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domenica 21 luglio 2019

Film 1630 - Public Enemies

Intro: Non ricordavo nemmeno di averlo visto, partiamo bene.
Film 1630: "Public Enemies" (2009) di Michael Mann
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: ricordo che, pur volendolo davvero vedere al cinema, per un motivo o per un altro non ero riuscito. Mi aspettavo che, al solito, pubblico e critica avrebbero osannato l'ultima fatica del leggendario Johnny Depp e, invece, il successo del film è stato piuttosto relativo. E, onestamente, collego a questo titolo il lento, ma oggi più che mai attuale declino della carriera di Depp.
Che poi, ci mancherebbe, "Public Enemies" non è per niente una brutta pellicola e la mano esperta di Michael Mann guida sapientemente un progetto che, però, a mio avviso soffre di un iperrealismo che a tratti va ad inficiare il risultato finale. Mi è sembrato, infatti, che da un certo punto di vista mancasse una dose di glamour a smorzare i toni esplosivi della storia di Dillinger e Frechette, per non parlare di un elemento sexy che andasse a contraddistinguere la love story dei due innamorati criminali;
nel film John Dillinger viene descritto come un moderno Robin Hood, oltre che una sorta di star del suo tempo. Con questo tipo di specifica caratterizzazione, mi sarei aspettato un approccio diverso al racconto o, forse, avrei proprio evitato l'accostamento: con il primo perché a causa della derivazione Disney, nell'immaginario collettivo Robin Hood è più che altro un buono che non uccide; con la seconda perché il film non è in grado di evocare quel glamour e quell'appeal necessari a rendere il personaggio principale della storia degno dell'eventuale denominazione di "stella".
Cast: Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard, Billy Crudup, Stephen Dorff, Stephen Lang, Jason Clarke, David Wenham, Giovanni Ribisi, Rory Cochrane, Carey Mulligan, Emilie de Ravin, Channing Tatum, Lili Taylor, Leelee Sobieski.
Box Office: $214.1 milioni
Vale o non vale: La storia in sé è anche interessante, ma i toni eccessivamente drammatici e l'altissimo tasso di violenza dopo un po' stancano. Marion Cotillard è alla sua prima vera prova hollywoodiana e funziona, Depp è credibile.
Premi: /
Parola chiave: Rapine.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 26 settembre 2018

Film 1512 - Inception

Intro: this is one of my favourite movies, so there shouldn't be no surprise if I decide to watch it for the umpteenth time. Also, I think this is the first time I'm watching it in English...
Film 1512: "Inception" (2010), Christopher Nolan
Watched: my laptop
Language: English
Watched with: Fre
Briefly: Nolan at his best. The movie has rhythm, a very well thought (and written) plot, and a wonderful idea behind it all: is it possible to instil ideas in people's mind and make them believe that is actually a self-produced thought? "Inception" then appears to be more than just a motion picture, it's kinda like an experiment;
the cast is great and I really believe that everyone has got the right part. DiCaprio and Cotillard are the sweetest and saddest couple;
visual effects are amazing and watching this film is really entertaining. It makes you wonder how did they manage to create a world made out of dreams. Unbelievably stunning to watch. Also, the soundtrack - by Hans Zimmer - is just amazing. listen to it to believe me.
Film 156 - Inception
Film 339 - Inception
Film 1062 - Inception
Film 1512 - Inception
Cast: Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Ellen Page, Tom Hardy, Cillian Murphy, Tom Berenger, Michael Caine.
Box Office: $828.3 milion
Worth watching?: the perfect choice if you need a really entertaining night. "Inceptions" requires attention and faith, it is not that kind of movie that you can just put on and pretend to listen. Follow the story and its characters carefully and you'll not be disappointed.
Awards: 4 Oscars (Cinematography, Sound Mixing, Sound Editing and Visual Effects), 3 BAFTAs (Production Design, Sound, Visual Effects) and 4 Golden Globes nominations.
Key word: Maze.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 24 aprile 2017

Film 1347 - Macbeth

Sarei voluto andarlo a vedere al cinema, ma per un motivo o per un altro non ero riuscito. Così ne ho approfittato non appena Sky Go l'ha reso disponibile tra le sue proposte.

Film 1347: "Macbeth" (2015) di Justin Kurzel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Visivamente il film è bellissimo, ma nell'insieme il risultato finale non è così sconvolgente come mi aspettavo. Certo Fassbender e Cotillard sono magnifici, ma nel complesso il tutto sembra un attimo più freddo e composto di quanto non avrei voluto. C'è la rabbia in questa storia, il dolore, il desiderio di potere, la complicità, il crimine, tutti elementi che, insieme, dovrebbero risultare esplosivi. Se questo "Macbeth" va a fuoco, però, è solo perché fotografia e scenografie lo permettono e, anzi, lo rendono indimenticabile. Da questo punto di vista, in tutta onestà, mi sarei aspettato una nomination all'Oscar. Due o tre, forse. 

A livello tecnico, quindi, niente da dire, un prodotto magistrale, potente, bello da guardare, a volte inquietante. Come dicevo i due protagonisti non sbagliano e risultano piuttosto intensi - ho volutamente guardato una scena della Cotillard in lingua originale e devo proprio dire che l'accento francese non c'è -, una coppia di potere che fonda la propria ascesa al trono sull'omicidio e la dissimulazione, presupposti che non renderanno particolarmente fertile la situazione. Si sa, il karma è una brutta roba.
Nonostante tutti questi aspetti positivi riguardo alla pellicola, in ogni caso nell'insieme la sensazione non è quella di un'impresa totalmente compiuta. Sarà stato il mix di realismo e linguaggio teatrale, di fatto il film di Kurzel non si amalgama del tutto e le premesse iniziali di epica solennità rimangono in parte disattese. Lo sforzo qualitativo è evidente, ma nei fatti manca quell'elemento che affianchi alla tecnica una sorpresa inattesa, quel jolly che traduca il tentativo di riportare la tragedia di Shakespeare sullo schermo non solamente un'occasione per rivedere l'opera in salsa action, ma un'occasione unica per riscoprirne fascino e mito.
Cast: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Paddy Considine, Sean Harris, Jack Reynor, Elizabeth Debicki, David Thewlis, Scot Greenan.
Box Office: $16.3 milioni
Consigli: Esteticamente molto bello, qualitativamente ben realizzato, anche se nel complesso meno soddisfacente di quanto i vari trailer e poster non sembrerebbero suggerire. Non certo una scelta per ogni occasione, si tratta di un titolo pesante da un certo punto di vista e comunque non per ogni palato. Ma Shakespeare è Shakespeare e una chance bisognerebbe sempre concedergliela.
Parola chiave: Profezia.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 13 aprile 2017

Film 1341 - Allied: Un'ombra nascosta

Dalla famigerata volta in cui, per sbaglio, conviti di vedere questo film io ed Erika ci siamo infilati nella sala sbagliata a vedere "Split" (...), sono rimasto con la voglia di recuperarlo. Lo streaming mi è venuto in contro.

