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domenica 16 marzo 2025

Film 2353 - The Thin Red Line

Intro: Ages ago when I was still a teenager, I tried to watch this movie. I heard great things about it and I wanted to know what all the fuzz was about. 20 minutes in and I stopped. I remember thinking it started so slow, I felt I wasn't sure I could finish it. Decades have passed and, for watherver reason, a few weeks ago I remembered about this movie, remembered how I gave up when I tried to watch it the first time, and felt now it was the right time to give it a go.

Film 2353
: "The Thin Red Line" (1998), Terrence Malick
Watched on: My computer
Language: English
Watched with: No one
Thoughts: I wont' lie, it took all the patience I had in me to finish this movie. Not becuase it's bad - the very opposite - but it's so long (171 min) I wasn't sure I had it in me after a while.
That said, "The Thin Red Line" is extremely well made, I think you can tell that Malick is really interested in nature, a lot of the shots are actually just forest. It really does help you immerse yoursefl in the story, although including all these shots really encreases the runtime of the movie. Once you're at peace with that, you can really focus on the story.
There are a billion characters (and famous actors) in this movie, to the point that sometimes it's overwhelming. I was curious to see how the story would have handled so many storylines, but to be fair most of these famous actors that you read the name of on the poster are just there for a scene or two (George Clooney and John Travolta, for example), so that explains how they managed to secure so many famous names. It's still impressive how many famouse faces from that decade you recognize while watching the movie.
Overall, I really enjoyed "The Thin Red Line". In a way, it's more "poetic" than "Saving Private Ryan", although still very much grounded into reality, it has a way of telling its story differently, often stopping to focus on nature, a detail, a face. I liked this approach, in a way it gives you a moment to take all in, process the cruelty you just witnessed, the horrors of war. Funny enough, the two movies share similar topics and themes, they both faced against each other at the 1999 Oscars ceremony and they both lost Best Picture (still a massive scandal to this day) to "Shakespeare in Love".
Cast: Sean Penn, Adrien Brody, Jim Caviezel, Ben Chaplin, George Clooney, John Cusack, Woody Harrelson, Elias Koteas, Nick Nolte, John C. Reilly, Jared Leto, Tim Blake Nelson, Thomas Jane, Miranda Otto, John Travolta.
Box Office: $98.1 million
Worth a watch?: A tough watch, I won't lie. Definitely not a movie for all occasions or everybody, it handles a heavy topic (depicting a a fictionalized version of the Battle of Mount Austen, which was part of the Guadalcanal Campaign in the Pacific Theater of the Second World War) and it takes its time to do it. I really liked it, but I'm not sure I'd watch it again.
Awards: Nominated for 7 Oscars for Best Picture, Director, Adapted Screenplay, Cinematography, Editing, Original Dramatic Score, and Sound. Nominated for Best Foreign Film at the César Awards. The movie won the Golden Bear at the Berlin International Film Festival.
Key word: Bunker.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 4 giugno 2021

Film 2015 - 2012

Intro: Era onestamente da un po' che avevo voglia di rivedere questa pellicola, ma non si era mai davvero presentata l'occasione (specialmente da quando ho iniziato a viaggiare e lo schermo più grande a cui ho accesso è quello del mio MacBook Air...).

Film 2015
: "2012" (2009) di Roland Emmerich
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: recensione numero 2015 di un film del 2009 dal titolo "2012"... Tutto ciò mi fa molto ridere.
Ho voluto rivedere questa pellicola per il semplice motivo che ero stanco, cercavo una distrazione facile facile che mi assicurasse una visione piacevole e allo stesso tempo degna della nuova postazione cinematografica che l'iMac in prestito dalla DCU mi fornisce. Avevo salvato "2012" nella mia lista delle pellicole da recuperare su Netflix e... Non ho saputo resistere.
Film 20 - 2012
Film 197 - 2012
Film 533 - 2012
Film 2015 - 2012
Cast: John Cusack, Chiwetel Ejiofor, Amanda Peet, Oliver Platt, Thandiwe Newton, Danny Glover, Woody Harrelson, Zlatko Burić, Beatrice Rosen, George Segal.
Box Office: $791.2 milioni
Vale o non vale: Effetti speciali a gogo, un mondo che collassa, un disastro naturale dietro l'altro e una profezia Maya che sappiamo non essersi avverata. Ma nei termini di una avventura cinematografica al cardiopalma... questo film sa decisamente il fatto suo!
Premi: /
Parola chiave: Radio show.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 15 gennaio 2021

Film 1779 - Grand Piano

Intro: L'avevo scaricato per vederlo con Cobi, ma non c'era stata occasione, per cui l'ho guardato non appena tornato ad Auckland.
Film 1779: "Grand Piano" (2013) di Eugenio Mira
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: mi era tornata voglia di rivedere questo film che, a suo tempo, avevo guardato al cinema. C'è qualcosa in questo "Grand Piano" che mi ricorda molto le atmosfere tese alla Hitchcock e, nonostante la storia non sia particolarmente originale, trovo che l'esecuzione sia particolarmente riuscita e il tono generale della storia azzeccato.
Teso dall'inizio alla fine, capace di bilanciare bene i momenti di pathos con quelli adrenalinici, questa pellicola è un mio personale gioiellino nascosto che ho rivisto con estremo piacere e mia ha lasciato nuovamente soddisfatto. E Elijah Wood, con la sua classica espressione da cane bastonato e spaesato resa tanto popolare grazie al Frodo de "Il signore degli anelli", qui è di nuovo un perfetto protagonista.
Film 693 - Il ricatto
Film 1779 - Grand Piano
Cast: Elijah Wood, John Cusack, Tamsin Egerton, Kerry Bishé, Alex Winter, Allen Leech, Don McManus.
Box Office: $1,618,085
Vale o non vale: Un buon thriller, meno scontato di quanto quanto ci si aspetterebbe, "Grand Piano" funziona principalmente per il suo ritmo incalzante e un'estetica intrigante che concepisce ogni inquadratura con una precisione totalmente votata all'estetica complessiva del progetto. Forse la storia risente di un antagonista troppo da film d'azione hollywoodiano - per il cui ruolo non avrei francamente puntato su John Cusack - anche se tutto sommato il film funziona in generale molto bene. E, sopresa, la sceneggiatura è di Damien Chazelle. Da vedere.
Premi: /
Parola chiave: Chiave.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 6 luglio 2020

