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domenica 4 maggio 2025

Film 2359 - Trap

Intro: Niamh and I have a list of film we want to watch. She doesn't necessarily remembers them all, but I do. This is one of the movies on the list that we didn't manage to watch at the movies whe it came out.

Film 2359
: "Trap" (2024), M. Night Shyamalan
Watched on: The projector
Language: English
Watched with: Niamh
Thoughts: I've been saying it for ages now regarding M. Night Shyamalan's movies: great concept, poor execution.
I think we can all agree that Shyamalan has been trying to channel that plot twist from the ending of "The Sixth Sense" ever since, it's there in all of his movies. Sometimes it works, most times it doesn't, because in order to convey the crazy unexpect turn, he has to sacrifice part of his idea, or the audience trust, or in general the believability of the story he's telling.
In this case, as i said, "Trap" has an interesting starting point: there's a serial killer on the loose, yet he's trapped in a concert venue with his daughter. No one knows he's the killer, so there's room for him to try to escape which, obviously he tries to do. And that's when the story starts to crumble.
Although on paper the idea is interesting, in reality too many elements of this story are barely glued together. As audience, you really, really have to suspend your disbelief to allow the story to continue. A concert venue for one of the biggest stars out there, there's people everywhere, police everywhere, cameras everywhere... but no one is minding the fact that this man is going wherever he wants, to the point that he ventures backstage through a trapdoor while the performance of a song is happening... like, how?!
Anyway, the story being too stretched aside, I'll admit that "Trap" isn't necessarily a bad ride. Josh Hartnett is one of the most underrated actors out there and it's sad, because he delivers a solid performance here and carries the whole movie (together with Jonathan Langdon, who's performance reminded me a bit of Lil Rel Howery in "Get Out"). Yes, everything is crazy here and barely make sense, but overall I've seen worse, especially coming from M. Night Shyamalan.
Cast: Josh Hartnett, Ariel Donoghue, Saleka Night Shyamalan, Hayley Mills, Jonathan Langdon, Alison Pill.
Box Office: $83.6 million
Worth a watch?: More than a horror movie, a thriller. The story doesn't always work, but it reminded me a little bit of "Smile 2", although this once isn't as good.
Lady Raven is played by Night Shyamalan's daughter Saleka and, though she doesn't have much screen time in the first part of the movie, she kinda steals the show towards the end.
Awards: /
Key word: Concert ticket.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 15 ottobre 2023

Film 2206 - Oppenheimer

Intro: Potevo forse mancare di partecipare al fenomeno culturale dell'anno? Assolutamente no! E così, dopo aver visto "Barbie" il giorno dell'uscita (prima o poi arriverà anche quella recensione, giuro!), la settimana dopo sono andato subito a recuperare il suo "rivale" di grande schermo.

