Qualche sabato fa dovevamo andare a vedere "Mission Impossible 5" e siamo finiti a vedere questo...
Film 1011: "Minions" (2015) di Kyle Balda, Pierre Coffin
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Per essere un film senza trama ha avuto un bel po' di successo.
Non sono mai stato fan sfegatato di "Cattivissimo me" e derivati, anche se è innegabile che si tratti di un prodotto carino e simpatico, sufficientemente fuori dai canoni per spiccare in un universo cartoon sempre più affollato. Anche "Minions" vive degli stessi principi e sublima l'incapacità comunicativa dei suoi personaggi attraverso una serie di gag continue che lasciano lo spettatore praticamente sopraffatto, ma in fin dei conti divertito.
Di nuovo, non posso dire di essere rimasto particolarmente colpito da questa operazione commerciale e pur trovando simpatici i suoi protagonisti, non provo nessuno slancio particolare nei confronti dei minions. Sono gialli, pazzi, in cerca di un padrone cattivo, combinano casini e mangiano banane e - gridiamolo - il tutto finisce qui. Non c'è una trama, ma solo un filo narrativo necessario per portare nuovamente al cinema una saga che con 3 film è riuscita a raccimolare qualcosa come $2,594,246,450 (spendendone $219 milioni!). Capisco che provare il colpaccio con "Minions" fosse praticamente necessario per la Illumination Entertainment e la Universal ed evidentemente avevano ragione, però a livello di contenuti siamo all'osso. E' molto carina l'idea di introdurre la storia attraverso la voce fuori campo modello documentario (e affidare il doppiaggio italiano ad Alberto Angela è una genialata) e l'impronta evoluzionistica contestualizza a dovere l'origine dei minions; per il resto niente è particolarmente rilevante, semplicemente una sequela di vicissitudini assurde e certamente comiche che portano all'inevitabile finale. Diciamo che speravo un po' meglio, ma alla fine il tutto è conforme alle mie aspettative.
Quindi no, "Minions" non mi ha fatto innamorare, anche se vederlo è stato piacevole e il risultato finale è un film d'animazione per bambini innoquo e piacevole, un'avventura nonsense veloce e frenetica di totale intrattenimento.
Film 187 - Cattivissimo me
Film 609 - Cattivissimo me 2
Film 1011 - Minions
Film 2124 - Minions: The Rise of Gru
Cast: Sandra Bullock, Jon Hamm, Michael Keaton, Allison Janney, Steve Coogan, Jennifer Saunders, Pierre Coffin, Steve Carell, Geoffrey Rush, Hiroyuki Sanada, (versione italiana) Luciana Littizzetto, Fabio Fazio, Selvaggia Lucarelli, Max Giusti, Alberto Angela.
Box Office: $1.146 miliardi
Consigli: Classico titolo per tutta al famiglia, vero campione d'incassi e ormai fenomeno culturale. I "Minions" si appropriano del grande schermo da protagonisti e lo fanno senza sbalordire particolarmente, pur rimanendo gialli e folli come piace al grande pubblico. Uno spin-off più di successo dei due originali, uno dei titoli più attesi dell'anno: va visto e lo si può fare a cuor leggero. La trama non c'è, il divertimento non manca e tutto sommato il risultato finale è ok.
Parola chiave: Expo-Cattivi.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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giovedì 8 ottobre 2015
Film 1011 - Minions
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martedì 24 gennaio 2012
Film 359 - Femmine contro maschi
Avendo visto il primo - che non era stato male - mi ero ripromesso di vedere anche il secondo capitolo. Purtroppo per lui ho coinvolto anche Marco in questa visione...
Film 359: "Femmine contro maschi" (2011) di Fausto Brizzi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Brutto, brutto, brutto, brutto e brutto! Scusate, ma non ci sono altre parole per descrivere un prodotto stupido e superficiale come questo. E' al pari di una qualunque fiction Rai o Mediaset prodotta negli ultimi tempi. Non avrà i costumi di "Elisa di Rivombrosa" o gli intrighi impossibili di "CentoVetrine", ma il risultato finale è infimo come in quei casi.
