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domenica 7 luglio 2024

Film 2292 - Top Gun: Maverick

Intro: Il nuovo acquisto del proiettore mi ha stimolato la voglia di rivedere alcuni film che funzionano meglio se visti sul grande schermo. O, come in questo caso, su una grande parete.

Film 2292: "Top Gun: Maverick" (2022) di Joseph Kosinski
Visto: dal proiettore
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: già la visione al cinema mi aveva particolarmente convinto un paio di anni fa e mi era rimasta la voglia di rivedere prima o poi questa pellicola. L'arrivo del nuovo proiettore mi è sembrata una scusa perfetta. E, devo dire, sono rimasto molto soddisfatto.
"Top Gun: Maverick" è un ottimo sequel che omaggia il primo, iconico film degli anni '80 nella giusta maniera, pur riuscendo a portare avanti il racconto senza cadere nella trappola del costante rimando al titolo originale. Il protagonista è ovviamente lo stesso e i legami con la prima storia ci sono, ma la sceneggiatura fa un ottimo lavoro nel mantenere rilevanti solo quegli elementi che beneficiano la sceneggiatura di questo secondo episodio.
Non fosse già questo sufficiente, "Top Gun: Maverick" è un fantastico film d'azione che regala scene mozzafiato e costruisce sapientemente e con attenzione la suspense e la tensione attorno al focus centrale del racconto (la missione), il che contribuisce a un risultato finale soddisfacente sotto ogni punto di vista. Il montaggio serrato, gli effetti speciali e le scene mozzafiato fanno il resto.
In un momento in cui il mondo del cinema stava ancora soffrendo a causa del covid e i suoi strascichi, Cruise, il regista Joseph Kosinski e la Paramount hanno preso la decisione giusta e aspettato a portare il film al cinema, invece che regalarlo immediatamente allo streaming: "Top Gun: Maverick" è stato un fenomeno culturale, ha incassato oltre un miliardo di dollari al botteghino globale e rinvigorito la carriera di Cruise. Il che può sembrare assodato oggi, ma non lo era certo qualche anno fa. Una scommessa vinta sotto tutti i punti di vista (e la canzone di Gaga, pur non potendo eguagliare l'iconicità di "Take My Breath Away" dei Berlin, fà comunque la sua figura).
Film 2110 - Top Gun: Maverick
Film 2292 - Top Gun: Maverick
Cast: Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly, Jon Hamm, Glen Powell, Ed Harris, Val Kilmer, Lewis Pullman.
Box Office: $1.496 miliardi
Vale o non vale: Uno dei titoli migliori della stagione 2022. Per chi apprezza i film d'azione, un titolo imperdibile.
Premi: Nominato a 6 Oscar per Miglior film, canzone originale per Lady Gaga, montaggio, sceneggiatura non originale, effetti speciali e sonoro, il vinto ha vinto in quest'ultima categoria. 4 nomination ai BAFTA (fotografia, montaggio, sonoro, effetti speciali) e candidato a 2 Golden Globe (Miglior film drammatico e canzone originale per "Hold My Hand" di Gaga). 1 nomination ai Grammy per Best Compilation Soundtrack for Visual Media. 1 vittoria agli MTV Movie & TV Awards per Miglior performance in un film (per Cruise) su 6 nomination (per film, eroe, duo e 2 candidature per la miglior canzone: "Hold My Hand" e "I Ain't Worried").
Parola chiave: 10.0g.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 31 maggio 2022

Film 2110 - Top Gun: Maverick

Intro: Mercoledì finisco miracolosamente di lavorare in orario e decido di andarmene al cinema al volo (per una volta non troppo tardi). Guardo sul sito di Cineworld cosa c'è disponibile e, con mia grande sorpresa, scopro che è il giorno d'uscita di una delle pellicole che ero più curioso di recuperare. Non potevo chiedere di meglio.

