Era da un po' che volevo rivederlo, ma non si era mai presentata l'occasione giusta. Bastava aspettare e sapevo che si sarebbe presentata...
Film 1151: "The Curious Case of Benjamin Button" (2008) di David Fincher
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mio personalissimo cult, film che amo e trovo magnifico, bellissimo e molto poetico, per la prima volta ho deciso di vederlo interamente in inglese. Ottima scelta, tra l'altro, anche se la mia spavalderia iniziale - leggere: no sottotitoli - è stata velocementerimpiazzata dalla necessità di comprensione. Cavoli se è difficile l'accento del sud!
in ogni caso questa nuova visione di "The Curious Case of Benjamin Button" è stata un'esperienza che ha arricchito il mio modo di vedere questo film, in parte rivoluzionando l'idea d'insieme che mi ero fatto: le voci degli attori, cosa non sono! Blanchett e Pitt hanno fatto un lavoro incredibile (ricordiamoci che la prima è australiana) e vale davvero la pena considerare la possibilità di seguire questa storia in lingua.
Al di là del mio rinnovato stupore, comunque, trovo che questa pellicola di Fincher sia un piccolo gioiellino per arte e tecnica che, grazie ad effetti speciali strabilianti e una sceneggiatura in grado di valorizzare il racconto breve di F. Scott Fitzgerald, riesce ancora a stupire a 8 anni di distanza dall'uscita nelle sale. E cosa non è la colonna sonora di Alexandre Desplat!
Insomma, inutile continuare: Benjamin Button è un bellissimo e poetico film che vedrei e rivedrei a ripetizione.
Ps. 3 premi Oscar (scenografie, trucco ed effetti speciali) su 13 candidature, tra cui Miglior film.
Film 200 - Il curioso caso di Benjamin Button
Film 1151 - The Curious Case of Benjamin Button
Film 2352 - The Curious Case of Benjamin Button
Cast: Brad Pitt, Cate Blanchett, Taraji P. Henson, Julia Ormond, Jason Flemyng, Elias Koteas, Tilda Swinton, Elle Fanning, Jason Flemyng, Mahershala Ali, Jared Harris.
Box Office: $333.9 milioni
Consigli: Poetico, strano, avvincente, lunghissimo e con un sacco di storie da raccontare, vera e propria avventura che si prende beffa del tempo e riesce a raccontare la storia di un amore non convenzionale attraverso i suoi mille personaggi. Bello, ben fatto e con due grandissimi protagonisti (e una stupenda colonna sonora). Di certo qui non manca la fantasia. Da recuperare!
Parola chiave: «My name is Benjamin Button, and I was born under unusual circumstances.»
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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lunedì 6 giugno 2016
Film 1151 - The Curious Case of Benjamin Button
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lunedì 23 febbraio 2015
Oscar 2015: And the winners are...
Ce l'abbiamo fatta, finalmente!
Anche il 22 febbraio è ormai alle spalle e chi doveva vincere ha vinto. I migliori sono stati decretati - come del resto i peggiori (vedi qui) - e la stagione delle premiazioni relative al 2014 si può dire definitivamente chiusa. Con un po' di sollievo.
Tra tutti i red carpet, le interviste, i dietro le quinte esclusivi, i party, i pranzi, le colazioni, le cene e i gala non ci si stava proprio più dietro e la sovraesposizione mediatica globale stava cominciando a stancare anche i più tenaci.
Con gli Oscar di questa notte si sono confermate le numerose voci che volevano "Birdman" vero vincitore di questa edizione, oltre che i pronostici relativamente ai quattro attori che avrebbero vinto, praticamente sempre gli stessi da che la corsa ai premi è cominciata. E così sia, che Patricia Arquette abbia il suo Oscar contro ogni umana previsione possibile e nella speranza che la vittoria le dia indietro una carriera che sia degna di questo nome dopo il prolungato momento appannato. Speriamo che qualcuno sia rimasto colpito dal suo discorso di ringraziamento a tinte femministe e che si ricordino che anche donne meno canonicamente hollywoodiane come la Arquette possono raccogliere l'attenzione e il gusto di pubblico e critica. Insomma, non esiste solo Meryl Streep (ma meno male che comunque esiste).
Signora di "Boyhood" a parte, il vero piacere di questa serata è stato seguire le tre vittorie di J.K. Simmons per quel gioiellino di "Whiplash" e vedere finalmente riconosciuti i grandi talenti di Alexandre Desplat (Miglior colonna sonora) e Julianne Moore (il suo film ancora non l'ho visto, quindi attendo di capire se fosse veramente tutto meritato o se fosse più che altro arrivato il suo momento, diciamo). Anche la vittoria (annunciata) della Canonero per "The Grand Budapest Hotel" è stato un bel momento, anche se lei mi rimane antipatica e questo guasta un po' le cose. Sorprese gradite le numerose vittorie del film di Wes Anderson (4 in totale), ma meglio ancora è stato vedere riconosciuto l'Oscar per il Miglior montaggio a "Whiplash" e all'ottimo lavoro di Tom Cross.
Altri momenti inaspettati sono stati la vittoria di Alejandro González Iñárritu come Miglior regista, che scippa di fatto la statuetta al favorito Richard Linklater (a cui era andato il Golden Globe); il riconoscimento come Miglior film d'animazione per "Big Hero 6" che francamente trovo un po' eccessivo; la felice scelta dell'Academy di non lasciare a bocca asciutta "The Imitation Game" (Miglior sceneggiatura non originale + un discorso strappalacrime dello sceneggiatore che, confessa sul palco, a 16 anni aveva tentato il suicidio poiché si sentiva diverso e quindi incompreso); la ritrovata buona stella di Lady Gaga che si spoglia di tutte le scemenze massmediatiche e punta tutto (o quasi, considerato quegli orrendi guanti) sulla qualità di una performance ineccepibile e di grande impatto; e quello sketch - per noi italiani così Gianni Morandi - in cui Neil Patrick Harris, conduttore della serata, ha riproposto una delle scene che certo rimane più impressa di "Birdman", andando a presentare sul palco solo in mutande.
Questo episodio doppiamente d'impatto rimarrà assolutamente il ricordo più indelebile della conduzione di Harris - esattamente come la selfie all-star lo è stata per la conduzione di Ellen l'anno scorso - eppure la cifra stilistica pare inevitabilmente diversa. Lungi da me essere bacchettone - queste trovate acchiappa ascolti e chiacchiericcio post evento le capisco e le contemplo senza falsi pudori - ammetto, però, che da uno come Neil Patrick Harris, che masticava show prima ancora di aver sperimentato la pubertà, mi aspettavo qualcosina di più. Di più non rispetto all'episodio adamitico, ma proprio a livello di contenuti e conduzione.
Il numero di apertura - tra canzoni, balli e citazioni cinematografiche a gogo - pareva promettere bene, anzi molto bene, solo che durante il resto della serata (francamente troppo lunga), i tempi troppo stretti, la necessità di dover far ridere a tutti i costi e tutto lo spazio dedicato a troppe personalità hanno inciso su un risultato finale meno brillante di quanto mi sarei aspettato. E' stato bravo - ma hey, battere l'assetto catatonico di James Franco sarebbe veramente una sfida per chiunque -, eppure si poteva fare di più, anche se gli concedo due cose: la prima è che seguire la conduzione dopo uno show così chiacchierato e riuscito come quello di Ellen era veramente difficile, la seconda è che la mia maledetta sfortuna mi ha costretto a vedere l'evento doppiato in italiano (cosa che non accade probabilmente dalla terza liceo), il che mi ha ampiamente sfavorito su tempi comici ed effetto delle battute, considerando l'ampia inadeguatezza dei due interpreti.
Chiusa la parentesi dello show, prima di passare alle vittorie, ci terrei solo a una veloce postilla: solitamente c'è sempre qualcuno capace di rimanere impresso per la scelta dell'abito, la classe, qualcosa. Quest'anno sono rimasto particolarmente insoddisfatto da questo punto di vista e a parte una sufficienza generale, nessuno ha veramente colpito. Da un lato sono contento di non rivedere per un po' le tremende scelte pre-maman di Keira Knightley, ma in generale mi pare si sia un po' sprecata l'occasione.
E ora l'ultimo punto da considerare, la ciliegina sulla torta: chi ha vinto VS chi ci si aspettava vincesse.
Dopo il toto votazioni innescato qualche giorno fa ho seguito in silenzio le varie opinioni pervenute, aspettando con ansia di sapere se e cosa sarebbe stato confermato. Ecco, quindi, qui sotto i vincitori effettivi di tutte le categorie (in giallo) ed evidenziati in verde tutti coloro che erano stati ritenuti i possibili vincitori. Chiaramente le scommesse non erano su tutte le categorie, ma solo le principali, ovvero le prime 10 (escludendo le 2 categorie sulle sceneggiature): dove manca la sottolineatura verde è perché vincitore effettivo e votazione coincidevano. Buona lettura!
Ps. Gli Oscar fatti di Lego sono qualcosa di fantastico!
Best Motion Picture of the Year
Birdman (2014): Alejandro González Iñárritu, John Lesher, James W. Skotchdopole
Boyhood (2014/I): Richard Linklater, Cathleen Sutherland
Best Performance by an Actor in a Leading Role
Benedict Cumberbatch for The Imitation Game (2014)
Eddie Redmayne for The Theory of Everything (2014)
Best Performance by an Actress in a Leading Role
Julianne Moore for Still Alice (2014)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role
Edward Norton for Birdman (2014)
J.K. Simmons for Whiplash (2014)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role
Patricia Arquette for Boyhood (2014/I)
Best Achievement in Directing
Alejandro González Iñárritu for Birdman (2014)
Wes Anderson for The Grand Budapest Hotel (2014)
Best Writing, Screenplay Written Directly for the Screen
Birdman (2014): Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris, Armando Bo
Best Writing, Screenplay Based on Material Previously Produced or Published
The Imitation Game (2014): Graham Moore
Best Animated Feature Film of the Year
Big Hero 6 (2014)
Best Foreign Language Film of the Year
Ida (2013): Pawel Pawlikowski
Leviafan (2014): Andrey Zvyagintsev
Best Achievement in Cinematography
Birdman (2014): Emmanuel Lubezki
Best Achievement in Editing
Whiplash (2014): Tom Cross
Best Achievement in Production Design
The Grand Budapest Hotel (2014): Adam Stockhausen, Anna Pinnock
Best Achievement in Costume Design
The Grand Budapest Hotel (2014): Milena Canonero
Best Achievement in Makeup and Hairstyling
The Grand Budapest Hotel (2014): Frances Hannon, Mark Coulier
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Score
The Grand Budapest Hotel (2014): Alexandre Desplat
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song
Selma (2014): Common, John Legend (Glory)
Best Achievement in Sound Mixing
Whiplash (2014): Craig Mann, Ben Wilkins, Thomas Curley
Best Achievement in Sound Editing
American Sniper (2014): Alan Robert Murray, Bub Asman
Best Achievement in Visual Effects
Interstellar (2014): Paul J. Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter, Scott R. Fisher
Best Documentary, Feature
Citizenfour (2014): Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy, Dirk Wilutzky
Best Documentary, Short Subject
Crisis Hotline: Veterans Press 1 (2013): Ellen Goosenberg Kent, Dana Perry
Best Short Film, Animated
Feast (2014): Patrick Osborne and Kristina Reed
Best Short Film, Live Action
The Phone Call (2013): Mat Kirkby, James Lucas
#HollywoodCiak
Bengi
Anche il 22 febbraio è ormai alle spalle e chi doveva vincere ha vinto. I migliori sono stati decretati - come del resto i peggiori (vedi qui) - e la stagione delle premiazioni relative al 2014 si può dire definitivamente chiusa. Con un po' di sollievo.

Con gli Oscar di questa notte si sono confermate le numerose voci che volevano "Birdman" vero vincitore di questa edizione, oltre che i pronostici relativamente ai quattro attori che avrebbero vinto, praticamente sempre gli stessi da che la corsa ai premi è cominciata. E così sia, che Patricia Arquette abbia il suo Oscar contro ogni umana previsione possibile e nella speranza che la vittoria le dia indietro una carriera che sia degna di questo nome dopo il prolungato momento appannato. Speriamo che qualcuno sia rimasto colpito dal suo discorso di ringraziamento a tinte femministe e che si ricordino che anche donne meno canonicamente hollywoodiane come la Arquette possono raccogliere l'attenzione e il gusto di pubblico e critica. Insomma, non esiste solo Meryl Streep (ma meno male che comunque esiste).

Altri momenti inaspettati sono stati la vittoria di Alejandro González Iñárritu come Miglior regista, che scippa di fatto la statuetta al favorito Richard Linklater (a cui era andato il Golden Globe); il riconoscimento come Miglior film d'animazione per "Big Hero 6" che francamente trovo un po' eccessivo; la felice scelta dell'Academy di non lasciare a bocca asciutta "The Imitation Game" (Miglior sceneggiatura non originale + un discorso strappalacrime dello sceneggiatore che, confessa sul palco, a 16 anni aveva tentato il suicidio poiché si sentiva diverso e quindi incompreso); la ritrovata buona stella di Lady Gaga che si spoglia di tutte le scemenze massmediatiche e punta tutto (o quasi, considerato quegli orrendi guanti) sulla qualità di una performance ineccepibile e di grande impatto; e quello sketch - per noi italiani così Gianni Morandi - in cui Neil Patrick Harris, conduttore della serata, ha riproposto una delle scene che certo rimane più impressa di "Birdman", andando a presentare sul palco solo in mutande.

Il numero di apertura - tra canzoni, balli e citazioni cinematografiche a gogo - pareva promettere bene, anzi molto bene, solo che durante il resto della serata (francamente troppo lunga), i tempi troppo stretti, la necessità di dover far ridere a tutti i costi e tutto lo spazio dedicato a troppe personalità hanno inciso su un risultato finale meno brillante di quanto mi sarei aspettato. E' stato bravo - ma hey, battere l'assetto catatonico di James Franco sarebbe veramente una sfida per chiunque -, eppure si poteva fare di più, anche se gli concedo due cose: la prima è che seguire la conduzione dopo uno show così chiacchierato e riuscito come quello di Ellen era veramente difficile, la seconda è che la mia maledetta sfortuna mi ha costretto a vedere l'evento doppiato in italiano (cosa che non accade probabilmente dalla terza liceo), il che mi ha ampiamente sfavorito su tempi comici ed effetto delle battute, considerando l'ampia inadeguatezza dei due interpreti.
Chiusa la parentesi dello show, prima di passare alle vittorie, ci terrei solo a una veloce postilla: solitamente c'è sempre qualcuno capace di rimanere impresso per la scelta dell'abito, la classe, qualcosa. Quest'anno sono rimasto particolarmente insoddisfatto da questo punto di vista e a parte una sufficienza generale, nessuno ha veramente colpito. Da un lato sono contento di non rivedere per un po' le tremende scelte pre-maman di Keira Knightley, ma in generale mi pare si sia un po' sprecata l'occasione.