Film 1341: "Allied: Un'ombra nascosta" (2016) di Robert Zemeckis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, francese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mi ha ricordato un incrocio tra "Casablanca" e "By the Sea", con una certa dose di ispirazione dal primo, pur senza saperne riprodurre i magici fasti, e abuso del francese come succede nel secondo (tra l'altro avevo lo streaming senza sottotitoli...). Il risultato è uno strano mix che, lo ammetto, mi è dispiaciuto meno del previsto. Nel finale ero particolarmente coinvolto e la scena madre della Cotillard non mi ha fatto staccare gli occhi dallo schermo. E' veramente un'attrice fantastica. Pitt è un po' un pesce lesso in certi momenti, anche se a tratti la trama lo richiede. Ah, la scena di sesso in macchina in mezzo alla tempesta di sabbia del deserto marocchino fa tanto "Titanic", più di quanto non si possa spiegare a parole.
In ogni caso si tratta certamente di un film non perfetto. Tanti gli aspetti positivi - Cotillard, riscostruzioni ad alto budget (85 milioni di dollari), bei costumi, contestualizzazione storica meticolosa, ottimi effetti sonori -, ma la sensazione generale è comunque che manchi qualcosa. Sicuramente il difetto più evidente di "Allied" sta nella mancanza di ritmo. Verso la fine la storia e gli intrecci contribuiscono al ridestarsi dell'azione e dell'interesse (dello spettatore), ma per tutta la parte centrale del film si fatica ad ingranare nonostante un inizio intrigante in perfetto stile spy movie. Il crossover di generi confonde un po' la trama e la costringe a sottostare a passaggi che non sempre le giovano. Insinuare il sospetto un pochino prima ritengo avrebbe aiutato a movimentare le cose, invece che solamente verso la fine. Aggiungo, ma questo riguarda prettamente i gusti personali, che ho trovato i titoli di coda orrendi e la cosa strana è che non si tratta della prima volta che lo penso di un film di Zemeckis.
Dunque "Allied: Un'ombra nascosta" spreca un po' il suo fascinoso potenziale di spie, attori sexy e capaci, budget importante e generico richiamo globale per un'operazione di questo tipo, consegnando allo spettatore un prodotto così così che fallisce nel tentativo di risultare incisivo. Si guarda, ma non colpisce.
Ps. Candidato all'Oscar per i Migliori costumi.
Cast: Brad Pitt, Marion Cotillard, Jared Harris, Simon McBurney, Lizzy Caplan.
Box Office: $119.5 milioni
Consigli: Poteva essere un capolavoro - sicuramente sulla carta lo sembrava - e invece non ha funzionato tutto a dovere. Per carità, si tratta di una pellicola godibile, certamente affascinante, ma manca sempre qualcosa. Sicuramente del ritmo, poi anche quel "guizzo" che lo trasformasse in un'esperienza indimenticabile e non solo un'impalcatura perfetta al cui centro si evidenzia un certo senso di vuoto. Peccato. In ogni caso i fan di Pitt e della Cotillard apprezzeranno di sicuro.
Parola chiave: Pianoforte.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 12 aprile 2017

Film 1340 - Assassin's Creed

Ero rimasto con la curiosità di vederlo senza riuscire a recuperarlo al cinema. Così, appena lo streaming lo ha reso disponibile, gli ho dedicato una serata casalinga.

Film 1340: "Assassin's Creed" (2016) di Justin Kurzel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, spagnolo
Compagnia: nessuno
Pensieri: In tutta onestà la trama mi rimane ancora un po' oscura, un po' perché metà dei dialoghi erano in spagnolo senza sottotitoli, un po' perché... Beh, adesso lo spiego.
Marion Cotillard vuole cancellare la violenza, i templari vogliono cancellare il libero arbitrio, Michael Fassbender vuole fare qualcosa (ma cosa? Cosa??) e tutti si muovono verso un finale che fa schifo senza che sia minimamente spiegato il perché del loro agire. E poi sti spagnoli incazzati cos'è che vogliono? Perché si chiamano Assassins? Ma Fassbender interpreta anche il suoantenato del passato? E perché ad un certo punto sembra che anche la Cotillard abbia un'antenata spagnola? E quando alla fine il protagonista vede la madre - anche lei versione spagnola - lei cos'è: un angelo? Una proiezione astrale? E come fanno a comunicare?
E la mossa che ad un certo punto fa Fassbender... che senso e scopo ha? Com'è che all'improvviso se ne esce con una piroetta mirabolante di cui nessuna sa niente e non è nemmeno contestualizzata? E il braccio robotico che lo assiste nelle mosse presente-passato come fa a funzionare? Cioè, chi c'è sopra si muove e il braccio si adegua... in base al pensiero? E come fa a prevedere quali saranno gli ostacoli e le interazioni provenienti dal mondo del passato?
E poi la Cotillard lascia sgozzare il padre senza muovere un dito, poi sembra se ne penta, poi la storia sembra sottintendere che sarà lei la nuova cattiva... Insomma, non ci ho capito una fava. Ma sto videogioco è davvero così incasinato o è solo la trama del film che fa cagare?
Cast: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Jeremy Irons, Brendan Gleeson, Charlotte Rampling, Michael K. Williams, Essie Davis.
Box Office: $241.4 milioni
Consigli: Non ho mai giocato al videogioco e mi approcciavo per la prima volta al franchise e francamente ho trovato il film particolarmente confuso e privo di spiegazioni adeguate. Forse i fan lo troveranno più conforme alle proprie aspettative. Io non l'ho trovato soddisfacente e, anzi, trovo questo adattamento cinematografico di "Assassin's Creed" un'occasione sprecata. Da vedere solo se si apprezza il video game.
Parola chiave: Mela dell'Eden.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 5 febbraio 2016

