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venerdì 14 luglio 2023

Film 2194 - Boston Strangler

Intro: Scoperto per caso, mi ha subito incuriosito. Anche perché non vedevo Keira Knightley in un film dai tempi di "The Nutcracker and the Four Realms" (ed era il 2018!).

Film 2194: "Boston Strangler" (2023) di Matt Ruskin
Visto: dal computer
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: di base non ha niente che non vada questo film, non fosse che manca di un certo - e lo virgoletto con enfasi - "brio" o, comunque, un qualcosa che lo caratterizzi più vigorosamente rispetto ad altri progetti simili e già visti. "Boston Strangler" - che a mio avviso sarebbe stato molto più efficace fosse stato un documentario - per un motivo o per un altro ricorda tanti altri titoli negli anni passati su piccolo e grande schermo ("She Said", "Spotlight", "The Imitation Game", "Last Night in Soho", "Zodiac", "The Black Dahlia" e così via).
Ribadisco, il risultato finale è assolutamente guardabile, spesso inquietante considerato che si tratta di una storia vera, però il film non riesce davvero a farsi ricordare per nessun elemento particolare. Va tutto bene, ma si dimentica in fretta.
Ps. Carrie Coon e Morgan Spector si riuniscono in questa pellicola dopo aver già condiviso il set in "The Gilded Age".
Cast: Keira Knightley, Carrie Coon, Alessandro Nivola, Chris Cooper, David Dastmalchian, Morgan Spector, Rory Cochrane.
Box Office: /
Vale o non vale: Le atmosfere sono quasi sempre giuste e le protagoniste in parte, ma questo film manca di un punto di vista e, a tratti, è troppo lento. Tutto sommato, comunque, non ci si pente della visione.
Premi: Candidato all'Emmy per la Miglior fotografia (Outstanding Cinematography for a Limited or Anthology Series or Movie).
Parola chiave: Calze.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 29 dicembre 2020

Film 1764 - King Arthur

Intro: Volevo rivederlo perché non mi ricordavo bene il livello di boiata di questa pellicola. Sentivo il bisogno di un ripasso.
Film 1764: "King Arthur" (2004) di Antoine Fuqua
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ritorno ai bei tempi in cui per attirare gente al cinema si aumenava la grandezza delle tette della protagonista nel poster (qui come in Harry Potter, ma anche i capezzoli rimossi di Angelina Jolie perché la gente distratta causava incidenti per le strade), pure questo "King Arthur" non si sottrae alla (teorica?) regola della protagonista femminile che deve risultare sexy e attraente a tutti i costi per convincere il maschio medio a vedere un prodotto cinematografico teoricamente (?) costruito sulla base delle sue aspettative. O almeno quelle che gli studios ritengono esserlo. Già perché, diciamocelo, la gente non si è esattamente presentata in massa per vedere questa ennesima versione della storia di Re Artù e la sua famosa tavola rotonda.
Antoine Fuqua - che dopo il successo di "Training Day" ha deciso di buttare tutto alle ortiche con questa pellicola, il remake di "The Magnificent Seven" e quella che oso solo immaginare essere una meravigliosa saga action-thriller che porta il titolo di "The Equalizer" (1 e 2) - dirige un action movie ricolmo di violenza e nebbia che si propone come rivisitazione moderna del mitico personaggio medioevale e la sua storia, pur concedendosi non poche licenze rispetto a (e qui cito Wikipedia) figure storiche, popolazioni, eventi, religione, vestiario e tipologia di armi usate nel'era qui descritta. Poi, per carità, penso in pochi abbiano deciso di vedere questa pellicola alla ricerca di qualsivoglia verosimiglianza rispetto ai fatti descritti. Nondimeno, "King Arthur" e il suo piglio più moderno (leggi rappresentazione molto realistica della violenza da campo di battaglia) non hanno impressionato nessuno o quasi.
Alcuni dettagli tecnici, poi, non hanno giocato a suo favore. Innanzitutto la sensazione che ci sia una generale mancanza di star-power: Clive Owen stava cominciando ad essere abbastanza conosciuto all'epoca, ma questo titolo non lo ha certo aiutato a sbarcare nel mondo degli attori di serie A; Keira Knightley era sicuramente nel suo boom da "Pirati dei Caraibi", ma forse non sufficientemente famosa da risultare motivo di traino commerciale per tutta l'operazione; Ioan Gruffudd sarebbe approdato solo l'anno successivo nei cinema nel ruolo di Mr Fantastic nel deludente-ma-comunque-accettabile "Fantastic 4" con Jessica Alba (in ogni caso diciamocelo: ma chi è che sa chi sia Ioan Gruffudd?!); tutto il resto del cast all'epoca era un generale "chi?!" difficilmente vendibile al pubblico mainstream (anche se non mancano volti noti: Stellan Skarsgård, Hugh Dancy, Mads Mikkelsen e Joel Edgerton).
Continuando con gli elementi sfavorevoli, credo che la smania da "dobbiamo rendere questa storia sufficientemente sexy" abbia un po' confuso: il film si chiama "King Arthur", il protagonista è Re Artù e il primo nome sul poster è il suo e, nonostante questo, nella locandina l'attore è a malapena visibile, relegato a sinistra sullo sfondo per fare spazio all'immagine centrale di Keira Knightley che, equipaggiata di tette e arco, ammicca leggermente a chi guarda. Scusate, chi è il protagonista, quindi?
Infine qualche aspetto più marginale o tecnico: credo che questo titolo volesse cavalcare l'onda remunerat...ehm... positiva del successo globale de "Il gladiatore" (un altro titolo non particolarmente interessato ai dettagli storici, ma sicuramente molto descrittivo a livello di scene di battaglia e dotato di una buona dose di mascolina epicità), il tutto shakerato assieme alla formula vincente Disney targata "Pirati dei Caraibi" - franchise non a caso citato anche nella locandina di questo film e dal quale hanno preso in prestito il compositore delle musiche Hans Zimmer (che, hey!, ha scritto anche le musiche per "Il gladiatore"! Coincidenza?) - che probabilmente voleva suggerire una certa dose di divertimento e leggerezza applicata ad un racconto "storico" altrimenti forse potenzialmente nocivo in termini di successo al botteghino. Che poi vedi quanto abbia funzionato...
In ogni caso, a prescindere da tutto questo insieme di elementi confusi e malamente assemblati insieme, il film di Antoine Fuqua risulta comunque megliore del noiosissimo "King Arthur: Legend of the Sword" di Guy Ritchie e, tutto sommato, un passatempo persino godibile una volta che si sia fatta pace col fatto che non sarebbe servito scomodare Re Artù per raccontare una storia di guerre sanguinarie e sottotrame politiche facili facili per propinare al pubblico generalista un racconto ambientato in tempi antichi in cui la legge della spada era l'unica accettata per governare. Ma, immagino, Hollywood fatica ad imparare la lezione.
Cast: Clive Owen, Keira Knightley, Stellan Skarsgård, Stephen Dillane, Ray Winstone, Hugh Dancy, Til Schweiger, Ioan Gruffudd, Mads Mikkelsen, Joel Edgerton, Ivano Marescotti.
Box Office: $203.6 milioni
Vale o non vale: Per niente ispirato, decisamente troppo lungo (dura solo 2 ore?! What?!) e molto confuso a livello di trama, "King Arthur" può funzionare come riempitivo da cervello spento, senza alcun bisogno di prendere la storia troppo seriamente. Si è visto sicuramente di peggio, per carità, ma per un film che quasi 20 anni fa è costato 120 milioni di dollari, si doveva fare molto, molto di più.
Premi: /
Parola chiave: Freedom.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 15 luglio 2020

Film 1748 - Pride & Prejudice

Intro: Avevo bisogno di un po' di romanticismo ai tempi di Jane Austen.
Film 1748: "Pride & Prejudice" (2005) di Joe Wright
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: probabilmente ci sono trasposizioni più riuscite o più fedeli, in ogni caso a me "Pride & Prejudice" di Joe Wright lascia sempre molto soddisfatto. E adoro il dialogo tra Keira Knightley e Matthew Macfadyen sotto la pioggia, trovo la vulnerabilità di Elizabeth rincuorante e riesco, ogni volta, ad identificarmici. Go Jane Austen, go!
Film 282 - Orgoglio e pregiudizio
Film 428 - Orgoglio e pregiudizio
Film 1748 - Pride & Prejudice
Cast: Keira Knightley, Matthew Macfadyen, Brenda Blethyn, Donald Sutherland, Tom Hollander, Rosamund Pike, Jena Malone, Carey Mulligan, Judi Dench, Kelly Reilly, Rupert Friend, Penelope Wilton.
Box Office: $121.6 milioni
Vale o non vale: Esteticamente bellissimo, musicato alla perfezione e romantico al punto giusto, "Pride & Prejudice" cattura l'essenza del romanzo riuscendo con successo a riproporlo in chiave più attuale. Non un capolavoro, ma mi pare renda giustizia all'opera - meravigliosa - da cui è tratto.
Premi: Candidato a 4 Oscar per Migliore attrice protagonista (Knightley), costumi, colonna sonora e scenografie; 2 nomination ai Golden Globe per Miglior film commedia o musical (?) e attrice protagonista; nominato a 5 BAFTA per attrice non protagonista (Blethyn), sceneggiatura non originale, costumi, trucco e film britannico dell'anno. Joe Wright ha vinto il BAFTA per Most Promising Newcomer.
Parola chiave: Sentimenti.

