Cineforum dell'incidentato capitolo III: regali comunicati.
Film 617: "Il discorso del re" (2010) di Tom Hooper
Visto: dalla tv dei miei
Lingua: italiano
Compagnia: madre
Pensieri: Da tempo ero interessato a rivederlo, ma non si presentava mai l'occasione giusta. E' una pellicola lunga, non certo spensierata e in certe parti anche lenta, quindi era necessario fossi nella giusta disposizione d'animo. Il forzato riposo ha concretizzato l'occasione.
Visto questa volta in italiano, "Il discorso del re" perde solamente quel fascino dell'accento inglese, ma ammetto che per il resto mantiene intatto il suo forte potere narrativo. Temevo che il doppiaggio sminuisse il grande lavoro di Colin Firth nei panni del balbuziente Re Giorgio VI, ma così non è stato (chiaro, non è la stessa cosa).
Il triangolo di attori protagonisti è veramente capace e piacevolissimo da guardare interagire, con una Bonham Carter di vero e proprio supporto al marito che ama e aiuta e Geoffrey Rush capace di tenere testa ad un inizialmente restio futuro Re riuscendo finalmente ad aiutarlo a sciogliersi. Insieme a Firth formano un terzetto perfetto che è un piacere seguire.
Il film mi è nuovamente piaciuto, catturandomi per questa seconda volta grazie, fondamentalmente, all'interessante modo di presentare la vicenda, evitando pomposità o riverenze storiche e, al contrario, raccontato la storia di un monarca in maniera più simile a quella di un cittadino qualunque. Nel mondo di Lionel Logue, infatti, siamo tutti considerati sullo stesso livello.
Trovo abbastanza meritati i 4 Oscar vinti (film, sceneggiatura, attore protagonista e regia, anche se sinceramente penso il lavoro di Darren Aronofsky per "Il cigno nero" avrebbe meritato di più la statuetta alla regia rispetto a Tom Hooper qui) e, in generale, il grande successo che la pellicola ha riscosso, ottimo esempio per ricordare che anche i film etichettati come 'impegnati' possono in effetti piacere sia alla critica che al pubblico. Basta fare un buon lavoro.
Ps. $414,211,549 di incasso mondiale a fronte di una spesa di 15 milioni.
Film 214 - Il discorso del re
Consigli: Buon esempio di pellicola sulla monarchia, interessante e bello da seguire, perfettamente calibrato a livello narrativo e dolcemente accompagnato dalle musiche del bravissimo Alexandre Desplat. Cast ottimo.
Parola chiave: Wallis Simpson.
Trailer
Bengi
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lunedì 18 novembre 2013
Film 617 - Il discorso del re
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martedì 1 marzo 2011
Oscar 2011: i vincitori

Anche questo 2011 ha avuto la sua cerimonia degli Oscar. Anche quest'anno ho azzeccato più della metà dei vincitori (13 e 1/2 su 24 categorie totali). Anche quest'anno ho seguito l'evento in diretta fino all'alba del 28 febbraio. Ma, a differenza degli altri anni, questa 83esima edizione ha fatto un po' pena. Da un lato la conduzione ha fallito su molti fronti, dall'altro i vincitori non hanno aggiunto nulla di che a quanto già sentito finora.
Ma andiamo con calma. Parliamo innanzitutto dei presentatori. Anne Hathaway, bellissima, è stata la vera protagonista tra i due 'host'. James Franco, al contrario, sembrava assente, quasi lì per caso. Male, di base, che non ci sia stato un vero discorso introduttivo come ogni anno, un pezzo comico-irriverente che scuota subito il pubblico. Niente risate iniziali, solo molti sorrisi (della Hathaway) e il costante sguardo perso nel vuoto di Franco. Domanda: ma dov'è che guardava sempre? Lette le sue battute (davvero molto poche), sguardo alto alla sua destra e via, perso nei suoi meandri. Non ho mai visto un conduttore meno adatto e più in prestito di lui. Almeno Anne ha cantato (bene) e sempre cercato di smuovere un po' la situazione.
Situazione che, a dire il vero, è stata piuttosto piatta. Un susseguirsi di attoroni a presentare i premi (la più bella in assoluto era Cate Blanchett) - non tutti in grado di leggere le proprie battute (Jennifer Hudson in primis) - e una moltitudine di vincitori bistrattati dalla musica di sottofondo a tagliare violentemente i loro ringraziamenti (noiosi) a persone citate in liste chilometriche (il più resistente è stato Aaron Sorkin, sfumato dalla musica, tenace nel suo lunghissimo ringraziamento imparato a memoria).