Film 1062 - Inception

Giornata non felicissima di dicembre, eppure salvata da qualche buon elemento positivo.
Film 1062: "Inception" (2010) di Christopher Nolan
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Avevo voglia di rivederlo da tempo, perché è un bel film, ha degli effetti speciali pazzeschi, una colonna sonora da urlo, un cast fantastico... e perché è di Nolan. Tutti questi elementi assieme fanno di "Inception" uno dei miei film preferiti, esempio di come una pellicola sappia colpirmi sempre e comunque per spettacolarità e inventiva, non importa quante volte l'abbia già vista.
Non c'è molto altro da aggiungere: insieme a "Il cigno nero" uno dei migliori film del 2010.
Ps. 4 Oscar, anche se quello per la sceneggiatura mancato. Il che è un delitto vero e proprio.
Film 156 - Inception
Film 339 - Inception
Film 1062 - Inception
Film 1512 - Inception
Cast: Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Ellen Page, Tom Hardy, Cillian Murphy, Tom Berenger, Michael Caine, Pete Postlethwaite, Dileep Rao, Lukas Haas.
Box Office: $825.5 milioni
Consigli: Quest'anno sono nuovamente sul grande schermo insieme, entrambi candidati all'Oscar: DiCaprio e Hardy, qui alleati e in "The Revenant" nemici giurati. Una coppia da cinema che funziona bene tra gli onirici sogni di Nolan quanto tra i gelidi ghiacci di Iñárritu. Insieme a loro un cast ricco di star e talenti per un viaggio adrenalinico tra fantasia e realtà, mondi paralleli, subconsci, fantasie e speranze, il tutto - un rimbalzo dopo l'altro - per tentare di instillare un'idea.
Nella lista dei miei personali capolavori.
Parola chiave: Totem.

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Bengi

martedì 1 settembre 2015

Film 982 - Dior and I

Ero rimasto con la curiosità di vedere questa pellicola e, appena ho potuto, mi son tolto lo sfizio.

Film 982: "Dior and I" (2015) di Frédéric Tcheng
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese, francese
Compagnia: nessuno
Pensieri: I film sulla moda sono esperimenti sempre piuttosto difficili da portare a termine in maniera efficace a mio avviso e anche "Dior and I", pur essendo un documentario ben strutturato e interessante per l'argomento che tratta, subisce la stessa sorte.
Il mio terrore iniziale era che questa pellicola potesse essere troppo somigliante a "Valentino - L'ultimo imperatore", un documentario rovinato dall'insopportabile attitudine da prima donna dello stilista nostrano. Fortunatamente Raf Simons è completamente diverso - grazie a Dio - e anche se nemmeno lo stilista belga riesce ad affrontare le 'disavventure' della creazione di una collezione di moda senza farla sembrare un'operazione a cuore aperto, ha certamente il vantaggio del carattere nordico, più silenzioso e propositivo. Questo è un punto a suo favore e, più in generale, un punto a favore di tutta l'operazione. Ma non basta a rendere "Dior and I" un vero e proprio esperimento riuscito.
La prima cosa che ho trovato poco approfondita è assolutamente il perché della scelta di Simons. Io, che so poco e niente su Dior e ancora meno sulla stilista, mi sono chiesto perché lui, chi vi fosse prima al suo posto e - non ci sarebbe stato male - perché la maison francese avesse optato per una tale virata rispetto alla sua tradizione. La scelta di Simons, infatti, è anche nella pellicola presentata come insolita, principalmente per il suo minimalismo che lo aveva così fatto ben volere in casa Jil Sander.
In aggiunta, per quanto l'idea sia interessante, non mi ha del tutto soddisfatto l'escamotage di accostare la lettura dei pensieri di Christian Dior dalla sua autobiografia ("Dior by Dior") per dare un filo narrativo alla storia, principalmente per il fatto che i pensieri di Simons non sono altrettanto organizzati e l'accostamento casuale fa perdere di significato all'idea generale di per sé buona.
Per il resto, l'impressione che mi ha dato questo documentario è positiva. Diversamente dai prodotti simili cui mi sono accostato, "Dior and I" si prende tutto il tempo necessario per dare risalto al processo creativo che sta dietro alla collezione, qualcosa che il taglio rapido della televsione (vedi "Project Runway" & co.) o la disinformazione sull'argomento hanno trasformato in un progetto di facile e addirittura immediata realizzazione. La realtà è ben diversa e le fragilità, perplessità e ansia del fashion designer a riguardo sono ben raccontate, al pari dei lampi di genio (la siflata nella palazzina ricoperta di fiori è stupenda), il che concorre a ridare un'immagine approfondita della persona, oltre che del personaggio. Anche perché, diciamocelo, la maggior parte del pubblico non ha idea di chi sia Raf Simons.
Alla fine dei 90 minuti di pellicola sappiamo un po' di più sia sulla maison francese che sulla persona che ne cura la collezione femminile, su cosa voglia dire realizzare da 0 un collezione di alta moda o una sfilata, come si riesca a reinventare un'idea vecchia di 50 anni o come praticamente qualsiasi cosa possa ispirare il lavoro di chi di moda si occupa di mestiere. Rimane un tema intrigante a 360° e, pur con dei limiti, Frédéric Tcheng ne ha esplorato buona parte dei confini evitando di rimanere in superficie, dove tutto è glam ed eccitante e dove, francamente, possiamo accedere anche noi comuni mortali (al pari di Marion Cotillard, Isabelle Huppert, Jennifer Lawrence, Marc Jacobs o Sharon Stone, tutti seduti in prima fila alla sfilata). Ecco, "Dior and I" riesce a regalarci uno scorcio su un modo inaccessibile ed elegantissimo di cui solitamente vediamo solo un'immagine riflessa e ben controllata. Cosa ci sia sotto, in parte, lo possiamo vedere qui.
Ps. La prima del film si è tenuta al Tribeca Film Festival 2014.
Film 103 - Valentino - L'ultimo imperatore
Film 164 - The September Issue
Box Office: $1,028,953
Consigli: Le due gigantesche parole chiave di questa pellicola sono 'documentario' e 'moda'. Che piaccia l'una, l'altra o entrambe, il risultato sarà sempre lo stesso: "Dior and I" piacerà. Per gli altri, che magari non fanno del 'fashion addicted' la loro bibbia, potrebbe essere meno paradisiaco approcciarsi a questo lavoro, che rimane pur sempre interessante a prescindere dal tema specifico scelto dal regista. Un film sulla moda più riuscito di molti altri e, anche solo per questo, una motivazione in più per vederlo.
Parola chiave: Christian Dior.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 4 febbraio 2013

