Ogni tanto ci casco. E ricasco. E ricasco.
Film 1377: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Nostalgico di atmosfere "sexandthecitiane", dopo aver riguardato tutta la quinta stagione, sono tornato a commettere uno dei miei più irrinunciabili peccati originali, ovvero guastarmi una delle due pellicole cinematografiche legata alla geniale serie tv "Sex and the City".
Premesso che rivedere il telefilm a 30 anni mi ha aperto gli occhi non poco - è davvero un contenitore di grandi verità che da ragazzino non puoi arrivare a capire -, questo secondo lungometraggio di certo non aggiunge nulla al perfetto equilibrio di humor, glamour e chiacchiere open minded cui eravamo stati abituati, ma tutto sommato è l'innocente tentativo (oltre che di lucrarci sempre di più) di portare ai fan sfegatati un'altra fetta di quella gustosissima torta tristemente terminata nel 2004. Certo, si poteva fare molto di più, ma si sa che dal piccolo al grande schermo il salto è nel vuoto e spesso si paga. Va bene così, per la piccola dose annuale di Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda questo film è più che sufficiente.
Ps. "Vincitore" di 3 Razzie Award per le Peggiori attrici (Parker, Cattrall, Davis, Nixon), Peggior cast e Peggior Prequel, Remake, Rip-Off o Sequel...
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City
Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Cast: Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Chris Noth, John Corbett, David Eigenberg, Evan Handler, Jason Lewis, Willie Garson, Mario Cantone, Lynn Cohen, Alice Eve, Raza Jaffrey, Penélope Cruz, Liza Minnelli, Miley Cyrus.
Box Office: $294.6 milioni
Consigli: Non il migliore dei due film, sicuramente non all'altezza della serie tv, ma se la nostalgia vi prende e non avete proprio il tempo di rivedervi tutti gli episodi, un saltino nel mondo di Carrie & co. lo potete fare anche attraverso questo secondo esperimento cinematografico.
Parola chiave: Relazioni amorose.
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#HollywoodCiak
Bengi
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giovedì 22 giugno 2017
Film 1377 - Sex and the City 2
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mercoledì 9 maggio 2012
Film 406 - Sex and the City 2
E - che coincidenza! - proprio nel giorno del compleanno di John Corbett, che qui interpreta Aidan, l'ex promesso sposo di Carrie, e che a quanto pare condivide la data di nascita con un'altra attrice di questo fortunato serial tv (Candice Bergen), la recensione del secondo capitolo cinematografico di...

Film 406: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Più brutto del primo, ma comunque godibile. Manca brio e magia, c'è solo glam e battutine prevedibili. Ma chi ama la serie gode comunque.
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Consigli: Anche questo è un divertimento all'acqua di rose, ma comunque piacevole per chi è fan. Per gli altri Carrie potrebbe risultare, oltre che rugosa, anche un po' insopportabilmente nevrotico-cervellotica.
Parola chiave: Abu Dhabi.
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Film 406: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Più brutto del primo, ma comunque godibile. Manca brio e magia, c'è solo glam e battutine prevedibili. Ma chi ama la serie gode comunque.
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Consigli: Anche questo è un divertimento all'acqua di rose, ma comunque piacevole per chi è fan. Per gli altri Carrie potrebbe risultare, oltre che rugosa, anche un po' insopportabilmente nevrotico-cervellotica.
Parola chiave: Abu Dhabi.
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martedì 29 novembre 2011
Film 334 – Ma come fa a far tutto?
Un clamoroso insuccesso al botteghino americano per una commediola che tenta la fortuna ricorrendo sempre ai soliti elementi. Ormai non molto vincenti…
Film 334: " Ma come fa a far tutto?" (2011) di Douglas McGrath
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Sarah Jessica Parker dovrebbe ormai aver imparato che non si vive di rendita tutta la vita. Dico dovrebbe perché il secondo capitolo di “Sex and the city”, dopo il clamoroso successo del primo (più di 400 milioni di $), ha incassato a malapena la metà del suo predecessore con, inoltre, annesse critiche molto pesanti alle 4 protagoniste di cui a capo sappiamo esserci proprio la nostra cavallona. Passare da quattro Golden Globes e un Emmy a un Razzie Award come peggiore attrice dell’anno non è esattamente ciò che si definisce un salto di qualità. E la nostra anoressica equina amica avrebbe dovuto capire che, per impegnarsi a non ripetere lo scivolone, sarebbe dovuta correre ai ripari.
Peccato che la sua mossa successiva sia questa pellicola fiacca e loffia, moscia come un qualunque soufflé che ha deciso di sgonfiarsi dopo una buona premessa di partenza. Già perché se l’idea della madre tuttofare che però non vuole rinunciare alla carriera ha un sapore di stantio che è inutile parlarne, diciamo che dal trailer si poteva sperare in un piglio più innovativo, proprio, se mi è concesso, alla “Sex and the city”.
Ma no, qui non c’è nulla delle magnifiche quattro ragazzone attempate e arrapate e, anzi, l’approccio un po’ glam un po’ sbarazzino serve solo ad attirare i poveretti che, come me, avevano voglia di ancora un po’ del tanto conosciuto tocco al ‘carrie’.
Si potrebbe dire, invece, che di tutte le trovate (plausibilmente) piacevoli sulla carta – per es. tutto ciò che non è Sarah J. fermo immobile e la nostra eroina di casa che interloquisce direttamente con il pubblico; la lista delle cose da fare il giorno dopo che appare sul soffitto; le ‘interviste’ quasi alla reality show degli altri personaggi come la mamma rivale per rivelare qualcosa in più sulla psicologia degli altri personaggi – non ce ne sia una che aiuti la pellicola a risultare omogenea nel suo insieme. Tutto un calderone di espedienti mal mescolati che lasciano, alla fine, un’idea di discontinuità e di non omogeneità della struttura narrativa.
Sarah J., poi, incarna sempre la solita fighetta chic alto borghese (anche in “La neve nel cuore”, uno dei film più brutti ed assurdi che abbia mai visto nella mia vita) che necessita di trovare sé stessa nell’uomo che ama, la coccola e le da sicurezza. Se, per una volta, osasse davvero cambiare un ruolo cinematografico – anche fallendo, per carità… Tanto è evidente che anche interpretando sempre lo stesso personaggio non si sta aiutando – potrebbe tentare, anche, di staccarsi di dosso questa immagine sempre uguale negli anni del suo personaggio che, ormai, vive di pari passo a lei nella realtà.
Insomma, film brutto e assolutamente inutile, che merita il poco successo (a malapena 9 milioni di $ di incasso negli USA…) che ha avuto in patria e nel resto del mondo.
E, abbiamo visto, Sarah J. non ha per niente imparato la lezione.
