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martedì 30 luglio 2024

Film 2302 - The Craft

Intro: Weekend casalingo (tanto pioveva, sai che novità) all'insegna di non uno, non due, ma bensì tre film. Eccoci al terzo e ultimo titolo.

Film 2302: "The Craft" (1996) di Andrew Fleming
Visto: dalla tv
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: avevo sempre sentito parlare di questo film, ma non c'era mai stata l'occasione giusta di recuperarlo. Essendo nel catalogo di Amazon Prime, abbiamo deciso di recuperarlo domenica per pranzo.
Onestamente non sapevo cosa aspettarmi, immaginavo "The Craft" potesse essere una sorta di incrocio tra "Practical Magic", "Sabrina the Teenage Witch" e "Clueless" e, in effetti, tutto sommato delle somiglianze ci sono anche. In realtà, però, il film è molto più cupo e anche se qualche momento più prettamente da commedia c'è, in generale il tono è sempre piuttosto serioso e a tinte horror, che non mi aspettavo. Il risultato finale, però, ammetto che non mi abbai convinto.
Innanzitutto, ho trovato l'interpretazione di Fairuza Balk abbastanza irritante. Sopra le righe, esagerata e sempre incazzata, la sua Nancy è la leader di un gruppo di giovani streghe per cui si fatica davvero a provare ogni sorta di simpatia, anche una volta scoperte le difficile dinamiche familiari che giustificano il suo animo ribelle. Per carenza di un'altra espressione, l'ho trovata antipatica.
Il resto del gruppo è così così: Bonnie (Neve Campbell) cambia completamente personalità tra la prima e la seconda parte del film, Rochelle (Rachel True) potrebbe non esserci che è uguale, mentre la protagonista Sarah (Robin Tunney) è lessa come pochi o, per meglio dire, manca di carisma. Senza contare che, inseme, il gruppo presenta una vena di cattiveria (anche tra le stesse ragazze) fine a se stessa che alla lunga infastidisce, proprio perché per la maggior parte del tempo ingiustificata.
Insomma, anche se certo non mi aspettavo un capolavoro, mi ero immaginato un prodotto diverso, una pellicola dalle atmosfere più leggere e i toni certamente più spensierati e divertiti. Non che l'elemento dark sia il problema naturalmente, ma considerato quanto si prende sul serio la storia, il risultato davvero non è granché.
Cast: Fairuza Balk, Robin Tunney, Neve Campbell, Rachel True, Skeet Ulrich, Christine Taylor, Breckin Meyer, Brenda Strong.
Box Office: $55.6 milioni
Vale o non vale: "The Craft" ha la nomea di film di cult, ma non credo che tutti lo descriverebbero in questo modo. E' un po' datato su alcune tematiche, ha un vibe molto vintage (che personalmente apprezzo molto), ma manca di quel tono spassoso che forse l'avrebbe reso più digeribile. Si lascia vedere, ma sicuramente non un titolo da recuperare a tutti i costi.
Premi: Vincitore dell'MTV Movie + TV Awards per Best Fight (For the two witches knife fight between Fairuza Balk and Robin Tunney).
Parola chiave: Manon.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 7 marzo 2024

Film 2257 - Mean Girls

Intro: Non so perché alla fine io e Niamh finiamo sempre per andare a vedere un musical...

Film 2257: "Mean Girls" (2024) di Samantha Jayne, Arturo Perez Jr.
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: è difficile riproporre un prodotto che ha funzionato originariamente così bene in chiave "aggiornata". In questo senso, il musical di "Mean Girls" pareva aver trovato la chiave giusta per riapprocciarsi al materiale originale con, in più, la scusa di portare al cinema il musical di successo originato a Broadway. Il denominatiore comune di tutte queste operazioni? Tina Fey.
La Fey, infatti, è stata artefice sia della sceneggiatura del primo film che del libretto del musical, per cui niente di più appropriato che riprendesse in mano il proprio lavoro e si dedicasse alla scrittura anche di questa storia. Non fosse che "Mean Girls" 2024 non funziona così bene come l'originale.
Per me il problema principale sta nel fatto che nessuna delle canzoni proposte qui funziana davvero o, per capirsi, rimane impressa. Il che, per una pellicola che ha alla sua base la musica, è già un grande problema. In aggiunta, questo "Mean Girls" cerca troppo disperatamente di tenersi al passo coi tempi, cambiando alcuni elementi chiave della storia o momenti cult - il balletto natalizio, la trasformazione di Cady in una delle Plastic (in italiano le Barbie) che di fatto quasi non avviene, alcuni dei sabotaggi a Regina che per qualche ragione vengono cambiati (penso alla maglietta con i buchi sul seno), il personaggio di Janis che qui non è etero (senza di fatto usare questo cambiamento in alcun modo, per poi relegare al finale la comparsata o quasi della fidanzata) e altri elementi ancora - che rovinano allo spettatore affezionato il piacere di ritrovare certi elementi cardine del film precedente in questa rivisitazione. Capiamoci, non ci sarebbe alcun problema nel cambiare le cose e aggiornarle, se solo il risultato finale funzionasse.
Un altro aspetto che qui non funziona sono i personaggi. Per quanto abbia apprezzato la combo Janis e Damian 2.0 (rispettivamente Auliʻi Cravalho e Jaquel Spivey), non mi è piaciuto il fatto che la narrazione della storia sia dal loro punto di vista. Così, di fatto, si toglie a Cady il potere della sua narrazione, relegandola a parte del racconto piuttosto che fulcro di esso. A peggiorare le cose, non credo che Angourie Rice sia in grado di reggere la parte di protagonista. Le sue doti vocali sono traballanti e, di fatto, le manca quel magnetismo e quel carisma che innegabilmente contraddistinguevano Lindsay Lohan nell'originale. Non solo la sua Cady è in grado di essere sexy e sensuale, ma è allo stesso tempo credibile nei panni della liceale che ha sempre studiato a casa e si sente fuori posto in un mondo a lei totalmente sconosciuto, ovvero il liceo. Questa Cady, invece, funziona solo nei panni della nerd spaesata.
In aggiunta, Aaron Samuels (Christopher Briney in un ruolo che assolutamente non gli si addice) in questa storia ha come unica caratteristica quella di essere l'oggetto delle contese amorose di Cady e Regina George (Reneé Rapp), altro non gli è concesso a livello narrativo. E, parlando di Regina George, non trovo che la Rapp riesca ad emulare il livello di iconicità suscitato dalla precedente performance di Rachel McAdams. Mi rendo conto che fossero panni alquanto ingombranti da dover vestire e, va detto, il suo è l'unico personaggio che davvero lascia il segno, sta di fatto che la performance generale funziona quando pensata nel contesto di questo film del 2024, ma non regge il confronto con l'originale di 20 anni fa. Questo è ancora più vero nel finale, quando Regina si ravvede all'ultimo secondo, di fatto buttando alle ortiche tutto ciò che ha simboleggiato il personaggio fino a quel momento in nome di un happy ending piuttosto insoddisfacente.
Insomma, per quanto il musical di "Mean Girls" non sia un prodotto terribile, ha il grande svantaggio di confrontarsi con un originale che, per tanti motivi, è passato alla storia e con il quale l'inevitabile confronto non fa che accentuare tutti quegli elementi che non funzionano. Se poi ci mettiamo che nemmeno quella parte di novità che si porta con sé questa pellicola (le canzoni) siano niente di memorabile, si fa presto a capire perché il risultato finale possa lasciare delusi i fan del primo film.
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Cast: Angourie Rice, Reneé Rapp, Auliʻi Cravalho, Christopher Briney, Jaquel Spivey, Avantika, Bebe Wood, Jenna Fischer, Busy Philipps, Tim Meadows, Lindsay Lohan, Jon Hamm, Ashley Park, Tina Fey.
Box Office: $104.1 milioni
Vale o non vale: Continuo a rimanere dell'opinione che non ci fosse bisogno di un nuovo "Mean Girls", nemmeno in chiave musicale. Detto ciò - e visto che ce lo abbiamo - non trovo che ci sia una particolare necessità di recuperare questa pellicola, a meno che non si sia fan della versione di Broadway, dei musical in generale o, almeno in parte, della pellicola originale.
Premi: /
Parola chiave: The Burn Book.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 2 novembre 2023