E ora l'ultimo punto da considerare, la ciliegina sulla torta: chi ha vinto VS chi ci si aspettava vincesse.

Ps. Gli Oscar fatti di Lego sono qualcosa di fantastico!
Best Motion Picture of the Year
Birdman (2014): Alejandro González Iñárritu, John Lesher, James W. Skotchdopole
Boyhood (2014/I): Richard Linklater, Cathleen Sutherland
Best Performance by an Actor in a Leading Role

Eddie Redmayne for The Theory of Everything (2014)
Best Performance by an Actress in a Leading Role
Julianne Moore for Still Alice (2014)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role
Edward Norton for Birdman (2014)
J.K. Simmons for Whiplash (2014)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role
Patricia Arquette for Boyhood (2014/I)
Best Achievement in Directing
Alejandro González Iñárritu for Birdman (2014)
Wes Anderson for The Grand Budapest Hotel (2014)
Best Writing, Screenplay Written Directly for the Screen
Birdman (2014): Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris, Armando Bo

The Imitation Game (2014): Graham Moore
Best Animated Feature Film of the Year
Big Hero 6 (2014)
Best Foreign Language Film of the Year
Ida (2013): Pawel Pawlikowski
Leviafan (2014): Andrey Zvyagintsev
Birdman (2014): Emmanuel Lubezki
Best Achievement in Editing
Whiplash (2014): Tom Cross
Best Achievement in Production Design
The Grand Budapest Hotel (2014): Adam Stockhausen, Anna Pinnock

The Grand Budapest Hotel (2014): Milena Canonero
Best Achievement in Makeup and Hairstyling
The Grand Budapest Hotel (2014): Frances Hannon, Mark Coulier
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Score
The Grand Budapest Hotel (2014): Alexandre Desplat
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song
Selma (2014): Common, John Legend (Glory)
Best Achievement in Sound Mixing
Whiplash (2014): Craig Mann, Ben Wilkins, Thomas Curley

American Sniper (2014): Alan Robert Murray, Bub Asman
Best Achievement in Visual Effects
Interstellar (2014): Paul J. Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter, Scott R. Fisher
Best Documentary, Feature
Citizenfour (2014): Laura Poitras, Mathilde Bonnefoy, Dirk Wilutzky
Best Documentary, Short Subject
Crisis Hotline: Veterans Press 1 (2013): Ellen Goosenberg Kent, Dana Perry
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Feast (2014): Patrick Osborne and Kristina Reed
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The Phone Call (2013): Mat Kirkby, James Lucas
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domenica 31 agosto 2014
Venezia 71: nomination & vincitori
Per la prima volta nella storia del Festival, il presidente di giuria è un compositore. Non uno a caso, chiaramente, ma nientemeno che il bravissimo Alexandre Desplat, 6 volte candidato al premio Oscar, vincitore di un Golden Globe, oltre che parecchi César in patria. Venezia 71 fa, così, una scelta molto interessante e dimostra di sapersi distinguere ancora nel panorama internazionale per spirito di iniziativa.
Il festival, come è ovvio, è già in corso, quindi provvedo subito a riportare tutta la lista dei film in concorso nelle principali sezioni, in attesa di scoprire quali saranno i vincitori - annunciati il 6 settembre - di questa edizione 2014!
The Cut di Fatih Akın (Germania/Francia/Italia/Russia/Canada/Polonia/Turchia)
A pigeon sat on a branch reflecting on existence (En duva satt på en gren och funderade på tillvaron) di Roy Andersson
(Svezia/Germania/Norvegia/Francia)
99 Homes di Ramin Bahrani (USA)
Tales (Ghesseha) di Rakhshan Bani e'Temad (Iran)
Le rançon de la glorie di Xavier Beauvois (Francia/Belgio/Svizzera)
Hungry Hearts di Saverio Costanzo (Italia)
Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte (Francia)
Pasolini di Abel Ferrara (Francia/Belgio/Italia)
Manglehorn di David Gordon Green (USA)
Birdman di Alejandro González Iñárritu (USA)
3 coeurs di Benoît Jacquot (Francia)
The Postman's White Nights (Belye nochi pochtalona alekseya trayapitsyna) di Andrei Konchalovsky (Russia)
Il giovane favoloso di Mario Martone (Italia)
Sivas di Kaan Müjdeci (Turchia)
Anime nere di Francesco Munzi (Italia/Francia)
Good Kill di Andrew Niccol (USA)
Loin des hommes di David Oelhoffen (Francia)
The Look of Silence di Joshua Oppenheimer (Danimarca/Finlandia/Norvegia/Indonesia/Gran Bretagna)
Fires on the Plain (Nobi) di Shinya Tsukamoto (Giappone)
Red Amnesia (Chuangru zhe) di Xiaoshuai Wang (Cina)
Line of Credit (Kreditis Limiti) di Salome Alexi (Georgia/Germania/Francia)
Senza nessuna pietà di Michele Alhaique (Italia)
Cymbeline di Michael Almereyda
La vita oscena di Renato De Maria (Italia)
Near Death Experience di Benoît Delépine e Gustave Kervern (Francia)
Réalité di Quentin Dupieux (Francia/Belgio)
Goodnight Mommy (Ich seh/Ich seh) di Veronika Frank e Severin Fiala (Austria)
Hill of Freedom (Jayueui onduk) di Sangsoo Hong (Corea del Sud)
Bypass di Duane Hopkins (Gran Bretagna)
The President di Mohsen Makhmalbaf (Georgia/Francia/Gran Bretagna/Germania)
Your Right Mind di Ami Canaan Mann (USA)
Belluscone - Una storia siciliana di Franco Maresco (Italia)
Nabat di Elchin Musaoglu (Azerbaijan)
Heaven knows what di Josh Safdie e Ben Safdie (USA/Francia)
These are the rules (Takva su pravila) di Ognjen Svilicic (Croazia/Francia/Serbia/Macedonia)
Court di Chaitanya Tamhane (India)
Lift you up di Ramin Bahrani (USA)
Ferdinand Knapp di Andrea Baldini (Francia)
Great Heat (Da shu) di Tao Chen (Cina)
Mademoiselle di Guillame Gouix (Francia)
Castillo y el armado di Pedro Harres (Brasile)
Daily bread (Pat - Lehem) di Idan Hubel (Israele)
L'attesa del maggio di Simone Massi (Italia)
3/105 di Avelina Prat e Diego Opazo (Spagna)
Maryam di Sidi Saleh (Indonesia)
Art (Arta) di Adrian Sitaru (Romania)
Era apocrypha di Brendan Sweeny (USA)
Cams di Carl-Johan Westregård (Svezia)
In overtime (Fi al waqt al dae'a) di Rami Yasin (Giordania/Palestina)
Bengi
Il festival, come è ovvio, è già in corso, quindi provvedo subito a riportare tutta la lista dei film in concorso nelle principali sezioni, in attesa di scoprire quali saranno i vincitori - annunciati il 6 settembre - di questa edizione 2014!
Film in gara per il Leone d'Oro 2014
A pigeon sat on a branch reflecting on existence (En duva satt på en gren och funderade på tillvaron) di Roy Andersson
(Svezia/Germania/Norvegia/Francia)
99 Homes di Ramin Bahrani (USA)
Tales (Ghesseha) di Rakhshan Bani e'Temad (Iran)
Le rançon de la glorie di Xavier Beauvois (Francia/Belgio/Svizzera)
Hungry Hearts di Saverio Costanzo (Italia)
Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte (Francia)
Pasolini di Abel Ferrara (Francia/Belgio/Italia)
Manglehorn di David Gordon Green (USA)
Birdman di Alejandro González Iñárritu (USA)
3 coeurs di Benoît Jacquot (Francia)
The Postman's White Nights (Belye nochi pochtalona alekseya trayapitsyna) di Andrei Konchalovsky (Russia)
Il giovane favoloso di Mario Martone (Italia)
Sivas di Kaan Müjdeci (Turchia)
Anime nere di Francesco Munzi (Italia/Francia)
Good Kill di Andrew Niccol (USA)
Loin des hommes di David Oelhoffen (Francia)
The Look of Silence di Joshua Oppenheimer (Danimarca/Finlandia/Norvegia/Indonesia/Gran Bretagna)
Fires on the Plain (Nobi) di Shinya Tsukamoto (Giappone)
Red Amnesia (Chuangru zhe) di Xiaoshuai Wang (Cina)
Orizzonti
(il presidente di giuria è Ann Hui)
Theeb di Naji Abu Nowar (Giordania/Emirati Arabi Uniti/Qatar/Gran Bretagna) Line of Credit (Kreditis Limiti) di Salome Alexi (Georgia/Germania/Francia)
Senza nessuna pietà di Michele Alhaique (Italia)
Cymbeline di Michael Almereyda
La vita oscena di Renato De Maria (Italia)
Near Death Experience di Benoît Delépine e Gustave Kervern (Francia)
Réalité di Quentin Dupieux (Francia/Belgio)
Goodnight Mommy (Ich seh/Ich seh) di Veronika Frank e Severin Fiala (Austria)
Hill of Freedom (Jayueui onduk) di Sangsoo Hong (Corea del Sud)
Bypass di Duane Hopkins (Gran Bretagna)
The President di Mohsen Makhmalbaf (Georgia/Francia/Gran Bretagna/Germania)
Your Right Mind di Ami Canaan Mann (USA)
Belluscone - Una storia siciliana di Franco Maresco (Italia)
Nabat di Elchin Musaoglu (Azerbaijan)
Heaven knows what di Josh Safdie e Ben Safdie (USA/Francia)
These are the rules (Takva su pravila) di Ognjen Svilicic (Croazia/Francia/Serbia/Macedonia)
Court di Chaitanya Tamhane (India)
Cortometraggi
La bambina (Bache) di Ali Asgari (Italia/Iran)Lift you up di Ramin Bahrani (USA)
Ferdinand Knapp di Andrea Baldini (Francia)
Great Heat (Da shu) di Tao Chen (Cina)
Mademoiselle di Guillame Gouix (Francia)
Castillo y el armado di Pedro Harres (Brasile)
Daily bread (Pat - Lehem) di Idan Hubel (Israele)
L'attesa del maggio di Simone Massi (Italia)
3/105 di Avelina Prat e Diego Opazo (Spagna)
Maryam di Sidi Saleh (Indonesia)
Art (Arta) di Adrian Sitaru (Romania)
Era apocrypha di Brendan Sweeny (USA)
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In overtime (Fi al waqt al dae'a) di Rami Yasin (Giordania/Palestina)
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venerdì 14 febbraio 2014
Film 669 - Philomena
Sempre più vicini agli Oscar, continuo la visione delle pellicole in nomination con molta curiosità e interesse.
Film 669: "Philomena" (2013) di Stephen Frears
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno (Luigi dormiva)
Pensieri: Judi Dench è assolutamente una delle migliori attrici in circolazione, in grado di passare dalla Regina Elisabetta I, alla M della maggior parte dei Bond fino a questo "Philomena" con grazia, verosimiglianza e soprattutto talento. Meriterebbe molto di più che quel misero Oscar per la sua rapidissima partecipazione a "Shakespeare in Love", ma è già qualcosa che le abbiano conferito questo premio, non sempre garantito agli outsiders come lei.
Anche per questa pellicola, naturale, la Dench ottiene una candidatura - la settima della sua carriera - e porta a casa numerosissime ottime critiche per la sua interpretazione della vera e ancora viva Philomena Lee e della triste storia che ha dovuto subire. La Lee, infatti, si è vista portare via suo figlio dalle suore del convento di Roscrea presso cui era ospitata insieme ad altre ragazze madri. Dopo un paio d'anni in cui il bambino è rimasto presso la struttura, è poi stato portato via da una famiglia americana. Si scoprirà, attraverso le indagini di Martin Sixsmith (interpretato da Steve Coogan, anche sceneggiatore), incaricato da Philomena di scrivere la sua storia, che le suore non solo impedivano alle madri di stare con i figli e poi li facevano adottare da altre famiglie, ma li vendevano a tutti gli effetti. E, nel momento in cui madre o figlio tornavano al convento per chiedere informazioni o notizie del parente, queste tenevano i due separati per nascondere, naturalmente, la verità dietro le adozioni.
La ferocia dimostrata dalle sorelle, teoricamente depositarie di una misericordia che si supporrebbe illuminante, credo sia l'aspetto più devastante da affrontare qui. La gentilezza, l'umiltà e la semplicità di Philomena sono qualcosa che riscatta il genere umano quando compie tali barbarie, ma, nell'ambiente che più di tutti dovrebbe essere consacrato al perdono e alla comprensione, rimane il fatto che si commettesse l'atrocità di separare la madre dal proprio bambino per questione di soldi. E ritengo sia una vergogna impossibile da cancellare. La protagonista di questa triste storia, ingenua ma profondamente buona, sarà la vera luce di Roscrea, in grado di dimostrare alle sorelle - in particolare a suor Hildegarde - cosa voglia dire perdonare. Dico dimostrare e non insegnare poiché trovo improbabile che le religiose abbiano realmente appreso qualcosa dalla gentilezza di Philomena.
Personali riflessioni a parte, rimane una pellicola che racconta fatti realmente - e recentemente, purtroppo - accaduti, lasciando tristezza e sconforto per l'azione di un gruppo di persone incapaci di concepire esistenze differenti dalla loro concezione di rettitudine se non attraverso punizione e mortificazione. Il percorso dell'anziana protagonista, fatto di paure, dubbi e ripensamenti, è ben narrato e la personalità dei due protagonisti, così agli antipodi, è resa benissimo sia attraverso la sceneggiatura che attraverso la capacità di Dench e Coogan. Anche se non posso dire che la pellicola in sé mi abbia tanto entusiasmato da ritenere meriti l'Oscar come Miglior film (le altre candidature sono per Miglior attrice protagonista, sceneggiatura e colonna sonora), la storia che racconta è stata in grado di farmi riflettere, riportando alla mente altri durissimi esempi cinematografici sull'argomento (un esempio su tutti: "Magdalene").
Box Office: $70,008,348
Consigli: E' una bellicola incentrata su temi fortissimi e difficilissimi da digerire. Man mano che la storia procede e le vicende raccontate si fanno sempre più amare non sarà facile rimanere saldi a una qualche sorta di fede, come invece sarà in grado di fare Philomena.
Ottime interpretazioni di Judi Dench, Steve Coogan, bellissima colonna sonora di Alexandre Desplat, autore ormai dall'inconfondibile elegantissmo stile.
Parola chiave: Anthony.
Trailer
Bengi
Film 669: "Philomena" (2013) di Stephen Frears
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno (Luigi dormiva)
Pensieri: Judi Dench è assolutamente una delle migliori attrici in circolazione, in grado di passare dalla Regina Elisabetta I, alla M della maggior parte dei Bond fino a questo "Philomena" con grazia, verosimiglianza e soprattutto talento. Meriterebbe molto di più che quel misero Oscar per la sua rapidissima partecipazione a "Shakespeare in Love", ma è già qualcosa che le abbiano conferito questo premio, non sempre garantito agli outsiders come lei.