Film 2110: "Top Gun: Maverick" (2022) di Joseph Kosinski
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: è innegabile, un po' di titubanza c'era. Non che fossi particolarmente fan del primo film - ma decisamente della magica canzone dei Berlin con cui Giorgio Moroder e Tom Whitlock vinsero l'Oscar nell'87 - ma si sa che è sempre un rischio andare a rimaneggiare i classici. E non c'è niente da fare, "Top Gun" è sicuramente un titolo rimasto nell'immaginario collettivo.
In aggiunta a questo aspetto, c'è anche da dire che Tom Cruise ultimamente vive di franchise, per cui a parte l'intramontabile "Mission: Impossible", un paio di episodi di "Jack Reacher" e una capatina fallimentare nel remake de "La mummia", non lo abbiamo visto fare molto altro. Anzi, non lo abbiamo proprio visto. Con un gap di 4 anni tra "Mission: Impossible - Fallout" e questa uscita (vuoi anche per il covid, ci mancherebbe), di Tom si erano un po' perse le tracce.
Quindi credo che in molti si siano approcciati a questo sequel di "Top Gun" con una certa diffidenza, che possiamo dire ormai svanita. "Top Gun: Maverick" è, infatti, già un successo commerciale e di critica e, francamente, a giusta ragione.
Va detto che il film parte un po' lento e non tanto perché, giustamente, deve ritrovare le fila di una narrazione abbandonata 36 anni fa. Più che altro nella prima parte la burocrazia militare la fa da padrone insieme a quel senso di sconfitta che deve pervadere lo spettatore rispetto al beniamino della storia, l'eroe che deve riconquistare quanto a perso per dimostrare al mondo (e all'amata) il suo valore. Capisco questa esigenza di contesto, anche se un'accelerata non avrebbe guastato.
Il tutto cambia quando, finalmente, si parte con l'addestramento. Prima gradualmente, poi nel terzo atto si fatica addirittura a prendere fiato. Scene acrobatiche, combattimenti e sparatorie in volo, percorsi impervi e una missione praticamente suicida che richiede non uno, ma bensì due miracoli (così li definiscono nel film) affinché possa essere portata a termine. C'è tanta roba in questo "Top Gun: Maverick" ed è sorprendente come siano stati in grado di filmarla e metterla insieme. Ora decisamente capisco perché per due anni Cruise ha sbandierato ai quattro venti che questo film non sarebbe mai uscito direttamente in streaming. Mossa intelligente.
Già, perché questa pellicola va necessariamente vista al cinema. Tra effetti speciali, piroette, inseguimenti, capovolgimenti, obiettivi da centrare al primo (e unico) colpo, non c'è dubbio che vivere questa nuova avventura di Pete 'Maverick' Mitchell sul grande schermo sia tutt'altra cosa.
Poco importa se certi personaggi abbiano una caratterizzazione bidimensionale o se la donna dell'eroe abbia come uniche due funzionalità quelle di essere riconquistata e di spronare il suo amato a dare il meglio di sé, di fatto il rombo dei motori di "Top Gun: Maverick" è talmente assordante - e la nostra felicità di vedere qualcosa di valore sul grande schermo che non coinvolga un supereroe tanto grande - che chiudiamo volentieri un occhio e ci godiamo appieno lo spettacolo. E che spettacolo.
Ps. Non tanto iconica quanto "Take My Breath Away", in ogni caso la canzone della scena finale, nonché quella portante della colonna sonora è "Hold My Hand" di Lady Gaga, che qui ha composto anche le musiche del film insieme a Hans Zimmer e Harold Faltermeyer.
Film 2110 - Top Gun: Maverick
Film 2292 - Top Gun: Maverick
Cast: Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly, Jon Hamm, Glen Powell, Lewis Pullman, Ed Harris, Val Kilmer.
Box Office: $282 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Un po' a sorpresa "Top Gun: Maverick" sbanca e fa jackpot, piacendo a critica e pubblico e riportando Tom Cruise sulla cresta dell'onda dopo anni di star power un po' annebbiato. Da vedere? Assolutamente. E rigorosamente al cinema.
Premi: /
Parola chiave: Missione.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 8 giugno 2021

Film 2018 - Baby Driver

Intro: La serata è poi continuata con uno dei miei personalissimi preferiti.

Film 2018
: "Baby Driver" (2017) di Edgar Wright
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Rafael, Oisin
In sintesi: sempre un grandissimo piacere rivedere Baby in azione. La colonna sonora è perfetta, la sincronizzazione immagini-musica magistralmente architettata, le scene d'azione (specialmente quelle in macchina) sono qualcosa di fenomenale.
I suoi protagonisti non staranno vivendo un magico momento di carriera (Elgort e Spacey), ma il film funziona sempre alla grande.
Film 1443 - Baby Driver
Film 1733 - Baby Driver
Film 2018 - Baby Driver
Cast: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Eiza González, Jon Hamm, Jamie Foxx, Jon Bernthal, CJ Jones, Flea, Sky Ferreira.
Box Office: $226.9 milioni
Vale o non vale: Magari non un titolo per tutti e sicuramente non per tutta la famiglia, ma un grandissimo film d'azione che lascia incollati alla sedia dall'inizio alla fine.
Premi: Candidato a 3 Oscar per Miglior montaggio, mixaggio sonoro e montaggio sonoro, ha vinto il BAFTA per il Miglior montaggio (su 2 nomination, la seconda per il sonoro). Candidato al Golden Globe per il Miglior attore protagonista musical o commedia (Elgort). Candidato al Grammy per Best Compilation Soundtrack for Visual Media.
Parola chiave: Mom.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 29 giugno 2020

Film 1733 - Baby Driver

Intro: Di nuovo a Auckland e povero in canna, con Karen abbiamo cominciato a guardare un sacco di film da casa, scegliendo tra la mia selezione personale di pellicole. Una serie di pomeriggi piacevoli passati comodamente seduti sul divano tra popcorn al caramello (pururu in Argentina) e la mia iniziazione alla mia futura dipendenza: il mate.
Film 1733: "Baby Driver" (2017) di Edgar Wright
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen
In sintesi: sono rimasto affascinato da questo film la prima volta che l'ho visto e anche questa seconda visione non mi ha deluso! Ritmato, divertente e godibile, "Baby Driver" beneficia di un grandissimo cast, un montaggio adrenalinico e una colonna sonora pazzesca. Vedere per credere.
Film 1443 - Baby Driver
Film 1733 - Baby Driver
Film 2018 - Baby Driver
Cast: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Eiza González, Jon Hamm, Jamie Foxx, Jon Bernthal, Flea, Sky Ferreira.
Box Office: $226.9 milioni
Vale o non vale: Adrenalina, grande colonna sonora, una storia che funziona dall'inizio alla fine e un grande cast, il tutto per un film che regala un paio d'ore di perfetto intrattenimento.
Premi: Candidato a 3 Oscar per il Miglior montaggio (un furto che non abbia vinto) e mixaggio e montaggio sonoro; una candidatura ai Golden Globes per il Miglior attore protagonista (Elgort) e 1 BAFTA vinto su 2 nomination per il Miglior montaggio. 1 nomination ai Grammy per Best Compilation Soundtrack for Visual Media.
Parola chiave: Debito.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 9 giugno 2020