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#HollywoodCiak
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lunedì 15 giugno 2020

Film 1725 - The Nutcracker and the Four Realms

Intro: Ero più che altro incuriosito dal fatto che il film sia stato un gigantesco flop per la Disney.
Film 1725: "The Nutcracker and the Four Realms" (2018) di Lasse Hallström, Joe Johnston
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: costruito sulla base tecnica e visiva di alcuni precedenti prodotti Disney di successo - particolarmente "Alice in Wonderland" -, "The Nutcracker and the Four Realms" non riesce però a generare sufficiente magia o interesse rispetto ad un progetto che risulta esteticamente molto bello, ma narrativamente irrilevante. Manca di ritmo e, ancora peggio, di qualcosa originale da dire. E non basta l'atmosfera gioiosa e festiva del Natale a salvare tutta l'operazione.
Cast: Keira Knightley, Mackenzie Foy, Eugenio Derbez, Matthew Macfadyen, Richard E. Grant, Misty Copeland, Helen Mirren, Morgan Freeman.
Box Office: $174 milioni
Vale o non vale: Keira Knightley è insopportabile, Mackenzie Foy non particolarmente incisiva come protagonista e si ha la sensazione che il cast da sogno e la famosissima storia de "Lo schiaccianoci" di Čajkovskij siano assolutamente sprecati.
Premi: /
Parola chiave: Chiave.

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#HollywoodCiak
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giovedì 9 maggio 2019

Film 1579 - Pirates of the Caribbean: At World's End

Intro: E chiudiamo anche la visione di questo franchise.
Film 1579: "Pirates of the Caribbean: At World's End" (2007) di Gore Verbinski
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: come al solito la sensazione è che ci sia troppa carne al fuoco oltre che, in questo caso, un eccesso di personaggi e relativi tracciati narrativi. Messa insieme la gigantesca personalità di Jack Sparrow ai romanticismi di Elizabeth Swann e Will Turner, l'antagonismo on/off di Barbossa, le molteplici nuove alleanze e le bagarre per e su le navi (Perla Nera, Olandese Volante), il risultato finale è un vortice caotico che sa di avventura, ma non convince del tutto. Perché anche i blockbuster multimilionari a volte esagerano e anche se le buone intenzioni ci sono tutte, "Pirates of the Caribbean: At World's End" è più chiassoso che riuscito e meno avvincente di quanto ci si sarebbe aspettato. Peccato.
Film 240 - La maledizione della prima luna
Film 1560 - Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl
Film 1570 - Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest
Film 1579 - Pirates of the Caribbean: At World's End
Film 1242 - Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare
Film 1415 - Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales
Cast: Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Stellan Skarsgård, Bill Nighy, Chow Yun-Fat, Geoffrey Rush, Jack Davenport, Kevin R. McNally, Jonathan Pryce, Tom Hollander, Naomie Harris, Lee Arenberg, Mackenzie Crook.
Box Office: $963.4 milioni
Vale o non vale: Imperdibile per i fan della saga, il terzo dei cinque film sui "Pirati dei Caraibi" non è sicuramente il più riuscito. Buono per un momento di spasso non del tutto a cervello spento (perché cazzo se è complicata la trama!), intrattiene ma non convince appieno.
Premi: Candidato a 2 Oscar (Miglior trucco ed effetti speciali) e al BAFTA per gli effetti speciali. Una nomination ai Razzie per Bloom come Peggior attore non protagonista.
Parola chiave: Cuore.

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mercoledì 1 maggio 2019

Film 1570 - Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest

Intro: Secondo capitolo di una delle tante saghe che stiamo rivedendo.
Film 1570: "Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest" (2006) di Gore Verbinski
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: non riuscito quanto il suo predecessore, questo capitolo di passaggio della (allora) trilogia sui Pirati dei Caraibi riesce nell'intento di regalare nuovamente allo spettatore le bizzarrie di Jack Sparrow combinate ai toni epici di una nuova, indimenticabile avventura predisponendo, tra l'altro, le basi per l'episodio successivo. Come spesso accade per titoli come questo - grande attesa del pubblico, necessità di replicare il successo precedente, ecc - il vero problema alla base di "Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest" è l'eccesso di elementi in gioco, per un insieme di trame e sottotrame capaci di stordire anche il più devoto dei fan. Insomma, c'è troppa carne al fuoco.
Film 240 - La maledizione della prima luna
Film 1560 - Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl
Film 1570 - Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest
Film 1579 - Pirates of the Caribbean: At World's End
Film 1242 - Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare
Film 1415 - Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales
Cast: Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Stellan Skarsgård, Bill Nighy, Jack Davenport, Kevin R. McNally, Jonathan Pryce, Tom Hollander, Lee Arenberg, Mackenzie Crook, Naomie Harris, Geoffrey Rush.
Box Office: $1.066 miliardi
Vale o non vale: In generale un titolo d'intrattenimento che mette in scena un sacco di elementi, per un risultato finale certamente avventuroso, non di meno caotico. I fan del franchise e, soprattutto, Jack Sparrow adoreranno.
Premi: Candidato a 4 Oscar, ha vinto quello per i Migliori effetti speciali. 1 candidatura ai Golden Globe per Depp (Miglior attore), 5 nomination ai BAFTA e una vittoria per gli effetti speciali.
Parola chiave: Chiave.

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sabato 27 aprile 2019

Film 1560 - Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl

Intro: Inauguriamo la visione di uno dei franchise più redditizi del nuovo millennio partendo dal primo ed inimitabile capitolo.
Film 1560: "Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl" (2003) di Gore Verbinski
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Film 240 - La maledizione della prima luna
Film 1560 - Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl
Film 1570 - Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest
Film 1579 - Pirates of the Caribbean: At World's End
Film 1242 - Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare
Film 1415 - Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales
Cast: Johnny Depp, Geoffrey Rush, Orlando Bloom, Keira Knightley, Jonathan Pryce, Jack Davenport, Lee Arenberg, Mackenzie Crook, Zoe Saldana.
Box Office: $654.3 milioni
Vale o non vale: Sempre simpatico, sicuramente il migliore dei 5. Depp crea Jack Sparrow e fa centro e si attacca al personaggio in maniera tanto morbosa da riuscire a rovinarlo nel giro di 15 anni (perché diciamocelo, l'ultimo capitolo non è stato nulla di che). Però è piacevole rivedere questo primo capitolo e ricordarsi come e dove tutta la follia "Pirati dei Caraibi" sia cominciata.
Premi: Candidato a 5 premi Oscar (attore protagonista, effetti speciali, trucco, montaggio e mixaggio sonoro), 1 Golden Globe (attore protagonista) e vincitore di 1 BAFTA per il trucco su 5 nomination (attore protagonista, costumi, effetti speciali, sonoro).
Parola chiave: Sangue.

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sabato 27 maggio 2017

Red Nose Day Actually

Anche voi avete amato "Love Actually"? Sarete felici di sapere, allora, che un sequel ufficiale è stato rilasciato di recente in rete grazie a BBC (che lo ha commissionato) e NBC (che lo ha, invece, trasmesso in America). L'occasione è stata quella di raccogliere fondi per l'evento Red Nose Day 2017.
Qui sotto potete vedere il film, un corto di 17 minuti in cui praticamente tutti i personaggi della prima pellicola sono presenti. Buona visione!

