Visualizzazione post con etichetta amicizia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta amicizia. Mostra tutti i post

venerdì 20 dicembre 2024

Film 2332 - Wicked

Intro: Sarò totalmente onesto, non avevo alcuna voglia di vedere questo film. Le ragazze però - e Niamh specialmente - volevano andare e, così, mi sono lasciato convincere.

Film 2332: "Wicked" (2024) di Jon M. Chu
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh, Debbi
In sintesi: il musical lo avevo visto a Londra anni fa, per cui ero vagamente familiare con storia e personaggi. Per capirci, sapevo che si trattasse della storia pre Mago di Oz, sapevo chi fossero la Perfida Strega dell'Ovest e la Buona Strega del Nord, conoscevo "Defying Gravity", ma non ricordavo altro. E forse è stato meglio così.
La zero voglia di vedere il film sommata alle quasi nulle aspettative e un generale disinteresse ultimamente nei confronti dei musical, parevano presagire due ore e mezza di noia totale e, invece, ammetto di aver gradito "Wicked" molto, molto più di quanto mi aspettassi. È il mio film preferito? No, ma è stato certamente una sopresa in positivo.
Se non avevo alcun dubbio che Cynthia Erivo avrebbe fatto un egregio lavoro - ricordo ancora quanto mi avesse colpito la sua performance live agli Oscar 2020 della canzone "Stand Up" del film "Harriet" per cui era candidata sia per Miglior attrice protagonista che per Miglior canzone originale - ammetto che qualche riserva su Ariana Grande ce la avessi. E wow sono rimasto impressionato.
Perché per quanto spettacolare sia Erivo, ammetto che per me la vera sorpresa e scene-stealer di questo film sia proprio Ariana Grande. Non solo canta anche lei magnificamente (e fino qui...), ma è anche perfetta per il ruolo di Glinda, che interepata con inaspettato humor. Davvero, Grande è il comic relief della storia, nonché la mia parte preferita di questo "Wicked" cinematografico.
Per il resto il film funziona bene, le canzoni intrattengono (anche se durante un paio ho sonnecchiato, lo ammetto), lo spettacolo visivo è ben realizzato, il tono del film azzeccato. Mi è sembrato che, in generale, questa prima parte del musical sia stata realizzata in maniera intelligente. Vedremo come andrà con il secondo capitolo in uscita il 21 novembre 2025.
Uniche note negative: non credo fosse necessario far cantare Michelle Yeoh che ha infiniti altri talenti, ma non quello del canto; ho trovato il personaggio di Bowen Yang inutile e interpretato un po' a suon di cliché (o per meglio dire un po' come Bowen Yang interpreta solitamente questi ruoli); in generale 160 minuti di durata sono troppi, specialmente considerato che l'inero musical di Broadway dura 2 ore e 45 minuti...
Cast: Cynthia Erivo, Ariana Grande, Jonathan Bailey, Ethan Slater, Bowen Yang, Marissa Bode, Peter Dinklage, Idina Menzel, Kristin Chenoweth, Michelle Yeoh, Jeff Goldblum.
Box Office: $534.1 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: I fan dell'originale di Broadway andranno in brodo di giuggiole: Cynthia Erivo e Ariana Grande cantano live e cantano divinamente, il film funziona, è visivamente stimolante e intrigante (anche se alcuni hanno criticato una mancanza di vivacità nei colori; io questa sensazione non ce l'ho avuta), le canzoni sono un cult. Per tutti gli altri, tenere presente che il musical dura 2 ore e mezza e che, appunto, è un musical, quindi ci sono un sacco di canzoni (non come "Moulin Rouge!", però, dove non c'è dialogo). A parte questo, get ready to hold space for "Defying Gravity"!
Premi: Ad oggi, il film è stato candidato a 4 Golden Globes nella categoria musical/commedia per Miglior film, attrice protagonista (Erivo), attrice non protagonista (Grande) e la nuova categoria istituita l'anno scorso per Cinematic and Box Office Achievement.
Parola chiave: Green.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 27 novembre 2024

Film 2324 - Martha

Intro: Netflix fa partire per caso il trailer di questo documentario e decido all'istante di volerlo vedere. Così metto in pausa la mia frenesia horror per un attimo e mi concedo un titolo diverso...

Film 2324: "Martha" (2024) di R. J. Cutler
Visto: dal computer
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: della storia di Martha Stewart sapevo davvero pochissimo, eppure ho sempre avuto chiarissimo chi fosse. Forse i tre elementi chiave che avrei utilizzato per descriverla erano:
- esperta di tutto ciò che riguarda cucina e casa;
- amica di Snoop Dogg;
- ex detenuta per evasione fiscale.
Per quanto immaginassi ci fosse altro da dire sulla Stewart, non immaginavo che fosse così tanto. Da servizi di catering di lusso a magazine, da presentatrice tv a icona di stile, questo documentario copre sufficientemente a fondo aspetti della vita di un personaggio pubblico di cui, però, si tende a dimenticare certi traguardi raggiunti nel tempo, offuscati da più recenti ricordi di sfortunate disavventure.
L'approfondimento sul processo è certamente interessante, anche se per me la parte più affascinante è rappresentata dallo scoprire Martha Stewart non solo come personaggio, ma come persona. C'è praticamente solo lei in questo film - il che è anche l'aspetto negativo di questa operazione, a tratti un po' monotona - e le è permesso di raccontarsi liberamente, anche prendendosi certe libertà e dimostrando un certo candore che onestamente non mi sarei aspettato. Il film poi non le fà certo sconti nel rappresentarla come una sorta di Miranda Priestly in carne e ossa, ma in fondo e nonostante tutto ci si trova sempre a tifare per lei.
Un documentario interessante per il soggetto della sua analisi. Ribadisco, avrei gradito un po' di varietà nelle interviste, ma la Stewart è comunque talmente magnetica da saper tenere banco benissimo anche da sola.
Cast: Martha Stewart, Andrew Stewart, Alexis Stewart, Snoop Dogg.
Box Office: /
Vale o non vale: Interessante documentario sulla vita di una personalità che ha certamente influenzato l'America moderna. Per chi fosse interessato, "Martha" è sicuramente un buon film.
Premi: /
Parola chiave: Perfection.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 26 agosto 2024

Film 2229 - Charlie's Angels

Intro: L'ho ritrovato su Netflix e mi è tornata voglia di vederlo.

