Visualizzazione post con etichetta edward norton. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta edward norton. Mostra tutti i post

venerdì 21 marzo 2025

Film 2354 - A Complete Unknown

Intro: Getting ready for the Oscars means to watch as many nominated movies as possible. And this year we were very committed.

Film 2354
: "A Complete Unknown" (2024), James Mangold
Watched on: At the movies
Language: English
Watched with: Niamh, Debbi, Elias
Thoughts: Biopics can be a hit or a miss, but I have to admit I enjoyed this movie enough. I say enough not because "A Complete Unknown" isn't a good movie - au contraire - but mainly because I don't know Bob Dylan's music that much and. And considering this is both a biopic AND a musical, not knowing any of the songs didn't help.
Again, I don't know Dylan's story, so I can only judge what I saw here, which isn't that pretty at times: it seems like the famous singer was a bit of a prick here and there (I mean, we all are in our own different ways) and I wasn't expecting to witness this side of him. His relationship with the two main female lead here isn't great, there's a lot of cheating and putting himself (and his music) first in the name of greatness.
That said, I particularly enjoyed the actors' performances. Timothée Chalamet really is one of the greatest (see his SAG speach which brought him so much controversy) and Monica Barbaro is phenomenal playing Joan Baez. Extremely well deserved Oscar noms for these two. I admit I was rooting for Chalamet to win. Althought this isn't my favourite movie by any means, of the 5 nominated performances (I watched only 4 so far), his was the one that impressed me the most.
Overall I liked "A Complete Unknown", not necessarily a movie that fits what I'm usually looking for in a film, still I enjoyed the watch.
Ps. It's silly, I know, but once you notice Chalamet's nails you can't unsee them.
Cast: Timothée Chalamet, Edward Norton, Elle Fanning, Monica Barbaro, Boyd Holbrook, Dan Fogler, Scoot McNairy.
Box Office: $132 million
Worth a watch?: Bob Dylan's fans should really enjoy this movie. Not my favourite biopic or musical, but still a good film. Similar titles would be "Walk the Line" and Ray". For something a bit more fast-paced, "Dreamgirls", "8 Mile", "Elvis", "Better Man", "Rocketman" or "Judy".
Awards: Nominated for 8 Oscars for Best Picture, Director, Lead Actor (Chalamet), Supporting Actress (Barbaro), Supporting Actor (Norton), Adapted Screenplay, Sound, and Costume Design. 6 BAFTA nominations for Best Film, Actor in a Leading Role (Chalamet), Actor in a Supporting Role (Norton), Adapted Screenplay, Casting, and Costume Design. 3 Golden Globe noms in the Drama category for Best Picture, Best Actor (Chalamet), and Supporting Actor (Norton).
Key word: Folk.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 20 dicembre 2022

Film 2152 - Glass Onion: A Knives Out Mystery

Intro: Corsi al cinema per vedere questo film, disponibile nelle sale solamente per una settimana.

Film 2152: "Glass Onion: A Knives Out Mystery" (2022) di Rian Johnson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Kate, Oisin
In sintesi: tre anni di attesa per un sequel che lascia ampiamente soddisfatti, Rian Johnson conferma di aver creato un piccolo gioiellino del genere giallo (o whodunit, come dicono in inglese) e di aver trovato in Daniel Craig il suo detective perfetto.
Forse ancora più caricato ed estreminazzato in termini di comportamenti e bizzarrie, infatti, Benoit Blanc (Craig) è qui sguinzagliato all'ennesima potenza. Tra look particolari e ricercati, comicità fisica, il consuento tono di voce suadente e un accenno di vita privata che conferma l'inclinazione queer del personaggio, Craig si presta al gioco con maestria e dedizione, di fatto costruendo un personaggio tra macchietta e culto, una derivazione in chiave moderna di tanti detective già visti su piccolo e grande schermo. Non a caso, tra l'altro, all'inizio del film la storia ci regala alcuni camei illustri tra cui spicca quello di Angela Lansbury nei panni di sé stessa (la sua ultima apparizione cinematografica) in quanto famosa interprete di Jessica Fletcher.
Insomma, questo "Glass Onion: A Knives Out Mystery" è stata una piacevolissima sorpresa, una pellicola da gustare rivelazione dopo rivelazione, colpo di scena dopo colpo di scena... proprio come la cipolla del titolo! Non a caso, infatti, la sceneggiatura nasconde indizi e sorprese sotto strati di flashback, personaggi bizzarri e ingegnosi marchingegni, il tutto per un finale estremamente soddisfacente, pur con un unico elemento che mi ha lasciato insoddisfatto. Sia chiaro, è giusto un dettaglio, ma ammetto di rimanerci un po' male quando la trama, per screditare un'ipotesi, finisce per farla raccontare ad uno dei personaggi, così da far credere allo spettatore che, di fatto, quell'eventualità non si verificherà. Di recente, per esempio, è successo in "Scream".
Detto questo, comunque, rimane il fatto che il sequel di "Knives Out" sia un assoluto successo, capace di ricreare simili atmosfere al primo capitolo, ma non copiarle, servirsi nuovamente di un cast pazzesco e utilizzare ogni attore al meglio delle sue capacità e, soprattutto, creare un puzzle intricatissimo in termini di trama che, però, alla fine funziona. Tutto torna, infatti, e senza sbavature, il che è abbastanza miracoloso.
Un vero peccato che Netflix abbia deciso di regalare questo gioiellino al cinema solamente per una settimana, sono sicuro che avrebbe fatto faville al botteghino. Adesso c'è da capire come si comporterà il film agli Oscar: forse nomination per sceneggiatura e costumi? Vedremo.
Intanto, "Glass Onion: A Knives Out Mystery" dal 23 dicembre su Netflix.
Film 1844 - Knives Out
Film 2010 - Knives Out
Film 2152 - Glass Onion: A Knives Out Mystery
Cast: Daniel Craig, Edward Norton, Janelle Monáe, Kathryn Hahn, Leslie Odom Jr., Jessica Henwick, Madelyn Cline, Kate Hudson, Dave Bautista, Jackie Hoffman, Dallas Roberts, Ethan Hawke, Hugh Grant, Angela Lansbury, Natasha Lyonne, Serena Williams, Stephen Sondheim.
Box Office: $15 milioni
Vale o non vale: Grandissimo cast su cui spiccano Craig, Janelle Monáe (una vera sorpresa qui) e una Kate Hudson in formissima che non vedevo così giocosa e interessante per un ruolo da tempo.
Il film, manco a dirlo, è un rompicapo divertente e contorto grazie a una sceneggiatura che mette molti degli indizi principali in piena vista, aspettando sapientemente di tirare le fila della vicenda, però, solo nel finale.
Non serve necessariamente aver visto il primo film per seguire questa storia, ma certamente il senso di continuità aiuta. Bel film, divertente e concepito con estrema astuzia.
Premi: Candidato al Golden Globe per Miglior film - Musical o commedia e Miglior attore protagonista per Daniel Craig.
Parola chiave: Napkin.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 21 luglio 2018