Film 2213 - Bottoms

Intro: Avevo voglia di un film leggero e spensierato e che possibilmente mi facesse ridere. Il grande successo di una commedia americana a tinte queer sembrava il titolo che facesse al caso mio.

Film 2213: "Bottoms" (2023) di Emma Seligman
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: come al solito, aver letto critiche entusiaste prima della visione del film mi ha creato delle aspettative che poi la visione non è stata in grado di uguagliare.
In tutta onestà, se solitamente questa discrepanza tra l'hype della critica e il mio gusto personale non inficia troppo la mia opinione finale sulla pellicola di turno, in questo caso devo dire che "Bottoms" non mi ha per niente convinto. L'ho trovato caotico e poco divertente, strambo in una maniera non di mio gusto, per un risultato finale che mi ha lasciato più perplesso che soddisfatto della visione. Senza contare che il film è estremamente violento, il che non è certo un problema in generale, ma considerato che mi aspettavo di vedere una commedia queer, diciamo che mi aspettassi tutto tranne che ci si prendesse a botte, si tentasse di assassinare le gente e ***SPOILER*** il tutto finisse in un bagno di sangue.
Probabilmente parte del mio disappunto è derivato dal fatto che o non ho capito le battute o mi mancasse il contesto o i riferimenti culturali per abbracciare appieno un prodotto così profondamente "made in the USA", di fatto "Bottoms" è stato tutto il contrario di quello che mi aspettassi, non mi ha fatto ridere e non è stato per niente quello che cercavo da questa visione.
Cast: Rachel Sennott, Ayo Edebiri, Ruby Cruz, Havana Rose Liu, Kaia Gerber, Nicholas Galitzine, Miles Fowler, Dagmara Domińczyk, Marshawn Lynch.
Box Office: $12 milioni
Vale o non vale: Personalmente non mi ha convinto. Sarà che cercavo (e di conseguenza mi aspettavo) qualcos'altro, forse non ne ho capito lo humor, di fatto "Bottoms" non mi ha fatto ridere e, invece, mi ha colpito per una certa deliberata violenza un po' troppo gratuita e spavalda. Come si dice in inglese, not my cup of tea.
Premi: /
Parola chiave: Pineapple.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 27 ottobre 2022

Film 2143 - Do Revenge

Intro: Molto, molto interessato a recuperare questo film, non appena ho potuto me lo sono sparato su Netflix.

Film 2143: "Do Revenge" (2022) di Jennifer Kaytin Robinson
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: per la prima parte della storia, il film parrebbe andare a parare proprio dove te lo aspetti e tutto fila liscio secondo i piani. Poi, improvvisamente, la virata narrativa che dovrebbe sconvolgere la trama e lo spettatore. Il problema è che in realtà questo colpo di scena lo si sospetta già da un po'. Il che non è necessariamente terribile, ci ricorda solo che questa pellicola è meno scaltra di quanto non vorrebbe far credere.
In ogni caso "Do Revenge" è sufficientemente carino da risultare godibile, trainato da due protagoniste affiatate e dal carisma naturale di Maya Hawke che conquista dal primo istante. C'è qualcosa di lei che affascina e ammalia e il film non può che giovarne.
Poi, sì, ci troviamo davanti all'ennesimo prodotto Netflix da vedere e dimenticare, uno di quei titoli che prova ad emulare in chiave moderna qualche classico del passato - qui si cita "Le relazioni pericolose", ma io ci ho rivisto più un incrocio tra "Schegge di follia" e "Mean Girls" sinceramente - ma il risultato finale non è sufficientemente tagliente o memorabile per riuscire ad avvicinarsi a pellicole di quel calibro.
Poco male, non ci aspettavamo certo la redifinizione di qualche canone cinematografico. Quindi, per quello che è, "Do Revenge" funziona. Ma ci fermiamo lì.
Cast: Camila Mendes, Maya Hawke, Austin Abrams, Rish Shah, Talia Ryder, Alisha Boe, Ava Capri, Jonathan Daviss, Paris Berelc, Maia Reficco, Rachel Matthews, Sophie Turner, Sarah Michelle Gellar.
Box Office: /
Vale o non vale: Cast giovane ed estremamente contemporaneo, il ritorno sul grande (?) schermo della divina Sarah Michelle Gellar, qualche colpo di scena a scuotere un racconto veloce e a ritmo di una colonna sonora al passo coi tempi, "Do Revenge" si offre come passatempo adeguato per chi apprezzi le commedie dark incentrate sui drammi del liceo (contemporaneo) a suon di revenge porn e reputazione da mantenere. Camila Mendes di "Riverdale" conduce tutta l'orchestra, anche se sembrerebbe non riuscirsi a scrollare di dosso il ruolo di Veronica Lodge che l'ha resa famosa. E' vera che non esiste cattiva pubblicità, ma le servirebbe interpretare qualcos'altro.
Premi: /
Parola chiave: Passato.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 28 gennaio 2021