Sciocco e scritto male, privo di ogni tentativo di approfondimento psicologico dei personaggi, recitato spesso in maniera imbarazzante e unicamente finalizzato a raggiungere una risata che arriva, in realtà, a stento un paio di volte, è un gioco di cliché che metterebbe a disagio anche lo spettatore meglio disposto.
Peccato, il cast è tendenzialmente buono (Claudio Bisio, Francesca Inaudi e in tante piccole parti Paola Cortellesi, Fabio De Luigi, Paolo Ruffini, Chiara Francini), ma bisogna ricordarsi che a. la Littizzetto può impegnarsi quanto vuole, ma non è un'attrice b. Serena Autieri è bella, ma non ha altre qualità c. quella che su tutti recita meglio è Nancy Brilli.
Credo che il tutto si commenti da solo. Ah, e ovviamente non mi spreco nemmeno a parlare di Ficarra&Picone che sono imbarazzanti a prescindere.
Consigli: Il primo episodio, "Maschi contro femmine", aveva un suo perchè. Questo è solo osceno. Evitare.
Parola chiave: Cliché bidimensionali su uomini e donne dei nostri giorni.
Trailer
Ric
Film 359: "Femmine contro maschi" (2011) di Fausto Brizzi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Brutto, brutto, brutto, brutto e brutto! Scusate, ma non ci sono altre parole per descrivere un prodotto stupido e superficiale come questo. E' al pari di una qualunque fiction Rai o Mediaset prodotta negli ultimi tempi. Non avrà i costumi di "Elisa di Rivombrosa" o gli intrighi impossibili di "CentoVetrine", ma il risultato finale è infimo come in quei casi.
Sciocco e scritto male, privo di ogni tentativo di approfondimento psicologico dei personaggi, recitato spesso in maniera imbarazzante e unicamente finalizzato a raggiungere una risata che arriva, in realtà, a stento un paio di volte, è un gioco di cliché che metterebbe a disagio anche lo spettatore meglio disposto.
Peccato, il cast è tendenzialmente buono (Claudio Bisio, Francesca Inaudi e in tante piccole parti Paola Cortellesi, Fabio De Luigi, Paolo Ruffini, Chiara Francini), ma bisogna ricordarsi che a. la Littizzetto può impegnarsi quanto vuole, ma non è un'attrice b. Serena Autieri è bella, ma non ha altre qualità c. quella che su tutti recita meglio è Nancy Brilli.
Credo che il tutto si commenti da solo. Ah, e ovviamente non mi spreco nemmeno a parlare di Ficarra&Picone che sono imbarazzanti a prescindere.
Consigli: Il primo episodio, "Maschi contro femmine", aveva un suo perchè. Questo è solo osceno. Evitare.
Parola chiave: Cliché bidimensionali su uomini e donne dei nostri giorni.
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Wilma De Angelis
sabato 30 aprile 2011
Film 247 - Matrimoni e altri disastri
Un film italiano ogni tanto non dovrebbe fare male alla salute. O no?

Film 247: "Matrimoni e altri disastri" (2010) di Nina Di Majo
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Che l'altro disastro del titolo sia effettivamente questa pellicola? No perchè, effettivamente, è piuttosto bruttina.
Con uno stuolo di attori solitamente piuttosto capaci (Buy, Volo, Inaudi e Berenson, quest'ultima frequenta molto il cinema italiano di recente) e una figura della comicità italiana più genuina (Littizzetto) non si doveva toppare così clamorosamente.
Un film senza brio, senza coinvolgimento, senza magia (per un film che parla di amore è abbastanza fondamentale), senza la malizia necessaria per giustificare un tradimento a un giorno dalle nozze, senza lo spirito sufficientemente anticonformista e ribelle per essere 'zitella' per scelta.