Film 501 - Il cavaliere oscuro - Il ritorno

Primo film del 2013. Primo film di febbraio. Primo film a superare la soglia delle 500 recensioni. Solo lui poteva farcela. Chi? Batman.


Film 501: "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" (2012) di Christopher Nolan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: E' sconcertante come un film così bello sia stato anche così tanto snobbato nella stagione di premiazioni di quest'anno. Niente Oscar - dopo le 8 nomination e le 2 statuette vinte del precedente "Il cavaliere oscuro" -, nessuna candidatura ai Golden Globes (che però hanno voluto puntare su... "Il pescatore di sogni"?!) e giusto una menzione nella categoria Migliori effetti speciali ai BAFTA britannici. E, grazie al cielo, una nomination ai Grammy del 10 febbraio alla magnifica colonna sonora di Hans Zimmer. Tutto ciò è stranamente fuori dalle classiche abitudini di circostanza in questi eventi "da premio" in quanto di solito si tende ad onorare ciò che era stato premiato in precedenza se non altro per giustificare la scelta di eleggerlo a "migliore" in qualcosa. Quindi tutti si aspettavano, se non la candidatura a Miglior film, sicuramente qualche citazione nelle varie parti tecniche di suono, montaggio, effetti speciali. E invece niente. Ancora una volta Nolan non è considerato, nonostante sia uno dei pochissimi registi attualmente capaci di scrivere, girare e produrre pellicole di qualità che sbanchino anche il botteghino. Senza voler denigrare nessuno, un'ultima postilla: gente come Kevin Costner e Mel Gibson hanno vinto l'Oscar alla regia. Non serve aggiungere altro.
Questo "The Dark Knight Rises" è certamente un buon blockbuster e una degna conclusione della trilogia di rinascina dell'Uomo pipistrello. Dopo i sacrifici di Bruce Wayne per salvare Gotham martirizzando il proprio alter ego, veniamo finalmente all'epilogo che lo vedrà risorgere ai vecchi fasti di gloria. Arrivarci non sarà, chiaramente, una passeggiata.
E', infatti, per colpa del cattivo di turno Bane/Tom Hardy che la sicurezza e tranquillità (apparente) della città è messa alla prova. In un crescendo di tensione e terrorismo (non solo) psicologico, infatti, il mascherato antagonista procederà nel suo intento di tenere improgionata l'intera popolazione di Gotham, sovvertendo regole e privilegi e dando in mano il potere ai criminali e ai meno abbienti (mentre i borghesi e i cittadini facoltosi sono portati al cospetto di una "corte" per essere giudicati) e denunciando gli l'insabbiamenti dei crimini compiuti dall'amministrazione Dent (Aaron Eckhart). Chiaramente c'è molto altro sotto...
Oltre ai soliti personaggi ricorrenti nella storia di Nolan (Christian Bale è Batman, poi ritroviamo Gary Oldman, Michael Caine, Morgan Freeman e Cillian Murphy), numerosi i nuovi personaggi, ognuno dotato di un "doppio" che finirà per rivelarsi con l'evolversi della storia. Senza voler preannunciare alcunché, le new entries sono Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard (entrambi in "Inception") e - inaspettatamente - Anne Hathaway nel bellissimo e molto sexy ruolo ruolo di Cat Woman. Su di loro è bene da subito tenere gli occhi puntati.
Insomma, in sostanza è una pellicola ben realizzata, tecnicamente potente e capace di creare molte attese - solo parzialmente mantenute, però - a livello di trama. Nolan è un maestro nel ricreare storie ad incastro, mondi dell'apparenza che nascondono complesse strutture a matrioska che vanno a costruire quello che sarà l'effetto a sorpresa finale. Come sempre, insomma, nulla è ciò che veramente appare. E non si può dare nessun particolare per scontato.
Interessante la performance di Tom Hardy che riesce a comunicare espressività nonostante indossi una maschera che gli copre più di metà del viso per tutta la durata dei 165 minuti di pellicola. Solo un po' meno cattiveria del previsto, da parte del suo personaggio, di quanto la trama e l'attesa non lascino sperare.
In generale, comunque, nonostante un capitolo precedente tanto famoso e acclamato, credo si possa dire serenamente che "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" non faccia assolutamente rimpiangere ciò che lo ha preceduto.
Consigli: $1,081,041,287 di incasso mondiale e capitolo conclusivo di una delle trilogie più famose della storia del cinema commerciale contemporaneo. Anche solo per questi due motivi, "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" va visto. A tutti i costi.
Parola chiave: Bar a Firenze.

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Ric

venerdì 20 aprile 2012

Film 392 - Contagion

Secondo appuntamento con il cinema in aereo, un'altra grande produzione hollywoodiana.