Film 1744 - Anastasia

Intro: L'avevo sempre voluto rivedere, soprattutto in originale e senza il doppiaggio di Fiorello.
Film 1744: "Anastasia" (1997) di Don Bluth, Gary Goldman
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: "Anastasia" non è mai stato uno di quei cartoni animati che hanno fatto parte del mio bagaglio culturale di ragazzino, probabilmente anche perché non pompato dalla mostruosa macchina promotrice della Disney (anche se ora il film è effettivamente loro); all'epoca dell'uscita, questa pellicola era la prima prodotta dalla 20th Century Fox Animation.
Questa seconda visione mi ha sicuramente rinfrescato la memoria su un prodotto di cui effettivamente ricordavo pochissimo e anche se non mi sono innamorato del risultato finale, devo ammettere che i disegni sono particolarmente eleganti e grandiosi e, chiaramente, la storia in sé della famiglia Romanov risulta sempre particolarmente intrigante, seppure qui edulcorata. Tutto sommato ho rivisto questo film volentieri e penso che, nonostante una certa nota agrodolce di fondo, "Anastasia" sia un buon prodotto per famiglie.
Cast: Meg Ryan, John Cusack, Kelsey Grammer, Christopher Lloyd, Hank Azaria, Bernadette Peters, Kirsten Dunst, Angela Lansbury.
Box Office: $140 milioni
Vale o non vale: In opposizione a una certa idea di cartone animato veicolata dalla Disney, "Anastasia" della 20th Century Fox cerca di dettare i suoi propri canoni estetici dovendo giocoforza piegarsi ai diktat già imposti da altri prodotti d'animazione precedenti. C'è l'animaletto-spalla, c'è il cattivone brutto, ci sono le canzoni e, ovviamente, c'è la principessa. La storia, però, è abbastanza cupa - se ci si va un attimo a documentare sul destino della dinastia dei Romanov - e il risultato finale, anche se ingentilito per compiacere l'audience, rimane comunque impregnato di un forte senso di decadimento. "Anastasia" funziona, ma c'è meno spensieratezza di quanto ci si aspetterebbe, nonostante tutto.
Premi: Candidato a 2 Oscar per la Miglior colonna sonora e la Miglior canzone originale ("Journey To The Past"); candidato a 2 Golden Globe per la Miglior canzone originale ("Journey To The Past" e "Once Upon a December").
Parola chiave: Music box.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 3 aprile 2017

Film 1334 - Serendipity - Quando l'amore è magia

Serata particolare. La scelta è ricaduta su questo film, proposto dal catalogo Netflix, in quanto uno tra quelli cui Poe è legato. Non potevo non dargli una chance.

Film 1334: "Serendipity - Quando l'amore è magia" (2001) di Peter Chelsom
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Non c'è molto da dire, "Serendipity" è la classica pellicola sentimentale acchiappa incasso di inizio millennio, esattamente quel tipo di prodotto alla "C'è post@ per te", "Notting Hill" o "Il matrimonio del mio migliore amico". La declinazione del caso, che coinvolge destino, amore e naturalmente serendipità(*), non aggiunge nulla di nuovo al genere che qui rimane fermo ad una banalità piuttosto scontata che non stupisce, ma non per questo risulta meno fastidiosa.
La coppia di innamorati è abbastanza inusuale e di base fatico a farmi andare bene John Cusack per le commedie romantiche; in ogni caso la chimica mi è sembrata così così, ma sicuramente la colpa è anche della storia prima di appel. Ho apprezzato solo Molly Shannon che, ovunque la metti, riesce a fare sempre la differenza. Cosa che non si può dire di questo film.
(*) Termine che indica la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un'altra.
Cast: John Cusack, Kate Beckinsale, Jeremy Piven, Bridget Moynahan, Eugene Levy, John Corbett, Molly Shannon.
Box Office: $77,516,304
Consigli: Tra tutte le pellicole romantiche dove il vero amore si scopre al primo sguardo, questa non è tra le più rappresentative. Si guarda e lascia guardare tranquillamente ed è sicuramente un titolo perfetto per spegnere il cervello e godersi una serata di relax e disimpegno, ma di questo genere di film ce ne sono di migliori.
Parola chiave: Guanti.

Se ti interessa/ti è piaciuto

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Bengi

venerdì 19 agosto 2016

Film 1196 - Non per soldi... ma per amore

Pellicola cult di fine anni '80 che non avevo mai visto: urgeva recupero!

Film 1196: "Non per soldi... ma per amore" (1989) di Cameron Crowe
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Commedia romantica che ha fatto un pezzo di storia del genere, questo "Say Anything..." è un titolo carino, molto giovane e certamente molto, molto anni '80.
Certe parti le ho trovate un po' bizzarre, a dire il vero, come quando il padre chiede a Diane (Ione Skye) riguardo alla sua relazione appena diventata biblica con Lloyd (John Cusack) o come quando, sempre il padre, le dice di regalare una penna come dono di addio per il ragazzo. Stramberie a parte, comunque, il film è piacevole e non manca di centrare certe questioni molto vere sulla natura delle relazioni e il dolore della loro fine; più inusuale per la commedia romantica, invece, la trama parallela che coinvolge (sempre) il padre e lo vede implicato in un'indagine da parte del fisco che ritiene si sia appropriato di soldi sottraendoli alla casa di cura che possiede e presso cui lavora assieme alla figlia. Accuse che - ancora più inaspettato per le tinte pastello solitamente comuni a questi prodotti - si dimostreranno vere.
"Non per soldi... ma per amore" quindi, pur non rivoluzionando il genere, si appropria comunque di un linguaggio molto personale e lo fa anche attraverso la caratterizzazione dei personaggi - ben approfondita - che sicuramente ha in Lloyd il suo punto di forza. Cusack è davvero perfetto per il ruolo, misto faccia da schiaffi-imbambolato, e non penso sia un caso che tra i suoi ruoli successivi ci sia stato anche quello di Rob Gordon in "Alta fedeltà".
Insomma, risulato positivo ed grande effetto nostalgia per gli 80s.
Ps. Tra i vari personaggi secondari e cameo, troviamo dei giovanissimi Lili Taylor, Jeremy Piven e Joan Cusack (sorella del protagonista).
Cast: John Cusack, Ione Skye, John Mahoney, Lili Taylor, Polly Platt, Bebe Neuwirth, Pamela Adlon, Jeremy Piven, Eric Stoltz, Philip Baker Hall, Joan Cusack, Dan Castellaneta.
Box Office: $21.5 milioni
Consigli: Commedia romantica del all'epoca esordiente alla regia Cameron Crowe (Oscar per la sceneggiatura di "Quasi famosi"), "Non per soldi... ma per amore" è un titolo di culto del genere che vede la scena con lo stereo portatile scolpita nell'immaginario collettivo. Pellicola sui sentimenti, l'amore giovanile e le scelte che potrebbero cambiare la vita, la storia segue le vicende dei due innamorati Diane e Lloyd e la loro ricerca di un equilibrio relazionale post estivo. Perché si sa che le storie nate in estate non hanno vita breve. O no?
Parola chiave: Boombox.