Consigli: Evitare, evitare, evitare! C’è una Sarah Jessica assolutamente più interessante in film come “Ed Wood” e “Hocus Pocus” o “Il clu delle prime mogli”. La attendiamo nel prossimo “Capodanno a New York” (no, per carità, non è un nuovo cinepanettone, ma il nuovo film di Garry Marshall – seguito naturale di “Appuntamento con la’more” – il cui titolo originale è “New eyar’s eve”) per vedere se, in effetti, qualcosa è cambiato…
Parola chiave: Famiglia.
Trailer
Ric
Film 334: " Ma come fa a far tutto?" (2011) di Douglas McGrath
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Sarah Jessica Parker dovrebbe ormai aver imparato che non si vive di rendita tutta la vita. Dico dovrebbe perché il secondo capitolo di “Sex and the city”, dopo il clamoroso successo del primo (più di 400 milioni di $), ha incassato a malapena la metà del suo predecessore con, inoltre, annesse critiche molto pesanti alle 4 protagoniste di cui a capo sappiamo esserci proprio la nostra cavallona. Passare da quattro Golden Globes e un Emmy a un Razzie Award come peggiore attrice dell’anno non è esattamente ciò che si definisce un salto di qualità. E la nostra anoressica equina amica avrebbe dovuto capire che, per impegnarsi a non ripetere lo scivolone, sarebbe dovuta correre ai ripari.
Peccato che la sua mossa successiva sia questa pellicola fiacca e loffia, moscia come un qualunque soufflé che ha deciso di sgonfiarsi dopo una buona premessa di partenza. Già perché se l’idea della madre tuttofare che però non vuole rinunciare alla carriera ha un sapore di stantio che è inutile parlarne, diciamo che dal trailer si poteva sperare in un piglio più innovativo, proprio, se mi è concesso, alla “Sex and the city”.
Ma no, qui non c’è nulla delle magnifiche quattro ragazzone attempate e arrapate e, anzi, l’approccio un po’ glam un po’ sbarazzino serve solo ad attirare i poveretti che, come me, avevano voglia di ancora un po’ del tanto conosciuto tocco al ‘carrie’.
Si potrebbe dire, invece, che di tutte le trovate (plausibilmente) piacevoli sulla carta – per es. tutto ciò che non è Sarah J. fermo immobile e la nostra eroina di casa che interloquisce direttamente con il pubblico; la lista delle cose da fare il giorno dopo che appare sul soffitto; le ‘interviste’ quasi alla reality show degli altri personaggi come la mamma rivale per rivelare qualcosa in più sulla psicologia degli altri personaggi – non ce ne sia una che aiuti la pellicola a risultare omogenea nel suo insieme. Tutto un calderone di espedienti mal mescolati che lasciano, alla fine, un’idea di discontinuità e di non omogeneità della struttura narrativa.
Sarah J., poi, incarna sempre la solita fighetta chic alto borghese (anche in “La neve nel cuore”, uno dei film più brutti ed assurdi che abbia mai visto nella mia vita) che necessita di trovare sé stessa nell’uomo che ama, la coccola e le da sicurezza. Se, per una volta, osasse davvero cambiare un ruolo cinematografico – anche fallendo, per carità… Tanto è evidente che anche interpretando sempre lo stesso personaggio non si sta aiutando – potrebbe tentare, anche, di staccarsi di dosso questa immagine sempre uguale negli anni del suo personaggio che, ormai, vive di pari passo a lei nella realtà.
Insomma, film brutto e assolutamente inutile, che merita il poco successo (a malapena 9 milioni di $ di incasso negli USA…) che ha avuto in patria e nel resto del mondo.
E, abbiamo visto, Sarah J. non ha per niente imparato la lezione.
Consigli: Evitare, evitare, evitare! C’è una Sarah Jessica assolutamente più interessante in film come “Ed Wood” e “Hocus Pocus” o “Il clu delle prime mogli”. La attendiamo nel prossimo “Capodanno a New York” (no, per carità, non è un nuovo cinepanettone, ma il nuovo film di Garry Marshall – seguito naturale di “Appuntamento con la’more” – il cui titolo originale è “New eyar’s eve”) per vedere se, in effetti, qualcosa è cambiato…
Parola chiave: Famiglia.
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Sex and the City 2
martedì 10 maggio 2011
Film 253 - Sex and the City 2
Ancora?! Basta...

Film 253: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: dal computer di Alice
Lingua: italiano, inglese
Compagnia: Marco, Alice
Pensieri: Eh, lo so, ancora una volta un film di "Sex and the City"... E nemmeno il più bello dei due...
Questa volta, però, la visione di quello che potremmo definire il 'secondo tempo' è stata in inglese e mi ha offerto una dimensione più 'internazionale' della pellicola, con le vocine stridule delle sue protagoniste a ricordarmi quanto - in certi casi - il doppiaggio faccia la differenza.
Comunque, per quanto questa pellicola possa essere totalmente in disaccordo con lo spirito della serie tv, da fan, non posso dire di disprezzarla con tutto me stesso. Per quanto vorrei, a volte ricado nella necessità di riabbracciare quell'atmosfera che tanto mi era piaciuta del tv show, senza però dovermi riguardare tutte e 6 le stagioni. Credo che, per molti, il compromesso sia questo.
Aggiungo che il Razzie alle peggiori attrici protagoniste (tutte e 4 le nostre eroine, qui in trasferta nel deserto) è decisamente immeritato. Recentemente ho visto recitazioni ben peggiori...
Lascio le due precedenti recensioni per non aggiungere commenti superflui.
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Consigli: La visione in inglese è piuttosto divertente. Non sottovalutatela!
Parola chiave: Vacanze a scrocco.
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Bengi

Film 253: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: dal computer di Alice
Lingua: italiano, inglese
Compagnia: Marco, Alice
Pensieri: Eh, lo so, ancora una volta un film di "Sex and the City"... E nemmeno il più bello dei due...
Questa volta, però, la visione di quello che potremmo definire il 'secondo tempo' è stata in inglese e mi ha offerto una dimensione più 'internazionale' della pellicola, con le vocine stridule delle sue protagoniste a ricordarmi quanto - in certi casi - il doppiaggio faccia la differenza.
Comunque, per quanto questa pellicola possa essere totalmente in disaccordo con lo spirito della serie tv, da fan, non posso dire di disprezzarla con tutto me stesso. Per quanto vorrei, a volte ricado nella necessità di riabbracciare quell'atmosfera che tanto mi era piaciuta del tv show, senza però dovermi riguardare tutte e 6 le stagioni. Credo che, per molti, il compromesso sia questo.
Aggiungo che il Razzie alle peggiori attrici protagoniste (tutte e 4 le nostre eroine, qui in trasferta nel deserto) è decisamente immeritato. Recentemente ho visto recitazioni ben peggiori...
Lascio le due precedenti recensioni per non aggiungere commenti superflui.
