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mercoledì 4 dicembre 2024

Film 2325 - Heretic

Intro: Appena visto il poster e poi guardato il trailer, ho capito subito che volevo vedere questo film.

Film 2325: "Heretic" (2024) di Scott Beck, Bryan Woods
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Michael, Niamh, Debbi, Marysia, Will
In sintesi: a quasi nessuno dei miei amici è piaciuto, ma a me devo dire che "Heretic" ha soddisfatto. Forse non l'horror/thriller intenso che mi aspettavo, ma comunque un interessante esperimento cinematografico che tenta di mescolare insieme paura e un discorso più ampio sulla religione.
Ribadisco, non esattamente ciò che ci si aspetterebbe da un titolo come questo, specialmente perché fortemente pubblicizzato come horror, per cui durante la visione bisogna un attimo ricalibrare le aspettative. E mi rendo anche conto che un filosofeggiare più o meno "hard core" relativamente a religione, fede, chiesa e compagnia bella non sia esattamente una tematica per tutti, quindi capisco perché alcuni potrebbero rimanere un po' delusi dal risultato finale.
Una volta che ho fatto pace con la mia idea di come sarebbe stato questo film vs quello che ho effettivamente visto, io ho trovato il tutto più che intrigante. Tutta la prima parte nella casa è carica di suspense, fino a quando le due ragazze non scelgono per quale porta avventurarsi. Forse è lì che, personalmente, avrei preferito la storia prendesse una strada un po' diversa e che la parte del "labirinto" continuasse, soprattutto dopo che viene addirittura tirato in ballo il gioco del Monopoli (perché a quel punto ho pensato: bene, adesso verranno spiegate le regole del gioco che, in qualche modo, centreranno con il gioco da tavola... E invece no).
A parte questo, comunque, trovo che "Heretic" sia una pellicola interessante, nonché un prodotto sufficientemente originale. Sicuramente a elevare il tutto rispetto alla miriade di titoli più o meno simili c'è il cast: ottime interpretazioni delle due Sophie Thatcher e Chloe East ma, neanche a dirlo, la scena la ruba uno Hugh Grant in magnifica forma che, da solo, vale mezzo film.
Cast: Hugh Grant, Sophie Thatcher, Chloe East, Topher Grace.
Box Office: $38 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Alcuni aspetti della trama mi hanno ricordato il "Don't Breathe" di Fede Álvarez, anche se questo film si concentra principalmente su suspense e un dialogo teologico estremamente interessante anche e soprattutto per il contesto in cui è presentato (un horror/thriller destinato al pubblico generalista). Non il classico film di paura, ma un esperimento cinematografico che, secondo me, vale la pena di recuperare.
Premi: /
Parola chiave: Candela.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 21 giugno 2024

Film 2283 - Abigail

Intro: Forse vedere questo film in 4D non è stata l'idea migliore...

Film 2283: "Abigail" (2024) di Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: "Abigail" quello che promette mantiene e niente di più. Non necessariamente un male, ci mancherebbe, semplicemente meglio non avere troppe aspettative.
Il film di per sé non è malaccio, è un horror che tutto sommato funziona e lascia soddisfatti se quello che si sta cercando è un disimpegno facile facile a tinte splatter. Per chi fosse alla ricerca di qualcosa di più, meglio cercare altrove.
Il cast è ben assortito: capitanato da Melissa Barrera (recentemente orafana della nuova saga di "Scream") che anche qui funziona bene come protagonista, il film presenta anche la penultima performance sul grande schermo del recentemente scomparso Angus Cloud ("Euphoria"), ora al cinema nella nuova pellicola di "Garfield" (a cui dà la voce a uno dei personaggi).
Piccola curiosità: in qualche scena iniziale del film, si riconosce Dublino e uno dei suoi ponti più iconici, il Samuel Beckett Bridge.
Cast: Melissa Barrera, Dan Stevens, Kathryn Newton, Will Catlett, Kevin Durand, Angus Cloud, Alisha Weir, Giancarlo Esposito, Matthew Goode.
Box Office: $42.1 milioni
Vale o non vale: Onestamente sconsiglio la visione in 4D, che distrae troppo dalla visione. Ogni volta che Abigail saltella qua e là (che sia per un passo di danza o un'arrampicata su qualche parete), le poltrone non smettono di agitarsi, per un effetto quasi comico che davvero rovina la visione. Per il resto la storia fa quello che ci si aspetta, consegnando un horror atipico che a tratti mi ha ricordato quel "The Haunting" con Liam Neeson e Catherine Zeta-Jones.
Premi: /
Parola chiave: Rapimento.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 29 gennaio 2023

Film 2165 - Red Eye

Intro: Serata casalinga e alla ricerca di un thriller carino da guardare, mi torna in mente questa chicca...

Film 2165: "Red Eye" (2005) di Wes Craven
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: l'ho già visto miliardi di volte, ricordo perfettamente tutti i passaggi, ma "Red Eye" non manca mai di lasciarmi soddisfatto. Sarà che è ambientato su un aereo - pur non ricadendo nella categoria "disastri" - sarà che i protagonisti sono Rachel McAdams e Cillian Murphy, di fatto questo film di Wes Craven (!) per me è sempre una certezza.
Film 169 - Red Eye
Film 301 - Red Eye
Film 822 - Red Eye
Film 1945 - Red Eye
Film 2165 - Red Eye
Cast: Rachel McAdams, Cillian Murphy, Jayma Mays, Brian Cox, Jayma Mays, Jack Scalia.
Box Office: $96.2 milioni
Vale o non vale: Avventuroso, ben ritmato, claustrofobico e interpretato alla perfezione per il tipo di prodotto che è, "Red Eye" è la pellicola perfetta per spegnere il cervello e gustarsi (neanche un'ora e mezza) di intrattenimento duro e puro.
Premi: /
Parola chiave: Sea breeze.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 30 novembre 2022

Film 2148 - Barbarian

Intro: Tornato da un velocissimo weekend a Barcellona, dopo l'ufficio me ne vado al cinema per recuperare un horror di cui avevo sentito parlare molto bene...

Film 2148: "Barbarian" (2022) di Zach Cregger
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: era da un po' che non mi capitava di rimanere incollato alla sedia della sala mentre attendo che sopraggiunga l'ennesimo momento di spavento. E, per una buona parte della storia, che spavento!
"Barbarian" funziona alla grande per l'80% della sua durata, partendo in quarta con un'atmosfera inquietante e cupa che mette ansia già a pochi minuti dall'inizio: ragazza (Georgina Campbell) da sola che cerca di entrare nell'Airbnb che ha prenotato, non ci riesce perché il prorpietario non le ha lasciato la chiave. poi, all'improvviso, nell'appartamento (isolatissimo!) si accende una luce e, neanche a dirlo, pare esserci qualcuno...
Questo, in realtà, è solo l'inizio di un inizio di storia che prenderà il largo spaziando ben oltre i confini di una casa maledetta che emana energie sinistre dal momento in cui vi mettiamo piede dentro. E' tutto a posto, eppure si capisce fin da subito che c'è qualcosa che non va... E poi ci possiamo davvero fidare dell'altro ragazzo (Bill Skarsgård) che parrebbe essere solamente un altro affittuario dell'Airbnb?
Insomma, il pretesto parrebbe semplicissimo - un appartamento, ma due prenotazioni sovrapposte per lo stesso giorno, ovvero un caso di overbooking - eppure man mano che prosegue il racconto, il film di Zach Cregger non smette mai di rivelare un nuovo strato della storia che, vedere per credere, va sempre più a fondo in una vicenda inquietante e bizzarra.
Ed è sul bizzarro che "Barbarian" un po' incespica, finendo per raccontare un finale che perde di quell'aura di mistero e a tratti sfiora un comico che non mi aspettavo. Non necessarimente un male, ma sicuro altera l'atmosfera creata fino a quel momento sapientemente, per sfociare in una sorta di caccia all'uomo che, pur nella sua assurdità, non manca di mantenere alta l'attenzione dello spettatore.
In ogni caso un ottimo film dell'orrore, tesissimo e per niente scontato (per quanto a tratti mi abbia ricordato "Don't Breathe") che regala momenti spaventosi e una valanga di colpi di scena, per un tour de force emotivo che, di questi tempi, è una gioia rara.
Cast: Georgina Campbell, Bill Skarsgård, Justin Long, Richard Brake, Kurt Braunohler, Kate Bosworth.
Box Office: $45.3 milioni
Vale o non vale: Gli amanti dell'horror apprezzeranno. Il miglior film di paura che ho visto quest'anno (e da un bel po' a questa parte).
Premi: /
Parola chiave: Corda nel muro.
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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 9 luglio 2022

Film 2117 - The Black Phone

Intro: La scelta era tra questa pellicola e "Elvis". Ero sicuro che Ciarán avrebbe scelto "Elvis", dato che non guarda horror, eppure dopo aver visto il trailer di questo film qualche settimana fa, gli era rimasto impresso. E quindi sì, per la prima volta io e Ciarán siamo andati al cinema a vedere una pellicola horror insieme.

Film 2117: "The Black Phone" (2021) di Scott Derrickson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: "The Black Phone", ovvero il thriller che non ti aspetti.
Mascherata da horror - a mio avviso per motivi commerciali - la pellicola di Scott Derrickson ("The Exorcism of Emily Rose", "Sinister", ma anche il primo "Doctor Strange") è in realtà un mix davvero ben bilanciato di soprannaturale e thriller, con un quanto basta di spaventoso per tenere lo spettatore incollato alla sedia dall'inizio alla fine, pronto a saltare al minimo accenno di possibile spavento. Che, immancabile, arriva.
Questa pellicola fa un ottimo lavoro in termini di suspense e tensione, regala ottime performance da parte di un cast di giovani attori davvero dotati - specialmente Madeleine McGraw, qui talvolta anche elemento comico della storia - e un Ethan Hawke maledettamente inquietante anche con una maschera sulla faccia per il 95% del film, il tutto per un risultato finale che è una montagna russa emotiva, andando a tirare in ballo classici elementi horror, insieme a momenti più legati al soprannaturale e una maggiorparte (inaspettata) di classici momenti thriller e temi per niente scontati in un prodotto che mira al più largo consumo possibile come questo: rapimento di bambini e il loro omicidio, plausibili abusi, oltre che un padre violento alcolizzato. Insomma, non esattamente il classico titolo dell'orrore.
Ma "The Black Phone" gestisce tutto questo mix di elementi apparentementi difficili da mescolare insieme davvero alla grande e il risultato finale è un tour de force che lascia davvero soddisfatti.
Cast: Mason Thames, Madeleine McGraw, Jeremy Davies, James Ransone, Ethan Hawke.
Box Office: $99.1 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Decisamente una bella sorpresa per un titolo che potrebbe apparire il classico horror un po' banale e tirato via che, invece, sorprende positivamente per una trama ben pensata, un grande cast e un risultato finale pauroso quanto basta e sorprendentemente interessante da seguire.
Premi: /
Parola chiave: Sogni.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 11 maggio 2022

Film 2107 - The Unbearable Weight of Massive Talent

Intro: Non sono particolarmente fan di Nicolas Cgae, ma il trailer di questo film mi aveva particolarmente incuriosito. Così sono corso al cinema appena ho potuto.

Film 2107: "The Unbearable Weight of Massive Talent" (2022) di Tom Gormican
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: carino, piacevole e assolutamente diverso da come me lo aspettavo (come non mi aspettavo di trovarci la Mastronardi, a dire il vero...).
Geniale nel senso che coinvolge un attore un tempo di serie A di Hollywood e ne mette intelligentemente alla berlina aspetti di una carriera adesso certamente in declino (da anni) con, al tempo stesso, la complicità dello stesso attore.
Nicolas Cage qui è una forza della natura - finalmente coinvolto in un progetto che ne mette in risalto il talento e loda una filmografia di fatto di tutto rispetto -, felice di mettersi in gioco ed evidentemente in perfetta sintonia con il compagno di avventure Pedro Pascal, che ritroviamo in una chiave comica per lui inedita. Il duo è onestamente perfetto e vale da solo il prezzo del biglietto.
Per il resto "The Unbearable Weight of Massive Talent" è un'ottima commedia a tinte action che intrattiene piacevolmente, diverte e fa anche ridere di quando in quando. Sicuramente uno dei film più interessanti usciti fino ad ora quest'anno.
Cast: Nicolas Cage, Pedro Pascal, Sharon Horgan, Tiffany Haddish, Ike Barinholtz, Paco León, Alessandra Mastronardi, Jacob Scipio, Demi Moore, Neil Patrick Harris.
Box Office: $21.8 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Duo di protagonisti affiatato, cast delle grandi occasioni e risultato finale divertente e spensierato, "The Unbearable Weight of Massive Talent" è certamente una delle sorprese di questo 2022 fino ad ora non particolarmente indimenticabile. Nick Cage in gran spolvero. Da vedere.
Premi: /
Parola chiave: Rapimento.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 26 aprile 2022

Film 2104 - The Lost City

Intro: Martedì scorso ho deciso di passare la mia serata libera al cinema, in un momento particolarmente prolifico di pellicole che mi interessa recuperare. Al momento non c'è tempo per vederle tutte, per cui ho scelto il film di cui mi sembrava di avere più bisogno in quel momento: una commedia.

Film 2104: "The Lost City" (2022) di Aaron Nee, Adam Nee
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: certamente non indimenticabile, anche se divertente quanto basta, l'ultima pellicola con Sandra Bullock e Channing Tatum regala qualche momento divertente e ci ricorda perché, oggi più che mai, il genere comico andrebbe riportato in auge grazie a titoli ben più potenti (e creativi) di questo.
In una sorta di mix narrativo che chiama in campo avventura ed elementi d'azione (e mi ha ricordato moltissimo la premessa di "Alla ricerca dell'isola di Nim"), "The Lost City" funziona principalmente grazie alla buona chimica tra i due protagonisti che certamente fanno del loro meglio - specialmente Tatum - per portare a casa un risultato soddisfacente e credibile nonostante un modello di comicità che abbiamo visto già tante altre volte. In questo senso mi sento di dire che il personaggio di Beth (Da'Vine Joy Randolph) rappresenta l'esempio più banale e malamente sfruttato di tutto il film, pescando a mani basse in quella serie di cliché legati alla figura autoritaria e insolente della donna afroamericana dalla "sassy attitude" che abbiamo visto in svariate sfumature e toni riproporsi milioni di altre volte in altre titoli (penso a Tiffany Haddish in "Girls Trip", Mo'Nique in "Almost Christmas", Retta in quel gioiellino di "Parks and Recreation", ma anche il personaggio di Madea interpretato da Tyler Perry e così via).
Al contrario, ho particolarmente apprezzato l'evoluzione attoriale di Daniel Radcliffe, qui sorprendentemente in grado di regalare al suo personaggio una buona gamma emozionale specialmente nei momenti di rabbia e frustrazione, ovvero quella presenza scenica che gli è mancata per tutta la saga potteriana. Chapeau.
Per il resto, come si diceva, "The Lost City" intrattiene quanto basta e va a parare precisamente dove ci si aspetterebbe, per un risulato finale tanto prevedibile quanto confortante. Perché, in fin dei conti, è proprio quello che ci aspettavamo (e volevamo) da questo tipo di film.
Cast: Sandra Bullock, Channing Tatum, Daniel Radcliffe, Da'Vine Joy Randolph, Brad Pitt, Patti Harrison, Oscar Nunez, Bowen Yang.
Box Office: $128.1 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Non indimenticabile, ma buono quanto basta a far passare una serata spensierata. Sandra Bullock sembra sempre un po' scazzata (sarà solo il personaggio che interpreta?), ma Channing Tatum è perfettamente in parte e da solo regala i momenti di spensierata leggerezza che questa storia cerca di portare sullo schermo. E sopratutto fa dimenticare la caratterizzazione un po' bizzara di certi altri personaggi. Tutto sommato, comunque, godibile.
Premi: /
Parola chiave: Crown of Fire. (Che quando lo dice Daniel Radcliffe non fa che ricordare il ben più famoso Goblet of Fire o Calice di fuoco...)
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 20 agosto 2021

Film 1811 - The Fourth Kind

Intro: Siamo appena arrivati a Santiago del Cile dopo quasi un giorno di viaggio in pullman da Cordoba. Il viaggio di gruppo è ufficialmente finito, Karen e Lucas sono rimasti in Argentina, Sere e Luca partiranno da Santiago verso il Perù, mentre io di lì a qualche giorno tornerò a Cordoba prima di trasferirmi ufficialmente a Ushuaia per qualche mese. E, in vista di tutti questi cambiamenti, che non ce la vuoi mettere un po' di guerriglia urbana?
Già perché nel giorno del nostro arrivo la città è a ferro e fuoco a seguito della rivolta della popolazione per l'aumento dei prezzi della metropolitana. Riusciamo in tempo ad arrivare alla nostra sistemazione in città - dopo un'incosciente camminata dalla stazione dei bus al nostro Airbnb - per poi, di fatto, rimanere intrappolati in casa.
Il giorno dopo Sere e Luca "scapperanno" in taxi verso l'aeroporto mentre io rimarrò, da solo, altre 24 ore di incertezza in Cile. Nel mentre carri armati, lacrimogeni, mezza città in fiamme, mia madre che si mette in contatto con la Farnesina, io che prenoto un volo per rientrare in Argentina a seguito della chiusura delle frontiere e un viaggio in taxi verso l'aeroporto con l'autista fan di Raffaella Carrà.

Film 1811: "The Fourth Kind" (2009) di Olatunde Osunsanmi
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Sere
In sintesi: caldamente raccomandato da Sere, ho infine ceduto alla visione di questa pellicola che, già anche solo per la presenza da protagonista di Milla Jovovich mi lasciava quantomeno perplesso. Inutile dire che il film sia una boiata pazzesca e terribile sotto molteplici apsetti. Recitazione e storia in primis.
Cast: Milla Jovovich, Will Patton, Elias Koteas, Corey Johnson, Hakeem Kae-Kazim, Enzo Cilenti.
Box Office: $47.7 milioni
Vale o non vale: Qualità scarsissima e risultato finale mediocre. Ci sono film sugli alieni ben più riusciti di questo.
Premi: /
Parola chiave: Gufo.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 6 agosto 2021

Film 1804 - It

Intro: Sul viale dei ricordi.
Torniamo indietro nel tempo a quando mi sono ritrovato a dover chiudere nuovamente un capitolo della mia vita per iniziarne uno completamente nuovo. Non si contano più le volte che ho dovuto ricominciare daccapo.
Salito sul mio 30esimo volo in 2 anni, saluto Auckland alla volta dell'Argentina imbarcandomi inconsapevolmente per una delle avventure più meravigliose che la vita mi abbia mai regalato. Ma su questo volo Auckland - Santiago del Cile che il mio futuro sia lì lì per cambiare ancora non posso saperlo, per cui, ignaro, mi godo il primo film della mia lunga lista di pellicole da recuperare durante il volo.

Film 1804: "It" (2017) di Andy Muschietti
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: la prima volta che vidi questa pellicola al cinema in Australia non ci capii una mazza.
Non tanto per la storia - che è ovviamente conosciuta e resa celebre anche dal precedente adattamento televisivo "It" - quanto per i dialoghi. Tra slang, accenti e un tocco di vintage, ricordo che mi trovaii in seria difficoltà sul piano della comprensione linguistica. Passati anni e di nuovo su un aereo, ma soprattutto con un sequel (all'epoca) in arrivo, ho deciso di recuperare il fenomeno "It" e dargli una nuova chance. Non che smaniassi per rivederlo, ma sicuramente un ripasso pre secondo capitolo mi avrebbe sicuro fatto bene.
Tralasciando il fatto che "It Chapter Two" sia tremendo, questo primo episodio diretto da Andy Muschietti funziona e pure piuttosto bene. Le atmosfere sono quelle giuste, gli attori perfetti per i rispettivi ruoli, gli effetti speciali (come dovrebbe essere) al servizio della storia e, diciamocelo pure, un Bill Skarsgård capace di riportare in vita l'iconico ruolo del pagliaccio Pennywise con estrema efficacia. Non fosse stato per lui il film non avrebbe avuto lo stesso impatto.
Impatto enorme, diciamocelo pure, tra un botteghino mondiale ricchissimo per un film vietato ai minori e ventilate speranze di nomination all'Oscar di fatto mai realizzatesi. Ma la speranza, si sa...
Detto ciò, ammetto di essermi goduto una seconda visione di questo horror basato sull'iconico libro di Stephen King, di cui più di tutto ho apprezzato l'immaginario estetico ben curato ed assolutamente efficace a connotare la storia della giusta dose di orrore e paura (la scena del bagno di sangue su tutte).
Film 446 - It
Film 1523 - It 2
Film 1422 - It
Film 1804 - It
Film 1819 - It Chapter Two
Cast: Jaeden Lieberher, Bill Skarsgård, Finn Wolfhard, Sophia Lillis, Jeremy Ray Taylor, Chosen Jacobs, Jack Dylan Grazer, Wyatt Oleff, Nicholas Hamilton, Jackson Robert Scott.
Box Office: $701.8 milioni
Vale o non vale: Inutile dire che il paragone tra il riadattamento moderno della storia e il precedente classico con Tim Curry avrebbe da subito dominato la direzione delle riflessioni rispetto a questo "It". Inevitabile, ma anche abbastanza insensato considerato che sono due prodotti figli di epoche e media completamente diversi ("It" 1990 miniserie tv in 2 puntate e un budget di $12 milioni, "It" 2017 e 2019 prodotti cinematografici con budget complessivo da $105 milioni).
Esaurito il rimando culturale rispetto al primo, famosissimo Pennywise, va detto che il prodotto finale presentato qui sia buono ed efficace con, inoltre, un cast particolarmente azzeccato. Per chi abbia voglia di una serata tra brividi e salti sulla sedia "It" è certamente un ottimo candidato.
Premi: /
Parola chiave: Georgie.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 19 aprile 2021

Film 1985 - News of the World

Intro: Appena ho visto comparire questa pellicola su Netflix ho deciso di vederla. Il che, senza volerlo, è stato utile perché un paio di settimane dopo il prof di Sceneggiatura ci ha chiesto di recuperare questo titolo per la consueta discussione settimanale in classe.
Film 1985: "News of the World" (1989) di Paul Greengrass
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese, Kiowa
Compagnia: nessuno
In sintesi: devo ammettere che, pur non essendo un grande fan del genere western, ho molto gradito la visione di questo "News of the World", un prodotto di qualità che vive di due egregi pratoginisti che portano sulle loro spalle tutta la storia (tratta dall'omonimo romanzo di Paulette Jiles).
In particolare, credo che Tom Hanks dimostri qui e per l'ennesima volta la sua versatilità di attore, capace di risultare credibile in qualsiasi contesto lo si faccia recitare. In altri termini, credo sia uno di questi pochi attori capaci sempre di regalare quel qualcosa in più al film di cui sono protagonisti per il semplice fatto della loro presenza e bravura. Con questo non voglio dire che Hanks sia sempre all'altezza delle aspettative - il suo "Larry Crowne" è assolutmente dimenticabile e certi copioni che sceglie lasciano sicuramente perplessi, per esempio "Inferno", "The Circle" o "Cloud Atlas" - ma credo gli vada riconosciuta quella star quality che non tutti, nemmeno certi colleghi di Hollywood, hanno.
Qui in buona compagnia, Hanks si ritrova affiancato dalla 12enne tedesca Helena Zengel che, bisogna ammettere, fa uno spettacolare lavoro nei panni Johanna, ragazzina rapita da infante da un gruppo di nativi americani e poi cresciuta secondo i loro costumi che, al momento in cui viene trovata dal capitano Jefferson Kyle Kidd (Hanks), non sa parlare inglese e cerca in tutti i modi di ritornare dalla sua tribù. Il viaggio che i due intraprenderanno sarà alla volta della vera famiglia di Johanna - o quello che ne è rimasto - per riconsegnare la giovane alla sua vecchia vita anche se, sul cammino, i due protagonisti dovranno affrontare una serie di difficoltà che li porteranno a costruire un legame speciale che, ammetto, è stato un piacere veder rappresentato in questa storia.
Come sempre, qualche appunto che ho trascritto per il corso:

Captain Kidd is the protagonist. At the beginning of this story he is mainly focused on his job (reading newspapers from town to town), which requires him to travel a lot and eventually put him on Johanna's path. 
Becuse of their meeting, his main goal switches as he now wants/has to bring the girl back to her family. When that goal is fulfilled, Kidd's goal changes again, as he decides to go back home and deal with his wife's death. This one is probably a broader story arc that the screenplay wants to explore from the very beginning and the encounter with Johanna is instrumental in pointing him to going back home.
Once he dealt with his past, he's free to move forward and embrace his new goal, which is to go back, free Johanna from her family and start a new life together as a sort of family of thier own. Because of this ending, we can say that Kidd's overall main goal was to make peace with his past and being able to move forward.
The main obstacles presented during the story are: the former Confederate soldiers that want to buy Johanna; people who try to kill or put them in danger during the story; Johanna's surviving family members; in a sense, Kidd himself, as initially he's not pleased he has to bring the girl back to her family.

Cast: Tom Hanks, Helena Zengel, Michael Covino, Fred Hechinger, Neil Sandilands, Thomas Francis Murphy, Ray McKinnon, Mare Winningham, Elizabeth Marvel.
Box Office: $12.6 milioni
Vale o non vale: Non una pellicola per tutte le occasioni, ma sicuramente un prodotto solito che dovrebbe lasciare i fan dei western (in chiave moderna) soddisfatti quanto gli ammiratori di Hanks. Il film ha varie anime e, per molteplici ragioni, ricorda altre pellicole simili ("The Missing", "Appaloosa", "Il Grinta" e tanti altri), anche se la presenza della brava Helena Zengel qui fa la differenza. Da vedere.
Premi: Candidato a 4 Oscar e 4 BAFTA per Miglior sonoro, fotografia, colonna sonora e scenografie. Candidato a 2 Golden Globe per la Miglior attrice non protagonista (Zengel) e Miglior colonna sonora.
Parola chiave: Viaggio.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 29 novembre 2020

Film 1951 - The Princess Bride

Intro: Nell'ottica della mia operazione nostalgia, questa pellicola non poteva mancare!
Film 1951: "The Princess Bride" (1987) di Rob Reiner
Visto: dalla tv
Lingua: inglese
Compagnia: Victor
In sintesi: questo film è considerato un cult della filmografia per teenager americana, una fiaba a tutti gli effetti che prende il là dal romanzo di William Goldman e non si risparmia nemmeno uno degli archetipi da fiaba, per un risultato finale che oggi sarebbe considerato inaccettabile ma che, 33 anni fa, non metteva in scena nulla di sconvolgente.
Per quanto mi sia goduto la visione in generale e sia rimasto colpito dalla bellezza folgorante di Robin Wright e Cary Elwes nel particolare, va comunque segnalata una serie di elementi che lascia un po' confusi, quando non perplessi.
Innanzitutto il titolo della storia fa riferimento alla principessa (Wright), anche se il protagonista è ovviamente il personaggio maschile che non solo la salverà, ma non perderà l'occasione anche di trattarla male senza alcun motivo a causa del matrimonio reale di ripiego. L'ho trovata una scelta narrativa tremenda e detestabile. Inoltre, Buttercup (questo il nome della principessa...) è rappresentata come impotente, un oggetto da ammirare che non ha alcuna volontà propria ed esprime il suo punto di vista solo per ribadire quanto amasse e ancora ami Westley (Elwes). Per il resto è o muta o incapace di agire.
In generale la trama è sufficientemente sciocca o "innocua" da risultare digeribile a tutto il pubblico di massa a cui questo prodotto aspira, un racconto tranquillizzante che rassicura le bambine sul fatto che il principe azzurro non solo esiste, ma verrà sempre a salvarle e ricorda ai ragazzi che una prova di forza è la via per il cuore della propria amata che, una volta conquistata, può essere tranquillamente maltratta nel momento in cui non si adegua alle aspettative della mentalità patriarcale.
Mi rendo perfettamente conto che "The Princess Bride" sia un prodotto di altri tempi, venduto spesso anche come una sorta di esasperazione di quegli archetipi narrativi che per generazioni hanno dettato i canoni delle storie per ragazzi. Al tempo stesso credo sia giusto far emergere una lettura in chiave contemporanea di alcune tendenze del passato per non dimenticare che certi stereotipi sono superati e non si rischi di far passare messaggi retrogradi solo in nome di un senso di nostalgia per un prodotto commerciale. Va tutto bene fino a quando ci ricordiamo di mantenerci critici nei confronti di chiavi di lettura figlie di un'ideologia superata a cui le nuove generazioni non dovrebbero essere esposte (e quando ciò avviene, dovrebbe essere fornita la spiegazione del perché certe idee non abbiano senso, oggi più che mai).
Insomma, certo non mi aspettavo da questa pellicola la profondità narrativa di un grande prodotto di qualità, però ammetto che una parte di me non sia riuscita a digerire questa reminescenza di un'ideologia arcaica e deprecabile mostrata in maniera così evidente e senza filtri. E' chiaro che il problema non è "The Princess Bride" in sé, ma certe idee che veicola, consapevolmente o meno. E anche se il film può essere un'avventura carina e un passatempo scaccia pensieri, non posso non pensare che nel 2016 sia stato scelto dal National Film Registry americano in quanto pellicola "culturally, historically or aesthetically significant". Anche se probabilmente nessuno mai sceglierà di vedere questo titolo solo perché considerato culturalmente rilevante dal NFR, trovo in ogni caso disturbante che una rappresentazione della donna come quella che viene fatta qui possa essere associata alla definizione di un canone culturale da preservare.
Detto ciò, sperando di non aver rovinato "The Princess Bride" per nessuno, passo e chiudo.
Cast: Robin Wright, Cary Elwes, Mandy Patinkin, Chris Sarandon, Christopher Guest, Wallace Shawn, André the Giant, Peter Falk, Fred Savage, Carol Kane, Billy Crystal.
Box Office: $30.9 milioni
Vale o non vale: Narrativamente spesso lento e rappresentativo di un'ideologia del passato che al giorno d'oggi fa venire i brividi, "The Princess Bride" presenta un'idea estetica molto simile ad altri titoli (come "La storia infinita" e "Labyrinth") ma che nel complesso funziona, anche se è chiaro che tutta la storia vive della (francamente shocckante) bellezza dei due protagonisti e dell'idea di fiaba con happy ending finale. Inaspettatamente, grande cast.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior canzone originale ("Storybook Love", cantata da Willy DeVille) e al Grammy per Best Album of Original Instrumental Background Score Written for a Motion Picture or Television.
Parola chiave: 6 dita.
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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 10 ottobre 2020

Film 1932 - Flightplan

Intro: Dopo anni che non lo rivedevo, ammetto che mi fosse tornata un po' la voglia. Qualche mese fa durante la quarantena avevo provato, ma lo streaming mi aveva messo a disposizione solo una versione doppiata in russo che certamente non faceva per me. Poi, l'altra sera, ho scoperto che senza neanche saperlo avevo il film sul mio hard-drive, scaricato chissà quanto tempo fa. Una benedizione!
Film 1932: "Flightplan" (2005) di Robert Schwentke
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: al di là della mia fascinazione per le pellicole ambientate sugli aerei o per i disaster movies (non è questo il caso però), devo dire che trovo "Flightplan" un thriller ben realizzato e solido nel suo insieme, tutto considerato. Jodie Foster - con il suo fortissimo accento yankee - è un'ottima protagonista che regge alla perfezione tutto il film sulle proprie spalle, riuscendo a primeggiare anche in un genere come quello proposto qui che, oltre all'azione e il mistero, propone anche una leggera virata psicologica a fare da contorno al tutto. Per me sempre un mix ben assortito e soddisfacente.
Onestamente non ho mai compreso perché questa pellicola non abbia ottenuto più successo o non venga tenuta più in considerazione, considerato che tantissimo cinema-spazzatura ha ottenuto apprezzamenti ben maggiori o vive di un fan-base che lo venera, mentre "Flightplan" fa onestamente il suo e anche con un certo impegno, devo dire, ma non ha mai raggiunto quel grado di considerazione da renderlo popolare. Eppure la suspense non manca, l'azione nemmeno e la questione del mistero - dov'è finita la piccola Julia, imbarcata sull'aereo con la mamma e poi sparita durante il volo? E soprattutto: Julia è mai davvero esistita? - non manca di regalare allo spettatore momenti di genuino intrattenimento che fanno di questo film una buona americanata commerciale. Di quelle che lo sai che faranno affidamento su elementi eccezionali ed eccentrici e punteranno molto (se non tutto) sull'utilizzo di effetti speciali e colpi di scena irrealistici, ma che alla fine non puoi fare a meno di apprezzare per la buona dose di intrattenimento senza pretese che sanno regalare. Ecco, per me "Flightplan" è proprio questo, una certezza dal punto di vista dell'intrattenimento: so che se anche l'ho già visto cento volte non smette mai di lasciarmi soddisfatto.
Film 180 - Flightplan - Mistero in volo
Film 1932 - Flightplan
Cast: Jodie Foster, Peter Sarsgaard, Erika Christensen, Sean Bean, Kate Beahan, Greta Scacchi, John Benjamin Hickey, Matt Bomer, Marlene Lawston, Michael Irby, Assaf Cohen.
Box Office: $223.4 milioni
Vale o non vale: A mio avviso uno dei titoli commerciali più sottovalutati dell'ultimo periodo. C'è azione, c'è mistero e c'è una grande protagonista. Poi certo, parliamoci chiaro, il film funziona in misura alle aspettative che si ha e qui non stiamo certo parlando di un capolavoro. Però se si tratta di cercare un titolo di disimpegno capace di intrattenere per un paio d'ore e regalare anche qualche mumento di suspense connesso ad una trama intrigante, allora avete trovato quello che stavate cercando.
Premi: /
Parola chiave: Finestrino.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 24 aprile 2020

Film 1694 - You Were Never Really Here

Intro: Appuntamento all'Academy Cinemas della biblioteca di Auckland, una sorta di cineteca neozelandese dove il mercoledì tutti i film eccezionalmente passati a 5$.
Film 1694: "You Were Never Really Here" (2017) di Lynne Ramsay
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Luca
In sintesi: il trailer promuove il film in maniera entusiasta, c'è addirittura un parallelismo con "Taxi Driver", ma non posso veramente dire di essere rimasto impressionato da "You Were Never Really Here". Sarà che non è rappresenta troppo il mio genere, sarà che mi aspettavo qualcos'altro, di fatto non sono rimasto colpito (a differenza di chiunque incroci la strada del personaggio interpretato da Joaquin Phoenix). Violento e silenzioso.
Cast: Joaquin Phoenix, Ekaterina Samsonov, Alex Manette, John Doman, Judith Roberts, Alessandro Nivola.
Box Office: $7.4 milioni
Vale o non vale: Onestamente non lo rivedrei. I fan delle storie che vedono coinvolti assassini per soldi, rapimento e stori loschissime dovrebbero gradire.
Premi: Candidato al BAFTA per il Miglior film britannico. In concorso a Cannes 2017, ha vinto per la Miglior sceneggiatura (ex aequo con "The Killing of A Sacred Deer" di Lanthimos) e il Miglior attore (Phoenix).
Parola chiave: Martello.

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#HollywoodCiak
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martedì 20 agosto 2019

Film 1654 - Horrible Bosses 2

Intro: Bisogna sempre chiudere il cerchio...
Film 1654: "Horrible Bosses 2" (2014) di Sean Anders
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: non c'è molto da dire, se non che è simpatico, anche se meno riuscito del primo.
Film 317 - Come ammazzare il capo... e vivere felici
Film 1649 - Horrible Bosses
Film 872 - Come ammazzare il capo 2
Film 1654 - Horrible Bosses 2
Cast: Jason Bateman, Charlie Day, Jason Sudeikis, Jennifer Aniston, Jamie Foxx, Chris Pine, Christoph Waltz, Kevin Spacey, Jonathan Banks, Keegan-Michael Key.
Box Office: $107.7 milioni
Vale o non vale: Personalmente l'ho trovato anche simpatico, nonostante si tratti sempre della solita commedia demenziale americana. Per chi ha apprezzato il primo, sicuramente questo secondo capitolo sarà gradito.
Premi: /
Parola chiave: Rapimento.

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#HollywoodCiak
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martedì 30 luglio 2019

Film 1637 - Acts of Violence

Intro: Altra discutibile scelta cinematografica della cuggy...
Film 1637: "Acts of Violence" (2018) di Brett Donowho
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: quando dicevo che "Bullet Head" fa cagare, non avevo ancora visto questo film. Orrendo. E non aggiungo altro.
Cast: Bruce Willis, Cole Hauser, Shawn Ashmore, Ashton Holmes, Melissa Bolona, Sophia Bush, Mike Epps.
Box Office: /
Vale o non vale: Ammesso che ne abbiate mai sentito parlare, vi venisse la tentazione di vederlo, il mio consiglio è lasciate proprio stare.
Premi: /
Parola chiave: Schiaffo.

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#HollywoodCiak
Bengi

Film 1636 - Fottute!

Intro: Lo avevo iniziato in aereo quando sono partito per l'Australia e mai finito. Ne ho approfittato una mattina al Takarakka.
Film 1636: "Mystic River" (2017) di Jonathan Levine
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: non che fossi rimasto particolarmente colpito dalla prima parte che avevo visto in aereo, in ogni caso ormai lo avevo iniziato ed ero rimasto con la curiosità di finirlo. Inoltre adoro Goldie Hawn e Amy Schumer mi fa ridere a sufficienza, per cui avevo pensato di dare a questa pellicola una seconda chance. Non dico immeritata, ma sicuramente "Fottute!" - o "Snatched" in inglese - non è una gran commedia e il fatto che l'abbia vista in italiano non ha certo aiutato. Diciamo che tra tutti i copioni che la Hawn avrà avuto a disposizione questo non è stata la scelta più intelligente, anche se trovo la nomination ai Razzie come Peggior attrice non protagonista onestamente immeritata. Ciò detto, la pellicola non è niente di che e il titolo italiano è osceno (non per la parola volgare, ma per il fatto che si decida a prescindere di bollare questo prodotto come falsamente provocatorio, come se bastasse una parolaccia per attirare i giovani al cinema...).
Cast: Amy Schumer, Goldie Hawn, Joan Cusack, Ike Barinholtz, Wanda Sykes, Christopher Meloni, Randall Park, Tom Bateman, Óscar Jaenada.
Box Office: $60.8 milioni
Vale o non vale: Dimenticabile ed innecessario, un peccato che un'attrice come Goldie Hawn lo abbia scelto come ritorno sul grande schermo dopo 15 anni di assenza. Poi, se proprio volete vederlo, sappiate che non è niente di che.
Premi: Nomination come Peggior attrice non protagonista per Goldie Hawn ai Razzie Awards.
Parola chiave: Non rimborsabile.

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lunedì 29 luglio 2019

Film 1635 - Mystic River

Intro: Una vita che volevo recuperarlo dopo averlo visto solo una volta al cinema.
Film 1635: "Mystic River" (2003) di Clint Eastwood
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: questo è un bel film, cazzo! Finalmente, dopo gli ultimi orrori visti in successione, una pellicola ben fatta, che ha senso e qualcosa da raccontare. Giustizia privata, dolore, violenza, abusi, un viaggio umano sconvolgente e disturbante, il tutto supportato da una grande sceneggiatura, un regista che sa fare il suo mestiere e un cast pazzesco;
"Mystic River" esplora una serie di tematiche difficili e le propone allo spettatore senza fronzoli o giochetti, mettendo in scena sofferenza e violenza, un dramma potente e complesso che lascia non poche domande a cui trovare una personale risposta una volta finito il film: Jimmy ama la sua famiglia e vuole vendetta per la figlia uccisa, tanto che è pronto a fare qualsiasi cosa per ottenerla; Dave sembra solo una vittima e, invece, ha anche lui un segreto da nascondere e perfino sua moglie lo ritiene capace di uccidere; per non parlare della scena iniziale che racconta degli abusi subiti dallo stesso Dave, rapito e seviziato per giorni da due uomini quando era solo un ragazzino...
Insomma, questa pellicola di Eastwood non si risparmia e lancia non poche sfide a chi guarda, ponendo quesiti e proponendo soluzioni sotto forma di reato. Non c'è alcuna intenzione di presentare la giusta via da seguire, semplicemente la rappresentazione del dolore nelle sue più disparate forme e come questo condizioni la vita delle persone che ne sono colpite.
Cast: Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon, Laurence Fishburne, Marcia Gay Harden, Laura Linney, Emmy Rossum, Tom Guiry, Spencer Treat Clark, Robert Wahlberg, Connor Paolo.
Box Office: $156.8 milioni
Vale o non vale: Potentissimo, difficile e davvero bello, "Mystic River" è uno dei film di Clint Eastwood che preferisco. Non per ogni occasione, richiede concentrazione e, soprattutto, uno stato d'animo in grado di sopportare la grande pressione portata in vita dalla storia. Ma da vedere, assolutamente.
Premi: Candidato a 6 Oscar, tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura, ha vinto per Miglior attore protagonista (Penn) e non protagonista (Robbins); entrambi hanno vinto anche il Golden Globe. Candidato a 4 BAFTA (sceneggiatura, attore protagonista e non protagonista, attrice non protagonista), vincitore per il Miglior film straniero ai César e candidato nella stessa categoria ai David di Donatello. Il film, in concorso a Cannes 2003, ha vinto il premio Golden Coach.
Parola chiave: Pistola.

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martedì 28 maggio 2019

Film 1600 - Hail, Caesar!

Intro: Non morivo esattamente dalla voglia di vederlo, ma non so perché alla fine qualcosa mi ha convinto a recuperarlo.
Film 1600: "Hail, Caesar!" (2016) di Ethan Coen, Joel Coen
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non il miglior Coen, ma sicuramente godibile. Surreale come solo i due registi riescono, con un cast da sogno e una Hollywood da Golden Era ricreata alla perfezione, "Hail, Caesar!" riesce a intrattenere il suo pubblico a dovere tra qualche battuta e colpi di scena. Scarlett Johansson colpisce per il suo accento e Alden Ehrenreich riesce perfettamente a rendersi ridicolo. Nell'insieme non male.
Cast: Josh Brolin, George Clooney, Alden Ehrenreich, Ralph Fiennes, Jonah Hill, Scarlett Johansson, Frances McDormand, Tilda Swinton, Channing Tatum, Alison Pill, Wayne Knight, Christopher Lambert.
Box Office: $63.6 milioni
Vale o non vale: Sinceramente? Pensavo molto, molto peggio. E, invece, questa pellicola riesce ad equilibrare i suoi momenti comici e di satira grazie ad un cast stellare e bene in parte e una messa in scena onestamente molto bella da guardare.
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per le Migliori scenografie.
Parola chiave: Rapimento.

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sabato 25 maggio 2019

Film 1596 - All the Money in the World

Intro: Interessatissimi a vedere questo film, lo abbiamo recuperato appena potuto.
Film 1596: "All the Money in the World" (2017) di Ridley Scott
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: "All the Money in the World" è un brutto film, non c'è altro modo di descriverlo. Spiace vedere attori talentuosi invischiati in un progetto che sembra avere più a cuore la spettacolarità della vicenda che il narrare la vicenda stessa e, soprattuto, mette in scena il suo racconto in maniera sciatta e a tratti dilettantesca. Penso che, nel complesso, il vero problema di questa pellicola stia nelle numerose comparse - di cui la maggior parte italiane - che abbassano il livello della qualità del progetto nel suo insieme, andando a compromettere una visione d'insieme già di per sé non perfetta. E spiace, perché la terrificante storia del rapimento di John Paul Getty III e le successive ripercussioni su di lui e la sua famiglia sarebbero state non solo un interessante spunto narrativo, ma avrebbero anche meritato una realizzazione migliore.
Cast: Michelle Williams, Christopher Plummer, Mark Wahlberg, Romain Duris, Timothy Hutton, Charlie Plummer, Andrew Buchan, Marco Leonardi, Giuseppe Bonifati, Nicolas Vaporidis, Ghassan Massoud, Stacy Martin.
Box Office: $57 milioni
Vale o non vale: Non so se la fotografia tendente al verde volesse implicitamente rimandare al colore dei soldi (dollari, ovviamente), in ogni caso l'ho trovata fastidiosa. Le comparse italiane hanno un accento imbarazzante e recitano in maniera sorprendentemente anche peggiore. Plummer è bravo, ma non lo scopriamo certo in questo film; lo stesso dicasi per Williams, mentre Wahlberg è più inutile che mai. Il resto è noia.
Premi: Candidato a 1 Oscar per il Miglior attore non protagonista (Plummer), a 3 Golden Globe (Miglior attrice, attore non protagonista e regia) e a 1 BAFTA per il Miglior attore non protagonista.
Parola chiave: Riscatto.

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domenica 12 maggio 2019

Film 1581 - Changeling

Intro: La prima volta che l'ho visto al cinema mi ha talmente colpito e lasciato senza parole, che ho pianto. Non vedevo l'ora di rivederlo!
Film 1581: "Changeling" (2008) di Clint Eastwood
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: straziante e bellissimo, "Changeling" racconta in modo toccante la traumatica storia (vera) di Christine Collins, madre single di fine anni '20 a cui viene rapito il figlio. Non bastasse questo trauma, la polizia, che si vanterà su tutti i giornali di averlo ritrovato, la accuserà di essere pazza e la rinchiuderà in un istituto psichiatrico nel momento in cui la donna comincerà a far pressione mediatica contro la polizia stessa. Il motivo? Le hanno riportato un ragazzino che non è suo figlio;
sconvolgente e sconcertante, un racconto durissimo che mette in mostra i meccanismi corrotti di LAPD, la polizia di Los Angeles, oltre che evidenziare fino a che punto ci si possa spingere pur di fare bella figura con la stampa e i cittadini, all'epoca già particolarmente irrequieti proprio a causa dei comportamenti illeciti dell'organo di prevenzione della criminalità. In uno scenario così complesso si ritrova, suo malgrado, a doversi giocare tutto proprio la povera Christine, il cui unico scopo sarebbe quello di capire che fine abbia fatto suo figlio. Le viene in aiuto il reverendo Gustav Briegleb che, fortunatamente, prende a cuore la vicenda.
Cast: Angelina Jolie, John Malkovich, Jeffrey Donovan, Michael Kelly, Colm Feore, Jason Butler Harner, Amy Ryan, Denis O'Hare.
Box Office: $113 milioni
Vale o non vale: Durissimo per ciò che racconta, ma estremamente delicato nella messa in scena, "Changeling" vive fondamentalmente della magistrale performance di una Angelina Jolie mai così in parte. Da vedere.
Premi: Candidato a 3 premi Oscar (Miglior attrice protagonista, fotografia e scenografie), 2 Golden Globe (regia e attrice) e 8 BAFTA (tra cui regia, attrice protagonista e sceneggiatura).
Parola chiave: Polizia.

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