Sostanzialmente una cerimonia poco innovativa e poco autocelebrativa con idee e sketch riciclati dagli anni precedenti (sembra tradizione ormai che si apra lo show con il/i presentatore/i inseriti grazie agli effetti speciali nei film che sono in lizza). Peccato, insomma, che non si sia fatto di meglio. Pensavo che il fondo si fosse toccato l'anno scorso con la conduzione Martin-Baldwin, ma evidentemente ero in errore. Niente di paragonabile al bellissimo numero iniziale di Hugh Jackman di due anni fa [video], quando il presentatore ha saputo calcare il palco da vera star di cinema e teatro quale è.
I poveri Franco e Hathaway non hanno saputo aggiungere nulla di personale alla conduzione, forse intimiditi da un pubblico di oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, forse schiacciati dalla pressione di dover a tutti i costi risultare freschi, giovani e innovativi come l'Academy li aveva a forza presentati in questi mesi. Il risultato finale, comunque, ha visto un calo degli ascolti piuttosto netto e una perdita in percentuale perfino nel target giovanile che i due attori avrebbero dovuto attirare per risollevare le sorti di uno spettacolo che, ormai, piace soprattutto ai veri appassionati (come me).
Per concentrarsi, invece, su cerimonia e vincitori, direi che ci sono numerose considerazioni da fare:
a) nessuna sorpresa per quanto riguarda le categorie attoriali. Ha vinto chi ci si aspettava vincesse e, a dire il vero, meritavano tutti il riconoscimento ricevuto (forse avrei preferito la Bonham Carter alla Leo, ma è questione anche di simpatia. La Leo è una grezza, non a caso ha sparato una parolaccia in diretta, e dubito che in futuro l'Oscar l'aiuterà ad accrescere la propria popolarità). Tra l'altro vincono Firth, Portman e Leo, tutti alla loro seconda nomination;
b) Christian Bale ha ringraziato cani e porci, ma, giunto il momento di ringraziare sua moglie non si è ricordato il nome, glissando con un 'thank you my love' piuttosto imbarazzante;
c) "Il Grinta" ha fatto la fine del "Tra le nuvole" dell'anno scorso: tante nomination (10 il primo, 6 il secondo) e nessun premio vinto;
d) ai classici Disney di una volta si sono ormai sostituiti i film Pixar che, oltre a vincere inesorabilmente ogni Oscar per il film d'animazione, portano a casa anche i premi per le colonne sonore o la miglior canzone. "Up" l'anno scorso, "Toy story 3 - La grande fuga" quest'anno;
e) la lunghissima e fortunatissima saga di Harry Potter anche quest'anno non porta a casa nessun premio (su 2 nomination) e, dal primo capitolo, conserva le sue 9 nomination intatte senza mai aver ricevuto un riconoscimento dall'Academy;
f) Aaron Sorkin durante il suo discorso di ringraziamento ha 'dimenticato' di accennare al fatto che Natalie Portman lo abbia aiutato durante la stesura della sceneggiatura di "The Social Network" suggerendogli aneddoti relativi alla creazione di Facebook, avvenuta proprio nel periodo in cui l'attrice frequentava la Harvard University insieme a Mark Zuckerberg;
g) pare che, durante la loro presentazione della categoria Miglior Sceneggiatura, Javier Bardem e Josh Brolin si siano scambiati un bacio sulle labbra. Il pubblico televisivo, però, non ha assistito alla scena in quanto censurata in diretta (è ormai qualche anno che i maggiori eventi televisivi americani vengono mandati in onda con qualche secondo di differita per evitare altri scandali dopo il fuori-tetta della coppia Janet Jackson-Justin Timberlake al 'Super Bowl' di qualche edizione fa. Di fatto, però, la regia degli Oscar ha ritenuto accettabile il 'fuck' della Leo, ma non un bacio tra due uomini tra l'altro dichiaratamente etero);
h) Tom Hooper, Oscar alla regia per "Il discorso del re", pellicola incentrata sulla vita di Re Giorgio VI, aveva già vinto un Emmy per la regia del film tv "Elizabeth I", basato sulla vita di un altro monarca inglese, la regina Elisabetta I;
i) "Il discorso del re" e "Inception" si spartiscono la scena di questa 83esima edizione. Con 4 Oscar a testa, sono, rispettivamente, il vincitore delle categorie più importnati uno e di quelle considerate 'tecniche' l'altro. A seguire: 3 premi a "The Social Network", 2 a "Alice in Wonderland" e "Toy story 3 - La grande fuga", 1 a "Wolfman" e "Il cigno nero".