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Consigli: La visione in inglese è piuttosto divertente. Non sottovalutatela!
Parola chiave: Vacanze a scrocco.
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martedì 1 marzo 2011
Oscar 2011: i vincitori

Anche questo 2011 ha avuto la sua cerimonia degli Oscar. Anche quest'anno ho azzeccato più della metà dei vincitori (13 e 1/2 su 24 categorie totali). Anche quest'anno ho seguito l'evento in diretta fino all'alba del 28 febbraio. Ma, a differenza degli altri anni, questa 83esima edizione ha fatto un po' pena. Da un lato la conduzione ha fallito su molti fronti, dall'altro i vincitori non hanno aggiunto nulla di che a quanto già sentito finora.
Ma andiamo con calma. Parliamo innanzitutto dei presentatori. Anne Hathaway, bellissima, è stata la vera protagonista tra i due 'host'. James Franco, al contrario, sembrava assente, quasi lì per caso. Male, di base, che non ci sia stato un vero discorso introduttivo come ogni anno, un pezzo comico-irriverente che scuota subito il pubblico. Niente risate iniziali, solo molti sorrisi (della Hathaway) e il costante sguardo perso nel vuoto di Franco. Domanda: ma dov'è che guardava sempre? Lette le sue battute (davvero molto poche), sguardo alto alla sua destra e via, perso nei suoi meandri. Non ho mai visto un conduttore meno adatto e più in prestito di lui. Almeno Anne ha cantato (bene) e sempre cercato di smuovere un po' la situazione.
Situazione che, a dire il vero, è stata piuttosto piatta. Un susseguirsi di attoroni a presentare i premi (la più bella in assoluto era Cate Blanchett) - non tutti in grado di leggere le proprie battute (Jennifer Hudson in primis) - e una moltitudine di vincitori bistrattati dalla musica di sottofondo a tagliare violentemente i loro ringraziamenti (noiosi) a persone citate in liste chilometriche (il più resistente è stato Aaron Sorkin, sfumato dalla musica, tenace nel suo lunghissimo ringraziamento imparato a memoria).
Sostanzialmente una cerimonia poco innovativa e poco autocelebrativa con idee e sketch riciclati dagli anni precedenti (sembra tradizione ormai che si apra lo show con il/i presentatore/i inseriti grazie agli effetti speciali nei film che sono in lizza). Peccato, insomma, che non si sia fatto di meglio. Pensavo che il fondo si fosse toccato l'anno scorso con la conduzione Martin-Baldwin, ma evidentemente ero in errore. Niente di paragonabile al bellissimo numero iniziale di Hugh Jackman di due anni fa [video], quando il presentatore ha saputo calcare il palco da vera star di cinema e teatro quale è.
I poveri Franco e Hathaway non hanno saputo aggiungere nulla di personale alla conduzione, forse intimiditi da un pubblico di oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, forse schiacciati dalla pressione di dover a tutti i costi risultare freschi, giovani e innovativi come l'Academy li aveva a forza presentati in questi mesi. Il risultato finale, comunque, ha visto un calo degli ascolti piuttosto netto e una perdita in percentuale perfino nel target giovanile che i due attori avrebbero dovuto attirare per risollevare le sorti di uno spettacolo che, ormai, piace soprattutto ai veri appassionati (come me).
Per concentrarsi, invece, su cerimonia e vincitori, direi che ci sono numerose considerazioni da fare:
a) nessuna sorpresa per quanto riguarda le categorie attoriali. Ha vinto chi ci si aspettava vincesse e, a dire il vero, meritavano tutti il riconoscimento ricevuto (forse avrei preferito la Bonham Carter alla Leo, ma è questione anche di simpatia. La Leo è una grezza, non a caso ha sparato una parolaccia in diretta, e dubito che in futuro l'Oscar l'aiuterà ad accrescere la propria popolarità). Tra l'altro vincono Firth, Portman e Leo, tutti alla loro seconda nomination;
b) Christian Bale ha ringraziato cani e porci, ma, giunto il momento di ringraziare sua moglie non si è ricordato il nome, glissando con un 'thank you my love' piuttosto imbarazzante;
c) "Il Grinta" ha fatto la fine del "Tra le nuvole" dell'anno scorso: tante nomination (10 il primo, 6 il secondo) e nessun premio vinto;
d) ai classici Disney di una volta si sono ormai sostituiti i film Pixar che, oltre a vincere inesorabilmente ogni Oscar per il film d'animazione, portano a casa anche i premi per le colonne sonore o la miglior canzone. "Up" l'anno scorso, "Toy story 3 - La grande fuga" quest'anno;
e) la lunghissima e fortunatissima saga di Harry Potter anche quest'anno non porta a casa nessun premio (su 2 nomination) e, dal primo capitolo, conserva le sue 9 nomination intatte senza mai aver ricevuto un riconoscimento dall'Academy;
f) Aaron Sorkin durante il suo discorso di ringraziamento ha 'dimenticato' di accennare al fatto che Natalie Portman lo abbia aiutato durante la stesura della sceneggiatura di "The Social Network" suggerendogli aneddoti relativi alla creazione di Facebook, avvenuta proprio nel periodo in cui l'attrice frequentava la Harvard University insieme a Mark Zuckerberg;
g) pare che, durante la loro presentazione della categoria Miglior Sceneggiatura, Javier Bardem e Josh Brolin si siano scambiati un bacio sulle labbra. Il pubblico televisivo, però, non ha assistito alla scena in quanto censurata in diretta (è ormai qualche anno che i maggiori eventi televisivi americani vengono mandati in onda con qualche secondo di differita per evitare altri scandali dopo il fuori-tetta della coppia Janet Jackson-Justin Timberlake al 'Super Bowl' di qualche edizione fa. Di fatto, però, la regia degli Oscar ha ritenuto accettabile il 'fuck' della Leo, ma non un bacio tra due uomini tra l'altro dichiaratamente etero);
h) Tom Hooper, Oscar alla regia per "Il discorso del re", pellicola incentrata sulla vita di Re Giorgio VI, aveva già vinto un Emmy per la regia del film tv "Elizabeth I", basato sulla vita di un altro monarca inglese, la regina Elisabetta I;
i) "Il discorso del re" e "Inception" si spartiscono la scena di questa 83esima edizione. Con 4 Oscar a testa, sono, rispettivamente, il vincitore delle categorie più importnati uno e di quelle considerate 'tecniche' l'altro. A seguire: 3 premi a "The Social Network", 2 a "Alice in Wonderland" e "Toy story 3 - La grande fuga", 1 a "Wolfman" e "Il cigno nero".
