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venerdì 9 agosto 2024

Film 2304 - Kneecap

Intro: Primo film da adepta della Cineworld Card per Debbi, ieri sera abbiamo scelto una pellicola irlandese come battesimo.

Film 2304: "Kneecap" (2024) di Rich Peppiatt
Visto: al cinema
Lingua: inglese, irlandese
Compagnia: Niamh, Debbi
In sintesi: uno dei migliori film del 2024 che ho visto fino ad ora.
Non avevo idea di cosa trattasse questo film, di chi fossero i Kneecap e, soprattutto, mi fidavo poco delle ottime critiche ricevute dal film. Non è che non volessi credere all'entusiasmo nei confronti di questo titolo, semplicemente di recente ho notato un mio generale disallineamento rispetto a quello che leggo nelle recensioni e la mia personale opinione. Quindi si può dire che mi sia approcciato a questa visione con un certo scetticismo.
In realtà ogni mio dubbio è stato dissipato fin da subito: la sceneggiatura ha un'evidente elemento personale caratteristico - il tono è coerente per tutta la storia (miracolo!) -, i protagonisti e i loro archi narrativi sono ben delineati, il montaggio perfettamente concertato al mood della storia, la colonna sonora pazzesca. Insomma, per me un vero trionfo, specialmente considerato che si tratti di un "piccolo" film.
Ancora più sorprendente, il messaggio della storia si traduce efficacemente anche in quello del film: il valore culturale di quello che i Kneecap fanno con la loro musica specificamente in lingua irlandese - dal film, parafrasando, "make every word as a bullett" - viene trasportato al valore della storia e, per estensione, della pellicola. Sfido chiunque, infatti, ad uscire dal cinema e non avere voglia di recuperare subito la discografia dei Kneecap, pur non capendo una parola di quello che dicono (per i curiosi, qui il link al loro Spotify). Il che, per me, è davvero eccezionale. Vivo da quattro anni a Dublino, sono in qualche modo esposto all'Irish praticamente ogni giorno, la mia coinquilina lo parla perfettamente, la segnaletica è bilingue, eppure mai davvero mi ero lasciato interessare da questa lingua prima di ieri.
Ovvio, la colpa è solamente mia ci mancherebbe, ma ho trovato particolarmente impressionante che "Kneecap" non solo si interessi di mostrare come un gruppo hip-hop dell'Irlanda del Nord sia riuscito, tramite le sue canzoni, ad avvicinare un pubblico generalista a una lingua che in molti ritenevano poco rilevante (specialmente per l'Irlanda del Nord che fa parte del Regno Unito e non della Repubblica d'Irlanda), ma inoltre sia in grado di trascendere l'elemento narrativo e tradurlo perfettamente in qualcosa di concreto, ovvero la voglia di avvicinarsi effettivamente al prodotto culturale che promuove: la musica dei Kneecap.
Non so, forse sono io che sono troppo immerso nella mia "primavera irlandese", però ho davvero apprezzato il lavoro fatto qui. Un prodotto solido, ben recitato, potente a livello narrativo e coeso nel rappresentare il suo punto di vista, capace anche con grande leggerezza a volte, di far passare un messaggio importante, oltre che raccontare una storia non facile. Un inatteso gioiellino di questa fresca estate a Dublino.
Cast: Naoise Ó Cairealláin, Liam Óg Ó Hannaidh, JJ Ó Dochartaigh, Josie Walker, Fionnuala Flaherty, Jessica Reynolds, Adam Best, Simone Kirby, Michael Fassbender.
Box Office: $470,977 (ad oggi)
Vale o non vale: C'è molto "Trainspotting" in questo "Kneecap", ma nel senso più positivo possibile. Non una copia, ma assolutamente un prodotto a sé stante, anche se il mood di questo film e certe tematiche (e pure qualche scena, a dire il vero) ricordano certamante il cult di Danny Boyle. Quindi, se questo tipo di pellicola è quello che piace o si sta cercando, "Kneecap" non deluderà assolutamente. Va notato che buona parte dei dialoghi è in Irish, per cui c'è molto da leggere, anche per le scene musicali in cui i testi delle canzoni appaiono sullo schermo (non sempre facili da leggere, devo ammettere).
Considerate le tematiche della storia, però, non un film per tutti, anche se a mio avviso davvero un titolo da recuperare, una delle storie originali più interessanti e ben realizzate che ho visto nell'ultimo periodo.
Premi: Presentato in anteprima al Sundance Film Festival di quest'anno, dove ha vinto il NEXT Audience Award.
Parola chiave: Notebook.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 20 giugno 2024

Film 2282 - Music of the Heart

Intro: Non lo avevo mai visto e quando ho scoperto che in questo film Wes Craven dirigeva Meryl... non ho saputo resistere!

Film 2282: "Music of the Heart" (1999) di Wes Craven
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: sicuramente non uno dei titoli della filmografia di Meryl Streep che preferisco, anche se la visione non mi è dispiaciuta.
In una sorta di mix da universo parallelo tra "Dangerous Minds", "Sister Act 2", la serie tv "Abbott Elementary" e "Kramer vs. Kramer", "Music of the Heart" presenta la storia vera di Roberta Guaspari, un personaggio con cui ho faticato ad empatizzare (forse per i modi talvolta un po' bruschi), una violinista diverziata con due figli che, in cerca di lavoro, si trasferisce nel quartiere di East Harlem di New York dove inizia a insegnare come supplente di violino alla scuola Central Park East.
La realizzazione è molto 90s in termini di costumi e scenografie (l'effetto nostalgia ci sta sempre), ma mi è parso che il ritmo della storia fosse un po' troppo altalenante e molti personaggi bidimensionali. Il che è un vero peccato quando si ha adisposizione nientemeno che Angela Bassett.
In ogni caso il risultato finale non è male, ma non credo lo rivedrei.
Cast: Meryl Streep, Aidan Quinn, Angela Bassett, Cloris Leachman, Gloria Estefan, Jane Leeves, Kieran Culkin, Jay O. Sanders.
Box Office: $15 milioni
Vale o non vale: Tra tutti i film in cui compare Meryl Streep, probabilmente non quello che raccomanderei, anche se il film di per se non è male. Curiosa la combo Streep-Craven, forse l'elemento più interessante di tutta questa operazione.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar per Miglior attrice protagonista (Streep) e cancone originale ("Music Of My Heart" di Diane Warren). 1 nomination ai Golden Globe per la Miglior attrice drammatica protagonista e 1 candidatura ai Grammy per Best Song Written for a Motion Picture, Television or Other Visual Media ("Music Of My Heart").
Parola chiave: Carnegie Hall.
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#HollywoodCiak
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lunedì 10 aprile 2023

Film 2174 - The Banshees of Inisherin

Intro: Altro film in odore di Oscar, lo siamo andati a recuperare allo Stella, cinemone di lusso tra poltrone private, un menù da ristorante e una discreta scelta di vini da accompagnare alla visione.

