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sabato 5 agosto 2023

Film 2196 - Hercules

Intro: Era da un po' di tempo che lo volevo rivedere perché, anche se me lo ricordavo in generale, questo non è mai stato uno dei classici Disney a cui ho dato particolare attenzione.

Film 2196: "Hercules" (1997) di Ron Clements, John Musker
Visto: dal computer
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: qualche tempo fa mi sono imbattuto in una serie di video sulla Disney e il suo momento d'oro da "La sirenetta" fino più o meno al cartoon di "Tarzan", un decennio che ha regalato alla casa di Topolino non solo miliardi di dollari e numerosi Oscar, ma anche una rinnovata reputazione dopo anni stagnanti di titoli dimenticabili. Con la valanga di titoli live-action (di fatto remake) che nell'ultimo periodo hanno invaso le sale cinematografiche e i salotti di casa (Disney+), parrebbe che, a detta di molti, la Disney si sia di fatto rovinata nuovamente la reputazione, mettendo a repentaglio il buon lavoro fatto negli ultimi anni in tandem con la Pixar in nome del dio denaroche ultimamente parrebbe trainare gli obiettivi del loro business plan. Vedremo come si metteranno le cose nel futuro.
Di fatto è già stato annunciato il live-action di "Hercules" (motivo per cui ho voluto rivedere l'originale cartoon) e, per l'occasione, Guy Ritchie tornerà alla regia di un remake in carne ed ossa di un classico Disney dopo il grandissimo successo di "Aladdin" e il suo miliardo di dollari al box-office mondiale. Onestamente non posso dire di essere particolarmente entusiasta all'idea di tutti questi copia e incolla cinematografici, specialmente considerando che ne sono già stati ufficialmente annunciati 9 (tra cui "Lilo & Stitch", "Gli aristogatti" e "Biancaneve", il primo di questi ad uscire al cinema il prossimo marzo): non c'è veramente alcun bisogno di rivisitare tutti questi film in chiave moderna, né di riproporre contenuti già visti e adorati dai più, considerando che questi nuovi film sono principalmente senz'anima e senza alcuna idea innovativa a giustificarne l'esistenza che non sia l'incasso al botteghino.
Detto ciò - e volendo tornare all'argomento principale, ovvero questo "Hercules" del 1997 - devo dire che il film è stato un piacevolissimo ritorno all'infanzia (nel '97 avevo 10 anni). Coloratissima e dall'ottimo ritmo, specialmente grazie alla trovata della narrazione canora delle Muse, questa pellicola ci ricorda perché fossimo tutti ossessionati con la Disney da bambini: bellissimi disegni, originali e ben fatti in combinazione con un elemento musicale sempre perfetto, il tutto per un risultato finale divertente e spassoso e con un tocco di racconto di formazione (per non parlare dei magnifici cattivi, da Ursula a Yzma, passando per Scar e qui, ovviamente, Ade).
Sì, "Hercules" è meno memorabile di altri titoli Disney che hanno fatto la storia, ma a oltre 25 anni dalla data di uscita, questo film non mostra alcun segno di invecchiamento. Chapeau.
Film 564 - Hercules
Film 2196 - Hercules
Cast: Tate Donovan, Danny DeVito, James Woods, Susan Egan, Rip Torn; Raoul Bova, Alex Baroni, Giancarlo Magalli, Veronica Pivetti (doppiaggio italiano).
Box Office: $252.7 milioni
Vale o non vale: Classico Disney forse non tra i più ricordati, ma certamente non per questo meno di valore. Spassoso e divertente, ottimo film per tutta la famiglia o i nostalgici di un tempo d'oro in cui portare un film al cinema per la Disney voleva ancora dire scommettere su qualcosa di nuovo.
Premi: Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior canzone originale ("Go The Distance").
Parola chiave: Hero.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 8 luglio 2022

Film 2116 - The Emperor's New Groove

Intro: Mi è tornata improvvisamente voglia di vederlo, così l'ho recuperato appena ho avuto occasione.

Film 2116: "The Emperor's New Groove" (2000) di Mark Dindal
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: l'avevo già visto una volta, ma ammetto che non me lo ricordassi così bene. Ero principalmente incuriosito dallo status di cult che ha ottenuto nel corso degli anni e volevo capire se ne avrei apprezzato l'umorismo a quanto pare inusuale per un prodotto Disney di questo tipo, in un'epoca in cui la casa di Topolino non era certo al suo massimo splendore. E devo dire che "The Emperor's New Groove" è stata una piacevole riscoperta!
Simpatico, piacevole e dal ritmo incalzante, l'avventura di Kuzco (David Spade) e del GGG Pacha (John Goodman) è una boccata d'aria fresca che, a 22 anni dalla sua uscita nelle sale, funziona ancora meravigliosamente bene. Da non sottovalutare, poi, la forza dirompente del dinamico duo Yzma & Kronk (Eartha Kitt e Patrick Warburton) che, praticamente da soli, portano tutta la spinta comica della storia sulle loro spalle.
Forse non il classico Disney che uno si aspetta, ma certamente un felice caso di "esperimento riuscito" che devia dal racconto standard simil-fiaba più tradizionale cui eravamo stati abituati fino a quel momento, per concentrarsi su temi meno esplorati come l'amicizia, la scoperta di sé e il percorso di formazione. Da vedere.
Cast: David Spade, John Goodman, Eartha Kitt, Patrick Warburton, Wendie Malick.
Box Office: $169.6 milioni
Vale o non vale: Divertente e dal buon ritmo, "The Emperor's New Groove" rompe la tradizione delle principesse Disney e si concentra su un protagonista egocentrico e immaturo che, attraverso una magia e un viaggio forzato alla compagnia di un co-protagonista dalla personalità completamente opposta, imparerà che nella vita c'è molto di più che mettere sé stessi sempre al primo posto.
Per certi versi meno iconico di altri titoli Disney, ma ha un suo perché che vale la pena di scoprire.
Premi: Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior canzone originale ("My Funny Friend and Me" di Sting e Dave Hartley); 1 nomination ai Grammy nella categoria Best Song Written for a Motion Picture, Television or Other Visual Media per la stessa canzone.
Parola chiave: Summer palace.
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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 24 agosto 2019

Film 1663 - The Sword in the Stone

Intro: Era da un bel po' che parlavamo di rivederlo e, finalmente, siamo riusciti a trovare il momento giusto.
Film 1663: "The Sword in the Stone" (1963) di Wolfgang Reitherman
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: non tra le mie pellicole Disney preferite, mi ha fatto comunque piacere riscoprire la storia di Artù, Merlino, Anacleto e Maga Magò, un gruppo di protagonisti squinternati e divertenti. Indimenticabili le scene di battaglia tra i due maghi e la partenza di Merlino Honolulu.
Cast: Rickie Sorensen, Karl Swenson, Junius Matthews, Sebastian Cabot, Norman Alden, Martha Wentworth.
Box Office: $22.2 milioni
Vale o non vale: Migliore di tutti i film su re Artù prodotti per il cinema, la pellicola di Walt Disney rimane un classico senza tempo.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior colonna sonora.
Parola chiave: Torneo.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 21 agosto 2019