Film: "Red Nose Day Actually" (2017) di Richard Curtis, Mat Whitecross
This digital exclusive reunion sequel to "Love Actually" features cast members from the beloved holiday film, including Patrick Dempsey, Colin Firth, Hugh Grant, Keira Knightley, Andrew Lincoln, Laura Linney, Liam Neeson, Bill Nighy and more!
» Donate Now to Red Nose Day: http://bit.ly/RND2017
» Subscribe for More: http://bit.ly/NBCSub
» Watch Full Episodes Free of Your Favorite Shows: http://bit.ly/NBCFullEpisodes

RED NOSE DAY ON SOCIAL:
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Follow Red Nose Day US on Twitter: https://twitter.com/RedNoseDayUSA
Follow Red Nose Day on Instagram: https://www.instagram.com/rednosedayUSA/

ABOUT THE RED NOSE DAY SPECIAL:
The Red Nose Day campaign to end child poverty returns in the U.S. on Thursday, May 25, in conjunction with the third annual ""Red Nose Day Special"" on NBC. Americans across the country will come together, wear their red noses and raise money and awareness to help children living in poverty. With the support of millions of generous Americans, major partners and hundreds of celebrities, Red Nose Day has raised over $60 million in its first two years since launching in the U.S. in 2015, including more than $36 million in 2016.

Red Nose Day Actually: The Love Actually Reunion 14 Years in the Making
https://youtu.be/--oXHLZU6UE
(via NBC)
Cast: Hugh Grant, Liam Neeson, Colin Firth, Andrew Lincoln, Chiwetel Ejiofor, Keira Knightley, Martine McCutcheon, Bill Nighy, Thomas Brodie-Sangster, Lúcia Moniz, Olivia Olson, Marcus Brigstocke, Rowan Atkinson, Kate Moss, Laura Linney, Patrick Dempsey.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 6 giugno 2016

Film 1150 - Anna Karenina

Ogni tanto mi manca e lo riguardo. Questa volta in inglese e senza sottotitoli.

Film 1150: "Anna Karenina" (2012) di Joe Wright
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: La glaciale Russia è riscaldata dall'amore passionale e bruciante di Anna e il suo Vronsky grazie al capolavoro di Tolstoj qui trasposto dal regista inglese Joe Wright. Meno capolavoro rispetto al libro, eppure capace di suscitare non poche positive impressioni, il contemporaneo fratello cinematografico pecca di una certa mancanza di fuoco, è vero, ma è di una bellezza stilistica innegabile. Raffinato, geniale nella messa in scena - la vita è un teatro -, sontuoso nei costumi e ben presentato dagli attori, questo film compensa quel mancante cuore pulsante indomito che si riscontra nel libro, grazie a un lavoro d'insieme che appaga gli occhi e può lasciare soddisfatti. Basta dimenticarsi del classico e lasciarsi trasportare in quest'alternativa avventura fatta di suggestioni e corsetti, amore puro e amore scabroso. E la magia non tarda ad arrivare.
Ps. Oscar per i Migliori costumi.
Film 511 - Anna Karenina
Film 517 - Anna Karenina

Cast: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Johnson, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Domhnall Gleeson, Ruth Wilson, Alicia Vikander, Olivia Williams, Emily Watson, Michelle Dockery, Raphaël Personnaz, Cara Delevingne.
Box Office: $68,929,150
Consigli: Affascinante, teatrale nelle scenografia e nelle movenze degli attori, sontuoso nella realizzazione e, certamente, ambizioso. Una suggestione di immagini e suoni ben architettata, per un risultato finale piacevole e che fa quello che può per accostarsi ad un originale che è capolavoro. Cast delle grandi occasioni (tra cui una già promettente Vikander, quest'anno premio Oscar) e regia che parrebbe ispirata. Insomma, un titolo non solo per chi ama i film in costume.
Parola chiave: Treno.

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Bengi

venerdì 18 marzo 2016

Film 1104 - Everest

Perso al cinema, era da un po' che ci tenevo a vedere questo film. Anche senza l'esperienza in sala, rimaneva la possibilità che si trattasse di un buon disaster movie anche se fruito fra le mura domestiche.
Film 1104: "Everest" (2015) di Baltasar Kormákur
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Basato sulla storia vera delle due spedizioni guidate da Rob Hall (Jason Clarke) e Scott Fischer (Jake Gyllenhaal), questa pellicola parla, neanche a dirlo, del disastroso tentativo di scalata dell'Everest tragicamente conclusosi con la morte dei due scalatori (e non solo) l'11 maggio 1996.
La pellicola si propone, quindi, come disaster movie in piena regola, più lontano dalle ipotesi catastrofiche di Roland Emmerich, ma non per questo - sulla carta - meno emozionante. Dove, però, il regista tedesco riesce nel creare suspense, pathos e coinvolgimento, questo titolo fatica a ingranare, trovare uua dimensione. L'incertezza è tutta qui: pellicola catastrofica o sorta di biografia cinematografica?
Con questa doppia anima, il risultato finale finisce per essere sì, buono, ma non eccelso. Indeciso se puntare sullo spunto drammatico da connessione empatica o emozione per gli occhi da effetto speciale di qualità, "Everest" rimane bloccato in un limbo che non valorizza nessuno dei due approcci e finisce col lasciare un po' insoddisfatti. Anche perché, diciamolo pure, con la sovrabbondanza di personaggi che c'è, il rischio di lasciare spaesati gli spettatori non solo c'era, ma si è anche concretizzato. Sia perché, una volta sul monte, le tute coprenti rendono tutti somiglianti più o meno l'uno all'altro, sia perché metà dei personaggi presenti era di fatto marginale. Non dico sacrificabile, per carità, ma i grandi nomi scelti per svettare in locandina - mi riferisco a Keira Knightley e soprattutto a Robin Wright - fungono da specchietto per le allodole. Hanno parti talmente misere da essere a malapena riscontrabili in termini di minuti di presenza video.
Anche questo aspetto riflette bene il conflitto di tutta l'operazione: dramma o spettacolarizzazione? Ha senso dare così poco spazio al dolore delle mogli che perdono i mariti, pur dandoglielo, per poi concentrarsi così tanto sulla lezione mai imparata della natura selvaggia che non si piega al volere dell'uomo proponendo "Everest" come una delle esperienze cinematografiche del 2015? Secondo me no.
In definitiva, quindi, un'occasione un po' sprecata. Si poteva scegliere di bilanciare meglio gli equilibri della narrazione e, forse, tantare di sfoltire un minimo il risalto dato di fatto a tutti i personaggi. Il grande cast chiamato in massa ne esce un po' mortificato e anche se l'ottima qualità tecnica di tutta l'operazione porta a casa il risultato, non so quanto questo sposti l'ago della bilancia nell'economia del risultato finale. Che è ok, ma si poteva anche essere migliore.
Ps. Tratto dal saggio "Aria sottile" ("Into Thin Air") di Jon Krakauer, il film ha aperto fuori concorso il Festival del Cinema di Venezia 2015.
Cast: Jason Clarke, Josh Brolin, John Hawkes, Robin Wright, Emily Watson, Keira Knightley, Sam Worthington, Jake Gyllenhaal, Michael Kelly, Thomas Wright, Martin Henderson, Elizabeth Debicki, Naoko Mori.
Box Office: $203.4 milioni
Consigli: Certamente d'imbatto per la storia che racconta, eppure non così efficace come si sarebbe potuto pensare. I coprotagonisti sono tanti e praticamente tutti famosi, ma l'apporto di ognuno non sopperisce all'eccessivo numero di protagonisti presenti in scena. Visivamente potente e tecnicamente ineccepibile, "Everest" è un prodotto mosso dalle migliori intenzioni che, però, si perde un po' per strada. Sicuramente non un film per rilassarsi, meglio approcciarvisi essendo preparati al peggio. I titoli di coda, poi, sono un pugno nello stomaco.
Parola chiave: Ossigeno.

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mercoledì 4 febbraio 2015

Film 871 - The Imitation Game

Uno dei titoli candidati all'Oscar che ero più sinceramente curioso di vedere.

