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venerdì 7 ottobre 2022

Film 2136 - E.T. the Extra-Terrestrial

Intro: Sabato sera al cinema per approfittare della giornata di sconti da Cineworld (tutti gli spettacoli a 3€!), finiamo per andare a rivedere all'IMAX uno dei classiconi della cinematografia americana.

Film 2136: "E.T. the Extra-Terrestrial" (1982) di Steven Spielberg
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non rivedevo "ET" da una vita e, se devo essere onesto, una parte di me rimaneva un po' titubante. Non perché non volessi rivederlo - in realtà erano anni che aspettavo l'occasione giusta - ma perché ricordavo di un tentativo di visione poi abbandonata di qualche tempo fa. All'epoca la pellicola di Spielberg mi era sembrata un po' troppo lenta rispetto a ciò che in quel momento stavo cercando.
La possibilità di rivedere "E.T. the Extra-Terrestrial" - in occasione del 40esimo anniversario dall'uscita in sala - è capitata al momento perfetto. Questa volta ero alla ricerca esattamente di un film come questo, una storia dolce e raccontata con garbo e delicatezza, che ci ricorda quanto la diversità stia solo negli occhi di chi guarda.
Nonostante una certa lentezza narrativa cui oggi siamo meno abituati, il racconto riesce comunque e ancora oggi a conquistare lo spettatore grazie a una serie di personaggi perfetti - forse ancora più che ET stesso, la dolcissima Drew Barrymore - nonché una storia che mixa sapientemente sci-fi, drama e un tocco quasi fantasy, il tutto tenuto insieme dalla visione del regista e una colonna sonora di John Williams a dir poco indimenticabile (non nascondo di essermi più volte commosso, anche trasportato dai ricordi di quando, da ragazzino, ascoltavo l'iconica colonna sonora di questo film).
Insomma, non che ci fossero dubbi, ma "ET" rimane sicuramente una delle pietre miliari del cinema moderno, indimenticato gioiellino che, 40 anni fa, riuscì a mettere insieme talento, creatività e una storia meno banale di quanto possa sembrare inizialmente, il tutto per un risultato finale che ancora oggi sorprende, coinvolge e affascina il pubblico di adulti e bambini.
Cast: Dee Wallace, Henry Thomas, Peter Coyote, Robert MacNaughton, Drew Barrymore.
Box Office: $794.9 milioni
Vale o non vale: Capolavoro indiscusso, meraviglioso esempio di film solo apparentemente destinato ai bambini, "E.T. the Extra-Terrestrial" riesce ancora oggi ad appassionare e stupire lo spettatore, regalando uno spettacolo per gli occhi e il cuore ararmente replicato dal cinema di oggi. Iconico per una moltitudine di aspetti. Sfido chiunque a non ripetere almeno una volta «ET telefono casa» dopo la visione.
Premi: Candidato a 9 premi Oscar tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura originale, ne ha vinti 4: Miglior colonna sonora di John Williams, effetti speciali (tra cui l'italiano Carlo Rambaldi), sonoro e mixaggio sonoro. 12 nomination ai BAFTA tra cui film, regia, sceneggiatura e attrice esordiente (Barrymore), ha vinto quello per la colonna sonora. Nomination ai César per il Miglior film straniero, nomination nella stessa categoria ai David di Donatello e vittoria per il Migliore Regista Straniero a Spielberg. 5 nomination ai Golden Globe e 2 vittorie per Miglior film drammatico e colonna sonora, mentre ai Grammy il film ha vinto 3 premi spalmati su due anni (1983-84): i primi due per Williams che ha vinto per Best Instrumental Arrangement Accompanying Vocal(s) e Best Instrumental Composition, il terzo per Best Recording for Children ("E.T. the Extra-Terrestrial album"), consegnato ai due produttori Quincy Jones e Michael Jackson.
Parola chiave: Piantina.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 10 giugno 2019

Film 1608 - I, Robot

Intro: Guilty pleasure...
Film 1608: "I, Robot" (2004) di Alex Proyas
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in generale carino, anche se la storia rende solo in parte giustizia alle idee di Asimov, perdendosi, come al solito, nei megalomani meandri del "tutto esplode". Non è un male di per sé, scegliendo di vedere questa pellicola si scende a patti con questa consapevolezza fin dal principio, è solo un peccato sprecare i preamboli interessanti di una storia come questa lanciandosi in una rappresentazione alquanto banale di cosa potrebbe andare storto nel momento in cui i robot (o l'intelligenza artificiale in generale) finisse per guadagnare consapevolezza di sé e realizzasse che, dopo tutto, la razza umana non è così fondamentale. Se, in generale, il tema portante della storia non pare troppo originale di questi tempi, ricordatevi solo che l'idea di Asimov risale agli anni '50;
Will Smith è sempre un ottimo protagonista e, in titoli come questi, non manca di mettersi in gioco tra azione e sparatorie. In questo caso il nemico parrebbe essere la scienza e starà a lui, detective della polizia di Chicago del 2035, a dover cercare di capire cosa bolla in pentola.
Ps. Qui di seguito le Tre leggi della robotica elaborate da Asimov e che stanno alla base anche di questo film:
1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Cast: Will Smith, Bridget Moynahan, Bruce Greenwood, James Cromwell, Chi McBride, Alan Tudyk, Shia LaBeouf.
Box Office: $347.2 milioni
Vale o non vale: Intrigante lo spunto narrativo di partenza, meno riuscito il resto della storia, "I, Robot" rimane comunque un blockbuster piacevole che non sarà un capolavoro, ma è capace di intrattiene.
Premi: Candidato all'Oscar per i Migliori effetti speciali.
Parola chiave: Suicidio.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 27 agosto 2018