Film 1502 - American History X

Intro: Uno di quei titoli classificabili nel mio processo di scelta delle pellicole sotto la voce “Prima o poi lo vedrò, ma sicuramente non oggi”. Ci voleva la spinta di mia cugina per decidere di sceglierlo, finalmente.
Film 1502: "American History X" (1998) di Tony Kaye
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in quanto a pesantezza non c’è male. “American History X” è un film difficile da guardare e durissimo nei confronti di uno spettatore che non può fare a meno che rimanere spiazzato. C’è tanto dolore ed odio, ci sono idee impossibili da condividere, c’è un Edward Norton bravissimo e incazzato come non lo avevo mai visto. Lui è il film;
mentre segui la storia senti sempre di più crescere in te il disgusto per quella mentalità razzista ed estremista, brutale nel riconoscersi un diritto di supremazia stupido, ignorante e infondato, crudele nel costruire un’escalation di violenza che non farà altro che portare a morte e desolazione, anche quando parrebbe esserci la speranza di un recupero. Ma si sa che in questo tipo di storie il lieto fine non è mai parte del racconto e, infatti, dopo il mare di sangue già ampiamente versato, non tarderà ad arrivare quel colpo di scena finale che lascerà lo spettatore ammutolito e con non poco materiale su cui riflettere. Che senso ha odiare gli altri a tal punto da volerne fare la propria ragione di vita?
Cast: Edward Norton, Edward Furlong, Fairuza Balk, Stacy Keach, Elliott Gould, Avery Brooks, Beverly D'Angelo.
Box Office: $23.9 milioni
Vale o non vale: decisamente non un prodotto per ogni occasione. E’ fortemente violento e ideologicamente fuorviante, racconta una storia complicata in cui tutti i passi falsi della famiglia Vinyard verranno pagati a carissimo prezzo. Bisogna avere la voglia e lo stomaco per immergersi in un film del genere.
Premi: Candidato all'Oscar per la performance da protagonista di Norton.
Parola chiave: Stupro.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 19 giugno 2018