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Bengi

martedì 28 luglio 2015

Film 963 - Hot Tub Time Machine 2

Il primo episodio era stato carino e, a sorpresa, abbastanza divertente. Il sequel non poteva che attrarci...

Film 963: "Hot Tub Time Machine 2" (2015) di Steve Pink
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Brutto e volgare sequel che rovina il buon lavoro fatto con il primo titolo, questo "Hot Tub Time Machine 2" è certamente una delle cose più tremende partorite nel 2015.
Perso il protagonista John Cusack - presente solo in un cameo -, le tre spalle Rob Corddry, Craig Robinson e Clark Duke vengono promosse a protagonisti della seconda storia, rimanendo prigionieri della caricatura che il ruolo da non protagonista imponeva: insomma, diversamente da quanto sarebbe stato auspicabile, i loro personaggi non si sono evoluti, ma al contrario si sono stereotipati maggiormente. Il mix che si viene a creare è esplosivo nella maniera più negativa possibile, tra parolacce a profusione, nonsense e favolate varie che non solo non rendono giustizia al primo film, ma guastano completamente le potenzialità del franchise. Non a caso l'incasso totale della pellicola è inferiore ai 14 milioni di dollari spesi per produrla.
Insomma, un buco nell'acqua su tutta la linea.
Film 610 - Un tuffo nel passato
Box Office: $12.8 milioni
Consigli: Perso Cusack, la produzione lo ha rimpiazzato con Adam Scott per ricreare un quartetto come nel precedente "Un tuffo nel passato". I nuovi "fantastici" quattro falliscono su tutta la linea nel tentativo di ricreare l'atmosfera precedente e, colpa la terribile sceneggiatura, il risultato finale è disastrosamente insopportabile. Peccato, buone premesse sprecate per poche, brutte idee volgari e per nulla divertenti.
Parola chiave: Sparo.

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Bengi

venerdì 8 agosto 2014

Film 756 - La giuria

Ritrovo DVD nascosti, riscopro film dimenticati.

Film 756: "La giuria" (2003) di Gary Fleder
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "La giuria" è una di quelle pellicole tratte da un libro (di John Grisham), ambientata in tribunale (a New Orleans) con un supercast (John Cusack, Rachel Weisz, Gene Hackman, Dustin Hoffman), ma che finisce per essere fondamentalmente snobbata. Visto il budget da 60 milioni di dollari e il pedigree dell'autore del romanzo, i produttori si aspettavano certamente qualcosina in più dell'incasso finale che, tra l'altro, non è riuscito nemmeno a sforare i 100 milioni di dollari. Strano.
Dico strano non tanto perché questo film sia un capolavoro e mi aspettassi il contrario, ma perché, per quanto prodotto commerciale per pubblico di massa, il risultato finale è dignitoso e la trama si segue molto volentieri. L'idea di base, infatti, è molto intrigante: ci compriamo la giuria per vincere il processo?
L'ambientazione giuridica sembra molto cara a Grisham, che pubblica il romanzo "The Runaway Jury" nel 1996, esattamente un anno dopo la pubblicazione dei quel "The Rainmaker" - in italiano "L'uomo della pioggia" - da cui Francis Ford Coppola trarrà l'omonimo film con Matt Damon. Quella pellicola è migliore di questa di Fleder, ma non posso dire di non essermi comunque goduto appieno la visione.
Il film, infatti, ha ritmo, sviluppa abbastanza bene la questione del ricatto e, soprattutto, il gioco 'di manovra' della giuria, tema portante di tutta la trama e che, nonostante qualche forzatura per far scena, convince e funziona. I giurati, da parte loro, saranno per la maggior parte ignari di essere mere pedine di uno scenario ben più grande di loro o del processo cui stanno prendendo parte.
Unica nota un po' negativa e deludente, la frettolosa conclusione, dopo tutte le premesse/promesse fatte allo spettatore. I misteriosi motivi che spingono la coppia Nicholas-Marlee a tentare il colpaccio erano anche intuibili e fine processo e verdetto arrivano con una rapidità che non concede riflessione o ragionamento. Si chiude in fretta nonostante per tutto il film si costruisca in maniera meticolosa lo scenario tra intrghi, caratterizzazione dei numerosi personaggi e risvolti politici.
Tutto sommato, cumunque, "Runaway Jury" è una pellicola che rivedo sempre volentieri. Non un capolavoro, ma funziona e incuriosisce per l'azzardo un po' provocatorio del tema che propone. Carino.
Box Office: $80,154,140
Consigli: Thriller a tratti adrenalinico che gioca sul tema non convenzionale di una battaglia navale fatta con i giurati, tra segreti da scoprire e intimidazioni per ricattare e pilotare il voto. Le due fazioni - classicamente di buoni e cattivi - si giocheranno il tutto per tutto per portarsi a casa un verdetto favorevole alla propria parte rappresentata. Nel mezzo i personaggi di John Cusack e Rachel Weisz che, inaspettatamente rispetto al quadro inizale, si immischieranno nella vicenda con uno scopo ben preciso. Rivelato solo nel finale. Insomma, chi ama le pellicole a sfondo giuridico con un po' di azione e perfino una morale non può davvero lasciarsi scappare "La giuria"!
Parola chiave: Gardner.

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Bengi

giovedì 10 aprile 2014

Film 693 - Il ricatto

Curiosissimo di vedere questa pellicola!