Film 1719 - Bad Times at the El Royale

Intro: Sempre sull'aereo, sempre alla ricerca di film da recuperare.
Film 1719: "Bad Times at the El Royale" (2018) di Drew Goddard
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: le critiche sembravano buone, il cast è da grandi occasioni, il trailer intrigante, per cui avevo tutte le migliori intenzioni quando ho scelto di vedere "Bad Times at the El Royale". La verità è che niente di questo film mi ha veramente convinto e ho trovato il tutto abbastanza insignificante, sicuramente non memorabile come, invece, tutta l'operazione (commerciale) sembrerebbe suggerire. Peccato, perché mi aspettavo una pellicola di buon intrattenimento e con qualcosa da dire quando, invece, è risultato essere più che altro un prodotto narcisista e intricato senza essere soddisfacente. Sembra che Chris Hemsworth, oltre agli Avengers, continui a non azzeccarne una.
Cast: Jeff Bridges, Cynthia Erivo, Dakota Johnson, Jon Hamm, Cailee Spaeny, Lewis Pullman, Chris Hemsworth, Xavier Dolan, Nick Offerman, Lewis Pullman, Jim O'Heir.
Box Office: $31.9 milioni
Vale o non vale: Mi aspettavo grandi cose e, invece, "Bad Times at the El Royale" non è davvero niente di che. Le atmosfere sono anche giuste, ma la strada intrapresa è meno originale di quanto l'intricata narrazione vorrebbe far pensare. Si può vedere, ma nessuna grande aspettativa.
Premi: /
Parola chiave: Rapina.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 27 marzo 2020

Film 1852 - Richard Jewell

Intro: Ammetto che non ci fossero, per me, troppe attività ludiche in quel di Ushuaia. Una di queste è stata sicuramente l'andare al cinema nel multiplex alle porte della città argentina, un appuntamento settimanale che mi ha tenuto non poca compagnia nell'arco dei tre mesi che ho passato in Terra del Fuoco. Un pomeriggio ho proposto alla mia amica Claudia di accompagnarmici, avendo trovato il titolo perfetto per accontentare entrambi, io fan di Clint Eastwood e lei appassionata di pellicole basate su storie vere.
Film 1852: "Richard Jewell" (2019) di Clint Eastwood
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Claudia
In sintesi: sembra che Eastwood ultimamente si stia concentrando sulla figura dell'eroe, analizzandola da vari punti di vista. C'è stato l'eroe patriottico con il fucile in mano di "American Sniper", quello che previene una catastrofe grazie a nervi freddi e lucidità di "Sully" e quello rappresentato qui, eroe e martire di una vicenda che ha a dir poco dell'incredibile.
La storia di "Richard Jewell" è surreale e difficile da digerire ed Eastwood la presenta senza esclusione di colpi, anche se i toni sono sempre pacati e, per certi versi, gentili. Saranno il contegno e la dedizione di Jewell o la sua incredibile capacità di piegarsi al destino - che sembra volerlo vedere fallire a tutti i costi - pur non rinunciando mai ai suoi valori e alla sua etica, di fatto questa pellicola potenzialmente tragica per toni e narrazione è, in realtà, estremamente pacata. Devo dire che, da un certo punto di vista, l'approccio al racconto mi ha ricordato molto quello dello stesso "Sully" o di "Gran Torino" o ancora del più recente "The Mule", tutte storie che sarebbero potute essere state raccontate in tonalità ben più drammatiche e sensazionalistiche e, invece, scelgono un approccio più moderato, non gridato, il tutto per un risultato finale che, forse proprio per questo, è ancora più potente. Magari "Richard Jewell" avrebbe necessitato di un minimo di pepe in più - se così si può dire -, di una spinta adrenalinica che infuocasse anche il pubblico meno affezionato alle opere più recenti del grandissimo Eastwood. Personalmente ho trovato questo prodotto efficace e ben realizzato, anche se il risultato al box-office è stato estremamente deludente ($45 milioni solo per produrre la pellicola), con uno degli esordi al botteghino americano più disastrosi di sempre. D'altronde, stritolato tra una marea di sequel e una data di uscita (13 dicembre) che richiama un pubblico attratto più dallo svago che dall'impegno, il film ha finito per perdere di visibilità. Ed è un peccato, perché si tratta di un buon prodotto che non manca di far riflettere - specialmente sul ruolo rivestito dai media nella società odierna - e mettere a fuoco una storia vera che, altrimenti, per molti sarebbe rimasta sconosciuta. Buon cast e ottime performance di Paul Walter Hauser, qui nel ruolo di protagonista, e una Kathy Bates che ci ricorda ancora una volta perché sia una tra le migliori attrici in circolazione.
Cast: Paul Walter Hauser, Sam Rockwell, Kathy Bates, Jon Hamm, Olivia Wilde, Nina Arianda, Ian Gomez.
Box Office: $43.6 milioni
Vale o non vale: Chi ama i recenti lavori di Eastwood dovrebbe rimanere soddisfatto anche da questo nuovo titolo, un buon prodotto di qualità capace di interessare lo spettatore e lasciarlo con non poco su cui riflettere a fine visione. Non un film per ogni occasione, ma sicuramente una scelta da considerare quando si sia alla ricerca di una pellicola non solo ben fatta e interessante, ma capace anche di proporre allo spettatore spunti di riflessione e perché no, anche per un'autoanalisi. Lo consiglio.
Premi: Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior attrice non protagonista.
Parola chiave: Media.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 25 novembre 2017

Film 1443 - Baby Driver

Non avevo la minima intenzione di perdermi questo film, curiosissimo di comprenderne la chiave di tanto successo. Così, appena è stato possibile, sono andato al cinema a vederlo.