Film 871: "The Imitation Game" (2014) di Morten Tyldum
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "The Imitation Game" sarà quest'anno quello è stato l'anno scorso "American Hustle", ovvero il grande escluso. Da cosa? Dai vincitori agli Oscar 2015.
I suoi concorrenti, infatti, sembrano essere più forti un po' su ogni fronte (soprattutto nelle categorie attoriali, dove apparentemente sono imbattibili sia Eddie Redmayne/Michael Keaton che Patricia Arquette) e anche la speranza di vedere questa pellicola trionfare come Miglior film pare ogettivamente improbabile ("Boyhood" e "Birdman" i più quotati).
Fatta questa premessa, devo dire che questo titolo storico-biografico su Alan Turing e la sua macchina in grado di codificare l'indecifrabile Enigma è stato molto interessante e il risultato finale mi è molto piaciuto.
Benedict Cumberbatch è uno di quegli attori bravi e riconosciuti universalmente che sembra sempre riscuotere il successo che merita, anche se nel concreto non è proprio così. Per l'attore, infatti, siamo alla prima nomination all'Oscar e a parte un Emmy vinto per "Sherlock" (per l'episodio "His Last Vow"), quanto a premi conseguiti siamo in una fase ancora acerba. E' plausibile pensare che, in un futuro, potrebbe vedersi riconoscere ben altri successi, ma per il momento non mi pare si possa pronosticare una vittoria. Un vero peccato perché la sua interpretazione del geniale matematico omosessuale è veramente buona, appassionata e appassionante, struggente nel finale.
E', quindi, molto per merito di Cumberbatch se il film funziona. Il suo personaggio, oltre a mettere in ombra gli altri soprattutto per motivi caratteriali, è un enigma da risolvere pari a quello che lui stesso si promette di districare. In una specie di parallelismo tra le molte ombre di Turing e l'incapacità di capire il meccanismo cifrato dietro Enigma, la trama ripercorre idee e tentativi, successi e illusioni, frustrazioni ed espisodi di un quotidiano fatto di guerra (Mondiale, seconda) e di molte idee (per far funzionare "Christopher", la macchina inventata dal matematico).
Al di là del fatto angosciante che si tratti di un episodio reale e che, naturalmente, lo spettatore non possa mai prescindere da una dimensione storica e concreta, rimane comunque costantemente presente l'aspetto intrigante di questo racconto, legato ad un personaggio sufficientemente fuori dal comune da piacere. Lo accompagnano un buon cast di comprimari (Matthew Goode, Rory Kinnear, Charles Dance, Mark Strong, Allen Leech) capitanati da una Keira Knightley in gran forma e giustamente candidata all'Oscar nel ruolo dell'amore di facciata di Turing, Joan Clarke.
Molti temi si intrecciano, e l'aspetto centrale di Enigma è solo uno dei tanti: la complicità tra i due futuri coniugi, l'omosessualità di Turing e la conseguente infelicità (a cui si aggiunge l'episodio di Christopher), la difficoltà dei rapporti umani e la diffidenza degli altri membri del gruppo, gli episodi di spionaggio e il durissimo momento in cui, di fronte alla soluzione di Enigma, diventa chiaro a tutti che per sconfiggere il nemico nazista sarà necessario conservare ancora per molto il segreto.
E' chiaro, dunque, che "The Imitation Game" sia nel suo complesso un titolo difficile, nel senso che presenta verità complesse da digerire e gestire per lo spettatore. In questo sta il grande pregio della pellicola, che non si risparmia, non nasconde e non addolcisce la pillola, pur riuscendo a valorizzare e non denaturalizzare le azioni di un gruppo di persone che, diverse una dall'altra, hanno avuto il difficilissimo compito di impedire ad un nemico globale di terrorizzare ulteriormente l'Europa e i suoi abitanti. Si parla di un pezzo di storia doloroso e un film che ne tratta non può che rifletterne le implicazioni.
Eppure consiglio caldamente la visione di questo prodotto cinematografico nato "di nicchia" (14 milioni di dollari di budget) e riuscito a diventare vero e proprio fenomeno commerciale. "The Imitation Game" ripaga lo spettatore dell'attenzione che richiede regalando un risultato finale forte e compatto in cui spicca un protagonista che merita di essere ricordato e celebrato.
Box Office: $132.9 milioni
Consigli: Tratto dalla storia vera di Alan Turing, questo film racconta dettagliatamente le vicende del matematico che, negli anni della seconda Guerra Mondiale, fu messo a capo di una squadra di persone incaricate dal governo inglese di risolvere il codice criptato dietro alla macchina usata dai tedeschi per comunicare, chiamata Enigma. La soluzione, oltre a portare alla salvezza di milioni di vite, sarà anche la base di una delle scoperte scientifico-tecnologiche più importanti della storia moderna.
Anche solo per queste premesse che coinvolgono sia il genere biografico che quello thriller, bisognerebbe tenere in considerazione "The Imitation Game", ottimo esempio cinematografico di quale sia lo stato dell'arte del cinema britannico (che quest'anno ha 3 titoli, sugli 8 disponibili, in lizza per il Miglior film agli Oscar). E' chiaramente una storia che richiede attenzione e non si presta ad un intrattenimento spensierato adatto ad ogni momento. Eppure, più di altri titoli, questo è certamente tra quelli da vedere tra i migliori prodotti nella stagione scorsa.
Parola chiave: Computer.

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venerdì 6 giugno 2014

Film 725 - Jack Ryan - L'iniziazione

In cerca di qualcosa di leggero da vedere a pranzo, mi sono imbattuto in questo film...

Film 725: "Jack Ryan - L'iniziazione" (2014) di Kenneth Branagh
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sono sinceramente fan di Chris Pine e questa pellicola mi attirava, come ogni prospettiva di buon thriller del resto. Il mio interesse per questo "Jack Ryan: Shadow Recruit" è subito aumentato non appena ho scoperto della presenza di Keira Knightley e, soprattuto, di Kenneth Branagh anche alla regia. C'è pure Kevin Costner, ma per lui non provo particolare slancio sinceramente.
Inoltre ho scoperto che Jack Ryan è un personaggio creato da Tom Clancy e piazzato in numerosi suoi libri, oltre che riciclato in numerose pellicole più o meno incentrate su di lui ("Caccia a Ottobre Rosso", "Giochi di potere", "Sotto il segno del pericolo" e "Al vertice della tensione"). In questa, invece, è l'unico protagonista.
Il film tiene bene per tutta la durata e riesce nell'intento di intrattenere con un minimo di sforzo narrativo. E' un buon thriller, prodotto commercialissimo e ben confezionato. Non mi è chiaro perché uno come Branagh - che ha 5 nomination all'Oscar all'attivo, tutte in categorie diverse: Miglior regia e attore protagonista ("Henry V"), attore non protagonista ("My Week with Marilyn"), sceneggiatura ("Hamlet") e Miglior cortomettraggio ("Swan Song") - si ostini a prendere il timone di certe produzioni commerciali (è stato il regista del primo "Thor") che, per quanto ben realizzate, rimangono comunque lavori un po' impersonali per quanto riguarda l'aspetto registico. Come me quando ho iniziato a vedere questo film, anche il resto del pubblico si sarà recato al cinema per le promesse sequenze d'azione, un po' di spionaggio e qualche marchingegno computerizzato che fa tanto 007 vecchio stile, non certo perché le qualità artistiche del regista sono internazionalmente riconosciute. Quindi mi chiedo perché non imbarcarsi in altre produzioni o, quantomeno, perché non alternare queste più commerciali a qualcosa di più personale.
Ciò detto, ho comunque apprezzato "Jack Ryan" e la sua incursione russa tutto spionaggio e action sequence. Pine è perfetto per questi ruoli che richiedono una faccia furbetta e un fisico allenato. La Knightley, invece, è particolarmente sostituibile e, sinceramente, quando le fanno complimenti di bellezza si rimane un po' perplessi. In ogni caso c'è e la si tiene. Bene il cattivo che è interpretato proprio da Branagh, anche se fa un po' ridere che si faccia infinocchiare alla fine da Cathy (tira più...).
In generale un buon intrattenimento, un prodotto che rende giustizia al suo genere e alle aspettative che genera.
Box Office: $134,277,412
Consigli: Thriller moderno ambientato tra russi e apparecchiature tecnologicamente sofisticatissime. Buono il cast, buona la trama e in generale il risultato finale. Si può vedere tranquillamente in compagnia per una serata di disimpegno e intrattenimento.
Parola chiave: Sleeper agent.

