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giovedì 29 agosto 2024

Film 2231 - The Birds

Intro: Inaspettata serata a teatro. Tramite le pubblicità di Instagram scopro che il National Concert Hall di Dublino ha in programma la proiezione di questo film in occasione del 60esimo anniversario dell'uscita in sala. La novità? L'accompagnamento musicale dal vivo appositamente composto per l'occasione.

Film 2231: "The Birds" (1963) di Alfred Hitchcock
Visto: a teatro
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ho sempre adorato questo film che, per pura casualità, ho già visto un paio di volte sul grande schermo nonostante si tratti di un pellicola degli anni '60.
Questa nuova visione, ovviamente, racchiudeva qualcosa di particolare che le precedenti non avevano: l'inclusione di una colonna sonora. "The Birds", infatti, non ne prevede una, enfatizzando così ancora di più il potere della "voce" degli uccelli ed esasperandone ulteriormente la componente malvagia che presentano in questa storia. Ho sempre trovato questo particolare aspetto geniale, per cui ero estremamente curioso di vedere che effetto mi avrebbe fatto seguire la pellicola con un accompagnamento musicale e per di più dal vivo.
Ad essere onesti, per quanto abbia apprezzato l'idea e la performance, trovo che una colonna sonora non sia necessaria per un titolo come questo. Cateogrizzerei questa visione come un curioso esperimento, più che un necessario miglioramento dell'esperienza cinematografica nel suo complesso.
Per quanto riguarda tutto il resto, invece, "The Birds" rimane a mio parere un capolavoro.
Film 110 - Gli uccelli
Film 2231 - The Birds
Cast: Rod Taylor, Jessica Tandy, Suzanne Pleshette, Veronica Cartwright, Tippi Hedren.
Box Office: $11.4 milioni
Vale o non vale: "The Birds" va visto, con orchestra o meno. E' un thriller meraviglioso a tinte vagamente horror, Hitchcock è come sempre magistrale nel costruire la suspense e onestamente trovo Tippi Hedren sempre magnetica in questo film. Un cult.
Premi: Candidato all'Oscar per i Migliori effetti speciali. Vincitore del Golden Globe per la Miglior attrice esordiente per Tippi Hedren (vittoria condivisa, però, con Ursula Andress per "Dr. No" e Elke Sommer per "The Prize").
Parola chiave: Love birds.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 29 febbraio 2024

Film 2254 - Dial M for Murder

Intro: Qualche sera prima l'annosa scelta del film da vedere si era giocata tra questo titolo e "Mommie Dearest", che poi abbiamo visto. Così la scelta per cosa vedere per la seconda serata cinematografica è stata più facile del previsto.

Film 2254: "Dial M for Murder" (1954) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Jayce
In sintesi: ma cosa si può dire di questo film, se non capolavoro?
Basta, non serve altro.
Film 603 - Dial M for Murder 3D
Film 2254 - Dial M for Murder
Cast: Ray Milland, Grace Kelly, Robert Cummings, John Williams.
Box Office: $6 milioni
Vale o non vale: Fan di Hitchcok o meno, questo è davvero un bellissimo thriller da seguire avidamente (meglio non perdersi alcun dettaglio!).
Premi: Candidato al BAFTA per la Miglior attrice straniera (Kelly).
Parola chiave: Lettera.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 26 gennaio 2024

Film 2244 - Lifeboat

Intro: Malato e costretto a casa al mio secondo weekend bolognese sui tre che avevo a disposizione, ho deciso di recuperare un film che volevo vedere da tempo, ma non ero mai riuscito a recuperare.

Film 2244: "Lifeboat" (1944) di Alfred Hitchcock
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: sono da sempre un grandissimo fan di Hitchcock, ho visto e rivisto i suoi film e, in aggiunta, in questo caso ero particolarmente interessato a scoprire questa pellicola per la presenza di Tallulah Bankhead (che non avevo mai visto in alcun film).
Forse perché troppo abituato ai prodotti più misteriosi del grande regista, forse perché mi aspettavo qualcosa di più movimentato o elettrizzante, di fatto ho faticato veramente a finire questo "Lifeboat". Sicuramente un prodotto del suo tempo, contemporaneo per l'epoca nel portare sullo schermo una storia che includesse anche il nemico numero uno del momento (i nazisti), questo film ha sicuramente momenti interessanti e una certa dose di suspense, ma non riesce mai davvero ad andare oltre una certa impostazione da cinema classico che rende il risultato finale così differente da tutto ciò a cui siamo abituati. Non che la cosa di solito mi disturbi, ma in questa occasione speravo mi sarei trovato di fronte a qualcosa di più emozionante e meno "tradizionale", anche se sul finire del racconto le cose sicuramente si movimentano un po'. Per me non è stato abbastanza, forse anche perché ho faticato un po' a seguire i dialoghi a causa dell'audio non perfetto e un inglese più arcaico.
Cast: Tallulah Bankhead, William Bendix, Walter Slezak, Mary Anderson, John Hodiak, Henry Hull, Heather Angel, Hume Cronyn, Canada Lee.
Box Office: $1 milioni (incasso dai noleggio del film)
Vale o non vale: Lo spettatore moderno non abituato a un certo tipo di cinema più classico (forse c'è chi direbbe rétro) potrebbe faticare durante la visione del film considerato che la storia è completamente girata su una scialuppa di salvataggio. Per me è mancato un po' il mordente, quell'esuberanza a cui il regista ci ha abituato con i suoi titoli più famosi. Sono contento di aver visto "Lifeboat", Tallulah Bankhead fa tutto il film, ma onestamente il risultato finale è incapace di raggiungere i livelli di iconicità degli altri titoli di Hitchcock. In italiano il film si chiama "Prigionieri dell'oceano".
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior regia, sceneggiatura e fotografia (bianco e nero).
Parola chiave: Braccialetto di diamanti.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 27 maggio 2020