Film 2229: "Charlie's Angels" (2000) di McG
Visto: dal computer
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: sempre divertente, è stato un piacere rivederlo.
Le scene d'azione sono ancora pazzesche (iconiche perfino in certe parti), la colonna sonora è una bomba ("Independent Women Part I" delle Destiny's Child chiude il film) e trovo sempre che la combo Cameron Diaz, Drew Barrymore e Lucy Liu sia perfetta, un trio di personalità che si bilanciano e complimentano magnificamente a vicenda.
Per me una pellicola che non delude mai.
Film 783 - Charlie's Angels
Film 2229 - Charlie's Angels
Cast: Cameron Diaz, Drew Barrymore, Lucy Liu, Bill Murray, Sam Rockwell, Tim Curry, Kelly Lynch, Crispin Glover, Matt LeBlanc, Luke Wilson, Tom Green, LL Cool J, John Forsythe.
Box Office: $264.1 milioni
Vale o non vale: Veloce e frenetico, dal ritmo e montaggio azzeccati, "Charlie's Angels" di McG è un concentrato di energia a ritmo di una colonna sonora perfetta e un trio di coprotagoniste azzeccato e vincente. Una rivisitazione piuttosto estrema rispetto alla serie tv da cui è tratto, però a mio avviso il film funziona e racchiude perfettamente l'essenza dei primi anni 2000.
Premi: Candidato al Grammy per Best Song Written for a Motion Picture, Television or Other Visual Media ("Independent Women Part I" delle Destiny's Child). 6 nomination agli MTV Movie + TV Awards e 2 vittorie per Best Dance Sequence e Best On-Screen Team (Cameron Diaz, Drew Barrymore e Lucy Liu).
Parola chiave: Dad.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 9 luglio 2024

Film 2294 - Dodgeball: A True Underdog Story

Intro: Era una vita che volevo rivedere questo film che, negli anni, avevo già riguardato più volte, ma mai di recente.

Film 2294: "Dodgeball: A True Underdog Story" (2004) di Rawson Marshall Thurber
Visto: dal proiettore
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non ho mai particolarmente apprezzato Vince Vaughn come attore e anche se negli anni ho visto un sacco di suoi film, non mi sono mai davvero appassionato alla sua carriera. Storia diversa per questo "Dodgeball: A True Underdog Story" che, ricordo, vidi addirittura al cinema. Negli anni, poi, l'avrò rivisto almeno altre 2 o 3 volte, ma mai dopo aver cominciato a tenere questo blog. Così, con la scusa del proiettore, ho colto... la palla al balzo!
Ammetto che non ricordassi molto della storia e, forse, è stato meglio così. Certo, me lo ricordavo un po' più divertente, ma considerato che sono passati letteralmente 20 anni dall'uscita di questo film in sala, ci può stare che non tutta la comicità dell'epoca si ancora totalmente efficace.
In ogni caso, ho gradito la visione e tutto sommato, per quanto prodotto facile facile, "Dodgeball" funziona ancora bene anche oggi, soprattutto grazie a un cast perfetto e personaggi iconici come il White Goodman di Ben Stiller e il pirata. >br/> Divertente e spensierato.
Cast: Vince Vaughn, Ben Stiller, Christine Taylor, Justin Long, Stephen Root, Alan Tudyk, Joel David Moore, Missi Pyle, Gary Cole, Jason Bateman, William Shatner, Julie Gonzalo, Hank Azaria, Patton Oswalt, Rip Torn; cameo: Lance Armstrong, Chuck Norris, David Hasselhoff.
Box Office: $168.4 milioni
Vale o non vale: Non so se sia una questione di scelte di traduzione o se mi sia perso delle battute per strada, ma ricordavo la versione italiana del film più "volgare". In ogni caso, "Dodgeball: A True Underdog Story" è esattamente il prodotto che ci siaspetta, se non addirittura meglio: spassoso, simpatico e stupido al punto giusto (oltre che ricolmo di una marea di apparizioni speciali da parte di vari attori). Per i fan della commedia americana un po' sciocca ma dal cuore d'oro, un ottimo titolo del passato che non ha perso il suo smalto. Da recuperare.
Premi: 3 nomination agli Mtv Movie + TV Awards (Best Comedic Performance, Best On-Screen Team) e vittoria nella categoria Best Villain per Ben Stiller. Stiller anche nominato al Razzie per il peggior attore.
Parola chiave: Treasure.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 24 novembre 2023

Film 2221 - Crossroads

Intro: Interrotto il lungo momento dell'horror, mi sono lasciato coinvolgere dalla Britney-mania alla vigilia dell'imperdibile debutto in libreria di "The Woman in Me" che, per l'occasione, ha trainato al cinema il ritorno del debutto attoriale della principessa del pop. Siccome non pensavo che il film sarebbe stato distribuito anche qui a Dublino, ho scelto di rivedere il film in casa, scoprendo poi che, effettivamente, la pellicola è passata anche dalle sale irlandesi...

Film 2221: "Crossroads" (2002) di Tamra Davis
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: avevo visto questo film una sola volta (non al cinema) e ricordo mi avesse lasciato piuttosto deluso, quindi mi sono approcciato a questa seconda visione con una certa diffidenza.
La verità è che "Crossroads", preso per quello che è - ovvero un prodotto figlio del suo tempo, nonché un film senza un finale, o quantomeno il finale più insoddisfacente della storia - è un titolo decente e se paragonato ad altri tentativi di star della musica di affacciarsi al mondo del cinema (vedi "Glitter" con Mariah Carey).
Ci tengo a sottolineare, poi, che a differenza di quanto a gran voce professato dalla critica, Britney Spears non è affatto terribile a recitare e, anzi, mi ha più volte sorpreso. Considerato che la trama non rifugge tematiche impegnative come l'abbandono di un genitore e la gravidanza di una minorenne (additata da tutti come la poco di buono), sono rimasto colpito dalla scelta di Spears di cimentarsi con del materiale che non le richiedesse semplicemente di recitare la parte della giovane e ingenua ragazza di provincia dall'immenso talento che qualcuno inevitabilmente finirà per scoprire. Per quanto anche questa tematiche siano presenti qui, la verità è che sono solo in parte il focus della storia, che invece si concentra più volentieri sui temi dell'amicizia, dell'emancipazione femminile e del credere nel proprio talento per forgiare il proprio destino.
Poi, va detto, il film è incapace di quella profondità emotiva necessaria a portare veramente alla luca questi temi così importanti, però rimane lodevole che l'esordio cinematografico di quella che già all'epoca era un'icona della musica pop si sia manifestato in un film on the road così volutamente diverso rispetto ai tanti altri tentativi delle dive della musica che hanno provato questa strada (la Carey, appunto, ma anche Christina Aguilera e Whitney Houston).
Ribadisco, il risultato finale è tutt'altro che perfetto: il finale, incapace di mantenere le aspettative, finisce per risultare sottotono rispetto al resto della pellicola, la regia è inesperta e la trama in alcuni passaggi è troppo frettolosa e, a volte, palesemente a servizio di quell'immagine di candore e innocenza imposta alla Spears dal suo managment, però tutto sommato "Crossroads" non è quel disastro cinematografico che alla critica è piaciuto descrivere ai tempi dell'uscita nelle sale. Anche perché, con gli occhi di oggi, questo film è a tutti gli effetti un gioiellino di cultura pop: non solo Britney in veste di attrice, ma Shonda Rhimes ("Grey's Anatomy", "Scandal", "How to Get Away with Murder", "Bridgerton") alla sceneggiatura, Zoe Saldaña ("Avatar", "Star Trek", "Guardians of the Galaxy", "Avengers"), Taryn Manning ("Orange Is the New Black") e Kim Cattrall ("Sex and the City", "Big Trouble in Little China", "Mannequin", "Queer as Folk", "Glamorous") tra le protagoniste e nientemeno che Dido tra gli autori della canzone portante della colonna sonora del film, "I'm Not a Girl, Not Yet a Woman".
Cast: Britney Spears, Anson Mount, Zoe Saldaña, Taryn Manning, Justin Long, Kim Cattrall, Dan Aykroyd.
Box Office: $61.1 milioni
Vale o non vale: Sicuramente non un titolo da recuperare a tutti i costi, ma i fan della Spears dovrebbero apprezzare anche a distanza di 20 anni.
Premi: 2 nomination agli MTV Movie & TV Awards per Miglior attrice esordiente e Miglior abbigliamento per la Spears. Nominato a 8 ai Razzie tra cui per Peggior film, regia, sceneggiatura e canzone originale ("Overprotected"), il film ha vinto per la Peggior attrice protagonista (Spears) e la Peggior canzone originale ("I'm Not a Girl, Not Yet a Woman").
Parola chiave: Audition.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 novembre 2023