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Bengi

lunedì 11 marzo 2013

Film 517 - Anna Karenina

Questa volta al cinema e in italiano. Per vedere se e cosa cambia. Nella visione e della mia opionione.


Film 517: "Anna Karenina" (2012) di Joe Wright
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea, Matte
Pensieri: Il più grande difetto di "Anna Karenina" di Wright credo stia nella sceneggiatura. Ragionandoci a più riprese con più persone, sono giunto alla conclusione che non per tutti sia stato semplice accedere ad una trama con passaggi narrativi solamente accennati e spesso mal trasposti dal libro allo schermo e, in aggiunta, Tom Stoppard ha operato una certa semplificazione fin troppo moderna del grande romanzo di Tolstoj. Il più evidente esempio di ciò può stare nel dialogo "Mi ami? Ma quanto mi ami?" tra Anna e Vronsky durante il pic-nic in mezzo agli alberi.
Il soffocante tormento amoroso della protagonista è spesso lasciato ad una interpretazione dello spettatore che, magari non pronto o non disposto a fare lo sforzo di chiedersi cosa stia succedendo nell'animo della protagonista, può finire per non afferrare appieno il sentimento. Nella parte finale, per esempio, la Karenina impazzisce di gelosia, ma nel film sembra più che altro una capricciosa ragazzina gelosa della sua cotta. Il che fa perdere un po' di significato, rischiando di far semplicemente etichettare Anna sotto uno qualsiasi degli stereotipi affibbiati alle donne (capricciosa, volubile, tendente alla pazzia). E questo è un po' un peccato.
Subiscono la falce dello sceneggiatore anche i personaggi di contorno che finiscono, sì, per risultare i più riusciti, ma forse proprio perchè trattati con tanta 'velocità'. Il cameo dei genitori di Kitty e Dolly è ridicolo, il personaggio della Contessa Lydia Ivanova (Emily Watson) non spiegato a dovere - quando Anna lascia il marito è lei che si prende cura del figlio della coppia, avvicinandosi tantissimo alla figura di Karenin (Jude Law) di cui è sempre stata infatuata - al pari di quello della Principessa Betsy (Ruth Wilson), ridotta a sorta di cupido malizioso.
Ancora da dire che il contesto storico è tutto fuorché trattato in maniera esaustiva. A dir la verità non è nemmeno accennato, solo trattato di sbieco tramite qualche battuta dei personaggi, ma davvero nulla di comprensibile per chi non sia a conoscenza della storia della Russia per sua personale cultura.
Detto ciò, "Anna Karenina" è un film tecnicamente molto curato, che parte da un'idea di realizzazione - quella di ambientarlo in un teatro - originale e dal grandissimo potenziale visivo. Potenziale che Wright sfrutta bene, riuscendo a renderlo funzionale alla sua storia e mai opprimente o stancante. Questo, a mio avviso, è un grande pregio che dimostra il tentativo genuino di cercare un approccio nuovo per una storia classica di cui già numerose volte si è parlato al cinema. Come sempre il regista chiama ottimi colleghi per adornare i suoi prodotti cinematografici (Dario Marianelli per la colonna sonora, Jacqueline Durran per i costumi, Katie Spencer e Sarah Greenwood per la scenografia e Seamus McGarvey per la fotografia) e, da questo punto di vista, ormai è riuscito a crearsi una cerchia su cui contare di un certo valore. I film in costume di Wright sono sempre qualcosa di molto bello da vedere.
La collaborazione artistica con Keira Knightley, invece, giunge con questo film alla sua terza puntata dopo "Orgoglio e pregiudizio" ed "Espiazione". Per quanto la Knightley riproduca qui una buona parte delle sue espressioni da repressa (già sfortunatamente utilizzate nella parte di Sabina Spielrein in "A Dangerous Method" di Cronenberg), continua comunque a piacermi la relazione artistica intessuta tra lei e il regista. Per ora tutte e tre le pellicole nate da questo sodalizio mi sono piaciute.
"Anna Karenina", infatti, per quanto impreciso e discontinuo (nella sceneggiatura) presenta in ogni caso un fascino magnetico legato alle sue bellissime immagini, i costumi e una storia d'amore senza tempo (per quanto tormentata). Un classico è un classico e a meno che non ne vengano totalmente sconvolti i canoni, rimane tale e, di conseguenza, ne rimango affascinato.
Avrei sperato in una trasposizione del libro meno macchinosa e più 'di cuore', ma ho trovato questa mancanza in un certo modo superata grazie ad una serie di accorgimenti di stile ben inseriti nel contesto (i momenti musicali durante la scena iniziale di Oblonsky/Matthew Macfadyen che va al lavoro; il rumore del ventaglio di Anna talmente forte durante la corsa di cavalli da trasformarsi nello scalpitare degli zoccoli degli animali al passaggio in scena; la lettera stracciata da Karenin che, lanciata in aria, si trasforma in neve; lo strano primo ballo tra Vronsky e la Karenina che, per quanto in certi passaggi mi sia sembrato troppo carico di gestualità, in certi passaggi è molto romantico e delicato; la scena a teatro in cui tutti, fissi, guardano Anna la sgualdrina, giudicandola).
Per tutti questi motivi messi insieme, posso dire che ho amato "Anna Karenina" e, allo stesso tempo, sono rimasto deluso. Nel senso che, fuori contesto, è un bel film con una serie di caratteristiche lodabili che posso far guardare oltre la banalità dell'espressione dei sentimenti da parte di personaggi troppo bidimensionali. Volendo, invece, considerare la provenienza letteraria del tutto, la pellicola perde enormemente di spessore, restando, sì, un bel prodotto cinematografico, la cui analisi interna (contesto storico, approfondimento caratteriale dei personaggi, percorso personale di Anna) sono ridotti ad una qualunque delle attuali storie d'amore portate al cinema per il pubblico generico. E questo, su un romanzo come "Anna Karenina", non è accettabile.
Ps. 4 nomination all'Oscar (uno vinto per i costumi) e $56,316,367 di incasso mondiale.
Film 511 - Anna Karenina
Film 1150 - Anna Karenina
Consigli: Certamente da vedere. La Knightley è nata per recitare film in costume e la storia della Karenina è comunque affascinante e intrigante. Amore che esalta e corrode. Una società che capisce, ma non perdona. Un insieme di sentimenti che, tutti assieme, sorprendono lo spettatore. Non è certo una pellicola facile, ma chi ama i film storici, d'amore e passione e, soprattutto, quelle pellicole anche solo vagamente innovative nell'approccio alla storia, non può perdersi questo film. 129 minuti impegnativi, ma che, almeno, all'uscita dalla sala, lasciano qualcosa.
Parola chiave: "We can't ask why about love".

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Bengi

giovedì 28 febbraio 2013

Film 511 - Anna Karenina

Più di un anno di attesa. Un libro bellissimo. Una storia complessa da rappresentare sullo schermo. E una premessa cinematografica quantomeno innovativa.