La Buy è bravissima, si sa, ma si sa altrettanto che la sua peculiarità è la nevrosi senza freni e, in un film come questo, è un po' il suo punto debole. Come può far sorridere una che, in mille situazioni imbarazzanti (da commedia) reagisce farfugliando come una 12enne incapace ancora di relazionarsi agli eventi? Stanca, ed è un peccato.
Per non parlare della relazione a tre della madre Lucrezia/Berenson di Nanà (ma che nome è?!)/Buy: imbarazzante. Un tema che sarebbe potuto essere la cigliegina sulla torta è, invece, trattato come se a viverlo fossero due adolescenti. Nanà che si chiude in bagno e non vuole parlare con nessuno, Lucrezia che dice di non saper scegliere. L'unico colpo di scena che vale (effettivamente non me l'aspettavo, ma scommetto che in molti potrebbero dire che fosse prevedibile stando un po' più 'svegli') è la verità sulla sorella Beatrice/Inaudi.
Alessandro/Volo ha un ruolo finto stronzo (in realtà - ma va?! - è solo incompreso per una vita di sfighe), ma è recitato talmente male che ogni tanto viene la pelle d'oca per l'inbarazzo. Idem, e mi spiace dirlo, per la parte di Benedetta/Littizzetto che, in un ruolo di non soli 5 minuti ("Maschi contro femmine"), fa sentire tutta la sua inesperienza. Un peccato, inoltre, che la costringano sempre in questi ruoli comici forzati. Magari c'è anche altro, ma con queste parti secondarie di spalla divertente difficilmente viene fuori.
Insomma non ci siamo.
Consigli: Eviterei di spendere troppe energie nell'attesa di vedere questo film. Non arriva nemmeno alla sufficienza. Si salva la bella cornice fiorentina.
Parola chiave: La vita è complicata.
Trailer
Ric

Film 247: "Matrimoni e altri disastri" (2010) di Nina Di Majo
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Che l'altro disastro del titolo sia effettivamente questa pellicola? No perchè, effettivamente, è piuttosto bruttina.
Con uno stuolo di attori solitamente piuttosto capaci (Buy, Volo, Inaudi e Berenson, quest'ultima frequenta molto il cinema italiano di recente) e una figura della comicità italiana più genuina (Littizzetto) non si doveva toppare così clamorosamente.
Un film senza brio, senza coinvolgimento, senza magia (per un film che parla di amore è abbastanza fondamentale), senza la malizia necessaria per giustificare un tradimento a un giorno dalle nozze, senza lo spirito sufficientemente anticonformista e ribelle per essere 'zitella' per scelta.
La Buy è bravissima, si sa, ma si sa altrettanto che la sua peculiarità è la nevrosi senza freni e, in un film come questo, è un po' il suo punto debole. Come può far sorridere una che, in mille situazioni imbarazzanti (da commedia) reagisce farfugliando come una 12enne incapace ancora di relazionarsi agli eventi? Stanca, ed è un peccato.
Per non parlare della relazione a tre della madre Lucrezia/Berenson di Nanà (ma che nome è?!)/Buy: imbarazzante. Un tema che sarebbe potuto essere la cigliegina sulla torta è, invece, trattato come se a viverlo fossero due adolescenti. Nanà che si chiude in bagno e non vuole parlare con nessuno, Lucrezia che dice di non saper scegliere. L'unico colpo di scena che vale (effettivamente non me l'aspettavo, ma scommetto che in molti potrebbero dire che fosse prevedibile stando un po' più 'svegli') è la verità sulla sorella Beatrice/Inaudi.
Alessandro/Volo ha un ruolo finto stronzo (in realtà - ma va?! - è solo incompreso per una vita di sfighe), ma è recitato talmente male che ogni tanto viene la pelle d'oca per l'inbarazzo. Idem, e mi spiace dirlo, per la parte di Benedetta/Littizzetto che, in un ruolo di non soli 5 minuti ("Maschi contro femmine"), fa sentire tutta la sua inesperienza. Un peccato, inoltre, che la costringano sempre in questi ruoli comici forzati. Magari c'è anche altro, ma con queste parti secondarie di spalla divertente difficilmente viene fuori.