Ora mi sembra il caso di lasciare spazio alla lista di vincitori. Ho deciso, quest'anno, di trascrivere solamente chi ha vinto eliminando dalla lista gli altri candidati. Lascio riportati, però, i simboli riguardo alla mia personale scommessa del 'chi vincerà' annuale. Ovviamente, nel caso avessi puntato su candidati che non hanno poi effettivamente vinto, non ci sarà alcun simbolo. Vi lascio con la legenda e, di seguito, la lista dei vincitori.
* (vincerà) = 1 punto;
§ (vorrei vincesse) = 1/2 punto;
*§ = 1 punto.
83rd Annual Academy Awards
Best Motion Picture of the Year
Il discorso del re (2010): Iain Canning, Emile Sherman, Gareth Unwin
Best Performance by an Actor in a Leading Role
*§ Colin Firth for Il discorso del re (2010)
Best Performance by an Actress in a Leading Role
*§ Natalie Portman for Il cigno nero (2010)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role
*§ Christian Bale for The Fighter (2010)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role
* Melissa Leo for The Fighter (2010)
Best Achievement in Directing
Tom Hooper for Il discorso del re (2010)
Best Writing, Screenplay Written Directly for the Screen
Il discorso del re (2010): David Seidler
Best Writing, Screenplay Based on Material Previously Produced or Published
* The Social Network(2010): Aaron Sorkin
Best Animated Feature Film of the Year
* Toy story 3 - La grande fuga (2010): Lee Unkrich
Best Foreign Language Film of the Year
* In un mondo migliore (2010): Susanne Bier (Denmark)
Best Achievement in Cinematography
Inception (2010): Wally Pfister
Best Achievement in Editing
The Social Network (2010): Kirk Baxter, Angus Wall
Best Achievement in Art Direction
* Alice in Wonderland (2010): Robert Stromberg, Karen O'Hara
Best Achievement in Costume Design
* Alice in Wonderland (2010): Colleen Atwood
Best Achievement in Makeup
* Wolfman (2010): Rick Baker, Dave Elsey
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Score
* The Social Network (2010): Trent Reznor, Atticus Ross
Best Achievement in Music Written for Motion Pictures, Original Song
Toy story 3 - La grande fuga (2010): Randy Newman("We Belong Together")
Best Achievement in Sound Mixing
§ Inception (2010): Lora Hirschberg, Gary Rizzo, Ed Novick
Best Achievement in Sound Editing
* Inception (2010): Richard King
Best Achievement in Visual Effects
* Inception (2010): Chris Corbould, Andrew Lockley, Pete Bebb, Paul J. Franklin
Best Documentary, Features
Inside Job (2010): Charles Ferguson, Audrey Marrs
Best Documentary, Short Subjects
Strangers No More (2010): Karen Goodman, Kirk Simon
Best Short Film, Animated
The Lost Thing (2010): Shaun Tan, Andrew Ruhemann
Best Short Film, Live Action
God of Love (2010): Luke Matheny
Termino lasciando anche il link ai Razzie della stagione 2010. Sono stati decretati, infatti, il 26 febbraio i 'vincitori' del peggio che abbiamo visto l'anno scorso al cinema. I due titoli 'trionfatori' sono "L'ultimo dominatore dell'aria" (peggior film, regia, sceneggiatura) e "Sex and the City 2" (peggiori attrici, sequel).
Ric
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giovedì 20 gennaio 2011
Film 205 - Sex and the City 2
Il primo film del 2011 è perfettamente collegato all'ultimo film del 2010. C'entrano moda, stile, donne, amicizie, lavori e... New York!

Film 205: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Serena
Pensieri: Ormai specializzato con Serenza nelle visioni di film altamente fashion, non si può certo dire che con questo film abbiamo portato la tradizione ad un livello superiore.
"Sex and the City" non è più "Sex and the City" da un bel po', ma almeno il primo film dopo la seconda visione si salvava... Questo secondo capitolo, guardato per la seconda volta, non migliora la sua bassa posizione. Non fa ridere, non racconta nulla di nuovo, non aggiunge nulla alla storia dei personaggi, non regala 'sogni' di moda degni di essere definiti tali. Il tutto, purtroppo, si riduce a un semplice 'carino', che non basta a giustificare l'uscita di un sequel della durata, tra l'altro, di ben 146 minuti!
Inoltre, purtroppo, Sarah Jessica Parker ormai è semplicemente la brutta copia di sé stessa. Il suo personaggio è diventato la sua vita e, nel film, imita sé stessa mentre interpreta il personaggio. Non le riesce più tanto bene la magia, spalmata su più di due ore di pellicola.
Sarà che Carrie ci ha un po' stufato con le sue mille paturnie mentali, sarà che Samantha è talmente arrapata che risulta ridicola o che Charlotte ha voluto la bicicletta, ma a metà strada ha capito che pedalare è faticoso, comunque di fatto non c'è più quello scintillio (che tra l'altro Carrie cerca anche nel suo matrimonio, il che non è un buon segno...) di una volta.
Pare sia in cantiere un episodio numero 3. Staremo a vedere cosa NON succederà questa volta...
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Consigli: Un film innoquo, perfetto per una serata senza alcuna pretesa in compagnia o da soli. Di fatto il tutto è piuttosto indifferente.
Parola chiave: Rapporti di coppia.
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Film 205: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Serena
Pensieri: Ormai specializzato con Serenza nelle visioni di film altamente fashion, non si può certo dire che con questo film abbiamo portato la tradizione ad un livello superiore.
"Sex and the City" non è più "Sex and the City" da un bel po', ma almeno il primo film dopo la seconda visione si salvava... Questo secondo capitolo, guardato per la seconda volta, non migliora la sua bassa posizione. Non fa ridere, non racconta nulla di nuovo, non aggiunge nulla alla storia dei personaggi, non regala 'sogni' di moda degni di essere definiti tali. Il tutto, purtroppo, si riduce a un semplice 'carino', che non basta a giustificare l'uscita di un sequel della durata, tra l'altro, di ben 146 minuti!
Inoltre, purtroppo, Sarah Jessica Parker ormai è semplicemente la brutta copia di sé stessa. Il suo personaggio è diventato la sua vita e, nel film, imita sé stessa mentre interpreta il personaggio. Non le riesce più tanto bene la magia, spalmata su più di due ore di pellicola.
Sarà che Carrie ci ha un po' stufato con le sue mille paturnie mentali, sarà che Samantha è talmente arrapata che risulta ridicola o che Charlotte ha voluto la bicicletta, ma a metà strada ha capito che pedalare è faticoso, comunque di fatto non c'è più quello scintillio (che tra l'altro Carrie cerca anche nel suo matrimonio, il che non è un buon segno...) di una volta.
Pare sia in cantiere un episodio numero 3. Staremo a vedere cosa NON succederà questa volta...
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Consigli: Un film innoquo, perfetto per una serata senza alcuna pretesa in compagnia o da soli. Di fatto il tutto è piuttosto indifferente.
Parola chiave: Rapporti di coppia.