Film 2174: "The Banshees of Inisherin" (2022) di Martin McDonagh
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: sarò onesto: le altissime aspettative in tantem con la difficoltà a comprendere una buona parte dei dialoghi hanno certamente reso la visione di questo film più complessa di quanto mi aspettassi.
Il risultato finale non mi ha fatto gridare al capolavoro - specialmente se messo a confronto con quel gioiellino di pellicola che è "Three Billboards Outside Ebbing, Missouri", ovvero il precedente film di Martin McDonagh - e tutto sommato, anche se l'esperienza in generale è stata piacevole (ma quello lo collego più alla location), ammetto che ho davvero fatto fatica ad entrare nel mood di questo "The Banshees of Inisherin".
Gli amici irlandesi mi avevano avvisato che avrei faticato ad apprezzarne l'umorismo e l'approccio molto "Irish" e devo ammettere che così è stato. In ogni caso ho trovato le performance di Colin Farrell e Kerry Condon particolarmente ispirate e ogni loro interazione sul grande schermo un piacere da guardare. Brendan Gleeson e Barry Keoghan fanno altrettanto un egregio lavoro, ma il personaggio di Gleeson è antipatico e Keoghan, che di fatto rappresenta un tipo di humor che sono riuscito a cogliere, ha un ruolo che avrei preferito trovasse ancora più spazio rispetto a una storia che si concentra completamente sul problema dell'amicizia fra Pádraic e Colm (il che, dopo un po', stanca visto che non si riesce a capire il motivo per cui dall'oggi al domani uno dei due smetta di voler essere amico dell'altro e si ostini così tanto a volerlo rimuovere dalla sua vita) quando l'esplorazione del personaggio del sempliciotto Dominic (Keoghan) sarebbe stata molto più interessante.
Detto questo, "The Banshees of Inisherin" mi ha particolarmente interessato più da un punto di vista storico che narrativo, visto che la storia è ambientata durante la Guerra civile irlandese di inizio anni '20, un periodo storico del paese in cui vivo di cui francamente non sapevo nulla.
Rivedrei "The Banshees of Inisherin"? Dovesse succedere, sicuramente non inglese.
Mi sono pentito di averlo visto? Assolutamente no.
Mi è piaciuto? Meh.
Cast: Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan, Gary Lydon.
Box Office: $48.9 milioni
Vale o non vale: Sicuramente non per tutti. Francamente ho faticato a coglierne alcuni aspetti e, viste le critiche entusiaste, mi aspettavo qualcosa di più leggero, meno criptico e più convenzionalmente divertente. Ottime performance degli attori e bella fotografia.
Premi: Candidato a 9 Oscar per Miglior film, regia, attore protagonista (Farrell), attore non protagonista (Gleeson e Keoghan), attrice non protagonista (Condon), sceneggiatura originale, montaggio e colonna sonora. Vincitore di 3 Golden Globe per Miglior film musical o commedia, attore protagonista (Farrell) e sceneggiatura su 8 nomination (per regia, attore non protagonista - Gleeson e Keoghan -, attrice non protagonista - Condon - e colonna sonora). 10 nomination ai BAFTA (tra cui Miglior film, regia, attore protagonista per Farrel, attore non protagonista per Gleeson, colonna sonora e montaggio) e 4 premi vinti: Miglior sceneggiatura originale, attore non protagonista (Keoghan), attrice non protagonista (Condon) e film britannico dell'anno. In concorso alla 79esima Mostra del cinema di Venezia, il film ha vinto la Coppa Volpi per il Miglior attore (Farrell) e la Miglior sceneggiatura.
Parola chiave: Amicizia.
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#HollywoodCiak
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martedì 8 giugno 2021

Film 2018 - Baby Driver

Intro: La serata è poi continuata con uno dei miei personalissimi preferiti.

Film 2018
: "Baby Driver" (2017) di Edgar Wright
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Rafael, Oisin
In sintesi: sempre un grandissimo piacere rivedere Baby in azione. La colonna sonora è perfetta, la sincronizzazione immagini-musica magistralmente architettata, le scene d'azione (specialmente quelle in macchina) sono qualcosa di fenomenale.
I suoi protagonisti non staranno vivendo un magico momento di carriera (Elgort e Spacey), ma il film funziona sempre alla grande.
Film 1443 - Baby Driver
Film 1733 - Baby Driver
Film 2018 - Baby Driver
Cast: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Eiza González, Jon Hamm, Jamie Foxx, Jon Bernthal, CJ Jones, Flea, Sky Ferreira.
Box Office: $226.9 milioni
Vale o non vale: Magari non un titolo per tutti e sicuramente non per tutta la famiglia, ma un grandissimo film d'azione che lascia incollati alla sedia dall'inizio alla fine.
Premi: Candidato a 3 Oscar per Miglior montaggio, mixaggio sonoro e montaggio sonoro, ha vinto il BAFTA per il Miglior montaggio (su 2 nomination, la seconda per il sonoro). Candidato al Golden Globe per il Miglior attore protagonista musical o commedia (Elgort). Candidato al Grammy per Best Compilation Soundtrack for Visual Media.
Parola chiave: Mom.

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venerdì 15 gennaio 2021

Film 1779 - Grand Piano

Intro: L'avevo scaricato per vederlo con Cobi, ma non c'era stata occasione, per cui l'ho guardato non appena tornato ad Auckland.
Film 1779: "Grand Piano" (2013) di Eugenio Mira
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: mi era tornata voglia di rivedere questo film che, a suo tempo, avevo guardato al cinema. C'è qualcosa in questo "Grand Piano" che mi ricorda molto le atmosfere tese alla Hitchcock e, nonostante la storia non sia particolarmente originale, trovo che l'esecuzione sia particolarmente riuscita e il tono generale della storia azzeccato.
Teso dall'inizio alla fine, capace di bilanciare bene i momenti di pathos con quelli adrenalinici, questa pellicola è un mio personale gioiellino nascosto che ho rivisto con estremo piacere e mia ha lasciato nuovamente soddisfatto. E Elijah Wood, con la sua classica espressione da cane bastonato e spaesato resa tanto popolare grazie al Frodo de "Il signore degli anelli", qui è di nuovo un perfetto protagonista.
Film 693 - Il ricatto
Film 1779 - Grand Piano
Cast: Elijah Wood, John Cusack, Tamsin Egerton, Kerry Bishé, Alex Winter, Allen Leech, Don McManus.
Box Office: $1,618,085
Vale o non vale: Un buon thriller, meno scontato di quanto quanto ci si aspetterebbe, "Grand Piano" funziona principalmente per il suo ritmo incalzante e un'estetica intrigante che concepisce ogni inquadratura con una precisione totalmente votata all'estetica complessiva del progetto. Forse la storia risente di un antagonista troppo da film d'azione hollywoodiano - per il cui ruolo non avrei francamente puntato su John Cusack - anche se tutto sommato il film funziona in generale molto bene. E, sopresa, la sceneggiatura è di Damien Chazelle. Da vedere.
Premi: /
Parola chiave: Chiave.
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lunedì 29 giugno 2020