Film 2220 - The Descent

Intro: Seconda pellicola casalinga con Kate, altro film horror, altro piccolo gioiellino.

Film 2220: "The Descent" (2005) di Neil Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: avrò visto questo film già 4 o 5 volte (di cui la prima addirittura al cinema, quando scelsi di vedere il film un po' per caso e ne rimasi affascinato) e non smette mai di piacermi. Questa volta devo ammettere che i ricordi fossero più offuscati e, sepppure non è stato come rivedere il film daccapo, sicuramente qualche momento di riscoperta di alcuni passaggi che non ricordavo precisamente c'è stato (come il passaggio con la corda appesa alla parete per poter passare il dirupo).
"The Descent" è un grandissimo film dell'orrore che combina magnificamente le sue due anime di horror e film claustrofobico che gioca sull'ansia che la storia e l'ambientazione riescono a giocare sullo spettatore.
Questo film ha quasi 20 anni, ma non smette di spaventare e lo fa ancora meglio di certa roba che è uscita di recente.
Film 332 - The descent - Discesa nelle tenebre
Film 2220 - The Descent
Cast: Shauna Macdonald, Natalie Mendoza, Alex Reid, Saskia Mulder, Nora-Jane Noone, MyAnna Buring.
Box Office: $57.1 milioni
Vale o non vale: Titolo non particolarmente famoso, eppure gioiellino dell'horror da scoprire e riscoprire. Vale davvero la pena: claustrofobico, teso e spaventoso. Perfetta scelta per una serata all'insegna della paura.
Premi: /
Parola chiave: Incidente.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 23 ottobre 2023

Film 2210 - Bring It On

Intro: Di nuovo in aereo, questa volta sulla via del ritorno, scelgo un film che Ciarán aveva visto all'andata e mi aveva consigliato di recuperare.

Film 2210: "Bring It On" (2000) di Peyton Reed
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non un capolvaoro ma simpatico, "Bring It On" sembra più un prodotto di pieno anni '90 che di inzio duemila.
Un po' perché sia Kirsten Dunst che, in particolare, Eliza Dushku erano al picco della loro carriera (o, per Dunst, il picco della prima parte, quantomeno), un po' perché l'atmosfera ricorda titoli più o meno simili di quel periodo come "American Pie", "Clueless", "10 Things I Hate About You", "Drop Dead Gorgeous" e per certi versi anche "Miss Congeniality".
Il risultato finale è a tratti abbozzato, sembra quasi che la storia investa un sacco di tempo a creare una certa aspettitiva rispetto ad alcuni avvenimenti specifici, poi quando ci si arriva improvvisamente c'è un cambio di passo e le cose si fanno più frettolose e si rimane con un finale che si realizza davvero nel giro di pochi minuti.
Comunque "Bring It On" ha il suo charme, soprattutto per i nostalgici di quel tipo di cinema americano adolescenziale che oggi sono si produce più.
Cast: Kirsten Dunst, Eliza Dushku, Jesse Bradford, Gabrielle Union.
Box Office: $90.5 milioni
Vale o non vale: Divertente quanto basta, leggero e consapevolmente "sciocchino", "Bring It On" funziona soprattutto grazie al suo tono spensierato che non si prende mai troppo sul serio e un cast giovanissimo ma palesemente già ricolmo di talenti, Kirsten Dunst in testa (all'epoca delle riprese 17enne) che per buona parte porta da sola la storia sulle spalle.
Premi: Candidato all'MTV Movie Award per Best Dance Sequence.
Parola chiave: Nationals.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 10 ottobre 2023

Film 2204 - Joy Ride

Intro: Dopo aver letto critiche molto positive sul progetto, ero curioso di recuperare questa commedia. E sera, alla prima occasione, me la sono vista.

Film 2204: "Joy Ride" (2023) di Adele Lim
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non che questa pellicola non sia divertente, per carità, però come al solito leggere prima le critiche un po' guasta l'effetto sorpresa e, devo ammettere, da "Joy Ride" mi aspettavo qualcosa di più.
Invece, per un motivo o per un altro, il film ne ricorda tanti altri che abbiamo già visto - in particolare "Girls Trip" - e la sensazione è che, a parte per qualche battuta spinta e il contesto culturale differente rispetto ad altri prodotti simili, di fatto questa non sia altro che la stessa storia raccontata in maniera leggermente diversa.
Tutto sommato, comunque, il risultato finale è godibile e anche se i personaggi non sono particolarmente innovativi - la parte di Lolo (Sherry Cola) 5 anni fa sarebbe andata ad Awkwafina - è stato comunque un piacere ritrovare Stephanie Hsuin dopo il gigantesco successo di "Everything Everywhere All at Once" e la nomination all'Oscar (e il ruolo in "American Born Chinese").
Cast: Ashley Park, Sherry Cola, Stephanie Hsu, Sabrina Wu, Ronny Chieng, Annie Mumolo, Daniel Dae Kim, Baron Davis.
Box Office: $15.2 milioni
Vale o non vale: Carico e sufficientemente caotico da risultare simpatico. Interessante la cornice asiatica che dà un tocco più personale ad una trama che, altrimenti, avrebbe finito per propinare la stessa solfa per l'ennesima volta (il viaggio alla ricerca di sé e della madre che abbandona lo ha fatto anche Britney Spears in "Crossroads"...). Buono per una serata a cervello spento.
Premi: /
Parola chiave: Madre biologica.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 19 maggio 2023

Film 2188 - Bridesmaids

Intro: Era nella mia "watching" list di Netflix da tempo e, qualche settimana fa, si è presentata l'occasione perfetta per rivederlo.

