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mercoledì 18 marzo 2020

Film 1844 - Knives Out

Intro: Non vedevo l'ora di vederlo! Così appena è uscito in Argentina e, finalmente, è arrivato al cinema anche a Ushuaia, ci siamo fiondati in sala. Per me l'ultimo film in Terra del Fuoco.
Film 1844: "Knives Out" (2019) di Rian Johnson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: le aspettative erano alte visti gli svariati fattori per me di interesse: un cast magnifico e ricco di star, un genere cinematografico che - quando fatto bene - mi soddisfa tantissimo, critiche in patria ampiamente positive, la sceneggiatura e regia di colui che, per molti, ha guastato l'ultima trilogia di "Star Wars". Insomma, tantissima curiosità e, devo dire, "Knives Out" non mi ha deluso.
Ricordo perfettamente che durante la visione fossi un po' perplesso sull'andamento della storia, più che altro perché mi sembrava si sarebbe andati a parare esattamente dove mi aspettavo quando, in realtà, la parte finale del racconto ha ancora moltissimo da giocarsi. Bella sorpresa, quindi, e risultato finale per niente scontato, per un film che ha tanto da regalare al pubblico soprattutto in termini di ottime interpretazioni e colpi di scena. Insomma, un prodotto che colpisce nel segno.
In particolare ho trovato il tutto intelligentemente concepito e costruito, con un crescendo di suspense che porta costantemente lo spettatore a chiedersi chi mai sarà stato ad uccidere Harlan Thrombey (Plummer) e per quale motivo. Indaga sull'accaduto lo schivo Benoit Blanc (Craig, che già aveva investigato sulle vicende famigliari di un patriarca interpretato da Plummer in "The Girl with the Dragon Tattoo"), che deve destreggiarsi tra le sue deduzioni e le bugie di una famiglia estremamente eterogenea che dall'omicidio ha tutto da perdere; brillano nel cast, a parte i già citati, la meravigliosa Jamie Lee Curtis - in un momento particolarmente roseo della sua carriera -, Toni Collette, che può davvero interpretare chi vuole, e la sorpresa Ana de Armas (già vista in "Blade Runner 2049" e prima o poi al cinema con Craig nel prossimo 007 "No Time to Die") che nel ruolo dell'infermiera fa centro e rimane particolarmente impressa.
Insomma, fan del genere giallo fatevi sotto, qui c'è pane per i vostri denti.
Film 1844 - Knives Out
Film 2010 - Knives Out
Film 2152 - Glass Onion: A Knives Out Mystery
Cast: Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Don Johnson, Toni Collette, Lakeith Stanfield, Katherine Langford, Jaeden Martell, Christopher Plummer.
Box Office: $313 milioni
Vale o non vale: Intrigante e ben realizzato, "Knives Out" fa parte di quel genere whodunit che in italia definiamo semplicemente giallo. Ci sono tutti gli elementi classici del genere, qui imbastiti con un piglio moderno e un ritmo inizialmente un po' sopito, ma che non manca di riprendersi nella seconda parte del film. Un buon intrattenimento da quarantena.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura originale, a 3 Golden Globe per Miglior film musical o commedia, attore protagonista (Craig) e attrice protagonista (de Armas) e al BAFTA per la Miglior sceneggiatura.
Parola chiave: Vomito.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 6 dicembre 2010

Film 192 - Assassinio sul Nilo

Spostata la cena del lunedì al martedì per necessità 'sportive', abbiamo continuato il nostro cinema casalingo supportato da cena con insalata con questo film, classico del genere giallo...