Film 1710 - Vertigo

Intro: Ogni tanto (ri)vedere un classico hitchcockiano ci sta. Cioè, ne ho proprio bisogno.
Film 1710: "Vertigo" (1958) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: avevo già visto "Vertigo" - o "La donna che visse due volte" in italiano" - in precedenza, ma non riuscivo a ricordare bene la trama, della quale avevo un ricordo abbastanza confuso. Rivederlo mi ha fatto non solo estremamente piacere, ma anche chiarito un paio di punti bui che faticavo a mettere assieme.
Questo bellissimo film di Hitchcock non è il mio preferito, ma lo trovo comunque magnificamente realizzato e recitato, oltre che particolarmente intrigante a livello di trama e colpi di scena con, tra l'altro, un finale da cardiopalma davvero stupendo. Kim Novak affascinante e magnetica, Stewart fa la sua classica parte da film di Hitchcock, "Vertigo" è un classicone intramontabile.
Film 1094 - La donna che visse due volte
Film 1710 - Vertigo
Cast: James Stewart, Kim Novak, Barbara Bel Geddes, Tom Helmore, Henry Jones.
Box Office: $7.3 milioni
Vale o non vale: Non si può non averlo mai visto, a maggior ragione se si fosse appassionati alla filmografia del maestro dell'horror. Qui più che paura si parla di thriller e colpi di scena, amore e mistero, il tutto per un risultato finale magnifico che scatena anche un po' di effetto nostalgia. Da vedere.
Premi: Candidato all'Oscar per Miglior sonoro e scenografia (bianco e nero).
Parola chiave: Chiesa.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 21 agosto 2017

Film 1400 - Paura in palcoscenico

Ogni tanto mi piace godermi un titolo per me ancora inedito del grandissimo Hitchcock, così cerco nella sua filmografia e mi butto a capofitto sulla storia che mi intriga di più.

Film 1400: "Paura in palcoscenico" (1950) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Forse non l'Hitchcock che ho preferito, di sicuro tra i suoi lavori meno "famosi" uno di quelli più riusciti.
Andando lentamente a ripercorrere la carriera del mitico regista, scopro per la prima volta vecchi lavori per i quali non sempre il calore di pubblico e critica hanno coinciso. O, meglio, dei votanti dei premi che contano (includo in questa lista titoli come "La congiura degli innocenti", "Caccia al ladro", "Nodo alla gola"). Tra questi, "Stage Fright" è sicuramente uno dei più riusciti, interessante mix di noir e thriller dal classico colpo di scena finale che ribalterà tutta la storia.
La mano di Hitchcock, la buona sceneggiatura, l'effetto nostalgia del bianco e nero e un duo di protagoniste coi fiocchi (Jane Wyman e Marlene Dietrich) rendono la pellicola particolarmente piacevole e godibile, giocata su equivoci e bugie oltre che una serie di escamotage da vera spy story che aggiunge quel qualcosa in più.
Detto questo, ripeto, non è tra i miei film preferiti del regista, anche se guardarlo ha aggiunto un pezzo in più al puzzle della sua vastissima filmografia.
Cast: Jane Wyman, Marlene Dietrich, Michael Wilding, Richard Todd, Alastair Sim.
Box Office: /
Consigli: Costumi Christian Dior, Marlene Dietrich tra le protagoniste, storia ideata da Alma Reville (moglie del regista)... insomma, un prodotto più inedito del maestro del brivido, per un risultato finale che funziona e intrattiene, anche se forse risulta meno affascinante di altri suoi lavori. Meno ipnotico, sì, ma sicuramente intrigante. Da recuperare.
Parola chiave: Vestito.

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Bengi

mercoledì 29 marzo 2017

Film 1331 - La congiura degli innocenti

Mi sono approcciato a questa pellicola con un certo interesse perché mi piace veramente tanto recuperare i vecchi film di Hitchcock che non conoscono o semplicemente non ho mai visto. Questo era uno di quei casi.

Film 1331: "La congiura degli innocenti" (1955) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Se non fosse che è Hitchcock, sembrerebbe una qualsiasi commedia degli equivoci.
In tutta onestà "The Trouble with Harry" mi è sembrato più un esercizio di stile che il lavoro appassionato di un regista che brama di raccontare una storia. Già di per sé il racconto è un po' fiacco, poi si manca di ritmo e pathos e il risultato finale non è come me lo sarei aspettato. Certo, da questo regista pretendo e mi aspetto sempre moltissimo, in ogni caso non mi pare che qui si possa andare oltre il titolo d'intrattenimento un tantino fine a se stesso.
Diciamo che di per sé, "La congiura degli innocenti" non mi ha soddisfatto come quasi tutti gli altri titoli hitchcockiani. E' una di quelle pellicole in cui i personaggi parlano tantissimo e fanno fatica a mettere insieme i pezzi del puzzle - a differenza dello spettatore -, come bloccati da un torpore mentale che aumenta il protrarsi di tutta l'assurdità imbastita dal racconto per una francamente intollerabile lunghezza di tempo. Senza contare la natura circolare della storia, per cui la fine ci porterà essattamente alla situazione di partenza, con una certa dose di sadismo della sceneggiatura.
Il cast è intrigante (c'è una giovanissima Shirley MacLaine al suo esordio cinematografico), avvantaggiato dal fascino delle vecchie produzioni hollywoodiane. Sembra di assistere più ad una pièce teatrale che ad un prodotto per il grande schermo; in ogni caso le scene migliori sono quelle di gruppo, che beneficiano di un'esasperazione minore del racconto, per una scorrevolezza decisamente apprezzabile.
Tutto sommato comunque, per quanto non sia un brutto film, sono rimasto deluso. Mi aspettavo qualcosa di totalmente diverso, sulla scorta delle altre pellicole di Hitchcock che ho visto fino ad ora. Tra queste, "La congiura degli innocenti" mi ha ricordato sicuramente "Topaz", un altro titolo del regista che non ho particolarmente amato. Niente di grave, aspetterò di lasciarmi sorprendere da qualche altro piccolo capolavoro hitchcockiano in futuro.
Ps. Vincitore di un Golden Globe per Shirley MacLaine nella categoria oggi inesistente Most Promising Newcomer - Female.
Cast: Edmund Gwenn, John Forsythe, Shirley MacLaine, Mildred Natwick, Mildred Dunnock, Jerry Mathers, Royal Dano.
Box Office: $3.5 milioni
Consigli: Nella filmografia del mitico Alfred Hitchcock ci sono cult e pellicole senza tempo, come titoli che semplicemente seguono la loro natura intrinseca, ovvero quella di normale film. "La congiura degli innocenti" ricade in questo gruppo di film che non sono di minor valore, semplicemente non possono esserci solo capolavori. Quindi sì, si può vedere, ma limitatamente ad un esigenza di intrattenimento vintage garbato e di mestiere. Per il cult, guardare altrove.
Parola chiave: Salma.