Film 1656 - Lady and the Tramp

Intro: Non lo rivedevo da un'eternità!
Film 1656: "Lady and the Tramp" (1955) di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: i classici Disney un po' datati, pur avendoli visti tutti, fatico spesso a ricordarli e mi ha fatto piacere ritrovare un cult come "Lilli e il vagabondo" per, praticamente, riscoprirlo. Inutile dire che si tratti di un altro piccolo capolavoro d'animazione, nonché un prodotto per tutta la famiglia senza tempo. Bello, di classe e molto tenero.
Cast: Peggy Lee, Barbara Luddy, Larry Roberts, Verna Felton, Bill Thompson, Dallas McKennon, Bill Baucom.
Box Office: $187 milioni
Vale o non vale: Come sappiamo, la Disney quest'anno non si risparmi e tra i vari remake in live-action che ha in produzione, il prossimo in ordine temporale è proprio quello di "Lady and the Tramp", in uscita in America il 12 novembre su Disney+. In previsione di questo (ennesimo) rifacimento, può valere la pena riscoprire il cartone originale, complice anche quell'effetto nostalgia che spesso è quel valore aggiunto che non guasta.
Premi: Candidato al BAFTA per il Miglior film d'animazione e vincitore del David di Donatello per la Migliore Produzione Straniera.
Parola chiave: Ratto.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 maggio 2019

Film 1593 - The Rescuers

Intro: Ogni tanto si torna sul viale dei ricordi per riscoprire classici che hanno fatto la storia della nostra infanzia.
Film 1593: "The Rescuers" (1977) di Wolfgang Reitherman, John Lounsbery, Art Stevens
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: uno dei miei personalissimi cult di quando ero bambino, "Bianca e Bernie" è uno di quei cartoon di cui non ti stanchi mai. Animazione stupenda, protagonisti adorabili e storia avvincente, per un titolo adatto a tutta la famiglia che è un piacere guardare e riguardare;
mi ha fatto un po' effetto vederlo in inglese, più che altro per l'effetto che fa sentire le voci originali rispetto a quelle cui ero sempre stato abituato. In un certo senso è stato un "esperimento" interessante e mi ha fatto tremendamente piacere riscoprire questo bellissimo film d'animazione dopo tanti anni che non lo rivedevo. Questa visione non ha fatto altro che consolidare la mia opinione estremamente positiva rispetto a un film delicato e sensibile, perfetto esempio di classico Disney d'altri tempi (come non ce ne sono più).
Cast: Bob Newhart, Eva Gabor, Michelle Stacy, Geraldine Page, Joe Flynn, Jim Jordan, John McIntire, Jeanette Nolan, Pat Buttram, Bernard Fox.
Box Office: $169 milioni
Vale o non vale: Animazione curata ed esteticamente perfetta, due protagonisti adorabili e indimenticabili per un film che combina avventura e un'inaspettato grado di tenerezza, il tutto per un risultato finale impossibile da dimenticare. Perché Bianca e Bernie sono semplicemente fantastici.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior canzone originale ("Someone's Waiting For You").
Parola chiave: Bottiglia.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 26 ottobre 2018

Film 1518 - Lilo & Stitch

Intro: One of my favourite animated feature films ever!
Film 1518: "Lilo & Stitch" (2002), Dean DeBlois, Chris Sanders
Watched: my laptop
Language: English
Watched with: Fre
Briefly: this movie is great and I remember I was so caught up by the story when I first watched it, which it really surprised me. "Lilo & Stitch" is funny and entertaining, sweet and kind to a new, enjoyable level. Lilo's character is built up so perfectly, she's a real human being role model, always open to second chances and new possibilities in life. I really do love her;
smart and well written, this isn't just a family movie, but also an enriching story that reminds us that differences are everywhere in life, yet still they shouldn't really matter: you can be a crazy weird invincible alien mad at everyone and still find your place in life thanks to new friends and an open mind. We should embrace our differences and not being scared by them.
Film 1118 - Lilo & Stitch
Film 1518 - Lilo & Stitch

Cast: Daveigh Chase, Chris Sanders, Tia Carrere, David Ogden Stiers, Kevin McDonald, Ving Rhames, Zoe Caldwell, Jason Scott Lee, Kevin Michael Richardson.
Box Office: $273.1 million
Worth watching?: Terribly sweet and - honestly - unexpectedly funny, "Lilo & Stitch" is a must see not only for every Walt Disney Pictures fan, but for everyone who's looking for a nice movie experience and a perfect cartoon choice. Trust me!
Awards: Nominated at the Oscars for Best Animated Feature.
Key word: Experiment 626.

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Bengi

lunedì 17 settembre 2018

Film 1510 - The Lion King

Intro: For once we had a long lunch break, so we decided to spend our time watching not just one, but two movies one after the other!
Film 1510: "The Lion King" (1994), Roger Allers, Rob Minkoff
Watched: from my laptop
Language: English
Watched with: Fre
Briefly: one of the best movies Disney ever produced, "The Lion King" is still rockin' it! After a sequel ("The Lion King II: Simba's Pride") and a prequel ("The Lion King 1½") and two television series ("Timon and Pumbaa" and "The Lion Guard"), next year will be the time for the CGI remake directed by Jon Favreau. The lion is roaring loud and clear!;
it's impossible not to cry when Mufasa dies. It's such an emotional scene, so perfectly achieved. And the fact that this is a family movie targeting kids and teenagers, it's even more impressive how they managed to deal with death and loss. Chapeau.;
the songs are amazing, one of the best stuff you can find here. They're catchy, funny, and impossible to forget. "Hakuna Matata" is brilliant, "Can You Feel the Love Tonight" powerful, "I Just Can't Wait to Be King" delightfully entertaining. My personal favourite though is "Circle of Life".;
surely one of the best animated movies ever made. Entertaining, smart, dark enough and morally satisfying, "The Lion King" is the perfect choice either for kids and adults who want to enjoy a great story and a very well drawn movie art piece.
Film 126 - Il re leone
Film 1298 - Il re leone
Film 1510 - The Lion King
Film 1511 - The Lion King 2: Simba's Pride
Cast: Matthew Broderick, James Earl Jones, Jeremy Irons, Rowan Atkinson, Moira Kelly, Nathan Lane, Ernie Sabella, Robert Guillaume, Jonathan Taylor Thomas, Niketa Calame, Whoopi Goldberg, Cheech Marin, Jim Cummings, Madge Sinclair.
Box Office: $968.5 million
Worth watching?: it's undoubtedly one of the best known animated movies ever. It still is a huge success and since it hit the theatres has been one of the greatest box-office earners of all time and it reached the cult status a long time ago. What should we ask more from a single movie? Nothing. So just enjoy the pleasure of watching it.
Awards: 2 Oscars win out of 4 nominations (Best Score and Best Original Song for "Can You Feel the Love Tonight"); 3 Golden Globes won (Best Motion Picture - Comedy or Musical, Best Original Song, Best Original Score).
Key word: Jackpot.