Film 392: "Contagion" (2011) di Steven Soderbergh
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Per essere un film inutile ha un gran numero di star di prima classe! Con la regia del premio Oscar Steven Soderbergh e la partecipazione di 4 altri attori che si sono aggiudicati la statuetta dorata (Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet e Marion Cotillard) oltre che altri che si sono visti accreditare almeno una nomination (Jude Law, John Hawkes e Laurence Fishburne), ci si potrebbe aspettare che la pellicola valga anche solo per la magnificenza sbalorditiva che comprende il solo cast. Eppure non è così.
Oltre a mostrare al mondo quale sia la vera natura di Gwyneth Paltrow (ossia che si può anche vestire bene, ma non è così divinamente bella come tutti la descrivono) ed ammorbare lo spettatore riguardo la possibilità di morire solo per aver respirato vicino ad un contagiato di non si sa quale batterio, questo "Contagion" non fa. Non è interessante, non è ricco di azione e, al termine dei suoi 106 minuti, non ha assolutamente aggiunto niente alla filmografia di chi lo stesse guardando.
Mi aspettavo che, oltre giocare - inevitabilmente - la carta del grande cast, si tentasse di proporre una storia interessante e, dato il tema, 'soffocante', che premesse l'acceleratore sul fattore paura psicotica di essere contagiati senza sapere come effettivamente riuscire a difendersi. E, invece, qui si riesce addirittura a risalire al paziente 'zero' (Paltrow) che è causa dell'esportazione del virus, ma non si finisce mai per avere una seria fobia di venir contagiati. Non c'è una gran immedesimazione, insomma. Anche perchè ci sono sia troppi personaggi, sia si cade nel solito cliché del padre che perde moglie e figlioletto e, per salvare l'altra pargola, tira fuori i cosiddetti 'coglioni' e si tramuta in una specie di eroe post-infezione mondiale. Bah, si poteva anche fare un pelino di più. Visto il cast e visto il budget... 60milioni di dollari per produrlo e il discreto incasso mondiale di $135,458,097. Con una parata di stelle come quella a disposizione di Soderbergh, ci si aspettava sicuramente un'affluenza più... proficua!
Consigli: Forse non è il film più adatto da vedere su un aereo per il Giappone (uno dei portatori del virus è asiatico) mentre si è chiusi per 12 ore su un aereo... Comunque, è in generale un film che si può anche evitare.
Parola chiave: Virus.

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Ric

domenica 5 febbraio 2012

Film 363 - Midnight in Paris

Ultimo film del 2011!


Film 363: "Midnight in Paris" (2011) di Woody Allen
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Nonostante certe critiche per la banalità della resa del messaggio - goditi il presente e non sognare il passato perchè ti dimentichi di assaporare il tuo attimo - devo dire e con forza ribadire che "Midnight in Paris" è il mio personalissimo colpo di fulmine del 2011. Allen è un narratore che mi piace (tra i suoi film che ho visto: "Io & Annie", "Hannah e le sue sorelle", "Celebrity", "La maledizione dello scorpione di giada", "Hollywood Ending", "Anything Else", "Match Point", "Scoop", "Vicky Cristina Barcelona" e "Basta che funzioni") e molti dei suoi temi soliti - domande sulla vita e il suo senso, meccanica del destino, critica alla classe sociale medio-alta, relazioni di coppia - sono presenti anche in questo suo ultimo prodotto, tra i più commerciali da lui mai realizzati.
Cambio di cornice con, per sfondo, la Tour Eiffel, questa pellicola è una storia d'amore per tante cose che non sono la donna della coppia in questione (Wilson/McAdams): c'è l'amore per la città, per la cultura, per le piccole cose della vita, per la creatività e per la bellezza globale che circonda chiunque di noi.
E' un film che lascia tendenzialmente ottimisti, nonostante le domande esistenziali del protagonista Gil e il suo snervante basso profilo, la famiglia americana di Inez tanto saldamente e ostinatamente legata al 'logo' USA e al disincanto che il messaggio del film stesso produce: non ha senso il guardarsi indietro nostalgico se ci dimentichiamo di vivere il nostro presente.
Buono (e bello) il cast molto glam e internazionale, tra cui alcuni premi Oscar: Owen Wilson e Rachel McAdams (già citati), poi ancora Michael Sheen, Kathy Bates, Marion Cotillard e Adrien Brody. Spicca, non tanto per l'elevata qualità artistica dell'interpretazione, la partecipazione alla pellicola di Mme. Carla Bruni con una particina tanto chiacchierata da destare molta curiosità. Fa un po' ridere, lo ammetto, non tanto perchè l'espressività sia pessima, ma perchè l'auto-doppiaggio in italiano con finto accento francese cade in una spirale dell'assurdo che mal gioca a favore dell'artista (no, le virgolette non voglio metterle) ormai italo-francese. La parte, comunque, è molto piccola e non fondamentale. Rimane comunque l'unica italiana ad aver preso parte al film.
Insomma, per finire posso dire che ho ampiamente gradito e trovo più che meritate le 4 nomination all'Oscar che il film porta alla prossima cerimonia di premiazione del 26 febbraio. Non credo vincerà nulla tra Miglior film, regia, sceneggiatura e scenografia, ma rimane il fatto che, almeno per una volta, l'Academy si è ricordata che il Woody Allen contemporaneo esiste ed è ancora capace di raccontare il suo punto di vista.
Consigli: Bello e piacevole, ben girato e con una 'magica' storia da raccontare. Da vedere non solo perchè di un grande regista, ma perchè racconta con passione l'amore per una città, analizza puntualmente certi aspetti umani del quotidiano e ricostruisce in maniera affascinante un pezzetto di passato capace di lasciare senza fiato.
Parola chiave: Romanzo.

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Ric

giovedì 2 febbraio 2012

Film 362 - Midnight in Paris

Serata al cinema: penultimo appuntamento in sala del 2011, ma primo per un'altra 'voce' che lascerò misteriosa...