Film 1733 - Baby Driver

Intro: Di nuovo a Auckland e povero in canna, con Karen abbiamo cominciato a guardare un sacco di film da casa, scegliendo tra la mia selezione personale di pellicole. Una serie di pomeriggi piacevoli passati comodamente seduti sul divano tra popcorn al caramello (pururu in Argentina) e la mia iniziazione alla mia futura dipendenza: il mate.
Film 1733: "Baby Driver" (2017) di Edgar Wright
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen
In sintesi: sono rimasto affascinato da questo film la prima volta che l'ho visto e anche questa seconda visione non mi ha deluso! Ritmato, divertente e godibile, "Baby Driver" beneficia di un grandissimo cast, un montaggio adrenalinico e una colonna sonora pazzesca. Vedere per credere.
Film 1443 - Baby Driver
Film 1733 - Baby Driver
Film 2018 - Baby Driver
Cast: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Eiza González, Jon Hamm, Jamie Foxx, Jon Bernthal, Flea, Sky Ferreira.
Box Office: $226.9 milioni
Vale o non vale: Adrenalina, grande colonna sonora, una storia che funziona dall'inizio alla fine e un grande cast, il tutto per un film che regala un paio d'ore di perfetto intrattenimento.
Premi: Candidato a 3 Oscar per il Miglior montaggio (un furto che non abbia vinto) e mixaggio e montaggio sonoro; una candidatura ai Golden Globes per il Miglior attore protagonista (Elgort) e 1 BAFTA vinto su 2 nomination per il Miglior montaggio. 1 nomination ai Grammy per Best Compilation Soundtrack for Visual Media.
Parola chiave: Debito.

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venerdì 5 giugno 2020

Film 1714 - Matangi/Maya/M.I.A.

Intro: Non appena ho scoperto dell'esistenza di questo biopic, ho subito deciso che avrei dovuto vederlo; ho aspettato a farlo con Edo, anche lui un fan accanito dell'artista al centro di questa storia.
Film 1714: "Matangi/Maya/M.I.A." (2018) di Steve Loveridge
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese, tamil
Compagnia: Edo
In sintesi: diciamoci la verità, chiunque abbia ideato il titolo di questo documentario sulla cantante inglese di origini singalesi M.I.A. (al secolo Mathangi "Maya" Arulpragasam) non ha fatto un grande favore al marketing e alla promozione di questo film. Poi, chiaro, una volta identificati i tre nomi per i quali è possibile riconoscere la rapper - facendoli conseguentemente corrispondere a conseguenti fasi della sua vita - diventa tutto un attimo più chiaro. Rimane il fatto che chi non fosse familiare con la storia della protagonista rimanga inevitabilmente tagliato fuori o quantomeno perplesso. Non dico che sia necessariamente una regola portare tutto alle semplificazione in nome di una maggiore spendibilità comunicativa, però mi sembra un peccato che sia così complesso anche solo identificare il film sui motori di ricerca (perfino su iMDB si fatica a trovarlo).
Ciò detto, "Matangi/Maya/M.I.A." è un'interessante immersione nel mondo della cantante che mi pare renda giustizia non solo all'artista, ma anche alla persona e alle sue idee. Da fan, posso dire di aver trovato abbastanza coinvolgente il risultato finale, sufficientemente specifico per quanto riguarda la genesi dell'artista, della sua visione del mondo e, naturalmente, delle sue canzoni. Per chi non conoscesse M.I.A. - o la conoscesse anche solo per quella scemenza di "incidente" al Super Bowl XLVI con Madonna e Nicki Minaj - può essere una buona occasione per recuperare un po' di contesto relativamente ad un'artista interessante e impegnata (passatemi il termine) e molto meno scontata di tante altre figure osannate di questi tempi.
Ps. Piccola curiosità, il film è stato passato anche al Biografilm Festival di Bologna nel 2018.
Cast: M.I.A.
Box Office: /
Vale o non vale: Interessante e sufficientemente approfondito, anche se non perfetto (a partire dal titolo), "Matangi/Maya/M.I.A." vive della grande forza del suo "oggetto di studio", la rapper inglese M.I.A., un'artisti contemporanea sicuramente da seguire. Nel documentario non solo approfondimenti sulla vita personale, le origini, i successi (anche una nomination all'Oscar per il film "Slumdog Millionaire"), ma anche la genesi di alcune delle sue canzoni più famose ("Born Free", "Paper Planes", "Bad Girls" and "Borders"). I fan apprezzeranno e non poco. Per tutti gli altri, uno spunto di approfondimento in più, che non fa mai male.
Premi: /
Parola chiave: Refugee.

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sabato 25 novembre 2017

Film 1443 - Baby Driver

Non avevo la minima intenzione di perdermi questo film, curiosissimo di comprenderne la chiave di tanto successo. Così, appena è stato possibile, sono andato al cinema a vederlo.

Film 1443: "Baby Driver" (2017) di Edgar Wright
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Per il momento tra i film più belli che ho visto quest'anno, forse il migliore. Perfetto senso del ritmo, ottima storia, grandissime scene d'azione, atmosfera retrò, cast magnifico, un protagonista davvero azzeccato e una colonna sonora pazzesca per una pellicola che è tutta adrenalina, ritmo e azzardo. Pur non sapendolo in anticipo, mi sono lasciato condurre in questa storia da quel genio che vi è dietro ai vari "Hot Fuzz", "L'alba dei morti dementi" e nientemeno che il magnifico "Scott Pilgrim vs. the World", ovvero Edgar Wright, che si produce nuovamente in qualcosa di fantastico.
"Baby Driver" è adrenalina al tempo di musica, è la faccia prepuberale di un Ansel Elgort che impugna la pistola, è uno sfondo rosa che incontra la peggio malavita, è una sparatoria e una fuga con il bottino. Sono tantissimi gli elementi che contraddistinguono questa pellicola, un collage fatto di pezzi così diversi tra loro che, però, si incastrano perfettamente a formare un interessante e brillante esperimento, quasi un gioco a volte, spessissimo un esercizio di stile. Il risultato è riuscito e ed fortissimo, un titolo di quelli buoni che non si vedono tanto spesso.
Che tutto qui funzioni come si deve lo si capisce in pochissimo tempo: basta la prima scena con Elgort che mima e gesticola la canzone 
("Bellbottoms" degli The Jon Spencer Blues Explosion) che sta ascoltando con l'iPod mentre gli altri rapinano la banca per farsi subito l'idea di una pellicola, una storia con personalità; la scena successiva con i vari inseguimenti in macchina, tutti acceleratore e freno a mano, ci assicurano che non mancherà nemmeno di carattere e grinta. Insomma, un action movie con tutte le carte in regola.
L'unico punto debole di tutta l'operazione, a mio avviso, sta nel momento in cui il super cattivo Kevin Spacey - che strano vederlo sul grande schermo ora che gli è esplosa la bomba dello scandalo sessuale tra le mani - deciderà di rinnegare il suo credo criminale e aiutare i due innamorati in fuga in nome di un passato romanticismo. Forse questa ce la potevamo risparmiare visto il contesto.
Detto ciò "Baby Driver" rimane un grandissimo titolo capace non solo di mantenere il ritmo, ma proprio di crearne uno personale, nuovo, che ribadisce un altro modo di fare cinema e di raccontare storie d'azione tramite l'appassionante visione del signor Wright. Nel frattempo... odore di Oscar?
Film 1443 - Baby Driver
Film 1733 - Baby Driver
Film 2018 - Baby Driver
Cast: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Eiza González, Jon Hamm, Jamie Foxx, Jon Bernthal, Flea, CJ Jones, Sky Ferreira.
Box Office: $226.9 milioni
Consigli: Bello, coinvolgente, rampante, un film potentissimo e dalla chiarissima visione d'insieme, un prodotto non solo riuscito tecnicamente, ma anche qualitativamente. Storia e ritmo si fondono insieme per raccontare le avventure di un ragazzino capace di guidare le macchine come nessun altro, innamorato della ragazza giusta, ma totalmente immerso nella peggiore delle situazioni. Tra rapine, omicidi, sgommate, sparatorie e una marea di iPod, "Baby Driver" si fa strada ad altissima velocità tra i migliori prodotti di questo 2017. Da vedere assolutamente e ascoltare attentamente.
Parola chiave: Musicassetta.