Anche per questa pellicola, naturale, la Dench ottiene una candidatura - la settima della sua carriera - e porta a casa numerosissime ottime critiche per la sua interpretazione della vera e ancora viva Philomena Lee e della triste storia che ha dovuto subire. La Lee, infatti, si è vista portare via suo figlio dalle suore del convento di Roscrea presso cui era ospitata insieme ad altre ragazze madri. Dopo un paio d'anni in cui il bambino è rimasto presso la struttura, è poi stato portato via da una famiglia americana. Si scoprirà, attraverso le indagini di Martin Sixsmith (interpretato da Steve Coogan, anche sceneggiatore), incaricato da Philomena di scrivere la sua storia, che le suore non solo impedivano alle madri di stare con i figli e poi li facevano adottare da altre famiglie, ma li vendevano a tutti gli effetti. E, nel momento in cui madre o figlio tornavano al convento per chiedere informazioni o notizie del parente, queste tenevano i due separati per nascondere, naturalmente, la verità dietro le adozioni.
La ferocia dimostrata dalle sorelle, teoricamente depositarie di una misericordia che si supporrebbe illuminante, credo sia l'aspetto più devastante da affrontare qui. La gentilezza, l'umiltà e la semplicità di Philomena sono qualcosa che riscatta il genere umano quando compie tali barbarie, ma, nell'ambiente che più di tutti dovrebbe essere consacrato al perdono e alla comprensione, rimane il fatto che si commettesse l'atrocità di separare la madre dal proprio bambino per questione di soldi. E ritengo sia una vergogna impossibile da cancellare. La protagonista di questa triste storia, ingenua ma profondamente buona, sarà la vera luce di Roscrea, in grado di dimostrare alle sorelle - in particolare a suor Hildegarde - cosa voglia dire perdonare. Dico dimostrare e non insegnare poiché trovo improbabile che le religiose abbiano realmente appreso qualcosa dalla gentilezza di Philomena.
Personali riflessioni a parte, rimane una pellicola che racconta fatti realmente - e recentemente, purtroppo - accaduti, lasciando tristezza e sconforto per l'azione di un gruppo di persone incapaci di concepire esistenze differenti dalla loro concezione di rettitudine se non attraverso punizione e mortificazione. Il percorso dell'anziana protagonista, fatto di paure, dubbi e ripensamenti, è ben narrato e la personalità dei due protagonisti, così agli antipodi, è resa benissimo sia attraverso la sceneggiatura che attraverso la capacità di Dench e Coogan. Anche se non posso dire che la pellicola in sé mi abbia tanto entusiasmato da ritenere meriti l'Oscar come Miglior film (le altre candidature sono per Miglior attrice protagonista, sceneggiatura e colonna sonora), la storia che racconta è stata in grado di farmi riflettere, riportando alla mente altri durissimi esempi cinematografici sull'argomento (un esempio su tutti: "Magdalene").
Box Office: $70,008,348
Consigli: E' una bellicola incentrata su temi fortissimi e difficilissimi da digerire. Man mano che la storia procede e le vicende raccontate si fanno sempre più amare non sarà facile rimanere saldi a una qualche sorta di fede, come invece sarà in grado di fare Philomena.
Ottime interpretazioni di Judi Dench, Steve Coogan, bellissima colonna sonora di Alexandre Desplat, autore ormai dall'inconfondibile elegantissmo stile.
Parola chiave: Anthony.
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giovedì 23 gennaio 2014
Grammy Awards 2014
Questa domenica notte si terranno, circa un paio di settimane prima del solito (generalmente il periodo ruota attorno all'8, 9 o 10 febbraio), i Grammy Awards 2014.
I premi più importanti della musica mondiale si preparano a fare il botto anche quest'anno con un red carpet pieno di star sia della musica che del cinema anche grazie ad alcune categorie specifiche che premieranno canzoni e colonne sonore legate al cinemadell'ultima stagione (circa). Ecco perché, quindi, è giusto prendere in considerazione anche questo evento importante che, come quelli puramente legati al mondo della settima arte, premia cantanti e musicisti che si sono impegnati a realizzare l'aspetto musicale delle pellicole. Ad alcuni sono già stati riconosciuti altri premi (Oscar, Golden Globes, BAFTA, SAG, ecc), altri sono in lizza quest'anno. Staremo a vedere cosa sentenzieranno i Grammy in questa edizione segnata dalla prepotente presenza di Justin Timberlake, Jay-Z, Lorde, Macklemore e Ryan Lewis, Daft Punk, Pharrell Williams, Robin Thicke e Bruno Mars.
Qui la lista dei candidati nelle categorie relative al cinema.
Best Compilation Soundtrack for Visual Media
NOMINEES
Django Unchained
Il grande Gatsby
Les Misérables
Muscle Shoals
Sound City
Best Song Written for Visual Media
NOMINEES
Hunger Games: La ragazza di fuoco: Guy Berryman (songwriter), Jon Buckland (songwriter), Will Champion (songwriter), Chris Martin (songwriter)
Song: "Atlas"
Il lato positivo - Silver Linings Playbook: Diane Warren (songwriter)
Song: "Silver Lining"
Skyfall: Adele (songwriter), Paul Epworth (songwriter)
Song: "Skyfall"
Vicino a te non ho paura: Colbie Caillat (songwriter), Gavin DeGraw (songwriter)
Song: "We Both Know"
Il grande Gatsby: Lana Del Rey (songwriter), Rick Nowels (songwriter)
Song: "Young and Beautiful"
Orange Is the New Black: Regina Spektor (songwriter)
Song: "You've Got Time"
Best Score Soundtrack for Visual Media
NOMINEES
Argo: Alexandre Desplat
Il grande Gatsby: Craig Armstrong
Vita di Pi: Mychael Danna
Lincoln: John Williams
Skyfall: Thomas Newman
Zero Dark Thirty: Alexandre Desplat
Bengi
I premi più importanti della musica mondiale si preparano a fare il botto anche quest'anno con un red carpet pieno di star sia della musica che del cinema anche grazie ad alcune categorie specifiche che premieranno canzoni e colonne sonore legate al cinemadell'ultima stagione (circa). Ecco perché, quindi, è giusto prendere in considerazione anche questo evento importante che, come quelli puramente legati al mondo della settima arte, premia cantanti e musicisti che si sono impegnati a realizzare l'aspetto musicale delle pellicole. Ad alcuni sono già stati riconosciuti altri premi (Oscar, Golden Globes, BAFTA, SAG, ecc), altri sono in lizza quest'anno. Staremo a vedere cosa sentenzieranno i Grammy in questa edizione segnata dalla prepotente presenza di Justin Timberlake, Jay-Z, Lorde, Macklemore e Ryan Lewis, Daft Punk, Pharrell Williams, Robin Thicke e Bruno Mars.
Qui la lista dei candidati nelle categorie relative al cinema.
56th Annual GRAMMY Awards Nominees
Best Compilation Soundtrack for Visual Media
NOMINEES
Django Unchained
Il grande Gatsby
Les Misérables
Muscle Shoals
Sound City
Best Song Written for Visual Media
NOMINEES
Hunger Games: La ragazza di fuoco: Guy Berryman (songwriter), Jon Buckland (songwriter), Will Champion (songwriter), Chris Martin (songwriter)
Song: "Atlas"
Il lato positivo - Silver Linings Playbook: Diane Warren (songwriter)
Song: "Silver Lining"
Skyfall: Adele (songwriter), Paul Epworth (songwriter)
Song: "Skyfall"
Vicino a te non ho paura: Colbie Caillat (songwriter), Gavin DeGraw (songwriter)
Song: "We Both Know"
Il grande Gatsby: Lana Del Rey (songwriter), Rick Nowels (songwriter)
Song: "Young and Beautiful"
Orange Is the New Black: Regina Spektor (songwriter)
Song: "You've Got Time"
Best Score Soundtrack for Visual Media
NOMINEES
Argo: Alexandre Desplat
Il grande Gatsby: Craig Armstrong
Vita di Pi: Mychael Danna
Lincoln: John Williams
Skyfall: Thomas Newman
Zero Dark Thirty: Alexandre Desplat
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lunedì 18 novembre 2013
Film 617 - Il discorso del re
Cineforum dell'incidentato capitolo III: regali comunicati.
Film 617: "Il discorso del re" (2010) di Tom Hooper
Visto: dalla tv dei miei
Lingua: italiano
Compagnia: madre
Pensieri: Da tempo ero interessato a rivederlo, ma non si presentava mai l'occasione giusta. E' una pellicola lunga, non certo spensierata e in certe parti anche lenta, quindi era necessario fossi nella giusta disposizione d'animo. Il forzato riposo ha concretizzato l'occasione.
Visto questa volta in italiano, "Il discorso del re" perde solamente quel fascino dell'accento inglese, ma ammetto che per il resto mantiene intatto il suo forte potere narrativo. Temevo che il doppiaggio sminuisse il grande lavoro di Colin Firth nei panni del balbuziente Re Giorgio VI, ma così non è stato (chiaro, non è la stessa cosa).
Il triangolo di attori protagonisti è veramente capace e piacevolissimo da guardare interagire, con una Bonham Carter di vero e proprio supporto al marito che ama e aiuta e Geoffrey Rush capace di tenere testa ad un inizialmente restio futuro Re riuscendo finalmente ad aiutarlo a sciogliersi. Insieme a Firth formano un terzetto perfetto che è un piacere seguire.
Il film mi è nuovamente piaciuto, catturandomi per questa seconda volta grazie, fondamentalmente, all'interessante modo di presentare la vicenda, evitando pomposità o riverenze storiche e, al contrario, raccontato la storia di un monarca in maniera più simile a quella di un cittadino qualunque. Nel mondo di Lionel Logue, infatti, siamo tutti considerati sullo stesso livello.
Trovo abbastanza meritati i 4 Oscar vinti (film, sceneggiatura, attore protagonista e regia, anche se sinceramente penso il lavoro di Darren Aronofsky per "Il cigno nero" avrebbe meritato di più la statuetta alla regia rispetto a Tom Hooper qui) e, in generale, il grande successo che la pellicola ha riscosso, ottimo esempio per ricordare che anche i film etichettati come 'impegnati' possono in effetti piacere sia alla critica che al pubblico. Basta fare un buon lavoro.
Ps. $414,211,549 di incasso mondiale a fronte di una spesa di 15 milioni.
Film 214 - Il discorso del re
Consigli: Buon esempio di pellicola sulla monarchia, interessante e bello da seguire, perfettamente calibrato a livello narrativo e dolcemente accompagnato dalle musiche del bravissimo Alexandre Desplat. Cast ottimo.
Parola chiave: Wallis Simpson.
Trailer
Bengi
Film 617: "Il discorso del re" (2010) di Tom Hooper
Visto: dalla tv dei miei
Lingua: italiano
Compagnia: madre
Pensieri: Da tempo ero interessato a rivederlo, ma non si presentava mai l'occasione giusta. E' una pellicola lunga, non certo spensierata e in certe parti anche lenta, quindi era necessario fossi nella giusta disposizione d'animo. Il forzato riposo ha concretizzato l'occasione.
Visto questa volta in italiano, "Il discorso del re" perde solamente quel fascino dell'accento inglese, ma ammetto che per il resto mantiene intatto il suo forte potere narrativo. Temevo che il doppiaggio sminuisse il grande lavoro di Colin Firth nei panni del balbuziente Re Giorgio VI, ma così non è stato (chiaro, non è la stessa cosa).
Il triangolo di attori protagonisti è veramente capace e piacevolissimo da guardare interagire, con una Bonham Carter di vero e proprio supporto al marito che ama e aiuta e Geoffrey Rush capace di tenere testa ad un inizialmente restio futuro Re riuscendo finalmente ad aiutarlo a sciogliersi. Insieme a Firth formano un terzetto perfetto che è un piacere seguire.
Il film mi è nuovamente piaciuto, catturandomi per questa seconda volta grazie, fondamentalmente, all'interessante modo di presentare la vicenda, evitando pomposità o riverenze storiche e, al contrario, raccontato la storia di un monarca in maniera più simile a quella di un cittadino qualunque. Nel mondo di Lionel Logue, infatti, siamo tutti considerati sullo stesso livello.
Trovo abbastanza meritati i 4 Oscar vinti (film, sceneggiatura, attore protagonista e regia, anche se sinceramente penso il lavoro di Darren Aronofsky per "Il cigno nero" avrebbe meritato di più la statuetta alla regia rispetto a Tom Hooper qui) e, in generale, il grande successo che la pellicola ha riscosso, ottimo esempio per ricordare che anche i film etichettati come 'impegnati' possono in effetti piacere sia alla critica che al pubblico. Basta fare un buon lavoro.
Ps. $414,211,549 di incasso mondiale a fronte di una spesa di 15 milioni.
Film 214 - Il discorso del re
Consigli: Buon esempio di pellicola sulla monarchia, interessante e bello da seguire, perfettamente calibrato a livello narrativo e dolcemente accompagnato dalle musiche del bravissimo Alexandre Desplat. Cast ottimo.
Parola chiave: Wallis Simpson.
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Bengi
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lunedì 15 aprile 2013
Film 531 - Le idi di marzo
Sempre stato curioso di vederlo. Ecco l'occasione giusta: le feste pasquali!
Film 531: "Le idi di marzo" (2011) di George Clooney
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sapevo solo che parlasse di politica, che sullo schermo lo scontro era fra Ryan Gosling e George Clooney e che non a tutti fosse piaciuto. Non molto, insomma, per essere una delle pellicole più chiacchierate di un paio di stagioni fa.
Già, perchè Mr. Gosling con "Le idi di marzo" e "Crazy, Stupid, Love." nel 2011-12 ha fatto veramente il botto, esplodendo a livello mediatico quale sex-symbol e attore capace di misurarsi in ruoli difficili o divertenti, spigliati o drammatici. Insomma, adesso anche Ryan tutto può.
A differenza di Ryan Reynolds, il cui effetto exploit si è rovinato a causa di un "Lanterna verde" piuttosto moscio, questo Ryan è riuscito a costruire l'immagine di bello e, soprattutto bravo, che si sposa perfettamente con l'immagine pubblica di George Clooney, da anni considerato uno che, oltre ad essere affascinante, è anche piuttosto capace di fare il suo mestiere (o mestieri, visto che da attore si è perfettamente calato nei panni di sceneggiatore e regista). La premessa per "Le idi di marzo", insomma, era allettante, ma non era l'unico fattore in ballo.
Alcuni commenti al film, infatti, mi erano arrivati tiepidi, se non addirittura freddini. Sembrava che le aspettative rispetto all'ultima fatica di Clooney fossero state disattese. L'approccio al film, quindi, era duplice curiosità: mi sarebbe piaciuto o alla fine sarei rimasto deluso anche io?