Film 1443: "Baby Driver" (2017) di Edgar Wright
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Per il momento tra i film più belli che ho visto quest'anno, forse il migliore. Perfetto senso del ritmo, ottima storia, grandissime scene d'azione, atmosfera retrò, cast magnifico, un protagonista davvero azzeccato e una colonna sonora pazzesca per una pellicola che è tutta adrenalina, ritmo e azzardo. Pur non sapendolo in anticipo, mi sono lasciato condurre in questa storia da quel genio che vi è dietro ai vari "Hot Fuzz", "L'alba dei morti dementi" e nientemeno che il magnifico "Scott Pilgrim vs. the World", ovvero Edgar Wright, che si produce nuovamente in qualcosa di fantastico.
"Baby Driver" è adrenalina al tempo di musica, è la faccia prepuberale di un Ansel Elgort che impugna la pistola, è uno sfondo rosa che incontra la peggio malavita, è una sparatoria e una fuga con il bottino. Sono tantissimi gli elementi che contraddistinguono questa pellicola, un collage fatto di pezzi così diversi tra loro che, però, si incastrano perfettamente a formare un interessante e brillante esperimento, quasi un gioco a volte, spessissimo un esercizio di stile. Il risultato è riuscito e ed fortissimo, un titolo di quelli buoni che non si vedono tanto spesso.
Che tutto qui funzioni come si deve lo si capisce in pochissimo tempo: basta la prima scena con Elgort che mima e gesticola la canzone 
("Bellbottoms" degli The Jon Spencer Blues Explosion) che sta ascoltando con l'iPod mentre gli altri rapinano la banca per farsi subito l'idea di una pellicola, una storia con personalità; la scena successiva con i vari inseguimenti in macchina, tutti acceleratore e freno a mano, ci assicurano che non mancherà nemmeno di carattere e grinta. Insomma, un action movie con tutte le carte in regola.
L'unico punto debole di tutta l'operazione, a mio avviso, sta nel momento in cui il super cattivo Kevin Spacey - che strano vederlo sul grande schermo ora che gli è esplosa la bomba dello scandalo sessuale tra le mani - deciderà di rinnegare il suo credo criminale e aiutare i due innamorati in fuga in nome di un passato romanticismo. Forse questa ce la potevamo risparmiare visto il contesto.
Detto ciò "Baby Driver" rimane un grandissimo titolo capace non solo di mantenere il ritmo, ma proprio di crearne uno personale, nuovo, che ribadisce un altro modo di fare cinema e di raccontare storie d'azione tramite l'appassionante visione del signor Wright. Nel frattempo... odore di Oscar?
Film 1443 - Baby Driver
Film 1733 - Baby Driver
Film 2018 - Baby Driver
Cast: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Eiza González, Jon Hamm, Jamie Foxx, Jon Bernthal, Flea, CJ Jones, Sky Ferreira.
Box Office: $226.9 milioni
Consigli: Bello, coinvolgente, rampante, un film potentissimo e dalla chiarissima visione d'insieme, un prodotto non solo riuscito tecnicamente, ma anche qualitativamente. Storia e ritmo si fondono insieme per raccontare le avventure di un ragazzino capace di guidare le macchine come nessun altro, innamorato della ragazza giusta, ma totalmente immerso nella peggiore delle situazioni. Tra rapine, omicidi, sgommate, sparatorie e una marea di iPod, "Baby Driver" si fa strada ad altissima velocità tra i migliori prodotti di questo 2017. Da vedere assolutamente e ascoltare attentamente.
Parola chiave: Musicassetta.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 8 ottobre 2015

Film 1011 - Minions

Qualche sabato fa dovevamo andare a vedere "Mission Impossible 5" e siamo finiti a vedere questo...

Film 1011: "Minions" (2015) di Kyle Balda, Pierre Coffin
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Per essere un film senza trama ha avuto un bel po' di successo.
Non sono mai stato fan sfegatato di "Cattivissimo me" e derivati, anche se è innegabile che si tratti di un prodotto carino e simpatico, sufficientemente fuori dai canoni per spiccare in un universo cartoon sempre più affollato. Anche "Minions" vive degli stessi principi e sublima l'incapacità comunicativa dei suoi personaggi attraverso una serie di gag continue che lasciano lo spettatore praticamente sopraffatto, ma in fin dei conti divertito.
Di nuovo, non posso dire di essere rimasto particolarmente colpito da questa operazione commerciale e pur trovando simpatici i suoi protagonisti, non provo nessuno slancio particolare nei confronti dei minions. Sono gialli, pazzi, in cerca di un padrone cattivo, combinano casini e mangiano banane e - gridiamolo - il tutto finisce qui. Non c'è una trama, ma solo un filo narrativo necessario per portare nuovamente al cinema una saga che con 3 film è riuscita a raccimolare qualcosa come $2,594,246,450 (spendendone $219 milioni!). Capisco che provare il colpaccio con "Minions" fosse praticamente necessario per la Illumination Entertainment e la Universal ed evidentemente avevano ragione, però a livello di contenuti siamo all'osso. E' molto carina l'idea di introdurre la storia attraverso la voce fuori campo modello documentario (e affidare il doppiaggio italiano ad Alberto Angela è una genialata) e l'impronta evoluzionistica contestualizza a dovere l'origine dei minions; per il resto niente è particolarmente rilevante, semplicemente una sequela di vicissitudini assurde e certamente comiche che portano all'inevitabile finale. Diciamo che speravo un po' meglio, ma alla fine il tutto è conforme alle mie aspettative.
Quindi no, "Minions" non mi ha fatto innamorare, anche se vederlo è stato piacevole e il risultato finale è un film d'animazione per bambini innoquo e piacevole, un'avventura nonsense veloce e frenetica di totale intrattenimento.
Film 187 - Cattivissimo me
Film 609 - Cattivissimo me 2
Film 1011 - Minions
Film 2124 - Minions: The Rise of Gru
Cast: Sandra Bullock, Jon Hamm, Michael Keaton, Allison Janney, Steve Coogan, Jennifer Saunders, Pierre Coffin, Steve Carell, Geoffrey Rush, Hiroyuki Sanada, (versione italiana) Luciana Littizzetto, Fabio Fazio, Selvaggia Lucarelli, Max Giusti, Alberto Angela.
Box Office: $1.146 miliardi
Consigli: Classico titolo per tutta al famiglia, vero campione d'incassi e ormai fenomeno culturale. I "Minions" si appropriano del grande schermo da protagonisti e lo fanno senza sbalordire particolarmente, pur rimanendo gialli e folli come piace al grande pubblico. Uno spin-off più di successo dei due originali, uno dei titoli più attesi dell'anno: va visto e lo si può fare a cuor leggero. La trama non c'è, il divertimento non manca e tutto sommato il risultato finale è ok.
Parola chiave: Expo-Cattivi.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 29 gennaio 2015

Film 867 - Ultimatum alla Terra

Sempre stato curioso di vederlo, ma non c'era mai stata occasione...