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venerdì 14 luglio 2017

Film 1388 - How to Talk to Girls at Parties

Ultimo film visto al Biografilm Festival 2017. Una bellissima esperienza, indimenticabile - come del resto lo è stato quest'ultimo anno - per la quale ringrazio il mitico Cinema Galliera.

Film 1387: "How to Talk to Girls at Parties" (2017) di John Cameron Mitchell
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Alessandra, Irene
Pensieri: La partenza è col botto, aggressiva, veloce, dinamica e a tempo di rock. Una vera magia! Poi passano pochi minuti e qualcosa si interrompe, si cambia registro e siamo subito fuori da quell'entusiasmo punk-giovanile che ci aveva tanto entusiasmato all'inizio: ma cosa succede?
E' qui che si materializza il problema di "How to Talk to Girls at Parties", ovvero la possibilità di fare un paragone concreto tra ciò che sarebbe potuto essere (ovvero qualcosa alla "Trainspotting") e ciò che si rivelerà in realtà (ovvero proprio niente di che). Le potenzialità del progetto sono sprecate, l'iniziale anarchia degenerativa viene subito fatta fuori dai classici canoni da produzione cinematografica più o meno mainstream - per quanto qui si provi con forza a volerlo evitare - e il risultato finale è un caotico miscuglio di tante cose insieme, pure troppe. Gli alieni, la scena punk-rock, gli anni '80, la differenza di classe, l'incontro con l'altro intergalattico, la scoperta di sé, ecc ecc sono davvero troppi elementi che alla fine non riescono a risultare coesi e la sensazione è che si sia voluta mettere troppa carne al fuoco, senza saperla gestire o, che è peggio, senza avere una precisa idea di quale sarebbe dovuto essere il risultato finale. Che, di conseguenza, è un gran casino.
Concludo dicendo che Nicole Kidman qui sembra una vecchia gattara pazza un po' troppo ripiena di botox e parrucche alla "RuPaul's Drag Race", mentre il candore-misto-sessuale alla "Lolita" di Elle Fanning mi lascia sempre un po' turbato - la ragazza ha compiuto 19 anni il 9 aprile 2017, le riprese del film sono cominciate nel novembre 2015... -; la vera sorpresa qui è Alex Sharp, carismatico e trascinante protagonista maschile che davvero ricorda un Renton adolescente (e certamente più innamorato). A parte lui, una colonna sonora particolare e i costumi degli alieni sufficientemente bizzarri, "How to Talk to Girls at Parties" non funziona.
Ps. In concorso a Cannes 2017.
Cast: Elle Fanning, Alex Sharp, Nicole Kidman, Ruth Wilson, Matt Lucas, Alice Sanders, Jenny Joanna Scanlan, Elarica Gallacher, Jessica Plummer.
Box Office: /
Consigli: In tutta franchezza... ho visto e c'è di meglio. Poi, se si è curiosi di recuperarlo o si è fan del racconto breve di Neil Gaiman da cui è tratto è un conto, altrimenti si può tranquillamente tralasciare la visione.
Parola chiave: Figli.

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lunedì 5 giugno 2017

Film 1368 - Song to Song

Il percorso che mi ha portato a scegliere di vedere questa pellicola è stato lungo (a livello temporale). Tra le varie esercitazioni del master, alcune hanno previsto la redazione di una serie di elaborati relativi al film in questione, un lavoro non facile in quanto fino a poco tempo fa non era reperibile praticamente alcuna informazione utile a costruire un piano di comunicazione esaustivo, anche perché per quasi tutti si trattava delal prima esperienza a riguardo. Nel tempo le prime recensioni - non particolarmente entusiaste - sono uscite e, una volta consegnati tutti i materiali, sono rimasto con la curiosità di recuperare un titolo diventato particolarmente significativo, nonostante fosse plausibile aspettarsi un film non esattamente indimenticabile. Così qualche tempo fa, con la mia compagna di corso, abbiamo deciso di recarci al cinema (uno degli ultimi spettacoli del cinema Capitol) per recuperare il primo film su cui abbiamo redatto un piano editoriale.

Film 1368: "Song to Song" (2017) di Terrence Malick
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Alessandra
Pensieri: Questo era il mio primo Malick per intero (dopo un inconcludente tentativo di vedere "La sottile linea rossa" da ragazzo) e devo ammettere che è stato una gran delusione. Mi aspettavo grandezza, forse addirittura epicità e, invece, ho trovato il tutto particolarmente caotico e confuso, privo di una direzione. Ed è proprio questo il principale problema del film: che cosa ci vuole raccontare? A questa domanda non sono riuscito ancora a trovare risposta. La storia mi è parsa un susseguirsi casuale di situazioni slegate, un miscuglio di scene assemblate insieme e legate fra loro da un racconto fuori campo cui è affidato il compito di tirare le somme, tenere le fila di un discorso altrimenti disomogeneo, fatto di sensazioni personali (dei personaggi) difficile da trasmettere allo spettatore, passivamente costretto ad immaginarsi il mondo nella testa dei protagonisti solo attraverso soliloqui che invadono la narrazione dall'inizio alla fine.
Anche perché per il resto "Song to Song" si compone di sguardi nel vuoto, mani che si sfiorano, persone che si appoggiano alle pareti, piscine, case vuote e cucine asettiche, palchi di concerti (ma quali?), vetrate e camei di star del mondo della musica. Dopo due ore di visione, il film si riduce solo a questo.
La sceneggiatura a tratti è imbarazzante. Sono sicuro che la versione in lingua originale possa risultare meno banale, ma quella in italiano ha il grande svantaggio del confronto con il panorama nostrano costellato di fiction banali e recitazioni improvvisate. L'effeto qui - e la sensazione che personalmente ho avuto - è che certi passaggi somigliassero addirittura a situazioni e dialoghi di "The Lady", la webserie di Lory Del Santo. Il che la dice lunga.
Il cast, particolarmente ricco di star e talenti indiscussi, non riesce a salvare il risultato finale e, alla fine, della decima pellicola di Terrence Malick rimangono solo i bei volti noti dei quattro protagonisti e la confusione di una trama difficile da seguire. Peccato.
Cast: Ryan Gosling, Rooney Mara, Michael Fassbender, Natalie Portman, Cate Blanchett, Lykke Li, Val Kilmer, Bérénice Marlohe, Holly Hunter, Tom Sturridge; (cameo) Florence Welch, Patti Smith, Iggy Pop, The Black Lips, Alan Palomo, John Lydon, Flea, Spank Rock, Tegan Quin, Sara Quin, Anthony Kiedis, Chad Smith, Josh Klinghoffer, Erik Sprague and Big Freedia.
Box Office: $973,255
Consigli: In tutta onestà si tratta di un prodotto di non facilissima digestione. E' lungo, narrativamente difficile da seguire, ricco di sugggestioni e dialoghi inesistenti, soppiantati da flussi di coscienza interminabili. Sicuramente, dovessi saccheggiare la filmografia di Malick, non comincerei da questo titolo.
Parola chiave: Amore.