Film 2188: "Bridesmaids" (2011) di Paul Feig
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: "Bridesmaids" è un film che torno sempre a vedere volentieri. E' spassoso, romantico, divertente e pazzo quanto basta per garantire una serata di svago e intrattenimento che funziona (anche a distanza di 12 anni dall'uscita del film nelle sale).
Cast è perfetto, il gruppo di attrici Kristen Wiig, Maya Rudolph, Rose Byrne, Wendi McLendon-Covey, Ellie Kemper e Melissa McCarthy fa da solo tutto il film. Mitiche.
Film 309 - Le amiche della sposa
Film 480 - Le amiche della sposa
Film 828 - Le amiche della sposa
Film 2188 - Bridesmaids
Cast: Kristen Wiig, Maya Rudolph, Rose Byrne, Wendi McLendon-Covey, Ellie Kemper, Melissa McCarthy, Chris O'Dowd, Jill Clayburgh, Matt Lucas, Rebel Wilson, Jon Hamm, Terry Crews, Annie Mumolo.
Box Office: $306.4 milioni
Vale o non vale: Un'ottima commedia con qualche tono romantico che non manca di divertire anche a oltre un decennio di distanza. Un sacco di carriere sono state lanciate con questo film (Kristen Wiig & Melissa McCarthy in primis, ma anche Wendi McLendon-Covey - "The Goldbergs" - e Ellie Kemper -"Unbreakable Kimmy Schmidt").
Premi: Candidato agli Oscar e ai BAFTA per la Miglior sceneggiatura originale e la Miglior attrice non protagonista (Melissa McCarthy). 2 nomination ai Golden Globes per Miglior film commedia o musical e Miglior attrice protagonista (Kristen Wiig).
Parola chiave: Matrimonio.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 16 maggio 2023

Film 2187 - 80 for Brady

Intro: Non ero riuscito a vederlo al cinema, così ho recuperato a casa non appena ho potuto.

Film 2187: "80 for Brady" (2023) di Kyle Marvin
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese, italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: 4 attrici magnifiche che insieme fanno 5 Oscar vinti e 12 nomination in totale, per un film che non è davvero niente di che, ma regala ai fan di Lily Tomlin, Jane Fonda, Rita Moreno e Sally Field un'ulteriore occasione per amarle ancora di più.
La storia è tratta dalla vera amicizia di quattro donne fan del campione di footbal Tom Brady che, qui, decidono di andarlo a vedere al Super Bowl del 2017. Tra una vicissitudine e l'altra, non solo riusciranno ad assistere all'evento ma, neanche a dirlo, a conoscere il campione tanto amato.
Come dicevo, la storia non è granché innovativa, eppure l'idea delle quattro ultra ottantenni (Rita Moreno ne ha 91 a dire il vero ed è una spanna sopra a tutti, mentre Sally Field ne ha 76) fan sfegatate di Brady è simpatica e originale quanto basta. Inutile dire che, poi, l'innegabile fascino e carisma di Tomlin, Fonda, Moreno, Field fanno certamente la differenza e valgono da sole la visione del film.
Tutto sommato "80 for Brady" è una commedia innoqua che ricorda moltissimo altri prodotti come "Book Club" (e il suo sequel appena uscito nelle sale), "Grace and Frankie" o "One Day at a Time" e che sì, non riscrive certo la storia del cinema, ma fa certamente passare un'oretta e mezza di garbato intrattenimento e ci ricorda - servisse ancora, al giorno d'oggi - che la vita non finisce col cominciare della terza età. Anzi, qui parrebbe addirittura il contrario.
Cast: Lily Tomlin, Jane Fonda, Rita Moreno, Sally Field, Billy Porter, Rob Corddry, Guy Fieri, Bob Balaban, Sara Gilbert, Patton Oswalt, Retta, Tom Brady.
Box Office: $40.3 milioni
Vale o non vale: Simpatico e senza pretese, "80 for Brady" mette insieme l'insolito connubio donne di una certa età + sport, per un risultato finale che sì, è meno brillante di quanto non ci si sarebbe aspettato, eppure funziona grazie alle ineguagliabili quattro protagoniste.
Premi: /
Parola chiave: Super Bowl.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 4 maggio 2023

Film 2183 - Creed III

Intro: Molto contento all'idea di recuperare questo film sul grande schermo!

Film 2183: "Creed III" (2023) di Michael B. Jordan
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: e anche Jonathan Majors ce lo siamo giocato. Dopo un inizio 2023 col botto tra "Ant-Man and the Wasp: Quantumania" e questo terzo "Creed", l'ospitata agli Oscar (come presentatore insieme a Michael B. Jordan) e una serie di progetti futuri di altro profilo (leggi Marvel) sembrava proprio che di Majors ne avremmo sentito parlare a lungo. E invece...
In quella che per un bel po' sarà sicuramente la sua ultima apparizione sul grande schermo, Majors si accoda al terzo capitolo della fortunata saga di "Creed", nonché spin-off di "Rocky", e lascia il segno. Nei panni del nuovo antagonista Damian "Diamond Dame" Anderson - amico di infanzia di Adonis (Jordan) che rispunta dal passato - l'attore riesce fin da subito a far percepire due aspetti del suo personaggio: che mette a disagio le altre persone e che non ha niente da perdere, per cui è disposto a fare qualunque cosa per arrivare dove vuole (wild card). Da questa combinazione di elementi, ne viene fuori una sorta di bomba a orologeria. Lo spettatore capisce fin da subito che qualcosa non va, che ogni volta che Damian è in una scena l'atmosfera cambia e ci si aspetta che prima o poi qualcosa succeda, che l'iniziale armonia finirà inevitabilmente per guastarsi.
Il fatto che ce lo si aspetti, però, non va minimamente ad intaccare l'ottimo risultato finale - specialmente considerato che siamo al terzo capitolo del franchise - che, va detto, funziona soprattutto grazie all'ottima performance di Majors. Questo senza voler sminuire l'ottimo lavoro degli altri protagonisti che è sempre un piacere vedere in azione. Michael B. Jordan qui ritorna non solo nei panni di Adonis, ma anche di regista (al suo debutto) e fa un egregio lavoro, specialmente considerato che i modi per poter girare l'immagine al rallentatore di un pugno che colpisce la faccia di qualcuno non sono infiniti. Inoltre ci sono non poche scelte stilistiche che mi hanno piacevolmente sorpreso (vedi il momento in cui, schermo diviso in due dal muro che separa i due protagonisti, Adonis va a fare l'in bocca al lupo a Damian per il suo primo match). Al suo fianco, poi, ritroviamo la sempre bravissima Tessa Thompson - che ha un non so che affascinante che mi incanta tutte le volte - e Phylicia Rashad che riprende il ruolo della mamma di Adonis. Grande assente, invece, Sylvester Stallone. In mezzo, come è ovvio che sia, la boxe la fa da padrone.
Insomma, tra vecchi e nuovi elementi "Creed III" riesce non solo a convincere e proseguire l'ottimo trend della saga in termini di qualità e intrattenimento, ma riesce inoltre a sganciarsi con successo dalla pesante (nel bene e nel male) eredità di Rocky Balboa dicendogli, almeno per ora, addio.
Film 1086 - Creed - Nato per combattere
Film 1696 - Creed II
Film 2183 - Creed III
Cast: Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Jonathan Majors, Wood Harris, Mila Davis-Kent, Florian Munteanu, José Benavidez, Selenis Leyva, Phylicia Rashad.
Box Office: $273.7 milioni
Vale o non vale: Ottimo terzo capitolo della saga, "Creed III" convince su tutti i livelli. Belle sequenze sportive e di combattimento, colonna sonora e fotografia ben realizzate e (ma un po' ce lo si aspettava) un grande cast in grado di mantenere le aspettative. Michael B. Jordan e Tessa Thompson sono una coppia meravigliosa, ma Jonathan Majors qui ruba la scena. I fan della saga apprezzeranno.
Premi: /
Parola chiave: Fotografia.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 10 aprile 2023