Film 1790 - Night School

Intro: Alla ricerca di svago e disimpegno, mi ricordo dell'esistenza di questa pellicola.
Film 1790: "Night School" (2018) di Malcolm D. Lee
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ho voluto guardare questo film principalmente per Tiffany Haddish, che trovo estremamente spassosa, nella speranza che ne risultasse qualcosa di buono. La verità è che nonostante un trailer ben concepito ed accattivante, "Night School" è meno riuscito di quanto non si sarebbe potuto pensare. Kevin Hart fa Kevin Hart e Teddy, il suo personaggio, è intercambiabile con tutti quelli che gli ho visto intepretare fino ad ora. Il che non sarebbe necessariamente un male (in "Jumanji" funziona) se non fosse che la storia qui non ha veramente nulla da dire.
Insomma, una commedia con poco brio che, puntando sull'idea curiosa di un protagonista che si rimette in discussione tornando a scuola per prendere il diploma in età adulta, tenta di rendere il tutto simpatico e giovane per racimolare quanto più pubblico mainstream possibile, ma di fatto non fa centro. E mi stupisce che ci siano voluti 6 persone (tra cui Hart) per scrivere questa sceneggiatura...
Cast: Kevin Hart, Tiffany Haddish, Rob Riggle, Taran Killam, Romany Malco, Mary Lynn Rajskub, Al Madrigal, Fat Joe, Ben Schwartz, Keith David.
Box Office: $103.1 milioni
Vale o non vale: Né tremendo né magnifico, "Night School" intrattiene a sufficienza da scorrere piacevolmente, anche se di certo non lascia il segno. Si poteva fare molto di più, però il carisma magnetico di Tiffany Haddish è innegabile.
Premi: /
Parola chiave: Teorema di Pitagora.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 23 novembre 2020

Film 1949 - Can't Buy Me Love

Intro: Grande ritorno al mio decennio di nascita per recuperare una pellicola di cui non avevo mai sentito parlare. Nientemeno che con un giovanissimo "Dottor Stranamore".
Film 1949: "Can't Buy Me Love" (1987) di Steve Rash
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: Patrick Dempsey un talento comico? Simpatico, sicuramente, anche se il suo personaggio Ronald Miller è un egocentrico arrapato che non esiterà a mettere chiunque da parte pur di raggiungere quella popolarità liceale cui l'americano medio parrebbe ricercare come valore di vita.
In questo senso, Cindy (Amanda Peterson), la ragazza che lo aiuta nella realizzazione del suo tanto agognato desiderio adolescenziale, è centomila anni luce più avanti di lui (l'avremmo mai detto?) in termini di maturità, consapevolezza di sé, obiettivi futuri e una certa dose di ibrido femminismo diluito in termini da commedia romantica adolescenziale, il che porta spesso a chiedersi come mai si stia seguendo il percorso narrativo di Ronald quando quello di Cindy è molto, molto più interessante. La risposta è presto detta: "Can't Buy Me Love" è una pellicola facile facile che intende(va) strappare qualche risata nel tentativo di mettere alla berlina e gli stereotipi nerd e quelli di popolarità. Il risultato finale ci riesce solo in parte, il fatto che Ronald rigetti tutto ciò che ha rappresentato la sua realtà fino a 5 minuti prima in nome dell'attenzione delle ragazze sexy la dice lunga su quale fosse la scala di valori veicolata all'epoca dai prodotti mainstream per ragazzi, dove bullizzare i meno popolari era considerata pratica necessaria per rimanere al top della gerarchia sociale scolastica. Non è certo colpa di questo film se gli elementi narrativi prediligono questa caratterizzazione del racconto, rimane solo un po' spiacevole da guardare al giorno d'oggi.
In generale, comunque, questo film ha un piglio piacevole e si riscatta attraverso il personaggio di Cindy e la giusta punizione inflitta al proprio protagonista, un giovanissimo Dempsey che sta perfettamente al gioco (ma quel taglio di capelli...!). Insomma, pur essendo più superficiale e meno commerciale di tanti altri prodotti similari, "Can't Buy Me Love" è stato comunque una piccola, tutto sommato simpatica sorpresa.
Cast: Patrick Dempsey, Amanda Peterson, Dennis Dugan, Tina Caspary, Seth Green, Sharon Farrell, Dennis Dugan.
Box Office: $31.6 milioni
Vale o non vale: Gli appassionati di film adolescenziali a tema romantico con annesso percorso di crescita (e un'ambientazione so 80s it will hurt your eyes) dovrebbero gradire il tono leggero e le scelte di cast francamente azzeccate (Seth Green era un bambino piuttosto inquietante). Non un capolavoro, ma una novantina di minuti che passano spensierati.
Premi: /
Parola chiave: Vestito.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 26 giugno 2020

Film 1730 - The DUFF

Intro: Alla ricerca di qualcosa per spegnere il cervello, ho pensato di rivedere questa pellicola.
Film 1730: "The DUFF" (2015) di Ari Sandel
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ho voluto rivedere questo film perché me lo ricordavo simpatico e perché, dopo aver cominciato a vedere "Good Girls" (che consiglio vivamente), mi era venuta voglia di vedere qualcosa che vedesse Mae Whitman un po' più protagonista. Che io sappia, purtroppo non ci sono molti esempi a portata di mano, motivo per cui la scelta più semplice mi è sembrata quella di recuperare in lingua "The DUFF" che, tutto sommato, rappresenta una commedia facile facile perfetta per un momento di disimpegno. C'è di meglio? Sì, ma questo non vuol dire che non valga la pena recuperarlo per farsi due risate.
Film 1007 - L'A.S.S.O. nella manica
Film 1730 - The DUFF
Cast: Mae Whitman, Robbie Amell, Bella Thorne, Bianca Santos, Skyler Samuels, Romany Malco, Ken Jeong, Allison Janney.
Box Office: $43.5 milioni
Vale o non vale: Basato sul principio che in ogni gruppo di adolescenti si trova il/la ragazz* meno attraente che funge da ruota di scorta, "The DUFF" si scardina dalla sua idea di base in maniera facile e sicuramente già vista, ma beneficia della bravissima Whitman che regala una performance brillante e in parte. Il tutto per un prodotto perfettamente semplice e immediato per questo inizio di calura estiva al sapore di quarantena.
Premi: /
Parola chiave: Labels.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 29 febbraio 2020

Film 1817 - Booksmart

Intro: Avevo letto buonissime recensioni e una certa indignazione per un mancato successo commerciale legato ad una campagna di marketing poco pressante. Curiosità.
Film 1817: "Booksmart" (2019) di Olivia Wilde
Visto: dalla tv di Eric
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: simpatico, fresco quanto basta, con un'ottima coppia di protagoniste, "Booksmart" si inserisce perfettamente in quel genere di pellicole indie che riescono a ritagliarsi una fetta di pubblico mainstream per una serie di ragioni. In questo caso direi che, al di là dei meriti artistici, parte dell'attenzione ricevuta derivi anche da quella ondata di positivo interesse per prodotti cinematografici a principale componente femminile: Olivia Wilde dirige, Emily Halpern, Sarah Haskins, Susanna Fogel e Katie Silberman scrivono, Kaitlyn Dever e Beanie Feldstein recitano. 