Film 1506 - Valerian e la città dei mille pianeti

Intro: quando si parla in termini di gigantesco flop al botteghino e pessime critiche sono sempre piuttosto interessato a recuperare il titolo sfortunato, soprattutto quando non mi sarei mai aspettato le cose potessero mettersi così male...
Film 1506: "Valerian e la città dei mille pianeti" (2017) di Luc Besson
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: in realtà non è così terribile come tutti hanno detto. Non so dire se rifletta o meno il lavoro dei creatori del fumetto francesce ("Valérian and Laureline" scritto da Pierre Christin e illustrato da Jean-Claude Mézières), di sicuro quello che ho visto per quanto riguarda la versione cinematografica non mi ha negativamente colpito come non mi ha positivamente stupito. Un prodotto fatto per essere spettacolare, colorato, veloce. Manca sicuramente di originalità, un taglio più personale, ma per il resto siamo nella media;
non credo che portare Rihanna ancora sullo schermo aiuti. Non c'è un suo film che sia stato un vero successo, sempre messi flop. Penso sia erroneo ritenere che sia in grado di richiamare gente al cinema come, invece, riesce a fare negli stadi;
uno dei più grandi problemi di "Valerian and the City of a Thousand Planets" è la mancanza di star. Né DeHaan né Delevigne sono protagonisti sufficientemente famosi e il contorno di protagonisti non aiuta particolarmente. In ogni caso il cast non è un vero problema a livello di risultato finale, anche Delevigne riesce a cavarsela nonostante la derivazione fashion, piuttosto che attoriale. Forse il problema generale di questa operazione è che ha sbagliato le tempistiche e i modi (non c'è nulla che non abbiamo già visto in "Star Wars", "Guardiani della galassia", "Star Trek" e compagnia); Besson pensa sempre in grande, vede in grande e realizza in grande. Gli va dato certamente questo credito, uno dei pochi fuori dalla cerchia degli studios hollywoodiani che rischia con film del genere. Non sempre può andare bene.
Cast: Dane DeHaan, Cara Delevingne, Clive Owen, Rihanna, Ethan Hawke, Herbie Hancock, Kris Wu, Rutger Hauer, John Goodman, Elizabeth Debicki, Ola Rapace, Mathieu Kassovitz.
Box Office: $225.9 milioni
Vale o non vale: non è una brutta pellicola, sicuramente un risultato sufficiente a intrattenere lo spettatore tramite effetti speciali che producono immagini coloratissime e portano in vita universi multiformi davvero particolari. Detto ciò, il film non aggiunge nulla alla filmografia di fantascienza.
Premi: /
Parola chiave: Wicked.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 20 febbraio 2017

Film 1310 - Arrival

Curioso, curioso, curioso, curiosissimo di vedere questa pellicola che tante buone recensioni aveva ottenuto in patria e che tanto prometteva bene alla stagione dei premi cinematografici importanti.

Film 1310: "Arrival" (2016) di Denis Villeneuve
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: padre
Pensieri: "Arrival" è una pellicola davvero particolare che anche se non mantiene per nulla le premesse/promesse del trailer, in realtà consegna allo spettatore un altro tipo di spettacolo, che coinvolge l'alieno in maniera furba, ma comunque funzionale ad un racconto che ha davvero molto da dire.
A livello narrativo, il film presenta una di quelle storie che gioca con il tempo nella maniera più interessante. Nonostante certi passaggi prevedibili e la scelta di alcuni elementi della trama non particolarmente originali (come quella sorta di autodeterminazione delle consapevolezze della conoscenza delle cose), è nel maneggiare il tempo che il racconto dà il suo meglio. C'è una sorta di filosofia che si segue dall'inizio alla fine, per quanto mai come per questo titolo l'espressione è usata in maniera impropria. Il gioco di flashback e flashforward è svelato solo verso il finale e il disorientamento che sceneggiatura e montaggio riescono a suscitare è un brivido magistrale che va oltre la missione aliena e colpisce persino lo spettatore, costretto a fare i conti con la messa in discussione di tutto ciò che ha visto fino a quel momento e dovendo imparare a ridistribuirlo su una linea temporale che non è più lineare, ma complessa e fluida. E' questa la sorpresa più bella del film e il regalo che rimane anche quando si è già tornati a casa.
Va detto che "Arrival" non è il classico sci-fi sugli alieni e, anzi, si distacca abbastanza dal genere per toni e modi. E' tutto molto statico, sembra di stare eternamente nell'attesa che cominci il finimondo, anche se poi di fatto rispetto a ciò che siamo abituati la risoluzione è meno prettamente d'azione. Del resto, dopo aver visto "Sicario e "Prisoners" da Villeneuve mi aspettavo esattamente questo tipo di narrazione lenta e visivamente molto evocativa. Gli spazi dei paesaggi sono ampi, l'interno della nave aliena dà un senso di compattezza indistruttibile, i primi piani su Amy Adams le sottraggono ogni espressione per regalarla al pubblico. E' un prodotto che cresce piano piano, che ha bisogno di mettere insieme tutti i pezzi prima di poterli spiegare a chi guarda cosicché li possa capire. Non è il solito racconto di uno sbarco di extraterrestri sulla terra, né il racconto di come l'America ci ha nuovamente salvato il culo, ma la storia di un incontro che è anche la scoperta di un intero nuovo mondo che va studiato attentamente per essere capito. La parola è la prima arma che si porta in battaglia, la comunicazione è fondamentale e capire chi si ha di fronte vitale.
Per quanto riguarda il cast, inutile dire che la maggior parte del merito vada ad una grandissima Adams, come sempre in grado di mantenere le aspettative. Certo è vero che io nutro una passione per l'attrice, quindi essendo di parte la trovo sempre magnifica e non mi stupisco quasi più delle sue interpretazioni ogni volta incisive e camaleontiche, anche se devo dire che in questo caso non mi stupisco della mancata nomination all'Oscar, più che altro perché va ammesso che ci fossero ruoli più eclatanti che quest'anno era giusto riconoscere, oltre che un certo percorso necessariamente da intraprendere. Non mi stupisco e non sono preoccupato: il talento di Amy saprà certamente portarla ancora lontano.
Dal punto di vista tecnico, le musiche sono particolari e anche se non sempre le ho trovate appropriate, devo dire che in certi passaggi riescono proprio ad esaltare le scene. Gli effetti speciali, invece, sono stranamente molto inferiori alla restante qualità tecnica del film nel suo complesso. La scena di Louise (Adams) immersa nel mondo di nebbia delle creature è talmente finta da essere a tratti imbarazzante.
In ogni caso "Arrival" è una pellicola insolita che regala un'esperienza diversa da quella che ci si potrebbe inizialmente aspettare e anche se questo potrebbe non soddisfare alcuni, riesce però a consegnare qualcosa di meno scontato e certamente più originale. Portare al cinema una storia che abbia come protagonista una linguista è una scelta molto interessante che, per estensione, veicola un bel messaggio, ovvero quello della parola come un'arma potente. In un mondo in cui l'atto di forza sembra sempre più l'unica moneta di scambio e in un genere filmico cui di solito appartiene l'atto dell'agire, "Arrival" sceglie la comprensione e, inoltre, veicola l'intelligente messaggio che non basta porre una domanda per ottenere una risposta, ma si deve tenere conto di una miriade di variabili, prima fra tutte chi si ha davanti. Ps. 2 candidature ai Golden Globes, 9 ai BAFTA (e una vittoria per il sonoro) e 8 nomination agli Oscar 2017: Miglior film, regia, sceneggiatura non originale, fotografia, montaggio, scenografia, montaggio sonoro e missaggio sonoro. Difficilmente il film porterà a casa qualcosa se non eventuali riconoscimenti tecnici.
Film 1310 - Arrival
Film 1519 - Arrival
Cast: Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg, Tzi Ma, Mark O'Brien.
Box Office: $195.3 milioni
Consigli: Non è per niente il classico blockbuster incentrato sulla figura dell'alieno conquistatore, per cui chi cercasse quel tipo di prodotto, forse è meglio abbandonare questi lidi. Il film di Villeneuve lascia per molto tempo spazio alle ipotesi più disparate, scegliendo di inserire fin dall'inizio elementi che si spiegheranno solo nell'eccitante finale. Non so se leggere il racconto breve "Story of Your Life" di Ted Chiang sia più emozionante o coinvolgente che vedere il film che ne hanno tratto, di sicuro per quanto mi riguarda l'esperienza è stata positiva e soddisfacente grazie ad una trama che attinge agli elementi fantascientifici, ma ne fa un uso meno scontato e più ragionato. Quindi siete avvertiti: poca azione, tanto ragionamento, non poche emozioni.
Parola chiave: Lingua.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 16 ottobre 2014