Film 2174 - The Banshees of Inisherin

Intro: Altro film in odore di Oscar, lo siamo andati a recuperare allo Stella, cinemone di lusso tra poltrone private, un menù da ristorante e una discreta scelta di vini da accompagnare alla visione.

Film 2174: "The Banshees of Inisherin" (2022) di Martin McDonagh
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: sarò onesto: le altissime aspettative in tantem con la difficoltà a comprendere una buona parte dei dialoghi hanno certamente reso la visione di questo film più complessa di quanto mi aspettassi.
Il risultato finale non mi ha fatto gridare al capolavoro - specialmente se messo a confronto con quel gioiellino di pellicola che è "Three Billboards Outside Ebbing, Missouri", ovvero il precedente film di Martin McDonagh - e tutto sommato, anche se l'esperienza in generale è stata piacevole (ma quello lo collego più alla location), ammetto che ho davvero fatto fatica ad entrare nel mood di questo "The Banshees of Inisherin".
Gli amici irlandesi mi avevano avvisato che avrei faticato ad apprezzarne l'umorismo e l'approccio molto "Irish" e devo ammettere che così è stato. In ogni caso ho trovato le performance di Colin Farrell e Kerry Condon particolarmente ispirate e ogni loro interazione sul grande schermo un piacere da guardare. Brendan Gleeson e Barry Keoghan fanno altrettanto un egregio lavoro, ma il personaggio di Gleeson è antipatico e Keoghan, che di fatto rappresenta un tipo di humor che sono riuscito a cogliere, ha un ruolo che avrei preferito trovasse ancora più spazio rispetto a una storia che si concentra completamente sul problema dell'amicizia fra Pádraic e Colm (il che, dopo un po', stanca visto che non si riesce a capire il motivo per cui dall'oggi al domani uno dei due smetta di voler essere amico dell'altro e si ostini così tanto a volerlo rimuovere dalla sua vita) quando l'esplorazione del personaggio del sempliciotto Dominic (Keoghan) sarebbe stata molto più interessante.
Detto questo, "The Banshees of Inisherin" mi ha particolarmente interessato più da un punto di vista storico che narrativo, visto che la storia è ambientata durante la Guerra civile irlandese di inizio anni '20, un periodo storico del paese in cui vivo di cui francamente non sapevo nulla.
Rivedrei "The Banshees of Inisherin"? Dovesse succedere, sicuramente non inglese.
Mi sono pentito di averlo visto? Assolutamente no.
Mi è piaciuto? Meh.
Cast: Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan, Gary Lydon.
Box Office: $48.9 milioni
Vale o non vale: Sicuramente non per tutti. Francamente ho faticato a coglierne alcuni aspetti e, viste le critiche entusiaste, mi aspettavo qualcosa di più leggero, meno criptico e più convenzionalmente divertente. Ottime performance degli attori e bella fotografia.
Premi: Candidato a 9 Oscar per Miglior film, regia, attore protagonista (Farrell), attore non protagonista (Gleeson e Keoghan), attrice non protagonista (Condon), sceneggiatura originale, montaggio e colonna sonora. Vincitore di 3 Golden Globe per Miglior film musical o commedia, attore protagonista (Farrell) e sceneggiatura su 8 nomination (per regia, attore non protagonista - Gleeson e Keoghan -, attrice non protagonista - Condon - e colonna sonora). 10 nomination ai BAFTA (tra cui Miglior film, regia, attore protagonista per Farrel, attore non protagonista per Gleeson, colonna sonora e montaggio) e 4 premi vinti: Miglior sceneggiatura originale, attore non protagonista (Keoghan), attrice non protagonista (Condon) e film britannico dell'anno. In concorso alla 79esima Mostra del cinema di Venezia, il film ha vinto la Coppa Volpi per il Miglior attore (Farrell) e la Miglior sceneggiatura.
Parola chiave: Amicizia.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 22 gennaio 2023

Film 2161 - Sex and the City

Intro: Serata casalinga insieme tra takeaway e Netflix. Primo film del 2023 con Ciarán.

Film 2161: "Sex and the City" (2008) di Michael Patrick King
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non è che ci sia davvero molto altro da dire su questo film che non abbia già detto le altre 400 volte che l'ho recensito. "Sex and the City" film non è "Sex and the City" serie tv, eppure negli anni si impara ad apprezzarne in parte il valore nostalgico e il tentativo di riportare in vita un progetto che, almeno cinematograficamente, sarebbe tranquillamente potuto rimanere solo un'idea. Poi, per carità, meglio questo primo film che il sequel.
Tutto sommato, comunque, un prodotto che rivedo sempre volentieri in certi momenti nostalgici.
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Cast: Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Jennifer Hudson, Candice Bergen, Chris Noth, David Eigenberg, Jason Lewis, Evan Handler, Willie Garson, Mario Cantone, Lynn Cohen, Gilles Marini.
Box Office: $418.8 milioni
Vale o non vale: Potendo, la serie è meglio. Per chi avesse meno tempo disposizione, qualche aspetto della magia del telefilm c'è anche qui, per quanto sbiadito. La storia è quello che è - comincia in un punto, prende una determinata direzione, per poi terminare esattamente dove si avevo iniziato - e Carrie è sempre Carrie (la meno "godibile" del gruppo che però qui mora sta una favola), in ogni caso "Sex and the City" è un innocente prodotto cinematografico che si può mettere in sottofondo senza richiedere al nostro cervello sforzi particolari.
Ps. Il momento poesie della biblioteca è cringy in ogni lingua.
Pps. La colonna sonora è ancora azzeccata.
Premi: /
Parola chiave: Abito.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 27 ottobre 2022

Film 2143 - Do Revenge

Intro: Molto, molto interessato a recuperare questo film, non appena ho potuto me lo sono sparato su Netflix.