Film 511: "Anna Karenina" (2012) di Joe Wright
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Leoo
Pensieri: "Anna Karenina" è un libro bellissimo che mai avrei pensato di leggere nella mia vita. Perchè è lunghissimo. Perchè è di un autore russo (Lev Tolstoj). Perchè è uno di quei 'mattoni' solitamente considerati difficili da digerire.
Eppure ce l'ho fatta e, ripeto, il libro è stupendo. Mi ha emozionato, appassionato, in alcuni tratti annoiato, aprendomi gli occhi su una realtà a me sconosciutissima. Ma non siamo qui a parlare del libro, quindi mi limiterò a consigliarlo caldamente: ne vale la pena.
Con queste premesse, lasciate che vi dica che ero molto, molto perplesso riguardo questo progetto cinematografico. La storia di Anna è straziante, romantica, odiosa, carica di speranze, turbolenta, felice, infelice, incerta... Insomma, come rendere tutto questo in una sola pellicola? E, questione a me più vicina, come rendere la storia d'amore tra Levin e Kitty (la mia preferita)?
A questo proposito ho avuto di recente qualche scambio di opinioni riguardo le due coppie principali del film (che nel libro sono rese molto più accuratamente, specialmente la seconda che viene trattata secondariamente, sì, ma comunque meticolosamente approfondita): "La storia di Kitty e Levin è in parallelo con quella di Anna e Vronsky e serve a sottolineare la differenza tra le due concezioni di amore presentate nel libro. Da un lato quella passionale - che sembrerebbe più vera - tra i due amanti protagonisti, dall'altro quella più ordinaria e quotidiana di Levin e Kitty - che sembra, invece, più normale, se non banale -.
Leggevo che in realtà questo è stato fatto per rendere ancora più evidente quanto l'amore fatto delle piccole cose, della quotidianità e di sentimenti, anche se non gridati e sbandierati però veri, sia quello che trionfa e supera gli ostacoli della vita; mentre Anna si suicida, sopraffatta da una situazione che non sa più gestire e a livello sociale e perchè la gelosia per Vronsky diventa quasi follia. E la cosa assurda è che (dice nel libro) sarebbe bastato un dialogo franco fra i due e tutto si sarebbe risolto, in quanto si amavano davvero! Però, nonostante tutto quello che passano come coppia, nonostante legittimino un amore che è scabroso e contro Dio - che quindi lascia presupporre una genuinità, se non un'appropriazione consapevole dei propri sentimenti - falliscono anche se sulla carta sembrerebbero la coppia "più innamorata".
In effetti, ma credo di averti già rotto abbastanza sull'argomento, mi sono sentito molto vicino a Levin-Kitty in quanto non hanno bisogno di gridare al mondo il loro amore. Semplicemente se lo dimostrano giorno dopo giorno, standosi vicino e dimostrando nelle piccole cose che hanno l'una nel cuore l'altro.
E' molto più poetico di un sentimento venduto come tale dalle parole delle persone. Nel senso che lo è perchè è così e non perchè è autodefinito tale
".
Quindi si capirà perchè mi stava tanto a cuore la resa delle due storie d'amore.
Tutto sommato devo dire che Joe Wright riesce abbastanza nel suo intento, anche se riduce troppo la coppia Levin-Kitty a quasi comparse, il che rende il loro percorso difficile da afferrare in alcune parti. Bene, comunque, il duo Karenina(Keira Knightley)/Vronsky(Aaron Taylor-Johnson) che rendono in maniera appassionata i loro personaggi, riuscendo quasi sempre a sfaccettarli nella miriade di sentimenti che compete loro. In alcuni passaggi la Knightley risulta un po' acerba, ma questa sua collaborazione con il regista sta portando alla realizzazione di belle pellicole tecnicamente impeccabili, spesso molto poetiche e ben recitate. Insomma, una liaison artisticamente interessante.
Inutile dire che questo "Anna Karenina" è stilisticamente molto curato, pensato e realizzato in teatro, con un facile richiamo alla vita pubblica di Anna (sul palco e in platea) e quella privata (ambientata dietro le quinte). L'esperimento - che mi aveva un po' preoccupato quando ne avevo letto a proposito - aggiunge, in realtà, quel tocco in più che non stona. Potrà non piacere a tutti, lo capisco, ma personalmente ho apprezzato lo sforzo di rivisitare un classico in chiave più personale, rileggendo, riscrivendo e riadattando al proprio lavoro artistico una storia senza, però, snaturarne i contenuti. Per una volta un autore che ha tentato di fare sua l'opera di qualcun'altro rivedendone i confini, senza adagiarsi sulla semplice narrazione degli eventi. E questo, secondo me, è un valore aggiunto.
Bellissimi i costumi (Oscar a Jacqueline Durran meritatissimo), delicate e adatte come sempre le musiche dell'italiano Dario Marianelli, scenografie estremamente curate.
Posso capire che 129 minuti di pellicola ambientata nella Russia dell'800 non siano davvero cosa per tutti, ma assicuro che "Anna Karenina" vale lo sforzo. Potrà non piacervi la storia riveduta dallo sceneggiatore Tom Stoppard (che a volte è un po' troppo frammentario), ma non potrete non rimanere affascinati da una cornice così ben realizzata tanto da lasciare senza fiato.
Film 517 - Anna Karenina
Film 1150 - Anna Karenina
Consigli: Per gli amanti del romanzo è sicuramente una rilettura interessante. Per chi ama le storie d'amore qui c'è un trionfo di sentimenti vissuti in maniera viva, consapevole fino all'ultimo momento. Per chi è appassionato della coppia Joe Wright-Keira Knightley questo è sicuramente un'altra loro collaborazione degna di essere guardata. Un bel film, particolare e a tratti poetico. Non riuscito al 100%, ma sicuramente una delle poche pellicole che ho visto di recente di cui conservo un buon ricordo. E che rivedrò.
Parola chiave: Amore.


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Ric

giovedì 12 luglio 2012

Film 428 - Orgoglio e pregiudizio

Dopo il sapore agrodolce lasciatomi dal viaggio a Londra, ho cominciato (finalmente) la lettura di uno dei classici della Austen. Oltre ad avermi rapito - non avevo mai letto camminando per la strada - ha suscitato nuovamente in me la necessità di rivedere il film tratto dal romanzo della famosa scrittrice.

Film 428: "Orgoglio e pregiudizio" (2005) di Joe Wright
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Rivederlo mentre sto ancora leggendo il libro mi porta ad essere un po' più critico rispetto alle precedenti visioni del film di Joe Wright. Molte libertà vengono concesse rispetto all'originale romanzo, eppure devo dire che non manca un certo tocco poetico e raffinato, merito della mano del regista (ispirato anche in "Espiazione" e, speriamo, anche nel prossimo "Anna Karenina") e della bellissima colonna sonora di Dario Marianelli.
Il mio momento preferito rimane sempre la prima dichiarazione d'amore di Darcy/Matthew Macfadyen sotto il porticato in mezzo alla campagna inglese battuta dalla pioggia, con Elizabeth/Keira Knightley fradicia e ancora all'oscuro della bontà d'animo del suo interlocutore. Lizzy rifiuterà, ma l'intensità della Knightley è evidente è il duo di attori, per quanto stranamente assortito, funziona perfettamente.
Il contrasto più evidente rispetto al romanzo, comunque, risulta il tempo. Chiaro che per necessità il film deve scorrere, ma quella dimensione di attesa e faticosa pazienza, nonché incertezza dettata dall'essere totalmente in balia di eventi molto dilatati nello spazio, si perde totalmente in favore di una trama che brucia visite di settimane in passaggi che sembrano giorni, le stagioni in un giro di altalena.
Nel complesso, in ogni caso, "Pride & Prejudice" è proprio un bel prodotto, equilibrato e piacevole, piuttosto fedele all'opera della Austen specialmente in certi dialoghi tanto identici da dimostrare che, nonostante sia un libro dell'800, è capace di suscitare emozioni anche in tempi tanto frenetici come i nostri.
Film 282 - Orgoglio e pregiudizio
Film 428 - Orgoglio e pregiudizio
Film 1748 - Pride & Prejudice
Consigli: La collaborazione Joe Wright-Keira Knightley inizia con questa pellicola (che regala all'attrice la sua prima e finora unica nomination all'Oscar) che rappresenta un buon modo per farsi un'idea del lavoro di entrambi insieme.
Parola chiave: Mr. Wickham.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 4 novembre 2011

Film 323 - A Dangerous Method

Uno dei film che attendevo di più dalla Mostra del Cinema di Venezia.