Ora mi sembra il caso di lasciare spazio alla lista di vincitori. Ho deciso, quest'anno, di trascrivere solamente chi ha vinto eliminando dalla lista gli altri candidati. Lascio riportati, però, i simboli riguardo alla mia personale scommessa del 'chi vincerà' annuale. Ovviamente, nel caso avessi puntato su candidati che non hanno poi effettivamente vinto, non ci sarà alcun simbolo. Vi lascio con la legenda e, di seguito, la lista dei vincitori.
* (vincerà) = 1 punto;
§ (vorrei vincesse) = 1/2 punto;
*§ = 1 punto.
83rd Annual Academy Awards
Best Motion Picture of the Year
Il discorso del re (2010): Iain Canning, Emile Sherman, Gareth Unwin
Best Performance by an Actor in a Leading Role
*§ Colin Firth for Il discorso del re (2010)
Best Performance by an Actress in a Leading Role
*§ Natalie Portman for Il cigno nero (2010)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role
*§ Christian Bale for The Fighter (2010)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role
* Melissa Leo for The Fighter (2010)
Best Achievement in Directing
Tom Hooper for Il discorso del re (2010)
Best Writing, Screenplay Written Directly for the Screen
Il discorso del re (2010): David Seidler
Best Writing, Screenplay Based on Material Previously Produced or Published
* The Social Network(2010): Aaron Sorkin
Best Animated Feature Film of the Year
* Toy story 3 - La grande fuga (2010): Lee Unkrich
Best Foreign Language Film of the Year
* In un mondo migliore (2010): Susanne Bier (Denmark)
Best Achievement in Cinematography
Inception (2010): Wally Pfister
Best Achievement in Editing
The Social Network (2010): Kirk Baxter, Angus Wall
Best Achievement in Art Direction
* Alice in Wonderland (2010): Robert Stromberg, Karen O'Hara
Best Achievement in Costume Design
* Alice in Wonderland (2010): Colleen Atwood
Best Achievement in Makeup
* Wolfman (2010): Rick Baker, Dave Elsey
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Score
* The Social Network (2010): Trent Reznor, Atticus Ross
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song
Toy story 3 - La grande fuga (2010): Randy Newman("We Belong Together")
Best Achievement in Sound Mixing
§ Inception (2010): Lora Hirschberg, Gary Rizzo, Ed Novick
Best Achievement in Sound Editing
* Inception (2010): Richard King
Best Achievement in Visual Effects
* Inception (2010): Chris Corbould, Andrew Lockley, Pete Bebb, Paul J. Franklin
Best Documentary, Features
Inside Job (2010): Charles Ferguson, Audrey Marrs
Best Documentary, Short Subjects
Strangers No More (2010): Karen Goodman, Kirk Simon
Best Short Film, Animated
The Lost Thing (2010): Shaun Tan, Andrew Ruhemann
Best Short Film, Live Action
God of Love (2010): Luke Matheny
Termino lasciando anche il link ai Razzie della stagione 2010. Sono stati decretati, infatti, il 26 febbraio i 'vincitori' del peggio che abbiamo visto l'anno scorso al cinema. I due titoli 'trionfatori' sono "L'ultimo dominatore dell'aria" (peggior film, regia, sceneggiatura) e "Sex and the City 2" (peggiori attrici, sequel).
Ric
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martedì 8 febbraio 2011
Film 214 - Il discorso del re
Continuando con la serie di film preparativi per l'Oscar, due sabati fa, al cinema, ho visto quello che, quest'anno, ha raccimolato il maggior numero di nomination...