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giovedì 17 marzo 2016

Film 1103 - Marguerite

Poe voleva vederlo, abbiamo provveduto subito a recuperarlo.
Film 1103: "Marguerite" (2015) di Xavier Giannoli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: In occasione del prossimo "Florence Foster Jenkins" con Meryl Streep (al cinema il 6 maggio in Gran Bretagna), abbiamo voluto recuperare il suo corrispettivo francese.
Ispirato alla vera storia della soprano statunitense, conosciuta per la sua totale mancanza di talento canoro, questa pellicola ricostruisce le plausibili tappe della vita della donna, in relazione al crescere della sua passione per il canto lirico, le conseguenze che questo avrà sul suo matrimonio e sulla sua vita sociale facoltosa.
Al di là di quanto sia sempre vero che la realtà a volte superi - e di molto - la fantasia, "Marguerite" è un ottimo esempio di cinema europeo contemporaneo, con un evidente slancio di budget che permette alla produzione di investire non poco delle sue energie su quegli aspetti tecnichi fondamentali per una ricostruzione in costume come questa (siamo nei primi anni del '900). E' quasi superfluo, quindi, sottolineare quanto costumi e scenografie siano ben fatte. In aggiunta, gran parte del merito va alla grandissima performance di Catherine Frot che interpreta un ruolo solo apparentemente facile. Risultare bonariamente ridicoli e conquistarsi, per giunta, il favore incondizionato del pubblico, è qualcosa non per tutti. La Frot ci riesce con classe e metodo, regalando a se stessa e al personaggio una performance perfetta (Meryl ora ti attendo al varco).
Insomma, un piccolo gioiellino, vera sorpresina francese che, ad essere onesti, mi sarei perso non fosse stato per il gemello inglese a breve nelle sale. Ad essere ancora di più onesti(ssimi), mi viene da pensare che questo "Marguerite" sarà pure meglio di "Florence Foster Jenkins" per tematiche e toni, ma rimango più che aperto alla possibilità di essere smentito.
In ogni caso, Xavier Giannoli ha realizzato davvero un ottimo film.
Ps. Presentato in concorso a Venezia 2015, il film ha ottenuto 11 candidature ai César 2016 e 4 premi portati a casa: Miglior attrice protagonista, sonoro, costumi e scenografie.
Film 1244 - Florence Foster Jenkins
Cast: Catherine Frot, André Marcon, Denis Mpunga, Michel Fau, Christa Theret, Sylvain Dieuaide, Aubert Fenoy, Sophia Leboutte, Théo Cholbi.
Box Office: $7.4 milioni
Consigli: Da vedere sia per la delicatezza e piacevolezza dei toni, sia in previsione del gemello inglese presto in uscita. Tutti siamo abituati a performance da Oscar della Streep, sarà così anche questa volta?
In questo caso la bravura di Catherine Frot è evidente e il film ne giova, pur rappresentato nell'insieme un ottimo esempio di cinema di per sé.
Parola chiave: Corde vocali.

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venerdì 26 febbraio 2016

Film 1078 - Katy Perry: The Prismatic World Tour

Regalo di Natale che più azzeccato non poteva esserci!
Film 1078: "Katy Perry: The Prismatic World Tour" (2015) di Russell Thomas
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Katy è Katy e non ci posso fare niente: a me piace.
Lo so, canta dal vivo che a volte fa orrore e le canzoni sono più che altro molto orecchiabili, ma non so cosa ci sia in lei che tanto mi attrae. Tant'è, il dvd di questo concerto me lo sono gustato per bene. E' stato come tornare a Milano alla tappa del 21 febbraio 2015 quando ho assistito dal vivo al tour - il suo secondo su 3 che vedo - qui però con una vista preferenziale. Questo titolo, diversamente dal precedente "Katy Perry: Part of Me" apparso al cinema è esclusivamente il racconto filmato di tutto il concerto, un one woman show tutto in mano alla Perry che canta, balla, si dimena, vola e parla abbondantemente con il pubblico (australiano). E' tutto molto spettacolare e, a livello di montaggio, davvero ben architettato, così da sembrare un eterno videoclip dinamico, costantemente in movimento, coloratissimo. Piaccia o meno l'artista, è innegabile che l'esperienza del Prismatic World Tour sia piacevole e di grande intrattenimento. Per chi lo ha apprezzato, questo regalo portato in tv da Epix è certamente un ulteriore strumento con cui apprezzare lo show.
La scaletta:
"Roar"
"Part of Me"
"Wide Awake"
"This Moment" / "Love Me"
"Dark Horse"
"E.T."
"Legendary Lovers"
"I Kissed a Girl"
"Hot n Cold"
"International Smile" / "Vogue"
"By the Grace of God"
"The One That Got Away" / "Thinking of You"
"Unconditionally"
"Walking on Air"
"It Takes Two"
"This Is How We Do" / "Last Friday Night (T.G.I.F.)"
"Teenage Dream"
"California Gurls"
"Birthday"
Encore
"Firework"
Ps. Questo tour ha incassato in tutto il mondo circa $204.3 milioni di dollari.
Film 455 - Katy Perry: Part of Me
Cast: Katy Perry.
Box Office: /
Consigli: Stiamo parlando di un prodotto mirato esclusivamente ai fans della Perry o degli show musicali in grande stile. Se le canzoni o la cantante non piacciono, meglio lasciar perdere. Gli indecisi potrebbero anche trovarlo piacevole, visto che si tratta di un concerto molto ben organizzato, cantato discretamente e molto, molto spettacolare. Anche solo il finale con "Fireworks" basta da solo a dimostrarlo. Nel caso si avesse voglia di un po' di musica pop coloratissima, spensierata, piacevole, questo "Katy Perry: The Prismatic World Tour" può essere un valido accompagnamento.
Parola chiave: Live.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 16 marzo 2015

Film 891 - Whiplash

Tra le pellicole degli Oscar che ero più curioso di vedere...