Film 2206: "Oppenheimer" (2023) di Christopher Nolan
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: non che non mi sia piaciuto, per carità, ma non posso dire che questo sia il mio film di Nolan preferito.
Ora che l'isteria di massa da Barbenheimer è calata - non del tutto esaurita, però, si sta già parlando di Oscar per entrambe le pellicole - e che i mesi sono passati, credo di aver sufficientemente digerito questo "Oppenheimer", ma devo dire che subito dopo la visione a luglio non sapevo veramente che pensare. Ribadisco, in generale il film mi è piaciuto, ma non mi sono nemmeno strappato i capelli dalla gioia. Ho letto critiche estasiate, gli amici unanimi nel definirlo un capolavoro, il mondo impazzito per questo biopic. Io, invece, a un certo punto mi sono persino addormentato (per un secondo... Non è stata una grande idea andare allo spettacolo delle 19 dopo una giornata di lavoro per recuperare un titolo di 3 ore).
Penso che per me sia stato difficile seguire in inglese tutte le spiegazioni tecniche relative alla costruzione della bomba, per non parlare della valanga di personaggi praticamente tutti maschi di cui non riuscivo a memorizzare nemmeno un nome (a parte Einstein, ma vabbé). Quindi, a un certo punto, ammetto che il mio cervello ha mollato un po' il colpo e inserito il pilota automatico, cercando di seguire il comprensibile e lasciando a margine quegli aspetti di cui faticavo a cogliere il senso. Come ho già detto nella recensione precedente, poi, mi sono un po' stufato di questi film che durano una serata intera a prescindere e, anche qui, penso che qualcosina la si sarebbe potuta sforbiciare, specialmente all'inizio. Lungi da me insegnare ai maestri del cinema come fare il proprio lavoro, però questo trend del "lungo a tutti i costi" in questo periodo mi sta decisamente mettendo alla prova. vviamente non è una banale questione di pellicola lunga = difficoltà di seguire fino alla fine, eppure mentalmente e fisicamente mi rendo conto che le nuove tempistiche cinematografiche mi stanno un po' alterando la percezione dell'esperienza al cinema.
In ogni caso, per tornare al soggetto di oggi, "Oppenheimer" è un prodotto magistralmente realizzato, impeccabile in ogni dettaglio e, forse, il titolo giusto per regalare a Nolan il tanto meritato Oscar alla regia (dopo 5 nomination, di cui scandalosamente solo 2 per la Miglior regia): ribadisco, non il suo film che preferisco, ma sicuramente un riconoscimento che, è innegabile, anche solo dopo il colossale successo di questa pellicola deve essere finalmente conferito. Posso già immaginare la valanga di nomination, specialmente tecniche, che il film riuscirà a farsi riconosere - effetti speciali e colonna sonora, costumi, scenografie, trucco e sonoro - insieme a un'altra candidatura che secondo me è a questo punto imprescindibile, ovvero quella come Miglior attore protagonista per Cillian Murphy. E, lo sussurro solamente, a mio avviso c'è grande probabilità che l'attore irlandese finalmente lo vinca. (Ma lasciamolo un sussurro per adesso.)
Insomma, decisamente un'esperienza cinematografica e assolutamente un fenomeno culturale insieme al quel "Barbie" di Greta Gerwig, un duo inarrestabile che ha letteralmente preso d'assalto l'estate 2023 e, non c'è bisogno di dirlo, il botteghino (le due pellicole insieme hanno incassato oltre due miliardi e trecento milioni di dollari). Poi "Oppenheimer" è stato sicuramente meno "quello che mi aspettavo" e più un biopic intriso di tecnicismi che mi hanno un po' disorientato, però non sono assolutamente pentito di averlo visto. E poi Cillian Murphy è semplicemente straordinario.
Cast: Cillian Murphy, Emily Blunt, Matt Damon, Robert Downey Jr., Florence Pugh, Josh Hartnett, Casey Affleck, Rami Malek, Tony Goldwyn, James D'Arcy, Matthias Schweighöfer, Alex Wolff, Michael Angarano, Matthew Modine, Dane DeHaan, Jack Quaid, Gustaf Skarsgård, James Remar, Gary Oldman, Kenneth Branagh.
Box Office: $942 milioni
Vale o non vale: Nonostante sia stato un dei due film della stagione estiva 2023, direi che questo sia il più "complesso" da digerire per lo spettatore casuale. "Barbie" è facilmente il prodotto più mainstream, colorato e musicale, mentre qui siamo di fronte al racconto dettagliatissimo - e di 3 ore - della storia vera di J. Robert Oppenheimer, il fisico teorico che sta dietro la creazione della bomba atomica. Insomma, non un titolo per tutti.
Chi ama Nolan non mancherà di trovare la sua nuova fatica cinematografica entusiasmante per un motivo o per un altro - il film è tecnicamente perfetto - e sicuramente siamo di fronte a uno dei migliori titoli di quest'anno, uno che certamente farà furore alle varie cerimonie di premiazione che si dovrebbero apprestare a partire a breve (scioperi permettendo). Come ho già detto, non il prodotto per tutti i palati, ma insime a "Barbie" assolutamente uno dei fenomeni culturali - forse addirittura IL fenomeno culturale - più impattanti dell'ultimo periodo. Vedere l'hashtag #Barbenheimer per credere.
Premi: /
Parola chiave: Clearance.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 8 ottobre 2021

Film 1835 - Halloween H20: 20 Years Later

Intro: Non so come sia venuto a conoscenza dell'esistenza di questa pellicola, so solo che non appena è successo ho sentito l'esigenza - e sottolineo esigenza - di recuperare questo certo capolavoro horror di fine anni '90.