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martedì 9 novembre 2010
9 novembre 2009 - 9 novembre 2010: 1° compleanno!

Chi mai avrebbe creduto sarei riuscito davvero ad arrivare in fondo al mio fioretto di un film (e rispettiva recensione) al giorno?
Il 9 novembre 2009, punto dal prurito di confrontarmi con una sfida, ho accolto il messaggio del film "Julie & Julia" e ho inaugurato questo blog, dubbioso su quanto avrei mai potuto resistere. E, invece, ecco il primo traguardo: un anno e 181 recensioni di film visti.
No, ovviamente non sono gli sperati 365, dedicarmi ad una tale missione, ho capito, avrebbe finito per compromettere la mia vita. Cosa ne sarebbe stato del lavoro, delle mie altre passioni, della vita sociale? Scrivere, del resto, fino ad un anno fa faceva relativamente parte della mia vita.
Oggi, al contrario, è il mio quotidiano. Posso dirmi pienamente soddisfatto del lavoro fin qui svolto: ho visto una miriade di film diversissimi tra loro, alcuni li ho amati, altri non li ho potuti soffrire. Alcuni sono state vere scoperte, altri hanno fatto da sfondo alla compagnia di tantissime persone diverse. Meglio di così non potevo chiedere, direi.
E' d'obbligo, ovviamente, ringraziare chi, fino ad ora, ha creduto di più in me e in questo progetto, sicuramente per molti noioso e inutile, ma per cui ho donato, effettivamente, un pezzo di me stesso. Quindi saltate questa parte se ritenete di non comparire nei brevi ringraziamenti. Thank you to:
- Gloria e Claudia che in tutti questi anni mi hanno sempre spronato e incoraggiato a concretizzare il mio amore per il cinema;
- Ale The Body che ha condiviso con me tantissime ore di fronte alle più disparate pellicole senza mai pensare che fossi totalmente scemo;
- Ilaria che non importa in quale parte del mondo sia, trova sempre il tempo di lasciare qualche commento;
- Andrea che, oltre ad essere il più bravo dei disegnatori, è un fedelissimo compagno di divano ai nostri ritrovi; Marco, che si lascia sempre consigliare e che mi allarga sempre gli orizzonti; Andrea Puffo per aprirci quasi quotidianamente le porte di casa sua ospitando le serate cinematografiche che tanto ci appassionano;
- papà e mamma che mi chiedono sempre di mandare i link delle recensioni;
- Paolo P. e i ragazzi del blog di Goldmine che mi danno la possibilità di dire come la penso sugli argomenti che mi appassionano;
- Livia che è la mia miglior commentatrice, attenta e puntuale, sempre pronta a lasciare la sua opinione nero su bianco;
- Licia, Elisa & Girolamo con cui ho girato tanti corti che mi hanno aiutato a rendermi conto, nel piccolo delle nostre esperienze, di come ci si senta a stare dietro o davanti ad una telecamera, giudicati da chi ti guarda e non ti conosce;
- Marco che, anche se sta a Milano e ha la stessa vita mondana di Paris Hilton, qualche secondo per leggere le mie stronzate lo trova, non dico sempre, ma quantomeno spesso;
- Fabio(z) che si legge sempre tutti i miei post e si scarica pure i film(!);
- Bea, con cui ho fatto il primo esperimento di video blog;
- e poi tutti coloro con i quali sono stato al cinema, che mi hanno accompagnato agli eventi, che sono stati miei compagni di divano, sedia, poltrona o bracciolo davanti ad uno dei tantissimi film citati in questo blog.
Insomma, per tirare un po' le somme del discorso, sono stracontento di essermi goduto quel migliaio di ore di pellicole, di aver scritto 189 post (uno ogni 2 giorni circa), di aver ricevuto oltre 16.200 visite, di aver raccolto un totale di 335 commenti - con l'ottima media di 2 commenti a recensione - (il podio dei film più commentati è così composto: 3° "Harry Potter e il principe mezzosangue" e "Sex and the City 2" con 9 commenti; 2° "Alice in Wonderland" con 10 commenti; 1° "2012" con 11 commenti!) e, se è successo, di avervi in qualche modo aiutato nella scelta di un qualsiasi film.
Ovviamente non ho la minima intenzione di lasciare questo spazio a sé stesso, bensì di continuare a curarlo, non solo perchè la scrittura è diventata terapeutica, nella speranza di continuare lo scambio di opinioni, consigli ed idee con sempre maggiore successo. Per quanto mi riguarda è già un traguardo essere giunto fin qui. Il resto vedremo come andrà.
Ric
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Sex and the City 2
martedì 14 settembre 2010
Film 136 - Quando meno te lo aspetti
Me against TV: episodio 2. Ovvero quando la tv ti è nemica.

Film 136: "Quando meno te lo aspetti" (2004) di Garry Marshall
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Come si possa pensare di affidare un intero film sulle uniche spalle di Kate Hudson questo mi rimane un mistero. Come si possa credere che sarà un successo un film del genere, poi, è ancora più inspiegabile. Personaggi famosi in ruoli di contorno insignificanti (Joan Cusack, Felicity Huffman, Helen Mirren, Abigail Breslin), personaggini che ora un po' emergono (Hayden Panettiere), altri che ci riprovano per l'ennesima volta (John Corbett).
Non c'è un'idea che sia originale, non un passagio che non sia scontato o maledettamente prevedibile. Dov'era il regista di "Pretty Woman" mentre si girava questo film infangando il suo nome? Che Garry Marshall si fosse un po' perso per strada lo sapevamo, ma qui bisognava essere non vedenti per non capire l'inutilità del progetto...
Insomma non c'è ritmo, non c'è humor, non c'è alcuna magia coinvolgente, né capacità da parte dei protagonisti di creare qualcosa che non sia mera recitazione di battute prive del benché minimo guizzo. Non per forza si rende necessario il capolavoro, a volte il puro intrattenimento ben confezionato basta e avanza, ma qui non c'è nemmeno quello. Gag infantili, passaggi facili facili e dialoghi scontati tanto da far passare "Sex & The City 2" un sequel ben riuscito.
Peccato in generale perchè una bella commedia americana mi mette sempre di buon umore, anche quando non sia per forza una lavoro riuscito al 100%, mentre qui la piattezza, l'irrealtà (3 ragazzini tra l'infanzia e l'adolescena superano il lutto per la perdita dai due genitori in due settimane...) e l'assoluta assenza di inventiva lasciano insoddisfatti anche lo spettatore con meno pretese...
Consigli: Un passaggio assolutamente trascurabile della carriera della Hudson, che ha fatto decisamente di meglio, e del regista Marshall che, dopo alcuni successi mondiali, qui tenta la vincita facile con un prodotto davvero scadente. Ma non si può sempre vivere di rendita...