Film 891: "Whiplash" (2014) di Damien Chazelle
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Sono rimasto super colpito da questa pellicola, energica, tostissima, dura come un pugno allo stomaco e capace di mettermi un'ansia e un'agitazione addosso che mai mi sarei aspettato. E, nonostante tutto, un film che mi ha convinto appieno.
La prima cosa che mi interessava appurare relativamente a questo progetto di Damien Chazelle era la prova attoriale di J.K. Simmons, attore da sempre spalla di numerosissime altre produzioni (tutti e 3 i primi "Spider-Man" di Raimi, "Thank You for Smoking", "Juno", "Tra le nuvole" e tanti, tanti altri) e mai davvero considerato quanto, invece, si sarebbe meritato. Premesso che ero felice a priori che finalmente riconoscessero il suo talento, ora che ho presente per quale ruolo ha vinto praticamente ogni tipo di riconoscimento cinematografico dall'Oscar in giù, sono anche convinto che sia un successo più che meritato. Il suo Fletcher è uno stronzo che lo vorresti buttare da un ponte, ma Simmons è riuscito in un ritratto così intenso, forte e credibile che da solo vale i 107 minuti di pellicola. Poi, a dirla tutta, anche Miles Teller, il protagonista di questa storia di musica e sacrificio, è piuttosto bravo, perfetto nell'incarnare il disorientamento e la tenacia, la consapevolezza di avere un talento e la fatica di doverlo tirare fuori e trovare il modo per farlo, nonostante le non poche avversità e la tostissima concorrenza. Il dilemma di un giovane che vuole sfondare e diventare il migliore in quello che fa (batterista), ma non sa se veramente ha i numeri per farcela.
Di certo "Whiplash" presenta un percorso di formazione inedito e difficile anche da seguire, considerato quanto impegno ci mette Fletcher per non perdere lo status di 'stronzo dell'anno' con i suoi studenti che ogni giorno vivono in una specie di classe del terrore dove solo la perfezione assoluta è tollerata. Solo i migliori procedono, solo i più forti sopravvivono (anche letteralmente).
Il sacrificio richiesto alle giovani promesse è totale, devono fondersi con la propria arte musicale e impegnarsi con tanta abnegazione che in confronto i 3 anni di corsa di "Forrest Gump" sono una passeggiata in campagna. Ci vorrà tutto la determinazione di questo mondo per avere successo nello spietato mondo del jazz, capace di innalzarti a divinità o di affossarti per sempre nel giro di un'unica decisiva esibizione. E così sarà anche per Andrew/Teller che, dopo svariate peripezie, arriverà al concerto più importante della sua vita senza sapere che, in realtà, è una trappola: la sua carriera, ancora prima di cominciare, è già finita. Ma non mi spingo oltre a raccontare...
Insomma, considerato che i film a tema musicale sono sempre un terreno pericoloso (vedi "Radio America" di Altman), mi ero avvicinato a questa pellicola con qualche riserva, pur restando curioso di scoprire davanti a cosa mi sarei trovato. Di fatto "Whiplash" è un film energico e solido, una storia di amore per la musica che testimonia la fondamentale forza di volontà che è necessaria per raggiungere i propri obiettivi nella vita. Il professore antipatico e vessante, manesco e irascibile è uno step obbligato e difficile da digerire, eppure non si riesce a distogliere mai lo sguardo da questa storia, raccontata in maniera così particolare grazie all'ausilio di un montaggio a tempo di musica che è qualcosa di piacevolissimo da guardare. Insomma, tra tutti i film candidati agli Oscar di quest'anno, "Whiplash" è sicuramente uno di quelli che mi è piaciuto di più.
Ps. 3 Oscar vinti su 5 nomination: Miglior attore non protagonista (Simmons), montaggio e missaggio sonoro.
Box Office: $17.9 milioni
Consigli: Lo consiglio assolutamente e, francamente, non avrei problemi a rivederlo. Mia vera personale sorpresa della stagione - non mi aspettavo certo di rimanerne così colpito -, "Whiplash" è un prodotto energico che rimane immediatamente impresso, capace di lasciare non poco su cui ragionare allo spettatore. Nonostante una trama non certo complessa (del resto parliamo della vita di un adolescente tra gli alti e bassi del costruirsi una carriera), a mio avviso la trama è stata capace di centrare il suo obiettivo realizzando un ritratto plausibile di una scuola per giovani promesse musicali e relativi successi e insuccessi che la vita porta con sé. Chiaro che, subito dopo il jazz, l'elemento magnetico e più indelebile è certamente il personaggio di J.K. Simmons, meritatissimo destinatario di un'attenzione mondiale che meritava da tempo. Dunque guardatevi "Whiplash", lasciatevi malmenare dalla sua violenta presa di petto della vita: se ne esce malconci, ma soddisfatti.
Parola chiave: Buddy Rich.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 agosto 2012

Film 442 - Guardia del corpo

20 anni fa. Avevo 5 anni...


Film 442: "Guardia del corpo" (1992) di Mick Jackson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: In un'atmosfera glam-pop più da anni '80 che da nuovissimi anni '90, "The Bodyguard" è una delle pellicole romantiche più famose della storia cinematografica.
Nonostante il copione fosse originariamente destinato alla coppia Steve McQueen e Diana Ross, per una serie di complicazioni i due protagonisti principali ingaggiati sono stati Kevin Costner e l'allora esordiente nel mondo del cinema Whitney Houston, scelta che oggi possiamo ritenere davvero azzeccata. Perchè se, allora, all'uscita del film la cantante fu ampiamente criticata - come il film - oggi non credo non si possa dire che "Guardia del corpo" sia una delle pellicole cult nel suo genere.
Gli elementi che lo hanno reso possibile sono tanti, a partire dalla colonna sonora (che, con le sue 45 milioni di copie, è la più venduta della storia) e da una della canzoni più magiche ed azzeccate a far da tema portante ad un film: "I Will Always Love You". Che poi le due candidate all'Oscar fossero "I Have Nothing" e "Run to You" è un'altra storia.
Con un mix di thriller, romanticismo e un tocco autobiografico (la Ross era già stata candidata all'Oscar per "La signora del blues" e la Houston, se non per la categoria attoriale, poteva aspirare ad una candidatura almeno per le canzoni), la trama regge abbastanza bene le 2ore di durata con una serie di colpi di scena a tener sempre desta l'attenzione di chi sta guardando. Bella (e, se vogliamo, anche interessante) la ricostruzione della serata degli Academy Awards dove, inutile dirlo, il personaggio della Houston vince tra la sorpresa di pochi. Lì si scatenerà il momento di massima tensione.
A parte i toni entusiasti di questa mia prima parte, dovuti certamente alla riscoperta di un prodotto legato ad una seria di ricordi d'infanzia, comunque bisogna dire che si deve trattare questo film per quello che è. Non certo un capolavoro, ma se lo si guarda con attenzione si possono riconoscere tantissimi tentativi successivi di emulazione, probabilmente legati ad una speranza di successo eguagliabile (il film incassò $410,945,720). Basti pensare alla varie cantanti sbarcate al cinema con pellicole legate al mondo della musica, come "Glitter" con Mariah Carey ($5,271,666 di incasso mondiale...), "Crossroads" con Britney Spears ($61,141,030) fino al più recente "Burlesque" con l'Aguilera e Cher ($89,657,398).
Non credo, tra l'altro, che le 7 nomination ai Razzie Awards del 1993 siano meritate e, con il senno di poi, si può certamente convenire che è stato prodotto ben di peggio e la recitazione dei due protagonisti non è così condannabile se consideriamo certi prodotti abominevoli prodotti ultimamente.
Ora, non è certo mia intenzione cominciare una crociata pro "Guardia del corpo"; dico solo che, con i suoi pregi e difetti, è riuscito in ogni caso a distinguersi come uno dei film più famosi legati al mondo della musica e, dopo tanto tempo, è ancora un prodotto di notevole fama. La recente scomparsa improvvisa della Houston, poi, ha contribuito ad avvicinare nuovamente la gente ai suoi successi passati e, inevitabilmente, a ridestare interesse attorno a questa pellicola e le sue indimenticabili canzoni.
Consigli: Romantico e cantato, è un film che va preso per quello che è. Se piace, piacerà tantissimo, altrimenti sarà la prima ed unica visione. Però è bello ricordare Whitney in uno dei passaggi più famosi della sua grandissima carriera.
Parola chiave: "I Will Always Love You".