In un mondo di risvegli di coscienza, movimenti e battaglie per diritti egualitari, l'attenzione dei media è stata in parte anche attratta da questo fattore, all'inizio dedicando particolare attenzione al sempre più numeroso numero di registe che riescono ad ottenere non solo buoni risultati al botteghino, ma anche una sempre maggiore considerazione e opportunità dai grandi studios (Kasi Lemmons con "Harriet", Lulu Wang con "The Farewell", Lorene Scafaria con "Hustlers", Nisha Ganatra con "Late Night", Greta Gerwig con "Lady Bird" e "Little Women", Patty Jenkins con "Wonder Woman" 1 e 2, Ava DuVernay con "Selma", "13th", "A Wrinkle in Time" e la serie "When They See Us", Sam Taylor-Johnson con "Fifty Shades of Grey", Elizabeth Banks con "Pitch Perfect 2" e "Charlie's Angels", per quanto il risultato di quest'ultimo sia stato disastroso) e successivamente per una certa dose di disinteresse relativamente a questo e ad alcuni dei film sopracitati da parte dei premi della Hollywood che conta (ad oggi solo 5 donne sono state candidate all'Oscar per la Miglior regia: Lina Wertmüller per “Pasqualino Settebellezze”, Jane Campion per “The Piano”, Sofia Coppola per “Lost in Translation”, Greta Gerwig per “Lady Bird” e Kathryn Bigelow per “The Hurt Locker”, la prima e unica ad aver vinto).
In tutto questo parlare e dibattere è finito in mezzo anche "Booksmart" che, vuoi o non vuoi, ha beneficiato di una certa visibilità che forse altrimenti non lo avrebbe spinto tanto in là al box-office (il film è costato $6 milioni). Con questo non voglio dire che sia un prodotto che non meriti il successo riscontrato, ma mi è parso che ci sia tanto di già visto nonostante il piacevole e godibilissimo risultato finale. Di amiche teenagers sfigate che realizzano troppo tardi che la baldoria senza conseguenze si può fare una volta sola nella vita, di quei racconti che ci fanno sentire bene, di quelle storie tanto americane quanto sopra le righe ne abbiamo già visti e ascoltati un bel po'; e non c'è niente di male in questo, semplicemente non confondiamo un buon risultato finale con un capolavoro.
Cast: Kaitlyn Dever, Beanie Feldstein, Jessica Williams, Lisa Kudrow, Will Forte, Jason Sudeikis, Billie Lourd, Skyler Gisondo, Maya Rudolph.
Box Office: $24.9 milioni
Vale o non vale: la storia funziona e le due protagoniste valgono da sole la visione del film che, nel suo complesso, non è male. Non particolarmente originale, ma comunque godibile e ben costruito. Una commedia del genere coming-of-age che si lascia guardare volentieri.
Premi: Candidato al Golden Globe per la Miglior attrice protagonista commedia o musical (Beanie Feldstein) e al BAFTA per la Miglior sceneggiatura originale.
Parola chiave: Malala.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 maggio 2019

Film 1594 - Mean Girls

Intro: Per me è semplicemente geniale. Lo so a memoria e lo rivedrei altre 100.000 volte.
Film 1594: "Mean Girls" (2004) di Mark Waters
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: esattamente 9 anni fa recensivo per la prima volta quello che per me è uno dei film cult su teenager e liceo americani. Nel tempo la mia passione non è scemata...
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Cast: Lindsay Lohan, Rachel McAdams, Tim Meadows, Ana Gasteyer, Amy Poehler, Tina Fey, Lacey Chabert, Amanda Seyfried, Lizzy Caplan, Daniel Franzese, Neil Flynn, Jonathan Bennett.
Box Office: $169 milioni
Vale o non vale: Dal libro "Queen Bees and Wannabes"di Rosalind Wiseman, Tina Fey trae la sceneggiatura di questo piccolo capolavoro per teenagers che è "Mean Girls" e comincia la sua vera e propria scalata verso lo stardom hollywoodiano. E' con questo film, infatti, che io - ancora inconsapevole - sono venuto per la prima volta in contatto con il genio di Fey e da allora non ho più potuto fare a meno di amarla. Se siete fan di Tina o dei suoi show questo è sicuramente un titolo imperdibile per voi, una commedia spassosissima e ben scritta con un cast perfettamente in parte e una sbalorditiva Rachel McAdams che all'età di 26 riesce a rendere credibile l'andare ancora al liceo. Vedere per credere.
Premi: /
Parola chiave: Liceo.

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Bengi

giovedì 21 marzo 2019

Film 1533 - Noi siamo infinito

Intro: Una scelta sicura, ma sempre giustissima.
Film 1533: "Noi siamo infinito" (2012) di Stephen Chbosky
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Fre
In sintesi: un film dolcissimo, a tratti molto triste, eppure che racconta una storia piena di vita, positiva. Le difficoltà di Charlie (Logan Lerman) non lo abbattono, ma lo spingono a cercare altrove aiuto, tra una famiglia che lo adora e dei nuovi amici che impareranno presto a volergli bene, per un finale di riscatto forte di una prospettiva per il futuro. Lasciarsi fa male, ma non vuol dire perdersi;
casting perfetto, gruppo di comprimari davvero affiatati per un trio di teenager alle prese con adolescenza, quotidiano e progetti per il futuro che, qui, fa davvero il botto. Percy Jackson (Lerman), Hermione Granger (Emma Watson) e Barry Allen (Ezra Miller) quando svestono i panni da supereroe sono decisamente efficaci;
libro, sceneggiatura e regia di Stephen Chbosky che, evidentemente, nel suo progetto ha creduto molto. Ha fatto bene, il risultato finale funziona, commuove, piace.
Film 521 - Noi siamo infinito
Film 571 - Noi siamo infinito
Film 1533 - Noi siamo infinito
Cast: Logan Lerman, Emma Watson, Ezra Miller, Mae Whitman, Kate Walsh, Dylan McDermott, Joan Cusack, Paul Rudd, Johnny Simmons, Nina Dobrev.
Box Office: $33.4 milioni
Vale o non vale: "The Perks of Being a Wallflower" è uno dei film che, nel suo genere (adolescenza, coming-of-age) preferisco: ben costruito, calibrato, con una certa dose di dramma e, al contempo, leggero quanto basta. Bella colonna sonora, cast tra l'indie e il cool, risultato finale riuscito.
Premi: /
Parola chiave: Amicizia.