Insomma non ci siamo.
Consigli: Eviterei di spendere troppe energie nell'attesa di vedere questo film. Non arriva nemmeno alla sufficienza. Si salva la bella cornice fiorentina.
Parola chiave: La vita è complicata.
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Ric
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lunedì 14 marzo 2011
Film 230 - Maschi contro femmine
Torniamo al cinema italiano, per una volta.

Film 230: "Maschi contro femmine" (2010) di Fausto Brizzi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ma che sorpresa! Una commedia italiana divertente, non necessariamente volgare o stupida, un film corale mediamente ben recitato (mediamente!) e piacevole! Sorpresona per chi la commedia italiana la vede un po' a fatica...
Ottimi Bisio, Carla Signoris e Giuseppe Cederna che da soli già valgono il film. Bene anche Cortellesi (ogni tanto un po' inappropriata, ma sorvolabile) e De Luigi, Nicolas Vaporidis (!), Giorgia Wurth e Nancy Brilli. Leggermente troppo soap Alessandro Preziosi. Cameo di Luciana Littizzetto (recitazione sufficiente...).
Insomma, un vastissimo cast di stelle e stelline del cinema nazionale in gran rispolvero (alcuni). Il risultato tiene e, anzi, regala certe gag divertenti. Inoltre -sono rimasto sconvolto, lo ammetto, considerando la produzione cinematografica italiana media, qui abbiamo il miracolo - serie riprese in esterna (non solo a Roma eh, ma al Polo!), nonché subacquee (per riprendere le balene), qualche effetto speciale neanche troppo malriuscito, un campo nudista non malamente censurato (anche se, guarda caso, camminano solamente le donne...), un taglio più da esportazione (se mi passate il termine).
Insomma, sono rimasto piacevolmente colpito da una pellicola di cui avevo solo sentito molto parlare, ma di cui non avevo molta fiducia. Di solito questi film 'di gruppo' sono solamente caotici e finiscono per non valorizzare nessuna storia e nessun attore e il risultato è meno di mediocre. Qui, invece, siamo decisamente ad un buon livello. Da vedere!
Consigli: A questo punto direi che sia il caso di vedere il seguito, no?
Parola chiave: Amori&Amici.
Trailer
Ps. Ho deciso di alleggerire un po' il blog, quindi d'ora in avanti il trailer della pellicola in questione sarà solamente linkato e non integrato al post.
Ric

Film 230: "Maschi contro femmine" (2010) di Fausto Brizzi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ma che sorpresa! Una commedia italiana divertente, non necessariamente volgare o stupida, un film corale mediamente ben recitato (mediamente!) e piacevole! Sorpresona per chi la commedia italiana la vede un po' a fatica...
Ottimi Bisio, Carla Signoris e Giuseppe Cederna che da soli già valgono il film. Bene anche Cortellesi (ogni tanto un po' inappropriata, ma sorvolabile) e De Luigi, Nicolas Vaporidis (!), Giorgia Wurth e Nancy Brilli. Leggermente troppo soap Alessandro Preziosi. Cameo di Luciana Littizzetto (recitazione sufficiente...).
Insomma, un vastissimo cast di stelle e stelline del cinema nazionale in gran rispolvero (alcuni). Il risultato tiene e, anzi, regala certe gag divertenti. Inoltre -sono rimasto sconvolto, lo ammetto, considerando la produzione cinematografica italiana media, qui abbiamo il miracolo - serie riprese in esterna (non solo a Roma eh, ma al Polo!), nonché subacquee (per riprendere le balene), qualche effetto speciale neanche troppo malriuscito, un campo nudista non malamente censurato (anche se, guarda caso, camminano solamente le donne...), un taglio più da esportazione (se mi passate il termine).
