), i primi accadimenti strani, il sangue dal naso, i posseduti, le vasche d'acqua, dialoghi assurdi ("Dannazione eterna!"), costumi orrendi (ma la Diaz quelle due spalle enormi le ha sempre avute?!) e una conclusione da far rabbrividire per la banalità.
"The Box", la scatola, sarebbe un esperimento (degli alieni). Decisamente fallito.
Consigli: Evitare tutta la filmografia di Kelly. Meno male che c'è poco...
Parola chiave: Bottone.



Ric