Film 792 - Oblivion

Avevo comprato il dvd ormai da un paio di mesi. Mancava solo l'occasione giusta per recuperare questo film... Che è arrivata in vacanza, ovviamente! Ultimo film dalla Costa Azzurra.

Film 792: "Oblivion" (2013) di Joseph Kosinski
Visto: dal portatile di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Casualmente ritorna il tema del doppio e della realtà parallela "costruita", un po' sulla falsa riga di "Coraline". Questo "Oblivion", chiaramente, tratta temi assolutamente diversi (essendo un film fantascientifico) ed è assolutamente intrigante da vedere o, come nel mio caso, rivedere.
Ammetto che ancora mi domando come sia possibile che questa pellicola abbia incassato così "poco", addirittura meno di quell'"Edge of Tomorrow - Senza domani" sempre con Tom Cruise che quest'anno ha incassato quasi 100 milioni di dollari in più di questo film (369.2 milioni di dollari incassati, per la precisione). Non che la pellicola di Doug Liman sia terribile, però sicuramente "Oblivion" è migliore.
Innanzitutto una buona trama che riesce a sostenere la suspense abbastanza da rendere il tutto piacevole da vedere. Cosa succede? Come mai Sally sembra nascondere qualcosa? E perché i dreni hanno ucciso quelle capsule con delle persone dentro? Insomma, gli interrogativi ci sono e, anzi, aumentano a partire dal colpo di scena che coinvolge la povera Victoria/Andrea Riseborough.
Trama a parte, gli effetti speciali sono davvero ben fatti, aiutati da un'ottima fotografia e scenografie spesso mozzafiato. Bella la colonna sonora dei francesi M83 che un po' ricorda quel gioiellino che è la colonna sonora di "Tron: Legacy" ad opera dei sempre francesi Daft Punk. Quindi, tutto sommato anche se non un capolavoro, "Oblivion" rimane un ottimo esempio di contemporaneo cinema sci-fi in grado di intrattenere, sbalordire visivamente e ripercorrere tutti i capisaldi narrativi dell'action con un Tom Cruise che più tutto d'un pezzo non si può. Per lui sempre lo stesso ruolo e lui sempre lo stesso. Da 30 anni.
Film 542 e 546 - Oblivion
Box Office: $286,168,572
Consigli: Il patto col diavolo del Sig. Cruise continua ed è tanto prolifico che per l'ennesima volta lo troviamo a confrontarsi con un ruolo da eroe maschio alfa, unico in grado di risolvere il grande mistero del Tet e di combattere il gigantesco nemico in camuffa. Sempre la solita roba, per carità, però Cruise è capace, espressivo e ci crede maledettamente, come è giusto che sia. Se vi piace il genere fantascienza o dare una sbirciata ad un futuro post-apocalittico eccovi serviti per bene, grazie ad effetti speciali efficacissimi e un buon cast (Cruise, Morgan Freeman, Andrea Riseborough, Olga Kurylenko, Nikolaj Coster-Waldau, Melissa Leo) a sostenere una storia carina. Godibile.
Parola chiave: Scavengers.

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Bengi

giovedì 25 settembre 2014

Film 791 - Lucy

In Italia esce oggi, quindi ho pensato di anticipare il post su questo film che ho visto a Nizza al Cinéma des Variétés questa domenica.