Film 192: "Assassinio sul Nilo" (1978) di John Guillermin
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Andrea, Diego, Marco
Pensieri: Va detto, per ragion di cronaca, che l'aspetto principale che ci ha condotto a questa pellicola è stata la presenza della fantastica Angela Lansbury ("La signora in giallo", Pomi d'ottone e manici di scopa", "Il mistero della signora scomparsa").
Per quanto mi riguarda questo è il secondo film con protagonista il Poirot di Agatha Christie. Questa volta ad impersonarlo è Peter Ustinov (che avevo già visto in "Topkapi"), meno capace, secondo me, di Albert Finney di rendere il personaggio vero e credibile. La sensazione è quella della macchietta che agisce in funzione del suo essere strambo, senza una caratterizzazione del personaggio che tenda, perlomeno, all'umano. Il tutto è un po' bidimensionale.
Non si può dire lo stesso di grandissimi comprimari che accompagnano questa avventura dell'investigatore belga. C'è (una molto anziana e difficilmente riconoscibile) Bette Davis ("Eva contro Eva", "Che fine ha fatto Baby Jane?"); Mia Farrow ("Il grande Gatsby", "Rosemary's Baby"), anche qui in un ruolo insopportabile; George Kennedy (visto nella saga della pallottola spuntata con Nielsen), premio Oscar per "Nick mano fredda"; la grandissima e bravissima Maggie Smith ("Hook - capitan Uncino", "Harry Potter e il principe mezzosangue", "La famiglia omicidi"), due volte premio Oscar; Jack Warden ("Oltre il giardino", "La piccola peste"); e David Niven ("James Bond 007 - Casino Royale", "La pantera rosa", "Invito a cena con delitto") premio Oscar per "Tavole separate".
Questo classico di genere, con un cast da far impallidire le produzioni odierne, porta bene i suoi 32 anni di età. I 140 minuti di pellicola scorrono via tranquilli, nell'attesa di capire finalmente chi abbia commesso l'omicidio (ma, diciamocelo, non era poi così difficile da capire chi e perchè l'ha fatto, no?). Il personaggio, su tutti, più divertente è proprio quello di Mrs. Salome Otterbourne/Angela Lansbury, che con la sua verve e spigliatezza sessuale, regala gli unici toni comici di questo film. La Lansbury, grandissima attrice anche teatrale, sopporta la parte con tale capacità e convinzione da far accettare - perfino a noi appassionati di Jessica Fletcher - un ruolo così fuori dai suoi soliti canoni.
Insomma, la pellicola è piacevole e regala quel disimpegno (di classe) che raramente si trova ancora nelle produzioni chiassose ed esorbitanti cui siamo abituati. Ogni tanto è bello godersi un film non 'gridato'.
Ps. Oscar (il secondo) nel 1979 ad Anthony Powell per i migliori costumi.
Film 1102 - Assassinio sul Nilo
Consigli: Cercare di capire chi è l'assassino vi rovinerà il piacere di seguire il corso della storia. Forse, per chi vuole distrarsi, è meglio lasciarsi semplicemente condurre dagli eventi.
Parola chiave: Soldi.




Ric

martedì 20 aprile 2010

Film 106 - La ragazza del lago

Ne avevo sentito parlare alcuni anni fa e mi ero perso il film al cinema. Finalmente, acquistato il dvd, mi sono deciso a vederlo.


Film 106: "La ragazza del lago" (2007) di Andrea Molaioli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Comincia facendoci credere di essere talmente scontato che già abbiamo indovinato come andrà. Ma no, per carità, non è una fiction Rai, è un film e, per una volta, un film italiano che racconta una bella storia. Non un omicidio alla 'Carabinieri', ma un giallo da risolvere addentrandosi nei meandri di una comunità del Friuli.
Interessante esperimento del nostro cinema, "La ragazza del lago" propone un bravo Toni Servillo nella parte del Commissario Sanzio, uomo duro fuori, ma con sentimenti dentro. Una figlia difficile e una moglie dalla malattia degenerativa sapranno sciogliere il guscio creatosi durante i tanti anni di servizio. Sarà proprio Sanzio/Servillo per tutto il film l'unico grande protagonista, con interrogatori e deduzioni, ricerca di indizi e conclusioni che porteranno a rintracciare il colpevole dell'omicidio della bella Anna Nadal/Alessia Piovan.
Non brilla al 100% di originalità questa pellicola, ma sicuramente risulta ben realizzata, specialmente se si considera che rappresenta l'esordio del suo regista. Oltre a location suggestive (il lago ricorda un po' "Brokeback Mountain") e la buona sceneggiatura, anche il cast sembra essere azzeccato, Golino in primis. Nonostante la piccolissima parte quasi cameo, rimane impressa la sua interpretazione posata, quasi soffocata da un dolore che non si può nominare. Bravissima, davvero. Ovviamente lei e Servillo insieme fanno scintille.
Uniche pecche il dialetto di alcuni (ma caratterizza meglio i personaggi, solo che a volte non si capisce bene...) e la solita tendenza di molti attori italiani a recitare come nelle soap. Non mi associo ad un luogo comune, trovo solo che parlare ansimando non sia naturale né verosimile.
Sicuramente una buona prova di cinema made in Italy, giustamente premiato con 10 David di Donatello, il premio più inutile che c'è. Se poteva servire una prova a dimostrarlo, anche qui ci è servita su un piatto d'argento: due dei dieci premi sono andati a Molaioli, Migliore Regista Esordiente e Migliore Regista. Del resto, in una delle edizioni, pioveva sul palco dal soffitto...
Consigli: Raro esempio di cinema italiano che mi è piaciuto e che consiglio caldamente. Bellissime le musiche di Teho Teardo.
Parola chiave: Bambino.




Ric