Film 362: "Midnight in Paris" (2011) di Woody Allen
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco (Mi)
Pensieri: L’ultimo film di Woody Allen è il suo più commercialmente vendibile degli ultimi tempi. Una trama seducente, un cast davvero molto conosciuto (Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Kathy Bates, Michael Sheen, Adrien Brody, Carla Bruni, Alison Pill, Tom Hiddleston, Léa Seydoux) e la città pro amore per eccellenza. No, non era scontato che il film riuscisse a conquistare il mercato, specialmente per le basse performance al box office di Allen, eppure un certo magico appeal si avvertiva già durante la promozione del film.
Oltre all’incasso più alto di sempre in America per un prodotto alleniano - in tutto il mondo siamo a quota $148.289.110 -, il film vanta le recentissime 4 nomination all’Oscar per Miglior film, regia, sceneggiatura e scenografia. Un ritorno in grande stile per Allen, che non si vedeva accreditare una nomination alla regia dal 1995 per “Pallottole su Broadway” (l’ultima nomination è del 2006 per la sceneggiatura di “Match Point”). Ma passiamo a questa pellicola.
Personalmente gli ultimi lavori del regista mi sono genericamente piaciuti, ma questo - insieme a “Match Point” - li supera tutti.
Si capisce lo spirito del film già del prologo della pellicola: immagini accompagnate da piacevole musica di sottofondo raccontano Parigi in maniera discreta, ma impongono allo spettatore la bellezza (molto ripulita) della città. E’ già amore.
Allen, poi, inserisce i personaggi - lui, Wilson, è il classico timidello sfigato e saltuariamente balbuziente presente in ogni opera alleniana; lei, McAdams, è la classica americana che vede il bello solo in ciò che è del suo Paese (o nello shopping, ovviamente): i genitori di lei saranno anche peggio - e fa iniziare una storia che si snoda a braccetto con la magia.
E così a chi guarda è regalato un tuffo nel passato ricchissimo e ben ricostruito, divertente e sorprendente, carico di eccessi e grandi personalità. Gli anni ‘20 parigini, così tanto amati dal protagonista, diventano - senza un particolare motivo - per lui accessibili e fonte di meraviglia ed ispirazione.
Si susseguono nomi che hanno fatto la storia: Cole Porter, Zelda Fitzgerald, F. Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Gertrude Stein, Picasso, Dalí, Luis Buñuel, Matisse, Gauguin, Degas e, forse, pure qualcun'altro... Un ricco carnet di nomi per un'unica pellicola girata, per di più, ai giorni nostri!
Piace, insomma. Piace perchè non è un gioco a vantarsi o una mera digressione culturale, non c'è alcun fare spocchioso nella narrazione. Semplicemente passano stupore e ammirazione di un appassionato (Wilson/Allen) che conosce e viene in contatto con esattamente ciò che ama.
Dall'altra parte, però, qualche contestazione. Parto dai pareri che ho riscontrato.
Forse una pellicola troppo semplicistica, quasi una favoletta - con ovvio lieto fine - che racconta la magia dell'impossibile che, pur essendone consapevoli, affascina l'occhio e colpisce facile il cuore. Parigi sotto la pioggia è iper-romantica e la fidanzata americana ha solo paura di non bagnarsi la zeppa e la minigonna. Allora non è che la classe altoborghese americana (un certo alto tenore di vita c'è sempre nei film di Woody) è rappresentata in maniera troppo veloce, quasi relegata ai cliché che questa stessa ammette di avere? Non è forse troppo facile ricordare a tutti - specialmente gli europei - che per loro è buono solo il cibo americano, bello solo il paesaggio americano, sensato solo il modo di vivere made in USA?
Io penso che, sicuramente, siano ragionamenti giusti e, in effetti, la critica alleniana tanto evidente a volte si appiglia troppo ad un'immagine negativamente stereotipata. Eppure non posso fare a meno di trovarmi d'accordo con Allen. Sarò veloce e superficiale anche io?
Insomma, personalmente difendo questo film, è sicuramente uno dei più interessanti e piacevoli che la stagione 2011 mi ha proposto, con un bel cast e una sceneggiatura ben scritta nonostante l'inaspettato elemento magia. Ho amato la lunghissima scena (senza tagli di montaggio) davanti alla Reggia di Versailles, infinita carrellata in cui la cinepresa segue il cammino dei protagonisti e la conversazione che nasce tra le due coppie; oltre ad essere una tecnica che mi sembra molto cara al regista, trovo che renda alla perfezione la naturalezza con cui scaturisce il dialogo tra le persone. Nessuna finzione, solo parole e interpretazione degli attori. Il dialogo è un flusso e, ad imitarlo, la telecamera segue in orizzontale il lento procedere dei suoi soggetti. Molto bello.
Infine gli Oscar. Dubito che il film porti a casa qualcosa di diverso dalla sceneggiatura - plausibilmente il premio più alla portata tra le quattro nomination -, ma non credo sia comunque probabile che "Midnight in Paris" vinca qualcosa. Comunque, farò il tifo per questa pellicola che ho apprezzato davvero tanto.
Consigli: Non ragionate mentre seguite la trama. Lasciatevi trasportare dalla narrazione e tutto sarà ancora più gratificante!
Parola chiave: Mezzanotte.

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Ric

mercoledì 7 dicembre 2011

Film 339 - Inception

Dovevo rivederlo prima o poi...


Film 339: "Inception" (2010) di Christopher Nolan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Comprato il dvd qualche tempo fa, ho approfittato di una serata in casa per rivedere uno dei film che più ho apprezzato la scorsa stagione.
Potente sia visivamente che a livello di trama, musiche fantastiche e un cast da far brillare gli occhi degli appassionati, "Inception" è un gioiello della cinematografia contemporanea, nonchè avanguardia - dal mio punto di vista - per la regia di Nolan, sempre più lanciato in esperimenti filmici di alto livello. Dopo aver riportato in auge la Gotham City di Batman e aver partecipato alla stesura della sceneggiatura del nuovo Superman di Zack Snyder "Man of Steel" (2013), il regista incanta con una pellicola ad elevatissimo budget (160 milioni di $) che per molti aspetti si potrebbe definire blockbuster, ma anche solo grazie alla sceneggiatura riesce ad elevarsi rispetto alla semplice definizione di film commerciale che, di certo, non rappresenta appieno questa pellicola.
Spettacolare e contorto, un sogno nel sogno che tiene col fiato sospeso lo spettatore che, attento, non riesce a staccare gli occhi dal video. una serie infinita di set, location vere e digitali, camere d'albergo che ruotano, contraccolpi per il risveglio, inseguimenti e rischi da film d'azione e suspance degna di un buon thriller.
Inutile dire quanto abbia avuto piacere di rivedere "Inception" per mille motivi che non si possono elencare. E' più facile consigliare, a chi vuole, di vederlo per lasciarsi affascinare. Il finale sarà agrodolce.
Ps. 4 Oscar: fotografia, effetti speciali, missaggio e montaggio sonoro. $825,532,764 di incasso mondiale senza l'escamotage del 3D.