Film 791: "Lucy" (2014) di Luc Besson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Nonostante una critica divisa tra chi ne parla bene e chi lo trova assurdo, devo dire che questo nuovo film di Luc Besson mi è piaciuto.
Molto veloce, di grande effetto e assolutamente d'intrattenimento, "Lucy" conduce lo spettatore direttamente al centro dell'azione, con un inizio tanto violento quanto inquietante in grado di catturare subito l'attenzione dello spettatore. Scarlett Johansson, la sfortunata protagonista del titolo, si trova infatti immischiata in una faccenda di corrieri di droga a Taipei, Taiwan, finendo lei stessa per diventare cavia condannata al trasporto oltre confine di un nuovo tipo di sostanza chiamata CPH4 che le viene chirurgicamente "adagiata" tra un organo e l'altro dell'addome. Inutile dire che il sacchetto che contiene la strana polvere blu finirà per rompersi, compiendo l'impensabile trasformazione di Lucy da spaventata vittima degli aggressori a bionica eroina che punirà tutti coloro che l'hanno seviziata. Ma c'è di più.
In parallelo, infatti, la storia ci presenta lo scenziato Morgan Freeman che tiene conferenze sul cervello e la nostra capacità di usarlo, sfruttata solamente al 10% delle sue potenzialità. Cosa accadrebbe se questa nostra capacità passasse, per esempio, al 20%? Al 30, 40... o 100%? Progredendo, le ipotesi si fanno sempre più incerte e fantascientifiche e dove lo scienziato non si spingerà, lo farà Besson con la sua trama.
Qui la critica si è espressa con maggior accanimento e posso anche capirne il motivo, essendo le scelte narrative estremamente azzardate (controllo della mente, degli oggetti, della materia fino alla fusione dell'uomo con il tutto, che diventa onniscente), eppure non posso dire di trovarmi d'accordo. Besson scrive e dirige un prodotto di fiction che sfrutta, sì, teorie scientifiche, ma le rielabora con fini differenti da quelli del metodo scientifico, quindi troppe pretese di realismo mi sembrano fuori luogo. Il film ha ritmo, intrattiene dal primo all'ultimo minuto, la Johansson è inaspettatamente molto in parte e traina da sola tutta la (dis)avventura della protagonista con carisma e credibilità. Ho trovato curioso, tra l'altro, questa sua ennesima sparizione nel "tutto", già accaduta cinematograficamente, nella bellissima pellicola dell'anno scorso "Her", dove la sua Samantha era la voce cosciente di un nuovo sistema operativo di cui Joaquin Phoenix finisce per innamorarsi. Comunque, per tornare a questo esempio, direi che l'esplorazione delle possibili implicazioni del pieno sfruttamento delle possibilità offerte dal nostro cervello siano, per quanto assurde e fantascientifiche, funzionali al procedere della storia e quantomeno abbastaza originali da rendere il risultato finale piacevole e godibile.
"Lucy" è un ottimo esempio di cinema d'azione fantascientifico made in France, il che rende la cosa anche più di valore a mio avviso. Besson nel tempo è riuscito a costruirsi una carriera internazionale e colpire l'immaginario cinematografico mondiale con le sue pellicole esportate in tutti i mercati e tutte di grande successo commerciale (tra gli esempi recenti più eclatanti "Io vi troverò" e sequel), successo impossibile da non riconoscergli e per il quale, secondo me, merita molta stima. Combattere l'onnipresenza americana dei generi d'azione, thriller o sci-fi e portarsi a casa numerosi #1 al box-office americano (l'ultimo proprio con questo film) sono goal molto difficili da mettere a segno. Piacciano o meno, lui con i suoi film ci riesce. A me "Lucy" è piaciuto e in inglese, senza sottotitoli, è perfino abbastanza facile da comprendere. Besson tifo per te (e aspetto "Taken 3").
Box Office: $378.000.000
Consigli: Violentissimo, inquietante, crudo, veloce e con sequenze d'azione tanto assurde quanto adrenaliniche, un'eroina priva di scrupoli che si trasforma in esperimento scientifico che evolve da umano a... Non lo rivelo, sarebbe svelare il finale! "Lucy" vale la pena di essere visto, non annoia e lascia soddisfatti, oltre che con le piacevoli domandine sciocche di chi non ne capisce niente: ma potrà succedere davvero? E se accadesse, il film propone uno scenario plausibile?
Ipotizzare non uccide nessuno e, anzi, alimenta un discorso che la sceneggiatura descrive con estrema naturalezza, motivo per il quale queste tesi risultano così accattivanti. Nel complesso divertente, un giro in giostra che non ti aspetteresti: all'uscita si è esaltati e confusi. Un sequel (speriamo) sembra fuori discussione.
Parola chiave: Tempo.

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Bengi

lunedì 8 settembre 2014

Film 770 - Elysium

Una pellicola che volevo recuperare da qualche tempo.

Film 770: "Elysium" (2013) di Neill Blomkamp
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Visto lo scarso successo commerciale e le voci che mi erano giunte, non ero esattamente sicuro mi sarebbe piaciuto questo "Elysium". Tutto sommato, invece, me lo sono goduto.
Dico 'tutto sommato' perché non parliamo di un prodotto innovativo o di un capolavoro cinematografico, ma nemmeno lo sconclusionato blockbuster tutto effetti speciali e nient'altro che mi aspettavo. Forse il vero problema di questa pellicola è che risulta semplicemente come l'ennesia del suo genere - quello distopico di fantascienza ultimamente tanto caro a Tom Cruise - e soffre, come hanno sofferto altri prodotti simili prima di lui ("Oblivion", "Edge of Tomorrow - Senza domani"), di quello che si potrebbe definire un calo di popolarità.
La storia è sempre la stessa, cambiano solo i motivi per cui l'elemento pacificamente integrato nel suo 'sistema' diventi eroe solitario capace di vincere il sistema che soggioca lui e il popolo, causandone la liberazione in ultima battuta. Poco male, allora, se si sceglie che il gioco valga la candela. Per quanto riguarda "Elysium", rendono assolutamente accettabile la visione i bellissimi effetti speciali e la presenza di una cattivissima Jodie Foster, per troppo tempo lontana dal grande schermo.
Il risultato finale, comunque, richiama vagamente anche la pellicola d'esordio cinematografico del regista Neill Blomkamp "District 9": non solo per la presenza dell'attore Sharlto Copley in entrambi i film, ma soprattutto per l'evoluzione ibrida dei suoi protagonisti, che in entrambe le storie fondono il loro DNA con organismi estranei - lì alieni, qui componenti robotiche - e si muovono per un tempo del racconto che è scandito tachicardicamente da un conto alla rovescia per la vita.
In ogni caso, questione di gusti, ho assolutamente preferito questo film al precedente - e clamorosamente di successo - "District 9" che, all'epoca, mi era parso privo di particolari motivi di rilievo che giustificassero le 4 nomination all'Oscar tra cui Miglior film (bah!).
In conclusione, per tornare ad "Elysium", un film di fantascienza con un minimo di morale (equità sociale) ed un largo uso di effetti speciali, con un Matt Damon protagonista che è pompato da far paura (43 anni wow) e una realizzazione che è degna del miglior blockbuster. Migliore, per esempio, di quel "World War Z" che ha incassato 254 milioni di dollari in più, ma che non ha nulla di più di questo film (se escludiamo, chiaramente, al voce Brad Pitt). Insomma, considerato cosa riesce ad ottenere successo al cinema al giorno d'oggi, si sarebbe potuto ipotizzare un risultato ben migliore per questa pellicola al box-office (dove pure ha esordito alla #1), che però non si è verificato. Né male né bene: il film è carino, ma nulla di più.
Box Office: $286,140,700
Consigli: Per una serata nello spazio o che ipotizzi un futuro dove ricchi e poveri siano tanto separati da vivere su pianeti differenti, questo è il film giusto. Anche per gli appassionati di effetti speciali o, inevitabilmente, per i fan di Damon o Foster. Per gli altri "Elysium" può rappresentare una buona distrazione serale capace di intrattenere dignitosamente senza stancare o annoiare. Non molto di più, però.
Parola chiave: Radiazioni.

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Bengi

mercoledì 14 maggio 2014

Film 713 - Transcendence

Molto, molto interessato a questa pellicola sia per il cast che per la storia apparentemente intrigantissima.

Film 713: "Transcendence" (2014) di Wally Pfister
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Al momento ritengo sia il flop più clamoroso di questo 2014. 