Ad essere totalmente onesti, "The Ides of March" non mi ha per nulla lasciato insoddisfatto, nonostante il mio approccio 'guardingo'. L'atmosfera apparentemente pacata è limpida sarà smascherata dalla trama in maniera interessante e intelligente, lasciando lo spazio, per il resto della pellicola, ad una tensione generale impalpabile ma sempre maledettamente presente. E la domanda sarà sempre: il Governatore Mike Morris è o non è colpevole?
L'intrigo, il potere, i compromessi e le verità delle persone sono tutti temi che mi appassionano sempre in un film, quindi man mano che la storia si evolveva ero sempre più interessato a capire come si sarebbe venuto a risolvere il tutto. L'idealismo iniziale, i valori della politica e l'etica delle persone sono tutte tematiche che finiranno per dover scontrarsi con i meccanismi umani più scotati e deludenti: carriera, arrivismo, tornaconto personale e, chiaramente, la gestione del potere. Anche i più 'puri' dovranno sporcarsi le mani, scendere a patti con i propri errori e sacrificare qualcosa in funzione di un obiettivo più grande: che sia la carriera politica, che sia il tenersi il proprio lavoro o prendersi una sonora rivincita.
La 'caduta agli Inferi' di Stephen Meyers/Gosling è ben architettata e pensata e la sceneggitura composta di meccanismi narrativi su più livelli, viene lentamente districata durante i 100 minuti di pellicola, con un crescendo nel finale proprio quando sarebbe sembrato tutto finito per Meyers. Il gioco d'astuzia, bilanciato da buone idee e bei dialoghi, funziona bene e lascia certamente soddisfatti. E' il prezzo richiesto al personaggio che, invece, lascia un po' di amaro in bocca.
Il percorso di del giovane e motivato Stephen, quindi, regge bene le sorti di una storia in cui fanno capolino una serie di altri personaggi ognuno con qualcosa da nascondere, il Governatore in primis. Il suo segreto - che ha un nome: Molly Stearns/Evan Rachel Wood - sarà il fulcro di tutta la vicenda, cui ruoteranno attorno una serie di avvenimenti che saranno necessariamente influenzati dal misterioso segreto (che, per carità, non è nulla di nuovo).
Sebbene i temi presentati non siano di originalità assoluta, il mix rende bene e, sullo schermo, tutto funziona a dovere: ci sono tensione e pathos, una buona sceneggiatura e un cast veramente all'altezza (oltre ai già citati sono presenti anche i premi Oscar Marisa Tomei e Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti e Jeffrey Wright). Insomma, sono rimasto soddisfatto da queste 'idi'. E George Clooney sa quello che fa.
Ps. Una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, 4 ai Golden Globes (film drammatico, regia, attore protagonista e sceneggiatura) e $75,993,061 di incasso mondiale.
Consigli: Cast ricco e capace, bella fotografia e colonna sonora (di Alexandre Desplat), trama interessante e ben sviluppata (basata sull'opera teatrale "Farragut North" di Beau Willimon. Vale la pena di dargli un'opportunità se il genere politico con intrighi, giochi di potere e corruzione vi appassiona.
Parola chiave: Biglietto d'addio.
Trailer
Bengi

Film 531: "Le idi di marzo" (2011) di George Clooney
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sapevo solo che parlasse di politica, che sullo schermo lo scontro era fra Ryan Gosling e George Clooney e che non a tutti fosse piaciuto. Non molto, insomma, per essere una delle pellicole più chiacchierate di un paio di stagioni fa.
Già, perchè Mr. Gosling con "Le idi di marzo" e "Crazy, Stupid, Love." nel 2011-12 ha fatto veramente il botto, esplodendo a livello mediatico quale sex-symbol e attore capace di misurarsi in ruoli difficili o divertenti, spigliati o drammatici. Insomma, adesso anche Ryan tutto può.
A differenza di Ryan Reynolds, il cui effetto exploit si è rovinato a causa di un "Lanterna verde" piuttosto moscio, questo Ryan è riuscito a costruire l'immagine di bello e, soprattutto bravo, che si sposa perfettamente con l'immagine pubblica di George Clooney, da anni considerato uno che, oltre ad essere affascinante, è anche piuttosto capace di fare il suo mestiere (o mestieri, visto che da attore si è perfettamente calato nei panni di sceneggiatore e regista). La premessa per "Le idi di marzo", insomma, era allettante, ma non era l'unico fattore in ballo.
Alcuni commenti al film, infatti, mi erano arrivati tiepidi, se non addirittura freddini. Sembrava che le aspettative rispetto all'ultima fatica di Clooney fossero state disattese. L'approccio al film, quindi, era duplice curiosità: mi sarebbe piaciuto o alla fine sarei rimasto deluso anche io?
Ad essere totalmente onesti, "The Ides of March" non mi ha per nulla lasciato insoddisfatto, nonostante il mio approccio 'guardingo'. L'atmosfera apparentemente pacata è limpida sarà smascherata dalla trama in maniera interessante e intelligente, lasciando lo spazio, per il resto della pellicola, ad una tensione generale impalpabile ma sempre maledettamente presente. E la domanda sarà sempre: il Governatore Mike Morris è o non è colpevole?
L'intrigo, il potere, i compromessi e le verità delle persone sono tutti temi che mi appassionano sempre in un film, quindi man mano che la storia si evolveva ero sempre più interessato a capire come si sarebbe venuto a risolvere il tutto. L'idealismo iniziale, i valori della politica e l'etica delle persone sono tutte tematiche che finiranno per dover scontrarsi con i meccanismi umani più scotati e deludenti: carriera, arrivismo, tornaconto personale e, chiaramente, la gestione del potere. Anche i più 'puri' dovranno sporcarsi le mani, scendere a patti con i propri errori e sacrificare qualcosa in funzione di un obiettivo più grande: che sia la carriera politica, che sia il tenersi il proprio lavoro o prendersi una sonora rivincita.
La 'caduta agli Inferi' di Stephen Meyers/Gosling è ben architettata e pensata e la sceneggitura composta di meccanismi narrativi su più livelli, viene lentamente districata durante i 100 minuti di pellicola, con un crescendo nel finale proprio quando sarebbe sembrato tutto finito per Meyers. Il gioco d'astuzia, bilanciato da buone idee e bei dialoghi, funziona bene e lascia certamente soddisfatti. E' il prezzo richiesto al personaggio che, invece, lascia un po' di amaro in bocca.
Il percorso di del giovane e motivato Stephen, quindi, regge bene le sorti di una storia in cui fanno capolino una serie di altri personaggi ognuno con qualcosa da nascondere, il Governatore in primis. Il suo segreto - che ha un nome: Molly Stearns/Evan Rachel Wood - sarà il fulcro di tutta la vicenda, cui ruoteranno attorno una serie di avvenimenti che saranno necessariamente influenzati dal misterioso segreto (che, per carità, non è nulla di nuovo).
Sebbene i temi presentati non siano di originalità assoluta, il mix rende bene e, sullo schermo, tutto funziona a dovere: ci sono tensione e pathos, una buona sceneggiatura e un cast veramente all'altezza (oltre ai già citati sono presenti anche i premi Oscar Marisa Tomei e Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti e Jeffrey Wright). Insomma, sono rimasto soddisfatto da queste 'idi'. E George Clooney sa quello che fa.
Ps. Una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, 4 ai Golden Globes (film drammatico, regia, attore protagonista e sceneggiatura) e $75,993,061 di incasso mondiale.
Consigli: Cast ricco e capace, bella fotografia e colonna sonora (di Alexandre Desplat), trama interessante e ben sviluppata (basata sull'opera teatrale "Farragut North" di Beau Willimon. Vale la pena di dargli un'opportunità se il genere politico con intrighi, giochi di potere e corruzione vi appassiona.
Parola chiave: Biglietto d'addio.
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venerdì 11 gennaio 2013
Oscar 2013: le nomination
E ce l'abbiamo fatta! Nemmeno i Maya sono riusciti ad impedire la cerimonia degli Oscar 2013 e così, ieri, sono state annunciate le nominations ufficiali dal bel duo Emma Stone e - il futuro presentatore dell'85esima edizione - Seth MacFarlane.
Quest'anno ci sono state molte sorprese e molte coincidenze, nonché qualche strano fatto inspiegabile. Partirei da questi ultimi, andando a ritroso.
Fatti inspiegabili. 1. Dov'è la nomination di DiCaprio? Vogliamo ancora far finta che non sia giunta l'ora di dargli un Oscar? 2. "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" non ha ricevuto nemmeno una candidatura: ma neanche gli effetti speciali son piaciuti all'Academy?! 3. Fino a 3 anni fa la categoria Miglior Film includeva solo 5 titoli, poi due anni fa il passaggio alla decina di film in lizza giustificato come una scelta storica per il ritorno alle origini (nelle prime edizioni degli Oscar in film in gara erano 10). Per il 2013 nuovo cambiamento inspiegabile: i film sono 9. Perchè? Non ce n'era un altro bellino da candidare? Non dico un capolavoro, ma un tappabuchi? Bah.
Coincidenze: ovvero quando c'è puzza di bruciato. 1. Per il primo anno da non so quanto, non è il presidente dell'Academy a presentare le nomination in compagnia di uno dei vincitori/candidati degli anni precedenti, ma il duo Emma Stone (al massimo arrivata alla candidatura ai Golden Globes) e - guarda caso - Seth MacFarlane che non solo presenteà la cerimonia 2013, ma è stato pure candidato per la Miglior canzone originale del suo "Ted" 2. Quando gli americani ci si mettono non hanno rivali in quanto a faccia di bronzo. Sono riusciti a candidare (udite udite) lo stesso anno, nella stessa categoria (Miglior attrice protagonista) sia la più anziana attrice mai candidata sia la più giovane, rispettivamente Emmanuelle Riva e Quvenzhané Wallis.
Coincidenze: ovvero quando sembrano per caso. 1. Tutti gli attori della categoria Miglior attore non protagonista hanno già vinto almeno un Oscar (De Niro 2): chiunque sarà il vincitore, ci sarà un nuovo primatista tra le file dei pochi fortunelli ad avere più di una statuetta a casa 2. E' l'anno del due per le attrici: Jessica Chastain, Jennifer Lawrence, Naomi Watts, Anne Hathaway, Jacki Weaver e Helen Hunt (uno l'ha vinto, però) sono tutte alla loro seconda nomination in carriera.
Sorprese. 1. Le nomination di Robert De Niro (l'ultima nel 1992 per "Cape Fear - Il promontorio della paura" e comunque una carriera in declino da molto tempo) e Denzel Washington 2. Le 4 candidature del film "Beasts of the Southern Wild" (?) e le 5 del non certo commerciale "Amour" di Haneke 3. Per la prima volta dai tempi di "Solo per i tuoi occhi" (classe 1981) un film della serie 007 conquista delle nomination: per "Skyfall" ben 5, di cui una per la famosa Adele che ha scritto l'omonima canzone portante della soundtrack 4. Davvero pochine le 3 candidature per l'invece meritevole "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato". Capisco che il ritorno alla Terra di Mezzo possa galvanizzare meno persone rispetto a 10 anni fa, ma non riconoscere almeno formalmente i meriti tecnici di questa pellicola mi sembra ridicolo 5. Né Kathryn Bigelow né Ben Affleck, i cui film sono stati acclamati da praticamente tutta la critica mondiale, sono riusciti a guadagnarsi la menzione alla regia (con già alcune polemiche dei sostenitori della Bigelow che, ad oggi, rimane l'unica donna della storia del cinema ad avere un Oscar alla regia): entrambi, comunque, hanno ricevuto la nomination come produttori dei loro film (rispettivamente "Zero Dark Thirty" e "Argo").
Considerazioni finali. 1. 12 candidature per "Lincoln" che, però, credo non porterà a casa nulla (spero solo, al limite, la statuetta per Tommy Lee Jones) 2. "Vita di Pi", a quota 11, potrebbe riuscire a strappare qualcosa (fotografia? scenografia? montaggio? effetti speciali?) 3. Mi sembra - da tempo - che si preannunci l'anno di Anne Hathaway, quindi che vinca sto benedetto Oscar per "Les Misérables" così in un futuro, al quinto tentativo, magari l'Academy si ricorderà che esiste anche Amy Adams (e non solo come attrice non protagonista, mannaggia a loro!) 4. Vorrei che vincesse Hugh Jackman (finalmente una candidatura!), ma credo sia giunto il momento di premiare Joaquin Phoenix, tornato in auge dopo l'autoisolamento da reietto degli ultimi 4 anni 5. Se posso permettermi, anche quest'anno non trovo granché interessante la cinquina dei film d'animazione 6. Alla quinta presenza in categoria Miglior colonna sonora, che il bravissimo Alexandre Desplat ce la faccia finalmente a vedersi riconosciuto il suo premio? 7. "L'orlo argenteo delle nuvole", con ben 8 nomination, mi sembra un po' il film-sorpresa: un attore piazzato in ogni cinquina e colonizzate tutte le categorie importanti: che sia lui il favorito? 8. Ci terrei, infine, a far notare che più della metà del film in lizza per le categorie in Italia non sono ancora usciti e, quando va bene, usciranno verso la fine di febbraio. Al di là dei miei personalissimi fini di valutazione pre-Oscar, mi sembra veramente indecente che si debba aspettare così tanto per la distribuzione italiana. E poi ci si meraviglia che lo streaming rubi spettatori? La figura dei pezzenti non la fanno gli spettatori.
Prima di lasciarvi alla lista dei candidati, come ogni anno ne approfitto per pronunciarmi riguardo a chi secondo me vincerà (*) e chi, invece, vorrei veder trionfare (§), attribuendo un punteggio (* = 1 punto, § = 1/2 punto, *§ = 1 punto) per ogni scelta fatta.
Ps. Ricordo che la l'85esima edizione degli Academy Awards, che si terrà il 24 febbraio, attribuisce i premi alla stagione cinematografica 2012.