Film 1835: "Halloween H20: 20 Years Later" (1998) di Steve Miner
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: di nuovo al cinema nel giro di una settimana con il prossimo "Halloween Kills" dopo il rilancio del franchise con "Halloween" del 2018, non c'era davvero momento migliore per parlare di questo (ben mediocre) "Halloween H20: 20 Years Later", probabilmente una delle pellicole dal titolo peggiore della storia del cinema.
"H20" mette chiaro fin da subito il senso di tutta questa operazione commericale (perché di artistico qui non c'è niente): celebrare l'anniversario dell'uscita del primo film riportando Laurie Strode e Michael Myers faccia a faccia per un ultimo duello all'ultimo sangue. Che poi ultimo non è stato per nulla dato che siamo ancora qui a parlarne.
Al di là di tutta la banalità in salsa horror-pop anni '90 di questo prodotto, che assomiglia per toni ed estetica a tutta una marea di altri titoli simili prodotti con risultati altalenanti durante il decennio della mia infanzia (penso a "I Know What You Did Last Summer", "Urban Legend", "Scream", ma anche "Buffy the Vampire Slayer"), non c'è davvero molto da dire su "Halloween H20: 20 Years Later": non fa paura, non ha alcuna scena iconica, non agginge niente al franchise. Anche se, considerato che fino al 2018 questo fosse il capitolo della saga più remunerativo di sempre, sono sicuro che il punto fosse tutt'altro.
Film 1042 - Halloween - La notte delle streghe
Film 1835 - Halloween H20: 20 Years Later
Film 1689 - Halloween
Film 2062 - Halloween Kills
Film 2145 - Halloween Ends
Cast: Jamie Lee Curtis, Adam Arkin, Michelle Williams, Adam Hann-Byrd, Jodi Lyn O'Keefe, Janet Leigh, Josh Hartnett, LL Cool J, Joseph Gordon-Levitt, Lisa Gay Hamilton.
Box Office: $75 milioni
Vale o non vale: Non è certo un film memorabile, ma il cast ha degli ottimi comprimari - considerato i llivello della pellicola - tra cui nientemeno che la magnifica Janet Leigh di "Pshyco" (che è poi madre nella realtà di Jamie Lee Curtis).
E' sicuramente un titolo più per gli appassionati di Michael Myers che per un pubblico più generico, anche se non fatico ad immaginarmi questo film in una lista di pellicole preparatorie da guardare in vista dellimminente notte di Halloween.
Premi: /
Parola chiave: Anniversario.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 27 agosto 2015

Film 979 - Slevin - Patto criminale

Settimana prima della partenza per la Sicilia, ho massimizzato il mio sforzo di corsa cercando di obbligarmi sul tapis roulant per tutta la durata di una pellicola: questa è stata la mia prima scelta.

Film 979: "Slevin - Patto criminale" (2006) di Paul McGuigan
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: 9 anni fa lo andai a vedere al cinema e mi lascio un'ottima impressione, ma ormai non ricordavo più, se non a grandi linee, quale fosse la storia di questo "Lucky Number Slevin".
La seconda visione è stata più che altro una prima, nel senso che a parte qualcosina - ma proprio una - non ricordavo una mazza, per cui rivederlo ha avuto senso e mi è (nuovamente) piaciuto. "Slevin" è un bel film, fatto bene, lascia subito lo spettatore incuriosito di sapere cosa diavolo stia succedendo e, soprattutto, come farà il protagonista (Josh Hartnett) ad arrivare alla fine della storia. La trama è a dir poco intricata, piena di colpi di scena, soppresse, violenza, pugni pugni pungi e un finalone bomba che mi ha lasciato ampiamente soddisfatto, proprio come la prima volta al cinema. Il che gioca ampiamente a favore della pellicola di McGuigan.
Insomma, "Slevin - Patto criminale" è un thriller intrigante e, anche se non perfetto, a mio avviso avrebbe meritato più attenzione rispetto a quanto ne abbia ricevuta. La storia è buona, dinamica, non annoia e diverte, il cast è fantastico - e già nove anni fa avevamo la sovraesposizione cinematografica di Ben Kingsley e Morgan Freeman -, lo stile retrò molto accattivante e il risultato finale assolutamente godibile. Un buon lavoro.
Ps. Il cast: Josh Hartnett, Bruce Willis, Morgan Freeman, Ben Kingsley, Lucy Liu, Stanley Tucci, Danny Aiello, Corey Stoll, Robert Forster.
Box Office: $56.3 milioni
Consigli: Un buon diversivo per una serata in cui non si sappia cosa guardare, è un film di qualche anno fa di cui non so in quanti si ricordino effettivamente. Varrebbe la pena riprenderlo, è divertente, ben scritto e con un gruppo di attori in gran forma (Lucy Liu forse nel suo ruolo più frizzante, perfino di "Charlie's Angeles"). La storia è piena di colpi di scena e non lascia delusi.
Parola chiave: Corse dei cavalli.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 6 agosto 2014

Film 754 - Sin City

Non lo rivedevo da tantissimo tempo. E con un seguito dietro l'angolo, dovevo rimediare!