100 milioni di dollari di budget, un cast stellare, premesse invitantissime e, comunque, un protagonista capace di solito di sbancare i botteghini perfino con il quarto, ennesimo capitolo de "Pirati dei Caraibi". Ma qui niente magia.
Premessa: la trama. Già di per sé la storia, che non è facile facile subito, finisce per accartocciarsi spesso su se stessa lasciando lo spettatore un po' perplesso. L'incipit - che propongo da Wiki - è questo: "Il dottor Will Caster, il più importante ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale che lavora per creare una macchina che combini l'intelligenza collettiva di tutto quello che è conosciuto con l'intera gamma delle emozioni umane, viene assassinato da terroristi anti-tecnologici. La moglie Evelyn ne carica il cervello in un computer, in modo che Will possa in qualche modo rivivere, comunicare e portare avanti le sue ricerche grazie alla connessione alla rete internet, con cui può raggiungere ogni computer della Terra."
Svolgimento: sulla carta sembrerebbe tutto una figata pazzesca. La resa, invece, è molto meno emozionante. Sì, mi sono addormentato al cinema, lo ammetto. 5 minutini al massimo, ma considerando che sono feroce assimilatore delle peggio commedie o dei peggio film in circolazione, direi che la cosa è alquanto esplicativa. 

Questo "Transcendence" non solo spesso non è chiarissimo, né intuitivo, ma è proprio noioso. Per troppo tempo non succede nulla, ovvero ciò che poteva essere riassunto in pochissimi minuti è, invece, protratto per buona parte della storia. Evelyn ha perso Will e si rifugia nel nuovo mondo che lui letteralmente costruisce per lei ora che è eterea presenza cibernetica. E questo è cristallino. Quello che non si capisce è perché la trama ce lo racconti per mezzora. A dire il vero, un'altra cosa che non si capisce è perché lei ci metta così tanto a realizzare che il nuovo pc-Will finirà col controllarla, sorvegliarla e segregarla essendo lampante conseguenza che una personalità intelligentissima, con a disposizione la rete web tutta e praticamente risorse illiminate, finirà per voler assoggettare chiunque al suo volere. Ci sono arrivato io, ci può arrivare anche Evelyn che è una scienziata accreditata. Insomma, le discrepanze su larga scala non mancano.
Manca, invece, un aspetto che avrei voluto trovare in questa storia fantascientifica, ovvero le possibili implicazioni sociali di una scoperta di tale portata. Nel film si sviluppa solamente l'aspetto legato all'uomo/coscenza che sfrutta le nuove potenzialità del suo upload nella rete solo come veicolo per rimanere assieme alla moglie che ama e vuole consolare e poi proteggere. Le innovazioni che gli sposini mettono in atto - e che la trama tratta in maniera marginale - sarebbero molto più interessanti di tutta la faida tra pc-Will e anti-tecnologici. E questa è un'occasione sprecata.
Diciamo che, un po' sulla falsariga di "Her", anche questo esperimento cinematografico finisce per sconfinare nell'ipotesi - nemmeno troppo remota - di un computer con la coscienza ma, dove il primo riesce a contestualizzare e rendere verosimili personaggi, trama e conclusione, qui ci si concentra e sull'amore tra la coppia, e sulla questione della mortalità e immortalità umana e, ancora (questo sì che sarebbe davvero interessante!), sull'etica della scienza. Una mole macrotematica di questo genere sfugge al controllo dello sceneggiatore e finisce in un marasma di spunti (e noia) che fallisce nel centrare il suo obiettivo.
Conclusione: scienza, etica e futuro sarebbero temi interessantissimi sui quali modellare una trama. Qui, purtroppo, si sprecano soldi e cast per un risultato francamente insoddisfacente, molto concentrato sulla resa in immagini (molti effetti speciali) e sul clamore che, di base, suscita l'incipit della trama (upload di un cervello umano alias coscienza su un computer). Deludente.
Box Office: $65,100,529
Consigli: In grado di generare notevoli aspettative, questo blockbuster di fantascienza finisce, però, per concentrarsi sui soliti temi: amore, tradimento della fiducia, guerra testosteronica tra chi la pensa diversamente. Si poteva fare molto di più a livello di sceneggiatura e il disastroso flop al botteghino ne è certamente un riflesso inequivocabile. Ed è un peccato considerando che il cast è notevole: Johnny Depp, Rebecca Hall, Paul Bettany, Kate Mara, Cillian Murphy, Morgan Freeman.
Parola chiave: Trascendenza.

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Bengi

venerdì 5 aprile 2013

Film 524 - Upside Down

Secondo appuntamento casalingo con Leoo.


Film 524: "Upside Down" (2012) di Juan Solanas
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Leoo
Pensieri: "Upside Down" non mi ha particolarmente convinto, mi è anzi sembrato pretenzioso, ma senza le carte in regola per sfondare veramente. C'è sempre la sensazione che manchi qualcosa, che ci sia quel momento in cui rimani veramente rapito dal film. La storia è sì affascinante, ma non coinvolgente. Le location sono d'effetto, ma fredde e molto 'digitali'. L'amore dei due protagonisti è grande - di quelli che rischio tutto ciò che ho per te -, ma non mi ha mai smosso nulla che non fosse la sensazione di già visto.
Nonostante la cornice affascinante dei due mondi sovrapposti e contrari, niente di originale è davvero collocato nell'intreccio narrativo. Si brucia d'amore come ci si brucia a stare nel mondo opposto a cui non si appartiene, eppure guardando non c'è un solo momento in cui il film coinvolga davvero in maniera genuina. Più che un'operazione a grosso budget mi è sembrato il tentativo un po' ingenuo di intraprendere la via del kolossal fantasy senza saperlo davvero gestire, componendo i pezzi di una storia ritagliando qua e là da ciò che già è stato scritto, narrato e fatto vedere: cambia solo la prospettiva. E allora bisognava giocarsi meglio questi due personaggi (Eden/Kirsten Dunst e Adam/Jim Sturgess, lascio a voi i commenti sull'imbarazzante scelta di questi nomi), parlare di una storia d'amore meno scontata, meno banale. Lei ha perso la memoria e lui fa di tutto per fargliela tornare; anche se non potrebbe perchè appartengono a mondi diversi da cui, in teoria, sono esclusi reciprocamente se non per quelle poche ore che precedono il loro andare a fuoco. Se non è chiaro, ecco i principi fisici che regolano il doppio mondo di "Upside Down": 

