Ed eccoci al più nominato dell'edizione 2012: 11 candidature agli Oscar e, probabilmente, qualche premio assicurato già in pugno.
Film 387: "Hugo Cabret" (2011) di Martin Scorsese
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia, Marco
Pensieri: Diverso dagli altri prodotti di Scorsese, questo "Hugo" (titolo originale") pareva dovesse fare scintille. E per il 3D e per la magnifica storia. Io, che non ho (consapevolmente) giovato del 3D non posso dire di essere rimasto particolarmente stupefatto. Sarà che mi aspettavo davvero qualcosa di superlativo, di esplosivo, quasi mai visto che, alla fine, mi sono rovinato con le mie stesse mani.
"Hugo Cabret" non è né il miglior film dell'anno né il migliore del famoso regista, ma semplicemente un'onesta pellicola di ben dichiarato amore per il cinema, onesto lavoro in generale, ma molto ben fatto per la parte tecnica in alcuni aspetti (effetti speciali, scenografie). Mi spiace dirlo, ma non ho apprezzato per nulla le musiche che, invece di esaltare le scene del film, trovo non centrassero per nulla lo spirito della trama.
Non posso dire che il film sia brutto, per carità, ma bisognerebbe onestamente ammettere che, con tutto ciò che è emerso quest'anno dal panorama internazionale, qui ci troviamo di fronte a qualcosa che non rappresenta nulla di particolare. Piace molto, però, l'aspetto quasi 'didattico' legato al mondo del cinema, alla sua creazione e prima esportazione al pubblico. Un atto di vero amore che emerge con perfetta chiarezza a chi sta guardando. L'escamotage della storia per arrivare alla finale scoperta di chi sia davvero papà Georges (alias Georges Méliès/Ben Kingsley) è piacevole e il racconto di Hugo l'orfanello è una favoletta che arriva diretta al pubblico di ogni età. Ma il film trova meglio la sua strada quando, svelato l'arcano, si apre ad un mondo di colori ed immagini che colpiscono diritti al cuore. Tra i fratelli Marx e la comparsa del cinema muto, le prime proiezioni del treno che, entrando in stazione, spaventa il pubblico preoccupato di venire travolto e una ricostruzione dei set di Méliès davvero affascinante, si può dire che "Hugo Cabret" dia il suo meglio e che la trama dia un senso al racconto fino ad allora intrapreso. E' un toccasana per ogni appassionato di cinema.
Molti gli attori piuttosto conosciuti che si possono riconoscere nel film, di cui ben tre appartenenti alla saga di Harry Potter (Helen McCrory, Frances de la Tour e Richard Griffiths). Tra i tanti: Sacha Baron Cohen ("Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan"), Jude Law ("Sherlock Holmes"), Emily Mortimer ("Shutter Island"), Christopher Lee ("Il signore degli anelli - Le due torri"), Michael Stuhlbarg ("A Serious Man") e Chloë Grace Moretz ("Kick-Ass"). Il protagonista, invece, è Asa Butterfield già visto in "Il bambino con il pigiama a righe".
Per concludere, curiosità. 11 candidature agli oscar (Miglior film, regia, sceneggiatura non originale, colonna sonora, montaggio, fotografia, scenografia, costumi, montaggio sonoro, missaggio sonoro ed effetti speciali), "Hugo Cabret" è la pellicola con più nomination quest'anno e, probabilmente, porterà a casa qualche premio tecnico per scenografia e, forse, il sonoro. Male, invece, sul fronte degli incassi: 150milioni di dollari per produrlo e, fino ad ora, $115,814,000 di incasso in tutto il mondo.
Consigli: Per gli amanti di Scorsese (ma io preferisco altri suoi film) e per chi ama la favole in grande stile. Buon lavoro tecnico, ma, nel complesso, si poteva fare di più. Si vede, comunque, volentieri.
Parola chiave: Automa.
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domenica 26 febbraio 2012
Film 387 - Hugo Cabret
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giovedì 12 gennaio 2012
Film 356 - The Artist
Prima uscita serale (molto coperta) dopo giorni di clausura forzata. Si va al cinema a vedere il caso del momento.
Film 356: "The Artist" (2011) di Michel Hazanavicius
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Non so se sia lecito dirlo ad alta voce, ma a me "The Artist" non ha particolarmente colpito. Lo dico perchè, chi vedesse il trailer italiano in calce a questo post, potrebbe farsi prendere dall'entusiasmo a causa dei continui elogi che vengono mostrati con le testimonianze raccolte all'uscita dalla proiezione del film. Io, personalmente, non sono d'accordo.
Questa pellicola ha alcuni punti forti: propone un film muto e in bianco e nero nel 2011, è capace di ricostruire un genere filmico degli albori con meticolosa precisione, ha una realizzazione scenica bellissima al pari di fotografia e musiche. E il protagonista maschile è particolarmente adatto al ruolo che gli è richiesto: buona presenza, mimica facciale capace, faccia da schiaffi. Insomma, qui Jean Dujardin (uno scioglilingua?) è perfetto.
Però, poi, i miei elogi si fermano qui.
Non vorrei essere frainteso, passare per quello che canta fuori dal coro apposta per farsi notare. Ho guardato con interesse a questo film fin da quando ne ho sentito parlare, eppure trovo che il clamore con cui è stato accolto sia esagerato. L'esperimento è riuscito, un film muto si può far 'digerire' anche al pubblico odierno, ma a mio avviso, se si va oltre lo stupore del non-ci-sono-battute o è-in-bianco-e-nero ci si accorge che la trama è misera e che il tutto è troppo lungo. Io, poi, non amo la recitazione esasperata, quindi ci aggiungo anche questo. Ho trovato, inoltre, Bérénice Bejo meno capace del suo collega maschile.
Tutto questo mi porta ad un'ulteriore considerazione. Questo è il lungometraggio che ha ottenuto più candidature (6) ai Golden Globes del 2012: Miglior film, sceneggiatura, regia, musica, attore e attrice protagonisti. Probabilmente trionferà nelle categorie film, attore, regia e forse musica. Ma troverei sinceramente poco sensato consegnare il premio a sceneggiatura e attrice. Vedremo cosa accadrà questa domenica (15 gennaio).
Prima di concludere, comunque, vorrei specificare che la mia opinione su "The Artist" è positiva, semplicemente non capisco per quale motivo ci si stupisca tanto che al giorno d'oggi si sia capaci di presentare un prodotto come questo. Non è certo né un film sperimentale né d'avanguardia. E' un prodotto che ha saputo presentare con maestria la rievocazione di un genere filmico tanto lontano dai tempi in cui viviamo da sembrare, erroneamente, un miracolo contemporaneo. E, invece, si è solo ripescato qualcosa del passato.
Ps. Tra le facce note della pellicola troviamo John Goodman ("Pappa e ciccia", "Il grande Lebowski", "I Love Shopping"), James Cromwell ("L.A. Confidential", "Babe, maialino coraggioso", "La regina"), Missi Pyle ("La fabbrica di cioccolato", "Big fish - Le storie di una vita incredibile").
Consigli: Essendo il caso della stagione cinematografica, bisogna vederlo. E' un'esperienza insolita per chi non ha studiato cinema o ne conosce più le sfumature contemporanee, eppure può avere anche un'accezione educativa, se si è interessati. In più, per i fan di queste cose, è sicuramente uno dei favoriti a prossimi Oscar di febbraio... Attendiamo di sapere se e in quali categorie sarà candidato!
Parola chiave: Sonoro.
Trailer
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Film 356: "The Artist" (2011) di Michel Hazanavicius
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Non so se sia lecito dirlo ad alta voce, ma a me "The Artist" non ha particolarmente colpito. Lo dico perchè, chi vedesse il trailer italiano in calce a questo post, potrebbe farsi prendere dall'entusiasmo a causa dei continui elogi che vengono mostrati con le testimonianze raccolte all'uscita dalla proiezione del film. Io, personalmente, non sono d'accordo.
Questa pellicola ha alcuni punti forti: propone un film muto e in bianco e nero nel 2011, è capace di ricostruire un genere filmico degli albori con meticolosa precisione, ha una realizzazione scenica bellissima al pari di fotografia e musiche. E il protagonista maschile è particolarmente adatto al ruolo che gli è richiesto: buona presenza, mimica facciale capace, faccia da schiaffi. Insomma, qui Jean Dujardin (uno scioglilingua?) è perfetto.
Però, poi, i miei elogi si fermano qui.
Non vorrei essere frainteso, passare per quello che canta fuori dal coro apposta per farsi notare. Ho guardato con interesse a questo film fin da quando ne ho sentito parlare, eppure trovo che il clamore con cui è stato accolto sia esagerato. L'esperimento è riuscito, un film muto si può far 'digerire' anche al pubblico odierno, ma a mio avviso, se si va oltre lo stupore del non-ci-sono-battute o è-in-bianco-e-nero ci si accorge che la trama è misera e che il tutto è troppo lungo. Io, poi, non amo la recitazione esasperata, quindi ci aggiungo anche questo. Ho trovato, inoltre, Bérénice Bejo meno capace del suo collega maschile.
Tutto questo mi porta ad un'ulteriore considerazione. Questo è il lungometraggio che ha ottenuto più candidature (6) ai Golden Globes del 2012: Miglior film, sceneggiatura, regia, musica, attore e attrice protagonisti. Probabilmente trionferà nelle categorie film, attore, regia e forse musica. Ma troverei sinceramente poco sensato consegnare il premio a sceneggiatura e attrice. Vedremo cosa accadrà questa domenica (15 gennaio).
Prima di concludere, comunque, vorrei specificare che la mia opinione su "The Artist" è positiva, semplicemente non capisco per quale motivo ci si stupisca tanto che al giorno d'oggi si sia capaci di presentare un prodotto come questo. Non è certo né un film sperimentale né d'avanguardia. E' un prodotto che ha saputo presentare con maestria la rievocazione di un genere filmico tanto lontano dai tempi in cui viviamo da sembrare, erroneamente, un miracolo contemporaneo. E, invece, si è solo ripescato qualcosa del passato.
Ps. Tra le facce note della pellicola troviamo John Goodman ("Pappa e ciccia", "Il grande Lebowski", "I Love Shopping"), James Cromwell ("L.A. Confidential", "Babe, maialino coraggioso", "La regina"), Missi Pyle ("La fabbrica di cioccolato", "Big fish - Le storie di una vita incredibile").
Consigli: Essendo il caso della stagione cinematografica, bisogna vederlo. E' un'esperienza insolita per chi non ha studiato cinema o ne conosce più le sfumature contemporanee, eppure può avere anche un'accezione educativa, se si è interessati. In più, per i fan di queste cose, è sicuramente uno dei favoriti a prossimi Oscar di febbraio... Attendiamo di sapere se e in quali categorie sarà candidato!
Parola chiave: Sonoro.
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mercoledì 14 aprile 2010
Film 104 - Fragile virtù
Con Gloria giovedì siamo stati ad una retrospettiva su uno dei più grandi registi di tutti i tempi! Al cinema Europa (via Pietralata, 55/a, Bologna) per i prossimi due giovedì proietteranno altri due suoi film, capolavori senza tempo. Consiglio a tutti di non perdersi l'evento!

Film 104: "Fragile virtù" (1928) di Alfred Hitchcock
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Gloria
Pensieri: Tralasciando la noiosissima introduzione degli organizzatori, io e Gloria scopriamo in loco (tanto è Hitchcock, sarà bello per forza) che il film in questione è MUTO. Ripeto: muto.
Se consideriamo che venivo da una giornatina lavorativa da 7 ore in piedi con chiusura negozio alle ore 20.10 (inizio spettacolo ore 20, ma la proiezione è cominciata solo 50 minuti dopo) e pure Gloria non era proprio fresca come una rosa, possiamo dire che la notizia ci ha di primo acchito quantomeno destabilizzato.
Ammetto anche, per quanto mi riguarda, che non ho sempre avuto l'occhio aperto e vigile, ma ho dovuto combattere a più riprese contro il sonno che tentava di strapparmi alla visione. Nonostante questo sono riuscito a vedere il film per intero e senza perdere mai una didascalia, tanto ce n'era più o meno una ogni 10 minuti.
Inutile dire che la gestualità degli attori è caricata all'ennesima potenza per rendere attraverso gesti o sguardi quello che la parola non può dire. La storia, ai giorni nostri, è trita e ritrita, ma per l'epoca sicuramente era una semi novità. Lei e lui si incontrano e amano all'istante, lui la porta dei suoi, ma con la suocera non si va d'accordo. Nasce il sospetto che la ragazza nasconda qualcosa (e noi sappiamo cosa) e non si avrà pace finché non verrà fuori. Il dramma è servito.
Purtroppo, ormai forgiato indelebilmente dagli anni 2000, fatico a subirmi quasi 60 minuti di musica con pianola mentre guardo immagini silenziose. Forse preferirei il silenzio di una sala che attende di sapere come si scioglierà l'intreccio della storia. E, invece, ho sofferto un po' la mia condizione 'spettatore al concerto di musica sintetica' che, riferita alle immagini, non centra veramente nulla.
Il film è carino, ma non mi ha convinto del tutto. I prossimi appuntamenti hitchcockiani saranno sicuramente più interessanti: mi attendono "Rebecca, la prima moglie" e "Gli uccelli". Ah, dimenticavo:La rassegna si chiama "Hitchcock. Il Volto e la Cosa".
Consigli: L'audio non serve...
Parola chiave: Pittore.
Ric

Film 104: "Fragile virtù" (1928) di Alfred Hitchcock
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Gloria
Pensieri: Tralasciando la noiosissima introduzione degli organizzatori, io e Gloria scopriamo in loco (tanto è Hitchcock, sarà bello per forza) che il film in questione è MUTO. Ripeto: muto.
Se consideriamo che venivo da una giornatina lavorativa da 7 ore in piedi con chiusura negozio alle ore 20.10 (inizio spettacolo ore 20, ma la proiezione è cominciata solo 50 minuti dopo) e pure Gloria non era proprio fresca come una rosa, possiamo dire che la notizia ci ha di primo acchito quantomeno destabilizzato.
Ammetto anche, per quanto mi riguarda, che non ho sempre avuto l'occhio aperto e vigile, ma ho dovuto combattere a più riprese contro il sonno che tentava di strapparmi alla visione. Nonostante questo sono riuscito a vedere il film per intero e senza perdere mai una didascalia, tanto ce n'era più o meno una ogni 10 minuti.
Inutile dire che la gestualità degli attori è caricata all'ennesima potenza per rendere attraverso gesti o sguardi quello che la parola non può dire. La storia, ai giorni nostri, è trita e ritrita, ma per l'epoca sicuramente era una semi novità. Lei e lui si incontrano e amano all'istante, lui la porta dei suoi, ma con la suocera non si va d'accordo. Nasce il sospetto che la ragazza nasconda qualcosa (e noi sappiamo cosa) e non si avrà pace finché non verrà fuori. Il dramma è servito.
Purtroppo, ormai forgiato indelebilmente dagli anni 2000, fatico a subirmi quasi 60 minuti di musica con pianola mentre guardo immagini silenziose. Forse preferirei il silenzio di una sala che attende di sapere come si scioglierà l'intreccio della storia. E, invece, ho sofferto un po' la mia condizione 'spettatore al concerto di musica sintetica' che, riferita alle immagini, non centra veramente nulla.
Il film è carino, ma non mi ha convinto del tutto. I prossimi appuntamenti hitchcockiani saranno sicuramente più interessanti: mi attendono "Rebecca, la prima moglie" e "Gli uccelli". Ah, dimenticavo:La rassegna si chiama "Hitchcock. Il Volto e la Cosa".
Consigli: L'audio non serve...
Parola chiave: Pittore.
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