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BB

lunedì 18 giugno 2012

Film 418 - Scrivimi una canzone

Filmetto per la pace dei sensi.


Film 418: "Scrivimi una canzone" (2007) di Marc Lawrence
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non che mi apsettassi i fuochi d'artificio, comunque posso dire che questo "Music and Lyrics" è piuttosto piatto e banale.
Classica commedia romantica americana, i due fortunati di questo ennesimo esempio di mancanza di idee sono Hugh Grant e Drew Barrymore, felicemente innamorati in meno di 6 giorni al ritmo della miglior pianola anni '80.
Sì, perchè qui a fare da sfondo a tutta la vicenda c'è un fittizzio gruppo musicale "from the '8os" e uno dei suoi ex componenti (Grant) che tenta di riaffermarsi ai giorni nostri dopo anni di concerti per le fiere.
Trama scontata e battute non esattamente orginali, inoltre la Barrymore non è esattamente quella che si può definire la classica bellona da commedia romantica USA, comunque il tutto, nei termini della banalità più melensa, funziona.
$145,896,422 di incasso mondiale e una serie di canzoni su misura per il film che, da ascoltare, non sono male.
Consigli: Se deve essere una serata leggera o nostalgica (cari anni 80!), allora questa è una pellicola perfetta. Senza impegno, quasi senza trama, e con un po' di musica (e critica) dall'odierno ad andare a ritroso di 20 anni.
Parola chiave: Cora Corman.

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Ric

sabato 30 aprile 2011

Film 246 - The School of Rock

Secondo appuntamento cinematografico con Licia.


Film 246: "The School of Rock" (2003) di Richard Linklater
Visto: dal computer di Licia
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Perfetto connubio di comicità e buon cinema al ritmo di una trascinante ed azzeccatissima colonna sonora. E così una probabile teen-comedy si trasforma, grazie al talento di Jack Black, in un'opera interessante sia dal punto di vista musicale, sia perchè divertente e ben riuscita. Considerando, poi, la banda di ragazzini assoldata, il irschio di ricadere in un target troppo giovane era alto, ma visto il risultato si può considerare questo film come davvero per tutti.
Simpatica l'idea del fallito fanatico di rock 'n' roll che, fingendosi un suo amico, finisce a fare il supllente in una scuola elementare. Da lì i guai non tarderanno ad arrivare, considerando che l'"insegnante" Jack Black impartisce solo lezioni di musica (rock, ovviamente).
Ottimo Black per il ruolo (costruito per e su di lui da Mike White, l'attore che nel film interpreta il vero supplente Ned Schneebly) come fantastica risulta la nevrotica preside Joan Cusack ("Una donna in carriera", "In & Out", "La famiglia Addams 2"), davvero divertente. Perfetto ogni ragazzino nella sua parte e, da notare, spicca già nel gruppo la stella di Miranda Cosgrove, oggi piuttosto conosciuta negli USA per ruoli in "Drake & Josh" e "I tuoi, i miei e i nostri".
Insomma, una pellicola piacevole e riuscita, capace di intrattenere e strappare più di un sorriso, accompagnata da una valanga di grandissimi della tradizione rock. Un mix esplosivo da non perdere!
Ps. Curiosamente, la comica Sarah Silverman ha qui il ruolo serio e impostato della fidanzata/tiranna di Schneebly.
Consigli: Gli appassionati di musica non sottovalutino questo film! Potrebbe essere una piacevole sorpresa...
Parola chiave: Let's rock!

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Ric

martedì 8 marzo 2011

Film 226 - Burlesque

Dopo una cena in centro, il finale giusto di una serata piacevole con gli amici!


Film 226: "Burlesque" (2010) di Steve Antin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea
Pensieri: Visto la seconda volta è meglio. Forse perchè conscio di quanto abbiano toppato in certi punti e preparato a quanto avrei visto, mi sono goduto molto di più questa pellicola di Antin.
Ormai sono fan della colonna sonora e conosco a memoria certe canzoni che, in effetti, al momento di vederle rappresentate nel film hanno avuto il loro impatto. Piacevole, insomma, senza riserve.
Ovvio, bisogna essere preparati: il film è una ciofeca. Ma se vi piace il genere, o vi piacciono le popstar, o siete in vena di perdere qualche oretta tra un numero musical e l'altro, allora avete trovato il film che fa per voi!
L'Aguilera, rispetto ad oggi, è decisamente magrissima e, mi spiace dirlo, antipatica come pochi su questa terra. Non c'è nulla da dire sulla voce (oddio, forse che spesso urla lo possiamo dire), ma quanto è odiosa è inevitabile non constatarlo.
Cher e Tucci, invece, se la cavano decisamente bene e sono il duo geriatrico divertente del film. Peccato, però, che sia un film sul burlesque che non rende l'idea stessa del burlesque. E' più un videoclip di un'ora e mezza dove possiamo ammirare l'estensione vocale della popstar bionda che tenta di diventare attrice (Christina, perfino Britney ha fallito. E lei ha fans molto più devoti...) piuttosto che un'espressione cinematografica dell'anima burlesque del locale di Cher/Tess. La canzone più vicina al genere è sicuramente 'But I Am A Good Girl', davvero ben riuscita.
Insomma, un film leggero leggero, ma davvero innocuo.
Film 209 - Burlesque
Film 226 - Burlesque
Film 251 - Burlesque
Film 376 - Burlesque
Film 1161 - Burlesque
Film 1643 - Burlesque
Film 2253 - Burlesque Consigli: In compagnia è meglio. Si ride di più!
Parola chiave: Panorama.



#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 18 febbraio 2011

Film 222 - Spice Girls - Il film

Il primo film visto in VHS della storia di questo blog!


Film 222: "Spice Girls - Il film" (1997) di Bob Spiers
Visto: dalla tv di Mery
Lingua: italiano
Compagnia: Massimo, Jessica, Mery
Pensieri: Una carrellata negli anni '90, una lacrimuccia per ciò che è stato, un pensiero ai ricordi (ormai) d'infanzia. Ah, che colpo al cuore guardare questo film a un giorno esatto dal proprio 24esimo compleanno.
Non fosse legato ad un milione di ricordi, sia chiaro, questa pellicola non varrebbe la spesa di nemmeno una parola, ma, di fatto, i ricordi sono preziosi indipendentemente da ciò a cui si legano.
E allora, lo dico, è stato bello rivedere le cinque Spice Girls in quello che è stato il più estremo esperimento collaterale dell'assalto pop alla cultura di 15anni fa: un film su un gruppo musicale, interpretato dal gruppo musicale, con colonna sonora del gruppo musicale. Un affronto sfacciato a chi le ha sempre criticate, un prodotto ancora più smerciabile ai fans sfegatati dell'epoca.
Non un flop dal punto di vista commerciale (Wiki mi dice 75 milioni di dollari di incasso mondiale - parliamo del 1997, non dimentichiamolo - con un ricavato triplicato rispetto alla spesa per produrlo), con gadget di ogni genere e promo un po' ovunque nel globo (senza contare i CD venduti), ma sicuramente un disastro a livello di critica (un Razzie ad ognuna delle ragazze come peggiori attrici dell'anno).
Insomma, un film inutile, per carità, ma contestualizzato può prendere un suo senso. Da non sottovalutare il potere nostalgico (ricordo ancora come fosse ieri quando mia madre mi portò a vederlo al cinema parrocchiale...).
Ps. Numerosi camei importanti: Elvis Costello, Bob Geldof, Bob Hoskins, Elton John, Roger Moore e un ancora non famoso Hugh Laurie.
Film 222 - Spice Girls - Il film
Film 2291 - Spice World
Consigli: SOLO per chi è/era/è stato/sarà sempre un fan delle Spice Girls.
Parola chiave: Spice Girls in tutto e per tutto (il film).