Film 1499 - The Italian Job

Intro: Dopo il piacere dell’horror, abbiamo optato per qualcosa di più giocoso e dinamico. Un po’ d’azione, insomma.
Film 1499: "The Italian Job" (2003) di F. Gary Gray
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: simpatico e ancora godibile, di “The Italian Job” ricordavo principalmente che lo fossi andato a vedere al cinema con i miei. Non un granché insomma (ed è per questo che non mi dispiace rivedere i film due volte, tanto a distanza di tempo finisco per non ricordarmeli più). La storia del colpaccio a chi ha fregato la banda del colpo grosso originale funziona ed Edward Norton come cattivo ci sta bene. Wahlberg e Theron sono in una fase della carriera in cui erano ancora più famosi per l’aspetto che per la bravura, motivo per cui il loro match sullo schermo è buono, anche se a mio avviso non indimenticabile;
gran parte della storia si svolge a Venezia, la qual cosa ci ha lasciato con una leggera voglia di Italia. A parte questo, è innegabile che molto del fascino di questo film risieda nella location e nell’incredibile lavoro di effetti speciali che ha reso Venezia una location plausibile per l’avventurosa storia. Visitando la città mai ti aspetteresti di poter vedere un motoscafo schiantarsi o una gondola ribaltarsi, figuriamoci vedere una cassaforte catapultata in mare riuscire ad essere ritrovata sott’acqua (che qui è pulita, nella realtà immagino un tantino meno trasparente). In aggiunta, non sono pochi i momenti divertenti causati dall’improbabile pronuncia delle comparse italiane;
tutto sommato un’avventura piacevole, un film carino che colpisce per le scene d’azione e ricorda tanti altri titoli simili incentrati su rapine e colpi impossibili dove, però, c’è meno marketing spinto della Mini.
Cast: Mark Wahlberg, Charlize Theron, Edward Norton, Jason Statham, Seth Green, Mos Def, Donald Sutherland.
Box Office: $176.1 milioni
Vale o non vale: per essere un prodotto di qualche anno fa non ha per nulla perso il suo smalto. Veloce, frenetico e impossibile – come vuole il genere – “The Italian Job” combina bene i suoi elementi e lascia lo spettatore sicuramente divertito.
Premi: /
Parola chiave: Oro.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 26 marzo 2018

Film 1478 - Fight Club

Intro: Non lo sapevo, ma c’è una canzone di Caparezza intitolata al Kevin Spacey pre-scandali. In un turbinio di spoiler senza freni, il testo arriva ad un punto in cui cita questa pellicola e il suo geniale finale.
Da quando siamo in Australia basta il minimo dettaglio, la più insignificante citazione, la frase detta di sfuggita, il riferimento più banale per farci venire in mente anni ed anni di dati mentali archiviati. Figuratevi, quindi, se una connessione così diretta tra la canzone e il film poteva non farci venire voglia di vederlo…

Film 1478: "Fight Club" (1999) di David Fincher
Visto: dal computer portatile della Fre
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: l’avevo già visto e non lo ricordavo. Anzi, lo avevo già visto e ne ricordavo pochissimo. Detta tra noi non è che la prima volta fossi rimasto sconvolto, eppure c’era quell’ultima rivelazione che mi aveva colpito. Rivisto oggi “Fight Club” è stato una figata. E non solo perché Brad Pitt ci fa una porca figura;
le regole del club sono già leggendarie da tempo, e anche solo per questo motivo il film merita lo status di cult. Regia di Finch, cast pazzesco con un Ed Norton in formissima e Helena Bonham-Carter tanto scheletrica ed emaciata da ricordare Keyra Knightley, una storia coi fiocchi che mischia machismo e masochismo, testosterone e lavaggio mentale, critica sociale e un bombardamento di follia, il tutto mixato insieme e selvaggiamente riuscito. Più finalone tanto rischioso quanto follemente gustoso.
Film 28 - Fight Club
Cast: Brad Pitt, Edward Norton, Helena Bonham Carter, Meat Loaf Aday, Jared Leto.
Box Office: $100.9 milioni
Vale o non vale: vedere assolutamente. Non c’è dubbio. E già che ci siete ripassatevi tutto Finch.
Premi: Candidato 1 Oscar per il Miglior montaggio sonoro.
Parola chiave: Compagnie di carte di credito .

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 30 agosto 2017

Film 1406 - Sausage Party - Vita segreta di una salsiccia

Mi aveva incuriosito fin da subito, per motivi evidenti già anche dalla sola locandina, anche se sinceramente non ero sicuro di essere disposto a pagare un ingresso per vederlo. Così quando Sky go l'ha proposto nel suo catalogo, mi sono deciso a recuperarlo.

Film 1406: "Sausage Party - Vita segreta di una salsiccia" (2016) di Greg Tiernan, Conrad Vernon
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Sausage Party" è estremamente volgare, tutto giocato su doppisensi sessuali e stereotipi di razza e genere, alla ricerca di una satira tagliente, anche se certamente non per tutti. Politically incorrect, da un certo punto di vista geniale, questo film è un particolarissimo esempio di pellicola d'animazione che tutto fa, tranne puntare sulla propria immagine. I disegni sono brutti, il linguaggio e molte scene precludono la visione del tipo di pubblico da cartoon, per cui è evidente fin da subito che l'interesse di chi ha scritto e prodotto la storia di questo cibo animato sta nel consegnare un titolo irriverente e non convenzionale, capace di far divertire attraverso un linguaggio sbroccato e forti richiami al sesso. Per chi non sbianca di fronte a una comicità estremamente terra terra, sicuramente un curioso esperimento cinematografico (ci sono anche i numeri musicali!) che non mancherà di colpire l'immaginario dello spettatore attraverso la particolarissima creatività che sta dietro il progetto. Ma, ripeto, non è per tutti.
Cast: Seth Rogen, Kristen Wiig, Jonah Hill, Bill Hader, Michael Cera, James Franco, Danny McBride, Craig Robinson, Paul Rudd, Nick Kroll, David Krumholtz, Edward Norton, Salma Hayek.
Box Office: $140.7 milioni
Consigli: Un cartone animato decisamente non per bambini che, pur tuttavia, ripercorre i canoni da film d'animazione mettendoli spesso alla berlina. Così il numero musicale d'apertura è ricolmo di parolacce, la fisionomia dei personaggi ricorda le connotazioni sessuali, ci sarà una decapitazione... Insomma, non esattamente ciò che ci si aspetta da qualcosa generalmente associato ad un pubblico di giovanissimi. Dunque "Sausage Party" è una scelta adulta che va fatta solo se si digerisce una comicità spinta, spesso forte e senza inibizioni, non certamente un intrattenimento adatto a tutte le occasioni.
Parola chiave: Grande oltre.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 21 aprile 2015