Film 214: "Il discorso del re" (2010) di Tom Hooper
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jessica, Marco, Giarda
Pensieri: Questo è uno strano caso cinematografico. Innanzitutto non è un film commerciale, basato su grandi nomi, effetti speciali e tanto marketing mirato. Gli attori, infatti, sono decisamente di nicchia (giusto la Bonham Carter è più conosciuta, anche grazie ai successi in cui suo marito Tim Burton la coinvolge), agli effetti speciali si richiede piuttosto un'ottima capacità recitativa e il budget è di 'solamente' $15,000,000. Nonostante questi punti a sfavore (solo nell'ottica del successo commerciale, per carità!), considerando, poi, che è un film inglese in costume, "Il discorso del re" è da un paio di mesi nella classifica dei film più visti in America avendo raggiunto, ad oggi, la cifra di $83,527,544 al botteghino. Il che, nell'ottica di questa pellicola, è piuttosto sbalorditivo.
Sarà che gli Oscar quest'anno sono abbastanza fortunati a livello di incassi (nella lista dei nominati a miglior film, ci sono molte pellicole che hanno raggiunto ottimi risultati al botteghino - a volte anche inaspettatamente - come "Inception", "Il Grinta", "Toy story 3 - La grande fuga", "The Social Network", "The Fighter" e "Black Swan"), di fatto la stagione del 'buon cinema' USA sta andando abbastanza bene.
Ma quali sono i punti di forza di questo film? Come già detto, sicuramente la capacità recitativa dei suoi protagonisti. Colin Firth, grande attore da anni e non solo per i due film - l'altro è "A single man" - per cui ha ricevuto la nomination all'Oscar, è il più probabile vincitore come attore protagonista e, a dirla tutta, sarebbe una vincita meritata. Oltre alla sua evidente bravura, si sa che all'Academy piace attribuire premi ad attori che interpretano personaggi realmente esistiti (vedi precedenti vincitori come Nicole Kidman, Cate Blanchett, Jamie Foxx, Sean Penn, Helen Mirren, ...), magari con qualche difficoltà fisica da dover riproporre con maestria sullo schermo. E allora chi meglio di Colin che, qui, interpreta il balbuziente Re Giorgio VI (padre dell'attuale sovrana d'Inghilterra) quest'anno rappresenta appieno il prototipo da pronostico favorevole? Direi nessuno (James Franco e Jesse Eisenberg interpretano anche loro personaggi della realtà, ma, oltre ad essere molto giovani - punto a sfavore - l'ultimo dei due incarna un antieroe antipatico e cinico, capace sì di elevarsi grazie alle sue capacità, ma sprezzante della massa e pur sempre incline alla vendetta. In questi tempi di crisi e disordini un po' dappertutto, è più probabile pensare che anche l'Academy voglia lanciare il suo messaggio di 'speranza ed elevazione', attraverso persone e personaggi capaci di ispirare chi guarda).
Geoffrey Rush (attore australiano già vincitore di un Oscar nel 1997 per "Shine", visto anche in "Shakespeare in Love" e "La maledizione della prima luna") rimane sempre sinonimo di grande qualità e capacità espressiva, abile ad impersonare qualsiasi personaggio con maestria, non importi che si parli di una produzione commerciale o, come in questo caso, più indipendente.
Helena Bonham Carter, invece, riceve finalmente la sua seconda nomination all'Oscar (la prima nel lontano '98) e, sembra fatto apposta, anche questa volta senza essere diretta dal marito (che l'Academy sembra voler continuare a snobbare, scioccamente). Al di fuori dei ruoli anticonvenzionali cui siamo abituati a vederla (difficile riconoscerla in "Alice in Wonderland", "Harry Potter e i doni della morte: Parte I" o "Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie") dimostra di sapersela cavare egregiamente, regalandoci, in questa pellicola, un ritratto della Regina Elisabetta piuttosto ben riuscito.
E' indubbio, comunque, che una visione in lingua originale aiuti lo spettatore a comprendere meglio il lavoro di un attore, potendo immaginare più concretamente ciò che sta dietro la creazione e l'interpretazione di un personaggio, per giunta realmente esistito.
Di fatto questa pellicola vale all'80% solamente per il cast davvero notevole. Buona la fotografia, bella - come sempre - la musica di Alexandre Desplat (che alla quarta nomination ce la faccia a vincere?), perfetti i costumi. No, non è il miglior film dell'anno, ma è sicuramente un esempio perfetto di cinema di qualità. Vale la spesa del biglietto, vale la pena di vederlo in inglese.
Consigli: Non rovinatevi la trama andando a curiosare la storia originale di Re Giorgio VI. E' piacevole lasciarsi trasportare da questa storia, dai suoi protagonisti. A verificare ci si può pensare dopo.