Insomma, sono rimasto piacevolmente colpito da una pellicola di cui avevo solo sentito molto parlare, ma di cui non avevo molta fiducia. Di solito questi film 'di gruppo' sono solamente caotici e finiscono per non valorizzare nessuna storia e nessun attore e il risultato è meno di mediocre. Qui, invece, siamo decisamente ad un buon livello. Da vedere!
Consigli: A questo punto direi che sia il caso di vedere il seguito, no?
Parola chiave: Amori&Amici.
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Ps. Ho deciso di alleggerire un po' il blog, quindi d'ora in avanti il trailer della pellicola in questione sarà solamente linkato e non integrato al post.
Ric
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giovedì 4 marzo 2010
Film 85 - Genitori & figli. Agitare bene prima dell'uso
Il cinema con i biglietti gratis mi aveva già tradito con Muccino e il suo orrendo film. Avendone avuti ancora, temevo seriamente per cosa mi sarei dovuto subire questa volta. C'è mancato poco che li buttassi via (davano "Scusa ma ti voglio sposare")...

Film 85: "Genitori & figli. Agitare bene prima dell'uso" (2010) di Giovanni Veronesi
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia, Mimma
Pensieri: Ma partiamo pure dal titolo: OSCENO. Cosa vorrebbe significare? La conflittualità vista e rivista tra generazioni opposte nel momento di maggior ribellione dell'essere umano? Se il tentativo era provare con un titolo nuovo per evitare che si sgamasse subito la totale assenza di altre novità in questa pellicola, la prova si potrebbe quasi dire riuscita. Ovviamente se tralasciamo la totale mancanza di senso.
Poi analizziamo il target. Ho pensato: Margherita Buy, Silvio Orlando, Michele Placido, Luciana Littizzetto, Elena Sofia Ricci... Non può essere un film per bambini. Sbagliato, perchè al cinema ti ritrovi una locandina allucinante per quanto è brutta - vedi sopra - con in bella vista un iPhone che richiama subito l'occhio del giovane-tecnologico (ossia tutti i giovani, ormai). E, peggio di tutto il resto, la pubblicità in radio che inizia così: 'Vuoi divorziare dai tuoi genitori?'. Ora io mi domando: ma che cazzo di messaggio è? Cioè, per carità, pure io non li sopportavo i miei nel luuuuuuuuuuunghissimo periodo tra i 14 e i 18anni, però non è che non li volessi più vedere. Ma sarà un messaggio da passare a uno di 15 anni che non capisce niente con tutto il pus che c'ha nel cervello?? Secondo me è un'orrenda trovata di marketing.
Comunque, a parte questo, il film è SICURAMENTE per adolescenti. Non c'è alcuna pretesa di analisi psicologica, ma solo il punto di vista di una ragazzina con l'ormone a mille che vuole perdere la verginità a tutti i costi e, quando ci riesce, cade nel cliché del 'oh mio dio magari sono incinta'. Altro messaggio molto positivo per le neomamme 16enni.
Altra cosa sicura del film è che si può perdere. No, non parlo della trama, ma del film stesso! Non c'è bisogno di regalare 8 euro a Veronesi, piuttosto investiteli - lo dico così, a scatola chiusa perchè ancora non l'ho visto - in "Alice in Wonderland"! Non si ride quasi, è molto volgare e non aggiunge niente al bagaglio culturale di nessuno.
Ps. Cameo di Gianna Nannini.
Pps. Piera Degli Esposti è la nonna più trans che io abbia mai visto!
Consigli: E' in questi casi che un bel blockbuster fa la differenza! Se proprio devi guardare una scemata, almeno che intrattenga...
Parola chiave: Banalità?
Ric

Film 85: "Genitori & figli. Agitare bene prima dell'uso" (2010) di Giovanni Veronesi
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia, Mimma
Pensieri: Ma partiamo pure dal titolo: OSCENO. Cosa vorrebbe significare? La conflittualità vista e rivista tra generazioni opposte nel momento di maggior ribellione dell'essere umano? Se il tentativo era provare con un titolo nuovo per evitare che si sgamasse subito la totale assenza di altre novità in questa pellicola, la prova si potrebbe quasi dire riuscita. Ovviamente se tralasciamo la totale mancanza di senso.