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Bengi

venerdì 4 marzo 2016

Film 1094 - La donna che visse due volte

Sempre senza internet, ma questa volta in compagnia e alla ricerca di un film per la serata. Rispolverando alcuni titoli scaricati un milione di anni fa (leggi quando ancora vivevo coi miei), abbiamo optato per questo.
Film 1094: "La donna che visse due volte" (1958) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Praticamente Hitchcock è sempre cult, con lui non si può sbagliare.
Avevo già visto "Vertigo" tanti anni fa e, con piacere, ho riscoperto una trama che non ricordavo alla perfezione. Dunque seguire le disavventure di Scottie (James Stewart) e della doppia Madeleine (Kim Novak) è stata una stupenda riscoperta, tutta giocata su quel colpo di scena che, di fatto, è anticipato dal titolo italiano.
E' inutile girarci intorno: la classe dei film di una volta, la maestria di Hitchcock, la bellezza non scontata di Kim Novak, la storia appassionante, sono tuti elementi che fanno di "La donna che visse due volte" un vero capolavoro intramontabile, certo uno dei migliori tra i titoli del regista. Tra l'altro, abbastanza inaspettato, nella scena finale c'è un momento quasi da film horror che lascerà lo spettatore più coinvolto abbastanza turbato.
Insomma, "Vertigo" è una pellicola stupenda.
Ps. Tratto dal romanzo "D’entre les morts" di Thomas Narcejac e Pierre Boileau, il film ha ricevuto due candidature agli Oscar del 1959: Miglior sonoro e Migliori scenografia (bianco e nero).
Film 1094 - La donna che visse due volte
Film 1710 - Vertigo
Cast: James Stewart, Kim Novak, Barbara Bel Geddes, Tom Helmore, Henry Jones, Ellen Corby, Konstantin Shayne, Raymond Bailey.
Box Office: $14 milioni
Consigli: Trama disturbante, inquietante e maledettamente intrigante, fra menzogne, verità da scoprire, finzioni e altezze da conquistare. James Stewart interpreta la fotocopia sempre dello stesso personaggio, eppure sembra impossibile fargliene una colpa tanto è ben fatto questo "Vertigo"; la Novak è magnetica; la mano di Hitchcock conduce sapientemente, tra tetti e campanili, un salto dopo l'altro, rivelazione dopo rivelazione. Il finale sarà una sorpresa.
Bello e assolutamente imperdibile.
Parola chiave: Collana.

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Bengi

domenica 4 ottobre 2015

Film 1006 - Intrigo internazionale

Internet aveva smesso di andare, così ho abbandonato lo streaming e optato per il dvd di un film che volevo rivedere da molto tempo...

Film 1006: "Intrigo internazionale" (1959) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non c'è molto da dire se non che stiamo parlando di uno dei più bei film non solo di Hitchcok, ma della storia del cinema.
Cult per antonomasia, "North by Northwest" è una pellicola di classe dal grande fascino, un thriller su spie e spioni, una vera e propria avventura d'altri tempi dove i protagonisti Cary Grant e Eva Marie Saint sono un affascinante duo che finirà per innamorarsi. Ma per davvero o per finta?
Hitchcock dirige magnificamente tutta l'operazione e anche dove sappiamo che il fondale è finto poco importa, perché il risultato finale non ne esce sminuito. La storia è intrigante e intricata, fino all'ultimo sa regalare non poche emozioni, anche se è la scena dell'aeroplano che insegue il povero Roger O. Thornhill la vera sequenza indimenticabile: va guardata con attenzione, seguita inquadratura per inquadratura e - scusate il sentimentalismo - amata.
Insomma, è davvero inutile esagerare con il numero di parole: "Intrigo internazionale" è un film stupendo, un vero capolavoro intramontabile e un'opera che bisognerebbe vedere almeno una volta nella vita.
Cast: Cary Grant, Eva Marie Saint, James Mason, Martin Landau, Jessie Royce Landis, Leo G. Carroll.
Box Office: $9.8 milioni
Consigli: Capolavoro cinemtaografico, classico del cinema, uno dei migliori Hitchcok. Serve davvero altro?
Parola chiave: George Kaplan.

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Bengi

giovedì 4 dicembre 2014

Film 830 - I due volti di gennaio

Una pellicola che volevo vedere, che mi incuriosiva. Alla prima occasione ho costretto Lu a seguirmi al cinema!