Film 2143: "Do Revenge" (2022) di Jennifer Kaytin Robinson
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: per la prima parte della storia, il film parrebbe andare a parare proprio dove te lo aspetti e tutto fila liscio secondo i piani. Poi, improvvisamente, la virata narrativa che dovrebbe sconvolgere la trama e lo spettatore. Il problema è che in realtà questo colpo di scena lo si sospetta già da un po'. Il che non è necessariamente terribile, ci ricorda solo che questa pellicola è meno scaltra di quanto non vorrebbe far credere.
In ogni caso "Do Revenge" è sufficientemente carino da risultare godibile, trainato da due protagoniste affiatate e dal carisma naturale di Maya Hawke che conquista dal primo istante. C'è qualcosa di lei che affascina e ammalia e il film non può che giovarne.
Poi, sì, ci troviamo davanti all'ennesimo prodotto Netflix da vedere e dimenticare, uno di quei titoli che prova ad emulare in chiave moderna qualche classico del passato - qui si cita "Le relazioni pericolose", ma io ci ho rivisto più un incrocio tra "Schegge di follia" e "Mean Girls" sinceramente - ma il risultato finale non è sufficientemente tagliente o memorabile per riuscire ad avvicinarsi a pellicole di quel calibro.
Poco male, non ci aspettavamo certo la redifinizione di qualche canone cinematografico. Quindi, per quello che è, "Do Revenge" funziona. Ma ci fermiamo lì.
Cast: Camila Mendes, Maya Hawke, Austin Abrams, Rish Shah, Talia Ryder, Alisha Boe, Ava Capri, Jonathan Daviss, Paris Berelc, Maia Reficco, Rachel Matthews, Sophie Turner, Sarah Michelle Gellar.
Box Office: /
Vale o non vale: Cast giovane ed estremamente contemporaneo, il ritorno sul grande (?) schermo della divina Sarah Michelle Gellar, qualche colpo di scena a scuotere un racconto veloce e a ritmo di una colonna sonora al passo coi tempi, "Do Revenge" si offre come passatempo adeguato per chi apprezzi le commedie dark incentrate sui drammi del liceo (contemporaneo) a suon di revenge porn e reputazione da mantenere. Camila Mendes di "Riverdale" conduce tutta l'orchestra, anche se sembrerebbe non riuscirsi a scrollare di dosso il ruolo di Veronica Lodge che l'ha resa famosa. E' vera che non esiste cattiva pubblicità, ma le servirebbe interpretare qualcos'altro.
Premi: /
Parola chiave: Passato.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 8 luglio 2022

Film 2116 - The Emperor's New Groove

Intro: Mi è tornata improvvisamente voglia di vederlo, così l'ho recuperato appena ho avuto occasione.

Film 2116: "The Emperor's New Groove" (2000) di Mark Dindal
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: l'avevo già visto una volta, ma ammetto che non me lo ricordassi così bene. Ero principalmente incuriosito dallo status di cult che ha ottenuto nel corso degli anni e volevo capire se ne avrei apprezzato l'umorismo a quanto pare inusuale per un prodotto Disney di questo tipo, in un'epoca in cui la casa di Topolino non era certo al suo massimo splendore. E devo dire che "The Emperor's New Groove" è stata una piacevole riscoperta!
Simpatico, piacevole e dal ritmo incalzante, l'avventura di Kuzco (David Spade) e del GGG Pacha (John Goodman) è una boccata d'aria fresca che, a 22 anni dalla sua uscita nelle sale, funziona ancora meravigliosamente bene. Da non sottovalutare, poi, la forza dirompente del dinamico duo Yzma & Kronk (Eartha Kitt e Patrick Warburton) che, praticamente da soli, portano tutta la spinta comica della storia sulle loro spalle.
Forse non il classico Disney che uno si aspetta, ma certamente un felice caso di "esperimento riuscito" che devia dal racconto standard simil-fiaba più tradizionale cui eravamo stati abituati fino a quel momento, per concentrarsi su temi meno esplorati come l'amicizia, la scoperta di sé e il percorso di formazione. Da vedere.
Cast: David Spade, John Goodman, Eartha Kitt, Patrick Warburton, Wendie Malick.
Box Office: $169.6 milioni
Vale o non vale: Divertente e dal buon ritmo, "The Emperor's New Groove" rompe la tradizione delle principesse Disney e si concentra su un protagonista egocentrico e immaturo che, attraverso una magia e un viaggio forzato alla compagnia di un co-protagonista dalla personalità completamente opposta, imparerà che nella vita c'è molto di più che mettere sé stessi sempre al primo posto.
Per certi versi meno iconico di altri titoli Disney, ma ha un suo perché che vale la pena di scoprire.
Premi: Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior canzone originale ("My Funny Friend and Me" di Sting e Dave Hartley); 1 nomination ai Grammy nella categoria Best Song Written for a Motion Picture, Television or Other Visual Media per la stessa canzone.
Parola chiave: Summer palace.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 27 febbraio 2022

Film 2090 - Swan Song

Intro: Avevo letto buone recensioni per questo titolo e sono sempre felice di dare una chance a pellicole a sfondo queer, per cui appena ho avuto occasione ho recuperato il film.

Film 2090: "Swan Song" (2021) di Todd Stephens
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non che "Swan Song" sia un brutto film, ma sicuramente non è quello che mi aspettavo o avvo bisogno di vedere in quel momento.
Dal ritmo molto lento e nostalgico, a tratti infinitamente triste, la storia Pat Pitsenbarger (Kier) ci mette molto ad ingranare e sebbene quando lo faccia sia di buona qualità, rimane comunque il fatto che la mancanza di mordente iniziale appesantisca in parte il risultato finale complessivo.
Fortunatamente a portare avanti il racconto c'è un meraviglioso Udo Kier che nei panni dello stravagante parrucchiere in pensione è un piacere da guardare, particolarmente quando affiancato dalla ultimamente (e finalmente!) lanciatissima Jennifer Coolidge che qui fa la parte della rivale dell'ex parrucchiere che gli ha sottratto il business e, di fatto, la ragione di vita. Con un'ultima cliente da soddisfare e piccolo viaggio sulla strada dei ricordi, Pat si ritroverà a dover affrontare fantasmi del passato e a tirare le somme di una vita passata - da anni deceduto - in una piccola cittadina americana che lo ha considerato il Liberace locale.
Storia (apparentemente vera) dalla premessa interessante, l'esecuzione non mi ha convinto del tutto.
Ps. Secondo film insieme per Jennifer Coolidge e Michael Urie che ritroviamo a condividere lo schermo dopo la pellicola Natalizia di Netflix "Single All the Way".
Cast: Udo Kier, Jennifer Coolidge, Linda Evans, Michael Urie, Ira Hawkins, Stephanie McVay.
Box Office: $126,110
Vale o non vale: Carino, ma mi aspettavo un po' di più onestamente. Molto lento, specialmente nella parte iniziale, "Swan Song" regala però un'interpretazione fantastica del protagonista Udo Kier che, va detto, da sola vale la visione.
Premi: /
Parola chiave: Funerale.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 13 dicembre 2021

Film 2067 - Matthias et Maxime

Intro: Ho visto questo film non tanto perché fossi interessao a recuperarlo, quanto perché è uno dei titoli preferiti dalla persona che, per un po' (o per un attimo), ha riportato un inaspettato sapore romantico nella mia vita. Anche se per poco.