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Bengi

lunedì 2 luglio 2018

Film 1501 - Dope

Intro: E’ stato proiettato in anteprima italiana un paio di edizioni fa al Biografilm Festival – se non ricordo male – ed ero rimasto con la curiosità di capire di cosa trattasse, soprattutto perché vantava la produzione nientemeno che di Pharrell.
Film 1501: "Dope" (2015) di Rick Famuyiwa
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in questo film c’è molta gioventù (come direbbe mia nonna). In effetti gli attori sono tra lo sconosciuto e l’appena famoso, per un cast eterogeneo e molto cool;
la storia è divertente e funziona e, soprattutto, non delude. La vicenda del gruppo di amici un po’ nerd, il casino con la droga, le ambientazioni gangasta’, il retrogusto anni ’80, la periferia americana, la bella fotografia soleggiata, tutto questo si mixa insieme alla perfezione e crea un prodotto originale e fresco, molto giovane (nonna again) e sicuramente molto americano contemporaneo.
Cast: Shameik Moore, Tony Revolori, Kiersey Clemons, Kimberly Elise, Chanel Iman, Keith Stanfield, Blake Anderson, Zoë Kravitz, ASAP Rocky.
Box Office: $18 milioni
Vale o non vale: figlio della cultura americana e di una porzione dell’immagine giovanile di oggi (nonna esci dal mio corpo), “Dope” è un buon prodotto che bazzica l’indie e l’indipendente facendo incontrare gusti vintage, anima contemporanea, una buona colonna sonora e una storia che riesce ad intrattenere senza mai annoiare.
Premi: /
Parola chiave: Bitcoin.

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venerdì 15 dicembre 2017

Film 1457 - Girls Trip

Molto curioso di vedere questa pellicola, mi hanno gentilmente fornito il link e non ho perso tempo!

Film 1457: "Girls Trip" (2017) di Malcolm D. Lee
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: “Girls Trip” è spassoso, anche se mi aspettavo qualcosa di più. Sarà che è indirizzato ad un pubblico che capisce lo slang e i riferimenti – e devo dire che inizialmente ho fatto fatica a settarmi sulla lingua senza avere a disposizione alcun sottotitolo – di fatto mi ero immaginato un prodotto più immediato (per me) il che mi ha guastato la festa; in aggiunta, la visione è stata particolarmente tribolata, interrotta un milione di volte da un wifi che non cariava e uno streaming che ho dovuto troppo spesso riavviare.
Al di là di questo, il film è stato in ogni caso godibile e, quando ce l’ho fatta a capire, spesso divertente. La presenza della sboccata e chiassosa Dina aggiunge ampiamente colore alla storia di queste quattro amiche del college che si ritrovano dopo 5 anni dall’ultima volta che si erano viste. Come tutti si aspettano la trama non manca di mettere in gioco equivoci e situazioni imbarazzanti, parolacce e persino un pene in bella vista, tra urinate sulla folla e uno sballo da assenzio che produrrà non pochi effetti indesiderati.
Ovviamente la forza di questa pellicola sta soprattutto nelle sue protagoniste Regina Hall, Queen Latifah (entrambe curiosamente in “Scary Movie 3”), Jada Pinkett-Smith e Tiffany Haddish, tutte e quattro meravigliosamente in parte e capaci di mettersi in gioco al 100%, il che in un prodotto come questo è assolutamente necessario.
Insomma, risultato finale non male anche se, probabilmente, dovrei rivederlo in condizioni a me più favorevoli.
Cast: Regina Hall, Tiffany Haddish, Larenz Tate, Mike Colter, Kate Walsh, Jada Pinkett Smith, Queen Latifah.
Box Office: $138.6 milioni
Consigli: Simpatico, anche se molto sboccato e volgare, questo film è certamente vietato ai minori per una serie di buone ragioni. Per chi volesse recuperarlo – non so se in Italia sia uscito – consiglio quantomeno una visione con sottotitoli se non si è particolarmente abituati allo slang. Per il resto, buono per una serata a cervello spento e qualche risata.
Parola chiave: Accordo.

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Bengi

giovedì 20 luglio 2017

Film 1390 - Una pazza giornata di vacanza

Avevo visto che Netflix lo aveva aggiunto al suo catalogo, così ho deciso di recuperarlo appena ho potuto!

Film 1390: "Una pazza giornata di vacanza" (1986) di John Hughes
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mah, in tutta sincerità questa pellicola non mi ha impressionato. Avevo letto ottime critiche - ok, di 30 anni fa - e considerato che sono fan sia delle pellicole anni '80 che delle precedenti avventure cinematografiche di Hughes ("Sixteen Candles", "Breakfast Club") ero veramente ben disposto nei confronti di "Ferris Bueller's Day Off".
In realtà ho trovato il film troppo artificioso e sfacciatamente irreale, con picchi di assurdità quando Ferris si presenta a scuola per andare a prendere Sloane facendo finta di essere suo padre: limitatamente diverte, più che altro irriverente e poco riuscito. Il resto della pellicola è ok, una sorta di manifesto del 'take it easy American style' declinato alla liceale, con un protagonista carismatico cui non ce n'è una che non vada a segno, tanto sfacciatamente fortunato da risultare quasi antipatico. Peggio di lui solo l'invidiosa sorella - una giovanissima Jennifer Grey - che alla fine non si sa bene perché finirà per salvare cil cu*o al fratello odiato per tutto il resto del tempo. Uhm...
In generale, quindi, mi aspettavo qualcosina di diverso, un'avventura un filino più credibile e meno baraccona. Tutto sommato rimane nei canoni del prodotto divertente anni '80 che ai giorni nostri risulta un po' scricchiolante. Suppongo che trent'anni fa Ferris e i suoi amici risultassero molto, molto più anticonformisti, sregolati e... simpatici.
Cast: Matthew Broderick, Alan Ruck, Mia Sara, Jennifer Grey, Jeffrey Jones, Lyman Ward, Cindy Pickett, Edie McClurg, Charlie Sheen.
Box Office: $70.1 milioni
Consigli: Cercavo un film spassono, vivace, divertente e non è che non l'abbia trovato, semplicemente non l'ho troppo gradito. Mi aspetto altro, forse qualcosa più alla "Breakfast Club" o "Bella in rosa", in ogni caso non quello che ho visto. Mia opinione personale a parte, sono sicuro che l'effetto nostalgia o semplicemente la briosa voglia di fare casini di Ferris piaceranno ai più. Come la scena finale, perfettamente riproposta dopo i titoli di coda nientemeno che da "Deadpool" in persona!
Parola chiave: Saltare la scuola.

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Bengi

domenica 21 agosto 2016

Film 1197 - Una spia e mezzo

Agli inizi di aprile Dwayne Johnson e Kevin Hart hanno presentato assieme gli MTV Movie Awards come versione collaterale di promozione di questo film, in America uscito il 17 giugno. Arrivato in Italia con un mese di ritardo, ero veramente curioso di scoprire come potessero funzionare i due attori assieme sul grande schermo.