Film 830: "I due volti di gennaio" (2014) di Hossein Amini
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Film piacevole e intrigante, ma che mi ha lasciato con il grande dubbio del titolo. Mi aspettavo che l'enigma fosse sciolto durante i 96 minuti di pellicola, ma non è stato così. Nemmeno nella pagina inglese del film su Wikipedia - che a dire il vero non è particolarmente esaustiva, trama a parte - c'è scritto nulla; ho trovato una breve spiegazione quando ho cliccato al rimando del romanzo omonimo da cui questo film è tratto (chiaramente in inglese): "Its title alludes to the two faces of the Roman god Janus, but through the name of the month dedicated to him" che, tradotto, vuol dire "Il titolo allude alle due facce del dio romano Giano, ma attraverso il nome del mese dedicato a lui". Ora che ho capito a cosa fa riferimento il libro, mi piacerebbe avere qualcuno che mi spieghi qual è il collegamento con la trama - forse non ci arrivo o non lo ricordo -, ma facciamo pur finta di non esser passati dalla padella alla brace.
Come dicevo, "I due volti di gennaio" è un prodotto non male, un thriller a tratti un po' lento, ma dalle sfumature che ricordano moltissimo Hitchcock e i suoi intrighi, con una coppia apparentemente benestante, ma in realtà in fuga, che sarà costretta ad affidarsi totalmente al furbetto Rydal/Oscar Isaac per tentare di sfuggire alla polizia. Nel mezzo ci sono - in ordine sparso - qualche morto, frodi, un matrimonio messo a dura prova, un affascinante accompagnatore e certi paesaggi della Grecia che ti fanno venire voglia di prenotare un volo Ryanair appena esci dal cinema.
Nonostante non si possa dire che viva di adrenalina - che c'è, ma è alla fine -, "The Two Faces of January" è un film che trovo molto più riuscito del precedente tratto da un'opera della Highsmith, ovvero "Il talento di Mr. Ripley" firmato Anthony Minghella. Nonostante qualche elemento comune a livello di storia (il doppio, l'altro che è affascinato dalla donna del primo, il mascheramento dell'identità, l'omicidio per sopravvivere, sé stessi prima di tutto), trovo comunque che questa pellicola sia molto più raffinata e coinvolgente del titolo con Matt Damon nei panni di Ripley. Viggo Mortensen protagonista è sempre di più una garanzia e, anche se mi scoccia un po' ammetterlo, la sovrimpressione vocale di Pino Insegno nel doppiaggio italiano dell'attore mi sembra davvero appropriata. Ho ritrovato volentieri anche Kirsten Dunst, la cui stella è un po' offuscata da tempo, anche se il pesante ma buono "Melancholia" pareva averla riportata alla ribalta che merita. Nemmeno questo film riesce davvero a ricreare un efetto eco per i suoi tre protagonisti - l'incasso al botteghino è poco -, però la qualità finale del prodotto aiuta sicuramente giova a tutti. A livello colloquiale potremmo dire che questa pellicola "ci mette una buona parola" (a loro favore).
Tutto sommato un buon risultato. Non un capolavoro, ma comunque onesto e tecnicamente curato, con tre protagonisti capaci, versatili e piacevoli da guardar recitare.
Box Office: $8,819,872
Consigli: Parte un po' piano e lascia un pochino interrogativi, all'inizio, ma man mano che la storia si complica tutto si fa intrigante. Ottimi comprimari con un super Viggo Mortensen che non rivedevo così volentieri dai tempi di "La promessa dell'assassino". La Grecia è caldissima, e lo diventerà anche il triangolo moglie-marito-intruso e che sarà sempre più difficile da gestire. Se vi interessano i thriller, amate Hitchcock o cercate qualcosa di ben confezionato ma meno hollywoodiano del solito, sicuramente questo è un buon titolo da tenere a mente. Solo un po' lentino.
Parola chiave: Detective privato.

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Bengi

lunedì 26 maggio 2014

Film 719 - Grace di Monaco

Benedetto sia il cinema a 3€.

Film 719: "Grace di Monaco" (2014) di Olivier Dahan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Apre Cannes 2014 e riceve recensioni tiepidissime, in America non ha ancora una data d'uscita, gli incassi fino ad oggi non sono incoraggianti. Insomma, questo "Grace of Monaco" fatica a farsi strada.
Il film di per sé non è malvagio e si segue tranquillamente, anche se in effetti fatica a creare momenti di vera empatia con la protagonista Grace Kelly/Nicole Kidman, sofferente sotto la campana di vetro principesca, racchiusa in un regno che per lei è ormai anche prigione. Il matrimonio vacilla, la guerra con la Francia incombe, i monegaschi non la sentono "propria". In questa cornice di subbuglio la storia dell'ex attrice diventata principessa si snoda in maniera troppo piatta e patinata, attentissima ai fasti e al glamour, ma meno efficace quando si tratta di un vero coinvolgimento emotivo che vada oltre la superficie inevitabile. Buona la scelta dei primissimi piani - specialmente sugli occhi - della protagonista, richiamo hitchcockiano d'effetto, indebolito solo dal botox della Kidman.
In generale, comunque, nonostante i molti tentativi di rendere particolarmente veritiera e documentata la storia - "attrice premio Oscar" verrà ripetuto almeno una decina di volte - la sensazione è sempre quella che sia tutta una fiction. Anche se sulla carta gli elementi in comune tra le due attrici parebbero numerosi, di fatto vedere la Kidman nei panni della Kelly non torna tanto quanto ci si sarebbe aspettati; per non parlare di Tim Roth che non non assomiglia a Ranieri neanche per errore. Evidentemente le somiglianze stanno nell'attitudine e nella trasposizione inevitabile che si fa pensando alle due protagoniste di questa pellicola.
In generale, quindi, "Grace di Monaco" riesce nel ricreare atmosfere passate e, perfino, uno sfondo politico abbastanza cosciente e comprensibile, ma rimane un biopic abbastanza piatto o, perlmomeno, privo di un'impronta personale o caratterizzante. La Kidman, una volta certezza, oggi ha perso un po' del suo smalto e fatica a ritrovare una dimensione cinematografica che vada oltre i vecchi fasti di un tempo. Questo film, nella sua troppo fredda e maschilista mise-en-scène, ne è eloquente esempio.
Box Office: $2,484,242
Consigli: Per certi aspetti è un prodotto interessante, per quanto la sua anima commerciale tradisca una certa propensione all'eclatante piuttosto che per la verità dei fatti. Eppure la storia avrebbe il suo fascino e meriterebbe il racconto. Manca, però, una personalizzazione e umanizzazione dei personaggi, una tridimensionalità che fornisca spessore anche alal storia. La Kidman è sempre più algida, ma la sua interpretazione sembra sincera. Si può certamente vedere senza indugi, ma non ci si aspetti il capolavoro o la magia (creata dai media) della storia vera.
Parola chiave: Charles de Gaulle.