Film 156 - Inception
Film 339 - Inception
Film 1062 - Inception
Film 1512 - Inception
Consigli: Seguire attentamente, usufruire del dolby surround e godersi la colonna sonora. Tecnicamente superiore.
Parola chiave: 528491.

Trailer

Ric

lunedì 25 ottobre 2010

Film 156 - Inception

Il film più atteso dell'anno, anche da me. Un cast stellare, un regista diventato di culto grazie ad alcune scelte decisamente azzeccate. Una storia che più complicata non si può ed effetti speciali che definire da urlo è fargli un torto. Che dire se non... sensazionale!


Film 156: "Inception" (2010) di Christopher Nolan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo
Pensieri: C’è stato un momento – precisamente il 1997 – in cui molti di noi hanno affrontato la noiosa lungaggine del Titanic solamente per godere della morte finale del tanto odiato Leonardo DiCaprio/Jack.
Quelli erano tempi in cui il giovanissimo attore compariva in ogni dove, sbucava peggio che il signor Pattinson oggi: televisione, giornali, giornaletti, qualche film (sbagliato) come La maschera di ferro o The Beach, biografie più o meno autorizzate, poster, cartoline e tanto, tanto, tanto altro ancora.
Saturi causa indigestione da sovraesposizione, abbiamo sperato che una cosa del genere non avremmo più dovuto subirla. Che DiCaprio finisse dimenticato e che, finalmente, potessimo gustarci un film al cinema senza una marea di adolescenti innamorate con gridolino facile alla vista del biondo beniamino.
Contro molti pronostici, invece, oggi DiCaprio è una superstar. Non più per minorenni dall’ormone sensibile. In 13 anni di cammino dal famoso (o famigerato?) naufragio, ha saputo consolidare ed accrescere la sua popolarità, collaborando con alcuni tra i migliori narratori cinematografici di oggi (Scorsese in primis) diventando sempre più garanzia di grandi guadagni al botteghino. Ultimo, in ordine di tempo (da noi è uscito il 24 settembre), è Inception che, ad oggi, può vantare $804,183,607 di incasso mondiale, il film che ha guadagnato di più nel 2010 dopo Toy story 3 – La grande fuga. Si è gridato già più volte al capolavoro, lodando non solo il DiCaprio protagonista, ma anche svariati altri elementi del film. Il più evidente, sicuramente, è il grande lavoro di effetti speciali che sta dietro una resa così ben riuscita. La storia intricatissima di Nolan (altro elemento a favore) necessita di un supporto visivo davvero complesso, capace di interagire con i suoi personaggi in maniera così sofisticata che, fossero stati impiegati effetti scadenti, il film avrebbe raccolto solo fischi.
Invece Christopher Nolan è abituato a spingersi al limite: già con The Prestige aveva portato la sua storia ai confini con il fantascientifico, incastrando elementi storici con elaborazione pseudo scientifiche che, sicuramente, ad un altro avrebbero finito per sfuggire di mano. Ma il nostro regista londinese non si fa mettere nel sacco così facilmente e, anche qui, si districa egregiamente tra sogni, lavori da svolgere, generazione di idee spontanee, inseguimenti, sparatorie e una storia d’amore che più struggente non si può. Sia chiaro a tutti, il film non è per niente semplice. Richiede mente libera e concentrazione. Ma lasciarsi trascinare in fondo, nella mente dei vari protagonisti, è davvero affascinante!
Il tutto supportato da una colonna sonora da urlo, veramente azzeccata, capace di accompagnare vicende, emozioni, sentimenti tanto bene quanto solo un capace compositore come Hans Zimmer può fare. Il mio cuore è stato decisamente conquistato dall’atmosfera decadente delle track “Dream Is Collapsing” e “528491″ (ricordate questo numero, è importante) o dal ritmo trascinante di “Mombassa”.
Insomma, una combinazione vincente di elementi che – come se il resto non fosse già abbastanza – gioca inoltre su un certo appeal commerciale regalato dal cast che prevede un susseguirsi di grandi nomi (e grandi premi) del cinema contemporaneo: si passa dal nostro amato/odiato DiCaprio, ai premi Oscar Marion Cotillard (La vie en rose) e Michael Caine (Hannah e le sue sorelle e Le regole della casa del sidro, ai candidati all’Oscar Ellen Page (Juno) e Ken Watanabe (L’ultimo samurai), agli istrionici Joseph Gordon-Levitt ((500) giorni insieme) e Cillian Murphy (La ragazza con l’orecchino di perla, Il cavaliere oscuro) al viso stra-conosciuto e ormai logoro di Pete Postlethwaite (Nel nome del padre).
Insomma, questo ‘innesto’ di Nolan, nella nostra mente, è sicuramente riuscito: Inception ha davvero qualcosa di nuovo da raccontare (James Cameron impara!) e, soprattutto, da far vedere! Ringraziando il cielo che, per una volta, ci è stato risparmiato il mal di testa del 3D. E, chissà, magari il 27 febbraio ci scappa pure qualche statuetta importante…
Film 156 - Inception
Film 339 - Inception
Film 1062 - Inception
Film 1512 - Inception
Consigli: Bellissimo! Non si può davvero perdere! Un capolavoro complesso e ben realizzato che va più volte visto per non perdere tutti i particolari della trama. Davvero sorprendente!
Parola chiave: (Ce ne sarebbero tantissime! Ne scelgo 3) Mal. Realtà. 528491.




Ric

venerdì 12 febbraio 2010

Film 76 - Nine

Cosa meglio di un cinema per attendere l'ora giusta e festeggiare il mio compleanno allo scoccare della mezzanotte?!