Parola chiave: Rapporti di famiglia.
Ric

Film 136: "Quando meno te lo aspetti" (2004) di Garry Marshall
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Come si possa pensare di affidare un intero film sulle uniche spalle di Kate Hudson questo mi rimane un mistero. Come si possa credere che sarà un successo un film del genere, poi, è ancora più inspiegabile. Personaggi famosi in ruoli di contorno insignificanti (Joan Cusack, Felicity Huffman, Helen Mirren, Abigail Breslin), personaggini che ora un po' emergono (Hayden Panettiere), altri che ci riprovano per l'ennesima volta (John Corbett).
Non c'è un'idea che sia originale, non un passagio che non sia scontato o maledettamente prevedibile. Dov'era il regista di "Pretty Woman" mentre si girava questo film infangando il suo nome? Che Garry Marshall si fosse un po' perso per strada lo sapevamo, ma qui bisognava essere non vedenti per non capire l'inutilità del progetto...
Insomma non c'è ritmo, non c'è humor, non c'è alcuna magia coinvolgente, né capacità da parte dei protagonisti di creare qualcosa che non sia mera recitazione di battute prive del benché minimo guizzo. Non per forza si rende necessario il capolavoro, a volte il puro intrattenimento ben confezionato basta e avanza, ma qui non c'è nemmeno quello. Gag infantili, passaggi facili facili e dialoghi scontati tanto da far passare "Sex & The City 2" un sequel ben riuscito.
Peccato in generale perchè una bella commedia americana mi mette sempre di buon umore, anche quando non sia per forza una lavoro riuscito al 100%, mentre qui la piattezza, l'irrealtà (3 ragazzini tra l'infanzia e l'adolescena superano il lutto per la perdita dai due genitori in due settimane...) e l'assoluta assenza di inventiva lasciano insoddisfatti anche lo spettatore con meno pretese...
Consigli: Un passaggio assolutamente trascurabile della carriera della Hudson, che ha fatto decisamente di meglio, e del regista Marshall che, dopo alcuni successi mondiali, qui tenta la vincita facile con un prodotto davvero scadente. Ma non si può sempre vivere di rendita...
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Sex and the City 2
sabato 12 giugno 2010
Film 121 - Sex and the City 2
Dopo una lunghissima attesa, tantissimi scatti rubati dal set, poster improponibili con occhiali da sole tamarrissimi e certi rumors su comparsate eccellenti, finalmente al cinema il secondo capitolo delle 'ragazze'!

Film 121: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia, Andrea, Stefano
Pensieri: Nessuno vuole fare una strage, signore e signori - sarebbe inutile sparare sulla croce rossa - prendiamolo per quello che è: il tripudio del nulla!
Per quanto mi faccia male vedere snaturato un prodotto tv così ben confezionato (e forse uno dei migliori di tutti i tempi), bisogna ammettere che "Sex and the City" ha decisamente perso smalto. Tempi e toni son cambiati, meno rapidità e spensieratezza, più drama e pensatezza distruggono una struttura che, dal '98 al 2004, ha caratterizzato uno dei tv show più seguiti e premiati della storia.
Fa male, quindi, rivedere Carrie e le sue tre amiche sb(r)occate avventurarsi per Abu Dhabi senza scopo o meta, semplicemente sfoggiando completi (per la maggior parte improponibili) di extra lusso che fanno di tutte quante delle attempate signore di lusso. Non che siano vecchie, in effetti, ma mostruosamente cambiate sì! L'unica sempre fedele a sé stessa, per modi, stile e decadenza (facciale) è Miranda/Cynthia Nixon, la sola a risultare sensata alla fine della fiera. Colpisce - per forza - Samantha, sempre energica, battagliera e fiera tanto a New York quanto in Marocco, qui tornata all'antico splendore (leggi sesso a gogo). Charlotte è sempre Charlotte, vive in un sogno, questa volta disturbato dall'interno causa figlie moleste che la fanno impazzire. Ma poi basta, la storia potrebbe anche finire qui, non fosse che mr Michael Patrick King (regista e sceneggiatore) deve dare a Carrie 146 minuti di pellicola per poter sproloquiare sul suo nuovissimo matrimonio con Mr Big, dei suoi dubbi, delle sue impressioni. Nella versione tv Carrie era, sì, molto spesso una rompi coglioni, ma sempre con una marcia in più. Qui, purtroppo, risulta inutilmente complessata, infinitamente noiosa e (mannaggia!) un'insoddisfatta cronica.
Avuto il Big che voleva, rivede Aidan - e già il fatto che lo avesse lasciato la dice lunga - e manda in crisi la fresca unione (appena due anni) per un bacetto inutile. Se nel precedente capitolo cinematografico era stato Big a dimostrare insicurezza su coppia e matrimonio (quanto si odiava quell'infinitamente tuo, nostro vostro e loro), questa volta è la Carrie ormai senza porro a evidenziare tendenze autodistruttive (ma va?!). Il tutto si risolverebbe in un batter d'occhio, non fosse la distanza tra i due sposini (e la necessità di giustificare il costo del biglietto).
Ma nemmeno questo da brio alla vicenda, non c'è mordente, non c'è vero interesse, se non il fantasma di un'avventura (il telefilm) conclusa da tempo ma che continua ad essere utilizzata per lucrare sull'amore di tanti fan. Per carità, l'appuntamento con questo tipo di pellicole si gradisce sempre, è quasi un evento mondano andare al cinema e vedersi attorniati da ragazzine truccate da prostitute che credono di aver azzeccato la mise fashion; però non ci si dovrebbe fermare solo a quello.
Se il film, come già del resto il primo, la tirasse meno per le lunghe e giocasse più sul concreto (ma il matrimonio tra Stanford e Anthony che ci sta a dire così, buttato lì?!), vivesse non solo in funzione degli abiti, ma anche di eventi interessanti e non si giocasse cartucce importanti come camei di star quali Liza Minnelli, Penélope Cruz e (aimè) Miley Cyrus senza alcuna coscienza e logica, ma solo con l'intento di legare nomi famosi alla promozione del film, allora forse avrebbe senso produrre una pellicola come questa e pensare perfino a un numero 3 (come del resto già si sta facendo). Purtroppo manca un vero motivo, una storia interessante o quantomeno un'idea di fondo che giustifichi addirittura una nuova pellicola. Cosa potrebbe succedere ancora? Carrie madre a 50 anni? Samantha regina dell'ospizio? Charlotte ai ferri corti con il marito? Il figlio di Miranda all'università? E poi cosa, uno spin-off sulla prole delle ragazze?
Sono d'accordo con l'idea che la vita non finisca a 40 anni e che sia più che giusto parlare anche nei film non solo dei o delle ventenni arrapati/e. Però c'è un limite a tutto, specialmente se non si sa che raccontare.