Film 1197: "Una spia e mezzo" (2016) di Rawson Marshall Thurber
Visto: dal cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Un misto fra "Brooklyn Nine-Nine" e "21 Jump Street", "Central Intelligence" è una commedia carina e molto dinamica, perfetto titolo estivo che non brillerà per innovazione o profondità, ma di sicuro intrattiene a dovere. Grande chimica tra i due protagonisti Kevin Hart e Dwayne Johnson, per un'ottima scelta di cast.
Basato sul pretesto dell'inversione dei ruoli, il fighissimo Calvin (Hart) del liceo si ritrova da adulto a svolgere un impiego con pochi stimoli, mentre il più che rotondo e bullizzato Bob (Johnson), si rivelerà essere una stranissima iperpalestrata montagna di muscoli; il duo, ritrovatosi grazie all'amicizia di Facebook, si incontrerà per una birra al bar e finirà per investigare su un'asta milionaria di offerte per una lista di codici che permettono il controllo di satelliti. Il tutto, ovviamente, che Calvin lo voglia o meno.
In questo mondo surreale di agenti corrotti, sparatorie e salti dalle finestre, non mancano certi momenti efficaci di simpatico divertimento, servito dalla strana coppia di protagonisti e da una serie di trovate comiche spesso fisiche o comunque volgari, ma che non mancano di centrare l'obiettivo. Del resto stiamo parlando di una pellicola di totale disimpegno che intende raggiungere lo spettatore attraverso quella comicità stramba che va di moda adesso e una dose d'azione da non sottovalutare. Del resto Johnson si è ormai specializzato nel genere action, oltre che nei titoli mainstream in grado di totalizzare buoni incassi al botteghino: anche "Una spia e mezzo" non fa eccezione - pur non con un totale eclatante - riuscendo ampiamente a ripagare i 50 milioni di dollari spesi per produrlo.
Dunque un prodotto simpatico, tutto sommato migliore di quanto mi aspettassi. Non un capolavoro e non maledettamente folgorante quanto lo "Spy" di qualche tempo fa, ma comunque una piacevole sorpresa estiva in grado di riempire in maniera simpatica il vuoto calendario cinematografico estivo.
Ps. Inaspettatamente, questo film è stato scritto tra gli altri anche da Ike Barinholtz, attore visto in "Le sorelle perfette", "Cattivi vicini" 1 e 2, "The Mindy Project" e adesso al cinema con "Suicide Squad".
Cast: Kevin Hart, Dwayne Johnson, Amy Ryan, Aaron Paul, Danielle Nicolet, Timothy John Smith, Megan Park, Ryan Hansen, Thomas Kretschmann, Jason Bateman, Melissa McCarthy.
Box Office: $208.6 milioni
Consigli: Divertente quanto basta, dinamico e con un buon duo di protagonisti, "Central Intelligence" è un film più riuscito di quanto non ci si potrebbe aspettare e più soddisfacente di metà dei prodotti usciti durante questa insipida estate 2016. Niente di indimenticabile, ovvio, ma comunque spassoso.
Parola chiave: La freccia d'oro.

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mercoledì 27 aprile 2016

Film 1123 - Scream

Un horror di 20 anni fa...
Film 1123: "Scream" (1996) di Wes Craven
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Più che un film un vero e proprio cult. Piaccia o no, "Scream" negli anni è diventato un franchise e un titolo tanto famoso da venire più e più volte parodiato, fino ad arrivare alla serie tv di Mtv dell'anno scorso, "Scream: The TV Series". Insomma, un fenomeno commerciale e sociale che negli anni non ha conosciuto crisi. Da questo titolo è derivata, poi, la popolarità meno di nicchia di Craven, definitivamente consacrato quale signore della suspense.
Fuori dal contesto culturale, comunque, "Scream" è una pellicola che ha fatto scuola. Innanzitutto sacrifica il suo unico nome noto del cast nel giro di 10 minuti, il che è abbastanza inusuale per una pellicola che mira ad una popolarità commerciale. Poi è un horror che parla del genere horror e lo racconta come dovesse presentare una relazione, ovvero sviscerandone - e qui il termine è più che mai azzeccato - temi e snodi, peculiarità e caratteristiche per poi metterle in pratica punto per punto. Questa particolarità della trama conferisce, tra l'altro, una certa anima humor da non sottovalutare che, probabilmente, ha contribuito a decretarne il successo.
Pur essendo un titolo dell'orrore quasi obbligato per gli appassionati, comunque, rimane il fatto che "Scream" sia un buon titolo, ma certamente non perfetto. Assolutamente legato a una concezione del 'fare paura' estremamente anni '90, oggi risulta meno efficace di un tempo, pur conservando quella genialità che lo ha reso tanto popolare: la chiamata con l'assassino (che è magicamente già in casa), la critica alla voracità voyeristica dei media, il percorso di formazione della protagonista (da vergine a eroina capace di sporcarsi le mani). Insomma, un mix di elementi che nel 1996 decretarono il successo inaudito di questa saga, che oggi guardiamo col binocolo e ricordiamo con affetto.
Film 1123 - Scream
Film 2057 - Scream
Film 2184 - Scream
Film 1249 - Scream 3
Film 326 - Scream 4
Film 2091 - Scream
Film 2178 - Scream
Film 2179 - Scream VI
Cast: Neve Campbell, David Arquette, Courteney Cox, Matthew Lillard, Rose McGowan, Skeet Ulrich, Drew Barrymore, Henry Winkler, Liev Schreiber.
Box Office: $173 milioni
Consigli: Chi non lo ha visto almeno una volta nella vita? Quasi un rito di passaggio per chi ama essere spaventato dai film, un titolo rimasto indelebile in molti di noi. Può essere interessante vederlo anche per confrontare tutti quegli elementi di questa pellicola che sono stati, nel tempo, copiati in altre.
Parola chiave: Maschera.

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domenica 29 novembre 2015

Film 1039 - Città di carta

Molto, molto interessato a vedere questo film, ho dovuto recuperarlo in streaming dato che lo avevo perso al cinema.