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Bengi

giovedì 10 aprile 2014

Film 693 - Il ricatto

Curiosissimo di vedere questa pellicola!

Film 693: "Il ricatto" (2013) di Eugenio Mira
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Grand Piano" parte in quarta e non si risparmia già da subito, giocando le sue carte appena introdotto i personaggi: il pianista prodigio Tom Selznick/Elijah Wood, ansioso e con un'enorme paura di sbagliare; la moglie Emma Selznick/Kerry Bishé, famosa attrice dalla carriera lanciatissima ormai più di quella del marito; gli amici Ashley e Wayne (Tamsin Egerton, Allen Leech), coppia un po' superficiale e semplice; chiude il cerchio il pazzo al telefono che vuole sentire Tom eseguire un pezzo praticamente impossibile da suonare senza commettere imperfezioni.
Tutti inisieme questi personaggi sono seguiti per un lasso di tempo davvero breve, ovvero pochi momenti prima del concerto-evento per il ritorno sulle scene del giovane pianista e poi durante l'esibizione. Nonostante il frangente raccontato sia piccolo, si susseguono numerosissimi avvenimenti che sconvolgeranno non poco Tom durante il suo comeback sulle scene.
A rendergli tutto maledettamente ostico ci penserà il maniaco al telefono che minaccia di sparare alla moglie o a lui nel caso in cui o non esegua alla perfezione il pezzo richiesto - pezzo già precedentemente eseguito in maniera fallimentare e motivo del ritiro dalle scene del pianista - o decida di avvisare qualcuno che possa aiutarlo. Non sarà facile, quindi, mantenere i nervi saldi per tutta la durata dell'evento: non solo perché sotto minaccia, ma perché sotto gli occhi di centinaia di percorse accorse a teatro appositamente per sentire Tom di nuovo nel suo elemento, ma al contempo curiosi di scoprire se saprà reggere la tensione del palcoscenico o nuovamente cadrà in errore durante l'esecuzione.
Chiaramente le numerose componenti in gioco generano la tensione necessaria ad una storia che corre sempre sul filo del rasoio. Bisogna dire che la trama riesce in questo a funzionare per quasi tutta la durata del film, cedendo solo ad un finale troppo sbrigativo rispetto alle premesse così minuziosamente costruite. E' un peccato nel quadro generale, ma il risultato finale è assolutamente positivo.
Da non sottovalutare, poi, gli elementi sonori e visivi. La colonna sonora si fonde alla musica classica a formare un'armonia costante che accompagna la suspanse generata dalla narrazione: un ottimo esempio di accompagnamento ad una storia thriller degna di essere definita tale.
Per quanto riguarda, invece, regia e montaggio è evidente che vi è una ricerca minuziosa di angolature e tagli, a formare quasi un flusso continuo che agevola notevolmente la narrazione e l'accompagnamento musicale fino a formare un tutt'uno. Molte riprese ricordano Hitchcock e la scelta (o l'omaggio) è più che mai azzeccata. Ho apprezzato, inoltre, le molte inquadrature che rappresentano Tom specchiato, riflesso in qualche superficie, a sottolineare il doppio sentimento nei confronti di sé stesso e della propria arte: bravura e consapevolezza del proprio talento da una parte, paura di fallire di nuovo e rifiuto di un dono da cui si è sentito tradito dall'altra. Interessante gioco di rimandi sia visivo, quindi, che narrativo.
Insomma "Il ricatto" è stato un film che mi ha lasciato piuttosto soddisfatto, principalmente grazie a un lavoro generale che dimostra minuzia e cura dei particolari. Peccato per il finale un po' troppo hollywoodiano con il protagonista che improvvisamente diventa Rambo. Si poteva, forse, cercare un'altra soluzione per concludere, magari anche meno frettolosamente. In generale, comunque, un buon esempio di cinema thriller contemporaneo.
Film 693 - Il ricatto
Film 1779 - Grand Piano
Box Office: € 242.055 (al debutto in Italia)
Consigli: Agli amanti delle storie cariche di tensione e suspense di sicuro il film piacerà. C'è una buona ricerca stilistica dell'immagine e una musica di accompagnamento veramente bella ed intensa. Una pellicola piacevole da seguire. Con sorpresona finale: chi è il cattivo?
Parola chiave: 'La Cinquette'.

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Bengi

lunedì 11 novembre 2013

Film 612 - Caccia al ladro

Continuando a documentarmi sulla filmografia di un grande regista.