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Bengi

giovedì 6 settembre 2018

Film 1507 - Peter Pan

Intro: Ogni tanto un cartone animato, ogni tanto ripercorriamo la tradizione con i classici Disney.
Film 1507: "Peter Pan" (1953) di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: non ricordavo proprio niente di questo film. "Peter Pan" non è mai stato fra i miei preferiti e, devo dire, non lo sarà nemmeno ora che l'ho rivisto con più cognizione di causa. Trovo l'animazione stupefacente, capace come al solito di rubare la scena ad ogni altro aspetto riguardante la pellicola; nel complesso però rimango dell'idea che non sia tra i migliori prodotti dalla Disney;
la storia di Peter, Wendy, Trilli, i Bimbi Sperduti e Capitan Uncino la sappiamo tutti, perciò non è sulla trama che ci si concentra. Sicuramente il valore aggiunto di questo titolo rimane legato alle esperienze personali d'infanzia che ognuno di noi vi associa. In ogni caso un classico.
Cast: Bobby Driscoll, Kathryn Beaumont, Hans Conried, Paul Collins, Tommy Luske.
Box Office: $87.4 milioni
Vale o non vale: Impossibile non averlo visto almeno una volta nella vita, non si può non conoscere la storia inventata da J.M. Barrie. La Disney riesce, come quasi sempre, a confezionare un prodotto per la propria epoca magicamente delizioso, pur non risultato tra quelli che personalmente considero i loro capolavori.
Premi: /
Parola chiave: Isola che non c'è.

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Bengi

sabato 30 dicembre 2017

Film 1467 - The Hunchback of Notre Dame

Dato che mi si è riacceso il pallino Disney, ho continuato il mio tour di recupero dei classici dell'animazione della mia infanzia.

Film 1466: "The Hunchback of Notre Dame" (1996) di Gary Trousdale, Kirk Wise
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Verso la fine del periodo d'oro Disney uscì questa pellicola che da bambino mi colpì più che altro dal punto di vista musicale: come al solito le canzoni riuscivano a completare la storia alla perfezione risultando, in oltre, particolarmente orecchiabili. L'aggiunta dei simpatici gargoyles nel ruolo delle spalle era poi stata la ciliegina sulla torta dato che all'epoca ero stato letteralmente rapito dalla serie tv "Gargoyles".
In questo momento di riscoperta della filmografia della casa di produzione di Topolino nella gioiosa fase pre-computer grafica, "Il gobbo di Notre Dame" si inseriva perfettamente nella lista di titoli da riscoprire dopo anni di "oblio". La vera domanda era: ne sarebbe davvero valsa la pena?
Onestamente questo film è esteticamente stupendo, stupefacente nell'animazione (un po' di pc c'è), sorprendente nella ricchezza dei colori e davvero ben doppiato. Le canzoni sono ancora particolarmente accattivanti - non le avevo mai sentite in inglese - e vanno ad animare una storia altrimenti insolitamente cupa per la Disney, anche per i canoni del predecessore "Pocahontas".
Trattandosi dell'adattamento dell'opera di Hugo era inevitabile che una certa dose di temi seri o addirittura tristi avrebbero fatto capolino, in ogni caso non trattandosi di un prodotto esclusivamente per adulti ma, al contrario, indirizzato a famiglie con bambini, risulta inatteso quanto la storia sia incapace di ritagliarsi momenti più leggeri in modo maggiormente efficace e non solo attraverso le tre statue di pietra. Nonostante questo trovo comunque assurdo che il film non abbia ottenuto qualcosa in più della misera nomination all'Oscar per la colonna sonora.
Tutto sommato comunque "The Hunchback of Notre Dame" bilancia sufficientemente la solita, magica capacità della Disney pre-pc di creare piccoli capolavori animati senza tempo con toni più cupi ed una difficoltà narrativa insolitamente incrementata e non del tutto ben gestita. Il risultato finale è bello, ma manca di quel fascino che probabilmente avrebbe fatto la differenza.
Ps. Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior colonna sonora e, sorpresa, all'insolita categoria dei Razzie Awards chiamata Worst Written Film Grossing Over $100 Million (ma ha vinto "Twister").
Cast: Tom Hulce, Demi Moore, Tony Jay, Kevin Kline, Paul Kandel, Jason Alexander, Charles Kimbrough, Mary Wickes, David Ogden Stiers.
Box Office: $325.3 milioni
Consigli: Esteticamente molto bello e intrigante, disegnato benissimo, la storia però non riesce a consegnare al pubblico di affezionati quel risultato finale magico e memorabile che altri capolavori Disney riescono ad ottenere. In ogni caso un prodotto sufficiente, anche se non esattamente perfetto per ogni occasione essendo più pesante del solito dal punto di vista della trama.
Parola chiave: Corte dei Miracoli.

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Bengi

mercoledì 27 dicembre 2017

Film 1465 - The Little Mermaid

Erano tanti anni che volevo rivederlo. L'occasione si è presentata alla prima notte passata nella nostra nuova macchina, parcheggiati di fronte alla spiaggia della fantastica Noosa Heads.