Film 1039: "Città di carta" (2015) di Jake Schreier
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Colpa delle stelle" è stato bello, ma molto duro da digerire. "Città di carta" è tutta un'altra storia che, lo ammetto, mi è piaciuta.
Anche questa pellicola tratta dal romanzo di John Green, la mia paura è che potesse verificarsi una sorta di operazione fotocopia grazie al successo dell'anno scorso della storia con Shailene Woodley anche considerata la presenza di Nat Wolff in entrambi i film, l'idea young adults-glam che si respira in entrambi i casi e, naturalmente, per via dell'autore in comune. La realtà è che sono due titoli completamente diversi e a parte le piccole connessioni di cui prima, il risultato è diverso e piacevole in entrambi i casi.
Innanzitutto in "Paper Towns" nessuno è malato o muore, semplicemente la protagonista Margo (Cara Delevingne) ad un certo punto sparisce e il povero Quentin (Wolff), innamorato di lei fin da bambino, finirà per andare a cercarla dopo aver trovato una serie di indizi che ritiene lo condurranno da lei. Il fulcro della vicenda è quindi la ricerca di Margo che di fatto segue l'avventura di una notte che cambierà la vita dei due ragazzi: lei perché, dopo essersi vendicata dei suoi amici e del suo ex fidanzato fedifrago, sparirà nel nulla; lui perché finalmente si concede di vivere un po'. Il risultato finale sarà una raccolta di indizi e un viaggio on the road per Quentin e i suoi amici nerd che regalerà a tutti il ricordo di un'avventura indimenticabile prima di salutarsi in vista dell'università.
Un percorso di formazione, dunque, mascherato da spy story - molto alla leggera -, eppure pur non risultando totalmente efficace, "Città di carta" riesce a far appassionare il suo spettatore man mano che la storia evolve, proponendo non solo un'avventura anche divertente, ma dei personaggi piacevoli e simpatici, sufficientemente veri e onesti da risultare credibili. In questo Wolff dimostra certamente il suo valore, mentre la Delevingne ha una parte più maliziosa che, sì, le si addice, ma richiede inevitabilmente meno talento per essere rappresentata. Su di lei, dunque, mi riservo di vedere altro per capire se abbia davvero qualcosa da dire o sia il classico esempio di personalità famosa per un motivo che finisce a tentare altre strade più o meno artistiche fino a quando la fama regge. Vedremo.
In definitiva, comunque, "Paper Towns" è un buon esempio di cinema per - come vuole la catalogazione anglofona - giovani adulti e riesce nell'intento di mantenere le aspettative legate alla misteriosa figura di Margo. Il finale è decisamente più inaspettato del normale per un prodotto mirato a un tale target, il che mi ha sorpreso in positivo, soprattutto perché si muovono motivazioni sensate e ponderate legate alla ricerca di se stessi e l'affermazione della propria personalità in opposizione alle imposizioni sociali e alle precostituite categorie umane. Questo, pur semplificato all'interno della trama e probabilmente utilizzato quale strumento per elevare i toni della storia da semplice film per ragazzi a pellicola sufficientemente impegnata, rimane un punto a favore della storia che riconosce quanto sia importante capire prima chi si è per poter decidere quali scelte fare o percorsi seguire nella vita. Poi, certamente, il tutto rimane un'operazione commerciale mirata a creare una sorta di seguito alle fortune di "Colpa delle stelle", ma devo dire che tutto sommato la storia che racconta "Città di carta" non mi ha deluso.
Ps. Ma poi cosa sono queste città di carta del titolo? Errori volontari degli autori delle mappe, sotto forma di nomi di città inventati, che servono a tutelare dalla violazione di copyright delle stesse.
Cast: Nat Wolff, Cara Delevingne, Halston Sage, Austin Abrams, Justice Smith, Jaz Sinclair, Cara Buono, Ansel Elgort (cameo).
Box Office: $85.5 milioni
Consigli: Colonna sonora pazzesca che mi è entrata subito in testa, bella fotografia, un protagonista dal viso dolce e l'aspetto da peluche arruffato, una modella come ragazza scomparsa e un romanzo dallo stesso autore di "Colpa delle stelle": insomma, qualche elemento valido per vedere questa pellicola c'è sicuramente. Il risultato finale è buono, la storia si segue bene e volentieri e il finale è meno scontato di quanto non si potrebbe pensare. In una domenica pomeriggio di quasi inverno come questa, una chance a "Città di carta" si può tranquillamente dare.
Parola chiave: Agloe.

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Film 1038 - Scary Movie

Weekend milanese per salutare EXPO e partecipare agli MTV Europe Music Awards del 25 ottobre, il nostro appartamento metteva a disposizione uno schermo piatto gigantesco e tutta la programmazione Sky del caso. Che ci ha regalato questa perla della domenica mattina...

Film 1038: "Scary Movie" (2000) di Keenen Ivory Wayans
Visto: dalla tv dell'appartamento
Lingua: italiano
Compagnia: Giro
Pensieri: Tra i film parodia di altre pellicole è assolutamente uno dei titoli che preferisco, anche se credo il meglio di tutta la saga sia il terzo episodio. Qui, all'esordio cinematografico di uno dei franchise comici più remunerativi degli ultimi anni ($896,555,030 di incasso con 5 pellicole e un costo totale di produzione di $177 milioni), le pellicole prese di mira sono tantissime, "Scream" in primis: "So cosa hai fatto", "Le colline hanno gli occhi", "Incubo finale", "Dawson's Creek", "Amistad", "Titanic", "The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair", "Matrix", "I soliti sospetti", "American Pie", "Il sesto senso", "Venerdì 13", "Shining", "Pulp Fiction", "Nightmare - Dal profondo della notte", "Scemo e più scemo", "Showtime". Insomma, ce n'è per tutti i gusti.
Trait d'union di ben 4 pellicole su 5 sarà Cindy (Anna Faris), qui al contempo vittima perseguitata alla "Scream" e alla "So cosa hai fatto", una protagonista assolutamente ironica e divertente grazie all'attrice che riesce di volta in volta a risultare assurdamente comica a prescindere dalle gag già di per sé piuttosto divertenti. Il mio amore personale per la Faris è cominciato qui.
Insomma, "Scary Movie" al suo primo episodio funziona bene e diverte, prende in giro sapientemente i cliché delle pellicole di paura più serie mettendo alla berlina una serie di aspetti che, pur risultato elementi base di quel genere, non possono non lasciare di volta in volta perplessi. Le scene cult, in questo senso, sono la reginetta di bellezza che si uccide da sola di fronte al suo assalitore stupefatto e, certamente, la scena in cui si rivela chi ci sia davvero dietro alla misteriosa maschera.
Passa il tempo, eppure ancora una volta un film comico e dissacrante che si vede volentieri.
Film 1038 - Scary Movie
Film 383 - Scary Movie 3
Film 1449 - Scary Movie 3
Film 2041 - Scary Movie 3
Film 1603 - Scary Movie 4
Film 550 - Scary Movie V
Cast: Anna Faris, Jon Abrahams, Marlon Wayans, Regina Hall, Shannon Elizabeth, Shawn Wayans, Kurt Fuller, Cheri Oteri, Dave Sheridan, Carmen Electra, James Van Der Beek.
Box Office: $278 milioni
Consigli: Cult nel suo genere, per molti versi inimitabile, "Scary Movie" è sempre un'ottima scelta quando si tratta di pellicole che prendono in giro altre pellicole. Sotto la superficie simpatica, scherzosa e irriverente, la storia non manca di mettere in evidenza certe assurdità del mondo dell'horror contemporaneo, che pur tanto ci piace lo stesso. Forse è per questo che, a maggior ragione, "Scary Movie" piace perfino di più.
Parola chiave: Doofy.

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#HollywoodCiak
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lunedì 5 ottobre 2015

Film 1007 - L'A.S.S.O. nella manica

Ero già curioso di vederlo quando era uscito negli USA, per cui ho aspettato fino a che non è uscito anche da noi.