Film 612: "Caccia al ladro" (1955) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mi sono interessato a questa pellicola quando mi sono documentato per uno dei post precedenti, "Il delitto perfetto", in cui due dei protagonisti compaiono anche qui, ovvero Grace Kelly e John Williams.
La storia di "To Catch a Thief" è ambientata in Costa Azzurra negli anni '50 e racconta la storia di un ex ladro che viene nuovamente accusato di furti di gioielli perché pare che tutte le prove dei nuovi crimini conducano inesorabilmente a lui. Cary "Gatto" Grant dovrà, quindi, provare la sua innocenza da sé dato che la polizia non gli crede e, anzi, vorrebbe arrestarlo. Durante lo svolgimento della vicenda, chiaramente, si inseriranno tutte quelle tappe necessarie a realizzare un bel racconto (sparatorie, inseguimenti, corse sui tetti e gite in macchina a tutta velocità oltre che, naturale, la storia d'amore da colpo di fulmine) e il finale rivelerà chi, in effetti, ha tentato di incastrare "Gatto" e perché.
Hitchcock racconta questa storia arrampicandosi sui comignoli e costeggiando il litorale francese, tra figure di gran classe ed ambienti carichi di sfarzo, all'insegna di un'illegalità che fa rima con impeccabilità. A dire il vero trovo Cary Grant un po' imbolsito per fare il ladro free climbing, ma come fa coppia bene lui con Grace Kelly pochi altri. La parte di quest'ultima è un po' come ce la possiamo aspettare, anche se qualche tentativo di sovrastare il carattere dominante del protagonista maschile ogni tanto affiora. Per il resto è una bellissima comprimaria le cui battute, solitamente, non vanno oltre la frase semplice.
Nel complesso "Caccia al ladro" è un buon film di intrattenimento (ma la colonna sonora è fastidiosa), raffinato e glam, che fa parte di quei film che da Hitchcock forse non ti aspetteresti: meno intrighi e un'atmosfera più pacata. Per certi versi mi ha ricordato "Topkapi".
3 nomination all'Oscar e una vittoria per la Miglior fotografia; partecipò anche al Festival di Venezia del 1955.
Consigli: Gli amanti del cinema di Alfred Hitchcock non possono far mancare alcun tassello al mosaico di pellicole che il regista ha girato. In più questo film ha il fascino del classico senza tempo, con grandi attori e una piacevole storia da raccontare. Leggero e di classe.
Parola chiave: Gioielli.

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Bengi

giovedì 24 ottobre 2013

Film 603 - Dial M for Murder 3D

Un cult di nuovo al cinema e inaspettatamente in 3D. Non potevo perdermelo.


Film 603: "Dial M for Murder" (1954) di Alfred Hitchcock
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Marco, Claudia, Paola, Andrea, Luigi, Jon
Pensieri: Anticipato da un'introduzione nientemeno che del Signor Scorsese (qua se foste curiosi), "Il delitto perfetto" torna sul grande schermo con quella che fu l'originale idea del suo regista, ovvero la rappresentazione in 3 dimensioni, che oggi pare l'innovazione del secolo; inutile sottolineare quanto sia ingenuo pensarlo, considerando che il film di Hitchcock uscì nel 1954. La cosa, però, che sorprende è la bellezza di questo 3D, al contrario di quello che finora ho visto in sala: la terza dimensione è percepita in maniere inequivocabile e tangibile già dai titoli di testa, così reali davanti a te da farti credere davvero di poterli toccare.
Considerando, quindi, che già amavo questa pellicola e che questa partenza in 3D mi ha da subito esaltato, non posso che consigliare - chi ancora potesse - di fare quest'esperienza certamente rarissima.
La storia del marito Ray Milland che vuole uccidere la bellissima moglie Grace Kelly facendolo sembrare un furto sfociato in aggressione è estramente affascinante e ben scritta, con un susseguirsi di trovate geniali architettate dal quasi uxoricida che non smette di sorprendere lo spettatore. Come sulle montagne russe, quello che è un piano architettato in ogni dettaglio sembrerebbe poter crollare da un momento all'altro dal fallito delitto in poi, ma l'astuto consorte sarà sempre in grado di districarsi tra i tranelli del destino con sangue freddo, astuzia e freddezza. O, meglio, quasi sempre.
Gli sfuggirà, infatti, un unico microscopico dettaglio invisibile all'occhio ed intuibile solo dopo numerosissimi ragionamenti (dell'ispettore Hubbard/John Williams) e che finirà per rovinargli quello che, altrimenti, sarebbe stato a tutti gli effetti un piano perfetto.
Questa ennesima visione del classico hitchockiano mi è veramente piaciuta e riscoprire il film in inglese è stato molto interessante (anche un po' per prescindere dai soliti doppiatori italiani di quegli anni, bravissimi ma molto impostati e, doppiando tutto il panorama cinematografico approdato in penisola, causa di un'inevitabilmente standardizzazione vocale alla lunga fastidiosa). Personalmente "Dial M for Murder" è uno dei film di Hitchcock che preferisco, capace tutte le volte di lasciarmi con il fiato sospeso e catturato dalla trama dall'inizio alla fine. La scena del tentato omicidio, poi, è qualcosa di ipnotico: impossibile distogliere lo sguardo!
Un vero classico.
Consigli: Imprescindibile. Se si ama Hitchcock, se si ama il cinema, se si amano le belle storie, questo è uno dei film assolutamente da vedere. Capolavoro senza tempo. Bellissimo.
Parola chiave: Chiave.

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Bengi

lunedì 13 maggio 2013

Film 546 - Frenzy

Un film per cena con la speranza che, puntando su un grande nome, si andasse a colpo sicuro. E invece...


Film 546: "Frenzy" (1972) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Ad essere sinceri questo "Frenzy" è una delle pellicole, anzi la pellicola di Hitchcock che ho apprezzato di meno.
Dal piglio più televisivo che cinematografico, recitata maluccio e con numerosi momenti comici che dovrebbero essere drammatici, la delusione che ha portato con sé questo film mi ha un po' amareggiato poichè, fino ad ora, il grande regista mi aveva mai lasciato insoddisfatto.
Il ritorno in Patria non sembra giovare alla mano di Hitchcock che, anzi, pare dirigere i suoi attori senza particolare slancio, forse anche perchè i suoi protagonisti sono spesso più imbarazzanti che capaci. Posso intuire che, al momento dell'uscita nelle sale, questa pellicola si sia vista riconoscere un certo successo (perfino 4 nomination ai Golden Globes), ma con uno sguardo moderno, "Frenzy" perde quasi ogni tipo di appeal che avrebbe potuto esercitare.
L'assassino è presto svelato, le scene degli omicidi ridicole al pari della scena ambientata sul camion pieno di patate con il cadavere in un rigor mortis da guinnes dei primati per quanto riguarda le mani, ma con una mobilità ginnica sorprendente quando si tratta di tirare un calcio in faccia (e non è uno scherzo) all'assassino in cerca della prova che può incastrarlo; per non parlare poi della totale assenza di pathos e, anzi, molti momenti caratterizzati da lentezza e noia. Inoltre ho trovato un po' fini a sé stesse le svariate scene di nudo o semi-nudo di alcune delle attrici. L'attacco di follia con cui si titola il film non è mai reso dalle immagini, rimane solo titolo-ingannatore che promette qualcosa che, di fatto, al pubblico non viene dato. Nemmeno la scena in cui l'assassino si svela riesce veramente a rappresentare un istante di shock genuito e, peggio, fallisce in toto nella resa del raptus di follia che è più un teatrino di scabrosità e perversioni che, al giorno d'oggi, sembrano all'acqua di rose.
Chiaramente "Frenzy" è un tassello in più per completare la filmografia di un grandissimo artista e, per carità, si vede senza alcuna problematica, però mi ha deluso.
Consigli: Gli amanti di Hitchcock non possono non tentare di vedere quante più opere possibili del regista, ma questa certamente non è tra le migliori del suo repertorio paragonata a capolavori come "La finestra sul cortile", "Intrigo internazionale" o "Gli uccelli".
Parola chiave: Fermacravatta.