Film 693: "Il ricatto" (2013) di Eugenio Mira
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Grand Piano" parte in quarta e non si risparmia già da subito, giocando le sue carte appena introdotto i personaggi: il pianista prodigio Tom Selznick/Elijah Wood, ansioso e con un'enorme paura di sbagliare; la moglie Emma Selznick/Kerry Bishé, famosa attrice dalla carriera lanciatissima ormai più di quella del marito; gli amici Ashley e Wayne (Tamsin Egerton, Allen Leech), coppia un po' superficiale e semplice; chiude il cerchio il pazzo al telefono che vuole sentire Tom eseguire un pezzo praticamente impossibile da suonare senza commettere imperfezioni.
Tutti inisieme questi personaggi sono seguiti per un lasso di tempo davvero breve, ovvero pochi momenti prima del concerto-evento per il ritorno sulle scene del giovane pianista e poi durante l'esibizione. Nonostante il frangente raccontato sia piccolo, si susseguono numerosissimi avvenimenti che sconvolgeranno non poco Tom durante il suo comeback sulle scene.
A rendergli tutto maledettamente ostico ci penserà il maniaco al telefono che minaccia di sparare alla moglie o a lui nel caso in cui o non esegua alla perfezione il pezzo richiesto - pezzo già precedentemente eseguito in maniera fallimentare e motivo del ritiro dalle scene del pianista - o decida di avvisare qualcuno che possa aiutarlo. Non sarà facile, quindi, mantenere i nervi saldi per tutta la durata dell'evento: non solo perché sotto minaccia, ma perché sotto gli occhi di centinaia di percorse accorse a teatro appositamente per sentire Tom di nuovo nel suo elemento, ma al contempo curiosi di scoprire se saprà reggere la tensione del palcoscenico o nuovamente cadrà in errore durante l'esecuzione.
Chiaramente le numerose componenti in gioco generano la tensione necessaria ad una storia che corre sempre sul filo del rasoio. Bisogna dire che la trama riesce in questo a funzionare per quasi tutta la durata del film, cedendo solo ad un finale troppo sbrigativo rispetto alle premesse così minuziosamente costruite. E' un peccato nel quadro generale, ma il risultato finale è assolutamente positivo.
Da non sottovalutare, poi, gli elementi sonori e visivi. La colonna sonora si fonde alla musica classica a formare un'armonia costante che accompagna la suspanse generata dalla narrazione: un ottimo esempio di accompagnamento ad una storia thriller degna di essere definita tale.
Per quanto riguarda, invece, regia e montaggio è evidente che vi è una ricerca minuziosa di angolature e tagli, a formare quasi un flusso continuo che agevola notevolmente la narrazione e l'accompagnamento musicale fino a formare un tutt'uno. Molte riprese ricordano Hitchcock e la scelta (o l'omaggio) è più che mai azzeccata. Ho apprezzato, inoltre, le molte inquadrature che rappresentano Tom specchiato, riflesso in qualche superficie, a sottolineare il doppio sentimento nei confronti di sé stesso e della propria arte: bravura e consapevolezza del proprio talento da una parte, paura di fallire di nuovo e rifiuto di un dono da cui si è sentito tradito dall'altra. Interessante gioco di rimandi sia visivo, quindi, che narrativo.
Insomma "Il ricatto" è stato un film che mi ha lasciato piuttosto soddisfatto, principalmente grazie a un lavoro generale che dimostra minuzia e cura dei particolari. Peccato per il finale un po' troppo hollywoodiano con il protagonista che improvvisamente diventa Rambo. Si poteva, forse, cercare un'altra soluzione per concludere, magari anche meno frettolosamente. In generale, comunque, un buon esempio di cinema thriller contemporaneo.
Film 693 - Il ricatto
Film 1779 - Grand Piano
Box Office: € 242.055 (al debutto in Italia)
Consigli: Agli amanti delle storie cariche di tensione e suspense di sicuro il film piacerà. C'è una buona ricerca stilistica dell'immagine e una musica di accompagnamento veramente bella ed intensa. Una pellicola piacevole da seguire. Con sorpresona finale: chi è il cattivo?
Parola chiave: 'La Cinquette'.

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Bengi

sabato 4 gennaio 2014

Film 648 - The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca

Molto incuriosito da questa pellicola e soprattutto di scoprire perché fosse stata completamente ignorata dalle nomination ai Golden Globes di quest'anno. Sarà così anche agli Oscar? Basterà aspettare il 16 gennaio per scoprirlo!

Film 648: "The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca" (2013) di Lee Daniels
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Mi aspettavo una specie di capolavoro di cui innamorarmi o un possibile "The Help" versione maggiordomo e, invece, sono rimasto francamente un po' deluso. Non che "Lee Daniels' The Butler" sia un brutto film, assolutamente, però manca di qualcosa per essere un buon film.
Partendo dalla prima sconvolgente vicenda tra i campi di cotone della vita del futuro maggiordomo della Casa Bianca Cecil Gaines, la storia procede poi col racconto di tutta una serie di vicende legate ad innumerevoli persone e personaggi storici, oltre che ambientate durante periodi della storia americana tanto densi da far spavento (Ku Klux Klan, assassinio Kennedy e di Martin Luther King, Pantere Nere, guerra in Vietnam, ...). E, non potendo dare a tutto e tutti la giusta rilevanza, la sensazione è che il mix finale sia più che altro un calderone di ingredienti rimescolato un po' frettolosamente senza che si sia aspettato di trovare un equilibrio per il tutto. Solo per citare i Presidenti sotto cui Cecil lavora: Harry Truman, Dwight D. Eisenhower, John Fitzgerald Kennedy, Lyndon B. Johnson, Richard Nixon, Gerald Ford, Jimmy Carter e Ronald Reagan. Nel finale si vede perfino Obama.
So che la peculiarità di questa storia è proprio quella della persona che ha lavorato per ben 8 Presidenti degli Stati Uniti, però lo spazio di tempo dedicato ad ognuno è veramente troppo fugace per renderli personaggi che vadano oltre una banalissima bidimensionalità legata alla superficie di fatti che si riconosce ad ognuno di loro. E questo, per un prodotto che ha anche pretese storiche, non può andare bene.
In secondo luogo, a mio avviso, troppi volti noti ricoprono i troppi ruoli disponibili. Non si capisce quasi chi sia la star del film, considerando che il protagonista e premio Oscar Forest Whitaker non è certo una che spicca sui red-carpet internazionali e si fa presto a mettere il suo nome in ombra tra tutti questi altri: Oprah Winfrey, Robin Williams, Vanessa Redgrave, Jane Fonda, Alan Rickman, John Cusack, Lenny Kravitz, Mariah Carey. E non li ho nemmeno citati tutti. Quindi è bella, sì, l'idea della piccola parte o del cameo a molti altri grandi attori e non, però il risultato confonde o, per meglio dire, svia da quello che, secondo il titolo, dovrebbe essere il protagonista di questa vicenda ('butler' in inglese è maggiordomo, domestico).
Inoltre trovo che questa nuova fatica di Lee Daniels, dopo il durissimo "Precious", sia più consapevole delle possibili implicazioni che la pellicola potrebbe portare rispetto al precedente lavoro del regista. Grandissimo successo al botteghino in America, ci si aspettava fin da subito avrebbe ottenuto anche un numero esorbitante di candidature ai Golden Globes - ma niente - e, vedremo, agli Oscar.
In quest'ottica "The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca" ha una messa in scena molto più furba, sia per la scelta di una resa d'immagine estremamente patinata e piacente (bellissimi costumi, grande ricostruzione di set e ambientazioni attraverso le varie decadi) sia per quella serie di meccanismi che avrebbero potuto favorirlo alla corsa per i grandi premi della stagione (storia di un outsider che si fa da solo, uomo dalla morale incorruttibile, ma che sa capire e correggere i suoi errori e grande, sommessa, interpretazione di Whitaker). Il problema forse qui è che Daniels era riuscito a far bene proponendo qualcosa di suo, un film crudo e faticosissimo da guardare come non se ne vedevano da tempo, mentre con "The Butler"sembra si sia trovato meno a suo agio.
Fatta questa premessa, che per me è stata motivo di delusione, ho comunque apprezzato lo sforzo di raccontare una storia tanto traumatica e intensa, con le sue parti più o meno condivisibili. La storia di una famiglia di neri tra sopprusi e cambiamenti, in un momento storico in cui chi si ribellava alle violenze e le ingiustizie era il cattivo, mentre l'oppressore il paladino della giustizia. Nel finale il momento più bello del film sarà proprio quando Cecil capirà la verità sul figlio, dopo tante lotte e ribellioni e anni di allontanamento.
Quello che mi ha molto colpito di questa storia, comunque, è il fatto che rappresenti una serie di eventi durissimi e in molte altre situazioni dipinti come fatali per la vita umana (alcolismo, tradimento, perdita di un figlio, ostinazione caratteriale) e li presenti come assolutamente reversibili e non irreparabili. Ricominciare, ricominciare e ancora ricominciare per proseguire un cammino con, ogni volta, un rinnovato attaccamento alla vita. E' un processo silenziosissimo che non viene mai gridato qui, ma mi è rimasto particolarmente impresso.
Insomma, capisco perché in America questo film abbia avuto tanto successo - parla degli ultimi 100 anni della loro storia e poi c'è Oprah -, ma mi aspettavo che il risultato finale sarebbe stato più storico e meno emotivo. E' una storia interessante e che affronta tantissimi snodi difficili delle vicende americane, però manca davvero di magnetismo e personalità. Si potrebbe dire che "The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca" abbia adottato appieno lo "stile di vita" del suo protagonista: c'è, ma di fatto non lo senti.
Ps. Con 30 milioni di dollari spesi per produrlo e un incasso mondiale di $161,875,188, questo è nella lista di film più remunerativi del 2013.

[EDIT]: Un mio ulteriore pensiero a proposito di questo film nella recensione per "IL MURO mag": "THE BUTLER – UN MAGGIORDOMO ALLA CASA BIANCA. L’ULTIMO SUCCESSO DI LEE DANIEL"


Consigli: Alcuni l'hanno presentato come il nuovo "Forrest Gump", ma non credo che il candore di Forrest e il suo magico modo di vedere la vita sia assolutamente paragonabile. La somiglianza potrebbe stare piuttosto nella serie di eventi storici in cui il protagonista è costretto a muoversi durante la sua lunga vita. Ciò detto, "The Butler" è comunque un buon prodotto commerciale e storicamente può dare anche qualche rinfrescata, che non fa mai male. Molto lodate le interpretazioni di Forest Whitaker e soprattutto Oprah Winfrey, per la quale è plausibile aspettarsi una nomination agli Academy Awards come non protagonista dopo la prima del 1986 per "Il colore viola" e l'Oscar onorario per l'impegno umanitario ricevuto nel 2012 (quest'anno l'ha vinto Angelina Jolie).
Parola chiave: Civil Rights Act.

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Bengi

sabato 9 novembre 2013

Film 610 - Un tuffo nel passato

Non sapevo nemmeno che in Italia fosse uscito, anche se quando uscì in America questa pellicola mi aveva incuriosito.

Film 610: "Un tuffo nel passato" (2010) di Steve Pink
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Quando uscì, il titolo inglese "Hot Tub Time Machine" mi aveva incuriosito, anche se la presenza del sempre-lesso John Cusack aveva un po' scemato il mio entusiasmo. Anche il trailer, comunque, non sembrava male.
Sono passati 3 anni dall'uscita nelle sale americane di questo film e, per puro caso, mi ci sono nuovamente imbattuto: questa volta, non me lo sono lasciato sfuggire. Sia perché pareva essere la classica commedia demenziale americana, sia perché l'idea del ritorno nel passato - in particolare negli anni '80! - mi è subito piaciuta.
In effetti "Un tuffo nel passato" è un meraviglioso passatempo comico a tratti demenziale che funziona bene e diverte spassosamente lo spettatore senza troppi peli sullo stomaco. I 4 protagonisti (Cusack, Rob Corddry, Craig Robinson e Clark Duke) rendono giustizia ad una storia carica di volgarità e situazioni comiche certamente spinte in quella direzione, ma se si sta al gioco si passano un paio d'ore spensierate al retrogusto nostalgico per lacca e spalline. Nel ricreare ambiente, look e must di 30anni fa, infatti, questo film è perfetto e sottolinea in maniera divertita l'abisso che c'è tra i nostri giorni e quei tempi dove cellulari, wi-fi e le grandi tecnologie di massa non erano ancora il quotidiano di quasi tutti noi. In parallelo all'accostamento temporale corre quello delle vite dei protagonisti - in particolare dei 3 adulti - che, dopo aver tentato un approccio emulativo delle situazioni che li avevano portati ad essere quelli che sono diventati, scelgono poi di usare a loro vantaggio le nuove prospettive che il viaggio indietro nel tempo ha loro regalato, finendo per godere di quegli aspetti che avevano rimpianto nel loro primo percorso passato.
Senza nessuna pretesa oltre quella di intrattenere e, se vogliamo, omaggiare un recente periodo storico ultimamente tornato di gran moda (si pensi solo, per esempio, alla serie tv "The Carrie Diaries" ambientata nel passato adolescenziale della famosa Carrie Bradshaw di "Sex and the City"), questa pellicola compie egregiamente il suo dovere commerciale finendo per divertire chi guarda con qualche trovata comica riuscita, l'atmosfera giusta e una serie di personaggi surreali e sb(r)occati che il cast impersona in maniera funzionale (in particolare le due ragazze 'pazze' Lyndsy Fonseca e Collette Wolfe).
Ps. Incasso mondiale di $61,336,869 che, pare, aver convinto la produzione verso un sequel "Hot Tub Time Machine 2" iniziato a girare nell'estate di quest'anno, ma senza Cusack.
Consigli: Direi che è perfetto per un serata in compagnia. E' divertente, sbroccato e assolutamente utile a spegnere per un po' il cervello. Gli anni '80 fanno il resto.
Parola chiave: Chernobly.

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Bengi

lunedì 4 novembre 2013

Film 607 - The Raven

Tra le proposte di My Sky questa pellicola sembrava una delle più interessanti...

Film 607: "The Raven" (2012) di James McTeigue
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi (ma dormiva)
Pensieri: "The Raven" è un prodotto esteticamente molto curato che gioca benissimo la carta dell'atmosfera cupa ricreata tramite una ricerca dell'immagine davvero ben fatta. E, va detto, anche la premessa di una trama che vede schierare in prima fila nientemeno che Edgar Allan Poe contribuisce non poco a delineare un alone di mistero e tensione a tinte horror.
Fondamentalmente, però, i grandi pregi della pellicola terminano qui.
Innanzitutto il cast non è in grado di rendere una caratterizzazione dei personaggi che vada oltre il minimo sindacale auspicabile. La scelta del lesso John Cusack nei panni di Poe e della incapace Alice Eve - insieme formano una delle coppie più insipide della storia del cinema - vanificano anche il talento di uno come Brendan Gleeson che, solitamente, è un caratterista capace e una spalla affidabile. I tre in questione, che rispettivamente sono amante, amata e burbero padre di quest'ultima, formano un triangolo familiare stantio e poco divertente, finendo per affrontare, passo dopo passo, esattamente ogni tappa (narrativa) che ci si aspetta da loro. Chiaramente questo è imputabile solo alla trama.
La sceneggiatura, che come si diceva tanto promette in principio, finisce per vanificare l'idea creativa ed originale che fa da input alla vicenda - ovvero un serial killer che sfida Poe mettendo in scena gli efferati omicidi dei suoi racconti - e sceglie per un finale privo di brio e che miscela in maniera un po' deludente la pura finzione del racconto alle reali misteriose cause di morte del grande scrittore.
Insomma, come forse era prevedibile, questo film non riesce veramente a lasciare il segno e finisce per ricadere in quell'universo di pellicole commerciali dalle buone idee di base ma che optano per una realizzazione superficiale e frettolosa (qui, su tutto, il rapimento di Emily Hamilton e relativa interpretazione di Miss Eve è un mix letale di cattivissima recitazione e mal gestita suspense).
Diciamo che, considerandolo un B movie, "The Raven" è davvero ben realizzato. Se, invece, lo si inquadra in qualcosa di superiore, allora è sinceramente un fallimento.
Ps. Box office imbarazzante: 26 milioni di dollari per realizzarlo e $26,059,817 di incasso mondiale.
Consigli: E' un intrattenimento leggero e intrigante per certi aspetti trattati dalla storia. Il resto è realizzato in maniera frettolosa ed è un peccato, perché l'incipit intrigante e l'idea del serial killer fan dei racconti di Poe aveva il suo fascino.
Parola chiave: Sepolta viva.

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Bengi

mercoledì 17 aprile 2013

Film 533 - 2012

E' inutile, il dvd ormai ce l'ho e ogni tanto lo riguardo...


Film 533: "2012" (2009) di Roland Emmerich
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Tanto non c'è niente da fare, a me questo film piace. 

Gli effetti speciali sono fatti benissimo, azione, pathos, dramma e avventura giocano tutti a favore della storia che, futuristica, catastrofica e big bluff, funziona alla grande. Niente di sofisticato, ma l'intrattenimento qui è ad alto livello.
Stereotipato quanto basta da rendere ogni Nazione presa in considerazione dalla pellicola abbastanza simile alla situazione interna di quel Paese al momento dell'uscita del film, noi italiani ci facciamo una così pessima figura che, in effetti, è imbarazzante confrontarsi con l'immagine che passa di noi attraverso i media e come questa sia ormai radicata. Quindi la pellicola è, sì, costruita un po' in maniera superficiale rispetto alla caratterizzazione di ogni personaggio e al Paese di appartenenza, però non si sa bene per quale motivo l'Italia sia stata maggiormente sbeffeggiata a dispetto di tutte le altre Nazioni che finiscono per fare una bella figura (come Russia e Germania).
A parte questo - e specificato che a me l'ironia di fondo non ha offeso, dato che ciò che abbiamo è ciò che esattamente ci meritiamo - "2012" è un bombardamento di adrenalina, sempre a preme sull'acceleratore dell'azione frenetica, caotica e di grande impatto visivo. Così crosta terrestre che si spacca, vulcani che eruttano, terremoti, tsunami e tutto ciò che di più pericoloso sulla terra vi può venire in mente, qui c'è. E non fate l'errore di pensare cosa sarebbe potuto accadervi se, in quel 21 dicembre appena passato, i Maya avessero davvero avuto ragione... Ps. $769,679,473 di incasso mondiale e un budget di 200milioni per produrlo: colossale!
Film 20 - 2012
Film 197 - 2012
Film 533 - 2012
Film 2015 - 2012
Consigli: Dolby surrond a manetta, pop-corn e qualche amico che condivide la passione per il genere sci-fy! Per chi piace è una bomba!
Parola chiave: Arche.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 14 ottobre 2012

Film 464 - Sixteen candles - un compleanno da ricordare

E dopo "Breakfast Club" un altro cult anni '80 con metà dello stesso cast e la stessa regia. Un successo assicurato? Io e Paola eravamo fiduciosi...


Film 464: "Sixteen candles - un compleanno da ricordare" (1984) di John Hughes
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Mi è piaciuto? Non mi è piaciuto? Chiaro che mi è piaciuto! Probabilmente già di animo ben disposto, ho trovato davvero divertente questa ennesima commedia americana generazionale, questa volta di più disimpegno e meno confronto analitico degli adolescenti anni '80.
E comunque va bene così. Va bene perchè nonostante un incipit assurdo - la famiglia che si dimentica totalmente del sedicesimo compleanno di Samantha/Molly Ringwald - il film è divertente e autoironico, con un buon cast principale e delle spalle piuttosto divertenti (tra i futuri molto famosi si riconoscono perfettamente i fratelli Cusack, Joan e John).
Chiara fin da subito la divisione tra cool e sfigati - gli avi dei nerd di oggi -, "Sixteen candles" si potrebbe dire che mette sotto gli occhi dello spettatore quello che per noi è quotidianità narrativa: l'eterna lotta per l'ascesa sociale in un ambiente (il liceo) fatto di caste che è praticamente impossibile scardinare. E allora c'è lo sportivo più bello della scuola (Michael Schoeffling), la ragazzina al secondo anno che ne è pazzamente innamorata (la Ringwald) credendo di essere senza speranza, il magrolino sfigato che ci prova con quest'ultima credendo di sfoderare doti da grande amatore risultando però semplicemente impacciato (Anthony Michael Hall) e tutta un'altra serie di prototipi umani che conosciamo perfettamente e che, anche qui, funzionano alla grande. Il liceo, insomma, è un ambiente fertile per scatenare la fantasia.
Cercando sempre di tenere a mente contesto e periodo, direi che questo è un prodotto carino e non volgare, adatto al target cui si propone(va) e, anche se solitamente non apprezzo, carico di una certa dose di incantata innocenza che, forse, oggi tendiamo a sottovalutare. Samantha è una sognatrice - il che è un classico - ma, nonostante le gag sessuali ci siano, si capisce perfettamente che ha come unico scopo quello di riuscire quantomeno in una pomiciata con il suo bell'amato. In questo la Ringwald è perfetta e gioca la carta dell'innocenza con una naturalezza invidiabile.
Forse tutto questo tornare un po' indietro, ricordarsi che a 16 anni in fin dei conti sei ancora un ragazzo oppure condizionato un po' dai ricordi d'infanzia in cui le cornette del telefono avevano fili chilometrici per poter parlare in qualunque stanza della casa, mi hanno fatto apprezzare in maniera sincera questa pellicola. Un effetto nostalgia? Probabile. Ma "Sixteen candles - un compleanno da ricordare" è una piccola, piacevole sorpresa a prescindere da questo. Lo rivedrei.
Consigli: Perfetto esempio di prodotto teen anni '80. Parla di adolescenti in maniera ironica e si riconoscono perfettamente gag e luoghi comuni che la commedia americana di oggi utilizza in maniera disinvolta. Da riscoprire anche solo per smascherare questo aspetto. E poi è divertente!
Parola chiave: Compleanno.

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BB

giovedì 5 luglio 2012

Film 425 - Alta fedeltà

Alla ricerca di qualcosa di nuovo da vedere in una serata casalinga, ho rispolverato questo dvd che avevo comprato qualche tempo fa.


Film 425: "Alta fedeltà" (2000) di Stephen Frears
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sono rimasto folgorato da questo film. Non ricordo una visione così piacevole da non so più quanto tempo. L'ho trovato bellissimo.
Anche se non posso dire sia il mio solito genere di pellicola - un po' indie - "High Fidelity" mi ha proprio convinto: bei dialoghi, una concezione dell'amore simile alla mia, una storia interessante e un protagonista davvero azzeccato (John Cusack, che ha scritto anche la sceneggiatura tratta dal libro di Nick Hornby).
Ora faccio un attimo di autocritica. Sono consapevole che il momento che sto attraversando mi rende particolarmente sensibile a certe tematiche. Probabilmente anche solo un anno fa avrei 'capito' di meno i sentimenti o le emozioni che si riportano in questa storia. Ma adesso, per come sono cambiato, posso dire di essermi sentito davvero vicino a Rob Gordon/Cusack e, suppongo anche per questo, ho tanto gradito quanto ho visto. La richiesta di matrimonio di Rob a Laura/Iben Hjejle è una delle più belle e vere che abbia mai sentito e riflette alla perfezione ciò che credo manchi a molti di noi oggi: la capacità di renderci conto di cosa abbiamo già a dispetto di un mondo di fantasie irreali che potrebbero distrarci proprio dal vedere finalmente che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è già a nostra disposizione.
Ripeto, so di essere particolarmente suscettibile all'argomento per motivazioni totalmente personali, ma per come mi sono andate le cose ultimamente, se avessi avuto la possibilità di un dialogo sincero, anche io avrei voluto dire alla persona che mi stava di fronte le stesse cose che dice Rob a Laura.
In un contesto come questo, quindi, credo sia facile capire per quale motivo io sia tanto affascinato da "Alta fedeltà". L'idea della finale, sincera maturazione e presa di coscienza del protagonista è un percorso di formazione (non scontato) che eliminerebbe alla fonte molti dei problemi di coppia del nostro presente. La frenetica necessità del ricercare sempre qualcos'altro nella speranza che sia migliore, più interessante o più stimolante ci ha reso ciechi nei confronti dei nostri veri sentimenti. Accorgersi, appunto, di avere già quello di cui si ha bisogno è un esercizio di maturità che non in molti sono capaci di fare (anche io, eh!).
Oltre, quindi, a condividere un'idea delle cose di coppia con chi è autore di quest'opera, ho trovato anche molto simpatica l'idea morbosa delle classificazioni a tutti i costi che accomuna i protagonisti (tra cui anche un giovanissimo Jack Black): una particolarità che li rende ancora più nerd.
Altra trovata carina è il flusso di coscienza traboccante che il protagonista rivolge direttamente allo spettatore guardando in macchina. Rende perfettamente il senso di intimo che il tono confidenziale delle cose riferite sottintende. Approfondisce con spessore il carattere del personaggio e lo rende ancora più simpatico agli occhi di chi guarda per le cose spesso strampalate che racconta. In questo John Cusack è davvero formidabile.
Tra gli altri attori conosciuti la sorella di Cusack, Joan ("Una donna in carriera", "In & Out"), Catherine Zeta-Jones ("Chicago"), Tim Robbins ("Mystic River"), Lisa Bonet ("I Robinson") e Lili Taylor ("Haunting - Presenze").
Insomma, lo spaccato sociale che racconta la storia è secondo me ben analizzato e rappresentato con ironia, disillusione e una certa dose di cinismo che rende il tutto un mix davvero riuscito. Un cult.
Consigli: Se è piaciuto il film bisogna recuperare assolutamente il libro. Cosa che ho tutta l'intenzione di fare.
Parola chiave: Top Five.