1) Tutta la materia è attratta dal centro di gravità del pianeta da cui proviene, non l'altro. 
2) In virtù della prima regola, il peso di un oggetto può essere controbilanciato con la materia del mondo opposto ("materia inversa"). 
3) Dopo un variabile, ma solitamente breve, lasso di tempo, la materia a contatto con quella inversa dà origine alla combustione.
Dunque la cornice è anche interessante, ma poi il fulcro della vicenda è trito e privo di idee veramente originali.
In generale non è comunque una pellicola inguardabile - io, però, in qualche punto breve mi sono appisolato - e immagino che abbia un suo pubblico (qui si parla di fantasy, altri mondi possibili, romance, drama e anche etica sotto certi aspetti, nonché qualche slancio di critica sociale all'acqua di rose - nel mondo di sotto sono tutti poveri e lavorano per quelli benestanti, belli e puliti del mondo di sopra -), ma non posso sinceramente dire che il film mi abbia soddisfatto. Lo sguardo magnetico da post-stupefacenti della Dunst ha sempre qualcosa che mi attrae e in effetti rende molto bene accompagnato ai tramonti sempre luminosi e patinati sullo sfondo, ma questo non può valere un'intero prodotto cinematografico. Peccato, le premesse - e un po' di pretese - c'erano.
Ps. Box office disastroso: 50 milioni di dollari per produrlo, $8,001,380 di incasso. Mondiale.
Consigli: Ci sono pellicole della Dunst più interessanti e riuscite ("Melancholia", per esempio), anche se l'attrice ultimamente non sta azzeccando grandi successi ("The Wedding Party", orrendo). Questa ha un incipit interessante, ma per il resto non è nulla che non si sia già visto in altre 100 storie.
Parola chiave: Crema cosmetica.

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Bengi

domenica 17 febbraio 2013

Film 508 - Looper

Questa in effetti non c'entra con gli Oscar, ma ormai procedo in ordine temporale. Recupererò le due pellicole lasciate indietro appena possibile!
Questa, invece, è stata una scelta di Leandro...


Film 508: "Looper" (2012) di Rian Johnson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Leoo
Pensieri: Diciamocelo serenamente: questo "Looper" è una cagata pazzesca.
Poi, a dire il vero, leggo ovunque che è un capolavoro, quindi mi dissocio educatamente dai pensieri altrui perchè in effetti ho trovato questo film vicino a "Matrix" come Jennifer Lopez è vicina all'anoressia.
Premessa fatta, al di là dell'idea interessante che potrebbe stare dietro alla trama del Sig. Rian Johnson - assassini a pagamento del passato che uccidono gente del futuro fino a quando non mettono fine alla loro "carriera" uccidendo il loro sé del futuro) - non mi è sembrato che poi si riesca a mantenere le aspettative. Considerato che bisogna prendere per buono ciò che ci viene raccontato all'inizio dal protagonista Joe del presente (Joseph Gordon-Levitt), ovvero che nel futuro è possibile viaggiare nel tempo (perchè? Come? Non si sa), si devono prendere per buone una serie di (quelle che per noi sono) novità e tentare di tenerle a mente come dogmi per avere accesso ai vari futuri contenuti della storia. Storia che, tutto sommato, parla di tante cose, ma alla fine non racconta nulla. L'inquietantissimo bambino Cid (Pierce Gagnon), a parte avere un'espressività del demonio, non è un personaggio interessante. Si capisce che è dotato di poteri paranormali, sì, ma poi? La scena finale è effettivamente molto 'matrix', ma in fin dei conti non accade nulla che non sia un gigantesco sollevo tutti in aria.
Il Joe del futuro (Bruce Willis) è determinato a sopravvivere per amore della sua donna, ma anche lui non convince. Sarà che in scena c'è anche il Joe del presente che nel frattempo si innamora di un'altra donna (Emily Blunt) che è - guarda caso - la madre dell'inquietantissimo Cid che è a sua volta - guarda caso - colui che nel futuro diventerà la minaccia dei 'looper' (ovvero i mercenari assassini del passato di cui sopra) nonché malvagio assoluto. Insomma, diciamocelo, niente di nuovo sotto il sole.
Ripeto, in effetti l'idea di base è anche intrigante, ma alla fine dove si va a parare non è nulla che non si sia già visto mille altre volte, toccando topic scontati tra l'altro nemmeno rielaborati in maniera originale. Sinceramente, quindi, non mi sento di condividere le grida estatiche che vogliono "Looper" quale capolavoro della cinematografia sci-fy contemporanea.
Aggiungo, come nota finale, che trovo idiota ingaggiare Joseph Gordon-Levitt e poi cambiargli completamente la faccia per farlo assomigliare a Bruce Willis con un make up da fiera di paese. Particolare che, personalmente, mi ha infastidito per tutta la durata del film.
Consigli: Premesso che la critica lo ha presentato come prodotto di grande qualità, nonche come il "Matrix" del nuovo millennio (e gli incassi hanno funzionato: $166,521,158), a mio avviso questo "Looper" si può evitare con serenità. Emily Blunt è monoespressiva, Joseph Gordon-Levitt ha talmente tanta roba in faccia che non può recitare e Bruce Willis è in modalità "Die Hard" dagli anni '80. Insomma, c'è di meglio in giro.
Parola chiave: Telecinesi.

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Ric

giovedì 20 settembre 2012

Film 453 - Quella casa nel bosco

Lo streaming me lo proponeva e, tempo fa, mi era stato detto che era certamente un film originale... Potevo astenermi dal guardarlo?


Film 453: "Quella casa nel bosco" (2011) di Drew Goddard
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Quella casa nel bosco" è una pellicola certamente insolita, difficile da incasellare in un sistema rigido di generi filmici. Perfino Wikipedia inglese lo definisce in maniera interessante: '"The Cabin in the Woods" is a 2012 American comedy horror film'. Ora, parliamone: commedia e horror assieme? Non sono molto d'accordo...
Innanzitutto non ho riso molto durante la visione, quindi non capisco dove gli americani abbiano colto tanta ironia. Secondo, anche definirlo dell'orrore mi pare un attimo vago. Non tanto perchè non lo sia, ma perchè non lo è del tutto. E' più horror fantascientifico. Ma comunque mi risulta difficile da inquadrare.
Tanti generi mixati, una storia che credi procederà nel solito modo e, invece, non finisce mai di evolversi in qualcos'altro, un finale che ti lascia perplesso. Devo dire che, tutto sommato, ho apprezzato lo sforzo di non omologazione degli sceneggiatori Joss Whedon (responsabile del successone di "The Avengers") e Drew Goddard, ma nel complesso non posso dirmi totalmente favorevole riguardo a questo lavoro.
I presupposti non sarebbero sbagliati - un gran carnet di personaggi da paura che si predispongono alla battaglia epica del tutti contro tutti - ma nel finale mi pare si perda un po' di vista il progetto, con un caos regnante poco chiaro che tende ad una conclusione chiassosa e frettolosa.
Insomma, direi che qui il pregio più evidente è quello di essere un prodotto che, per una volta, non è esattamente conforme all'idea originale che parrebbero comunicarti locandina, trailer e la definizione del genere. Ma, nel complesso, non tutto funziona a dovere.
Nel cast la protagonista è la verginella Kristen Connolly (chi?), ma tra i volti noti c'è il Chris Hemsworth che impersona "Thor" (sì, anche "The Avengers"...), Jesse Williams (da "Grey's Anatomy"), Bradley Whitford ("Studio 60 on the Sunset Strip", "The West Wing" e "Scent of a Woman - Profumo di donna") e il candidato all'Oscar Richard Jenkins ("L'ospite inatteso", "Mangia Prega Ama").
Ps. Cameo a sopresa sul finale di una grandissima attrice! Inaspettato e molto gradito. Pps. $65,902,967 di incasso mondiale.
Consigli: I fan degli horror potrebbero tentare di sorprendersi con la trama di questo film. Non è niente di che, ma si lascia comunqeu guardare. Provare per credere.
Parola chiave: Antichi.