Film 1465: "The Little Mermaid" (1989) di Ron Clements, John Musker
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Francy
Pensieri: Uno dei titoli Disney che preferisco, non avevo mai visto "La sirenetta" in inglese. Il film rimane sempre bellissimo, colorato e sfarzoso nei disegni e nelle animazioni, un vero capolavoro. Le canzoni azzeccatissime, in lingua sono praticamente identiche, il che lascia intatto il fascino legato all'infanzia che collego alla pellicola. L'unica disgrazia è stata l'audio non perfettamente in sincro con il video che ha un po' guastato l'atmosfera, ma a parte questo problema tecnico "The Little Mermaid" rimane un vero e proprio gioiello d'animazione.
Non penso si possa aggiungere molto su un prodotto cult come questo, un cartone animato che ha stregato generazioni - e tuttora continua a farlo -, appassionando alla storia della dolce e ingenua Ariel e del suo amore a prima vista (e molto pedofilo) con il principe Eric ostacolato dai tentacoli dell'arcigna Ursula, una cattiva coi fiocchi.
Tra la fiaba e il musical, questa pellicola senza tempo riesce ancora oggi ad incantare lo spettatore a prescindere dalla sua età e a farlo meravigliare di quanto la Disney dell'animazione pre-digitale fosse così meravigliosamente in grado di creare, uno dopo l'altro, delle vere e proprie meraviglie cinematografiche.
Ps. Candidato nel 1990 a 3 premi Oscar ne ha vinti 2 per la Miglior colonna sonora e la Migliore canzone ("Under the Sea"), vincendo nelle stesse categorie anche ai Golden Globe dello stesso anno e portandosi a casa anche un Grammy sempre per la canzone.
Cast: René Auberjonois, Christopher Daniel Barnes, Jodi Benson, Pat Carroll, Paddi Edwards, Buddy Hackett, Jason Marin, Kenneth Mars, Edie McClurg, Will Ryan, Ben Wright, Samuel E. Wright.
Box Office: $211.3 milioni
Consigli: Bellissimo e imperdibile, un vero classico che non si può non aver visto almeno una volta nella vita. Perfetto per ogni età ed occasione.
Parola chiave: Voce.

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Bengi

lunedì 19 dicembre 2016

Film 1262 - Aladdin

Volevo rivederlo da tantissimo tempo in quanto è una delle pellicole d'animazione che preferisco in assoluto! Netflix, come al solito, ha ascoltato le mie preghiere...

Film 1262: "Aladdin" (1992) di Ron Clements, John Musker
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Capolavoro, c'è poco da fare.
Uno tra i miei film Disney preferiti (assieme a "La bella e la bestia" e "La sirenetta"), "Aladdin" è uno di quei cult intramontabili della cinematografia d'animazione, esempio di come una volta i cartoni animati lo fossero davvero e non facessero semplicemente affidamento alla computerizzazione a tutto spiano. Non che ci sia niente di male, ma è chiaro che lo sforzo umano che c'è dietro sia completamente differente (anche se va detto che già qui c'è qualche utilizzo della computer grafica).
Canzoni indimenticabili, una storia divertente e per tutti e, naturalmente, un genio della lampada che è un personaggio meraviglioso - magicamente doppiato sia in originale da Robin Williams che in italiano da Gigi Proietti - e forse la migliore spalla di tutte le pellicole made in Disney.
Insomma, mi ripeto (ma poi che lo dico a fare?): stupendo, bellissimo, capolavoro.
Cast: Scott Weinger, Robin Williams, Linda Larkin, Jonathan Freeman, Frank Welker, Gilbert Gottfried, Douglas Seale; (in italiano) Gigi Proietti.
Box Office: $504.1 milioni
Consigli: Essendo un classico intramontabile, capolavoro artistico, musical dalle canzone stupende (anche in italiano!) e bellissima pellicola cinematografica, credo si possa dire che è un film imperdibile, per tutte le occasioni e per tutti i pubblici. Non ci sono scuse per non averlo mai visto (nel caso, recuperate!).
Parola chiave: 3 desideri.

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mercoledì 20 aprile 2016

Film 1118 - Lilo & Stitch

Da troppo tempo volevo rivederlo e ne ho approfittato un giorno a pranzo, prima di dovermi rituffare negli obblighi di studio.
Film 1118: "Lilo & Stitch" (2002) di Dean DeBlois, Chris Sanders
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non so se sia per la dolcezza di Lilo, ma per quanto mi riguarda è uno dei film più teneri di sempre! La sua vocina, il suo carattere, le sue passioni... tutto concorre a una caratterizzazione del suo personaggio spingendolo a picchi di "coccolosità" inaudita. E, tutte le volte che rivedo "Lilo & Stitch", vengo pervaso da questa sensazione.
Anche se solitamente non sono un fan delle cose tutte batuffoli, cuori e coccole, il caso particolare di questa pellicola rappresenta un qualcosa a sé che custodisco molto gelosamente: tutto è iniziato quando 14 anni fa, al cinema all'aperto di non so dire quale città di mare in cui mi trovavo in vacanza coi miei, sono andanto a vedere questo film e ne sono rimasto molto colpito dalla simpatia, i bellissimi disegni, naturalmente il personaggio di Stitch e, come dicevo, dalla tenerezza di Lilo. Da allora, quando sento la mancanza di zucchero nella mia vita, scelgo di immergermi nuovamente in questa storia e ne riemergo felice.
Inutile dire, dunque, quando io sia un fan del titolo in questione, certamente uno dei miei preferiti in assoluto dei classici Disney. Storia stravagante e ben più audace di molte delle cose che escono ultimamente e vengono ossannate, disegni bellissimi, protagonisti adorabili e spalle divertenti (la trovata sulle zanzare è geniale), un mix genuino e ben calibrato di allegria, colore, emozioni positive, lezioni di vita e stramberie divertenti. "Lilo & Stitch" è un toccasana.
Ps. Candidato all'Oscar come Miglior film d'animazione.
Film 1118 - Lilo & Stitch
Film 1518 - Lilo & Stitch
Cast: Chris Sanders, Daveigh Chase, Tia Carrere, David Ogden Stiers, Kevin McDonald, Ving Rhames, Kevin Michael Richardson, Jason Scott Lee, Zoe Caldwell.
Box Office: $273.1 milioni
Consigli: 42esima pellicola delle serie dei classici Disney, "Lilo & Stitch" è un titolo perfetto per tutta la famiglia in grado di intrattenere con dolcezza e simpatia, coniugando gli apparentemente inconciliabili mondi della vita alle Hawaii e degli alieni all'interno, per giunta, di un cartone animato. Perfetto per qualunque occasione, piacevole e incoraggiante.
Parola chiave: Ohana.