Film 867: "Ultimatum alla Terra" (2008) di Scott Derrickson
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Per essere un film lentissimo in cui non succede nulla e i cui effetti speciali sono terribili, direi che questo "The Day the Earth Stood Still" (titolo originale) versione 2008 è stato piuttosto fortunato al box office.
Probabilmente anche questo aspetto del successo così clamoroso al botteghino mi aveva lasciato la curiosità di capire cosa ci fosse di buono qui, per non parlare del fatto che le due protagoniste femminili sono Jennifer Connelly e Kathy Bates, due attrici che seguo sempre con interesse. Peccato che questo insieme di (teoricamente) buoni segnali sia stato solo ingannevole, dato che davvero questa pellicola è qualcosa di inquadrabile. Premesso che - e non mi era mai capitato - l'ho dovuto vedere a più riprese perché ciclicamente ogni 20 minuti circa prendevo sonno dalla noia, anche volendo concedere a questo film il beneficio del dubbio relativamente alla possibilità che vedere tutti di fila i 104 minuti di pellicola possa salvare qualcosa, rimane palese che qui manchi del tutto qualcosa da dire. C'è l'attacco alieno, ma l'alieno poi molla tutto perché intuisce che nell'uomo (distruttore del suo pianeta) dopotutto c'è qualcosa di buono. Ora, diciamocelo: sul serio?
Insomma, dopo tutta una premessa di distruzione, morte, sconforto per l'attacco imminente, paura per i cittadini del pianeta, ecco che tutto si risolve perché il nostro alieno ambasciatore di sventura Klaatu/Keanu Reeves capisce che l'essere umano è in definitiva capace di umanità. A me sembra tutto un po' ridicolo, soprattutto perché lo stesso Klaatu era già stato messo in avviso di questa nostra peculiarità da un suo simile infiltrato per anni sulla Terra, quindi niente di nuovo sotto il sole. E, aggiungo, dopo tutto sto pippone di minacce di distruzione che sembra un piano intergalattico per debellare il male sulla Terra, basta il volere di un unico alieno per decidere di chiudere baracca e burattini e tornarsene a casa. Mah...
Curioso, invece, che Jennifer Connelly sia nuovamente implicata in una storia in cui sia centrale il salvare una coppia di ogni razza animale terrestre per permetterne la sopravvivenza: a 6 anni da questa pellicola, l'anno scorso l'abbiamo infatti vista in "Noah" in cui il diluvio universale era parte centrale della trama.
Comunque, per concludere, direi che "Ultimatum alla Terra" è un brutto remake, privo di qualcosa di originale da dire, noioso, senza suspense e molto lento. Keanu Reeves è un alieno perfetto: non invecchia mai.
Box Office: $233,093,859
Consigli: Francamente un titolo di cui si può fare a meno, nonché un remake assolutamente evitabile. Il buon cast (Keanu Reeves, Jennifer Connelly, Jaden Smith, Kathy Bates, Jon Hamm, John Cleese, Kyle Chandler) è sprecato per una storia senza appeal, molto lenta e che si fatica a seguire per mancanza di spunti interessanti o momenti adrenalinici. L'invasione aliena promessa è solo un miraggio e qualche effettuccio speciale e il gigantesco umanoide apparentemente invincibile dal nome che sembra un rutto GORT (Generatore Organico Robo-Tecnologico) non posso salvare una storia che non ha nulla da dire nell'epoca in cui viene concepita e portata all'attenzione del pubblico. Peccato, un'occasione persa.
Parola chiave: Sfera.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 2 dicembre 2014

Film 828 - Le amiche della sposa

Ogni tanto si ritorna a guardare quelle pellicole simpatiche che vanno per un po' per ogni occasione...

Film 828: "Le amiche della sposa" (2011) di Paul Feig
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: E' inutile, "Bridesmaids" è diventato per me un piccolo cult della commedia USA, spassosissimo prodotto firmato dalla stessa Kristen Wiig (e Annie Mumolo) che è protagonista. Sufficientemente sboccato da suscitare più di una risata, ben equilibrato nelle sue parti più o meno comiche, con un cast veramente ben assortito e perfettamente in parte (Wiig, Maya Rudolph, Rose Byrne, Chris O'Dowd, Melissa McCarthy, Wendi McLendon-Covey, Ellie Kemper, Jill Clayburgh, Matt Lucas, Rebel Wilson). Insomma, uno dei miei personali evergreen!
Film 309 - Le amiche della sposa
Film 480 - Le amiche della sposa
Film 828 - Le amiche della sposa
Film 2188 - Bridesmaids
Box Office: $288,383,523
Consigli: Se si ha voglia di un prodotto divertente e spensierato questo è uno dei titoli più indicati, non mi delude mai! Perfetto per una serata tra amici, ma anche un qualunque momento in cui si ha semplicemente bisogno di spegnere il cervello e farsi qualche piacevole risata senza pensieri.
Parola chiave: Amicizia.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 2 gennaio 2013

Film 495 - Urlo

Una pellicola che volevo recuperare da molto tempo, ma che non avevo mai avuto l'occasione di vedere. Ci volevano il momento giusto e, soprattutto, la compagnia giusta.