Poi analizziamo il target. Ho pensato: Margherita Buy, Silvio Orlando, Michele Placido, Luciana Littizzetto, Elena Sofia Ricci... Non può essere un film per bambini. Sbagliato, perchè al cinema ti ritrovi una locandina allucinante per quanto è brutta - vedi sopra - con in bella vista un iPhone che richiama subito l'occhio del giovane-tecnologico (ossia tutti i giovani, ormai). E, peggio di tutto il resto, la pubblicità in radio che inizia così: 'Vuoi divorziare dai tuoi genitori?'. Ora io mi domando: ma che cazzo di messaggio è? Cioè, per carità, pure io non li sopportavo i miei nel luuuuuuuuuuunghissimo periodo tra i 14 e i 18anni, però non è che non li volessi più vedere. Ma sarà un messaggio da passare a uno di 15 anni che non capisce niente con tutto il pus che c'ha nel cervello?? Secondo me è un'orrenda trovata di marketing.
Comunque, a parte questo, il film è SICURAMENTE per adolescenti. Non c'è alcuna pretesa di analisi psicologica, ma solo il punto di vista di una ragazzina con l'ormone a mille che vuole perdere la verginità a tutti i costi e, quando ci riesce, cade nel cliché del 'oh mio dio magari sono incinta'. Altro messaggio molto positivo per le neomamme 16enni.
Altra cosa sicura del film è che si può perdere. No, non parlo della trama, ma del film stesso! Non c'è bisogno di regalare 8 euro a Veronesi, piuttosto investiteli - lo dico così, a scatola chiusa perchè ancora non l'ho visto - in "Alice in Wonderland"! Non si ride quasi, è molto volgare e non aggiunge niente al bagaglio culturale di nessuno.
Ps. Cameo di Gianna Nannini.
Pps. Piera Degli Esposti è la nonna più trans che io abbia mai visto!
Consigli: E' in questi casi che un bel blockbuster fa la differenza! Se proprio devi guardare una scemata, almeno che intrattenga...
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Ric
giovedì 10 dicembre 2009
Film 31 - Tutta colpa di Giuda
Dopo "Star Wars" c'era ancora tempo per dedicarsi ad un'altra pellicola. Non sapendo quale scegliere ci siamo affidati al caso dello streaming, che ci ha consigliato un film che al cinema volevamo vedere, ma avevamo perso!

Film 31: "Tutta colpa di Giuda" (2009) di Davide Ferrario
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Più che un film un esperimento. La realtà nel cinema, il cinema nella realtà che si contaminano vicendevolmente senza mai un definito schema che faccia capire allo spettatore dove finisce una e comincia l'altro. E' tutta una contaminazione, quasi un labirinto di situazioni tipicamente da cinema e altre tipicamente reali. E, oltre a tutto questo, la musica, il ballo e il carcere. Un bel po' di elementi per un solo film a bassissimo costo e italiano, per di più.
L'elemento che più mi attirava al film era la partecipazione di Luciana Littizzetto, abituato al suo solito carisma. In realtà il suo ruolo qui è molto piccolo e per niente simpatico. Cioè, conoscendo lei e sapendo chi è e come è fatta apprezzi di più Suor Bonaria di quanto non meriterebbe il personaggio che di buono non ha proprio niente.
In realtà la grande sorpresa è stata Kasia Smutniak che conoscevo solo per gli spot della Tim e per essere la madre della figlia di Taricone. Diciamo che effettivamente qualche pregiudizio ce lo avevo. Invece è brava, spigliata, recita pure bene. In un carcere, con veri detenuti che recitano, non dev'essere stata un'esperienza subito facile. E' giovane e volenterosa, si vede, ogni tanto da qualche enfasi di troppo al suo personaggio senza un motivo apparente, però nel complesso l'ho estremamente rivalutata.