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Ric

martedì 14 dicembre 2010

Film 197 - 2012

Scelto il portatile nuovo, alla cassa mi fermo in attesa - ultimo di una fila chilometrica - e mi guardo intorno. E, colpito dalla voglia di spendere, trovo esattamente quello che fa per me: il dvd di un film catastrofico!


Film 197: "2012" (2009) di Roland Emmerich
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Anche a casa, sul divano, dallo schermo del mio adorato iMac 24 pollici, con dolby surround sparato a mille, questo film è veramente entusiasmante. Non si perde la qualità dell'immagine, del suono, degli effetti speciali.
Per chi ama il genere - Emmerich è un habitué - questo è decisamente uno dei film adrenalinici più riusciti e DEVE essere visto. Con $766,812,167 di incasso in tutto il mondo è stato uno dei film del 2009 che ha incassato di più.
Film 20 - 2012
Film 197 - 2012
Film 533 - 2012
Film 2015 - 2012
Consigli: Pronti a vedere la Terra sottosopra? L'Italia umiliata (ma ormai ci abbiamo fatto il callo)? A far tremare i muri di casa vostra? Se la risposta è "sì", non vi rimane che premere play! Buona visione.
Parola chiave: Scatafascio.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 28 novembre 2009

Film 20 - 2012

Finalmente posso narrare un'avventura cinematografica... in un cinema!


Film 20: "2012" (2009) di Roland Emmerich
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: papà
Pensieri: OH MIO DIO. Fantastico. Sono rimasto folgorato! Delle scene apocalittiche da far venire i brividi! Io e il dolby surrond potremmo sposarci! La trama poteva anche non esserci tanto son fatte bene le scene di distruzione planetaria. Sembra di stare lì, di volare tra gli edifici che collassano su sé stessi, tra le montagne inondate, i crateri che sputano lava incandescente. So perfettamente che questo film non ha alcuno spessore culturale, è una trovata commerciale allo stato puro, non hanno nemmeno bisogno di nasconderlo: qui si lavora per incassare! E se partite con questo presupposto ben chiaro in testa, non potete rimanere delusi. E' una bomba ad orologeria questo film, pronto ad esplodere scintille! Emmerich sì che sa costruire un blockbuster fatto bene! Altro che Michael Bay e il suo ultimo "Transformers 2" che mi ha regalato solo un mal di testa da tanti che erano gli effetti speciali sonori! Mamma mia che accozzagli di rumori!
Qui, invece, ci viene regalata un'apocalisse a ritmo di impeto naturale: l'uomo non può che soccombere alla forza sterminatrice di un pianeta incazzato. Ma non c'entra l'uomo questa volta. Scordatevi "The day after tomorrow", qui la colpa è dell'allineamento dei pianeti del sistema solare e non ci si può fare proprio niente. I Maya avevano avvisato, ma poi non è che gliene fregasse più di tanto visto che la data di scadenza della Terra era molto distante dalla loro epoca...
Ora, però, è il momento della resa dei conti e soli in pochi riescono a sopravvivere, grazie al loro intuito, forza, istinto, attaccamento alla vita e... soldi! Già, perchè l'idea per come sopravvivere alla catastrofe c'è, peccato che sia per pochi eletti! Delle arche (alla Noè) vengono preparate per coloro i quali si possano permettere di investire un miliardo di euro a persona per noleggiare una cabina. Sotto certi aspetti ricorda qualche passaggio del Titanic.
Comunque vorrei ragionare su alcune considerazioni. Faccio un elenco:
a) John Cusack è un attore di banali capacità (nota negativa);
b) a Emmerich piace uccidere i presidenti degli Stati Uniti dei suoi film. E distruggere la Casa Bianca;
c) gli italiani sono derisi per la metà del film: sempliciotti e creduloni (il primo ministro, nel film, non sale sull'arca perchè preferisce andare a pregare in San Pietro. Preferisce stare col popolo? Nobile. Gli cade la cupola in testa? Stupido. Ma poi siamo sicuri che Berlusconi preferirebbe morire schiacciato piuttosto che salvarsi? Ah, già, che stupido... Lui è indistruttibile!);
d) gli americani sanno creare cose meravigliose con gli effetti speciali;
e) Emmerich sa come si costruisce un successo cinematografico (è regista, sceneggiatore e produttore delle sue creazioni). Ne sono esempio i suoi ultimi film: 10,000 A. C. (2008), The Day After Tomorrow (2004), Il patriota (2000), Godzilla (1998), Independence Day (1996) e Stargate (1994). Nessuno di questi ha incassato meno di 100 milioni di dollari al box office mondiale;
f) gli scienziati sono annunciatori di sventura. Lo erano in "The day after tomorrow", lo sono anche qui. Sanno spiegare i fenomeni, ma falliscono nel prevederne la tempistica. Sembra che Emmerich tenda a proporre questa visione in slow motion della scienza, una critica non da poco. Lo scienziato, così, è sì esponente della massima sapienza, ma impotente di fronte agli avvenimenti che studia, caricandoli della grave colpa di non saper salvare il genere umano. Se si parte dal presupposto che la scienza dovrebbe migliorare la qualità della vita, questo è un enorme fallimento oltre che un'evidente critica.
Tornando al film più in generale, ribadisco che mi ha esaltato e tenuto ben ancorato alla sedia grazie alla potenza visiva che propone. Ho anche gradito la rappresentazione mondiale delle più disparate culture (come già in "The day after" ecc ecc) che, seppure non come messaggio principale, ci ricorda che il multietnico non è solo utopia.
Film 20 - 2012
Film 197 - 2012
Film 533 - 2012
Film 2015 - 2012
Consigli: Questo film ha senso solo al cinema, uno di quei multisala che ti sparano nelle orecchie il sonoro mentre vieni travolto dalle immagini attorno a te!
Parola chiave: Pensavo che avessimo più tempo!



#HollywoodCiak
Bengi