Film 903 - Larry Flynt - Oltre lo scandalo

Un po' per la locandina che mi aveva sempre colpito, un po' perché sono sempre stato fan di Woody Harrelson, pur trascurandone la filmografia, sta di fatto che ho deciso di recuperare questo titolo.

Film 903: "Larry Flynt - Oltre lo scandalo" (1996) di Milos Forman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Io capisco le buone intenzioni dietro la realizzazione di questo film, però devo dire che il risultato finale non mi è piaciuto.
Non per i temi affrontati, il linguaggio o la vicenda in sé, semplicemente "The People vs. Larry Flynt" non mi ha preso, non mi sono mai sentito coinvolto e, a parte qualche momento di più facile empatia, ho faticato a provare un vero interesse per i protagonisti, specialmente Althea Leasure Flynt (interpretata da Courtney Love, probabilmente in parte anche per una certa affinità di base tra la sua vita e quella del personaggio).
La storia si sviluppa a partire da un fatto centrale, ovvero quando Flynt "fonda 'Hustler', una rivista per soli uomini che diventa in breve tempo un vero e proprio caso mediatico. Lo stile alternativo, gli scoop e le foto particolarmente spinte scandalizzano i puritani e le comunità religiose che intraprendono vere e proprie crociate anche legali per obbligare Flynt a cambiare registro" (da Wiki). Di per sé, quindi, la vicenda comprenderebbe anche argomenti a me congeniali, ma davvero il tutto è talmente strampalato, kitsch in senso negativo, caricato ed esasperante che ho dovuto faticare per arrivare ai titoli di coda. Il personaggio/persona) di Flynt è sopra le righe, per ceri versi assurdo, per altri tremendamente simpatico e Harrelson lo impersona bene, però il contorno (umano e di vicende) smorza la naturale verve del protagonista, il suo magnetismo naturale, finendo per partorire una girandola di fatti che è una cronaca, un'enumerazione di fatti quasi più che una storia che si voglia raccontare. Tanto che per un po' Flynt sembra più un rompi palle che uno che avrebbe ragione. Ok, il personaggio è così, la vicenda può essere controversa, erano altri tempi, comunque il risultato finale non mi ha soddisfatto.
Ps. 2 candidature agli Oscar per la regia e l'interpretazione di Herrelson.
Box Office: $20,300,385 (USA)
Consigli: Milos Forman alla regia, Woody Harrelson, Courtney Love, Edward Norton (col monociglio) protagonisti principali, una storia vera che certo fa discutere, una rappresentazione certo disinibita di una realtà sconosciuta ai più... Insomma, le carte in regola c'erano tutte (apparentemente), eppure l'incasso non è stato granché, nonostante anche le critiche positive. Certo tutto questo non rappresenta il film in sé che, personalmente, ho trovato comunque pesante. La Love se la cava bene nel ruolo decisamente strambo di Althea, Harrelson è un grande protagonista, eppure il film non carbura mai e si rimane sempre con la sensazione che si enumerino delle tappe, piuttosto che si stia raccontando una storia. Un biopic di 20 anni, una storia ancora attuale relativamente ala libertà d'espressione, un film di un grande regista, una storia non per tutte le occasioni.
Parola chiave: Corte Suprema.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 24 marzo 2015

Film 893 - Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)

Weekend impegnativo quello in cui abbiamo deciso di vedere questa pellicola (o meglio ho obbligato Luigi a farlo). Partiti per Milano verso il concerto di Katy Perry e ritornati l'indomani dopo una serata in discoteca, abbiamo subito recuperato questo titolo. Perché? Ma la risposta è ovvia: era la domenica degli Oscar!