Inoltre è da tenere presente, in questa pellicola, la sottile - ma forse neanche troppo - critica al mondo delle carceri italiane che viene descritto come fine a sé stesso, senza alcuna capacità di riabilitare alla vita quelle persone che invece ne avrebbero davvero bisogno. Il carcere è un limbo, un mondo diverso da tutti gli altri - che poi dipenderà anche da carcere a carcere, qui ci si misura con una realtà quasi all'acqua di rose - che ha una sua struttura, sue regole, sua burocrazia. Scontrarsi con un muro del genere può far paura, ma il film aiuta forse a sconfiggere alcuni pregiudizi sul mondo della prigione. Innanzitutto sembra possibile combinare qualcosa di buono, sia nella storia del film che nella realtà. Mi riferisco e allo spettacolo pasquale per cui è stata richiesta la presenza della Smutniak/Irena e alla capacità di Ferrario di costruire un film sul carcere coinvolgendo veri detenuti. E poi l'idea che ne rimane è che non per forza uno che ha sbagliato di brutto nella vita è per forza un poco di buono. Non credo si voglia semplificare, ma solo passare un messaggio positivo per coloro che questa realtà la guardano con diffidenza.
Ho trovato bella (e suggestiva) anche l'idea dell'ultima cena in carcere da paragonare a quella di Gesù. Se è vero che lo spettacolo non si realizzerà mai (l'indulto fa uscire praticamente tutti di prigione) è altrettanto vero che lo spettatore assiste allo spettacolo grazie alle prove. L'idea dell'ultimo numero musicale alla cena prima del giorno della liberazione è direttamente collegabile alla storia cristiana e quindi acquisisce un significato altro, non religioso, ma sicuramente solenne.
Un grande limite di questo film, però, è il poco richiamo. Manca forse appeal per una pellicola di valore, ma carente dal punto di vista commerciale. A) Chi è la Smutniak? B) Perchè la Littizzetto non è stata 'usata' di più per far pubblicità al film? Ecco, forse io me la sarei giocata un po' meglio. E, soprattutto, avrei bandito dal set quell'uomo orribile che all'inizio della storia è il fidanzato di Irena e nella vita vera dovrebbe essere uno dei Marlene Kuntz. E' assolutamente insopportabile!
Alcune considerazioni per finire. In questo film piove sempre o è sempre nuvoloso, anche quando prendono il sole.
La prima parte del film è un po' hippie, Irena è fidanzata con questo regista tutto concettuale, artistoide alternativo, freddo come un ghiacciolo e più simile ad un manico di scopa. Ma insieme che ci stanno a dire?!
Tutta la storia è un po' semplificata. Probabilmente era un'esigenza particolare, ma sa un po' di fittizio in alcuni punti, cioè si capisce che nella realtà ci sarebbe stato un altro step che nella storia invece manca. Come nella decisione dei ruoli, in cui tutti, senza averne mai parlato prima, sanno chi vogliono interpretare e non ce ne sono 2 che vogliano fare lo stesso personaggio.
Consigli: Meglio dedicare attenzione al film, non è decisamente uno di quelli da svago.
Parola chiave: Libero: "Che cosa c'è di più triste di un carcere vuoto?" Irena: "Uno pieno?"
#HollywoodCiak
Bengi

Film 31: "Tutta colpa di Giuda" (2009) di Davide Ferrario
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Più che un film un esperimento. La realtà nel cinema, il cinema nella realtà che si contaminano vicendevolmente senza mai un definito schema che faccia capire allo spettatore dove finisce una e comincia l'altro. E' tutta una contaminazione, quasi un labirinto di situazioni tipicamente da cinema e altre tipicamente reali. E, oltre a tutto questo, la musica, il ballo e il carcere. Un bel po' di elementi per un solo film a bassissimo costo e italiano, per di più.