Quest'anno il voto è da casa di Leoo, quindi voteremo entrambi: * (B, L) Vincerà § (B, L) Vorrei vincesse
The 85th Annual Academy Awards
Best Motion Picture of the Year
Nominees:
Amour (2012): To Be Determined
*B Argo (2012): Grant Heslov, Ben Affleck, George Clooney
Re della terra selvaggia (2012): Dan Janvey, Josh Penn, Michael Gottwald
*L Django Unchained (2012): Stacey Sher, Reginald Hudlin, Pilar Savone
§ B, L Les Misérables (2012): Tim Bevan, Eric Fellner, Debra Hayward, Cameron Mackintosh
Vita di Pi (2012): Gil Netter, Ang Lee, David Womark
Lincoln (2012): Steven Spielberg, Kathleen Kennedy
Il lato positivo (2012): Donna Gigliotti, Bruce Cohen, Jonathan Gordon
Zero Dark Thirty (2012): Mark Boal, Kathryn Bigelow, Megan Ellison
Best Performance by an Actor in a Leading Role
Nominees:
Bradley Cooper for Il lato positivo (2012)
*L Daniel Day-Lewis for Lincoln (2012)
*B Hugh Jackman for Les Misérables (2012)
§B, L Joaquin Phoenix for The Master (2012)
Denzel Washington for Flight (2012/I)
Best Performance by an Actress in a Leading Role
Nominees:
§B, L Jessica Chastain for Zero Dark Thirty (2012)
*B, L Jennifer Lawrence for Il lato positivo (2012)
Emmanuelle Riva for Amour (2012)
Quvenzhané Wallis for Re della terra selvaggia (2012)
Naomi Watts for The Impossible (2012)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role
Nominees:
Alan Arkin for Argo (2012)
Robert De Niro for Il lato positivo (2012)
§L Philip Seymour Hoffman for The Master (2012)
*L §B Tommy Lee Jones for Lincoln (2012)
*B Christoph Waltz for Django Unchained (2012)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role
Nominees:
§B Amy Adams for The Master (2012)
Sally Field for Lincoln (2012)
*B, L Anne Hathaway for Les Misérables (2012)
Helen Hunt for The Sessions - Gli appuntamenti (2012)
Jacki Weaver for Il lato positivo (2012)
Best Achievement in Directing
Nominees:
§B Michael Haneke for Amour (2012)
*L Ang Lee for Vita di Pi (2012)
*B David O. Russell for Il lato positivo (2012)
§L Steven Spielberg for Lincoln (2012)
Benh Zeitlin for Re della terra selvaggia (2012)
Best Writing, Screenplay Written Directly for the Screen
Nominees:
Amour (2012): Michael Haneke
§B Django Unchained (2012): Quentin Tarantino
Flight (2012/I): John Gatins
Moonrise kingdom - Una fuga d'amore (2012): Wes Anderson, Roman Coppola
*B, L Zero Dark Thirty (2012): Mark Boal
Best Writing, Screenplay Based on Material Previously Produced or Published
Nominees:
*L §B Argo (2012): Chris Terrio
Re della terra selvaggia (2012): Lucy Alibar, Benh Zeitlin
Vita di Pi (2012): David Magee
§L Lincoln (2012): Tony Kushner
*B Il lato positivo (2012): David O. Russell
Best Animated Feature Film of the Year
Nominees:
*B, L Ribelle - The Brave (2012): Mark Andrews, Brenda Chapman
§B, L Frankenweenie (2012): Tim Burton
ParaNorman (2012): Sam Fell, Chris Butler
Pirati! Briganti da strapazzo (2012): Peter Lord
Ralph Spaccatutto (2012): Rich Moore
Best Foreign Language Film of the Year
Nominees:
*B, L Amour (2012)(Austria)
Rebelle (2012)(Canada)
No (2012/I)(Chile)
§B En kongelig affære (2012)(Denmark)
§L Kon-Tiki (2012)(Norway)
Best Achievement in Cinematography
Nominees:
*L §B Anna Karenina (2012/I): Seamus McGarvey
Django Unchained (2012): Robert Richardson
*B Vita di Pi (2012): Claudio Miranda
Lincoln (2012): Janusz Kaminski
Skyfall (2012): Roger Deakins
Best Achievement in Editing
Nominees:
§B Argo (2012): William Goldenberg
*B Vita di Pi (2012): Tim Squyres
Lincoln (2012): Michael Kahn
Il lato positivo (2012): Jay Cassidy, Crispin Struthers
*L Zero Dark Thirty (2012): William Goldenberg, Dylan Tichenor
Best Achievement in Production Design
Nominees:
*B, L Anna Karenina (2012/I): Sarah Greenwood, Katie Spencer
§B Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (2012): Dan Hennah, Ra Vincent, Simon Bright
Les Misérables (2012): Eve Stewart, Anna Lynch-Robinson
Vita di Pi (2012): David Gropman, Anna Pinnock
Lincoln (2012): Rick Carter, Jim Erickson
Best Achievement in Costume Design
Nominees:
*B, L Anna Karenina (2012/I): Jacqueline Durran
Les Misérables (2012): Paco Delgado
Lincoln (2012): Joanna Johnston
§B Biancaneve (2012/I): Eiko Ishioka (postuma)
Biancaneve e il cacciatore (2012): Colleen Atwood
Best Achievement in Makeup and Hairstyling
Nominees:
§B Hitchcock (2012): Howard Berger, Peter Montagna, Martin Samuel
*B Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (2012): Peter King, Rick Findlater, Tami Lane
*L Les Misérables (2012): Lisa Westcott, Julie Dartnell
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Score
Nominees:
Anna Karenina (2012/I): Dario Marianelli
§B Argo (2012): Alexandre Desplat
*B Vita di Pi (2012): Mychael Danna
*L Lincoln (2012): John Williams
Skyfall (2012): Thomas Newman
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song
Nominees:
Chasing Ice (2012): J. Ralph("Before My Time")
Les Misérables (2012): Alain Boublil, Claude-Michel Schönberg, Herbert Kretzmer("Suddenly")
Vita di Pi (2012): Mychael Danna, Bombay Jayshree("Pi's Lullaby")
*B, L Skyfall (2012): Adele, Paul Epworth("Skyfall")
Ted (2012): Walter Murphy, Seth MacFarlane("Everybody Needs a Best Friend")
Best Achievement in Sound Mixing
Nominees:
Argo (2012): John T. Reitz, Gregg Rudloff, José Antonio García
§B, L Les Misérables (2012): Andy Nelson, Mark Paterson, Simon Hayes
Vita di Pi (2012): Ron Bartlett, Doug Hemphill, Drew Kunin
*L Lincoln (2012): Andy Nelson, Gary Rydstrom, Ron Judkins
*B Skyfall (2012): Scott Millan, Greg P. Russell, Stuart Wilson
Best Achievement in Sound Editing Nominees:
Argo (2012): Erik Aadahl, Ethan Van der Ryn
*B Django Unchained (2012): Wylie Stateman
Vita di Pi (2012): Eugene Gearty, Philip Stockton
§B Skyfall (2012): Per Hallberg, Karen M. Baker
*L Zero Dark Thirty (2012): Paul N.J. Ottosson
Best Achievement in Visual Effects Nominees:
The Avengers (2012): Janek Sirrs, Jeff White, Guy Williams, Daniel Sudick
§B Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (2012): Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton, R. Christopher White
*B Vita di Pi (2012): Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik De Boer, Donald Elliott
*L Prometheus (2012/I): Richard Stammers, Trevor Wood, Charley Henley, Martin Hill
Biancaneve e il cacciatore (2012): Cedric Nicolas-Troyan, Phil Brennan, Neil Corbould, Michael Dawson
Best Documentary, Features
Nominees:
5 Broken Cameras (2011): Emad Burnat, Guy Davidi
The Gatekeepers (2012): To Be Determined
*B How to Survive a Plague (2012): To Be Determined
The Invisible War (2012): To Be Determined
*L §B Searching for Sugar Man (2012): To Be Determined
Best Documentary, Short Subjects
Nominees:
*B Inocente (2012): Sean Fine, Andrea Nix
Kings Point (2012): Sari Gilman, Jedd Wider
Mondays at Racine (2012): Cynthia Wade, Robin Honan
§B, L Open Heart (2013): Kief Davidson, Cori Shepherd Stern
*L Redemption (2012/V): Jon Alpert, Matthew O'Neill
Best Short Film, Animated
Nominees:
Adam and Dog (2011): Minkyu Lee
§B Fresh Guacamole (2012): PES
Head Over Heels (2012): Timothy Reckart, Fodhla Cronin O'Reilly
Paperman (2012): John Kahrs
*B, L The Simpsons: The Longest Daycare (2012): David Silverman
Best Short Film, Live Action
Nominees:
Asad (2012): Bryan Buckley, Mino Jarjoura
*L Buzkashi Boys (2012): Sam French, Ariel Nasr
§B Curfew (2012/I): Shawn Christensen
*B Dood van een Schaduw (2012): Tom Van Avermaet, Ellen De Waele
Henry (2011/III): Yan England
And the winner is...
Ric
Quest'anno ci sono state molte sorprese e molte coincidenze, nonché qualche strano fatto inspiegabile. Partirei da questi ultimi, andando a ritroso.
Fatti inspiegabili. 1. Dov'è la nomination di DiCaprio? Vogliamo ancora far finta che non sia giunta l'ora di dargli un Oscar? 2. "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" non ha ricevuto nemmeno una candidatura: ma neanche gli effetti speciali son piaciuti all'Academy?! 3. Fino a 3 anni fa la categoria Miglior Film includeva solo 5 titoli, poi due anni fa il passaggio alla decina di film in lizza giustificato come una scelta storica per il ritorno alle origini (nelle prime edizioni degli Oscar in film in gara erano 10). Per il 2013 nuovo cambiamento inspiegabile: i film sono 9. Perchè? Non ce n'era un altro bellino da candidare? Non dico un capolavoro, ma un tappabuchi? Bah.
Coincidenze: ovvero quando c'è puzza di bruciato. 1. Per il primo anno da non so quanto, non è il presidente dell'Academy a presentare le nomination in compagnia di uno dei vincitori/candidati degli anni precedenti, ma il duo Emma Stone (al massimo arrivata alla candidatura ai Golden Globes) e - guarda caso - Seth MacFarlane che non solo presenteà la cerimonia 2013, ma è stato pure candidato per la Miglior canzone originale del suo "Ted" 2. Quando gli americani ci si mettono non hanno rivali in quanto a faccia di bronzo. Sono riusciti a candidare (udite udite) lo stesso anno, nella stessa categoria (Miglior attrice protagonista) sia la più anziana attrice mai candidata sia la più giovane, rispettivamente Emmanuelle Riva e Quvenzhané Wallis.
Coincidenze: ovvero quando sembrano per caso. 1. Tutti gli attori della categoria Miglior attore non protagonista hanno già vinto almeno un Oscar (De Niro 2): chiunque sarà il vincitore, ci sarà un nuovo primatista tra le file dei pochi fortunelli ad avere più di una statuetta a casa 2. E' l'anno del due per le attrici: Jessica Chastain, Jennifer Lawrence, Naomi Watts, Anne Hathaway, Jacki Weaver e Helen Hunt (uno l'ha vinto, però) sono tutte alla loro seconda nomination in carriera.
Sorprese. 1. Le nomination di Robert De Niro (l'ultima nel 1992 per "Cape Fear - Il promontorio della paura" e comunque una carriera in declino da molto tempo) e Denzel Washington 2. Le 4 candidature del film "Beasts of the Southern Wild" (?) e le 5 del non certo commerciale "Amour" di Haneke 3. Per la prima volta dai tempi di "Solo per i tuoi occhi" (classe 1981) un film della serie 007 conquista delle nomination: per "Skyfall" ben 5, di cui una per la famosa Adele che ha scritto l'omonima canzone portante della soundtrack 4. Davvero pochine le 3 candidature per l'invece meritevole "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato". Capisco che il ritorno alla Terra di Mezzo possa galvanizzare meno persone rispetto a 10 anni fa, ma non riconoscere almeno formalmente i meriti tecnici di questa pellicola mi sembra ridicolo 5. Né Kathryn Bigelow né Ben Affleck, i cui film sono stati acclamati da praticamente tutta la critica mondiale, sono riusciti a guadagnarsi la menzione alla regia (con già alcune polemiche dei sostenitori della Bigelow che, ad oggi, rimane l'unica donna della storia del cinema ad avere un Oscar alla regia): entrambi, comunque, hanno ricevuto la nomination come produttori dei loro film (rispettivamente "Zero Dark Thirty" e "Argo").
Considerazioni finali. 1. 12 candidature per "Lincoln" che, però, credo non porterà a casa nulla (spero solo, al limite, la statuetta per Tommy Lee Jones) 2. "Vita di Pi", a quota 11, potrebbe riuscire a strappare qualcosa (fotografia? scenografia? montaggio? effetti speciali?) 3. Mi sembra - da tempo - che si preannunci l'anno di Anne Hathaway, quindi che vinca sto benedetto Oscar per "Les Misérables" così in un futuro, al quinto tentativo, magari l'Academy si ricorderà che esiste anche Amy Adams (e non solo come attrice non protagonista, mannaggia a loro!) 4. Vorrei che vincesse Hugh Jackman (finalmente una candidatura!), ma credo sia giunto il momento di premiare Joaquin Phoenix, tornato in auge dopo l'autoisolamento da reietto degli ultimi 4 anni 5. Se posso permettermi, anche quest'anno non trovo granché interessante la cinquina dei film d'animazione 6. Alla quinta presenza in categoria Miglior colonna sonora, che il bravissimo Alexandre Desplat ce la faccia finalmente a vedersi riconosciuto il suo premio? 7. "L'orlo argenteo delle nuvole", con ben 8 nomination, mi sembra un po' il film-sorpresa: un attore piazzato in ogni cinquina e colonizzate tutte le categorie importanti: che sia lui il favorito? 8. Ci terrei, infine, a far notare che più della metà del film in lizza per le categorie in Italia non sono ancora usciti e, quando va bene, usciranno verso la fine di febbraio. Al di là dei miei personalissimi fini di valutazione pre-Oscar, mi sembra veramente indecente che si debba aspettare così tanto per la distribuzione italiana. E poi ci si meraviglia che lo streaming rubi spettatori? La figura dei pezzenti non la fanno gli spettatori.
Prima di lasciarvi alla lista dei candidati, come ogni anno ne approfitto per pronunciarmi riguardo a chi secondo me vincerà (*) e chi, invece, vorrei veder trionfare (§), attribuendo un punteggio (* = 1 punto, § = 1/2 punto, *§ = 1 punto) per ogni scelta fatta.
Ps. Ricordo che la l'85esima edizione degli Academy Awards, che si terrà il 24 febbraio, attribuisce i premi alla stagione cinematografica 2012.
Quest'anno il voto è da casa di Leoo, quindi voteremo entrambi: * (B, L) Vincerà § (B, L) Vorrei vincesse
The 85th Annual Academy Awards
Best Motion Picture of the Year
Nominees:
Amour (2012): To Be Determined
*B Argo (2012): Grant Heslov, Ben Affleck, George Clooney
Re della terra selvaggia (2012): Dan Janvey, Josh Penn, Michael Gottwald
*L Django Unchained (2012): Stacey Sher, Reginald Hudlin, Pilar Savone
§ B, L Les Misérables (2012): Tim Bevan, Eric Fellner, Debra Hayward, Cameron Mackintosh
Vita di Pi (2012): Gil Netter, Ang Lee, David Womark
Lincoln (2012): Steven Spielberg, Kathleen Kennedy
Il lato positivo (2012): Donna Gigliotti, Bruce Cohen, Jonathan Gordon
Zero Dark Thirty (2012): Mark Boal, Kathryn Bigelow, Megan Ellison
Best Performance by an Actor in a Leading Role
Nominees:
Bradley Cooper for Il lato positivo (2012)
*L Daniel Day-Lewis for Lincoln (2012)
*B Hugh Jackman for Les Misérables (2012)
§B, L Joaquin Phoenix for The Master (2012)
Denzel Washington for Flight (2012/I)
Best Performance by an Actress in a Leading Role
Nominees:
§B, L Jessica Chastain for Zero Dark Thirty (2012)
*B, L Jennifer Lawrence for Il lato positivo (2012)
Emmanuelle Riva for Amour (2012)
Quvenzhané Wallis for Re della terra selvaggia (2012)
Naomi Watts for The Impossible (2012)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role
Nominees:
Alan Arkin for Argo (2012)
Robert De Niro for Il lato positivo (2012)
§L Philip Seymour Hoffman for The Master (2012)
*L §B Tommy Lee Jones for Lincoln (2012)
*B Christoph Waltz for Django Unchained (2012)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role
Nominees:
§B Amy Adams for The Master (2012)
Sally Field for Lincoln (2012)
*B, L Anne Hathaway for Les Misérables (2012)
Helen Hunt for The Sessions - Gli appuntamenti (2012)
Jacki Weaver for Il lato positivo (2012)
Best Achievement in Directing
Nominees:
§B Michael Haneke for Amour (2012)
*L Ang Lee for Vita di Pi (2012)
*B David O. Russell for Il lato positivo (2012)
§L Steven Spielberg for Lincoln (2012)
Benh Zeitlin for Re della terra selvaggia (2012)
Best Writing, Screenplay Written Directly for the Screen
Nominees:
Amour (2012): Michael Haneke
§B Django Unchained (2012): Quentin Tarantino
Flight (2012/I): John Gatins
Moonrise kingdom - Una fuga d'amore (2012): Wes Anderson, Roman Coppola
*B, L Zero Dark Thirty (2012): Mark Boal
Best Writing, Screenplay Based on Material Previously Produced or Published
Nominees:
*L §B Argo (2012): Chris Terrio
Re della terra selvaggia (2012): Lucy Alibar, Benh Zeitlin
Vita di Pi (2012): David Magee
§L Lincoln (2012): Tony Kushner
*B Il lato positivo (2012): David O. Russell
Best Animated Feature Film of the Year
Nominees:
*B, L Ribelle - The Brave (2012): Mark Andrews, Brenda Chapman
§B, L Frankenweenie (2012): Tim Burton
ParaNorman (2012): Sam Fell, Chris Butler
Pirati! Briganti da strapazzo (2012): Peter Lord
Ralph Spaccatutto (2012): Rich Moore
Best Foreign Language Film of the Year
Nominees:
*B, L Amour (2012)(Austria)
Rebelle (2012)(Canada)
No (2012/I)(Chile)
§B En kongelig affære (2012)(Denmark)
§L Kon-Tiki (2012)(Norway)
Best Achievement in Cinematography
Nominees:
*L §B Anna Karenina (2012/I): Seamus McGarvey
Django Unchained (2012): Robert Richardson
*B Vita di Pi (2012): Claudio Miranda
Lincoln (2012): Janusz Kaminski
Skyfall (2012): Roger Deakins
Best Achievement in Editing
Nominees:
§B Argo (2012): William Goldenberg
*B Vita di Pi (2012): Tim Squyres
Lincoln (2012): Michael Kahn
Il lato positivo (2012): Jay Cassidy, Crispin Struthers
*L Zero Dark Thirty (2012): William Goldenberg, Dylan Tichenor
Best Achievement in Production Design
Nominees:
*B, L Anna Karenina (2012/I): Sarah Greenwood, Katie Spencer
§B Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (2012): Dan Hennah, Ra Vincent, Simon Bright
Les Misérables (2012): Eve Stewart, Anna Lynch-Robinson
Vita di Pi (2012): David Gropman, Anna Pinnock
Lincoln (2012): Rick Carter, Jim Erickson
Best Achievement in Costume Design
Nominees:
*B, L Anna Karenina (2012/I): Jacqueline Durran
Les Misérables (2012): Paco Delgado
Lincoln (2012): Joanna Johnston
§B Biancaneve (2012/I): Eiko Ishioka (postuma)
Biancaneve e il cacciatore (2012): Colleen Atwood
Best Achievement in Makeup and Hairstyling
Nominees:
§B Hitchcock (2012): Howard Berger, Peter Montagna, Martin Samuel
*B Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (2012): Peter King, Rick Findlater, Tami Lane
*L Les Misérables (2012): Lisa Westcott, Julie Dartnell
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Score
Nominees:
Anna Karenina (2012/I): Dario Marianelli
§B Argo (2012): Alexandre Desplat
*B Vita di Pi (2012): Mychael Danna
*L Lincoln (2012): John Williams
Skyfall (2012): Thomas Newman
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song
Nominees:
Chasing Ice (2012): J. Ralph("Before My Time")
Les Misérables (2012): Alain Boublil, Claude-Michel Schönberg, Herbert Kretzmer("Suddenly")
Vita di Pi (2012): Mychael Danna, Bombay Jayshree("Pi's Lullaby")
*B, L Skyfall (2012): Adele, Paul Epworth("Skyfall")
Ted (2012): Walter Murphy, Seth MacFarlane("Everybody Needs a Best Friend")
Best Achievement in Sound Mixing
Nominees:
Argo (2012): John T. Reitz, Gregg Rudloff, José Antonio García
§B, L Les Misérables (2012): Andy Nelson, Mark Paterson, Simon Hayes
Vita di Pi (2012): Ron Bartlett, Doug Hemphill, Drew Kunin
*L Lincoln (2012): Andy Nelson, Gary Rydstrom, Ron Judkins
*B Skyfall (2012): Scott Millan, Greg P. Russell, Stuart Wilson
Best Achievement in Sound Editing Nominees:
Argo (2012): Erik Aadahl, Ethan Van der Ryn
*B Django Unchained (2012): Wylie Stateman
Vita di Pi (2012): Eugene Gearty, Philip Stockton
§B Skyfall (2012): Per Hallberg, Karen M. Baker
*L Zero Dark Thirty (2012): Paul N.J. Ottosson
Best Achievement in Visual Effects Nominees:
The Avengers (2012): Janek Sirrs, Jeff White, Guy Williams, Daniel Sudick
§B Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (2012): Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton, R. Christopher White
*B Vita di Pi (2012): Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik De Boer, Donald Elliott
*L Prometheus (2012/I): Richard Stammers, Trevor Wood, Charley Henley, Martin Hill
Biancaneve e il cacciatore (2012): Cedric Nicolas-Troyan, Phil Brennan, Neil Corbould, Michael Dawson
Best Documentary, Features
Nominees:
5 Broken Cameras (2011): Emad Burnat, Guy Davidi
The Gatekeepers (2012): To Be Determined
*B How to Survive a Plague (2012): To Be Determined
The Invisible War (2012): To Be Determined
*L §B Searching for Sugar Man (2012): To Be Determined
Best Documentary, Short Subjects
Nominees:
*B Inocente (2012): Sean Fine, Andrea Nix
Kings Point (2012): Sari Gilman, Jedd Wider
Mondays at Racine (2012): Cynthia Wade, Robin Honan
§B, L Open Heart (2013): Kief Davidson, Cori Shepherd Stern
*L Redemption (2012/V): Jon Alpert, Matthew O'Neill
Best Short Film, Animated
Nominees:
Adam and Dog (2011): Minkyu Lee
§B Fresh Guacamole (2012): PES
Head Over Heels (2012): Timothy Reckart, Fodhla Cronin O'Reilly
Paperman (2012): John Kahrs
*B, L The Simpsons: The Longest Daycare (2012): David Silverman
Best Short Film, Live Action
Nominees:
Asad (2012): Bryan Buckley, Mino Jarjoura
*L Buzkashi Boys (2012): Sam French, Ariel Nasr
§B Curfew (2012/I): Shawn Christensen
*B Dood van een Schaduw (2012): Tom Van Avermaet, Ellen De Waele
Henry (2011/III): Yan England
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Vita di Pi
mercoledì 12 dicembre 2012
Film 489 - Argo
Annunciato come il piccolo miracolo cinematografico di Ben Affleck. In attesa della pioggia di candidature ai vari premi che partiranno da domani con l'annuncio dei nominati ai Golden Globe, non potevo non cominciare il mio personale screening di quei film che probabilmente riceveranno più di una nomination.
Oscar arrivo!
Film 489: "Argo" (2012) di Ben Affleck
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Non a tutti piacerà, ma bisogna ammettere che Ben Affleck si è davvero reinventato scegliendo di cominciare a dirigere le sue pellicole. Al terzo tentativo di seguito conquista nuovamente la critica aggiungendo, però, anche il consenso del grande pubblico ($157,677,669 di incasso al botteghino mondiale).
Dopo i precedenti "Gone Baby Gone" e "The Town", questa volta Affleck racconta una storia dai risvolti politici internazionali focalizzandosi, però, su un fatto reale davvero curioso. Durante la rivoluzione iraniana del 1979, alcuni funzionari vengono presi in ostaggio dentro l'ambasciata americana di Teheran. Sei di loro riescono a scappare e si rifugiano presso la dimora dell'ambasciatore canadese Ken Taylor/Victor Garber ("Alias", "Ancora tu!"). Qui il fatto: come riportarli a casa? Ci penserà Tony Mendez/Affleck ad elaborare un piano per quella che viene identificata come la missione Canadian Caper. Mendez, infatti, esperto CIA in esfiltrazione, proporrà l'idea vincente di mettere in cantiere quella che sarà una produzione cinematografica hollywoodiana a tutti gli effetti, solo che per una pellicola fittizia. "Argo", appunto. L'idea quella di far uscire i 6 spacciandoli in aeroporto per membri della crew della pellicola.
Certamente bisogna ammettere che, già di per sé, il fatto è intrigante. "Argo" è stato davvero un film messo in produzione con tanto di letture del copione per la stampa, pubblicità e interviste, realizzazione di una locandina. Tutto con l'unico scopo di riuscire a mettere in salvo le 6 persone riuscite a scappare durante la presa dell'ambasciata.
Spunto narrativo a parte, questo "Argo" di Affleck funziona molto bene. Contestualizzazione precisa e spiegata senza fretta, prendendo il tempo necessario a raccontare i fatti in maniera chiara. Non ci si perde mai nella trama nonostante, personalmente, non conoscessi i fatti raccontati dalla storia.
Efficace la ricostruzione d'ambiente che rende alla perfezione il periodo storico in cui si svolge l'azione. I colletti oversize delle camicie sono molto buffi. E' una sciocchezza, rispetto all'insieme, ma non so perchè la cosa ad un certo punto mi ha colpito.
Il cast di attori è ben distribuito per le parti e, soprattutto, non scontato. A parte il regista e attore, pochi sono i visi noti. Si riconoscono facilmente John Goodman ("Pappa e ciccia","The Artist"), il premio Oscar Alan Arkin ("Little Miss Sunshine", "The Private Lives of Pippa Lee") e il Bryan Cranston di "Breaking Bad" (3 Emmy come Miglior attore drammatico portati a casa per 3 anni di fila).
Tanti anche i volti familiari, ma più difficili da identificare per il grande pubblico: Clea DuVall (adesso in tv con "American Horror Story", "Ragazze interrotte"), Kyle Chandler (Emmy per "Friday Night Lights", "Super 8"), Zeljko Ivanek ("In Bruges - La coscienza dell'assassino", Emmy per "Damages"), Titus Welliver ("The Good Wife"; è l'unico presente anche nelle precedenti pellicole di Affleck).
Tutto funziona bene e la pellicola ne guadagna notevolmente. Mi rendo conto a posteriori che questo è sicuramente stato uno dei film più riusciti e tecnicamente ben fatti che ho visto questa stagione. Dubito che avrà grandi chance di vincere premi in categorie che contano (o regia o attori), in ogni caso non posso giudicare dato che mi manca, al momento, possibilità di fare confronti.
Di sicuro, comunque, ad Affleck il merito di essere riuscito a raccontare una storia complessa e molto interessante evitando il patetico, la retorica o i cliché. Stile asciutto, battute al momento giusto e, nel dramma (riusciranno o no a mettersi in salvo?!), una storia raccontata prendendo in considerazione un episodio insolito e interessante. Ha tutte le carte in regola per piacere.
Ps. Bellissime musiche del mio favorito Alexandre Desplat: non delude mai.
Film 1088 - Argo
Consigli: Interessante e non scontato, parla di un momento della storia dell'Iran che certamente ai più è sconosciuta, riuscendo ad evitare toni accademici e, per di più, facendo interessare lo spettatore ad informarsi su ciò che è realmente accaduto.
Dal punto di vista tecnico molto Ben(!) fatto.
Parola chiave: Troupe cinematografica.
Trailer
Ric
Oscar arrivo!
Film 489: "Argo" (2012) di Ben Affleck
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Non a tutti piacerà, ma bisogna ammettere che Ben Affleck si è davvero reinventato scegliendo di cominciare a dirigere le sue pellicole. Al terzo tentativo di seguito conquista nuovamente la critica aggiungendo, però, anche il consenso del grande pubblico ($157,677,669 di incasso al botteghino mondiale).
Dopo i precedenti "Gone Baby Gone" e "The Town", questa volta Affleck racconta una storia dai risvolti politici internazionali focalizzandosi, però, su un fatto reale davvero curioso. Durante la rivoluzione iraniana del 1979, alcuni funzionari vengono presi in ostaggio dentro l'ambasciata americana di Teheran. Sei di loro riescono a scappare e si rifugiano presso la dimora dell'ambasciatore canadese Ken Taylor/Victor Garber ("Alias", "Ancora tu!"). Qui il fatto: come riportarli a casa? Ci penserà Tony Mendez/Affleck ad elaborare un piano per quella che viene identificata come la missione Canadian Caper. Mendez, infatti, esperto CIA in esfiltrazione, proporrà l'idea vincente di mettere in cantiere quella che sarà una produzione cinematografica hollywoodiana a tutti gli effetti, solo che per una pellicola fittizia. "Argo", appunto. L'idea quella di far uscire i 6 spacciandoli in aeroporto per membri della crew della pellicola.
Certamente bisogna ammettere che, già di per sé, il fatto è intrigante. "Argo" è stato davvero un film messo in produzione con tanto di letture del copione per la stampa, pubblicità e interviste, realizzazione di una locandina. Tutto con l'unico scopo di riuscire a mettere in salvo le 6 persone riuscite a scappare durante la presa dell'ambasciata.
Spunto narrativo a parte, questo "Argo" di Affleck funziona molto bene. Contestualizzazione precisa e spiegata senza fretta, prendendo il tempo necessario a raccontare i fatti in maniera chiara. Non ci si perde mai nella trama nonostante, personalmente, non conoscessi i fatti raccontati dalla storia.
Efficace la ricostruzione d'ambiente che rende alla perfezione il periodo storico in cui si svolge l'azione. I colletti oversize delle camicie sono molto buffi. E' una sciocchezza, rispetto all'insieme, ma non so perchè la cosa ad un certo punto mi ha colpito.
Il cast di attori è ben distribuito per le parti e, soprattutto, non scontato. A parte il regista e attore, pochi sono i visi noti. Si riconoscono facilmente John Goodman ("Pappa e ciccia","The Artist"), il premio Oscar Alan Arkin ("Little Miss Sunshine", "The Private Lives of Pippa Lee") e il Bryan Cranston di "Breaking Bad" (3 Emmy come Miglior attore drammatico portati a casa per 3 anni di fila).
Tanti anche i volti familiari, ma più difficili da identificare per il grande pubblico: Clea DuVall (adesso in tv con "American Horror Story", "Ragazze interrotte"), Kyle Chandler (Emmy per "Friday Night Lights", "Super 8"), Zeljko Ivanek ("In Bruges - La coscienza dell'assassino", Emmy per "Damages"), Titus Welliver ("The Good Wife"; è l'unico presente anche nelle precedenti pellicole di Affleck).
Tutto funziona bene e la pellicola ne guadagna notevolmente. Mi rendo conto a posteriori che questo è sicuramente stato uno dei film più riusciti e tecnicamente ben fatti che ho visto questa stagione. Dubito che avrà grandi chance di vincere premi in categorie che contano (o regia o attori), in ogni caso non posso giudicare dato che mi manca, al momento, possibilità di fare confronti.
Di sicuro, comunque, ad Affleck il merito di essere riuscito a raccontare una storia complessa e molto interessante evitando il patetico, la retorica o i cliché. Stile asciutto, battute al momento giusto e, nel dramma (riusciranno o no a mettersi in salvo?!), una storia raccontata prendendo in considerazione un episodio insolito e interessante. Ha tutte le carte in regola per piacere.
Ps. Bellissime musiche del mio favorito Alexandre Desplat: non delude mai.
Film 1088 - Argo
Consigli: Interessante e non scontato, parla di un momento della storia dell'Iran che certamente ai più è sconosciuta, riuscendo ad evitare toni accademici e, per di più, facendo interessare lo spettatore ad informarsi su ciò che è realmente accaduto.
Dal punto di vista tecnico molto Ben(!) fatto.
Parola chiave: Troupe cinematografica.
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Zeljko Ivanek
martedì 8 febbraio 2011
Film 214 - Il discorso del re
Continuando con la serie di film preparativi per l'Oscar, due sabati fa, al cinema, ho visto quello che, quest'anno, ha raccimolato il maggior numero di nomination...

Film 214: "Il discorso del re" (2010) di Tom Hooper
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jessica, Marco, Giarda
Pensieri: Questo è uno strano caso cinematografico. Innanzitutto non è un film commerciale, basato su grandi nomi, effetti speciali e tanto marketing mirato. Gli attori, infatti, sono decisamente di nicchia (giusto la Bonham Carter è più conosciuta, anche grazie ai successi in cui suo marito Tim Burton la coinvolge), agli effetti speciali si richiede piuttosto un'ottima capacità recitativa e il budget è di 'solamente' $15,000,000. Nonostante questi punti a sfavore (solo nell'ottica del successo commerciale, per carità!), considerando, poi, che è un film inglese in costume, "Il discorso del re" è da un paio di mesi nella classifica dei film più visti in America avendo raggiunto, ad oggi, la cifra di $83,527,544 al botteghino. Il che, nell'ottica di questa pellicola, è piuttosto sbalorditivo.
Sarà che gli Oscar quest'anno sono abbastanza fortunati a livello di incassi (nella lista dei nominati a miglior film, ci sono molte pellicole che hanno raggiunto ottimi risultati al botteghino - a volte anche inaspettatamente - come "Inception", "Il Grinta", "Toy story 3 - La grande fuga", "The Social Network", "The Fighter" e "Black Swan"), di fatto la stagione del 'buon cinema' USA sta andando abbastanza bene.
Ma quali sono i punti di forza di questo film? Come già detto, sicuramente la capacità recitativa dei suoi protagonisti. Colin Firth, grande attore da anni e non solo per i due film - l'altro è "A single man" - per cui ha ricevuto la nomination all'Oscar, è il più probabile vincitore come attore protagonista e, a dirla tutta, sarebbe una vincita meritata. Oltre alla sua evidente bravura, si sa che all'Academy piace attribuire premi ad attori che interpretano personaggi realmente esistiti (vedi precedenti vincitori come Nicole Kidman, Cate Blanchett, Jamie Foxx, Sean Penn, Helen Mirren, ...), magari con qualche difficoltà fisica da dover riproporre con maestria sullo schermo. E allora chi meglio di Colin che, qui, interpreta il balbuziente Re Giorgio VI (padre dell'attuale sovrana d'Inghilterra) quest'anno rappresenta appieno il prototipo da pronostico favorevole? Direi nessuno (James Franco e Jesse Eisenberg interpretano anche loro personaggi della realtà, ma, oltre ad essere molto giovani - punto a sfavore - l'ultimo dei due incarna un antieroe antipatico e cinico, capace sì di elevarsi grazie alle sue capacità, ma sprezzante della massa e pur sempre incline alla vendetta. In questi tempi di crisi e disordini un po' dappertutto, è più probabile pensare che anche l'Academy voglia lanciare il suo messaggio di 'speranza ed elevazione', attraverso persone e personaggi capaci di ispirare chi guarda).
Geoffrey Rush (attore australiano già vincitore di un Oscar nel 1997 per "Shine", visto anche in "Shakespeare in Love" e "La maledizione della prima luna") rimane sempre sinonimo di grande qualità e capacità espressiva, abile ad impersonare qualsiasi personaggio con maestria, non importi che si parli di una produzione commerciale o, come in questo caso, più indipendente.
Helena Bonham Carter, invece, riceve finalmente la sua seconda nomination all'Oscar (la prima nel lontano '98) e, sembra fatto apposta, anche questa volta senza essere diretta dal marito (che l'Academy sembra voler continuare a snobbare, scioccamente). Al di fuori dei ruoli anticonvenzionali cui siamo abituati a vederla (difficile riconoscerla in "Alice in Wonderland", "Harry Potter e i doni della morte: Parte I" o "Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie") dimostra di sapersela cavare egregiamente, regalandoci, in questa pellicola, un ritratto della Regina Elisabetta piuttosto ben riuscito.
E' indubbio, comunque, che una visione in lingua originale aiuti lo spettatore a comprendere meglio il lavoro di un attore, potendo immaginare più concretamente ciò che sta dietro la creazione e l'interpretazione di un personaggio, per giunta realmente esistito.
Di fatto questa pellicola vale all'80% solamente per il cast davvero notevole. Buona la fotografia, bella - come sempre - la musica di Alexandre Desplat (che alla quarta nomination ce la faccia a vincere?), perfetti i costumi. No, non è il miglior film dell'anno, ma è sicuramente un esempio perfetto di cinema di qualità. Vale la spesa del biglietto, vale la pena di vederlo in inglese.
Consigli: Non rovinatevi la trama andando a curiosare la storia originale di Re Giorgio VI. E' piacevole lasciarsi trasportare da questa storia, dai suoi protagonisti. A verificare ci si può pensare dopo.
Parola chiave: Abdicare.
Ric

Film 214: "Il discorso del re" (2010) di Tom Hooper
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jessica, Marco, Giarda
Pensieri: Questo è uno strano caso cinematografico. Innanzitutto non è un film commerciale, basato su grandi nomi, effetti speciali e tanto marketing mirato. Gli attori, infatti, sono decisamente di nicchia (giusto la Bonham Carter è più conosciuta, anche grazie ai successi in cui suo marito Tim Burton la coinvolge), agli effetti speciali si richiede piuttosto un'ottima capacità recitativa e il budget è di 'solamente' $15,000,000. Nonostante questi punti a sfavore (solo nell'ottica del successo commerciale, per carità!), considerando, poi, che è un film inglese in costume, "Il discorso del re" è da un paio di mesi nella classifica dei film più visti in America avendo raggiunto, ad oggi, la cifra di $83,527,544 al botteghino. Il che, nell'ottica di questa pellicola, è piuttosto sbalorditivo.
Sarà che gli Oscar quest'anno sono abbastanza fortunati a livello di incassi (nella lista dei nominati a miglior film, ci sono molte pellicole che hanno raggiunto ottimi risultati al botteghino - a volte anche inaspettatamente - come "Inception", "Il Grinta", "Toy story 3 - La grande fuga", "The Social Network", "The Fighter" e "Black Swan"), di fatto la stagione del 'buon cinema' USA sta andando abbastanza bene.
Ma quali sono i punti di forza di questo film? Come già detto, sicuramente la capacità recitativa dei suoi protagonisti. Colin Firth, grande attore da anni e non solo per i due film - l'altro è "A single man" - per cui ha ricevuto la nomination all'Oscar, è il più probabile vincitore come attore protagonista e, a dirla tutta, sarebbe una vincita meritata. Oltre alla sua evidente bravura, si sa che all'Academy piace attribuire premi ad attori che interpretano personaggi realmente esistiti (vedi precedenti vincitori come Nicole Kidman, Cate Blanchett, Jamie Foxx, Sean Penn, Helen Mirren, ...), magari con qualche difficoltà fisica da dover riproporre con maestria sullo schermo. E allora chi meglio di Colin che, qui, interpreta il balbuziente Re Giorgio VI (padre dell'attuale sovrana d'Inghilterra) quest'anno rappresenta appieno il prototipo da pronostico favorevole? Direi nessuno (James Franco e Jesse Eisenberg interpretano anche loro personaggi della realtà, ma, oltre ad essere molto giovani - punto a sfavore - l'ultimo dei due incarna un antieroe antipatico e cinico, capace sì di elevarsi grazie alle sue capacità, ma sprezzante della massa e pur sempre incline alla vendetta. In questi tempi di crisi e disordini un po' dappertutto, è più probabile pensare che anche l'Academy voglia lanciare il suo messaggio di 'speranza ed elevazione', attraverso persone e personaggi capaci di ispirare chi guarda).
Geoffrey Rush (attore australiano già vincitore di un Oscar nel 1997 per "Shine", visto anche in "Shakespeare in Love" e "La maledizione della prima luna") rimane sempre sinonimo di grande qualità e capacità espressiva, abile ad impersonare qualsiasi personaggio con maestria, non importi che si parli di una produzione commerciale o, come in questo caso, più indipendente.
Helena Bonham Carter, invece, riceve finalmente la sua seconda nomination all'Oscar (la prima nel lontano '98) e, sembra fatto apposta, anche questa volta senza essere diretta dal marito (che l'Academy sembra voler continuare a snobbare, scioccamente). Al di fuori dei ruoli anticonvenzionali cui siamo abituati a vederla (difficile riconoscerla in "Alice in Wonderland", "Harry Potter e i doni della morte: Parte I" o "Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie") dimostra di sapersela cavare egregiamente, regalandoci, in questa pellicola, un ritratto della Regina Elisabetta piuttosto ben riuscito.
E' indubbio, comunque, che una visione in lingua originale aiuti lo spettatore a comprendere meglio il lavoro di un attore, potendo immaginare più concretamente ciò che sta dietro la creazione e l'interpretazione di un personaggio, per giunta realmente esistito.
Di fatto questa pellicola vale all'80% solamente per il cast davvero notevole. Buona la fotografia, bella - come sempre - la musica di Alexandre Desplat (che alla quarta nomination ce la faccia a vincere?), perfetti i costumi. No, non è il miglior film dell'anno, ma è sicuramente un esempio perfetto di cinema di qualità. Vale la spesa del biglietto, vale la pena di vederlo in inglese.
Consigli: Non rovinatevi la trama andando a curiosare la storia originale di Re Giorgio VI. E' piacevole lasciarsi trasportare da questa storia, dai suoi protagonisti. A verificare ci si può pensare dopo.
Parola chiave: Abdicare.
Ric
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mercoledì 19 gennaio 2011
Golden Globes 2011: i vincitori

Dopo aver seguito praticamente in diretta l'annuncio dei vincitori dalla terrazza al settimo piano del mio appartamento (affittato) a Santa Cruz de Tenerife, posso finalmente tirare le somme di questa edizione 2011 dei Golden Globes (GG).
E, devo dirlo, non me lo aspettavo, ma sono stato più bravo del previsto. Con 12,5 punti su 25 categorie totali, ho azzeccato esattamente la metà dei vincitori dei GG di quest'anno. Certe categorie, in effetti, erano talmente facili da indovinare che non ci sarebbe molto da vantarsi, ma per alcune mi sono decisamente stupito di me stesso...
Tra le 'toppate' clamorose il miglior film straniero, attore protagonista (musical - commedia), attrice non protagonista, sceneggiatura e colonna sonora, mentre per i tv show entrambe le miglior serie e la miglior attrice (musical - commedia e drammatica). Posso ritenermi comunque decisamente soddisfatto!
Per quanto riguarda le previsioni degli Oscar, direi che qualcosina di evidente è stata evidenziata da questa 68esima edizione dei GG. Innanzitutto pare evidente che "The Social Network" sarà tra i protagonisti principali. Non sono totalmente d'accordo con questa svalangata di premi (4, come "Il signore degli anelli - Il ritorno del re" per intenderci), anche perchè il risultato opposto è che "Inception" non vincerà quasi nulla (ma le categorie tecniche sono praticamente impossibili da battere). Se sono felice da un lato che David Fincher finalmente abbia i riconoscimenti che si merita, dall'altro non sono sicuro che la sua opera, dal punto di vista della regia, sia migliore di quella di Nolan. Staremo a vedere cosa succederà.
Piuttosto sicuri gli Oscar a Firth e Portman che, finalmente, vedono riconosciuto il loro talento. Sono loro, infatti, i favoriti nelle principali cateogire attoriali. Daranno filo da torcere, nelle rispettive categorie, probabilmente Mark Wahlberg e Paul Giamatti, Annette Bening, Julianne Moore e (forse) Nicole Kidman.
Molto vicini alla nomination come non protagonisti, invece, sembrano Christian Bale (GG vinto), Geoffrey Rush, Melissa Leo (GG vinto), Helena Bonham Carter e forse addirittura Mila Kunis. Di sicuro, comunque, l'Academy proporrà candidature leggermente meno commerciali, mischiando ai vari candidati dei GG, anche qualche outsider per dimostrare l'impegno e la ricercatezza di chi si propone quale esaltatore supremo della qualità nel mondo cinematografico. Noi comuni mortali sappiamo perfettamente che non è così, ma è pur sempre vero che chi arriva alla nomination all'Oscar, qualcosa di buono l'ha fatto.
Più incerte saranno sicuramente le categorie tecniche (come sceneggiatura - che agli Oscar è doppia -, colonna sonora, canzone originale, montaggio e fotografia). Molto probabile l'Oscar per gli effetti speciali ad "Inception".
Altro premio dato per certo sembrererbbe l'Oscar al film d'animazione ("Toy story 3 - La grande fuga").
Da non dimenticare, comunque, che gli Oscar premieranno anche documentari e corti oltre che, dall'anno scorso, il miglior film scegliendolo tra ben 10 candidati (probabilissimi "The Social Network", "Black Swan", "The Fighter", "Inception", "Il discorso del re", "I ragazzi stanno bene", forse "Alice in Wonderland" e addirittura "Toy story 3 - La grande fuga").
Infine, per tornare ai GG di quest'anno, tiriamo un po' le somme per vedere cosa ci aspettavamo succedesse. In grassetto saranno evidenziati solamente i vincitori di questa edizione. Lascerò segnati i miei voti precedentemente espressi - con la solita scelta del chi secondo me vincerà (*) e chi vorrei veder trionfare (§)- mentre trascriverò la percentuale totalizzata dai candidati per ogni categoria che avevo proposto (le 9 principali) nel sondaggio di qualche post fa. Sarà, così, evidente quale fossero i nostri pronostici! Confrontateli con i vostri!
Legenda:
* = 1 punto;
§ = 1/2 punto;
*§ = 1 punto.
68th Annual Golden Globe Awards
Best Motion Picture - Drama
Nominees:
Black Swan (2010) 35%
The Fighter (2010) 0%
§ Inception (2010) 50%
The King's Speech (2010) 0%
* The Social Network (2010) 15%
Best Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Alice in Wonderland (2010) 38%
§ Burlesque (2010/I) 25%
* The Kids Are All Right (2010) 31%
Red (2010/I) 0%
The Tourist (2010) 6%
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Drama
Nominees:
Jesse Eisenberg for The Social Network (2010) 13%
* Colin Firth for The King's Speech (2010) 33% [video]
James Franco for 127 Hours (2010) 40%
§ Ryan Gosling for Blue Valentine (2010) 7%
Mark Wahlberg for The Fighter (2010) 7%
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Drama
Nominees:
Halle Berry for Frankie and Alice (2010) 7%
Nicole Kidman for Rabbit Hole (2010) 29%
Jennifer Lawrence for Winter's Bone (2010) 0%
* Natalie Portman for Black Swan (2010) 64% [video]
§ Michelle Williams for Blue Valentine (2010) 0%
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
Johnny Depp for The Tourist (2010) 19%
* Johnny Depp for Alice in Wonderland (2010) 47%
Paul Giamatti for Barney's Version (2010) 0%
§ Jake Gyllenhaal for Amore e altre droghe (2010) 24%
Kevin Spacey for Casino Jack (2010) 10%
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy
Nominees:
* Annette Bening for The Kids Are All Right (2010) 10% [video]
Anne Hathaway for Amore e altre droghe (2010) 19%
Angelina Jolie for The Tourist (2010) 19%
Julianne Moore for The Kids Are All Right (2010) 42%
§ Emma Stone for Easy Girl (2010) 10%
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Motion Picture
Nominees:
§ Christian Bale for The Fighter (2010) 31% [video]
Michael Douglas for Wall Street: il denaro non dorme mai (2010) 21%
Andrew Garfield for The Social Network (2010) 26%
Jeremy Renner for The Town (2010) 11%
* Geoffrey Rush for The King's Speech (2010) 11%
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Motion Picture
Nominees:
§ Amy Adams for The Fighter (2010) 11%
* Helena Bonham Carter for The King's Speech (2010) 28%
Mila Kunis for Black Swan (2010) 33%
Melissa Leo for The Fighter (2010) 17%
Jacki Weaver for Animal Kingdom (2010) 11%
Best Director - Motion Picture
Nominees:
Darren Aronofsky for Black Swan (2010) 25%
* David Fincher for The Social Network (2010) 19%
Tom Hooper for The King's Speech (2010) 0%
§ Christopher Nolan for Inception (2010) 56%
David O. Russell for The Fighter (2010) 0%
Best Screenplay - Motion Picture
Nominees:
127 Hours (2010): Danny Boyle, Simon Beaufoy
*§ Inception (2010): Christopher Nolan
The Kids Are All Right (2010): Stuart Blumberg, Lisa Cholodenko
The King's Speech (2010): David Seidler
The Social Network (2010): Aaron Sorkin
Best Original Song - Motion Picture
Nominees:
* Burlesque (2010/I): Samuel Dixon, Christina Aguilera, Sia Furler("Bound to You")
§ Burlesque (2010/I): Diane Warren("You Haven't Seen The Last of Me") [video]
Country Strong (2010): Bob DiPiero, Tom Douglas, Hillary Lindsey, Troy Verges("Coming Home")
Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero (2010): Carrie Underwood, David Hodges, Hillary Lindsey("There's A Place For Us")
Rapunzel - L'intreccio della torre (2010): Alan Menken, Glenn Slater("I See the Light")
Best Original Score - Motion Picture
Nominees:
127 Hours (2010): A.R. Rahman
Alice in Wonderland (2010): Danny Elfman
§ Inception (2010): Hans Zimmer
* The King's Speech (2010): Alexandre Desplat
The Social Network (2010): Trent Reznor, Atticus Ross [video]
Best Animated Film
Nominees:
Cattivissimo me (2010)
§ Dragon Trainer (2010)
L'illusionista (2010)
Rapunzel - L'intreccio della torre (2010)
* Toy story 3 - La grande fuga (2010)
Best Foreign Language Film
Nominees:
* Biutiful (2010)(Mexico/Spain)
Il Concerto (2009)(France)
Kray (2010)(Russia)
§ Io sono l'amore (2009)(Italy)
In un mondo migliore (2010)(Denmark)
Best Television Series - Drama
Nominees:
"Boardwalk Empire" (2009)
"Dexter" (2006)
* §"The Good Wife" (2009)
"Mad Men" (2007)
"The Walking Dead" (2010)
Best Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
"The Big Bang Theory" (2007)
"The Big C" (2010)
"Glee" (2009)
"Modern Family" (2009)
* "Nurse Jackie" (2009)
§ "30 Rock" (2006)
Best Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
"Carlos" (2010)
"The Pacific" (2010)
"The Pillars of the Earth" (2010)
§ Temple Grandin - Una donna straordinaria (2010) (TV)
* You Don't Know Jack (2010) (TV)
Best Performance by an Actor in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television
Nominees:
Idris Elba for "Luther" (2010)
Ian McShane for "The Pillars of the Earth" (2010)
* Al Pacino for You Don't Know Jack (2010) (TV)
§ Dennis Quaid for I due presidenti (2010) (TV)
Édgar Ramírez for "Carlos" (2010)
Best Performance by an Actress in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television
Nominees:
Hayley Atwell for "The Pillars of the Earth" (2010)
*§ Claire Danes for Temple Grandin - Una donna straordinaria (2010) (TV) [video]
Judi Dench for "Cranford" (2007)
Romola Garai for "Emma" (2009)
Jennifer Love Hewitt for The Client List (2010) (TV)
Best Performance by an Actor in a Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
§ Alec Baldwin for "30 Rock" (2006)
Steve Carell for "The Office" (2005)
Thomas Jane for "Hung" (2009)
Matthew Morrison for "Glee" (2009)
* Jim Parsons for "The Big Bang Theory" (2007) [video]
Best Performance by an Actress in a Television Series - Musical or Comedy
Nominees:
Toni Collette for "United States of Tara" (2009)
* Edie Falco for "Nurse Jackie" (2009)
§ Tina Fey for "30 Rock" (2006)
Laura Linney for "The Big C" (2010)
Lea Michele for "Glee" (2009)
Best Performance by an Actor in a Television Series - Drama
Nominees:
§ Steve Buscemi for "Boardwalk Empire" (2009)
* Bryan Cranston for "Breaking Bad" (2008)
Michael C. Hall for "Dexter" (2006)
Jon Hamm for "Mad Men" (2007)
Hugh Laurie for "Dr. House - Medical Division" (2004)
Best Performance by an Actress in a Television Series - Drama
Nominees:
* Julianna Margulies for "The Good Wife" (2009)
Elisabeth Moss for "Mad Men" (2007)
§ Piper Perabo for "Covert Affairs" (2010)
Katey Sagal for "Sons of Anarchy" (2008)
Kyra Sedgwick for "The Closer" (2005)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
Scott Caan for "Hawaii Five-0" (2010)
§ Chris Colfer for "Glee" (2009) [video]
Chris Noth for "The Good Wife" (2009)
* Eric Stonestreet for "Modern Family" (2009)
David Strathairn for Temple Grandin - Una donna straordinaria (2010) (TV)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television
Nominees:
* Hope Davis for I due presidenti (2010) (TV)
§ Jane Lynch for "Glee" (2009) [video]
Kelly Macdonald for "Boardwalk Empire" (2009)
Julia Stiles for "Dexter" (2006)
Sofía Vergara for "Modern Family" (2009)
E voi come avete trovato l'assegnazione dei premi di quest'anno?
Ric
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giovedì 23 dicembre 2010
Film 200 - Il curioso caso di Benjamin Button
Se il mio nome su facebook è Bengiamino Bottone ci sarà un motivo, no?

Film 200: "Il curioso caso di Benjamin Button" (2008) di David Fincher
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Titti, Marco, Andrea Puffo, Diego, Gianpaolo
Pensieri: Sono molto felice che il 200esimo film corrisponda a questa pellicola che ha, per me, un significato particolare. Ad essere sinceri, però, la prima volta che la vidi al cinema non mi aveva totalmente convinto.
Bellissime musiche, due tra le attrici più brave del cinema mondiale (Blanchett e Swinton), una storia davvero originale, ma, in definitiva, il dubbio che, con tutti quegli effetti speciali, il grande cast, la regia importante (di Fincher, lo stesso di "Se7en", "Alien³", "Panic Room", "Fight Club", "Zodiac" e il recentemente plurinominato "The Social Network") il rischio che mi fossi lasciato un po' distrarre da altro c'era. In effetti il seguito ha portato molto lontano rispetto alla pellicola.
Da un titolo ad un soprannome che è diventato nome e segno distintivo. Affezionarsi a questa pellicola, per me, era inevitabile.
Come inevitabile sarebbe stata la seconda visione. Ordinato, quindi, il dvd via internet, appena arrivato ho proposto al solito gruppo del lunedì (ormai del martedì) di vederlo assieme davanti alla consueta insalatona. Ottima scelta, è piaciuto.
Per quanto mi riguarda il film è bellissimo. Poetico e magico quanto basta, posato e mai gridato, piacevole sotto ogni aspetto. Partendo dalla recitazione sublime di Pitt-Blanchett-Swinton, proseguendo con le musiche di un Desplat sempre più romantico, continuando con una sceneggiatura ben scritta (da Eric Roth sulla base del racconto breve di F. Scott Fitzgerald) servita ad un regista capace, per finire con effetti speciali quasi sempre vicini alla perfezione (ma ringiovanire Pitt non è facile e non sempre riesce). E poi: bellissimi scenografie, costumi e fotografia, ottima scelta del cast (nomination all'Oscar per Taraji P. Henson come attrice non protagonista), prodotto finale decisamente di qualità.
Il mio ex coinquilino americano a suo tempo mi disse che l'interpretazione del personaggio di Daisy/Blanchett valeva particolarmente l'ascolto in lingua originale per via dell'accento del sud reso tanto bene dalla sua interprete (non premiata, però, con alcuna nomination). Direi che una visione in lingua sia decisamente da programmare!
Per il resto che aggiungere? Assolutamente da vedere!
Ps. 13 nomination all'Oscar 2009 (tra cui miglior film e regia) e 3 premi vinti per effetti speciali, make up e scenografie. Inoltre grande successo al botteghino mondiale con $328,890,802 incassati.
Film 200 - Il curioso caso di Benjamin Button
Film 1151 - The Curious Case of Benjamin Button
Film 2352 - The Curious Case of Benjamin Button
Consigli: Le immagini sono accompagnate da una colonna sonora strepitosa. E' davvero il caso di prestarci particolare attenzione, è bellissima.
Parola chiave: Tempo.
#HollywoodCiak
Bengi

Film 200: "Il curioso caso di Benjamin Button" (2008) di David Fincher
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Titti, Marco, Andrea Puffo, Diego, Gianpaolo
Pensieri: Sono molto felice che il 200esimo film corrisponda a questa pellicola che ha, per me, un significato particolare. Ad essere sinceri, però, la prima volta che la vidi al cinema non mi aveva totalmente convinto.
Bellissime musiche, due tra le attrici più brave del cinema mondiale (Blanchett e Swinton), una storia davvero originale, ma, in definitiva, il dubbio che, con tutti quegli effetti speciali, il grande cast, la regia importante (di Fincher, lo stesso di "Se7en", "Alien³", "Panic Room", "Fight Club", "Zodiac" e il recentemente plurinominato "The Social Network") il rischio che mi fossi lasciato un po' distrarre da altro c'era. In effetti il seguito ha portato molto lontano rispetto alla pellicola.
Da un titolo ad un soprannome che è diventato nome e segno distintivo. Affezionarsi a questa pellicola, per me, era inevitabile.
Come inevitabile sarebbe stata la seconda visione. Ordinato, quindi, il dvd via internet, appena arrivato ho proposto al solito gruppo del lunedì (ormai del martedì) di vederlo assieme davanti alla consueta insalatona. Ottima scelta, è piaciuto.
Per quanto mi riguarda il film è bellissimo. Poetico e magico quanto basta, posato e mai gridato, piacevole sotto ogni aspetto. Partendo dalla recitazione sublime di Pitt-Blanchett-Swinton, proseguendo con le musiche di un Desplat sempre più romantico, continuando con una sceneggiatura ben scritta (da Eric Roth sulla base del racconto breve di F. Scott Fitzgerald) servita ad un regista capace, per finire con effetti speciali quasi sempre vicini alla perfezione (ma ringiovanire Pitt non è facile e non sempre riesce). E poi: bellissimi scenografie, costumi e fotografia, ottima scelta del cast (nomination all'Oscar per Taraji P. Henson come attrice non protagonista), prodotto finale decisamente di qualità.
Il mio ex coinquilino americano a suo tempo mi disse che l'interpretazione del personaggio di Daisy/Blanchett valeva particolarmente l'ascolto in lingua originale per via dell'accento del sud reso tanto bene dalla sua interprete (non premiata, però, con alcuna nomination). Direi che una visione in lingua sia decisamente da programmare!
Per il resto che aggiungere? Assolutamente da vedere!
Ps. 13 nomination all'Oscar 2009 (tra cui miglior film e regia) e 3 premi vinti per effetti speciali, make up e scenografie. Inoltre grande successo al botteghino mondiale con $328,890,802 incassati.
Film 200 - Il curioso caso di Benjamin Button
Film 1151 - The Curious Case of Benjamin Button
Film 2352 - The Curious Case of Benjamin Button
Consigli: Le immagini sono accompagnate da una colonna sonora strepitosa. E' davvero il caso di prestarci particolare attenzione, è bellissima.
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