Film 754: "Sin City" (2005) di Frank Miller, Robert Rodriguez, Quentin Tarantino
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Assolutamente particolare, ha creato un genere. Dopo "Sin City", per esempio, il passo verso "300" è stato brevissimo. Il genere fumetto riportato al cinema ha sbancato e, a distanza di tanti anni, entrambe le pellicole hanno addirittura un sequel ("300 - L'alba di un impero", mentre "Sin City - Una donna per cui uccidere" è in uscita a giorni negli USA), il che non è un caso.
Questo film - che vanta la collaborazione di ben 3 registi! - è un ottimo esempio di sperimentazione, con scelte ardite sia per quanto riguarda la violentissima (e pulp, come si dice) trama, sia per quanto riguarda la realizzazione, grazie ad uno spiccatissimo senso dello stile che dirompe direttamente dal fumetto di Frank Miller stesso. Piacciano o meno i suoi eccessi, non si può però fare a meno di notare l'incredibile lavoro che sta dietro questa produzione.
Mise-en-scène a parte, comunque, il film spicca anche per un cast che definire nutrito è un eufemismo tante sono le star che rivestono ruoli più o meno centrali: Jessica Alba, Benicio del Toro, Brittany Murphy, Clive Owen, Mickey Rourke, Bruce Willis, Elijah Wood, Alexis Bledel, Rosario Dawson, Carla Gugino, Rutger Hauer, Jaime King, Michael Madsen e Michael Clarke Duncan. Per citare i più importanti.
Insomma, per un motivo o per un altro, rivedere "Sin City" è stato affascinante quasi quanto la prima volta al cinema. Passati quasi 10 anni, infatti, non ricordavo molto della trama e questa nuova visione mi ha nuovamente soddisfatto. Mi rendo conto che non sia quello che è definibile come 'un film per tutti', però è certamente un buonissimo esempio di sperimentazione oserei dire quasi artistica. Le voci narranti fuori campo stabiliscono un contatto più diretto con ognuno dei personaggi; il bianco e nero spezzato da pochi, scelti dettagli è maledettamente intrigante; la storia di una città corrotta e letteralmente ribaltana per quanto riguarda decenza e principi morali affascinante. Insomma, questo primo "Sin City" funziona. Vedremo se "Sin City: A Dame to Kill For" avrà la stessa potenza espressiva e narrativa.
Film 914 - Sin City: A Dame to Kill For
Box Office: $158,753,820
Consigli: Violento, spudorato, splatter e anche maschilista. Un mix potenzialmente detestabile che, preso per il verso giusto, invece funziona. La storia è ben architettata, i personaggi tanto vari che si sorvola più che volentieri su una certa dose di stereotipazione, il bianco e nero così glam, il risultato finale ottimo. Si segue che è un piacere ed è un noir perfetto per una serata casalinga, a vostra scelta, che sia umida e calda o piovosissima e solitaria.
Parola chiave: Goldie.

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Bengi

domenica 25 settembre 2011

Film 303 - Pearl Harbor

Dopo aver comprato un sacco di nuovi dvd, comincio con uno dei mattoni della cinematografia americana patinata contemporanea. E lacrimuccia sia!

Film 303: "Pearl Harbor" (2001) di Michael Bay
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ritornato alla desolazione estiva bolognese dopo una settimana pugliese terminata con piacevole sorpresa, decido che mio fedele compagno di pranzo e pomeriggio sarà il celebre blockbuster “Pearl Harbor”, figlio di un romanticismo patinato talmente estremo da rendermisi piacevole. Della serie: o le cose le facciamo bene o è meglio lasciar stare.
Dunque, carico di ricordi freschissimi, mi accingo ad una pellicola drammatico-epica che mi promette guerra e amore. Non posso tirarmi indietro.
183 minuti di narrazione, Michael Bay alla regia, Ben Affleck, Josh Hartnett e Kate Beckinsale agli angoli principali di un triangolo amoroso straziante quando la guerra stessa, l’orrore dei combattimenti e la violenza dell’uomo sull’uomo, la vita per la vita. C’è tutto quel che serve per mantenere costantemente accesa la mia attenzione di spettatore.
Già visto ma dimenticato, rivivo il film come dalle trincee stesse e mi crogiolo in immagini da cartolina tanto perfette da meritare un plauso. La ricostruzione è pazzesca, la tensione ben misurata, gli effetti speciali d’avanguardia, il cast talmente nutrito da lasciare sempre un pò sbalorditi (Alec Baldwin, Jennifer Garner, Jon Voight, Cuba Gooding Jr., Sara Rue, Michael Shannon, Jaime King, Dan Aykroyd).
Bello, l’ho goduto perchè in quel momento era esattamente l’antidoto al mio cattivo umore annegato nel torrido clima cittadino.
Sono sicuro che, l’avessi visto in altre circostante, l’avrei odiato per lunghezza, banalità e semplificazione dei sentimenti. Ma le scene di guerra sono ben fatte e il pezzo musicale strappalacrime alla fine è divino ("There You'll Be" cantata da Faith Hill).
Tra sentimento e realtà, direi che, dopotutto, non è poi tanto male.
Ps. All'epoca si rimase delusi dagli incassi: $450,400,000 di incasso mondiale, 140$ mln per produrlo.
Consigli: Di certo non una pellicola leggera o spensierata, né tanto meno pienamente riuscita. Ma lo sforzo è apprezzabile e il tutto si lascia guardare con qualche bel momento di cinema di guerra.
Parola chiave: Attacco a sorpresa.

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Ric