L'elemento che più mi attirava al film era la partecipazione di Luciana Littizzetto, abituato al suo solito carisma. In realtà il suo ruolo qui è molto piccolo e per niente simpatico. Cioè, conoscendo lei e sapendo chi è e come è fatta apprezzi di più Suor Bonaria di quanto non meriterebbe il personaggio che di buono non ha proprio niente.
In realtà la grande sorpresa è stata Kasia Smutniak che conoscevo solo per gli spot della Tim e per essere la madre della figlia di Taricone. Diciamo che effettivamente qualche pregiudizio ce lo avevo. Invece è brava, spigliata, recita pure bene. In un carcere, con veri detenuti che recitano, non dev'essere stata un'esperienza subito facile. E' giovane e volenterosa, si vede, ogni tanto da qualche enfasi di troppo al suo personaggio senza un motivo apparente, però nel complesso l'ho estremamente rivalutata.
Inoltre è da tenere presente, in questa pellicola, la sottile - ma forse neanche troppo - critica al mondo delle carceri italiane che viene descritto come fine a sé stesso, senza alcuna capacità di riabilitare alla vita quelle persone che invece ne avrebbero davvero bisogno. Il carcere è un limbo, un mondo diverso da tutti gli altri - che poi dipenderà anche da carcere a carcere, qui ci si misura con una realtà quasi all'acqua di rose - che ha una sua struttura, sue regole, sua burocrazia. Scontrarsi con un muro del genere può far paura, ma il film aiuta forse a sconfiggere alcuni pregiudizi sul mondo della prigione. Innanzitutto sembra possibile combinare qualcosa di buono, sia nella storia del film che nella realtà. Mi riferisco e allo spettacolo pasquale per cui è stata richiesta la presenza della Smutniak/Irena e alla capacità di Ferrario di costruire un film sul carcere coinvolgendo veri detenuti. E poi l'idea che ne rimane è che non per forza uno che ha sbagliato di brutto nella vita è per forza un poco di buono. Non credo si voglia semplificare, ma solo passare un messaggio positivo per coloro che questa realtà la guardano con diffidenza.
Ho trovato bella (e suggestiva) anche l'idea dell'ultima cena in carcere da paragonare a quella di Gesù. Se è vero che lo spettacolo non si realizzerà mai (l'indulto fa uscire praticamente tutti di prigione) è altrettanto vero che lo spettatore assiste allo spettacolo grazie alle prove. L'idea dell'ultimo numero musicale alla cena prima del giorno della liberazione è direttamente collegabile alla storia cristiana e quindi acquisisce un significato altro, non religioso, ma sicuramente solenne.
Un grande limite di questo film, però, è il poco richiamo. Manca forse appeal per una pellicola di valore, ma carente dal punto di vista commerciale. A) Chi è la Smutniak? B) Perchè la Littizzetto non è stata 'usata' di più per far pubblicità al film? Ecco, forse io me la sarei giocata un po' meglio. E, soprattutto, avrei bandito dal set quell'uomo orribile che all'inizio della storia è il fidanzato di Irena e nella vita vera dovrebbe essere uno dei Marlene Kuntz. E' assolutamente insopportabile!
Alcune considerazioni per finire. In questo film piove sempre o è sempre nuvoloso, anche quando prendono il sole.
La prima parte del film è un po' hippie, Irena è fidanzata con questo regista tutto concettuale, artistoide alternativo, freddo come un ghiacciolo e più simile ad un manico di scopa. Ma insieme che ci stanno a dire?!
Tutta la storia è un po' semplificata. Probabilmente era un'esigenza particolare, ma sa un po' di fittizio in alcuni punti, cioè si capisce che nella realtà ci sarebbe stato un altro step che nella storia invece manca. Come nella decisione dei ruoli, in cui tutti, senza averne mai parlato prima, sanno chi vogliono interpretare e non ce ne sono 2 che vogliano fare lo stesso personaggio.
Consigli: Meglio dedicare attenzione al film, non è decisamente uno di quelli da svago.
Parola chiave: Libero: "Che cosa c'è di più triste di un carcere vuoto?" Irena: "Uno pieno?"
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Bengi
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