Film 893: "Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)" (2014) di Alejandro González Iñárritu
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Non mi è dispiaciuto, ma non mi ha nemmeno particolarmente colpito.
Il problema è sempre lo stesso: quando una pellicola viene osannata per mesi dalla critica, quando vince praticamente un premio diverso al giorno, quando tutti parlano solo e soltanto di capolavoro... Beh, inevitabilmente le aspettative sono alte. Le mie, sicuramente, lo erano.
E così ho recuperato "Birdman" il pomeriggio degli Oscar, per essere sicuro di avere un'idea di quello che sarebbe potuto diventare il nuovo Miglior film dell'anno (e così è stato). Un anno di "miglior cinema" che, a parte "Whiplash", "The Imitation Game" e "Grand Budapest Hotel", non mi ha particolarmente entusiasmato (nemmano "Boyhood", di cui ne ho visto metà, ma non ho nemmeno finito), né mi è rimasto impresso.
In questa cornice un po' fiacca, francamente mi sono apprrocciato all'ultimo film di Iñárritu con poco entusiasmo, ma speranzoso del miracolo, alla ricerca della redenzione. E, invece, ho guardato "Birdman" e me lo sono gettato alle spalle (come era stato l'anno scorso per "12 anni schiavo").
Ripeto, non perché non abbia valore, ma perché il plebiscito che lo ha preceduto ha snaturato la mia visione, caricandola di un bagaglio personale di aspettative che di certo non ha giovato al risultato finale. Quindi no, non lo rivedrei né lo ritengo il mio miglior film dell'anno, ma tutto sommato mi ha stupito piacevolmente vedere Michael Keaton in questo ruolo di protagonista tormentato dal suo passato (commerciale) e alla ricerca di riscatto.
Direi che, come giustamente tutti hanno notato, "Birdman" senza Keaton avrebbe avuto meno impatto, sarebbe riuscito peggio. Il valore aggiunto dell'attore, della sua presenza scenica stropicciata, i suoi tormenti interiori... tutto ha concorso al risultato finale che rende il personaggio principale non solo azzeccatissimo, ma in grado di reggere per intero questa storia tra pazzia e rapporti umani al limite del sopportabile. Solo l'ex moglie di Riggan, Sylvia (una sempre sottovalutata Amy Ryan), riesce a dargli un minimo di pace e stabilità, dove invece gli altri non fanno altro che contribuire al caos interiore dell'uomo che, attraverso la commedia che ha scritto e sta portando a teatro, cerca una rinascita creativa e lavorativa dopo i successi cinematografici da blockbuster (da cui il titolo di questa pellicola).
Tutto sommato una girandola interessante che ci racconta la vita degli spettacoli di Broadway, la pazzesca lavorazione che c'è dietro, la fatica di chi ci mette tutto sé stesso e l'inevitabile difficoltà di farcela in un mondo che non solo ti etichetta dal primo secondo in cui ci metti piede, ma fatica davvero a darti una seconda occasione (vedi la stranissima critica del New York Times), ad andare oltre la tua primaria definizione. E' questo che fa impazzire Riggan, è questo che lo spezza in due e permette la creazione di un ego in costume da uomo-uccello che parla e dice le cose scomode, quelle che l'uomo non vuole sentirsi dire: sarebbe più facile tornare a fare al cinema, dove non bisogna dimostrarsi capaci di alcunché di artistico, dove già milioni di fan sono in adorazione, dove lo spietato mondo teatrale non solo non mette bocca, ma non è nemmeno preso in considerazione. E, invece, Riggan ha bisogno della redenzione, della sua rivincita che, per esserci, deve passare necessariamente per la distruzione di ciò che è stato e la rinascita in questo nuovo spettacolo del quale "Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)" ci racconta la faticosa messa in scena. Una volta ottenuto il suo scopo - e di fatto avendone fallito un altro - al protagonista non rimarrà che un'unica soluzione (finalmente comprensibile anche alla strampalata figlia Sam/Emma Stone)...
Ci sono molti temi in questa storia, molte questioni delicate e assolutamente attuali (rapporto padre-figlia, affermazione di sé, riscatto, sdoppiamento della personalità, rapporto coi mezzi di comunicazione, rappresentazione del mondo del teatro e di quello artistico in generale, rapporti di coppia ed umani per estensione, ...) e certamente ognuno troverà la sue valide ragioni per interessarsi a questo prodotto cinematografico, che fosse anche solo il banale interesse di capire per quali meriti "Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)" è stato incoronato Miglior film dell'anno. Certamente è un film in grado di generare una discussione in proposito, di dividere, di lasciare qualche spunto o di lasciare perplessi. Ad ognuno "Birdman" farà un effetto diverso, ad ognuno susciterà emozioni differenti. Io l'ho visto e sono a posto così.
Ps. 9 candidature agli Oscar e 4 premi vinti: Miglior film, regia, sceneggiatura originale (in tutte e 3 la categorie è presente Iñárritu) e fotografia (di Emmanuel Lubezki, già vincitore l'anno scorso per "Gravity").
Box Office: $98.2 milioni
Consigli: Pellicola interessante, ma a mio avviso non adatta a tutti. Non è un esempio classico di intrattenimento per ogni occasione, ma un titolo da scegliere se si ha intenzione di immergersi e lasciarsi coinvolgere in un processo creativo e in un tormento emotivo che si mescolano insieme costantemente (oltre che un'orgia di personaggi interpretati da Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Andrea Riseborough, Amy Ryan, Emma Stone, Naomi Watts). Insomma, una storia non sempre facile che a tratti si fatica a voler seguire. Di "Birdman" rimane chiaramente impresso il lavoro di montaggio - falsamente un'unica, lunghissima sequenza - e la colonna sonora praticamente tutta a batteria, oltre che naturalmente la figura centrale del protagonista e il suo bizzarro costume (ricordiamoci che Keaton è stato anche Batman, il che rende tutta questa operazione molto più reale di quanto non sembrerebbe). A dire il vero rimangono impressi anche gli enormi occhi di Emma Stone, ma questo a poco a che fare con l'impressione finale. Insomma, un film di cui farsi un'opinione, da vedere per capire cosa spinto tutti ad osannarlo. Può piacere o non piacere, ma se si ama il cinema (contemporaneo) questo è sicuramente uno di quei titoli che non si posso perdere.
Parola chiave: "What We Talk About When We Talk About Love", Raymond Carver.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 14 ottobre 2014

Film 789 - The Bourne Legacy

No, non era finita...