Carrie, Samantha, Miranda e Charlotte rimangono icone dell'immaginario gay-fashion, rappresentanti di una parte enorme di persone che credono di potersi permettere azzardi di moda solo perchè Carrie ha deciso che il tulle viola nel deserto è un must. Si amano perchè hanno sdoganato il sesso in tv, hanno elevato alla potenza il femminismo e, soprattutto, spianato la strada alla produzione HBO che, in quanto a show televisivi ormai è garanzia di qualità ("True Blood" in primis). Però, forse, è ora di dire basta. Non perchè a noi non vada più di vedere "Sex and the City", ma perchè finchè il compromesso per 'assistere' alla vita delle nostre eroine è quello di vederle sciupate in due ore di banalità, allora preferiamo rivederci all'infinito il telefilm comodamente seduti a casa, crogiolandoci nel ricordo di quanto fosse fantastico girare per New York in compagnia delle ragazze.
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Consigli: In compagnia, con gli amici, le amiche di sempre, i cocktails, morosi arrapati, micro-cani a forma di topo... portate chiunque! E' un evento e, agli eventi, non ci si va mai da soli!
Parola chiave: Bacio.
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Film 121: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia, Andrea, Stefano
Pensieri: Nessuno vuole fare una strage, signore e signori - sarebbe inutile sparare sulla croce rossa - prendiamolo per quello che è: il tripudio del nulla!
Per quanto mi faccia male vedere snaturato un prodotto tv così ben confezionato (e forse uno dei migliori di tutti i tempi), bisogna ammettere che "Sex and the City" ha decisamente perso smalto. Tempi e toni son cambiati, meno rapidità e spensieratezza, più drama e pensatezza distruggono una struttura che, dal '98 al 2004, ha caratterizzato uno dei tv show più seguiti e premiati della storia.
Fa male, quindi, rivedere Carrie e le sue tre amiche sb(r)occate avventurarsi per Abu Dhabi senza scopo o meta, semplicemente sfoggiando completi (per la maggior parte improponibili) di extra lusso che fanno di tutte quante delle attempate signore di lusso. Non che siano vecchie, in effetti, ma mostruosamente cambiate sì! L'unica sempre fedele a sé stessa, per modi, stile e decadenza (facciale) è Miranda/Cynthia Nixon, la sola a risultare sensata alla fine della fiera. Colpisce - per forza - Samantha, sempre energica, battagliera e fiera tanto a New York quanto in Marocco, qui tornata all'antico splendore (leggi sesso a gogo). Charlotte è sempre Charlotte, vive in un sogno, questa volta disturbato dall'interno causa figlie moleste che la fanno impazzire. Ma poi basta, la storia potrebbe anche finire qui, non fosse che mr Michael Patrick King (regista e sceneggiatore) deve dare a Carrie 146 minuti di pellicola per poter sproloquiare sul suo nuovissimo matrimonio con Mr Big, dei suoi dubbi, delle sue impressioni. Nella versione tv Carrie era, sì, molto spesso una rompi coglioni, ma sempre con una marcia in più. Qui, purtroppo, risulta inutilmente complessata, infinitamente noiosa e (mannaggia!) un'insoddisfatta cronica.
Avuto il Big che voleva, rivede Aidan - e già il fatto che lo avesse lasciato la dice lunga - e manda in crisi la fresca unione (appena due anni) per un bacetto inutile. Se nel precedente capitolo cinematografico era stato Big a dimostrare insicurezza su coppia e matrimonio (quanto si odiava quell'infinitamente tuo, nostro vostro e loro), questa volta è la Carrie ormai senza porro a evidenziare tendenze autodistruttive (ma va?!). Il tutto si risolverebbe in un batter d'occhio, non fosse la distanza tra i due sposini (e la necessità di giustificare il costo del biglietto).
Ma nemmeno questo da brio alla vicenda, non c'è mordente, non c'è vero interesse, se non il fantasma di un'avventura (il telefilm) conclusa da tempo ma che continua ad essere utilizzata per lucrare sull'amore di tanti fan. Per carità, l'appuntamento con questo tipo di pellicole si gradisce sempre, è quasi un evento mondano andare al cinema e vedersi attorniati da ragazzine truccate da prostitute che credono di aver azzeccato la mise fashion; però non ci si dovrebbe fermare solo a quello.
Se il film, come già del resto il primo, la tirasse meno per le lunghe e giocasse più sul concreto (ma il matrimonio tra Stanford e Anthony che ci sta a dire così, buttato lì?!), vivesse non solo in funzione degli abiti, ma anche di eventi interessanti e non si giocasse cartucce importanti come camei di star quali Liza Minnelli, Penélope Cruz e (aimè) Miley Cyrus senza alcuna coscienza e logica, ma solo con l'intento di legare nomi famosi alla promozione del film, allora forse avrebbe senso produrre una pellicola come questa e pensare perfino a un numero 3 (come del resto già si sta facendo). Purtroppo manca un vero motivo, una storia interessante o quantomeno un'idea di fondo che giustifichi addirittura una nuova pellicola. Cosa potrebbe succedere ancora? Carrie madre a 50 anni? Samantha regina dell'ospizio? Charlotte ai ferri corti con il marito? Il figlio di Miranda all'università? E poi cosa, uno spin-off sulla prole delle ragazze?
Sono d'accordo con l'idea che la vita non finisca a 40 anni e che sia più che giusto parlare anche nei film non solo dei o delle ventenni arrapati/e. Però c'è un limite a tutto, specialmente se non si sa che raccontare.
Carrie, Samantha, Miranda e Charlotte rimangono icone dell'immaginario gay-fashion, rappresentanti di una parte enorme di persone che credono di potersi permettere azzardi di moda solo perchè Carrie ha deciso che il tulle viola nel deserto è un must. Si amano perchè hanno sdoganato il sesso in tv, hanno elevato alla potenza il femminismo e, soprattutto, spianato la strada alla produzione HBO che, in quanto a show televisivi ormai è garanzia di qualità ("True Blood" in primis). Però, forse, è ora di dire basta. Non perchè a noi non vada più di vedere "Sex and the City", ma perchè finchè il compromesso per 'assistere' alla vita delle nostre eroine è quello di vederle sciupate in due ore di banalità, allora preferiamo rivederci all'infinito il telefilm comodamente seduti a casa, crogiolandoci nel ricordo di quanto fosse fantastico girare per New York in compagnia delle ragazze.
Film 122 - Sex and the City
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Consigli: In compagnia, con gli amici, le amiche di sempre, i cocktails, morosi arrapati, micro-cani a forma di topo... portate chiunque! E' un evento e, agli eventi, non ci si va mai da soli!
Parola chiave: Bacio.