#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 16 settembre 2010

Film 137 - L'ospite inatteso

Me against TV: episodio 3. Questa è la volta buona.


Film 137: "L'ospite inatteso" (2007) di Thomas McCarthy
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Miracolosamente la tv della seconda serata mi propone qualcosa di buono, interessante e recente. Un film uscito al cinema qualche anno fa e che mi aveva colpito perchè casualmente visto dalla mia capa di allora che me lo aveva consigliato. E, in effetti, non è per niente male come film.
Molte tematiche emergono da un'unica storia, qui raccontata col garbo della semplicità, dal razzismo ai pregiudizi, dal fallimento all'amore alla musica ai sogni. C'è n'è per tutti, basta lasciarsi trasportare.
Richard Jenkins - che per questo ruolo ha ottenuto nel 2008 la sua prima nomination all'Oscar - interpreta un professore che scopre degli intrusi in una sua seconda casa e, in un primo momento di spavento, li caccia. Non ci vorrà molto perchè il prof. Vale torni suoi suoi passi per cominciare una convivenza, e un'amicizia, che cambierà le vite di tutti i protagonisti.
La solitudine dell'uomo, poi, farà sì che la sua disponibilità ad interagire ed integrarsi con quelli che erano estranei (anche a livello culturale) sia totale e, dai nuovi interessi che nasceranno, quello per la musica porterà ad avventure decisamente impensate dall'uomo che fino a pochi mesi prima si nascondeva dietro la menzogna di un lavoro soddisfacente ed appagante.
Consigli: Una pellicola decisamente alternativa in cui, per una volta, è il 'bianco' che si mescola e fonde con l'amico 'nero'. E' un bell'esperimento, garbato e profondo.
Parola chiave: Immigrazione.


Ric

sabato 30 gennaio 2010

Film 69 - A Single Man

Il mercoledì sera è sempre un ottimo giorno per andare al cinema! Specialmente se vai a vederti un bel dramma super glam!


Film 69: "A Single Man" (2009) di Tom Ford
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Che ci fa Tom Ford alla regia? Credo se lo siano chiesto in molti, ma a quanto pare c'è del buono. Questo suo esordio comprende non solo la regia, ma anche quello alla sceneggiatura e quindi ero davvero curioso di vedere se le aspettative sarebbero state mantenute. Ebbene sì, mi è piaciuto, soprattutto perchè c'è un grandissimo Colin Firth, una - finalmente tornata - stupenda Julianne Moore e un - o mio dio è il bambino brutto e cicciotto di "About a Boy" - sorprendentemente cambiato Nicholas Hoult. Ma anche le comparsate sono degne di nota: primo fra tutti colui che adoro sopra ogni altro, il Ned dell'ex "Pushing Daisies", Lee Pace. Poi ancora Ginnifer Goodwin - ormai volto conosciuto per il tv show "Big Love", ma anche per "Mona Lisa Smile" e "La verità è che non gli piaci abbastanza" - e il modello - già di Tom Ford - Jon Kortajarena (consiglio un'occhiata).
Il signor Ford, dunque, ha pensato (bene!) che per avere successo con un film il primo passo debba essere un ottimo cast. Meno male che se ne è ricordato, ultimamente sembra che conti di più chi 'recita' fuori, nella vita. Scegliendo un attore vero, che non ama esporsi al gossip e si preoccupa solo di far bene il suo mestiere, Ford si è assicurato una certezza per la sua prima fatica.
Altra ottima mossa quella di non delegare. Ha scelto un'opera, se l'è riscritta e poi diretta. Tutto come voleva lui. Ovviamente se sei totalmente negato non puoi che fare fiasco, ma se sei effettivamente dal buonino al bravo, allora questo è sicuramente un valore aggiunto. Il bel Ford, quindi, ha saputo giocare bene le sue carte, anche scegliendo una storia che richiami un attimo l'attenzione. Professore gay della Los Angeles anni '60 perde compagno e tenta un'esistenza fatta di dolore straziante e ricordi dei bei momenti con il compagno. Vuole il suicidio e lo prepara, ma la vita lo sorprenderà, più di una volta. Il tutto in un'unica giornata.
I flashback aiutano lo spettatore a farsi un'idea della vita precedente di George/Colin Firth, una vita felice e colorata (notare i cambi di colore durante il film, che dal grigiore della vita quotidiana diventano intensi sprazzi quando qualcuno o qualcosa riporta George a pensieri positivi), ora spezzata da un dolore che gli rende faticoso perfino respirare. Se la vita continua, lui è sicuramente rimasto fermo e legato al suo passato, incapace di sopportare, rinchiudere e conservare un dolore che evidentemente l'ha sopraffatto.
In questa cornice piuttosto pesante si inserisce uno studentello (Hoult) del professore, decisamente carino e arrapato, che si approccia a George completamente in calore. Non c'è un vero contatto fisico, ma c'è un sacco di contatto visivo, specialmente perchè la maggior parte delle volte non hanno le mutande... (Ma Hoult c'è abituato dopo l'esperienza del tv show inglese "Skin")
Insomma, questo film mi è piaciuto per molte ragioni, sia visive che emotive. Ha una regia ricercata, con certe inquadrature molto interessanti (gli occhi come specchio dell'anima? Perfino il cartellone di "Psycho" ce lo ricorda!) che colgono bene gli stati psicologici del personaggio; una bellissima fotografia; delle scenografie davvero ben ricostruite e un montaggio veramente singolare, rapido, veloce che forse vuole riprendere quello scorrere repentino del tempo che, anche qui, pesa sull'esistenza umana (non a caso il trailer è scandito per intero da un ticchettio di orologio).
Solo una nota stonerà nel mio commento e riguarda un aspetto tecnico: la colonna sonora. Non è brutta, anzi, ha un motivo trainante che affascina e si lascia ricordare, ma nel complesso del film la musica è davvero troppa. Non sono sicuro al 100% che ci sia anche un solo minuto di puro silenzio. E' una continua cascata di note che, invece di accompagnare, sovrastano le immagini fino addirittura a coprire il suono delle parole in alcuni casi. Spero che il problema fosse solo del pessimo audio del così-così cinema a cui siamo stati io e Ale. Altrimenti... non ci siamo! Ps. Martedì finalmente le nomination all'Oscar: quante ne arriveranno? Almeno una sicuro!
Consigli: Da vedere pronti e già consapevoli che ci sarà del dramma. Altrimenti ci si deprime.
Parola chiave: Jim.


Ric