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BB

mercoledì 19 settembre 2012

Film 451 - Super 8

Me l'ero perso al cinema, ho recuperato a casa.


Film 451: "Super 8" (2011) di J.J. Abrams
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho capito che a J.J. il soprannaturale piace. Piace tanto da non volersene separare praticamente mai. Giusto con "Mission: Impossible III" ci era riuscito. Con "Super 8", invece, ritorna imperterrito a cavalcare l'onda del qualcosa-che-arriva-dallo-spazio e, se posso dirlo, mi ha un po' stancato.
Ma andiamo con calma. Questa pellicola mi è piaciuta. E non mi è piaciuta. Divido così il mio giudizio per due semplici motivi: il film crea una bella atmosfera, gli effetti speciali sono superbi, il gruppo di ragazzi ricorda tanto film dell'infanzia come "I Goonies" o "Stand by me - Ricordo di un'estate" e Elle Fanning è certamente una di quelle attrici da tenere sott'occhio (più della sorella Dakota). D'altro canto, però, gli elementi classici di Abrams sono ormai troppo riconoscibili per non essere capiti e svelati in corso d'opera: misterioso fenomeno, i primi indizi, un protagonista che mette assieme i pezzi e sarà anche l'unico capace di gestire il "soprannaturale" e, infine, il rivelarsi del mistero che, matematicamente, porta con sé un mostro o un alieno.
Se devo essere sincero speravo che questa pellicola parlasse di avventure meno fantascientifiche e più reali, che parlasse, insomma, più dei suoi ragazzi protagonisti - lo spunto del film da girare era molto carino, specialmente all'interno di un contesto "d'epoca" - e non di un alieno venuto dallo spazio che agogna solo di tornare a casa. Ultimamente pare che, senza uno spettacolare mostro ricreato al computer, le storie non possano essere raccontate. E ciò un po' mi disturba.
A parte questo, comunque, ammetto che "Super 8" ha il suo fascino fino a quando non si scopre la (scontata) verità.
Come dicevo, Elle Fanning è uno splendore, la fotografia è da paura e la scena iniziale del deragliamento del treno è tanto coinvolgente quanto misteriosa e spaventosa. Cosa contenevano tutti quei vagoni e perchè una macchina è andata volutamente a schiantarsi contro il treno in corsa?
I presupposti, come si intuisce, sono davvero buoni, peccato ci si perda per strada con una spiegazione del mistero che poteva certamente essere scritta in maniera meno banale o scontata.
Il mio giudizio, quindi, rimane diviso a metà. Né bene, né male.
Ps. $259,936,677 di incasso mondiale.
Pps. Come per ogni lavoro di Abrams, il compositore delle musiche è il premio Oscar (per "Up") Michael Giacchino.
Consigli: Prodotto da Spielberg, scritto e diretto da Abrams ("Lost", "Alias", "Star Trek: Il futuro ha inizio") ha certo buone possibilità per piacere a molti. Si vede volentieri ed è certamente un'ottima pellicola per una serata in compagnia.
Parola chiave: "The Case".

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BB

lunedì 21 marzo 2011

Film 234 - L'ultimo dominatore dell'aria

Altra pellicola da convalescenza. Il disimpegno imperversa.


Film 234: "L'ultimo dominatore dell'aria" (2010) di M. Night Shyamalan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Durante il periodo Oscar, la domanda che mi ponevo era: è questo il miglior film dell'anno? Ora mi pongo la stessa domanda, ma al contrario: è effettivamente questo il peggior film del 2010?
Sono sorpreso io per primo della mia risposta. No, non lo è.
Personalmente la filmografia di Shyamalan non mi ha mai entusiasmato (eccezione fatta per "The Village" e un po' "The sixth sense - Il sesto senso"), ma questa pellicola non dovrebbe pagare per le oscenità precedentemente prodotte dal suo creatore. Nel 2010, diciamocelo, ci sono state produzioni ben più indecenti di questo "L'ultimo dominatore dell'aria", come per esempio (chissà perchè mi viene subito in mente) il "Piranha" di Alexandre Aja, il secondo capitolo di "Sex and the city", l'orrendo "Skyline" o il veramente pessimo "Vi presento i nostri". Di titoli ben più meritevoli di questa 'onoreficenza' conferita dai Razzie Award di quest'anno, come si può ben dedurre, ce ne sono parecchi e quindi mi domando: come mai questo accanimento (oltre ad aver 'vinto' come peggior film, ha primeggiato nelle categorie peggior regia, sceneggiatura e Jackson Rathbone come attore non protagonista)? Lo trovo un pelino ingiustificato.
Per carità, di pecche questo film ne ha! Quella che ho sofferto di più è la lentezza misto mosse orientaleggianti un po' noiosetta. Lo so che siamo abituati ad azioni super rapide con mosse e scazzottate a tutto spiano, ma in effetti si percepisce una certa lentezza nei combattimenti, ancora più rallentata dagli effetti speciali di acqua e fuoco che, evocati, giungono sempre a scoppio ritardato.
Altro problema: la prima parte del film è interessante e si raccolgono i vari pezzi sugli elementi, i popoli e il famoso dominatore dell'aria. Peccato che, man mano che passa il tempo, si ha sempre più la consapevolezza che anche questo film avrà un sequel. E, peggiore di tutti i casi, il finale è stramaledettamente aperto. Nei miei deliri febbrili ho odiato questa cosa, probabilmente perchè non ero preparato all'eventualità...
Il resto è passabile. Giovani attori sconosciuti (tranne Dev Patel famosissimo protagonista di "The Millionaire"), una bella fotografia, una storia dagli elementi intriganti. Un intrattenimento senza alcuna pretesa, piacevole e che si lascia guardare. Paragonato a pellicole dello stesso regista come "Lady in the Water" o "Signs", questo 'dominatore' è un piccolo miracolo.
Consigli: Ve lo dico fin da ora: il finale è aperto. E la storia non finisce in questo primo capitolo... Auguri.
Parola chiave: Avatar.