Film 495: "Urlo" (2010) di Rob Epstein, Jeffrey Friedman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Leoo
Pensieri: Un film su Allen Ginsberg l'avevo già visto di recente ("On the Road"), ma non avevo ancora collegato il nome al personaggio e, quindi, a questo film. Tralasciando l'esperienza della pellicola con la Stewart e Hedlund, "Howl" dei registi Epstein e Friedman è davvero uno strano esperimento di cinema, nonché un'inaspettata e non convenzionale esperienza.
Innanzitutto il connubio di immagini in bianco e nero, a colori e in aggiunta momenti di narrazione animata (cartoon) molto suggestiva, creano un insolito mix che all'inizio confonde un po', poi prende la sua forma nella cornice dell'opera.
In effetti trasporre un poema (molti passaggi vengono letti) sullo schermo non era un'impresa facile; mixarlo con momenti di vita dell'autore e aggiungerci perfino il processo americano all'editore del libro, Lawrence Ferlinghetti, ancora meno. Eppure, a mio avviso, la sfida è vinta.
Le ipnotiche, caotiche ed erotiche immagini disegnate accompagnano la lettura di un'opera complessa e particolare rendendo il messaggio più accessibile e addolcendo quello che a volte è un linguaggio molto scurrile. Non è un prodotto per tutti, me ne rendo conto, però è certamente apprezzabile lo sforzo di rapportarsi a "Urlo" cercando di esprimere e riportare in immagini le emozioni che la lettura del poema trasmette. Diciamo che, in fin dei conti, è premiabile anche solo per la fantasia dei suoi autori.
Inutile dire, poi, che mi sono molto interessato alla parte del processo, che racconta in maniera molto chiara la disavventura giudiziaria (finita positivamente) di quel Ferlinghetti che decise, nel 1956, di pubblicare Ginsberg. Scelta coraggiosa (oltre che lungimirante).
Per quanto riguarda, invece, l'interpretazione di James Franco posso solo dire che l'ho apprezzata. Non avendo presente Allen Ginsberg (a livello di modo di parlare, espressioni o caratteristiche peculiari espressamente sue) e, soprattutto, avendo guardato il film in italiano, posso solamente limitarmi a dire che Franco mi è sembrato capace di reggere un ruolo difficile e per niente scontato.
La storia d'amore tra lo scrittore e Peter Orlovsky è tenera; la necessità di sperimentare le esperienze della vita segue un principio che secondo me ha senso; che si possa utilizzare un linguaggio volgare anche in un contesto letterario - anche se chiaramente oggi è un tipo di critica che non ha più valore - mi sembra un diritto rivendicabile dall'autore, che lascerà al lettore la possibilità di scegliere se il risultato finale gli piacerà o meno; che nella vita si possa anche non capire una cosa, ma che non per questo la conseguenza necessaria sia che quella cosa è brutta o sbagliata, mi pare (utopicamente) imprescindibile. Tutti questi elementi sommati direi che hanno concorso alla strutturazione in me di un giudizio positivo riguardo a questo "Urlo" cinematografico che più che sperimentale (come ha fatto la maggior parte della critica) definirei coraggioso.
Un film che affonda profondamente nel testo che vuole analizzare e ne esalta - spesso molto efficacemente - temi e poetiche, sottolineando in maniera forte la necessità di essere ed esprimere sé stessi, un diritto che non può essere messo sotto censura.
Consigli: Bisogna prepararsi ad un'altalena di emozioni, a una carrellata visiva di immagini potenti ed evocative, ad un testo letterario difficile e intenso, ad un prodotto filmico che sconfina in diversi generi e modi di fare cinema. Per chi ama la poesia, Ginsberg, la libertà di espressione (di sé) e biopic è certamente un titolo che non può essere perso.
Parola chiave: Beat generation.

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Ric

giovedì 15 novembre 2012

Film 480 - Le amiche della sposa

Comprato il dvd, non potevo certo aspettare molto per vederlo!

Film 480: "Le amiche della sposa" (2011) di Paul Feig
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: L'ho già detto, ma mi ripeto: "Bridesmaids", insieme a "Ted", è il film comico che ho preferito di più in questo periodo di grande magra da divertimento. E' volgare e sbroccato, ma non importa, perchè fa ridere. E per davvero.
Nonstante fosse per me la seconda visione, ho davvero apprezzato la comicità e l'interpretazione sottotono di Kristen Wiig, l'eccentricità di Melissa McCarthy e, in generale la performance di gruppo che le attrici riescono a dare. Perfettamente odiosa, poi, Rose Byrne, una vera sorpresa di malignità.
Momento da gelare il sangue quello del discorso della damigella d'onore e della nuova migliore amica alla sposa (Maya Rudolph), mentre il momento più imbarazzante in assoluto è quando quest'ultima se la fa addosso nel vestito da sposa. Carino al limite del coccoloso Chris O'Dowd, una specie di fidanzato perfetto in divenire.
L'insieme degli elementi della trama concepita e scritta dalla Wiig stessa e Annie Mumolo è veramente piacevole e, a volte, di quell'assurdo originale che non ti fa smettere di ridere. Diciamo che, in inglese, si potrebbe parlare di 'weird moments'.
Insomma, dopo questa seconda visione sono diventato un vero fan di questa pellicola!
Ps. Due nomination all'Oscar di quest'anno: Miglior sceneggiatura originale e Miglior attrice non protagonista (la McCarthy).
Film 309 - Le amiche della sposa
Film 480 - Le amiche della sposa
Film 828 - Le amiche della sposa
Film 2188 - Bridesmaids
Consigli: Sempre divertente. Da vedere e rivedere, possibilmente in compagnia!
Parola chiave: Damigella d'onore.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 30 settembre 2011

Film 309 - Le amiche della sposa

Una delle pellicole più attese della stagione dopo lo strepitoso successo riscosso in America durante la stagione estiva. Imperdibile!

Film 309: "Le amiche della sposa" (2011) di Paul Feig
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Alice, Diego, Jé, Marco
Pensieri: “Bridesmaids” è uno dei film più divertenti che abbia visto ultimamente. Non certo originale, ma riuscitissimo nelle gag proposte grazie alle sue protagoniste (Kristen Wiig e Maya Rudolph vengono dal “SNL” e si vede) e ad ottimi tempi comici.
La storia è semplice: la migliore amica di Annie sta per sposarsi e le chiede di essere la damigella d’onore ergo organizzare l’addio al nubilato e altri dettagli del matrimonio. Il caso vuole che anche la nuova ‘amicona’ della sposa, Helen/Rose Byrne, voglia arrogarsi questo ‘diritto’. Si sprecheranno le situazioni comiche.
Presentato come un “The Hangover” al femminile - più per le situazioni grottesche che per la trama in sé - ho trovato molto più piacevole e azzeccato questo film. Al di là del grande rumore riguardo alla comicità spesso molto fisica e poco sofisticata che i 132min di pellicola propongono (e che la produzione del film si è tanto adoperata a pubblicizzare per non far ricadere “Le amiche della sposa” nel cliché di commedia rosa o chick flick agli occhi del pubblico maschile), ho trovato il prodotto in sé davvero divertente. Si ride bene e di gusto.
Ben rappresentati i personaggi delle 5 damigelle dalle rispettive attrici (Melissa McCarthy - fresca fresca di un Emmy come Outstanding Lead Actress in a Comedy Series per "Mike & Molly" - è fantastica e spassosamente disgustosa), ognuna diversa dall’altra fino ai limiti dell’assurdo. Impastano bene nonostante un gruppo così eterogeneo. Ottima idea, poi, quella di affidare il ruolo del bastardo ‘scopamico’ di Annie a Jon Hamm (“Mad Men”), veramente strepitoso nel ruolo.
Insomma, consiglio vivamente la visione di questa pellicola spassosissima!
Ps. 35mln di dollari di spesa e un incasso mondiale di $281,000,000.
Film 309 - Le amiche della sposa
Film 480 - Le amiche della sposa
Film 828 - Le amiche della sposa
Film 2188 - Bridesmaids
Consigli: Assolutamente un film da grandi compagnie: ci si diverte tantissimo!
Parola chiave: Amicizia.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 24 aprile 2011

Film 243 - Sucker Punch

Ecco una pellicola che non vedevo l'ora di guardare! Mesi di attesa...


Film 243: "Sucker Punch" (2011) di Zack Snyder
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Diego, Andrea, Marco, Andrea Puffo, Marco C., Andrea, Davide
Pensieri: Pareri discordi già all’inizio dei titoli di coda. Ma non lasciatevi distrarre, una chicca del film è servita proprio in quel momento. Per chiacchierare di questo Sucker Punch ci sarà tempo fuori dalla sala.
Già perchè, sicuramente, non saprete astenervi dal commentarlo. Bello? Brutto? Visionario? Cazzata? Non sarà facile esprimersi su un film del genere.
Innanzitutto bisogna tenere a mente chi lo ha creato. Zack Snyder è stato regista di film piuttosto famosi quali "L’alba dei morti viventi", "300" e "Watchmen", tutti nello specifico abbastanza particolari e, soprattutto, molto spettacolari per quanto riguarda computer grafica ed effetti speciali.
Questa pellicola, uscita il 25 marzo in buona parte del mondo tra cui l’Italia, non è da meno. Un guazzabuglio di mondi, realtà, mostri, zombie, armi e combattimenti a ritmo di una colonna sonora da urlo. Ma cominciamo dall’inizio.
Emily Browning ("Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi") è Baby Doll, visino angelico di porcellana e labbra carnose al limite del botox, quasi stuprata dal patrigno il giorno della morte della madre che finisce per uccidere la sorellina nel tentativo di salvarla dalle grinfie del disgustoso uomo. A questa premessa di sole immagini e musica – tra un rallenty e un accorgimento stilistico e l’altro (bello il bottone che rotola sul pavimento) – segue l’ingresso nell’istituto di igiene mentale in cui si svolge la parte reale del film. L’incontro di lì a cinque giorni con High Roller/Jon Hamm ("Mad Men") per quella che, in una delle realtà parallele (quella della casa chiusa), sarà la sua prima esperienza sessuale la spinge a mettere in atto la sua personale rivolta. Si scoprirà ballerina ipnotizzatrice, capace con le sue movenze (che non si vedranno mai, sia chiaro) di ammaliare ogni uomo a lei di fronte. E, inoltre, grazie alla danza avrà accesso ad una serie di realtà parallele in cui affrontare tutte le sfide per ottenere la libertà. Compagne di viaggio in questa fuga da Alcatraz saranno Sweat Pea (in italiano misteriosamente mutato in Sweetie)/Abbie Cornish ("Bright Star"), Rocket/Jena Malone ("Donnie Darko"), Blondie/Vanessa Hudgens ("High School Musical") e Amber/Jamie Chung ("Un weekend da bamboccioni"). Dirige il bordello Madam Gorski/Carla Gugino (Sin City), ovvero la dottoressa psichiatra nella realtà del manicomio.
Scopo dei mondi paralleli – oltre all’ovvio motivo di dare al film una spinta fantasy e action – quello di definire le missioni di Baby Doll & Co. al fine di collezionare i cinque oggetti che permetteranno loro la fuga: mappa, fuoco, coltello, chiave e… la quinta cosa è un mistero (neanche troppo complesso da immaginare). Ottenuti i cinque oggetti non resterà che tentare la fuga. Non mancheranno vittime lungo il cammino…
Come si noterà, la trama non risulta particolarmente innovativa. E’ più inusuale dal punto di vista della messa in scena. Realtà parallele su più livelli – a volte difficili da incastrare insieme – ricordano molto (alla lontana) il bellissimo "Inception" di Nolan, ma con un riscontro nella trama molto meno onirico. Gli effetti speciali sono da 10 e lode e, inevitabilmente, rimandano al "300" dello stesso regista, forse anche per via della natura massacro-violenta con toni ricercatamente epici che anche questa pellicola presenta. Il marchio di Snyder è piuttosto evidente e piace più che altro per la cura dei dettagli quasi maniacale. La resa dell’immagine è ricercata, come del resto il taglio delle inquadrature (notare la contrattazione tra patrigno e Blue Jones/Oscar Isaac: Baby Doll è in primissimo piano e dovrebbe essere sfocata, per poter inquadrare sullo sfondo i due uomini, ma non lo è. Non vi ricorda, per caso, una scena di "Quarto potere" di Welles?). Insomma, dal punto di vista visivo è un’esperienza davvero potente.
Altra nota a favore è per la colonna sonora davvero azzeccata. Pezzi di Bjork, Queen, Emiliana Torrini riarrangiati ed esaltati dalle immagini fanno faville. La Love Is the Drug cantata da Gugino e Isaac nei titoli di coda è decisamente ben riuscita e riporta alle atmosfere di film come "Moulin Rouge!" e "Burlesque" sganciandosi in maniera netta dall’immagine del film data fino a quel momento. Spiazzante ma bello.
Rock e atmosfere da videogioco ricordano anche il recente e bellissimo "Scott Pilgrim vs. the World" con una virata dark alla "Silent Hill" davvero niente male. L’effetto finale, nel complesso, è, a mio avviso, riuscito.
Ovviamente non a tutti piacerà. I limiti evidenti di una pellicola come questa sono molti. I dialoghi, per esempio, a volte banali e scontati, a volte fastidiosamente esagerati da toni solenni e retorici che spengono un po’ l’interesse dello spettatore. La trama, poi, come si è visto non ha nulla di speciale e, anzi, a volte presenta dei buchi che non semplificano la comprensione di chi guarda (per esempio: Amber e Blondie esistono davvero nella realtà del manicomio?).
Da aggiungere che, tra tutti gli scenari, la parte del manicomio è piuttosto lenta e richiede una certa pazienza; come, del resto, la richiedono i vari moneti-lacrima a fiume che spezzano il ritmo adrenalinico dei segmenti di azione e sparatorie per riportare il tutto ad una dimensione da camerata al femminile di una qualunque caserma. Altalentante.
E ancora: la Browning è zuccherosa e ha occhioni enormi incantatori, ma alla lunga è stucchevole. Il viso rigonfio agli zigomi stanca e l’espressione costantemente smarrita alla Frodo riporta spesso la mente a chiedersi se anche lei non si stia dirigendo effettivamente al Monte Fato…
Insomma, a meno che non siate amanti del genere ragazzine con la spada-bombardamenti a gogo-dimensione surreale (Tarantino docet) è bene che siate preparati ad un’avventura non convenzionale. Bisogna prendere "Sucker Punch" per quello che è, senza pretendere che sia un capolavoro. E’ perfettamente inseribile nella filmografia di Snyder come suo film ‘classico’ e forse è proprio questo il suo più grande pregio.
Consigli: Da vedere se non altro per un'esperienza differente. E per farsi un'idea personale su un film che fa decisamente parlare di sé.
Parola chiave: Lobotomia.

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Ric

lunedì 28 marzo 2011

Film 237 - The Town

Altro giro altro regalo. A febbre ormai domata, un film che desideravo vedere già da un po'.


Film 237: "The Town" (2010) di Ben Affleck
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sforzandomi per ritrovare lo slancio dopo un periodo di lunga e faticosa magra 'creativa', eccomi che ritorno, dopo giorni di attesa, su questo "The Town" che ho visto ormai più di tre settimane fa. Tra la primavera ormai sbocciata e una personale apatia, non è stato facile ritrovare la voglia per buttare giù il mio (sempre personalissimo) pensiero su questa pellicola. Cominciamo.
Ben Affleck torna alla regia dopo il successo di critica del precedente "Gone Baby Gone" (una nomination agli Oscar per Amy Ryan come attrice non protagonista), ma, questa volta, prende parte in prima persona al suo progetto. Lo rivediamo, così, nei panni di attore che aveva dismesso da un po' (ultima parte che si ricorda in "State of Play" e nemmeno tanto memorabile).
Il risultato complessivo di questo film è buono. L'insieme tiene, gli attori sono tutti molto capaci e credibili nel proprio ruolo. Particolarmente impressi rimangono Jeremy Renner (con quella faccia un po' cagnesca) e la delicatezza di Rebecca Hall ("Vicky Cristina Barcelona") che, nel film, è vittima e chiave della storia. Interessante poi lo spunto rapina-malavita-tentativo di uscirne, sviluppato in maniera neanche troppo banale nonostante le innumerevoli variazioni sul tema.
La regia è funzionale alla narrazione aiutata da un buon montaggio che tiene bene la suspance nei vari episodi delle rapine. Il mix finale è più che positivo.
Nel periodo pre-Oscar di quest'anno, tra l'altro, si era molto parlato di questa pellicola come una delle favorite alle categorie principali. Nella realtà, le cose sono andate un po' peggio: un'unica nomination di Renner (la seconda in due anni dopo quella per "The Hurt Locker") come attore protagonista. Il vincitore è poi stato Christian Bale per "The Fighter".
Curiosità. Alcuni degli attori del cast vengono dal mondo della tv: Jon Hamm ("Mad Men") e Blake Lively ("Gossip Girl").
E' il penultimo film dell'attore Pete Postlethwaite - conosciuto ai più per cult come "Nel nome del padre", "I soliti sospetti" e di recente visto in "Inception" - morto il 2 gennaio di quest'anno.
Cameo per il premio Oscar Chris Cooper, qui padre galeotto di Affleck/Doug MacRay.
Consigli: Un film interessante, specialmente nella prima parte, con una bella scena di rapina in banca. Perde un po' nel finale con una certa retorica da film di genere che richiede il sacrificio degli antieroi. Tutto sommato, comunque, da vedere (con attenzione).
Parola chiave: Krista Coughlin.

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Ric