Film 323: "A Dangerous Method" (2011) di David Cronenberg
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo
Pensieri: Per questo film avevo non poche aspettative. E’ la terza collaborazione tra Cronenberg e Mortensen (le altre due sono piuttosto d’effetto: “A History of Violence” e “La promessa dell'assassino”), la trama sembra interessante, gli attori sono cool e capaci. Non potevo immaginare, però, che “A Dangerous Method” sarebbe stato così tanto diverso da come me lo aspettavo.
Imbarazzante la prima parte in cui la Knightley gioca a scardinarsi la mandibola tra un isterismo e l’altro. Tanta è la veemenza nella rappresentazione che si perde il senso di ciò che viene detto e il gioco dentale finisce per diventare qualcosa di ridicolo. Ero ipnotizzato da quella bocca.
Il resto del film è lento e poco appassionante, scambio epistolare di due geniacci d’avanguardia che “bisticciano” dopo essere stati complici e quasi uno l’erede dell’altro. Tra la rottura c’è anche lei, la Knightley/Spielrein, divisa da passione e pensiero (uno è Jung, l’altro Freud), che da paziente diventa dottore e recupera una vita che, senza la psicoanalisi, sarebbe stata buttata.
Ma il film è tutto qui, nemmeno tanto un elegio al lavoro dei due professori, né una macabra discesa nel mondo del perverso, men che meno una pellicola storica. Ciò che mi è rimasto impresso all’uscita dalla sala è stata la sorprendente scioltezza della mandibola della Knightley (nomination all’Oscar? Non saprei, ma l’Adademy spesso dispensa non tanto per il ruolo, quanto per il nome dell’attore. In questo caso, poi, un’eventuale nomination servirebbe all’Academy per ribadire che la scelta - che lasciò non pochi sorpresi - di candidare Keira per “Orgoglio e pregiudizio” qualche anno fa non fu un errore, bensì una scelta lungimirante), la statica espressione di Fassbender (che in inglese il gioco di interpretare la copia carbone di Jung renda meglio?), il ritmo che manca, le lettere dei due.
Avrei sinceramente preferito un piglio più storico-documentaristico e, certamente, mi sarei volentieri risparmiato il primo - imbarazzante - tempo in compagnia dell’isterica Sabina Spielrein.
Ps. C'è anche Vincent Cassel.
Consigli: Sarebbe interessante confrontare questo film con quello di Roberto Faenza "Prendimi l'anima" del 2002. Magari è migliore di questo...
Parola chiave: Psicoanalisi.

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Ric

giovedì 18 agosto 2011

Film 289 - Espiazione

Non esattamente il classico film da cena con gli amici, ma si sa che alla cena del lunedì non ci formalizziamo troppo!


Film 289: "Espiazione" (2007) di Joe Wright
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Michele P., Titti, Andrea Puffo, Marco, Gianpaolo
Pensieri: Sinceramente? Mi aspettavo che questo film fosse una palla assurda. Non prometteva bene: amore strappalacrime, guerra, film storico in costume, un titolo non esattamente esuberante e segnali di dramma un po' dappertutto. E, invece, sorpresa.
"Atonement" (titolo originale) è un film molto bello. O, per meglio dire, che ho trovato molto bello. Evidentemente la collaborazione Joe Wright-Keira Knightley funziona e sullo schermo si vede. Dopo "Orgoglio e pregiudizio" (e una nomination all'Oscar per lei), il duo si ritrova per mettere in scena una storia complessa e narrata su più livelli.
L'intreccio, in effetti, non è dei più semplici. Si affrontano flashback, verità, supposizioni o pura finzione fino a raggiungere un ending che di 'happy' non ha niente. Sarà che ultimamente sono suggestionabile, ma l'occhio umido c'è stato. Il perchè è intuibile, ma non voglio svelare troppo.
E' una pellicola interessante, che si fa vedere volentieri, specialmente per la cura dell'immagine (bellissima fotografia, scenografia sontuosa) e dell'estetica (costumi di Jacqueline Durran, la stessa di "Il segreto di Vera Drake", "Orgoglio e pregiudizio", "Il solista"), come già eravamo stati abituati per il precedente film di Wright. Qui forse l'aria meno divertita e la complessità della trama del libro di Ian McEwan hanno imposto un certo rigore alla pellicola che, a tratti, risulta un po' fredda sia per via degli avvenimenti che accadono (guerra in primis, ma anche stupro e la conseguenza delle menzogne) sia per l'indole stessa del personaggio della (magrissima) Knightley.
Perfettamente odiosa, invece, Saoirse Ronan (qui nominata all'Oscar) che interpreta il ruolo più controverso (e forse complesso) di questa storia. Da antipatica spiona a maldestra crocerossina coi sensi di colpa (Romola Garai) fino alla matura scrittrice (Vanessa Redgrave), il personaggio di Briony Tallis vive nei volti delle sue protagoniste lasciando gli spettatori con una sorta di odio inevitabile per lei, nonostante il grandissimo finale con la Redgrave la riscatti parzialmente agli occhi di chi guarda.
Bene James McAvoy nei panni del bello di turno, decisamente ruolo non convenzionale per lui. Sa comunque farsi valere.
Insomma, una bella pellicola che mi ha lasciato con la voglia di comprare il dvd appena possibile. Il che non mi capita spesso...
Ps. 7 nomination totali all'Oscar (tra cui miglior film) e 1 aggiudicato alla colonna sonora dell'italiano Dario Marianelli. 2 Golden Globes a film (drammatico) e colonna sonora.
Pps. In cantiere, per il 2012, la trasposizione del romanzo di Tolstoj "Anna Karenina" sempre con Wright alla regia e attori che hanno già condiviso il set con lui: Keira Knightley ("Orgoglio e pregiudizio", "Espiazione"), Saoirse Ronan ("Espiazione", "Hanna", da noi uscito il 12 agosto), Matthew Macfadyen ("Orgoglio e pregiudizio") e Olivia Williams ("Hanna").
Consigli: Pellicola non facile e dai temi che conducono a riflessioni. Non è certo un film per svagarsi, ma accompagna perfettamente chi ha bisogno di un po' di amore impossibile e romanticismo strappalacrime. C'est la vie!
Parola chiave: Certezza.

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Ric

lunedì 18 luglio 2011

Film 282 - Orgoglio e pregiudizio

Ultimo film della serie 'Regno Unito', unico a non raccontare una storia vera, ma bensì ad essere tratto da un libro.


Film 282: "Orgoglio e pregiudizio" (2005) di Joe Wright
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Prima collaborazione cinematografica tra Joe Wright e Keira Knightley (è seguito "Espiazione" e nel 2012 "Anna Karenina"), il film è piuttosto ben riuscito. Dovendo, purtroppo, tralasciare il discorso trama e aderenza con l'originale (che non ho letto), posso dire che la produzione è decisamente ben curata. Bei dialoghi, intreccio chiaro, fotografia e costumi notevoli, musiche del toscano Dario Marianelli.
La Knightley si distingue su un cast ricco (tra gli altri Carey Mulligan, Donald Sutherland, Brenda Blethyn, Matthew Macfadyen, Rosamund Pike e Jena Malone) e capace e strappa la sua prima - e al momento unica - nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista all'età di 21 anni. Il film non è da meno e porta a casa candidature per musiche, scenografie e costumi.
Box office ricco per un film relativamente a basso budget ($28,000,000): $120,051,592 incassati in tutto il mondo.
Film 282 - Orgoglio e pregiudizio
Film 428 - Orgoglio e pregiudizio
Film 1748 - Pride & Prejudice
Pensieri più articolati qui: Film 277 - 282.
Consigli: Poetico e romantico, è un film che può piacere sotto numerosi aspetti.
Parola chiave: Amore.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 8 luglio 2011

Film 277 - 282

Questo è decisamente un esperimento. Tra gli ultimi giorni di Maggio e la prima metà di Giugno, ho guardato una serie di film che, per tematica, collocazione temporale, ambientazione, atmosfera, possono essere discussi quasi fossero un’unica entità. Il motivo di tale sequenziale lista di titoli si lega al week-end a Londra avvenuto oramai un mese e mezzo fa.