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Bengi

venerdì 29 marzo 2013

Film 523 - Hitchcock

Comincia ufficialmente qui la 'Settimana del malato', ovvero 5 serate ognuna caratterizzata da un film diverso, ma dalla stessa compagnia di Leoo (tra febbre e influenza).


Film 523: "Hitchcock" (2012) di Sacha Gervasi
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Leoo
Pensieri: Questo film è come un lunghissimo contenuto speciale, come un dietro le quinte, un evento per cui abbiamo un pass speciale e possiamo accedere ad ogni retroscena. Di cosa? Della genesi di uno dei film più famosi di tutti i tempi: "Psycho".
Se ciò già non vi gasasse abbastanza, il cast di attori che si è prestato a questo interessante esperimento cinematografico è delle grandi occasioni: i due premi Oscar Anthony Hopkins e Helen Mirren, poi Scarlett Johansson, Toni Collette, Jessica Biel, Michael Stuhlbarg, Danny Huston... Insomma, personalmente avevo un grande interesse nei confronti di questa pellicola che, fortunatamente, non mi ha deluso. Anzi, sono rimasto piuttosto affascinato da questo prodotto cinematografico e, anche se Hopkins nei panni di Hitchcock non mi sembrava la scelta più azzeccata, la visione in lingua mi ha sufficientemente convinto (ma continuo a pensare che di aspetto non si somiglino).
Protagonista a parte, devo dire che anche se il film fondamentalmente è una sorta di biopic sul grandissimo regista, la vera protagonista della storia è la moglie Alma Reville, ottima spalla silenziosa, capace di eclissarsi dietro l'imponente figura di un uomo che è costantemente sotto l'occhio dei media e indicato come uno dei più grandi registi di tutti i tempi.
Tra gli aspetti migliori di questa pellicola, quindi, oltre a quelli tecnici della realizzazione di "Psycho" (in Italia "Psyco") è proprio il rapporto matrimoniale della coppia che, negli anni, si è dovuta scontrare con la fama e le ossessioni di Hitchcock sia per il suo lavoro che per le sue attrici. La grande forza del carattere della Reville la rendono un personaggio magnetico degno di stima e Helen Mirren riesce, come sempre, a costruire magnificamente il suo personaggio, caricandolo di sfaccettature ed emozioni tanto umane quanto percepibili per lo spettatore. Personalmente mi sono sentito molto coinvolto dalla sua storia e in più di un'occasione ho tentato di mettermi nei suoi panni tentando di capire cosa dovesse sigificare essere la moglie di un tale personaggio pubblico. Hitchcock il re della suspense, il grandissimo maestro del cinema, al centro di ogni merito e onore, coinvolto anima e corpo nei suoi progetti e nelle sue manie e morbosità. Convivere con una tale figura non dev'essere stato facile e, per quanto rappresentata tramite il filtro della fiction, devo dire che sono rimasto molto affascinato dalla Reville, forte, onesta e leale - per non dire devota - compagna di una vita. Trovo sia lei il personaggio vincente di questo "Hitchcock".
Il ritratto del regista, invece, mi è sembrato più controverso, ma probabilmente ne sono rimasto meno colpito in quanto ero già a conoscenza di alcuni aspetti della sua personalità. Il voyerismo, per esempio, mi mancava, ma l'attaccamento ossessivo alle proprie attrici, le costanti attenzioni e ossessioni mi erano già note. Chiaramente ciò che si vede qui aiuta a farsi un'idea della persona e non solo dell'artista, un puzzle composto di pezzi caratteriali che la sceneggiatura riesce a rendere in maniera piuttosto efficace (anche grazie a Anthony Hopkins, chiaramente).
Anche se più marginali rispetto a Mirren e Hopkins, completano il quadro Scarlett Johansson nella parte di Janet Leigh (che per il suo ruolo in "Psycho" ottene la sua unica nomination all'Oscar) e Jessica Biel nei panni di Vera Miles con cui Hitchcock che, per quanto il ruolo di quest'ultima sia veramente piccolo, mi sono piaciute.
A livello tecnico la pellicola mi è sembrata ben girata, con una bella fotografia luminosa e pulita e una colonna sonora appropriata. La nomination all'Oscar per il trucco mi è sembrata un po' un contentino e nemmeno troppo giustificata (come dicevo non mi ha sbalordito la somiglianza tra l'attore e il suo personaggio) e avrei trovato più giusto riconoscere qualcosa in più alla Mirren che la sola nomination ai Golden Globes.
Comunque "Hitchcock" mi è proprio piaciuto e l'ho guardato con interesse e piacere. Meritava qualcosa in più.
Ps. $21,591,608 di incasso mondiale.
Consigli: Interessante e ben rappresentato, è un buon modo per riscoprire e svecchiare la mitica figura del regista, approcciandosi in maniera più personale al suo lavoro e, soprattutto, alla sua persona. Per chi lo ama è certamente un prodotto da non perdere.
Parola chiave: Doccia.