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Bengi

giovedì 24 marzo 2016

Film 1107 - Zootropolis

Un bel film d'animazione ci sta sempre e questo lo volevo vedere assolutamente!
Film 1107: "Zootropolis" (2016) di Byron Howard, Rich Moore
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Jessica
Pensieri: Quello che mi è piaciuto di questo film è il messaggio inclusivo. In un momento storico in cui la paura dell'altro è ai massimi livelli, in cui l'integrazione è sempre più una conquista quotidiana, una storia sulla possibilità di vivere bene insieme anche quando si è, per natura, opposti è un bellissimo racconto. Anche solo per questo bisognerebbe vedere - e far vedere ai bambini - l'ultimo cartoon Disney, il 55esimo classico prodotto dalla storica casa di produzione di Topolino.
La trama è apparentemente molto semplice: una coniglietta che vuole fare la polizziotta nella cosmopolita città di Zootropolis (dove prede e predatori vivono pacificamente insieme), conquista il suo sogno, ma rimane incastrata nel pregiudizio della sua condizione di nascita. Finita, così, a fare l'ausiliario del traffico, la nostra protagonista si imbatte nella furfante volpe di cui, col tempo, diventerà amica. Insieme riusciranno a risolvere il mistero che sta scuotendo alla base la città: alcuni predatori impazziti che, inspiegabilmente, prima diventano selvaggi e pericolosi e poi spariscono dalla circolazione. Ovviamente i sospetti ricadranno dove li vorrebbero la paura e i pregiudizi, ma la storia saprà regalare un colpo di scena meno scontato.
Chiaramente, essendo un film per famiglie, la componente giocosa e divertente la fa da padrone pur, appunto, non mancando il sottotesto di cui si parlava. Senza far pesare minimamente il messaggio già più impegnato, "Zootropolis" (titolo originale "Zootopia") riesce a intrattenere in modo egregio tutti i suoi pubblici target, regalando 108 minuti spensierati, visivamente accattivanti e ricchi di idee geniali e simpatiche. Insomma, nel complesso una bella pellicola che regala alla Disney non solo un altro successo commerciale, ma anche di pubblico e critica.
Film 1369 - Zootropolis
Cast: Ginnifer Goodwin, Jason Bateman, Idris Elba, J.K. Simmons, Tommy Chong, Octavia Spencer, Jenny Slate, Shakira, Alan Tudyk, Bonnie Hunt; (versione italiana) Ilaria Latini, Massimo Lopez, Gabriele Patriarca, Leo Gullotta, Frank Matano, Paolo Ruffini, Nicola Savino, Diego Abatantuono, Roberta Greganti, Vittorio Guerrieri, Teresa Mannino, Ilaria Stagni.
Box Office: $604.9 milioni
Consigli: Simpatico, ben fatto, con un bel messaggio di fondo, "Zootropolis" è quel film d'animazione che mancava da un po' nelle sale. Dopo il deludente "Il viaggio di Arlo", un ottimo titolo per tutta la famiglia che utilizza la computer grafica non solo come strumento per gli occhi, ma anche per raccontare una storia interessante, divertente e dalle numerose idee. Insomma, questa pellicola è da non perdere, da vedere e rivedere. Non mi stupirei di un sequel.
Parola chiave: Ululatori notturni.

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venerdì 11 settembre 2015

Film 992 - Rapunzel - L'intreccio della torre

A casa in malattia: film 2.

Film 992: "Rapunzel - L'intreccio della torre" (2010) di Nathan Greno, Byron Howard
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non certo tra uno dei miei film preferiti di sempre, ma tra i miei post più letti in assoluto, ho deciso di rivedere questo "Tangled" perché non me lo ricordavo quasi per niente e perché, a 38° e mezzo di temperatura corporea, avevo bisogno di un passatempo basico.
Niente di più adatto ad un disimpegno divertente e dinamico: "Rapunzel" racconta una piacevole storia partendo dal noto incipit (la ragazza dalla lunga chioma rinchiusa nella torre) e non a caso è stato un successo al botteghino, riportando la Disney-senza-Pixar all'incasso faraonico da tempo latente; meno successo per quanto riguarda i riconoscimenti, un tempo solitamente a pioggia (qui solo una nomination all'Oscar, ma non come Miglior film d'animazione, bensì per la Miglior canzone "I See the Light" che, però, ha vinto il Grammy).
In generale, comunque, la storia è trattata in maniera piacevole e ben strutturata, nel tentativo riuscito di dare credibilità a una favola per la necessaria durata della pellicola. E così seguiamo Rapunzel nella sua avventura - deciso di scendere dalla torre tra mille rimorsi e titubanze -, viviamo con lei i momenti divertenti e le scorribande da vera ribelle, verso un felice epilogo inevitabile e certo come in ogni altro film Disney. Il che è perfettamente quello che ci vuole qui, per concludere degnamente una fiaba che oltre ad insegnare qualcosa ai più piccoli, deve anche coronare sogni romantici e conciliare rassicuranti scenari. Qui ci sono tutti gli ingredienti e perfino la sosia computerizzata di Cher: cosa si può volere di più?
Ps. Il cast americano comprende Mandy Moore, Zachary Levi, Donna Murphy, Ron Perlman, Jeffrey Tambor. In Italia la voce di Rapunzel è di Laura Chiatti, quella di Flynn di Giampaolo Morelli.
Film 198 - Rapunzel - L'intreccio della torre (3D)
Box Office: $591.8 milioni
Consigli: "Rapunzel - L'intreccio della torre" è un buon rientro in carreggiata per una Walt Disney Pictures da troppo tempo alla ricerca di un rinnovato percorso da seguire. I bei tempi andati in cui ogni uscita della casa di produzione era un evento mondiale sono andati scemando col tempo ed era necessario un profondo esame di coscienza dopo titoli fallimentari come "Mucche alla riscossa", "Chicken Little - Amici per le penne" o "I Robinson - Una famiglia spaziale". A mio avviso da questo titolo in poi le cose sono andate sempre migliorando, riportando la Disney a un rinnovato, meritato successo di pubblico e critica. In particolare "Rapunzel" è un film carino - che ha il suo culmine narrativo/visivo nella scena delle lanterne - e spensierato, capace di intrattenere il suo spettatore in maniera piacevole, lasciando un ricordo positivo. Le bellissime canzoni di un tempo, mi spiace, non ci sono più, ma è innegabile che ogni tanto guardarsi un cartone animato è un'esperienza che fa bene.
Parola chiave: Fiore.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 2 maggio 2014

Film 705 - Frozen

Primo film scelto sulla vita del ritorno da New York, ho scelto di dare una seconda possibilità ad una pellicola che pare essere ancora inarrestabile.

Film 705: "Frozen" (2013) di Chris Buck, Jennifer Lee
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Devo ammettere che continuo a non comprendere la frenesia da "Frozen" che ha coinvolto moltissimi e non smetto di stupirmi quando penso all'incasso del film e che la colonna sonora è ancora alla #1 della Billboard da settimane arrivando ad accumulare ad oggi, solo negli USA, 2.450.000 di copie vendute. Di conseguenza mi è sembrato di poter dare una seconda chance a quest'ultima fatica Disney, destinataria di un'infinità di critiche positive e premi - tra cui due Oscar - della passata stagione cinematografica, con l'unica differenza che, questa volta, ho scelto di vederla in inglese.
Non che il mutato approccio linguistico abbia acceso in me un sentimento d'amore, però devo dire che un po' la differenza l'ha fatta. Certamente sono partito prevenuto quando ho scoperto che personaggi come Serena Autieri ed Enrico Brignano doppiavano la versione italiana, quindi la cosa ha influito sul mio primo approccio, mentre in questo caso ho gradito un doppiaggio e un'intonazione degni di essere definiti tali. In particolare trovo ci abbia guadagnato Olaf, mitica spalla di neve, davvero ben interpretata da Josh Gad.
In generale trovo comunque che "Frozen" sia una favola piuttosto debole rispetto ad altri capolavori che la Disney ha prodotto negli anni e, sebbene non si può certo dire che sia un prodotto brutto o inefficace, rimango dell'idea che non si vada oltre il 'carino'. Capace di insinuarsi lentamente in testa, invece, la canzone "Let It Go" cantata da Idina Menzel è, oltre che estremamente funzionale alla storia, un pezzo ben scritto e stranamente difficile da dimenticare. Da questo punto di vista bisogna dire che la Disney sa sempre come farsi notare. Chapeau.
Film 649 - Frozen - Il regno di ghiaccio
Film 705 - Frozen
Film 1872 - Frozen II
Box Office: $1,143,801,943
Consigli: Un film d'animazione carino, con qualche bel numero musicale e certamente curato dal punto di vista della realizzazione. Olaf è il personaggio più divertente, mentre il messaggio d'indipendenza che passa attraverso le due protagoniste è - seppure tardivo e un po' casuale - positivo. Ottimo per una serata tranquilla.
Parola chiave: Ghiaccio.

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Bengi

martedì 7 gennaio 2014

Film 649 - Frozen - Il regno di ghiaccio

Primo film visto al cinema di questo 2014!

Film 649: "Frozen - Il regno di ghiaccio" (2013) di Chris Buck, Jennifer Lee
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: La storia delle due sorelle principesse di Arendelle di cui una è una normalissima ragazza e l'altra ha la magica capacità di poter creare e manipolare il ghiaccio che prende il nome di "Frozen" è, tutto sommato una piacevole avventura canterina che la Disney firma dopo il carinissimo "Ralph Spaccatutto" del 2012.
Il 53esimo classico della casa di Topolino torna alle principesse dopo il 'violento' cambio di tema della precedente pellicola e, per recuperare, opta per un duo - di cui una diventa pure regina - e rincara la dose fiabesca. Già, perché all'inizio "Frozen - Il regno di ghiaccio" si presenta proprio come te lo aspetteresti e forse persino un po' peggio. Moltissimi momenti cantati, il principe azzurro, l'amore a prima vista, le spalle buffe e simpatiche, un regno da salvare... Insomma, che noia!
Invece, va detto che procedendo con la storia la trama migliora e rinnega addirittura il grande must fiabesco del primo ed unico amore in favore di un'accezione più moderna e all'avanguardia della resa dei sentimenti, in primo luogo il romanticismo classico.
In linea generale, anche se mi è piaciuto meno di Ralph, questa nuova fatica animata della Disney non è poi così male. Non mi avevano parlato troppo bene di questo progetto cinematografico e, quindi, ammetto di essere arrivato in sala certamente prevenuto, ma tutto sommato il risultato finale mi sembra in linea con gli altri prodotti che la casa cinematografica sta ultimamente producendo. E' vero, in effetti ci sono state un po' troppe canzoni per i miei gusti - soprattutto perché in italiano cantate, tra gli altri, da Serena Autieri -, però ero preparato ad una specie di "Moulin Rouge!" versione animata, quindi pensavo molto peggio!
Esteticamente colpisce soprattutto la bella resa del personaggio di Elsa che, al momento dell'accettazione di sé e creazione del suo castello di ghiaccio, ruba la scena a qualunque altro personaggio con una chioma albina scompigliata al vento ed un vestito di cristalli di ghiaccio che farebbe invidia a qualunque stilista; il castello presenta una bellissima architettura e ricorda uno di quegli hotel di ghiaccio che si vedono in Svezia o Norvegia (la pellicola, tra l'altro, è ambientata nell'antica Scandinavia). Il resto della realizzazione animata suscita meno interesse e, anzi, in generale non si discosta nemmeno troppo da quella di "Rapunzel - L'intreccio della torre". 

Per quando riguarda il doppiaggio, invece, grande successo di critica hanno riscosso in America Kristen Bell (Anna), Josh Gad (Olaf) e Idina Menzel (Elsa) che nella parte dei protagonisti della storia hanno fatto furore. La Menzel, tra l'altro, ha vinto un Tony Award per "Wicked". In Italia, invece, il doppiaggio non proprio felice di Serena Rossi, Enrico Brignano e la Autieri tampona come può le carenze dovute ad un CV attoriale e musicale che può essere definito tale solo da noi.
Doppiatori a parte, comunque, questo "Frozen - Il regno di ghiaccio" è stata pellicola perfetta per le feste ed accompagnamento giustissimo di una serata di totale disimpegno. La Disney, a mio avviso, dovrebbe osare in nuovi campi che prescindano principi, principesse e castelli in favore di qualche favola, sì, ma dal sapore più moderno e interessante. Detto questo, il film rimane in ogni caso un buon prodotto commerciale, solidissimo e capace di rispettare le aspettative generate.
Ps. Andamento più che positivo al box office mondiale ($638,791,729) e, soprattutto americano: dopo 7 settimane, per la seconda volta "Frozen" torna prima in classifica. Inoltre due nomination ai Golden Globes (Miglior film d'animazione e canzone originale) e un primato per la colonna sonora del film che, dopo aver raggiunto la posizione #4 della Billboard, questo giovedì pronosticano vedrà addirittura la vetta. Sarà vero?
Film 649 - Frozen - Il regno di ghiaccio
Film 705 - Frozen
Film 1872 - Frozen II
Box Office: $980,905,905 (ad oggi)
Consigli: Piacevole e spensierata favola per famiglie decisamente molto cantata. La Disney torna più verso le proprie origini e sceglie di andare sul sicuro per le feste 2013, dimostrando che principesse e regni da salvare sono ancora in grado di farla decisamente da padroni. Tutto sommato divertente, ma il paragone con i grandi classici del passato è impensabile.
Parola chiave: Atto di vero amore.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 9 luglio 2013

Film 564 - Hercules

Un cartone animato, precisamente il 35esimo della lista Walt Disney Animated Classics.

Film 564: "Hercules" (1997) di Ron Clements, John Musker
Visto: dal computer di Marco
Lingua: italiano
Compagnia: Marco (Mi)
Pensieri: Non ricordavo praticamente nulla di questo film, le mie reminescenze risalivano all'uscita del film nelle sale (1997), ovvero quando avevo 10 anni, quindi si può dire che fossi vagamente confuso riguardo la trama. Infatti mi pareva tutt'altra avventura.
Uno dei grandi pregi di questo cartoon è certamente il buon ritmo della narrazione, spesso aiutata da stacchetti musicali (più che altro quelli delle 5 muse, anche se inappropriatamente declinate in salsa gospel) e una serie di scene d'azione ben realizzate (come il training per diventare un eroe). In effetti non mi so ben spiegare il perchè di una certa defezione da parte del pubblico in sala che non ha particolarmente premiato questa pellicola (il box office mondiale è a quota $252,712,101), nonostante i predecessori "Il gobbo di Notre Dame" ('96) e "Pocahontas" ('95) avessero entrambi superato i 300milioni di dollari di incasso; eppure il successo di "Hercules" c'è, ma solo a metà e, di fatto, è il primo di una serie di mezzi flop - rispetto alle aspettative - o veri e propri buchi nell'acqua della macchina da guerra Disney. Da allora, va detto, i successi della casa di produzione sono stati altalenanti in proporzione al plebiscito di consensi e premi raccolti da pellicole come "La sirenetta", "Il re leone", "Aladdin", "La bella e la bestia" (2 Oscar per ogni pellicola, tanto per gradire).
Comunque questo film andrebbe, a mio avviso, un attimo riconsiderato. E' divertente, spassoso e piacevole, con una particolare ricerca estetica molto spiccata nel disegno e una coloratissima rappresentazione simil-zucchero filato dell'Olimpo veramente affascinante. I personaggi principali sono spassosi e Meg (in Italia doppiata da Veronica Pivetti) è rappresentata in maniera veramente sensuale e, di fatto, la trama ha molto a che spartire con le precedenti produzioni made in Disney: la posizione sociale di Hercules (da noi doppiato da Raoul Bova, quando canta invece la voce è di Alex Baroni) è la più alta possibile, ma un personaggio a lui vicino - geloso e desideroso del potere - approfitta della sua giovanissima età per tentare di farlo fuori. Verrà adottato da due personaggi che gli permetteranno di cominciare il suo percorso di formazione fino all'età adulta, momento in cui abbraccerà le sue responsabilità per tentare il cammino della riconquista del suo regno. Insomma, l'eco de "Il re leone" - solo per fare un esempio - mi sembra molto forte. A maggior ragione non mi spiego il perché della defiance del meccanismo porta soldi.
In ogni caso, la storia di Ercole funziona e intrattiene a dovere, è un bel cartone animato certamente superiore a tanti altri che lo hanno succeduto. Ho molto gradito questo ripasso!
Film 564 - Hercules
Film 2196 - Hercules

Consigli: Divertente e spensierato, coloratissimo e con una vena gospel che, seppure non c'entri granché, incornicia bene questa pellicola della Disney. Da vedere con gli amici o anche da soli (per un bel momento infanzia-nostalgia). Piacevole.
Parola chiave: Titani.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 12 gennaio 2012

Film 355 - Gli Aristogatti

Altro giro altro regalo. Ancora malato e ancora film. Questa volta si passa all'animazione...


Film 355: "Gli Aristogatti" (1970) di Wolfgang Reitherman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non sono mai impazzito per "Gli Aristogatti", per questo ho deciso di rivedere il film, per capire se i miei ricordi di bambino mi stessero tradendo e se, in realtà, li snobbassi senza un reale motivo. Con una visione più adulta, però, devo dire che il mio parere non è favorevolmente mutato.
Niente di negativo, per carità!, semplicemente non posso dire che "The AristoCats" (il titolo originale è proprio carino!) sia tra i miei film d'animazione preferiti. L'ho rivisto e, probabilmente non lo rivedrò più. Romeo e Duchessa sono personaggi di poco appeal sul sottoscritto - io poi non amo i gatti, va detto -, la trama banale e le musiche niente di speciale. Un cartone Disney è sempre un cartone Disney (questo è il 20esimo classico, il primo dopo la morte di Walt Disney), quindi rimane profondamente legato a ricordi preziosi, ma no, non faccio parte della banda pro Aristogatti.
Ho amato, però, le due oche inglesi, Miss Adelina Bla Bla e Miss Guendalina Bla Bla. In effetti il film vale soprattutto per loro! Magnifiche.
Consigli: I classici Disney sono sempre un'ottima compagnia. Questo in particolare non mi fa impazzire, ma rivederlo mi ha fatto comunque piacere. Diciamo che riporta all'infanzia. Ottimo, insomma, per un 'viaggio nel tempo'.
Parola chiave: Eredità.

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Ric

domenica 9 gennaio 2011

Film 203 - La bella addormentata nel bosco

La Rai finalmente ha proposto qualcosa di sensato nella sua programmazione di fine anno. Non è facile né scontato che questo avvenga costantemente. 'Mamma Rai', come piace chiamarla ad alcuni, ha regalato ben 3 serate all'insegna di grandi classici della tradizione Disney (quelli veri), riportando indietro nel tempo alcuni di noi, iniziando alla vera tradizione altri. Primo dei tre fortunati è stato "Cenerentola", a seguire, questo (26 dicembre 2010).


Film 203: "La bella addormentata nel bosco" (1959) di Clyde Geronimi
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Titti, Anita, Andrea, Andrea Puffo, Marco, Diego, Samuele, Enrico
Pensieri: Regalo natalizio più che gradito, questo cartone animato d'altri tempi regala vere emozioni. A coloro che ci si affacciavano per la prima volta, la scoperta del disegno a mano, delle belle storie, della magia che colpisce al cuore. A noi già più cresciutelli (chi più chi meno), un tuffo nel passato, nei ricordi, nel piacere di essere bambini. Il Natale, d'altronde, è anche questo.
Io, personalmente, devo ammettere non mi ricordassi perfettamente la storia e il suo svolgimento, quindi ho assistito con piacere a questa 'rinfrescata' di memoria su Aurora e le sue (dis)avventure. Personaggi chiave e cult le tre fatine (Flora, Fauna e Serenella), aiutanti sprovvedute e pasticcione della bella principessa, decise a crescerla senza l'aiuto della magia per evitare di attirare troppo l'attenzione a causa del maleficio che la strega Malefica le ha lanciato (a 16 anni si pungerà con un arcolaio e morirà - in realtà si addormenterà soltanto grazie all'intervento dell'ultimo dono di una delle tre fatine alla bambina appena nata).
Grandissima anche la cattivissima strega (un po' Gaga), esempio magistrale della rappresentazione classica del maligno per eccellenza. Non servono effetti speciali o chissà quali idee sensazionali per rendere credibile un cattivo. Bastano intelligenza e creatività, nonché un attimo di dimestichezza col genere (e la Disney in questo certo non difetta).
Un classico davvero sublime, una storia - inutile dirlo - davvero per tutti, forse un po' troppo sottovalutata. Schiacciata tra le principesse più chiassone dei nostri tempi (Tiara, Raperonzolo), la fragile Aurora meriterebbe di essere sempre ricordata tra le più grandi principesse che la Disney abbia mai prodotto.
Consigli: L'idea di tre principesse Disney nel periodo natalizio in prima serata era ottima (Biancaneve il 2 gennaio 2011), ma la Rai dovrebbe dimostrarsi più intraprendente ed osare qualche classico in più. Non chiameranno odience come le tette di qualche poveretta che si crede attrice, ma regalerebbero certamente qualche emozione in più. Provare per credere.
Parola chiave: Principe azzurro.




Ric

martedì 14 dicembre 2010

Film 198 - Rapunzel - L'intreccio della torre (3D)

Rapunzel non è la versione bolognese di Raperonzolo...


Film 198: "Rapunzel - L'intreccio della torre" (2010) di Nathan Greno, Byron Howard
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Gianpaolo, Marco C.
Pensieri: E siamo a 50. Di cosa, si chiederà qualcuno?
Con Rapunzel – L’intreccio della torre la Disney produce il suo cinquantesimo lungometraggio animato e porta a casa un successo che non tutti avrebbero dato per scontato. Dopo il mezzo flop del precedente "La principessa e il ranocchio" ($247,374,107 incassati, battuto negli incassi di sempre perfino dal maialino Babe uscito 14 anni prima), di qualità artistica dubbia, che ha principalmente suscitato l’interesse della massa per via del colore della pelle della sua protagonista – già, siamo a questi livelli – e del ritorno alla tecnica del disegno manuale impiegata per realizzarlo, la Disney ha deciso di puntare sulla storia di quella che qui in Italia viene chiamata Raperonzolo.
La vicenda è famosa più che altro per la chioma chilometrica che caratterizza l’eroina della fiaba (dei Grimm, ovvio), ma, sicuramente per quanto mi riguarda, non è certo tra le più conosciute in assoluto. La produzione, come al solito, rimaneggia l’originale per adattare l’intreccio al pubblico giovane svecchiandone situazioni e protagonisti. E allora via, Rapunzel (abituiamoci noi bolognesi a pronunciare questo nome disgraziato come meglio possiamo) è una giovane 18enne che desidera l’emancipazione dopo la vita intera passata in una torre dove sua ‘madre’ Gothel – maledettamente uguale a Cher nelle fattezze con un bizzarro tocco di ‘real life’ nella storia: anche lei vuole rimanere per sempre giovane! – l’ha rinchiusa per preservarla dalla cattiveria del mondo circostante. In realtà lo fa solamente per sfruttare l’effetto magico dei capelli della ragazza che riescono a mantenere Gothel fresca e giovane ad oltranza. La curiosità di Rapunzel mixata ad un poco di fortuna e al bel giovanotto di turno (stavolta ladro) faranno si che lei riesca, finalmente, a toccar terra per dare, così, il via ad una serie di avventure che condurranno al solito adoratamente zuccherato happy ending finale.
I toni estremamente scanzonati di questo nuovo film pre-natalizio per famiglie riflettono il grande cambiamento sociale che si è compiuto ad oggi rispetto ai grandi classici di anche solo una decina di anni fa. Si è perso il senso dell’evento straordinario, l’uscita dell’unico cartone animato natalizio che tutti sarebbero dovuti andare a vedere, simbolo di un periodo dell’anno carico di zuccheri e buoni sentimenti come, del resto, vuole la buona tradizione Disney. Oggi, invece, il simbolo del Natale incombente è l’uscita nelle sale di uno qualunque di quei ‘Natale a …’ o dei rispettivi surrogati di ancora più infimo livello che regalano all’Italia, oltre che un ottimo incasso, anche un’infinita tristezza. Simboli di cambiamento forte anche l’utilizzo di un linguaggio più disinvolto, la necessità di indipendenza della figura femminile, l’assenza di fate o figure magiche, una presenza meno importante del regno animale quale protagonista-spalla dell’eroe/ina di turno.
Ma questo Rapunzel (il titolo originale è Tangled, aggrovigliato, ingarbugliato), in definitiva, com’è? Non male, più magicamente assurdo e meno ‘terra terra’ del precedente, quindi più ragionevolmente in linea con la tradizione disneyana del classico per antonomasia. Gli elementi da fiaba classica (principessa+principe+cattivo di turno = matrimonio finale) sono stati ristabiliti in favore di una serie di idee radicate che, messe insieme, rendono la composizione perfetta per creare un successo al botteghino oltre che far sperare in un merchandising proficuo per il futuro. Non è un caso se a fatica si arriva a Mulan (classe 1999) per ricordare una principessa Disney o se in televisione ('Le Principesse Disney – C’era una volta…', Rai 1) siano i film con Biancaneve, Cenerentola ed Aurora ad essere riproposti e non le più recenti produzioni della casa.
Rapunzel ha il grande pregio di saper nuovamente ‘parlare’ al grande pubblico, di proporre una storia che ha voglia di sentire, ricongiungendo elementi più collaudati con le più recenti novità di computer grafica. Sorvolando sull’aspetto un po’ Barbie della sua protagonista, il disegno è bello e i colori vividi, certe trovate (come quella delle lanterne) sono davvero di grande impatto visivo e le avventure raccontate sono spassose e godibili (certe gag un po’ ritrite). L’unico vero grande difetto di questo film sta nelle canzoni, un tempo baluardo inespugnabile di qualunque cartone animato della casa di produzione di Topolino, qui generalmente insipide e poco coinvolgenti, prive di quella creatività e brio che, nella storia disneyana, hanno fatto aggiudicare Oscar a valanghe nella categoria Miglior Canzone.
Nel complesso, comunque, il futuro per questa pellicola pare radioso: alla terza settimana di programmazione in America è riuscita a scalzare dalla vetta "Harry Potter e i doni della morte: Parte I" con un incasso settimanale superiore a quello del maghetto e un totale che sfiora quasi i 100 milioni di dollari ($96.6). E’ bene comunque ricordare che la nuova avventura di Potter ha incassato fino ad ora $634,857,482 senza l’aiuto del sovrapprezzo per il 3D, tecnologia (o escamotage) obbligata per gli spettatori di Rapunzel che, però, non aggiunge alcunché ad un film che non punta certo alla spettacolarità dell’immagine in tre dimensioni.
In un futuro più a lungo termine (27 febbraio 2011), invece, pare scontata la nomination all’Oscar come miglior film d’animazione anche se, gli altri contendenti ("Toy story 3 – La grande fuga", "Cattivissimo me", "Megamind", "Il Regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani", "Dragon Trainer", "L’illusionista") sembrano piuttosto agguerriti.
Staremo a vedere se le bionde sapranno dimostrare di avere ancora una marcia in più!
Film 992 - Rapunzel - L'intreccio della torre
Consigli: Divertente e piacevole, può essere tranquillamente visto al cinema. Ma EVITARE come la peste il 3D: una spesa inutile quanto costosa!
Parola chiave: Capelli.




Ric