Film 277: "L'altra donna del re" (2008) di Justin Chadwick




Film 278: "Elizabeth" (1998) di Shekhar Kapur



Film 279: "Elizabeth: The Golden Age" (2007) di Shekhar Kapur



Film 280: "Shakespeare in Love" (1998) di John Madden



Film 281: "The Young Victoria" (2009) di Jean-Marc Vallée




Film 282: "Orgoglio e pregiudizio" (2005) di Joe Wright

Pensieri: Trascinato dalla cornice Londinese che non rivedevo ormai da un paio d'anni, mi è venuta voglia di approfondire meglio determinate tematiche 'locali', anche grazie all’aiuto del cinema. In questa ottica, quindi, raggruppo sei pellicole molto diverse fra loro, ma che in comune hanno la centralità della storia britannica, i suoi avvenimenti principali, i suoi Monarchi e le loro (vere e romanzate) avventure: 1 "L'altra donna del re" (ADR) 2 "Elizabeth" (E) 3 "Elizabeth: The Golden Age" (EGA) 4 "Shakespeare in Love" (SL) 5 "The Young Victoria" (YV) 6 "Orgoglio e pregiudizio" (OP).
Per forma, toni, accuratezza storica e genere cinematografico, questi 'magnifici sei' sono totalmente differenti. E, altrettanto, è diverso il mio giudizio su di loro.
E’ già noto, per esempio, che i due "Elizabeth" siano decisamente nelle mie ‘grazie’, avendone già parlato in precedenza (Film 51 - Elizabeth e Film 59 - Elizabeth: The Golden Age), tutto merito della bravissima Cate Blanchett, dei perfetti costumi e fotografia (nel caso di EGA) e dell’avvincente storia della Regina Elisabetta I (quella vera).
Meno - decisamente meno - incentrati sulla veridicità storica i due ADR e SL e molto confuso nella trama YV, troppo concentrato ad attenersi ai fatti accaduti per accorgersi che il risultato, oltre ad essere piuttosto banale, è poco chiaro in moltissimi passaggi. A parte, invece, OP che, essendo tratto dal libro della Austen, può al limite essere aderente alla trama del libro (ma non l’ho letto e non so dire).
Molto favorevoli, comunque, i miei giudizi su i due “Elizabeth” e OP - in cui la Knightley riceve la sua prima nomination all’Oscar - che presentano una buona messa in scena generale, soprattutto aiutata da una sceneggiatura solida. Pessimo, invece, ADR che, in un incastro alla “Beautiful” propone le vicissitudini di Enrico VIII dall’unica prospettiva del suo pene. La donna, qui incarnata nella figura delle due sorelle Bolena, oggetto contenitore per figli, seduce il suo Re sicura di potergli dare finalmente il tanto cercato maschio, ma si perde in litigi tra parenti che la usano al fine di arricchire le tasche della famiglia. Peccato che il risultato si avvicini di più a 'le mirabolanti avventure di letto del re fallocentrista’, piuttosto che una rivisitazione moderna della storia della monarchia britannica (che non ci fa nemmeno tanto una bella figura, a dirla tutta).
Male anche - come dicevo - YV che si perde nei bellissimi costumi (premio Oscar) e nelle atmosfere patinate, ma nel concreto presenta un quadro della storia tra la Regina Victoria e il suo futuro marito Albert piuttosto nebuloso e lento. L’ambiguità è dietro ogni personaggio, i dialoghi sono spesso non esplicativi rispetto a ciò che sta succedendo e si ha sempre la sensazione di non aver capito qualcosa o di aver perso un passaggio. Prima di vedere questa pellicola mi ero documentato sulla vita della Regina e, in effetti, sono riuscito a spiegarmi certi passaggi (come la ‘crisi della camera da letto’ o il nomignolo di ‘Signora Melbourne’ o ancora nel finale di certe prese di posizione di Albert) solamente perché ne avevo già letto in precedenza.
Via di mezzo, quasi trait d’uninon tra le pellicole che ho apprezzato e quelle di più difficile digestione, è stato SL, un filmetto eletto a migliore del 1999 con 7 Oscar portati a casa e una lunghissima schiera di ragazzine sbavanti per il Joseph Fiennes qui Shakespeare senza musa.
E’ un brutto film, primo della classe in nessuna delle categorie in cui è stato eletto migliore, ridicolo se paragonato a film che, in edizioni differenti, hanno vinto come migliore dell’anno (ne cito alcuni per rendere chiaro il concetto: "Fronte del porto", "Amadeus", "Million Dollar Baby", "Eva contro Eva", "Schindler's List" e non vorrei infierire oltre). Non è il peggiore dei sei che ho visto, ma si colloca sicuramente nella metà di cui non ho una buona opinione. Forse cercavo più aderenza storica o più interesse per la stessa Storia, ma qui l'unico interesse è favoleggiare sull'incontro tra lo scrittore e colei che gli avrebbe ispirato la tragedia di "Romeo e Giulietta" (nel film è Gwyneth Paltrow).
Nel complesso, comunque, devo dire che rivedere questi film (tutti visti almeno una volta precedentemente) mi ha soddisfatto in quanto sapevo perfettamente a cosa andassi incontro. Il desiderio di non abbandonare quelle atmosfere 'di palazzo', di giostrarmi tra un intrigo di corte e l'altro, di rivivere i fasti (e le cadute) dell'Impero Britannico è stato pienamente accontentato in un piacevolissimo giro di giostra tra pellicole che, sparse nell'ultimo decennio, hanno tentato di raccontare al loro meglio un universo che da sempre mi affascina e mi incuriosisce come nessun altro è mai riuscito a fare.
Consigli: Il criterio che ho seguito per guardare i film è stato seguire la linea temporale dei Monarca regnanti per assicurarmi, almeno, un minimo di aderenza storica temporale. E' interessante, tra l'altro, confrontare le due versione della Regina Elisabetta I interpretate sia da Cate Blanchett (per questo ruolo due volte candidata all'Oscar, sia da Judi Dench (lei, invece, Oscar vinto per una delle interpretazioni più brevi nella storia del cinema).
Parola chiave: Regno Unito.


#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 18 aprile 2011

Film 240 - La maledizione della prima luna

Per un pomeriggio in tranquillità.


Film 240: "La maledizione della prima luna" (2003) di Gore Verbinski
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Alessandro
Pensieri: Non sono uno di quelli che, a suo tempo, è impazzito per la saga dei Pirati. In effetti questo primo capitolo è piuttosto riuscito e divertente, ma trovo i successivi più mirati ad incassare che a proporre un decente prodotto commerciale...
Con ben 5 candidature all'Oscar non fruttate (la più importante era la prima - già, solo la prima - nomination a Johnny Depp come miglior attore protagonista), questo blockbuster sulla vita dei Pirati e, in particolare, sulle avventure dello strambo Jack Sparrow/Depp è stato un enorme successo commerciale ($653,200,000 guadagnati in tutto il mondo) nonché di critica.
La pellicola possiede in effetti tutti gli elementi giusti per attirare il pubblico in sala: a) un cast stellare (oltre a Depp Geoffrey Rush, Orlando Bloom - all'epoca fresco fresco di 'Signore degli Anelli' - e Keira Knightley - allora diva in rapida ascesa); b) un regista (Gore Verbinski) accorto e già abituato ai successi ("The Mexican", "The Ring"); c) effetti speciali all'avanguardia; d)un produttore come Jerry Bruckheimer (suoi, tra i tantissimi, "Top Gun", "Giorni di tuono", "Armageddon - giudizio finale", "Pearl Harbor", "Prince of Persia: Le sabbie del tempo" e tutti i "CSI").
Con questi presupposti, quantomeno un buon riscontro al botteghino c'era da aspettarselo. Ovviamente non così esagerato! Ad oggi la trilogia dei Pirati ha incassato qualcosa come $2,677,500,693 in soli 4 anni (i film vanno dal 2003 al 2007) e, a maggio, è prevista l'uscita del quarto capitolo, "Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare" che, sicuramente, non farà attendere ottimi profitti.
Ma, per tornare a questo film, cosa si può dire in più riguardo ad aspetti tecnici? Bene costumi e fotografia, grandissima la colonna sonora di Klaus Badelt e Hans Zimmer, regia e montaggio funzionali ad un genere di misto avventura-horror che per la Disney era sicuramente un terriorio poco esplorato. L'insieme di buoni elementi è riuscito a svecchiare il trend negativo delle pellicole sui corsari e a creare un film di genere assolutamente in linea coi tempi: battutine taglienti, personaggi strambi ma accattivanti, azione e desimpegno.
In tutta sincerità continuo a non andarne pazzo, ma non posso non ammettere che rivederlo non mi abbia divertito.
Film 240 - La maledizione della prima luna
Film 1560 - Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl
Film 1570 - Pirates of the Caribbean: Dead Man's Chest
Film 1579 - Pirates of the Caribbean: At World's End
Film 1242 - Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare
Film 1415 - Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales Consigli: Perfetto per una serata tranquilla tra divano, patatine e buona compagnia!
Parola chiave: Tesoro.

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