Film 1007: "L'A.S.S.O. nella manica" (2015) di Ari Sandel
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Commediola carina che fa molto spesso il verso a "Mean Girls", questo "The DUFF" beneficia di un'intrigante idea di partenza e della buona performance di Mae Whitman nei panni della simpatica Bianca.
Come vuole la regola del piacersi, quando la prima caratteristica ad essere riportata è la simpatia vuol dire che c'è qualche mancanza sul piano estetico. Ora, anche se la Whitman non è certo una top model, non si può proprio dire che non sia carina, nonostante qui cerchino di imbruttirla leggermente, soprattutto con il vestiario. Niente in confronto alla Cristiana Capotondi di "Come tu mi vuoi", per capirci. Quindi prendiamo atto che lei nel film sarebbe l'A.S.S.O. - ovvero l'amica sfigata strategicamente oscena - anche se in concreto non è davvero così.
A parte questa differenza tra forma e sostanza, l'acronimo da già l'idea di dove porti la storia: ogni gruppo di amiche avrebbe quella che fa da jolly, ovvero sfigura facendo risaltare le altre e, non abbastanza, fa da filtro tra loro e il resto della comunità (specialmente maschile). Pur mancando un approfondimento sociologico che sarebbe stato anche interessante, rimane piacevole la fruizione dei 101 minuti di pellicola principalmente per i toni abbastanza spensierati che mixano, appunto, "Mean Girls" e ricordano vagamente "Easy A". Il mix non è esplosivo come per le altre due commedie a tema teen, ma "L'A.S.S.O. nella manica" si ritaglia il suo spazio tra i titoli senza pretese dell'estate e regala anche qualche risata.
Ps. La sceneggiatura si basa sul romanzo omonimo in inglese scritto da Kody Keplinger.
Film 1007 - L'A.S.S.O. nella manica
Film 1730 - The DUFF
Cast: Mae Whitman, Bella Thorne, Robbie Amell, Skyler Samuels, Ken Jeong, Allison Janney, Nick Eversman.
Box Office: $43,528,634
Consigli: Piacevole e senza pretese, una commedia piuttosto contemporanea che parla ancora di popolarità liceale ed accettazione nella variante pseudo sociale attraverso la figura in acronimo (in inglese è "Designated Ugly Fat Friend"). E' una pellicola carina che si lascia ben guardare e pur non riuscendo a spiccare come altre che l'hanno preceduta, riesce comunque a lasciare soddisfatti e sufficientemente intrattenuti. Per cui una buona scelta per un momento che richiede assoluto disimpegno.
Parola chiave: Video.

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martedì 6 gennaio 2015

Film 849 - Take Me Home Tonight

Ero sempre rimasto con la curiosità di vederlo...

Film 849: "Take Me Home Tonight" (2011) di Michael Dowse
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Non ho mai particolarmente amato Topher Grace come attore, come creatore di storie per il cinema, dopo aver visto questa pellicola, nemmeno.
"Take Me Home Tonight" nasce, appunto, da un'idea di Grace che, sulla carta e soprattutto grazie al trailer, sembrerebbe una figata, ma di fatto è un piatto tentativo di servire al pubblico un'esperienza teoricamente da ricordare e in pratica piuttosto dimenticabile.
Dove la tagline originale promette la "Best. Night. Ever." a sottolineare e sponsorizzare una notte di divertimenti pazzi e goliardici, il risultato finale è invece privo di quella lucida follia che dirige le vicende di altre pellicole simili o comunque incentrate su party che degenerano all'inverosimile (vedi, per esempio, "Project X - Una festa che spacca"). Ed è un peccato perché gli elementi a favore di un buon risultato ci sarebbero stati tutti: il protagonista nerd in cerca di riscatto + il suo amico pazzoide che sniffa coca e combina solo guai + la sorella del primo (Anna Faris) che gli vuole un mondo di bene e ama le feste + la solita trafigga del liceo da riconquistare in quanto cotta segreta + il supermegaparty dell'anno che segnerà per sempre il destino di tutti i suoi partecipanti.
Di fatto, invece, questa festa non riesce mai a decollare per lo spettatore, che segue un po' annoiato gli sviluppi di una vicenda priva di mordente e francamente dal poco ritmo. Non ci si appassiona allo sventurato cucciolino Matt, come non ci si diverte con il suo amico sessuomane e strafatto Barry... Insomma, non ci siamo!
Box Office: $6,923,891
Consigli: Anna Faris è una che di commedie se ne intende (4 su 5 episodi di "Scary Movie", "La conigliera di casa", "Sex List" e adesso in tv con "Mom"), eppure qui non ci ha visto lungo. Lei si salva, come Grace e la bellissima Teresa Palmer, ma il resto - anni 80 a parte - si può sinceramente evitare.
Parola chiave: Futuro.

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lunedì 29 settembre 2014

Film 777 - Io vengo ogni giorno

Tempo di leggerezza!

Film 777: "Io vengo ogni giorno" (2014) di Dan Beers
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ah, i riassunti di IMDB sono sempre così perfetti: "A high school senior has to re-live losing his virginity over and over again until he gets it right".
A malapena una riga per descrivere 93 minuti di pellicola e in maniera così efficace, poi! Già perché in questo film davvero non succede niente di più che non sia descritto in quelle poche parole e, se ci si accontenta, ci scappa pure qualche sorriso.
Un'ennesima pellicola su nerd & losers che non ci sanno fare con le ragazze e vivono situazioni imbarazzanti con i genitori davvero non serviva, soprattutto se è a secco di idee come questa, però se piace il genere di sicuro "Io vengo ogni giorno" non sarà un prodotto malvagio. Non tanto perché bello, ma perché innocuo e spensierato, giusto per un momento privo di pensieri.
L'orrendo titolo italiano calca male il doppio senso di quello originale ("Premature") e finisce per attirare l'attenzione del pubblico solamente con il non certo velato messaggio sessuale. Nella trama l'allusione sessuale c'è eccome, per carità, ma scoprire così palesemente le carte solo per trarne un vantaggio di visibilità così superficiale non so se sia mai un effettivo beneficio. Al di là di questo, comunque, la pellicola è un esempietto facile facile su come agli americani piaccia parlare di sesso e perdita della verginità mettendola in toni comici. Giocare sull'impaccio del protagonista, sulle sue paure ed insicurezze è di certo un approccio privo di originalità, anche se qui il physique du rôle di John Karna salva il risultato finale graziando la pellicola con una striminzita sufficienza. Credo che il vero problema, in ogni caso, rimanga la totale assenza di originalità e di tempi comici come si deve.
Box Office: € 301.197 (in Italia)
Consigli: Qualcosa per un serata tranquilla all'insegna del cervello spentissimo e per nulla vigile. La faccia da scemo del protagonista è anche simpatica, la storia che lo costringe a rivivere la stessa giornata di orgasmo in orgasmo anche divertente, ma a parte questo poco altro. Diciamo che, nell'ottica della distribuzione nostrana, l'uscita estiva all'insegna del divertimento e del disimpegno tonale aveva senso. L'incasso è stato comunque piuttosto insignificante, ma del resto non si poteva pretendere granché.
Parola chiave: Orgasmo.

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