Film 2067: "Matthias et Maxime" (2019) di Xavier Dolan
Visto: dal computer portatile
Lingua: francese, inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: per alcuni aspetti c'è una parte di questa storia con cui sono riuscito a connettermi facilmente (l'omosessualità, il viaggio in cerca di fortuna in Australia), anche se devo dire che per una serie di motivi "Matthias et Maxime" è stato meno d'impatto di quanto mi aspettassi.
Sì, il film è bello e ben recitato ma, innanzitutto, non è "Mommy". E lo so che è difficile fare paragoni e che le storie sono differenti (ma la figura della madre è chiave anche qui), eppure quel primo, scioccante incontro con il mondo di Xavier Dolan rimane ad oggi imbattuto.
Poi il gap della lingua mi ha costretto ad una concentrazione doppia e a l contempo non funzionale, desideroso di seguire le scene (in francese), al contempo necessitando di leggere i sottotitoli (in inglese)... per poi processare tutto in italiano. Insomma, un po' un caos.
Altro elemento non d'aiuto il fatto che, per necessità, la visione è stata spezzata in due, il che ha smorzato pathos e ritmo della narrazione.
Un ultimo fattore, non lo negherò, lo ha rivestito la presenza di Ciarán che, pur non avendomi distratto, ha giocato certamente una parte rilevante. Sono sicuro che sia capitato a tutti di essere un po' distratti da altri pensieri e prime volte che si guarda un film con la persona che ti piace.
Tutto considerato, comunque, "Matthias et Maxime" esplora con sufficiente profondità il rapporto tra i due protagonisti del titolo, amici d'infazia e forse amanti, etero dichiarati eppure capaci di complici sguardi, il tutto incorniciato da una sorta di corsa contro il tempo - Maxime (Dolan) sta per trasferirsi in Australia) -, fragilità e insicurezze - Matthias (D'Almeida Freitas) è sempre in bilico tra il vorrei e il non dovrei, tanto combattuto e schiacciato dal peso del giudizio altrui che rischia di compromettere l'amicizia, se non addirittura l'amore, con l'amico - e abusi che portano dietro cicatrici (la madre di Maxime è alcolizzata).
Insomma, c'è sicuramente tanta carne al fuoco e anche se a volte mi è parso che il film fosse più una sorta di esercizio di stile o un prodotto di Dolan per se stesso e/o i suoi fan, il risultato finale è comunque di qualità e per certi versi d'impatto, considerato che non si possa fare a meno di chiedersi cosa ne sarà di Matthias e Maxime una volta che l'Australia diventerà realtà.
Cast: Gabriel D'Almeida Freitas, Xavier Dolan, Pier-Luc Funk, Samuel Gauthier, Antoine Pilon, Adib Alkhalidey, Anne Dorval, Micheline Bernard, Marilyn Castonguay, Catherine Brunet, Harris Dickinson.
Box Office: $1.8 milioni
Vale o non vale: Non una pellicola per tutti (o tutte le occasioni), ma sicuramente un prodotto per i fan del regista canadese che, anche qui, fa la sua magia (e sicuramente di più che con i suoi titoli fuori patria). L'omosessualità è qui solo un elemento secondario, mentre è l'amicizia a farne da padrone, per una sorta di studio sui rapporti umani, le convenzioni sociali e le aspettative che sentiamo derivarci dagli altri o da certe situazioni in cui ci troviamo. Come dicevo non per tutti, ma non per questo meno di valore.
Premi: In concorso Cannes 2019 per la Palma d'oro e la Queer Palm.
Parola chiave: Lettera di raccomandazione.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 13 luglio 2021

Film 2030 - Luca

Intro: Tornato dall'Italia a secco totale da film e serie tv - riposato e ristorato da amici, famiglia e cibo e maledettamente appiccicato ad ogni superficie per il caldo - decido che il mio primo film in settimane sarà proprio il titolo di questa stagione che più mi ricorda casa.

Film 2030: "Luca" (2021) di Enrico Casarosa
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: so che è già stato ampiamente smentito, ma più ci penso e più mi ritrovo anche io a pensare che ci sia una vaga somiglianza sentimentale con quel "Call Me By Your Name" di Guadagnino. Nessuna gay romance qui, ci mancerebbe (Disney in ansia al solo pensiero), eppure l'estate italiana, la stretta amicizia che sfocia in gelosia, la spensieratezza giovanile... Insomma, intenzionale o meno, i toni da 'bromance' e la storia che strizza l'occhio all'idea dell'amica terza incomoda, finiscono per rimandare a certe atmosfere rainbow che caricano la storia di ulteriori significati. Almeno negli occhi di certi spettatori.
La verità è che "Luca" è un film sull'amicizia e sui sogni e, naturalmente, sulla capacità dei giovani di saper immaginare un futuro per se stessi diverso da quello delle generazioni precedenti. Insomma, una storia che punta ad ispirare e non solo a colpire per le meraviglie estetiche.
Anche se il film mi è piaciuto, va comunque detto che "Luca" non sia per niente un titolo impegnativo. Il tema del precedente "Soul" - la morte e cosa ci sia nell'al di là - era decisamente più serio, quale che sia l'approccio scelto per raccontarne la storia. Qui siamo assolutamente su altri livelli (di leggerezza), il sogno dei due protagonisti maschili è quello di possedere una moto, quello della protagonista femminile è di vincere una competizione sportiva. Fine. Si mangiano chili di pasta (solo al pesto, non mi è ben chiaro perché), si va a pesca o in bicicletta e, nel mentre, ci si nasconde dalla famiglia di Luca (Jacob Tremblay), un giovane mostro marino alla ricerca di indipendenza e libertà di scegliere quale sia la sua strada.
Come già avvenuto in passato, siamo di fronte al titolo Disney-Pixar più leggero, quello che accompagna l'estate sponsorizzando spensieratezza e divertimento, ma sul quale le due case di produzione - che poi in realtà è solo una - puntano meno in termini di Oscar e compagnia varia (è stato così con "Onward" o "The Good Dinosaur" per esempio). Ci sta e va bene così, anche perché non ci si può aspettare di portare al cinema sempre e solo capolavori.
"Luca" è un film molto carino e divertente, esteticamente bello e curato, emotivamente appagante. Di sicuro non è il miglior prodotto sfornato dalla Pixar, ma è un perfetto esempio di titolo estivo per tutta la famiglia. E per quest'anno - specialmente quest'anno - va bene così.
Cast: Jacob Tremblay, Jack Dylan Grazer, Emma Berman, Saverio Raimondo, Maya Rudolph, Marco Barricelli, Jim Gaffigan, Marina Massironi, Sacha Baron Cohen.
Box Office: $21 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Piacevole, bello da vedere, simpatico e, inevitabilmente, tanto italiano quanto lo possa essere il prodotto di una produzione americana, "Luca" è un titolo perfetto per un momento di leggerezza e spensieratezza tra colori sgargianti, atmosfere familiari e qualche cliché. Insomma, guardatelo e spegnete il cervello per qualche ora. Silenzio Bruno!
Premi: /
Parola chiave: Vespa.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 31 maggio 2021