Parola chiave: Abdicare.
Ric

Film 214: "Il discorso del re" (2010) di Tom Hooper
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jessica, Marco, Giarda
Pensieri: Questo è uno strano caso cinematografico. Innanzitutto non è un film commerciale, basato su grandi nomi, effetti speciali e tanto marketing mirato. Gli attori, infatti, sono decisamente di nicchia (giusto la Bonham Carter è più conosciuta, anche grazie ai successi in cui suo marito Tim Burton la coinvolge), agli effetti speciali si richiede piuttosto un'ottima capacità recitativa e il budget è di 'solamente' $15,000,000. Nonostante questi punti a sfavore (solo nell'ottica del successo commerciale, per carità!), considerando, poi, che è un film inglese in costume, "Il discorso del re" è da un paio di mesi nella classifica dei film più visti in America avendo raggiunto, ad oggi, la cifra di $83,527,544 al botteghino. Il che, nell'ottica di questa pellicola, è piuttosto sbalorditivo.
Sarà che gli Oscar quest'anno sono abbastanza fortunati a livello di incassi (nella lista dei nominati a miglior film, ci sono molte pellicole che hanno raggiunto ottimi risultati al botteghino - a volte anche inaspettatamente - come "Inception", "Il Grinta", "Toy story 3 - La grande fuga", "The Social Network", "The Fighter" e "Black Swan"), di fatto la stagione del 'buon cinema' USA sta andando abbastanza bene.
Ma quali sono i punti di forza di questo film? Come già detto, sicuramente la capacità recitativa dei suoi protagonisti. Colin Firth, grande attore da anni e non solo per i due film - l'altro è "A single man" - per cui ha ricevuto la nomination all'Oscar, è il più probabile vincitore come attore protagonista e, a dirla tutta, sarebbe una vincita meritata. Oltre alla sua evidente bravura, si sa che all'Academy piace attribuire premi ad attori che interpretano personaggi realmente esistiti (vedi precedenti vincitori come Nicole Kidman, Cate Blanchett, Jamie Foxx, Sean Penn, Helen Mirren, ...), magari con qualche difficoltà fisica da dover riproporre con maestria sullo schermo. E allora chi meglio di Colin che, qui, interpreta il balbuziente Re Giorgio VI (padre dell'attuale sovrana d'Inghilterra) quest'anno rappresenta appieno il prototipo da pronostico favorevole? Direi nessuno (James Franco e Jesse Eisenberg interpretano anche loro personaggi della realtà, ma, oltre ad essere molto giovani - punto a sfavore - l'ultimo dei due incarna un antieroe antipatico e cinico, capace sì di elevarsi grazie alle sue capacità, ma sprezzante della massa e pur sempre incline alla vendetta. In questi tempi di crisi e disordini un po' dappertutto, è più probabile pensare che anche l'Academy voglia lanciare il suo messaggio di 'speranza ed elevazione', attraverso persone e personaggi capaci di ispirare chi guarda).
Geoffrey Rush (attore australiano già vincitore di un Oscar nel 1997 per "Shine", visto anche in "Shakespeare in Love" e "La maledizione della prima luna") rimane sempre sinonimo di grande qualità e capacità espressiva, abile ad impersonare qualsiasi personaggio con maestria, non importi che si parli di una produzione commerciale o, come in questo caso, più indipendente.
Helena Bonham Carter, invece, riceve finalmente la sua seconda nomination all'Oscar (la prima nel lontano '98) e, sembra fatto apposta, anche questa volta senza essere diretta dal marito (che l'Academy sembra voler continuare a snobbare, scioccamente). Al di fuori dei ruoli anticonvenzionali cui siamo abituati a vederla (difficile riconoscerla in "Alice in Wonderland", "Harry Potter e i doni della morte: Parte I" o "Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie") dimostra di sapersela cavare egregiamente, regalandoci, in questa pellicola, un ritratto della Regina Elisabetta piuttosto ben riuscito.
E' indubbio, comunque, che una visione in lingua originale aiuti lo spettatore a comprendere meglio il lavoro di un attore, potendo immaginare più concretamente ciò che sta dietro la creazione e l'interpretazione di un personaggio, per giunta realmente esistito.