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giovedì 3 giugno 2010
Film 119 - Aiuto vampiro
L'altro giorno dovevo pranzare a casa e mi andava di guardarmi qualcosa. In attesa dell'uscita di "Sex and the City 2" (quindi un po' di tempo fa...) ho deciso di guardarmi un film di cui sapevo poco e niente...

Film 119: "Aiuto vampiro" (2009) di Paul Weitz
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Orrenda locandina, un photoshop casalingo avrebbe reso meglio. E poi vago (seeee) rimando a una mascolinità vampira alla Robert Pattison che, ultimamente, sembra non guastare mai.Questo "Aiuto vampiro" non aiuta neanche sé stesso a promuoversi in maniera decente.
Se la premessa è questa non si può certo auspicare in un capolavoro... E, infatti, questo filmetto che vorrebbe cavalcare l'onda dei canini appuntiti a tutti i costi, ricorda molto il teen movie "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini" piuttosto che una rilettura in chiave 'easy' del "Freaks" (1932) di Tod Browning.
Nessuno si aspettava grandi citazioni, per carità, ma effettivamente l'assenza totale di appeal rende la visione piuttosto piatta. Banali effetti speciali, più che altro un buon make-up e via che si va, mente e cuore leggeri. Molto leggeri.
I 'freaks' non sono interessanti, forse proprio perchè deturpati (non è assurdo?!) dalla banalità degli effetti speciali che li rendono solo vanesio (e pigro) divertimento per PC, ma niente di realisticamente plausibile (e via il fascino del diverso, da guardare se non spiare). Più interessanti dei loro ruoli, invece, gli attori in piccole parti o camei che avrebbero dovuto stimolare il film: Ken Watanabe (visto ne "L'ultimo samurai", "Memorie di una geisha" e "Lettere da Iwo Jima"); Jane Krakowski (vista in "Ally McBeal" e "30 Rock"); Salma Hayek (che dopo il monociglio di "Frida" qui prova la barba); Willem Dafoe (sempre poliedrico e capace di mettersi in discussione in film come "Antichrist", "Platoon" o "Nato il quattro luglio").
Insomma, i numeri per fare il botto c'erano, ma la combinazione non ha funzionato. Non saprei dire se il pubblico si stia cominciando a stufare dei vampiri in sé oppure se effettivamente sia solo colpa della realizzazione senza pretese di questa pellicola, sta di fatto che il regista Paul Weitz non sta avendo molta fortuna con i suoi film ("American Dreamz", "In Good Company") da 'solista'. Abituato a lavorare con il fratello Chris (insieme hanno diretto il primo "American Pie" e hanno ottenuto una nomination all'Oscar - anche se per la sceneggiatura - per "About a boy - Un ragazzo"), di recente hanno cominciato a firmare pellicole proprie, senza registrare, però, clamorosi successi al botteghino (di Chris il clamoroso flop "La bussola d'oro"). Che sia ora di riunirsi ed evitare la solitudine?
Infine, per spendere ancora due parole sulla pellicola, ci terrei a sottolineare la banalità espressiva dei giovani protagonisti, scelti per rappresentare il solito conflitto giovanile tra bene e male e che qui sfocia in prese di posizione molto drastiche (il che, ovviamente, avrebbe previsto la realizzazione di capitoli successivi). Sperando che la cosa non accada, sarebbe meglio che Chris Massoglia si preoccupasse del suo futuro attoriale, magari tentando di superare la faccia 'di stucco' che tanto ricorda il Brandon Routh di "Superman Returns".
Consigli: Se avete figli non farà certo loro del male seguire questo film molto (molto molto molto) tranquillo. Non fa certo paura...
Parola chiave: Ragno.
Ric

Film 119: "Aiuto vampiro" (2009) di Paul Weitz
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Orrenda locandina, un photoshop casalingo avrebbe reso meglio. E poi vago (seeee) rimando a una mascolinità vampira alla Robert Pattison che, ultimamente, sembra non guastare mai.Questo "Aiuto vampiro" non aiuta neanche sé stesso a promuoversi in maniera decente.
Se la premessa è questa non si può certo auspicare in un capolavoro... E, infatti, questo filmetto che vorrebbe cavalcare l'onda dei canini appuntiti a tutti i costi, ricorda molto il teen movie "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini" piuttosto che una rilettura in chiave 'easy' del "Freaks" (1932) di Tod Browning.
Nessuno si aspettava grandi citazioni, per carità, ma effettivamente l'assenza totale di appeal rende la visione piuttosto piatta. Banali effetti speciali, più che altro un buon make-up e via che si va, mente e cuore leggeri. Molto leggeri.
I 'freaks' non sono interessanti, forse proprio perchè deturpati (non è assurdo?!) dalla banalità degli effetti speciali che li rendono solo vanesio (e pigro) divertimento per PC, ma niente di realisticamente plausibile (e via il fascino del diverso, da guardare se non spiare). Più interessanti dei loro ruoli, invece, gli attori in piccole parti o camei che avrebbero dovuto stimolare il film: Ken Watanabe (visto ne "L'ultimo samurai", "Memorie di una geisha" e "Lettere da Iwo Jima"); Jane Krakowski (vista in "Ally McBeal" e "30 Rock"); Salma Hayek (che dopo il monociglio di "Frida" qui prova la barba); Willem Dafoe (sempre poliedrico e capace di mettersi in discussione in film come "Antichrist", "Platoon" o "Nato il quattro luglio").
Insomma, i numeri per fare il botto c'erano, ma la combinazione non ha funzionato. Non saprei dire se il pubblico si stia cominciando a stufare dei vampiri in sé oppure se effettivamente sia solo colpa della realizzazione senza pretese di questa pellicola, sta di fatto che il regista Paul Weitz non sta avendo molta fortuna con i suoi film ("American Dreamz", "In Good Company") da 'solista'. Abituato a lavorare con il fratello Chris (insieme hanno diretto il primo "American Pie" e hanno ottenuto una nomination all'Oscar - anche se per la sceneggiatura - per "About a boy - Un ragazzo"), di recente hanno cominciato a firmare pellicole proprie, senza registrare, però, clamorosi successi al botteghino (di Chris il clamoroso flop "La bussola d'oro"). Che sia ora di riunirsi ed evitare la solitudine?
Infine, per spendere ancora due parole sulla pellicola, ci terrei a sottolineare la banalità espressiva dei giovani protagonisti, scelti per rappresentare il solito conflitto giovanile tra bene e male e che qui sfocia in prese di posizione molto drastiche (il che, ovviamente, avrebbe previsto la realizzazione di capitoli successivi). Sperando che la cosa non accada, sarebbe meglio che Chris Massoglia si preoccupasse del suo futuro attoriale, magari tentando di superare la faccia 'di stucco' che tanto ricorda il Brandon Routh di "Superman Returns".
Consigli: Se avete figli non farà certo loro del male seguire questo film molto (molto molto molto) tranquillo. Non fa certo paura...
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