Film 789: "The Bourne Legacy" (2012) di Tony Gilroy
Visto: dal portatile di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Francamente il Bourne che più attendevo, considerato Jeremy Renner e Rachel Weisz come protagonisti, eppure ilpiù deludente.
Jason non c'è più, eppure compare ancora nel titolo del franchise, che ne approfitta per mettere a segno una connessione di intenti, di produzion e, chiaramente, narrativa. La eco relativa al personaggio di Matt Damon, infatti, è sempre presente, ma questa volta il protagonista è Aaron Cross/Renner, un altro che, da superagente, diventa superbersaglio della CIA. Nel turbinio di eventi, violenza e insabbiamento finisce anche la dottoressa Marta Shearing/Weisz, coinvolta in quanto tra i medici presso cui i vari agenti 'silenti' di cui fa parte Cross si rivolgono per i test cui si devono sottoporre e la somministrazione di un paio di pillole che ne aumentano capacità e prestazioni (oltre che tenerli in vita).
Detta così è tutto molto intrigante, eppure la realizzazione di questo "Bourne 4" o reboot della saga non funziona bene come potrebbe sembrare sulla carta. Molto più patinato dei precedenti, la resa finale ne risente e lo avvicina più a uno dei Bond precedenti alla trilogia con Daniel Craig piuttosto che a uno di quest'ultimi. Tra l'altro l'inizio è molto lento e anche se ben collegato narrativamente con la serie da cui dervia, rimane il fatto che lo sbadiglio si presenti in qualche occasione.
Come per gli altri film, anche qui violenza e azione adrenalinica la fanno da padrone e Renner è ottimo per la parte, ormai sempre più specializzato in ruoli action ("The Hurt Locker", "The Town", "Mission: Impossible - Protocollo fantasma", "The Avengers", "Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe" e i futuri "Avengers: Age of Ultron", "Mission: Impossible 5" e "The Bourne Betrayal"), pur mantenendo parallelamente altri tipi di interpretazione (e un ottimo standard recitativo: 2 candidature all'Oscar in due anni).
In ogni caso ho trovato questa pellicola più fiacca e meno concentrata su un obiettivo narrativo, quasi un po' confusa. Il pretesto degli ottimi collegamenti con le storie precedentemente narrate non basta a giustificare un film intero e nemmeno le grandi sequenze d'azione comprono in toto la mancanza di appeal rispetto alle storia di Bourne. Forse con il prossimo capitolo la storia entrerà più nel vivo, magari sviluppando in maniera più matura un protagonista che, per il momento, deriva ancora troppo dallo stereotipo che rappresenta. Vedremo.
1° film: Film 774 - The Bourne Identity
2° film: Film 786 - The Bourne Supremacy
3° film: Film 788 - The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo
Box Office: $276,144,750
Consigli: Cross non è Bourne, quindi si può vedere questo film anche non avendo presente cosa precede. Chiaro, già che ci si butta in un franchise, tanto vale farsi trovare preparati. Questo non è l'episodio meglio riuscito dei 4 e sicuramente il tiro va aggiustato. Renner, però, è bravo e credibile e la Weisz sempre magnetica. Per una serata all'insegna dell'azione e dello spionaggio, questo film sicuramente non delude.
Parola chiave: Outcome.

Trailer

Bengi

giovedì 3 luglio 2014

Film 736 - Grand Budapest Hotel

Orso d'argento all'ultima Berlinale, Miglior film straniero ai David di Donatello e Nastro d'argento ai Migliori costumi: insomma, anche solo per queste premesse non potevo assolutamente perdermi questo film!

Film 736: "Grand Budapest Hotel" (2014) di Wes Anderson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tipicamente in stile Wes Anderson, ma questa volta meglio di "Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore": più ritmato, divertente, intrigante e stravagante.
Il fascino decadente del Grand Budapest Hotel, il cast stellare, la trama così ben scritta, la solita cura maniacale per i dettagli, le inquadrature, la realizzazione che è una continua ricerca di stile. Veramente un bel film, che vive di tutti questi aspetti e finisce per essere un vero gioiellino.
Non riesco a fare a meno di chiedermi tutte le volte che vedo un film di Anderson come riesca a ricreare queste atmosfere pastello, a pensare a così tanti dettagli dando ad ognuno lo spazio che richiede, ad inventarsi storie da collocare in contesti così particolari, a caratterizzare così tanti personaggi. E' innegabile che, piacciano o meno i suoi film, sia un artista che persegue un suo progetto d'insieme.
Insomma, trovo che "The Grand Budapest Hotel" meriti davvero il successo ottenuto in quanto esempio di cinema ben fatto e con uno scopo, in grado di sopravvivere alla prima ondata di euforia da weekend d'uscita in sala, di crescere e guadagnare consensi e spettatori in quanto opera realizzata con stile, classe e spiccata 'personalità'. Oltre agli aspetti tecnici, naturalmente, buona parte dell'ottimo risultato finale è da accreditare anche agli ottimi attori coinvolti: Ralph Fiennes, F. Murray Abraham, Edward Norton, Mathieu Amalric, Saoirse Ronan, Adrien Brody, Willem Dafoe, Léa Seydoux, Jeff Goldblum, Jason Schwartzman, Jude Law, Tilda Swinton, Harvey Keitel, Tom Wilkinson, Bill Murray, Owen Wilson, Tony Revolori.
Insomma, davvero una bella pellicola, originale, visivamente intrigante e ben scritta. Da non perdere!
Box Office: $164,742,585
Consigli: Ogni pellicola di Anderson è un'immersione totale nel suo mondo particolarissimo, a tratti ingenuo a tratti crudissimo. Bello, ben recitato, decadente e per certi aspetti molto cool, raffinato e dall'ottimo ritmo. Ci si fa trascinare ben volentieri nella storia del Gran Budapest e del suo proprietario Zero Moustafa, finendo per vivere una bella avventura tra qualche mistero, scenari 'plastici', una colonna sonora del sempre perfetto Desplat, costumi di Milena Canonero e un'atmosfera che solo le storie del regista americano riescono ad avere.
Parola chiave: .

Trailer

Bengi

lunedì 24 dicembre 2012

Film 492 - Moonrise kingdom - Una fuga d'amore

Non si poteva perdere questo film, visto e considerato il cast che ne fa parte!


Film 492: "Moonrise kingdom - Una fuga d'amore" (2012) di Wes Anderson
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Tutto sommato "Moonrise kingdom" mi ha lasciato un bel ricordo, come di un favola per bambini molto ben fatta. Ma pur sempre una favola, chiaramente.
Si trattano, infatti, le questioni di ragazzini da un punto di vista adulto (amore vero, matrimonio), cercando quel tono scanzonato e fiabesco che servirebbe a rendere il tutto più accettabile e - se vogliamo - stilisticamente appetibile.
In effetti per quanto riguarda gli aspetti tecnici il film risulta piuttosto curato e ben fatto. Bella la fotografia di Robert D. Yeoman, azzeccati i costumi di Kasia Walicka-Maimone, titoli di testa e di coda ricercati come del resto lo è tutto il concept del film. Da lodare, come sempre, la colonna sonora di Alexandre Desplat che qui, addirittura, si supera grazie ad un finale (non andate fia appena partono i credits!) che rende giustizia a coloro che musicano ed orchestrano le pellicole di mestiere.
Detto ciò, volevo comunque sottolineare che non tutto mi ha convinto. Innanzittuto - sì, ok, ero stanco - all'inizio della proiezione mi sono un po' addormentato, il che non è un buon segno. Poi credo che la storia manchi un po' di personaggi di spessore. I due ragazzi hanno facce simpatiche e risulta sempre tenero l'amore (qui addirittura pre) adolescenziale. Però i personaggi di contorno non sono sufficientemente costruiti e, anzi, difettano di una certa bidimensionalità che li limita a rappresentare solo il cliché cui stanno dando voce.
Considerato il più che rinomato cast che questa pellicola possiede (Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton, Harvey Keitel, Jason Schwartzman), credo che Wes Anderson avrebbe potuto sfruttarlo molto meglio. E molto di più.
Mi rendo perfettamente conto che il film è incentrato su Sam e Suzy, ma allora, forse, c'è un lieve affollamento di spalle/comparse che potevano essere ridimensionate/eliminate.
Ripeto che, comunque, ho trovato il film piacevole e originale, come al solito, Anderson (altre sue pellicole che ho visto sono "I Tenenbaum" e "Fantastic Mr. Fox") anche se qui ha preferito puntare sullo stile finale della pellicola, piuttosto che dare una connotazione più approfondita al racconto. Rimane, quindi, una favoletta carina.
Ps. Una sola nomination ai Golden Globes 2013 come Miglior Film - Musical o commedia. Difficilmente, però, porterà il premio a casa ("Les Misérables" e "L'orlo argenteo delle nuvole" favoriti).
Consigli: Gli appassionati della filmografia del famoso regista forse non saranno totalmente soddisfatti. Gli altri non avranno alcun problema a vedere questo film, delicato ogni tanto divertente. Sicuramente è spesso surreale.
Parola chiave: Cich-chaw.

Trailer

Ric

domenica 6 dicembre 2009

Film 28 - Fight Club

Dopo un anno e mezzo Ale è riuscito a farmi finalmente vedere il suo film preferito (che non avevo mai visto), davanti ad un'ottima cena cinese!


Film 28: "Fight Club" (1999) di David Fincher
Visto:dalla tv e dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Di questo film sapevo: che si parlava di lotta, che c'era Helena Bonham Carter, che gli addominali di Brad Pitt non erano mai stati così in forma, che è un cult. Mi mancava solo vederlo.
Sono partito un po' scettico, lo ammetto. I film sulla lotta non sono esattamente i miei preferiti, ma "Fight Club" ha un senso, ha una trama, ha una bella storia da raccontare. Non a casa lo scrittore del libro è Chuck Palahniuk uno che in quanto a scrivere storie strane è un mago (non come lo Stephen King degli ultimi tempi). Qui non si fa eccezione. Si parte in un modo, si devia totalmente e si deraglia alla fine. Racconti nel racconto, fantastico!
All'inizio abbiamo il protagonista Edward Norton e la sua depressione, la sua incapacità di reagire alla vita, di crearsi un qualcosa che sia suo, anche solo un'emozione. Poi c'è il combattimento, una sorta di cura che lo riporta alla vita, che gli fa sentire di avere uno scopo. E, da tutto quello che ne consegue, arriviamo al finale a sorpresa (anche se un po' c'ero arrivato, Ale testimone!) con sterzata adrenalinica e finale apocalittico (fantastici i palazzi che collassano uno ad uno mentre i due protagonisti si tengono per mano).
Quello che prima di tutto mi ha colpito è stato il fatto che questo non è solo un film sulla lotta. La lotta è il pretesto. Da quello nasce tutta una filosofia che prende vita e si delinea nella storia. E' interessante nel finale rianalizzare tutte le situazioni che hai visto per poi cominciare a porti un sacco di domande e capire un sacco di cose! Questo tipo di risvolto con sorpresa è sempre un elemento apprezzabile nelle pellicole, perchè fino all'ultimo non capisci, poi all'improvviso tutto torna!
Altro aspetto positivo è Brad Pitt, allucinato e schizzato quasi quanto nelle 12 scimmie. Secondo me, a causa della sua bellezza, è stato un po' sottovalutato come attore. Penso che in generale non sia tutto muscoli e niente sostanza come dicono, qui poi l'ho apprezzato particolarmente. Mi piace la sua aria da Clark Gable dei bassifondi, un po' tra l'uomo che non deve chiedere mai e il domani è un altro giorno. Ottimo (conoscendo la trama) se lo si pensa contrapposto a Edward Norton, così magrino ed emaciato. Quest'ultimo, nella sua scena di combattimento (quella senza maglia) è quasi privo di muscoli, le gambine secche... Ha un po' il ruolo da sfigato che sta con il figo della scuola. E lui, da bravo attore quale è, ci va a nozze!
Ancora, mi è piaciuta molto Helena Bonham Carter, un po' tossica, un po' anoressica e un po' spaventapasseri. Lei è perfetta per questi ruoli da emarginata alla "Trainspotting" e qui sembra tantissimo Crudelia De Mon. Da il suo tocco originale al film, un'altra non sarebbe andata bene, non avrebbe funzionato. E poi l'atmosfera scura, sporca, sembra quasi di respirarla quell'aria sudata, viziata, insomma da scantinato. Il sangue non sembra ketchup, i denti saltano a causa dei pugni, i nasi si rompono e le teste si fracassano sul pavimento. E' macabro, ma vuoi vedere. Fa male, ma vorresti provare. Del resto Fincher è il regista di "Se7en", un film stracult (sempre con Brad Pitt) dalle atmosfere molto simili. Sulla stessa scia anche "Zodiac", "Panic Room" e "Alien³", tutti film diversissimi, ma caratterizzati da un'atmosfera cupa, da luoghi chiusi e claustrofobici, scantinati e case isolate. Unica pellicola atipica (se non si considerano i vari videoclip per Madonna, Aerosmith, George Michael, Sting e Paula Abdul), anche se pure lì la storia è abbastanza inquietante sotto certi aspetti, è "Il curioso caso di Benjamin Button" (sempre con Brad Pitt) che quest'anno gli ha regalato la sua prima nomination all'Oscar per la regia.
Originale anche la questione delle bobine dei film dove Brad aggiunge fotogrammi di film porno alle pellicole dei film per famiglie. Riprende un po' quella cosa dei messaggi subliminali nei film, dove un frazione di secondo di un fotogramma dovrebbe lasciare impresso un messaggio nelle persone senza che queste possano accorgersene. E "Fight Club" stesso da esempio di questa tecnica montando qua e là fotogrammi che non c'entrano niente (vedi il pene prima dei titoli di coda). Originale! Insomma, questo film riunisce insieme molti aspetti positivi che lo rendono una pellicola sicuramente atipica e da vedere. Ammetto di averci pensato un attimo prima di capire se mi fosse piaciuto o meno perchè non è sicuramente un film semplice e immediato. E poi perchè, come dicevo, ero partito prevenuto. Uno sbaglio dato che sapevo che la storia originale è di Chuck Palahniuk.
Film 1478 - Fight Club
Consigli: Prestare moltissima attenzione mentre si guarda il film, un sacco di particolari sfuggono allo spettatore distratto!
Parola chiave: 1) La prima regola è: non dovete parlare del fight club! 2) Se avessi un tumore lo chiamerei Marla




Ric