Film 2012 - Thunder Force

Intro: Alla ricerca di qualche scemata facile facile, mi sono lasciato convincere da questo titolo Netflix (che solitamente non è esattamente un porto sicuro quando si tratta di produzioni cinematografiche). Vorrà forse dire che, sotto sotto, rimango un fan di Melissa McCarthy?

Film 2012
: "Thunder Force" (2021) di Ben Falcone
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: pur rendendomi conto che si tratti della solita boiata di casa McCarthy-Falcone, devo ammettere che questo "Thunder Force" non mi sia poi così dispiaciuto. Ribadisco, la qualità è quella che è e ammetto che le dinamiche narrative che i due impiegano per i loro film è più simile ad un copia-incolla che a un vero approccio creativo, eppure qualche momento simpatico in questa pellicola c'è ed è tutto merito della fisicità comica della McCarthy, al solito sorta di punchball fisico/emotivo per tutta la storia.
Mettiamola così: o piace l'opera narrativa del duo (McCarthy-Falcone) o questo "Thunder Force" risulterà il solito tentativo ormai un po' goffo di applicare la stessa formula semplicemente ad un diverso contesto. Perché potrà cambiare lo scenario, il cast - Octavia Spencer qui è incisiva e necessaria quanto uno scanner nel 2021 - o l'anno di uscita, ma l'approccio di fondo è sempre e costantemente lo stesso. Se siete scesi a patti con questa piega che da anni ha preso la carriera della McCarthy tutto bene, altrimenti questa pellicola non sarà altro che l'ennesima, inutile, blanda proposta del catalogo di film Netflix.
Cast: Melissa McCarthy, Octavia Spencer, Bobby Cannavale, Pom Klementieff, Kevin Dunn, Melissa Leo, Jason Bateman.
Box Office: /
Vale o non vale: Le critiche sono pessime e bisogna ammettere fin da subito che il film è quello che è, però se gli ultimi titoli della filmografia della McCarthy vi sono piaciuti, " Thunder Force" non dovrebbe mancare di intrattenervi. Poi, va detto, più che un film sui supereroi è una commedia più insapore che incisiva, anche se qualche momento divertente c'è (principalmente il processo di trasformazione in supereroina del personaggio della McCarthy e la sua romance con il mezzo granchio - sì sì, mezzo granchio - Jason Bateman). Detto questo, non aspettatevi grandi cose da "Thunder Force" esattamente come non dovreste aspettarvi grandi cose da una pellicola mainstream prodotta da Netflix (specialmente se scritta da Falcone).
Premi: /
Parola chiave: Raw chicken.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 28 maggio 2021

Film 2011 - Nomadland

Intro: Un mese fa, a ridosso degli Oscar, sono riuscito a recuperare con Bizzy il titolo da battere per la statuetta più ambita: quella per Miglior film.

Film 2011
: "Nomadland" (2020) di Chloé Zhao
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Bizzy
In sintesi: considerato il successo di critica di questa pellicola e che Chloé Zhao e il film hanno praticamente vinto ogni premio che conta dell'industria cinematografica, ammetto che le aspettative fossero elevatissime. Aspettative assolutamente rispettate.
"Nomadland" è un bellissimo film, potente nel suo essere delicato e assolutamente fedele a se stesso dall'inizio alla fine. Cigliegina sulla torta la presenza di Frances McDormand - qui anche produttrice insieme alla Zhao - che regala un'altra magnifica interpretazione nel ruolo di Fern, una donna che, dopo aver perso tutto durante la recessione economica, decide di vendere praticamente tutto ciò che possiede per acquistare un van in cui vivere e viaggiare alla ricerca di lavori stagionali in giro per l'America. Inno al nomadismo moderno, la storia racconta senza alcun dogmatismo il punto di vista di chi fa questa scelta di vita.
Considerata la mia esperienza australiana di squattrinato backpacker alla ricerca di lavoro, ammetto che questa pellicola ha riportato alla mente tantissimi ricordi legati al mio anno speso on the road, alle tante notti passate nella mia sgangherata Kia Sportage insieme a mia cugina e alle tantissime persone che abbiamo conosciuto durante il cammino. Persone che, come Fern, hanno deciso di lasciare tutto e rimettersi in gioco abbracciando un sistema di valori che al giorno d'oggi non tutti riescono a comprendere.
Questo, in particolare è ciò che ho apprezzato di più di "Nomadland": spiega senza cridare, senza imporre il proprio punto di vista le scelte di un gruppo di persone che, per scelta o predisposizione personale, decidono di impacchettare la loro vita e mettersi in viaggio, non necessariamente alla ricerca di qualcosa o di fortuna. Del resto non è forse il viaggio stesso la parte migliore del raggiungere qualsiasi destinazione?
Cast: Frances McDormand, David Strathairn, Linda May, Charlene Swankie, Bob Wells.
Box Office: $14.4 milioni
Vale o non vale: Visivamente molto bello, interessante per la storia che racconta, "Nomadland" è sicuramente un titolo che vale la pena di recuperare. Senza contare che l'interpretazione di Frances McDormand è - come sempre, del resto - qualcosa di fenomenale. Buon viaggio.
Premi: Vincitore di 3 Oscar per Miglior film, regia e attrice protagonista (McDormand) su 6 nomination (sceneggiatura non originale, montaggio e fotografia); 2 Golden Globe vinti (film, regia) su 4 nomination (sceneggiatura, attrice protagonista) e 4 BAFTA vinti (film, regia, attrice protagonista e fotografia) su 7 categorie (sceneggiatura non originale, montaggio e sonoro). Leone d'Oro a Venezia 2020 per il Miglior film.
Parola chiave: Vanguard.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi