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martedì 6 agosto 2024

Film 2303 - Deadpool & Wolverine

Intro: E' il titolo del momento e davvero non potevo perdermelo.

Film 2303: "Deadpool & Wolverine" (2024) di Shawn Levy
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: per carità, Deadpool come personaggio mi piace, Ryan Reynolds lo interpreta perfettamente e i due precedenti titoli del franchise mi sono anche piaciuti, ma non ho mai davvero sentito il bisogno di rivederli. Da questo punto di vista non credo si possa dire che sono un fan, ma sicuramente gradisco il prodotto. Credo che la vera attrattiva per me fosse il ritorno sul grande schermo di Hugh Jackman nei panni di Wolverine per capire come sarebbero riusciti a resuscitare il personaggio. E' presto detto: agganciandolo a tutto il resto del baraccone Marvel.
Mi spiego meglio. C'è stato un momento in cui, per seguire gli appuntamenti cinematografici della Marvel, era necessario essere al pari anche con le serie tv del franchise. Poco male finché eventi isolati, già più complesso quando l'universo di questi supereroi si è espanso in maniera tale che fosse praticamente impossibile seguirne le varie uscite. In quest'ottica si colloca "Deadpool & Wolverine", che esiste sul presupposto del multiverso (tanto caro alla Marvel) e la premessa narrativa di "Loki" e il suo centro di controllo del tempo (o qualunque cosa sia). E già questo aspetto mi ha fatto un po' incazzare.
Il bello dei primi 2 titoli di questa saga è che sono disconnessi dal resto del vortice Marvel, un mondo proprio. Qui, invece, visto il successo del personaggio e con la Disney che non vede l'ora di mungere il franchise degli X-Men, la storia improvvisamente (almeno per me che ho smesso di seguire le serie tv) viene ricollocata all'interno di quel momndo di infiniti universi spazio-temporali. Questo, ovviamente, l'escamotage per riportare in vita Wolverine.
Con questa trovata narrativa applicata a Deadpool e con la creazione del "Void" dove vengono scaricati i vari personaggi impopolari, ecco che ci ritroviamo in una posizione molto simile a quella già vista con il terzo Spider-man, "No Way Home": il "fan service" di riportare a galla personaggi di titoli precedenti, nonché rettificarne la storia così da chiuderne il cerchio narrativo in un modo che sia più positivo rispetto ai risultati delle rispettive pellicole uscite in passato. Per quanto abbia onestamente (sul serio!) gradito ritrovare Elektra (Jennifer Garner), Blade (Wesley Snipes) e Johnny Storm (Chris Evans), oltre che scoprire l'esistenza del progetto Gambit (Channing Tatum), questo modo di voler a tutti i costi cucire certi elementi all'interno del discorso "Deadpool & Wolverine" mi ha un po' infastidito, non fosse anche solo perché questa mossa è già stata messo a segno con "Spider-man: No Way Home" in maniera tanto riuscita che qualsiasi altro tentativo di riproporre lo stesso "trucchetto" risulta inevitabilmente un più forzato.
Inoltre, alla lunga ho trovato alquanto fastidiosa la costante autoconsapevolezza della trama. Se parlare direttamente al pubblico guardando in camera, fare riferimento ad elementi della cultura popolare e non che prescindano dalla storia raccontata è stato fin da subito l'elemento più innovativo legato a questo franchise, alla terza uscita nelle sale mi pare che la situazione sia leggermente sfuggita di mano, tanto da sacrificare l'effettiva trama del film in nome di questo elemento tanto caratteristico quanto limitante in termini di progressione e caratterizzazione dei personaggi. Di fatto trovo difficile rispondere a questa semplice domanda: chi è Deadpool? La prima parola che mi viene in mente è giullare.
Per carità, non c'è niente di male a costruire il personaggio in modo tale da sbilanciarsi di più verso l'elemento comico e anche sbroccato, ma questo costante occhiolino al pubblico non ha fatto altro che distrarmi da a) Deadpool personaggio e b) il focus di tutta la storia.
Infatti, l'ultimo elemento con cui ho avuto problematiche è proprio la trama. Ci sono troppe interruzioni, all'inizio succede poco e niente e bisogna aspettare fino ad oltre metà del film perché le cose si mettano davvero in moto (anche emotivamente, a mio avviso).
In tutto questo, poi, viene gettato nella mischia anche Wolverine senza che l'arco di questo personaggio vada davvero verso nulla di nuovo. (Ma siamo contenti di vederlo!)
Poi, lo ammetto, ho anche gradito il film in generale, è spesso abbastanza divertente e presenta momenti che funzionano, però devo dire che mi aspettassi qualcosina di più. Oltre al fatto che, opinione personalissima ovviamente, non sentivo davvero il bisogno di un altro film incentrato su Deadpool (o un altro film sui supereroi in generale).
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 2303 - Deadpool & Wolverine

Cast: Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Aaron Stanford, Dafne Keen, Jennifer Garner, Wesley Snipes, Chris Evans, Channing Tatum, Jon Favreau, Matthew Macfadyen.
Box Office: $824.2 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Nonostante possa sembrare che non abbia gradito "Deadpool & Wolverine", la verità è che di per sé il film non ha niente che non va: fa ridere, le scene d'azione sono fatte benissimo (mi viene subito in mente quella sull'autobus), la chimica tra Ryan Reynolds e Hugh Jackman è innegabile e, di fatto, questo terzo capitolo è perfettamente in linea coi due titoli precedenti. Quindi, se è lo stesso tipo di humor di "Deadpool" e "Deadpool 2" che state cercando, questo terzo capitolo non mancherà di soddisfarvi.
Personalmente, però, avrei piacere di andare al cinema e finalmente vedere un bel film che non discenda da qualcosa di pre-esistente, che non strizzi l'occhio al pubblcio tramite i cameo selvaggi, che abbia qualcosa da dire. In particolare quest'ultimo punto mi preme particolarmente perché, ultimamente, a parte "Dune 2" (anche quello comunque un sequel...) e pochissimo altro, nessun prodotto uscito in sala mi ha davvero convinto o lasciato senza parole. Ovviamente questo momento di disinnamoramento non è certo colpa di "Deadpool & Wolverine", la cui unica colpa è quella di uscire al cinema in un momento che trovo davvero poco eccitante in termini di offerta cinematografica. Vedremo cosa riserva il futuro; nel frattempo "Deadpool 3" è sicuramente il prodotto giusto per l'estate.
Premi: /
Parola chiave: Educated wish.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 22 ottobre 2021

Film 2046 - Reminiscence

Intro: Ultime giornate alla DCU, il che significa scatoloni, stanchezza e bisogno di svago. Ecco come entra in scena questa pellicola...

Film 2046: "Reminiscence" (2021) di Lisa Joy
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ero incuriosito da "Reminiscence" fondamentalmente per due motivi, ovvero il fatto che non ne avessi mai sentito parlare prima e che tra i protagonisti ci fosse una delle mie favorite, Rebecca Ferguson (quest'anno, tra l'altro, in grande spolvero considerando la sua presenza nell'acclamato "Dune" di Villeneuve). Questo mi è bastato per decidere di vederlo.
Devo dire che - considerate le mie bassissime aspettative - il film di Lisa Joy non sia così terribile, specialmente perché sostenuto da una storia che abbonda decisamente di idee e ambizioni estetiche. Che sono poi, al contempo, i due punti deboli di tutta l'operazione. Sia perché tutto l'hype creato inzialmente non viene sufficientemente ricompensato dallo svolgimento e finale, sia perché non si può campare di sola estetica, soprattutto quando ricordano tantissimo un prodotto di Nolan (qui principalmente "Inception"). La musiche di Ramin Djawadi (già conosciuto per "Westworld" e "Game of Thrones"), sono molto simili a quelle del suo conterraneo Hans Zimmer, il che non aiuta a contestualizzare questa pellicola in un ambito tutto suo.
Senza contare che abbiamo già visto Hugh Jackman portare in scena una spirale di ossessione e infelicità causata da qualche trucchetto magico e il legame dei ricordi in un altro film (sempre di Nolan): "The Prestige".
Insomma, con tutta la buona volontà del mondo, questo "Reminiscence" partiva decisamente svantaggiato. Non aiuta il fatto che il tutto manchi di un certo spessore, che sembri sempre di star assistendo alla messa in scena di un'ottima produzione tv, piuttosto che di una produzione cinematografica dal costo stimato tra i 54 e i 68 milioni di dollari; aggiungo che, stranamente, nonostante la durata non superi le due ore, ci sono talmente tanti eventi raccontati che la storia finisce per sembrare infinita.
Diciamoci, comunque, pure la verità: "Reminiscence" non sarà un capolavoro - è certamente disordinato e confuso in certe parti e troppo carito di elementi narrativi, tanto da non sapere che direzione prendere - ma abbiamo decisamente visto di peggio.
Ps. C'è molto della serie HBO "Westworld" in qusto "Reminiscence" (che poi è finito in streaming su HBO Max): Lisa Joy e suo marito Jonathan Nolan (entrambi coinvolti in regia, sceneggiatura, produzione esecutiva nella serie), Thandiwe Newton e Angela Sarafyan (entrambe attrici) e Ramin Djawadi (compositore).
Cast: Hugh Jackman, Rebecca Ferguson, Thandiwe Newton, Cliff Curtis, Marina de Tavira, Daniel Wu, Angela Sarafyan, Nico Parker.
Box Office: $15.5 milioni
Vale o non vale: Francamente non sarei stato felice di aver speso dei soldi per vedere questo film, ma se avete occasione di recuperarlo via streaming... perché no? Hugh Jackman è sempre un attore di alto livello e Rebecca Ferguson non delude in questo ruolo sexy con un tocco di dipendenza. Senza contare che Thandiwe Newton ruba spesso la scena.
Premi: /
Parola chiave: Lost keys.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 26 aprile 2018

Film 1489 - Logan

Intro: Critiche entusiaste + supereroi dei fumetti sono un connubio che solitamente mi attrae come il miele con gli orsi. In questo caso, però, qualcosa non tornava perché al momento dell’uscita in sala di questa pellicola non ho sentito il desiderio di vederla, saperne di più. Eppure Wolverine è uno dei miei X-Men preferiti…
Film 1489: "Logan" (2017) di James Mangold
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: una nomination all’Oscar per la sceneggiatura non è poca cosa, soprattutto quando si tratta della prima per un film Marvel di derivazione fumettistica. Non male per l’acciaccato e tossicodipendente Wolverine, ormai autista di limousine in incognito che tenta di combattere i suoi demoni prendendosi cura di uno Xavier completamente alla deriva a causa della malattia.
Ad essere del tutto onesti, questa candidatura suona molto bene e non è ingiusta, ma rimane comunque leggermente sorprendente considerato quando sia vasto il panorama cinematografico contemporaneo. Per farla semplice: “Logan” è un bel film, efficace e scritto bene, ma non certamente tra i 5 con la sceneggiatura (non originale) migliore dell’anno. All’Academy piace sempre avere qualche “prima volta” ogni edizione, dei record da poter sfoggiare e che attraggano l’attenzione, per cui non sorprende quanto oculata possa essere stata la scelta di piazzare questo particolare caso all’interno della cinquina. Poi, ribadisco, la pellicola è bella; non aspettatevi il solito Wolverine macho e sessualmente appagante. Il nostro è alla deriva, perso e narcotizzato, in balia di una serie di situazioni che non mancheranno di dargli il colpo di grazia. E’ un ultimo capitolo veramente ben fatto e per certi versi spiazzante, completamente distante dagli altri episodi della saga. Ma si sa che i supereroi adesso stanno vivendo una nuova primavera; Hugh Jackman è una certezza, capace di fare come sempre suo il personaggio. In questa avventura è accompagnato da uno Xavier (Patrick Stewart) messo malino e una giovane artigliata il cui DNA sarà presto riconoscibile. Il cast di semi sconosciuti è ben assortito e, tra i tanti, si riconosce quell’Eriq LaSalle che molte lune fa interpretava nientemeno che il Dott. Benton in “ER”; come al solito non mancherà la violenza. Ce n’è tanta ed è cruda.
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 1925 - The New Mutants
Cast: Hugh Jackman, Patrick Stewart, Boyd Holbrook, Stephen Merchant, Richard E. Grant, Dafne Keen, Eriq La Salle.
Box Office: $619 milioni
Vale o non vale: il film funziona bene e Jackman non solo è un grande protagonista, ma è anche un perfetto Wolverine, con tutina degli X-Men o senza. A lui tutto il merito di un personaggio riuscito e credibile, nonostante l’ambientazione fuori dalla nostra realtà. Un buon capitolo conclusivo (se lo sarà), sicuramente un salto di qualità nella saga/spin-off dedicata a Logan, tanto che anche i non appassionati potrebbero gradire.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale.
Parola chiave: Eden.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 9 febbraio 2018

Film 1474 - The Greatest Showman

Ultimo appuntamento al cinema del 2017, ultimo contatto con una sala cinematografica. Per molto, molto tempo.

Film 1474: "The Greatest Showman" (2017) di Michael Gracey
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Visti i presupposti abbastanza similari, mi sarei aspettato una nomination all’Oscar per Hugh Jackman – che invece non è arrivata – nonostante si faccia in quattro come nel precedente “Les Miserbles”. Il nostro, infatti, canta, balla, recita e fa sembrare tutte queste attività una passeggiata, eppure questa volta l’attore australiano non ce l’ha fatta.
Al di là della sua indiscutibile bravura, comunque, “The Greatest Showan” fatica un po’ a trovare un percorso uniforme. Il mix di circo, museo delle cere, freaks, miseria umana e società bene a volte fa fatica ad amalgamarsi e le canzoni con i rispettivi numeri musicali non riescono del tutto a salvare il risultato finale. Che è sufficiente, ma nulla di più. E da un prodotto come questo mi aspettavo molto, molto di meglio.
Le buone intenzioni sono evidenti, il cast è magnifico, scenografie e costumi sfarzosi, ambiziose le parti in musica, eppure manca di quel realismo che ha reso “La La Land” tanto peculiare e popolare (anche se gli autori delle canzoni sono gli stessi) La finzione evidente che accompagna tutto i lprodotto lo rende spesso fiabesco, a tratti fastidiosamente artificiale – come in una delle scene iniziali dove Jackman, Williams e le due figlie si trovano sul tetto -, il tutto a guastare il senso di un film che è, sì, un musical, ma al contempo una biografia (di P. T. Barnum, l’uomo che ha inventato lo show business). Ho apprezzato comunque il tentativo di proporre la cosa con un piglio diverso dai soliti biopic.
In generale la pellicola ha i suoi buoni momenti: Jacksman e Efron “duellano” alla pari e i loro numeri assieme sono davvero godibili; con mia non poca sorpresa ho molto apprezzato il duetto romantico in sospensione rotante fra Efron e Zendaya, scena davvero riuscita; in ogni caso il momento che più mi ha colpito è l’esibizione a teatro di Rebecca Ferguson (anche se non è lei a cantare, ma Loren Allred) che ho trovato particolarmente magnetica ed efficace nel mettere in scena la struggente “Never Enough”. Mi sembra sempre che questa attrice abbia una marcia in più.
Dunque “The Greatest Showman” è un prodotto di sufficiente intrattenimento, ricco di colori e diversità, talvolta carente nel generare sostanza. Anche se è vero che molti musical presentino la stessa problematica, in questo caso le premesse e le pretese lasciavano pensare a qualcosa di più concreto e ricco. In ogni caso, godibile. Ps. Candidato a 3 Golden Globes per Miglior film, attore protagonista (Jackman) e canzone originale (“This is Me”), il film ha vinto in quest’ultima categoria. La stessa in cui risiede la sua unica nomination agli Oscar 2018.
Cast: Hugh Jackman, Zac Efron, Michelle Williams, Rebecca Ferguson, Zendaya, Keala Settle.
Box Office: $$295 milioni (ad oggi)
Consigli: Il musical è un genere che scarseggia di questi tempi, quindi se piace è sciocco perdersi la rarità di un’uscita. Questa pellicola ha molti pregi – è colorata, musicalmente orecchiabile, ben recitata e racconta a suo modo una storia vera – pur difettando di una certa sostanza e certamente mancando di realismo. Detto questo, non è assolutamente un titolo di cui pentirsi. Certo devono piacere tanti numeri musicali…!
Parola chiave: Famiglia.

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Bengi

martedì 12 aprile 2016

Film 1114 - Pan - Viaggio sull'isola che non c'è

Ero curioso di vederlo, ma al cinema me lo ero perso. Così appena ho potuto l'ho recuperato.
Film 1114: "Pan - Viaggio sull'isola che non c'è" (2015) di Joe Wright
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sono sempre stato fan di Joe Wright e i suoi film li ho visti praticamente tutti e mi spiace dire che, questa volta, il risultato è un po' insipido.
Premesso che la storia di Peter Pan non mi ha mai particolarmente entusiasmato, questa ulteriore revisitazione non aggiunge granché a quanto fino ad ora il grande schermo ci aveva già regalato. Tutti gli escamotage portati in aiuto dalla trama non sono sufficienti a rinnovare, di fatto, la storia che risulta alla fine una sorta di copia sbiadita rispetto all'intramontabile classico Disney o una versione pompata di effetti speciali del già più magico "Hook" di Spielberg.
Il finale francamente non mi ha convinto e l'ho trovato una sorta di viaggio sul pianeta Krypton; gli assurdi costumi di Giglio Tigrato (Rooney Mara) sono più strani che belli e il personaggio di Uncino (Garrett Hedlund) in versione amica mi ha soddisfatto poco, soprattutto perché il nemico Barbanera (Hugh Jackman) non mi ha convinto per niente.
Insomma, al di là della polemica relativa alla scelta di un cast in prevalenza bianco - principalmente è stato molto attaccato l'ingaggio della Mara per interpretare Giglio Tigrato che è, in realtà, un'indiana d'America -, il punto è che "Pan" non è un film riuscito, quanto più un insieme di meraviglie visive che perdono molta della loro magia una volta condensate nel risultato finale. Un po' un peccato: il potenziale c'era.
Ps. Candidato a 2 Razzie Awards per le peggiori attrici (Rooney Mara e Amanda Seyfried).
Cast: Hugh Jackman, Garrett Hedlund, Rooney Mara, Levi Miller, Adeel Akhtar, Nonso Anozie, Amanda Seyfried, Kathy Burke, Cara Delevingne.
Box Office: $128.4 milioni
Consigli: Gigantesco flop al botteghino mondiale (il film è costato 150 milioni di dollari), questo "Pan - Viaggio sull'isola che non c'è" non è certamente uno dei titoli più rappresentativi della filmografia di Joe Wright che ha diretto molto di meglio. Questo tentativo fantasy misto effetti speciali moderni misto stravaganze da "mettiamoci qualche elemento non convenzionale e vediamo come va" è un esperimento non del tutto riuscito. Certo non è così malvagio da non andare bene per una serata all'insegna del puro intrattenimento, eppure il risultato finale non è soddisfacente. Vedere per credere.
Parola chiave: Pixo.

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Bengi

mercoledì 2 marzo 2016

Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato

Sempre a casa senza internet, sempre un dvd dal mio maxi-ordine.
Film 1092: "X-Men - Giorni di un futuro passato" (1990) di Chris Columbus
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Temporalmente intricato, pieno zeppo di personaggi, camei a non finire, operazione nostalgia e il ritorno in regia di Bryan Singer che aveva lasciato dopo "X2". Questi gli aspetti principali del ritorno in grande stile degli X-Men, per l'occasione più efficaci che mai.
Sarà che lo svecchiamento del brand ha funzionato, sarà che come li metti metti, il risultato è sempre ottimo, di fatto questi nuovi episodi cinematografici dei mutanti sono davvero un piacere da vedere. E rivedere.
Hugh Jackman è filo conduttore di tutta la saga (pur non comparendo nel prossimo "X-Men: Apocalisse") ed è di fatto vero protagonista, unico in grado di viaggiare indietro nel tempo, con l'aiuto di Kitty (Ellen Page), e tentare di riscrivere il passato per evitare un futuro disastroso - il punto di rottura è un'uccisione ad opera Mystica (Jennifer Lawrence) che non deve verificarsi -.
In mezzo ci sono intrighi, sottotrame, avventure, effetti speciali e una storia che lascia soddisfatti (una volta capita la premessa del viaggio nel tempo). Insomma, un ottimo 7 capitolo del franchise.
Ps. Candidato agli Oscar dell'anno scorso per i Migliori effetti speciali.
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 1925 - The New Mutants
Cast: Hugh Jackman, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Halle Berry, Nicholas Hoult, Anna Paquin, Ellen Page, Peter Dinklage, Shawn Ashmore, Omar Sy, Ian McKellen, Patrick Stewart, Evan Peters, Josh Helman, Daniel Cudmore, Fan Bingbing, Adan Canto.
Box Office: $747.9 milioni
Consigli: Con il prossimo "X-Men: Apocalypse" in arrivo in Italia il 19 maggio potrebbe aver senso recuperare questa pellicola che, di fatto, la precede. Inoltre la saga degli X-Men è sempre piacevole e divertente da rivedere. Blockbuster dopo blockbuster la produzione è riuscita a migliorare e migliorarsi fino a questo capitolo, certamente uno dei migliori sui mutanti realizzati fino ad ora. Per chi apprezza è un titolo imperdibile. Per gli altri può essere una buona scelta di svago, piacevole e molto dinamica.
Parola chiave: Robert F. Kennedy Memorial Stadium.

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Bengi

sabato 23 maggio 2015

Film 921 - Humandroid

Grande cast, intelligenza robotica, le promesse di uno sci-fi a tinte thriller: il titolo perfetto per un sabato sera al cinema!

Film 921: "Humandroid" (2015) di Neill Blomkamp
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Neill Blomkamp è già la terza volta che mi frega. Sembra promettere grandi film, storie di distopici, terribili futuri in cui le macchine sono intrinsecamente legate allo sviluppo dell'uomo e della società tutta, strumenti di potere o, addirittura, intelligenze artificiali in grado di contrapporsi alla viltà di chi le ha generate. Premesse del genere non sono sempre facili da mantenere in una storia, eppure Blomkamp - la cui brevissima filmografia cinematografica annovera 3 titoli che, a parte questo, sono "District 9" ed "Elysium" - ci prova tutte le volte e tutte le volte fallisce. In questo caso specifico, il fallimento è il classico buco nell'acqua.
"Chappie" - questo il titolo originale del film, nonché nome del protagonista robotico - è un bruttissimo titolo, volgare e chiassoso, francamente molto poco interessante e con poche idee da mostrare. Per non parlare del fatto che, con un cast composto da Dev Patel, Hugh Jackman e Sigourney Weaver, la storia si concentra sui due assurdi personaggi confezionati ad hoc per i frontman dei sudafricani Die Antwoord, Ninja (al secolo Watkin Tudor Jones) e Yo-Landi Visser. Dove inizialmente l'idea di concedere loro molto spazio all'interno della storia poteva sembrare interessante, col passare del tempo se ne comprende il gigantesco limite: oltre a non essere personaggi particolarmente interessanti (sono strani, atipici e meno conosciuti al grande pubblico), l'insieme di novità che portano si esaurisce ben presto a causa delll'evidente bidimensionalità dei loro personaggi-fotocopia dei rispettivi alter ego nel gruppo musicale.
Inoltre la storia, molto caotica, parte dall'interessante (anche se già vista) questione dell'intelligenza artificiale per andare a sbandare e perdersi all'interno di un sottogenere "gangsta" che cozza con ciò che ci si sarebbe aspettati dalla storia. Il che delude e rompe non poco le scatole. Peccato, perché se il film si fosse concentrato di più sul mostrare le evoluzioni mentali di Chappie, gli stadi del suo apprendimento (anche in negativo: l'idea di mostrare cosa accade al robot nelle mani dei tre criminali ha anche un suo perché) e le possibili conseguenze di dover "educare" un robot la cui capacità intellettiva è potenzialmente illimitata ma che al momento della sua creazione è plasmabile al pari della mente umana, forse il risultato finale non sarebbe stato così insoddisfacente, sconclusionato e brutto. Una gran perdita di tempo.
Box Office: $94.8 milioni
Consigli: La storia sembrerebbe promettere bene, ma prende un'inaspettata piega action che francamente non ci sta. Chiassoso, volgare, con uno Hugh Jackman sprecato e dal parrucchino imbarazzante (per non parlare del suo guardaroba), con un pessimo product placement (Vodafone, tutta intorno a te letteralmente) e un risultato finale insoddisfacente. Peccato, le carte in regola sembrava averle. Personalmente non lo rivedrei per nessun motivo, anche se mi rendo conto che il trailer sia capace di incuriosire e creare interesse, per cui se volete proprio vederlo fatelo, ma non dite che non vi avevo avvertito.
Parola chiave: Robot senziente.

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Bengi

martedì 17 febbraio 2015

Film 879 - Sex List - Omicidio a tre

Di certo non c'era bisogno di rispolverare questo titolo del 2008, però lo streaming lo proponeva e non lo avevo visto...

Film 879: "Sex List - Omicidio a tre" (2008) di Marcel Langenegger
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ok, lo immaginavo che non fosse granché e di fatto così è stato. Però lo spreco del buon cast per questo debole thriller a sbiadite, sbiaditissime tinte sessuali mi lascia perplesso. Il punto è che si può anche tentare di accaparrarsi un po' di pubblico con l'aiuto di nomi di star, ma queste ultime il copione non lo leggono?
In questo caso particolare la storia è da subito prevedibile e che la bella S/Michelle Williams nasconda qualcosa è chiaro non appena il suo personaggio compare. Quando poi le prime incongruenze su Wyatt Bose/Hugh Jackman si rendono palesi, la connessione tra i due si da già per scontata. O almeno lo fa lo spettatore, perché il solitario e po' noioso Jonathan McQuarry/Ewan McGregor rimarrà imbambolato a porsi un sacco di domandi per un bel po', senza riuscire a darsi le giuste risposte. Il finale lo riscatterà leggermente, ma il suo carattere ingenuo e la sua presenza - diciamocelo - superflua guastano un po' il risultato finale del film, che si impregna inevitabilmente del carattere del suo protagonista. L'opposto aggressivo, di successo e bugiardo del personaggio di Hugh Jackman non farà altro che aumentare questa visione globale.
Inoltre, nonostante lo spudorato titolo italiano che fa promesse impossibili da mantenere, la componente sessuale è tanto superflua quanto presto dimenticata, nonostante sia messa al centro della vicenda. Non sono le avventure con donne consenzienti e predatrici di cui è impossibile scoprire l'identità ad essere il fulcro della storia, ma il castello di bugie messe in atto dal falso Bose. La parte interessante sarebbe, quindi, capirne i fini, cosa che avverrà solamente nell'ultima parte della trama.
In generale, quindi, direi che "Deception" (questo il vero titolo) ha sprecato la sua occasione di destare l'interesse giusto per la sua storia. Sembra un po' la maledizione dei film che tentano di mettere il sesso al centro della vicenda - come "Rivelazioni" o "Striptease" con Demi Moore, "Basic Instinct" e soprattutto "Basic Instinct 2" -, mischiandolo un po' a casaccio con gli spunti thriller delle varie trame. Clamoroso flop al botteghino (25 milioni di $ per produrlo).
Box Office: $17,741,298
Consigli: E' meno malvagio di altri esempi che mixano erotismo e thriller, ma rimane il fatto che sia una storia prevedibile e comunque poco interessante. Un po' uno spreco di cast (Hugh Jackman, Ewan McGregor, Michelle Williams, Maggie Q, Lisa Gay Hamilton, Charlotte Rampling) per una trama dominata dal già visto e da un espediente osé che è tanto sexy da non destare alcun interesse. Si poteva evitare quell'aspetto e approfondire di più la figura di Wyatt Bose. Tant'è, il risultato è funzionale a una visione senza impegno, senza necessità che si ricordi di aver visto questo "Sex List - Omicidio a tre". Io, finché non ho riletto questo titolo dalla mia lista di recensioni da recuperare, non mi ricordavo minimante della sua esistenza.
Parola chiave: Banca.

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lunedì 16 giugno 2014

Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato

Potevo forse perdermi uno dei film più attesi della stagione? Mai!

Film 728: "X-Men - Giorni di un futuro passato" (2014) di Bryan Singer
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Kissme, Luigi, Ale, Andre, Fede
Pensieri: Uscito dal cinema ero scettico, distratto nel guardare il quadro d'insieme dal punto di vista delle mie aspettative riguardo questa pellicola. A posteriori posso dire che, in effetti, non è stata niente male. Solo - e da ciò deriva(va) il mio scetticismo - c'è meno azione di quanto non mi sarei aspettato. La nuova piega storico-realistica e per di più contestualizzatissima è, sì, fatta molto bene, ma resta il fatto che gli X-Men rimangono un franchise legato ad effetti speciali ed azione, quindi ritengo fosse sensato aspettarsi una buona dose di entrambi. Non che non ci sia, solo non è tantissima come, per esempio, in altri episodi della saga (Film 622 - X-Men - Conflitto finale).
In generale, comunque, questo "X-Men: Days of Future Past" è realizzato benissimo e presenta una trama stupefacente se si pensa che riesce a combinare praticamente tutti gli altri X-Men visti fino ad ora facendo apparire la saga come un'unica gigantesca storia che prosegue da 14 anni: chapeau!
Rispetto al precedente "X-Men - L'inizio", questo "X-Men: Days of Future Past" è temporalmente intricatissimo e richiama a sé praticamente tutti i personaggi fino ad ora presentati nei vari altri episodi cinematografici, più alcune novità (in primis Quicksilver/Evan Peters). Il tutto combinato insieme è un mix esaltante di flashback e possibilità di un futuro assolutamente negativo per i nostri eroi e, in generale, tutti gli X-Men. Come fare, quindi, per scongiurare la totale estinzione della razza mutante? Viaggiare nel tempo e risvegliare coscienze pare essere la soluzione più quotata (vedi "Star Trek" e i suoi continui incomprensibili salti nel tempo).
Tutto sommato, dunque, questa ennesima trasposizione cinematografica dei mutanti dal cuore d'oro (circa) funziona e, a ben vedere, in effetti è quella che, insieme alla sua compagna di reboot, funziona meglio per trama e snodi della storia. Non solo perché quantitativamente più ricca di eventi, ma anche perché più approfondita nella descrizione dei molti personaggi e certamente accurata nel creare un mondo parallelo che, però, sia possibile accostare al nostro per verosimiglianza e plausibilità. Forse chi, ingenuamente, si aspettava ancora i vecchi X-Men tutti muscoli e team salva mondo rimarrà un attimo interdetto, ma basta darsi del tempo per accorgersi che, tutto sommato, questi nuovi (doppi) mutanti hanno tutto 'al posto giusto'!
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 1925 - The New Mutants
Box Office: $661,740,000
Consigli: Una miriade di personaggi (molti doppi: passato e presente) e, di conseguenza, un cast stellare: Hugh Jackman, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Nicholas Hoult, Evan Peters, Halle Berry, Anna Paquin, Ellen Page, Peter Dinklage, Ian McKellen, Patrick Stewart, Shawn Ashmore, Omar Sy, Bingbing Fan (solo per citarne alcuni). Storia ben scritta, effetti speciali fantastici per un risultato finale che piacerà, nonostante l'aspetto "ludico" sia meno presente. Gli amanti del franchise non possono perderselo, ma anche i profani dovrebbero godersi il viaggio senza troppi pentimenti. E' l'episodio di X-Men che ha incassato di più fino ad ora: "X-Men: Apocalypse" ci aspetta a maggio 2016.
Parola chiave: Sentinelle.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 3 aprile 2014

Kids' Choice Awards 2014: nomination e vincitori

Sabato 29 marzo si sono tenuti al Galen Center di Los Angeles (California) i Kids' Choice Awards 2014, trasmessi e sponsorizzati dal network Nickelodeon e presentati quest'anno da Mark Wahlberg.
Giunti alla loro 27esima edizione, questi premi assegnano le preferenze del pubblico dei più piccoli rispetto al mondo del cinema, della televisione e della musica, scegliendo tra un'infinità di titoli, personaggi e prodotti. In Italia saranno trasmessi questa sera.
Per quanto riguarda la parte cinematografica, le scelte sono suddivise in 7 categorie in due delle quali quest'anno ha trionfato Jennifer Lawrence come Miglior attrice.
Ma ecco tutte le nomination e tutti i vincitori della sezione cinematografica!

Nickelodeon's 27th Annual Kids' Choice Awards
Favorite Movie
The Hunger Games: Catching Fire (Winner)
Iron Man 3
Oz the Great and Powerful
The Smurfs 2

Favorite Animated Movie
Cloudy with a Chance of Meatballs 2
Despicable Me 2
Frozen (Winner)
Monsters University

Favorite Voice from an Animated Movie
Steve Carell as Felonious Gru for Despicable Me 2
Miranda Cosgrove as Margo for Despicable Me 2 (Winner)
Billy Crystal as Mike Wazowski for Monsters University
Katy Perry as Smurfette for The Smurfs 2

Favorite Movie Actor
Johnny Depp
Robert Downey, Jr.
Neil Patrick Harris
Adam Sandler (Winner)

Favorite Movie Actress
Sandra Bullock
Mila Kunis
Jennifer Lawrence (Winner)
Jayma Mays

Favorite Male Buttkicker
Johnny Depp
Robert Downey, Jr. (Winner)
Hugh Jackman
Dwayne Johnson

Favorite Female Buttkicker
Sandra Bullock
Jennifer Lawrence (Winner)
Evangeline Lilly
Jena Malone

Bengi

lunedì 23 dicembre 2013

Film 637 - Prisoners

Ero attirato principalmente dalla presenza dei due attori protagonisti, anche perché Jake Gyllenhaal mancava dal grande schermo già da un po' di tempo...

Film 637: "Prisoners" (2013) di Denis Villeneuve
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pensavo sinceramente fosse uno di quei film con un grande cast (Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard, Melissa Leo, Paul Dano), ma con nessuna chance di proporti qualcosa di interessante. E invece "Prisoners" è più che sorprendente!
Parte piano e, sinceramente, lascia quasi intendere che ciò che vedi è proprio quello che ti aspettavi: il solito prodotto che si gioca tutto attraverso i suoi protagonisti, senza davvero impegnarsi in una storia interessante e/o convincente. In realtà, piano piano, il racconto prende direzioni inaspettate, finanedo per intraprendere percorsi narrativi che toccano temi piuttosto scottanti come la giustizia privata, il fanatismo e, naturalmente, il rapimento di minori e le conseguenze che ha sulle famiglie che lo subiscono. Insomma, non esattamente cose da nulla.
Il tema del rapimento segue tutto il percorso del film praticamente dall'inizio e accompagna i 153 minuti di pellicola come tema portante a cui, man mano che si procede a raccontare, si aggiungono gli altri che vanno ad arricchire "Prisoners" di pathos e tensione. Numerose le domande che si è costretti a porsi: come mi comporterei se rapissero mio figlio? Quanta fiducia darei a chi è incaricato di indagare? E, se fossi sicuro di aver individuato il/i colpevole/i, quanto potrei spingermi oltre pur di ottenere una confessione che mi aiuti a ritrovare mio figlio? Riuscirei a trasformarmi in una specie di vendicatore della notte, tra torture e sensi di colpa?
Insomma, pur partendo in sordina, questa pellicola ingrana presto la marcia giusta e si confronta con domande che rendono spesso difficile rapportarsi con quello che si sta vedendo, ovvero la personale discesa all'inferno di Keller Dover per ritrovare la figlia rapita il giorno del ringraziamento da qualcuno che lui ritiene essere l'infantile Alex Jones. Avrà ragione?
Il dubbio è una componente intrinseca di questa storia e per la maggior parte del tempo bisognerà fare i conti con la possibilità che tutto ciò che sta facendo Keller sia effettivamente sbagliato. Le piste che lui e il Detective Loki stanno seguendo, poi, sono completamente differenti e non si sa mai davvero per quale dei due parteggiare.
In un difficile gioco di specchi, tra l'ombra dell'abuso sessuale e il feroce timore di non riuscire a ritrovare in tempo la sua bambina, Keller finirà per affrontare anche i suoi personalissimi demoni, segnato per sempre da ciò che farà pur di non sprecare nessuna possibilità di trarre in salvo la sua Anna.
Sia nel modo di affrontare la vicenda, sia nei personaggi - e, per forza, nell'interpretazione degli attori - "Prisoners" funziona alla grande e lascia un segno forte nello spettatore, costretto anche lui a ritrovarsi faccia a faccia con decisioni scomode, scene violente e rivelazioni inquietanti da far accapponare la pelle. Melissa Leo invecchiata è letteralmente la rivelazione del film - nella versione italiana molto l'aiuta avere la doppiatrice di Meryl Streep, Maria Pia Di Meo -, glaciale ed inquietante al contempo. Hugh Jackman nella parte del padre che tutti vorremmo avere è una garanzia, aiutato dalle sue spalle-armadio e la capacità di risultare roccia sì, ma in grado di commuoversi e comunicarti anche solo con lo sguardo che il suo mondo di padre si sta sgretolando man mano che le ore passano e le possibilità di trovare la sua bambina ancora viva diminuiscono. Viola Davis in generale non mi dispiace mai, anche se quando le toccano queste parti pianto-annesse finisce sempre per lacrimare anche dal naso e la cosa mi distrae sempre un po' dalla sua interpretazione
(vedi "Il dubbio"). Più innoqui Maria Bello e Terrence Howard i cui ruoli finiscono per essere marginali. Paul Dano lievemente ritardato è perfetto e si fa odiare in maniera magnifica, mentre il detective di Jake Gyllenhaal piace per il taglio di capelli cool e perché, alla fine, è esattamente chi speravi che fosse.
Nonostante questo film non sia stato particolarmente preso in considerazione tra le pellicole meritevoli di nomination in questa stagione di premiazioni, devo dire che, al momento, "Prisoners" è uno dei migliori prodotti cinematografici che ho visto, ben scritto, realizzato e recitato, teso ed oscuro, capace di tenerti appeso ad una speranza fino all'ultimo secondo, fino a quel fischio che ti fa, finalmente, tirare un sospiro di sollievo.
Ps. $118,433,958 incassati al botteghino e 46 milioni spesi per produrlo.
Consigli: Assolutamente uno dei titoli più interessanti di questo 2013. Grande cast, ottima sceneggiatura, atmosfera cupa da thriller, ma con parecchie incursioni dark nella psiche dei protagonisti. Bello e riuscito. Davvero una sorpresa.
Parola chiave: Camper.

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Bengi

giovedì 28 novembre 2013

Film 622 - X-Men - Conflitto finale

Cineforum dell'incidentato capitolo VIII: super poteri per guarire.

Film 622: "X-Men - Conflitto finale" (2006) di Brett Ratner
Visto: dalla tv dei miei
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Direi che tra tutti è il film sugli X-Men meno riuscito. Nonostante snodi della trama piuttosto importanti come la morte di Xavier, la resurrezione di Jean Grey come Fenice e nientemeno che una vera e propria guerra tra umani e mutanti, "X-Men - Conflitto finale" gestisce il tutto in maniera confusa e spesso frettolosa. I troppi personaggi che si susseguono sono presentati velocemente e nella maggior parte dei casi senza un vero e proprio scopo (per es. Angelo) e alcuni del cast delle due pellicole precedenti sono stati richiamati, si capisce fin troppo bene, solo per dare un finale al loro personaggio, ma di fatto senza che ci fosse veramente bisogno della loro presenza (Rogue e Ciclope).
I veri protagonisti di questa storia, invece, sono solo Wolverine, Tempesta e Magneto (Hugh Jackman, Halle Berry e Ian McKellen) con una parte importante di Jean/Famke Janssen tendenzialmente sprecata per mancanza di verve del personaggio e una quasi totale assenza di riflessione sul suo cambiamento. E' un peccato che si sia perso tanto potenziale preferendo caricare questo blockbuster di tanti effetti speciali, senza però pensare di presentare una trama capace di 'addomesticarli', invece che di esserne sopraffatta.
Volendo essere puntigliosi, va anche detto che la realizzazione della battaglia finale - qualcosa che sembrerebbe apocalittico per come viene anticipata - è piuttosto deludente. Il set è piccolo e si vede, le scene di lotta deboli e prive di pathos, spesso limitate ad un corpo a corpo ravvicinato che distoglie dall'idea di insieme e relega la battaglia comune più alla forma di un'idea che a qualcosa che si vede veramente sullo schermo. Inoltre il fatto che siano coinvolti tanti mutanti di fatto non protagonisti, causa un rallentamento dell'azione per il fatto che di ognuno di loro deve essere mostrata la peculiarità e come viene adoperata nella battaglia, spezzando il ritmo e, soprattutto, lasciando che il momento 'circo' prenda il sopravvento sulla vicenda che sarebbe davvero interessante, ovvero la battaglia e i suoi sviluppi.
Purtroppo, per quando gli X-Men e tutto il loro merchandise mi piaccia sempre, sono rimasto deluso da questo "X-Men: The Last Stand" sia al cinema che con la seconda visione in dvd. Non che sia un prodotto commerciale malvagio, per carità, ma a mio avviso non rende giustizia agli X-Men, al loro mondo e alla loro storia. Meno esplosioni ed effetti speciali (e rilievo a personaggi inutili) e più dinamiche di gruppo e sociali, oltre che il coltivare le relazioni umane tra i protagonisti, a mio avviso avrebbe aiutato a contestualizzare meglio la situazione e renderla più credibile.
Ps. $459,359,555 di incasso mondiale, ma $210 milioni per produrlo.
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 1925 - The New Mutants
Consigli: Tra tutte le pellicole sugli X-Men questo film (insieme ai due su Wolverine) è certamente il prodotto meno riuscito. E' visivamente di intrattenimento e sicuramente ci si diverte a seguirlo, ma rimane sempre la sensazione che, visti gli snodi della trama, sia un'operazione sprecata.
Se non si è fan, meglio guardare tutti i film della serie in ordine di episodio.
Parola chiave: Cura.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 27 agosto 2013

Film 583 - Wolverine - L'immortale

Proprio ieri scrivevo che mi mancava un po' ritrovarmi Famke Janssen in qualche pellicola cinematografica. E, ieri sera, me la ritrovo in questo film (orrendo). Era un segnale: dovevo anticipare questo post!


Film 583: "Wolverine - L'immortale" (2013) di James Mangold
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ho voluto anticipare il mio pensiero su questa pellicola che ho visto ieri sera giusto perchè l'ho trovata talmente brutta che non potevo non affrettarmi a trascrivere i miei pensieri. Durante la visione, man mano che la trama procedeva, ero senza parole per la banalità sconcertante con cui si affrontavano i nodi principali della storia, tanto che ad un certo punto ho pensato che "Wolverine - L'immortale" sia un prodotto accostabile ad un qualsiasi porno.
Proprio come nel caso dei film hard, dove la trama è una qualunque cornice tra un amplesso e l'altro, così in questo "The Wolverine" la storia è uno scialbo accessorio chiamato a fare da collante tra una scena di violentissima azione e l'altra. Inutile dire che la recitazione del nostro supereroe Hugh Jackman è assolutamente un optional non compreso nel pacchetto che prevede, invece, una monolitica espressione di corrucciato dolore costante, tanto che credo gli si possano contare le rughe in viso proprio come si contano i cerchi dei tronchi d'albero: Hugh, anche basta.
Già il predecessore "X-Men: le origini - Wolverine" era stato un prodotto deludente e palesemente di serie B rispetto ai vari franchise legati agli X-Men, ma qui si fa veramente il botto dell'insopportabile. Lo sfondo asiatico di delicata saggezza non dona agli americani rumorosi che finiscono per inneggiare ad una spiritualità svuotata da ogni significato e superficialmente utilizzata a leggittimare una profondità di dialoghi che non c'è. A malapena le battute dei personaggi femminili vanno oltre la prima frase e il parallelismo narrativo tra l'orso inizialmente abbattutto dalle frecce e Wolverine usato nel finale come tiro a segno dai Samurai (poi, chiaramente, anche per lui la freccia avvelenata a dire che, forse, nuovamente il cacciatore ha dominato la bestia) è di un'elementarità che definire spiazzante è farne una lode.
Per la maggior parte del tempo, poi, non si capisce dove diavolo si voglia andare a parare e come sia possibile che Yashida sia a conoscenza della struttura ossea di adamantio di Wolverine tanto da fargli venire in mente di costruirne un robot/cella di longevità. Addirittura ne perforerà i famosi artigli attraverso lunghe viti succhia-DNA tanto da barattare la decadenza della malattia con l'immortalità della condizione del supereroe. La nipote fragilina, ma già concubina del nostro mutante, finirà il nonno pazzo per dar vita ad una nuova dinastia al potere della potentissima Corporation che Yashida era riuscito a mettere in piedi negli anni dopo Nagasaki.
Insomma, un'inaspettata trama dove - nonostante fino alla quasi fine non si capisca una mazza - in soldoni non si fa altro che ricalcare sulla solita rivalità familiare per eredità e potere qui mischiata con la ricerca dell'eterna giovinezza.
Oltre al nostro mutante, poi, viene sfoggiata solamente una Viper/Svetlana Khodchenkova che è più che altro identica a Poison Ivy/Uma Thurman e un ricordo di Jean Grey/Famke Janssen che è più che altro vestaglia e photoshop.
Per il resto "Wolverine - L'immortale" è una rumorosa pacchianata che ha ragione di esistere solo in funzione del botteghino che, puntualmente, non ha tardato a saggheggiare: $350,679,463 di incasso mondiale.
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 1925 - The New Mutants
Consigli: Sinceramente è il più brutto di tutti i film sugli X-Men. I fans di Wolverine apprezzeranno certamente un nuovo capitolo sul supereroe Marvel, ma non si può certo dire che ci si stia impegnando granché per dare a Logan un proprio spazio cinematografico degno di dona. Banale, scontato e caotico oltre che estremamente violento.
Parola chiave: Nagasaki.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 17 marzo 2013

Film 520 - Le 5 leggende

Un film che ha messo in ginocchio la DreamWorks Animation con una perdita di 83 milioni di dollari e che ha causato il licenziamento di 350 impiegati. Questo episodio mi ha spinto a chiedermi cosa ci fosse di tanto sbagliato in questa pellicola di cui, tra l'altro, avevo sentito parlare abbastanza bene. Basata sulle opere dell'autore americano William Joyce, "The Guardians of Childhood".


Film 520: "Le 5 leggende" (2012) di Peter Ramsey
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Le 5 leggende" parte da un incipit narrativo oggettivamente accattivante, ovvero una specie di reunion di alcune delle figure dell'immaginario per bambini più famose in un mix che li presenta in chiave rivisitata. I Guardiani, infatti, sono i protettori dei bambini - capaci di esistere materialmente solo se i ragazzini credono in loro - e devono vedersela con Pitch alias l'Uomo Nero. Premesso che la trama è questa e nulla di più, ammetto che fossi affascinato dall'idea che fossero stati scomodati Babbo Natale, Dentolina (la fata del dentino), Calmoniglio (il coniglietto di Pasqua), Jack Frost e - scusate ma non sapevo chi fosse - l'Omino del Sonno (Sandman) tutti per la causa comune "Rise of the Guardians" che, a ben pensare, dal titolo ricorda qualcosa tipo un videogioco. E, purtroppo, nella sostanza non sembra molto di più.
Se nel primo tempo la pellicola mi aveva anche abbastanza interessato, la banalità con cui si sceglie di continuare devo ammettere che mi ha un po' deluso. Nessuno si aspettava un colpo di scena inaspettato come potrebbe essere la vittoria finale dell'Uomo Nero, però diciamo che il contenuto narrativo è piuttosto piatto e l'unica cosa che sono riuscito a pensare per tutto il secondo tempo è che questo film mi ricordasse veramente un qualunque videogame e niente di più. La grafica, poi, ha enfatizzato questa mia idea: particolari poco curati, movenze dei personaggi a volte piuttosto meccaniche e artificiose, sfondi e scenografie a tratti bidimensionali. Per quanto non si possa dire che "Ribelle - The Brave" sia uno dei più riusciti film della Pixar, per una serie di evidenti motivi è sicuramente superiore a questo lavoro della DreamWorks Animation.
La ribellione e l'anticonformismo del personaggio di Jack Frost, poi, sono utilizzati in maniera un po' becera, utili solo a giustificare un'immaturità di un eroe in divenire che deve ricercare la sua strada in quanto ancora sbandato e profondamente solo. Capisco che un film d'animazione per ragazzi non abbia grandi pretese di approfondimento psicologico, però sono sicuro che volendo costruire dei buoni presupposti per far funzionare un film o, meglio ancora, renderlo particolare rispetto ad una schiera di 'avversari' quotidianamente agguerriti, si potesse scegliere di caratterizzare meno banalmente i protagonisti di questo "Le 5 leggende" rendendo giustizia ad un'idea di partenza che, ripeto, ha anche un suo discreto fascino.
Tutto sommato, e per come ne avessi sentito parlare, non posso dire che questa pellicola mi abbia soddisfatto. Probabilmente mi aspettavo qualcosa che non ho trovato, prima tra tutti un'idea originale. E' comunque godibile, per carità.
Consigli: Una nomination ai Golden Globe come Miglior film d'animazione e un incasso mondiale di $303,131,036. A parte questi dati di contorno, "Le 5 leggende" è evidentemente un film per ragazzi o per tutta la famiglia riunita in un pomeriggio domenicale tipo questo. E' leggero e a tratti bidimensionale, ma per passare il tempo in compagnia è sicuramente un buon alleato. Ma mi aspettavo di più.
Parola chiave: Origini.

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Bengi

sabato 16 febbraio 2013

Film 507 - Les Misérables

Sempre più verso gli Oscar. Questa volta una pellicola che aspettavo con ansia!


Film 507: "Les Misérables" (2012) di Tom Hooper
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Leoo, Andrea
Pensieri: Miserabili solo di nome. Produzione sontuosa, cast da grandi occasioni, un incasso di $359,665,980 e qualcosa come 8 nomination agli Academy Awards di quest'anno. Non c'è male, per un solo film.
In effetti il nuovo lavoro di Tom Hooper dopo il successo de "Il discorso del re" è stato un azzardo non da poco, ma a mio avviso riuscito. Questo "Les Misérables", che porta sullo schermo il musical teatrale a sua volta ispirato all'opera letteraria di Victor Hugo, è un potente prodotto cinematografico, in parte anche innovativo, che riesce a trasmettere la grandezza dell'originale da cui proviene, ma è di minor impatto quando si considera il contesto storico. Di fatto, comunque, il plot si concentra sui personaggi e i loro percorsi di vita piuttosto che sugli aspetti storici di cornice alla vicenda, quindi posso capire la scelta. In aggiunta, trovo difficile pensare di concentrarsi su questioni politiche e sociali considerando la natura stessa di questo lavoro, ossia il musical. Non che sia impossibile cantare "di politica", ma di certo è più naturale pensare a testi intimisti o incentrati sui sentimenti dei determinati personaggi. In aggiunta, essendo tratto dallo spettacolo teatrale, non è che Hooper o gli sceneggiatori avessero troppa libertà di azione, volendo rimanere fedeli all'originale. Dico tutto questo perchè ho letto critiche legate alla troppa disinvoltura con cui sono lasciati in secondo piano gli avvenimenti storici.
Detto ciò, questo film mi è sostanzialmente piaciuto. Non ho avuto tentennamenti durante la visione, né ho accusato particolare fatica nel seguire i 158 minuti di proiezione della pellicola; anche se ammetto che qualche sbadiglio c'è stato.
E' chiaro che i rischi di un prodotto come questo sono molteplici: dialoghi ridotti all'osso (a questo proposito: aveva davvero senso doppiare le 3-4 battute totali del film? Lasciarlo in lingua originale con i sottotitoli non sarebbe stato più sensato?); numeri musicali lunghi che richiedono molta attenzione in quanto le strofe si sostituiscono ai dialoghi; la storia non è certo delle più allegre, le tematiche (quella religiosa in primis) per nulla superficiali. Ergo "Les Misérables" non è quello che comunemente si può definire un film di massa, nonostante l'evidente successo commerciale che ha avuto (ma i fan della pièce teatrale sono tanti). Quindi, che sia piaciuto o meno, bisogna dare atto a Hooper che, nonostante i rischi, ha saputo credere e dare vita ad un progetto di successo, ma per nulla scontato da questo punto di vista.
Certamente bisogna ringraziare la buona promozione del film da parte della Universal e la copiosa valanga di premi che sono seguiti alle varie interpretazioni, conseguenza del fatto che è stato fatto un buon lavoro di casting. Non dico ottimo solo perchè alcuni degli attori a mio avviso non hanno trovato la chiave per rendere magnetico o davvero interessante il loro personaggio (Eddie Redmayne, Samantha Barks e in certa misura anche Russell Crowe). Inutile sottolineare l'intensità di Anne Hathaway, probabilissima vincitrice dell'Oscar come non protagonista, e la sorprendete capacità di reggere un intero film sulle proprie spalle di Hugh Jackman (io tifo per lui il 24 febbraio!), vera rivelazione per le grandi platee dopo i numerosi blockbuster legati ad X-Men e affini.
Va detto, comunque, che 'Les Miz' - come lo abbreviano gli americani - non è "Moulin Rouge!" (entrambi ambientati in Francia, che caso!) e Tom Hooper non ha le stesse capacità di Baz Luhrmann. Chiaro che i prodotti sono differenti, nonostante il cuore musicale, ma la mano del regista, in questo caso, a mio avviso non è sempre funzionale, men che meno 'pulita'. Tanti, per esempio, i momenti in cui la visuale traballa a causa di qualche - suppongo - urto della macchina da presa contro qualcosa; capitano anche ombre dell'operatore sui volti degli attori. E, per una produzione di questo calibro, secondo me non è giustificabile. Mi rendo perfettamente conto dei limiti della mia affermazione, tenendo conto del fatto che le canzoni sono registrate live in presa diretta (e qui sta la novità), ma devo comunque ammettere che, nonostante siano dettagli, la cosa mi ha dato fastidio. Il film poi, soffre di una dimensione un po' statica della ripresa. Forse esperimenti un po' più dinamici avrebbero aiutato.
Mie personali riflessioni a parte, nel complesso trovo sia un buon esperimento di trasposizione da un contesto differente a un altro. I meccanismi narrativi funzionano e, nonostante la storia sia a tratti pesante (il continuo accanimento dei 'cattivi' suoi buoni', che però si riscatteranno o nel mondo di Dio o nel finale del film; il destino che continuamente sembra voler castrare la possibilità di una felicità anche solo minima; lo stoico comportamento compassionevole di Jean Valjean che alla lunga risulta un po' forzato), credo che il film comunque funzioni (lo dico senza aver letto il libro né aver visto lo spettacolo teatrale). Ho trovato l'idea di far cantare live sul set gli attori un'idea davvero geniale, che dona al tutto un maggiore senso di realtà e consente di verificare in toto le capacità recitative e canore degli attori. La versione di "I Dreamed a Dream" di Fantine/Hathaway è di una potenza straordinaria. La scelta di inquadrarle il volto durante tutta l'esecuzione del pezzo, poi, mi è sembrata davvero efficace. Molto dotata vocalmente anche Amanda Seyfried che, nonostante nel ruolo di Cosette sia poco incisiva, colpisce davvero in alcuni passaggi per la voce cristallina.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, poi, ho molto apprezzato la scenografia, molto curata. I costumi non mi hanno particolarmente colpito, mentre gli effetti speciali non mi sono sembrati di grandissima qualità considerato il budget di 61 milioni di dollari. Ho detestato, invece, la famiglia Thénardier (composta da Sacha Baron Cohen, Helena Bonham Carter e Samantha Barks, che interpreta Éponine anche nella versione teatrale inglese) sia perchè trovo che i personaggi siano antipatici, sia perchè non amo Baron Cohen e ho trovato la Barks un po' inutile.
Tutto sommato, comunque, "Les Misérables" mi ha lasciato un ricordo positivo.
Consigli: Se andate al cinema per vedere Anne Hathaway sappiate subito che il suo ruolo è veramente, veramente breve considerato il totale del film. Vale comunque la pena di vedere "Les Misérables", a mio avviso. Sia perchè ormai al cinema passano talmente pochi musical che ogni volta che se ne produce uno è più o meno un evento, sia perchè la scelta di portare sullo schermo la voce 'sporca' degli attori che cantano sul set non solo è coraggiosa, ma sancisce la possibilità che, creato il precedente, d'ora in poi la cosa si possa ripetere. E vale la pena di valutare il fenomeno dai suoi inizi, specialmente se si è appassionati (di musical, ma anche solo di cinema).
Parola chiave: Moti rivoluzionari.

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Ric

martedì 21 febbraio 2012

Film 368 - Real Steel

Comincia la serie di recensioni pre-Oscar che anticipano di qualche giorno la serata del 26 febbraio.
Ho pensato, infatti, di privilegiare quei film che concorrono ad una qualsiasi categoria degli Academy Awards di quest'anno in modo non farmi trovare troppo impreparato per domenica sera. Recupererò, poi, con calma le altre pellicole, mantenendo immutato come criterio di numerazione l'ordine di visione.
And the winner is...


Film 368: "Real Steel" (2011) di Shawn Levy
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Dallo stesso regista di "Notte folle a Manhattan" un prodotto decisamente differente.
Giustamente candidato all'Oscar per gli effetti speciali, l'ultimo film di Hugh Jackman è stranamente fuori dai suoi ultimi canoni. Meno eroe fortemente positivo o negativo, più ambiguo, senza superpoteri o trucchi di magia e, da non sottovalutare, qui anche padre di un figlio volontariamente lasciato alla madre. Il destino li farà ricongiungere.
Parte così l'avventura di Charlie Kenton/Jackman e Max/Dakota Goyo, da perfetti sconosciuti ad affiatati partner sul ring. Uno imparerà dall'altro e, inutile dirlo, il percorso di formazione sarà di quelli che ti cambiano la vita. Sullo sfondo anche una Evangeline Lilly rediviva post-"Lost" di cui avevamo perso un po' le tracce. Non è il suo ruolo della vita, ma almeno questo film le ha ridato visibilità ($295,120,796 di incasso in tutto il mondo) in attesa di vederla in "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato" e seguito.
Tutto sommato il film me lo sono goduto, ma, sia chiaro, non avrei volentieri sostenuto la spesa del biglietto. E' un perfetto intrattenimento da divano con compagnia annessa perchè distrae e intrattiene, ma non si può certo classificare come prodotto degno di nota. Fa il suo dovere nell'ottica del blockbuster ad alto budget, adrenalina e buoni sentimenti.
Il finale (finto) agrodolce è nell'ottica del 'deve andare tutto bene perchè il pubblico lo vuole, però meglio metterci un unico elemento negativo altrimenti risulta troppo falso perfino ad un bambino di 2 anni'. Chi guarda questo particolare tipo di pellicole lo sa bene che non c'è molto altro dietro l'anima patinata di titoli come questo. Ripeto: fa il suo dovere, se cercate disimpegno e una serata da cervello spento. Altrimenti meglio dirigersi verso altri lidi.
Consigli: Per gli amanti della boxe (qui è tra robot) e/o degli effetti speciali è sicuramente un film da mettere in scaletta. Lo consiglio anche ai nostalgici di "Rocky".
Parola chiave: Zeus.

Trailer

Ric

mercoledì 6 luglio 2011

Film 276 - X-Men: L'inizio

Lunga l'attesa dopo numerosi trailer succulenti e qualche fotogramma di anteprima per questa (ennesima) pellicola sugli eroi mutanti...


Film 276: "X-Men: L' inizio" (2011) di Matthew Vaughn
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele, Marco, Tiziana
Pensieri: Freschi freschi dalla visione del capitolo su Wolverine, ci siamo fiondati al cinema per il nuovissimo episodio della saga di X–Men uscito l’8 Giugno. Questa volta i riflettori sono puntati sulle origini stesse della prolifica serie (oramai a quota 5 episodi) e su come gli X–Men si siano formati.
Ormai di moda ad Hollywood riprendere da più angolazioni lo stesso soggetto, questa volta siamo negli anni ’60 e il punto di vista principale è quello del futuro Professor Xavier. La trovata è sicuramente piacevole, più che altro perché spiega chiaramente (ma non so dire quanto fedelmente rispetto al fumetto) come buona parte dei mutanti delle precedenti pellicole siano diventati tali o entrati a far parte del gruppo (buoni o cattivi non importa). Chi ha un minimo di passione per la serie apprezzerà di certo.
La trama è buona e non superficiale, incastra bene gli eventi fino a portare – alla conclusione - agli effetti che noi tutti conosciamo e che ricolleghiamo alle pellicole successive. Benissimo la scelta del cast che punta su nomi più o meno famosi del cinema e TV: Charles Xavier/James McAvoy ("Espiazione", "Wanted - Scegli il tuo destino", "The Conspirator", "Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio"), Erik Lehnsherr/Magneto/Michael Fassbender ("300", "Bastardi senza gloria"), Sebastian Shaw/Kevin Bacon ("Mystic River", "L'uomo senza ombra", "Footloose"), Rose Byrne ("Maria Antonietta", "Sunshine" e nel prossimo 'must to see' "Le amiche della sposa"), Raven/Mistica/Jennifer Lawrence ("Mr. Beaver", "Un gelido inverno"), Oliver Platt ("Amore e altri rimedi", "2012"), Emma Frost/January Jones ("Unknown - Senza Identità" e la serie tv "Mad Men"), Hank McCoy/Bestia/Nicholas Hoult ("A Single Man", "About a boy - Un ragazzo", "Scontro tra titani") e Zoë Kravitz (figlia del cantante Lenny, già vista in film come "Il buio nell'anima", "Sapori e Dissapori").
Nell’insieme il gruppo attoriale credo faccia la differenza. Per un film assolutamente non anonimo, non si poteva giocare la carta del cast sconosciuto (ultimamente pare far chic portare sconosciuti alla ribalta, vedi l’edizione degli Oscar con Hailee Steinfeld e la stessa Jennifer Lawrence o, più recentemente, il film di J. J. Abrams “Super 8”).
Strana, invece, la scelta di destinare la canzone portante della colonna sonora al gruppo britannico dei Take That con la (bella) canzone ‘Love Love’, forse non del tutto adatta a questo film.
Bene, comunque, effetti speciali (il finale con il sottomarino sollevato in volo è spettacolare), fotografia e le scenografie piuttosto azzeccate. Lasciano qualche domanda, invece, i gadget fin troppo futuristici in dotazione alla squadra di eroi. A volte sembra di essere al giorno d’oggi…
Critiche favorevoli e buon incasso, ma non ottimo per un film della serie. Con $160,000,000 spesi per realizzarlo, ad oggi il film ha incassato $324,611,727 che, in ordine di incasso, equivale al quartultimo posto su 5 pellicole realizzate. In Italia, per esempio, questo episodio è stato accolto piuttosto tiepidamente, con il modesto risultato di € 2,650,968 ad oggi. Per intenderci, da noi il bruttissimo “L’ultimo dei templari” con Nicolas Cage ha incassato quasi di più.
Ma non bisogna farsi ‘spaventare’: il film vale la pena di essere visto!
Ps. Camei divertenti dei veterani Hugh Jackman nei panni del suo famoso Wolverine e Rebecca Romijn in quelli di Mistica.
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Consigli: Interessante ed esplicativo, questo "X-Men: First Class" (titolo originale) serve agli amanti della serie a ricollegarsi con i successivi (ma precedenti in ordine di uscita) capitoli della serie. E', inoltre, piuttosto divertente e ricco d'azione, quindi non manca certo il divertimento per i non appassionati!
Parola chiave: X.

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Bengi