Di fatto questa pellicola vale all'80% solamente per il cast davvero notevole. Buona la fotografia, bella - come sempre - la musica di Alexandre Desplat (che alla quarta nomination ce la faccia a vincere?), perfetti i costumi. No, non è il miglior film dell'anno, ma è sicuramente un esempio perfetto di cinema di qualità. Vale la spesa del biglietto, vale la pena di vederlo in inglese.
Consigli: Non rovinatevi la trama andando a curiosare la storia originale di Re Giorgio VI. E' piacevole lasciarsi trasportare da questa storia, dai suoi protagonisti. A verificare ci si può pensare dopo.
Parola chiave: Abdicare.
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venerdì 28 gennaio 2011
Corsa all’Oscar 2011: chi inciampa e chi taglierà il traguardo

Con l’annuncio fresco fresco del 25 gennaio delle nomination agli Oscar 2011 si ha, di fatto, un quadro generale completo di quello che è considerato il meglio del 2010 (ogni premio citato ha il link alle proprie nominations o già ai vincitori). Condivisibile o meno l’agglomerato di ‘meglio’ che viene selezionato, mi soffermerei comunque ad effettuare qualche considerazione partendo proprio dalle candidature agli Academy Awards.
La più evidente di tutte è la seguente: bene o male, i 5 titoli più gettonati di quest’anno sono "Black Swan", "The Social Network", "The Fighter", "Il discorso del re", "Inception". Tra tutti, però, mio malgrado devo dire che il più bistrattato sarà quasi certamente l’ultimo dei ‘fantastici 5′. Come già si è visto ai Golden Globes (GG), il film non è riuscito ad ottenere nulla se non le quattro nomination doverose (film, regia, sceneggiatura, colonna sonora) e, agli Oscar ha solamente otto candidature vedendo escluso, tra l’altro, Nolan dalla cinquina dei registi (clamoroso, no?). Ma c’è altro da dire. In breve: è corretto affermare che The Social Network sia un film migliore, se non il migliore dell’anno? E che abbia la miglior regia e la miglior sceneggiatura? I GG hanno decretato questo. Per quanto mi riguarda, il contentino che verrà dato ad Inception di qualche statuetta tecnica (quella per gli effetti speciali sembra inevitabile anche perchè, guardacaso, "TRON: Legacy", forse l’unico rivale concreto da questo punto di vista, non è stato nemmeno candidato) non servirà certo a sistemare le cose.
"Black Swan", invece, dovrebbe riuscire a conquistare almeno una statuetta importante, quella per la miglior attrice protagonista, Natalie Portman, che ha già visto riconoscersi svariati premi tra cui proprio il GG. La seguono a ruota nella corsa per il medesimo premio Annette Bening (anche lei un GG appena vinto per "I ragazzi stanno bene"), la più probabile dopo la Portman ad aggiudicarsi il premio, Nicole Kidman ("Rabbit Hole"), Michelle Williams ("Blue Valentine") e Jennifer Lawrence ("Winter’s Bone").
"Il discorso del re" è il ‘cigno nero’ al maschile. Probabilmente, infatti, sarà Colin Firth (GG vinto) ad aggiudicarsi il titolo di miglior attore dell’anno, con buona pace dei suoi diretti ‘rivali’ Javier Bardem (che un Oscar ce l’ha già), Jeff Bridges (che ha vinto proprio l’anno scorso e quindi difficilmente farà il bis), Jesse Eisenberg e James Franco (bravi, ma non ancora ‘pronti’ a vincere).
"The Fighter", con le sue 7 nomination e i due GG vinti per gli attori non protagonisti, dovrebbe vedere trionfare Christian Bale e forse una tra le due attrici non protagoniste che il film ha nella categoria, Melissa Leo (GG) o Amy Adams. In questa stessa categoria, però, pare molto ‘agguerrita’ anche la Helena Bonham Carter di "Il discorso del re", mentre per le restanti Hailee Steinfeld (14 anni appena compiuti) e Jacki Weaver (chi?) sembra difficile ipotizzare una vittoria.
Per quanto riguarda il già citato "The Social Network", con i suoi quattro GG vinti (film, regia, sceneggiatura, colonna sonora) pare essere il favorito anche agli Oscar. Nonostante io solitamente apprezzi il lavoro di Fincher ("Il curioso caso di Benjamin Button" in primis), non credo si possa dire che questa sia la sua opera migliore sotto ogni punto di vista. La mia unica speranza è che, come già qualche volta è capitato, il miglior film ai GG non corrisponda a quello degli Academy (esempi lampanti: "I segreti di Brokeback Mountain", "Dreamgirls", "Quando l’amore brucia l’anima").