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Bengi

giovedì 28 ottobre 2010

Film 160 - L'uomo che sapeva troppo

Un'altra occasione per avvicinarsi alle opere di un grandissimo regista.


Film 160: "L'uomo che sapeva troppo" (1956) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Hitchcock è sempre Hitchcock e riesce comunque a piacermi, non importa cosa insceni.
Qui, come in altri famosissimi film ("La finestra sul cortile", "Nodo alla gola", "La donna che visse due volte", ...) ritroviamo il fido compagno di avventure del regista inglese, James Stewart, questa volta accompagnato da una giovane Doris Day che, nel corso della pellicola, intonerà una delle canzoni più famose della storia del cinema - "Whatever Will Be, Will Be (Que Sera, Sera)" - che si aggiudicò perfino l'Oscar come miglior canzone originale all'edizione del 1957.
Al centro della vicenda la famiglia McKenna, in viaggio di piacere in Marococco, che incapperà negli ingranaggi già avviati di un complotto per l'assassinio di un esponente politico. Il loro coinvolgimento sarà condizionato dal rapimento del figlio, per la salvezza del quale, i due genitori dovranno stare al gioco dei rapitori.
In un crescendo di fraintendimenti e tensione, Hitchcock imbastisce una storia intricata (non c'è il racconto del pregresso, si parte da zero alla pari dei due genitori, per poi mettere pian piano insieme i pezzi) sorretta alla perfezione dai due attori principali. Bellissima la scena dell'orchestra, momento clou del crescendo di suspance narrativo, che riesce a coinvolgere lo spettatore tanto da fargli temere il momento in cui il percussionista si accingerà a prendere i piatti...
Non aggiungo altro, per non rovinare a chi vuole il piacere di godersi questo bellissimo film.
Consigli: Questa pellicola è un remake dell'omonima sempre firmata da Hitchcock del 1934. Ideale sarebbe farne un confronto!
Parola chiave: Ambrose Chapel.




Ric

giovedì 6 maggio 2010

Film 110 - Gli uccelli

Questo film è e sarà per sempre legato ad un evento troppo cool della mia vita: il primo articolo per un blog non mio!


Film 110: "Gli uccelli " (1963) di Alfred Hitchcock
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Gloria, Erika, Gian
Pensieri: Chi l'avrebbe mai detto che sarei riuscito a scrivere prima o poi per un blog non mio? E, invece, la fortuna ha voluto che il 'Goldmine' blog necessitasse di nuovi collaboratori per l'ampliamento dei settori di interesse del sito. Avrei mai potuto lasciarmi sfuggire questa occasione? NO! E, allora, se vi va, beccatevi il mio primissimo articolo, dedicato ad uno dei capolavori più popolari di Hitchcock!
http://www.goldminefactory.com/blog/hitchcock-il-volto-e-la-cosa/
Film 110 - Gli uccelli
Film 2231 - The Birds
Consigli: Ascoltate molto bene, non c'è colonna sonora!
Parola chiave: Bodega Bay.



#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 14 aprile 2010

Film 104 - Fragile virtù

Con Gloria giovedì siamo stati ad una retrospettiva su uno dei più grandi registi di tutti i tempi! Al cinema Europa (via Pietralata, 55/a, Bologna) per i prossimi due giovedì proietteranno altri due suoi film, capolavori senza tempo. Consiglio a tutti di non perdersi l'evento!


Film 104: "Fragile virtù" (1928) di Alfred Hitchcock
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Gloria
Pensieri: Tralasciando la noiosissima introduzione degli organizzatori, io e Gloria scopriamo in loco (tanto è Hitchcock, sarà bello per forza) che il film in questione è MUTO. Ripeto: muto.
Se consideriamo che venivo da una giornatina lavorativa da 7 ore in piedi con chiusura negozio alle ore 20.10 (inizio spettacolo ore 20, ma la proiezione è cominciata solo 50 minuti dopo) e pure Gloria non era proprio fresca come una rosa, possiamo dire che la notizia ci ha di primo acchito quantomeno destabilizzato.
Ammetto anche, per quanto mi riguarda, che non ho sempre avuto l'occhio aperto e vigile, ma ho dovuto combattere a più riprese contro il sonno che tentava di strapparmi alla visione. Nonostante questo sono riuscito a vedere il film per intero e senza perdere mai una didascalia, tanto ce n'era più o meno una ogni 10 minuti.
Inutile dire che la gestualità degli attori è caricata all'ennesima potenza per rendere attraverso gesti o sguardi quello che la parola non può dire. La storia, ai giorni nostri, è trita e ritrita, ma per l'epoca sicuramente era una semi novità. Lei e lui si incontrano e amano all'istante, lui la porta dei suoi, ma con la suocera non si va d'accordo. Nasce il sospetto che la ragazza nasconda qualcosa (e noi sappiamo cosa) e non si avrà pace finché non verrà fuori. Il dramma è servito.
Purtroppo, ormai forgiato indelebilmente dagli anni 2000, fatico a subirmi quasi 60 minuti di musica con pianola mentre guardo immagini silenziose. Forse preferirei il silenzio di una sala che attende di sapere come si scioglierà l'intreccio della storia. E, invece, ho sofferto un po' la mia condizione 'spettatore al concerto di musica sintetica' che, riferita alle immagini, non centra veramente nulla.
Il film è carino, ma non mi ha convinto del tutto. I prossimi appuntamenti hitchcockiani saranno sicuramente più interessanti: mi attendono "Rebecca, la prima moglie" e "Gli uccelli". Ah, dimenticavo:La rassegna si chiama "Hitchcock. Il Volto e la Cosa".
Consigli: L'audio non serve...
Parola chiave: Pittore.




Ric