Trailer

Ric

lunedì 18 ottobre 2010

Film 152 - Cube - Il cubo

Vogliosi di atmosfere orrifiche, per il lunedì cinematografico ci siamo concessi ben due pellicole di genere!


Film 152: "Cube - Il cubo" (1997) di Vincenzo Natali
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Diego, Marco, Andrea Puffo, Titti
Pensieri: Si sa che gli horror durano poco. Difficilmente sceneggiatori e registi si spremono per portare la loro 'creatura' oltre l'oretta e mezza di durata. E il nostro primo film non fa eccezione. 90 minuti dentro ad un cubo, in effetti, bastano e avanzano.
Ovviamente qui, più che contare su carneficine o maniaci pazzoidi, speravamo in un'insostenibile tensione claustrofobica. Diciamo che, come tutti ben sappiamo, guardare film in gruppo non aiuta a mantenere la concentrazione né tanto meno l'atmosfera necessaria ad insinuare in chi guarda l'angoscia di un ambiente privo di vie d'uscita.
Ma, anche se eravamo di fatto 6 persone concentrate più certi aspetti divertenti di questa pellicola, devo essere sincero: il film non ha pienamente soddisfatto le mie aspettative.
L'idea di base di 7 sconosciuti che si risvegliano dentro un enorme cubo è intrigante. Vengono in mente mille ipotesi solo nei primi minuti. Ma gli attori non sono un granché e Leaven/Nicole de Boer ha sempre una faccia allucinata che a tratti infastidisce. A mio avviso, poi, manca una caratterizzazione dei personaggi meno superficiale e scontata che rendesse più imprevedibile il susseguirsi delle reazioni dei vari Worth, Quentin, Leaven e compagnia.
Tra genietti matematici, cattivi che si rivelano più buoni di quelli che dovrebbero esserlo anche solo per l'istituzione che rappresentano (vedi poliziotto) e anziane crocerossino-frigide che aiutano il ritardato (in realtà genio... ma va?!) il film finisce per far rimpiangere la buona premessa da cui si era partiti.
Non riuscitissimo, ma godibile.
Consigli: Vederlo, possibilmente, di notte e da soli. Forse l'effetto potrebbe essere più disturbante...
Parola chiave: Matematica.



#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 3 marzo 2010

Film 84 - Star Trek

La promozione Blockbuster 3 dvd copie noleggio a 18 euro mi ha nuovamente trovato pronto al sacrificio economico in nome del buon cinema (opinabile). Nuovi film acquistati con questa bazza: "Gran Torino", "La ragazza del lago" e...


Film 84: "Star Trek" (2009) di J.J. Abrams
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Passatemi l'espressione volgare: cazzo che film carico!
Già al cinema qualche mese fa ero rimasto folgorato dalla potenza (audio-video) di questa pellicola svecchia-genere made in J.J. (Abrams, per la cronaca quello di "Lost" e "Alias").
Diciamocelo pure molto francamente: non è che "Star Trek" fosse una di quelle serie per cui mi strappassi i capelli. Però la curiosità destata dal cambio generazionale di cast & crew mi aveva decisamente adescato. E, sorpresa!, non sono rimasto deluso!
Forse l'idea di affidare queste avventure stellari a qualcuno che non ne fosse già dentro fino al collo (sia William Shatner/Capitano Kirk che Leonard Nimoy/Spok hanno diretto un episodio della numerosa produzione trekkiana) è stata l'intuizione geniale per far resuscitare una saga che ormai attirava solamente i fan(atici?).
Quindi basta discorsi su discorsi per sproloqui senza fine (la serie era considerata differente rispetto a quella di "Guerre Stellari" proprio per il ruolo privilegiato riservato al dialogo a discapito dell'azione), e, finalmente, una buona dose di avventura e (appunto) azione per Kirk & co.
Bello, insomma, tutto calibrato e in misura giusta (recitazione ok, effetti speciali top, giusta dose di esplosioni e bombardamenti e pure un pizzico d'amore), solo ho trovato un po' complessa la sceneggiatura, in particolare alla voce 'buco-nero-+-gente-che-viene-dal-futuro. L'idea è sicuramente funzionale al ricollocamento di questa storia in chiave più moderna (l'inizio delle avventure dell'Enterprise con gli effetti speciali dei giorni nostri) e permette, tra l'altro, di riproporre lo Spok originale della serie tv e dei vari film anche in questo (ma il viso di Zachary Quinto è completamente diverso da quello del vecchio Nimoy e si vede bene...), però cavoli se è complicata! Sarà che sono abituato a blockbuster semplici e che sull'argomento 'fisica' mi do perdente già in partenza, ma non è che tutti sti accavallamenti temporali siano chiari proprio subito. Non tanto cosa sono e quali siano le loro conseguenze, ma il perchè e come vengono creati...
Comunque, tralasciando il mistico, film davvero carino e divertente, direi proprio godibile anche da chi di questo genere fantascientifico se ne frega nel quotidiano.
Il cast di giovani leve hollywoodiane, è composto dal butterato Chris Pine/Kirk, il mi-assomiglia-molto Zachary Quinto/Spok, la mai umana (vedi "Avatar") Zoe Saldana/Nyota Uhura, il sempre simpatico Simon Pegg/Montgomery 'Scotty' Scott, l'incazzatissimo Eric Bana/Nero, il reduce da "Il Signore degli Anelli" Karl Urban/Dott. McCoy e il flashforwardiano John Cho/Hikaru Sulu. Tra le comparsate famose, invece, abbiamo Jennifer Morrison ("Dr. House") che mette alla luce Kirk e Winona "manolesta" Ryder che muore davanti agli occhi del figlio Spok.
4 nomination all'Oscar di quest'anno, tutte per categorie tecniche tra cui trucco ed effetti speciali. Vincerà qualcosa? Gli avversari sono temibili. Nell'attesa di sapere, godiamoci l'avventura!
Film 84 - Star Trek
Film 824 - Star Trek
Film 569 - Into Darkness - Star Trek
Film 606 - Into Darkness - Star Trek
Film 825 - Into Darkness - Star Trek
Film 2084 - Star Trek Into Darkness
Film 1198 - Star Trek Beyond
Film 1398 - Star Trek Beyond
Consigli: Pronti, dolby a palla... via!
Parola chiave: Romulani.



#HollywoodCiak
Bengi