Passiamo, ora, alle bizzarrie da premiazione folle. Innanzitutto i GG hanno candidato un sacco di film che agli Oscar nemmeno si sono visti – alcuni con giusta ragione… – come per esempio "Amore e altri rimedi" (a cui hanno cambiato il titolo italiano sostituento ‘droghe’ con ‘rimedi’), "Burlesque", "Red", "Casino Jack", "The Tourist", "Easy Girl", "Wall Street: il denaro non dorme mai" e "Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero". Sorvolando su alcuni di questi, c’è da dire però che "Burlesque" ha addirittura vinto un GG come miglior canzone originale (“You Haven’t Seen The Last of Me”) scritta da Diane Warren e non si è visto riconoscere nemmeno una candidatura! Quasi stesso destino per "La versione di Barney": Paul Giamatti vince il GG come miglior attore (musical o commedia) e il film agli Oscar riceve solamente una nomination per il trucco.
Continuando la lista delle assurdità, "Rapunzel – L’intreccio della torre", scartato dalla lista dei migliori film d’animazione (accidenti che smacco!), riceve una sola candidatura per la miglior canzone (un film Disney con canzoni così brutte non si era mai visto…) mentre "Toy story 3 – La grande fuga" (5 nomination e un GG vinto) è l’unico film d’animazione assieme ad "Up" e "La bella e la bestia" ad aver ricevuto la nomination anche come miglior film dell’anno; l’italiano "Io sono l’amore" riceve una sola nomination per i costumi di Antonella Cannarozzi; nomination singole – cito solo quelle fatte un po’ a casaccio – per i film "Salt" (mixaggio sonoro), "The Tempest" (costumi), "Unstoppable – Fuori controllo" (montaggio sonoro), "Hereafter" (effetti speciali. Qui una riflessione che riprende quanto già anticipato prima: "TRON: Legacy", film basato sull’effetto speciale digitale no, ma un film di Clint Eastwood sul paranormale sì? Non sarà che, per essere sicuri di assegnare il premio ad "Inception", altrimenti escluso dalla vincita di anche solo una statuetta, abbiano ‘involontariamente’ dimenticato il suo rivale più accanito?); la saga di Harry Potter, che quest’anno vede le due nomination per effetti speciali e scenografie di "Harry Potter e i doni della morte: Parte I", arriva a quota 9 candidature con 7 film prodotti e mai nessun premio Oscar vinto.
Ma la stramberia per eccellenza della stagione di premiazione 2010/11 è la seguente: con ben zero candidature ai GG e ben dieci (!) agli Oscar (tra cui miglior film, sceneggiatura e regia) "Il Grinta" passa direttamente da film esiliato ad addirittura probabile vincitore di qualche statuetta (tecnica)!
Ma concludiamo il tutto tra previsioni e delusioni. Come molti sapranno, alle premiazioni per ‘il meglio’, si affianca ogni anno anche quella per ‘il peggio’. Con sempre un giorno di anticipo sugli Academy Awards, i Razzies Awards (Golden Raspberry Award Foundation) propongono le loro candidature per il peggio della produzione filmica passata nell’anno precedente. Quest’anno i peggiori 5 sono "Il cacciatore di ex" (4 nomination), "L’ultimo dominatore dell’aria" (8), "Mordimi" (4), "Sex and the City 2" (7) ed "Eclipse" (9). I vincitori saranno decretati sabato 26 febbraio. Il giorno dopo, invece, potremmo veder trionfare (e queste sono solo le mie personali previsioni per gli Oscar) "The Social Network" (miglior film, regia, sceneggiatura non originale e, forse, colonna sonora), Colin Firth, Natalie Portman, Christian Bale e Melissa Leo/Helena Bonham Carter (miglior attori), Toy Story 3 (film d’animazione), "Inception" (effetti speciali e, forse, sceneggiatura originale e sonoro), "Wolfman" (trucco) e "The Fighter" (montaggio).
Staremo a vedere cosa accadrà tra un red carpet e l’altro. Fino ad allora non ci resta che scommettere!
http://www.goldminefactory.com/blog/corsa-alloscar-2011-chi-inciampa-e-chi-tagliera-il-traguardo/
Ric
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