Film 76: "Nine" (2009) di Rob Marshall
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Ale, Gloria, Claudia, Alice
Pensieri: Se non sapessimo che "Nine" è un film musical ispirato ad una famosissima opera cinematografia di Fellini, potremmo provare ad interrogarci sul perchè di tale titolo. Mi spiego meglio: perchè quel 1/2 in più? Perchè la storia è musicata? Perchè Hollywood si auto-attribuisce un valore aggiunto? Di sicuro a) nessuno darà a questa pellicola 9 stelline b)gli attori (famosi) non sono 9, ma 8 (Daniel Day-Lewis, Marion Cotillard, Penélope Cruz, Nicole Kidman, Judi Dench, Kate Hudson, Sophia Loren e Fergie) c)... non c'è una 'c'! Quindi già il titolo mi rimane un mistero.
Passiamo al film: la parte iniziale con una canzone di eterni - e soli - 'la-la-la' è snervante. Poi tutte - e sottolineo tutte - le canzoni di Daniel Day-Lewis sono orrende e, tra l'altro, lui è sempre un po' sudaticcio e undo che fa un po' schifo.
In generale, comunque, le canzoni non sono niente di che, sono estremamente ripetitive per quanto riguarda la parte testo e alcune sono di una volgarità inaspettata. Durante il film mi sono spesso domandato se Rob Marshall (regista baciato in bocca con la lingua dalla fortuna) non abbia creduto un po' troppo nel suo ruolo di regista che rende omaggio a (o si ispira? o copia?) Fellini e abbia voluto appositamente rendere quella passionalità carnale, quella piacevole malizia, quell'occhio un po' guardone che di certo lui (Marshall) non è capace né di reinterpretare né di rendere minimamente. Il risultato, purtroppo, visto il potenziale, è spesso pacchiano e volgare (Fergie - ma quando è ingrassata per sto film?? - in primis: va bene che fai la battona, ma strizzarti le tette mentre canti e dici di passare a dare un salutino là dove non batte il sole... ecco, mi lascia un po' così...) e, c'è bisogno di dirlo?, maledettamente banale.
La mia adorata Claudia, alla fine della proiezione, si è data una pacca in fronte per aver fatto antecedere la visione dell'originale "8 1/2" a quella dell'americano "Nine", incavolata per la banalizzazione delle tematiche originali. Sì Clà, siamo tutti con te (anche quelli che di "8 1/2" hanno visto solo la prima metà).
Se è vero che un musical si contraddistingue per vivacità e leggerezza di toni, è anche vero che non puoi totalmente azzerare la determinazione psicologica dei personaggi... Guido Contini è: senza ispirazione, donnaiolo e geniale. Luisa Contini è: bellissima, buona e in pena. L'amante Carla è: arrapatissima, innamoratissima di Guido e oca. E si può andare avanti a 3 aggettivi per ogni personaggio (per la Loren il primo sarebbe: drag queen). Ecco, è un peccato perchè il potenziale c'era, porca miseria! Solo che confrontarsi con certi colossi... Io mi chiedo a cosa pensi certa gente quando produce ste robe. Mah. Adesso attendiamo il remake di "Gli uccelli" di Hitchcock e vediamo...
Note positive:
- un cast internazionale comunque preparato;
- Marion Cotillard è uno splendore, davvero un angelo (e quindi troppo in linea con i 3 aggettivi del suo personaggio);
- Penélope Cruz si conferma attrice versatile e sempre brava (anche quest'anno nominata all'Oscar proprio per questa parte);
- due belle canzoni (e rispettivi numeri musicali: 'Cinema Italiano' e 'Bee italian', la prima cantata da Kate Hudson e la seconda da Fergie (che pensandoci un attimo è uguale ad Alba Parietti);
- una moltitudine di attori italiani (Tognazzi, Mastandrea, Germano... e Martina Stella...) che, se il film non fosse stato il flop del 2009, sarebbero stati decisamente messi in buona luce.
In conclusione direi che sommando 8 attori (di cui 6 premi Oscar, con 8 statuette totali) che rendono il cast un 'ensamble' da urlo a un budget elevatissimo e avendo alle spalle un mito del cinema a cui ispirarsi NON è detto che il risultato sia memorabile. Qui è solo mediocre.
Ps. "Nine" ha ottenuto 4 nomination all'Oscar: Penélope Cruz, scenografie, costumi e canzone "Take It All")
Consigli: Evitate il film e godetevi i bellissimi trailer. Sono entusiasmanti trascinanti e ben montati! In particolare le versioni che allego a questo post sono le mie preferite.
Parola chiave: "Italia".




Ric

martedì 2 febbraio 2010

Oggi le nomination agli Oscar! ...Ma ieri quelle dei Razzie!

Ed eccoci finalmente al giorno più importante di febbraio dopo quello del mio compleanno: l'annuncio delle nominations agli Oscar!
Questo pomeriggio, ma all'alba in America, si terrà l'annuncio delle candidature di quest'anno agli Academy Awards, il premio che praticamente tutti quelli del mondo del cinema vorrebbero stringere tra le mani. Basta premietti di serie B, qui siamo finalmente allo scontro finale, quello fra titani!
Che cosa prevediamo accadrà? Innanzitutto ricordo la nuova regola di quest'anno: per la categoria miglior film, i nominati passano da 5 a 10, per dare la possibilità a più film di concorrere alla statuetta più ambita. E, da quello che ho potuto intuire, le (mie personalissime) previsioni dei fortunatissimi candidati sono:
- Miglior film: "Tra le nuvole", "Avatar", "The Hurt Locker", "Bastardi senza gloria", "Preciouss", "Nine", "Up" e, forse, "A Single Man", "Invictus", "The Last Station" e "An Education";
- Miglior attore: George Clooney, Colin Firth, Jeff Bridges e... Joseph Gordon-Levitt(?), Matt Damon(?), Morgan Freeman(?);
- Miglior Attrice: (pare proprio sicura la nomination a) Sandra Bullock, Meryl Streep, Gabourey Sidibe, Carey Mulligan e Marion Cotillard(?).

Mentre aspettiamo ansiosi, lascio il link alle nomination ai Razzie di quest'anno, ovvero il peggio del cinema (americano) del 2009!
http://www.razzies.com/history/30thNoms.asp

Ric

giovedì 14 gennaio 2010

Nomination Golden Globes 2010: le mie previsioni


Quest'anno, come tutti gli anni, ho seguito le nomination di alcuni premi americani per il cinema e la televisione. Molti sono minori, magari perchè recenti, altri sono più importanti.
Al di là del valore di ognuno di essi, mi piace sempre approfittare di questa auto-celebrazione del mondo dello spettacolo, per vedere se i miei gusti sono in linea con quelli della critica e di chi fa cinema in generale. Quindi, al solito, ecco su chi scommetterei io in questa edizione 2010 dei Golden Globes, premi che sono assegnati da una giuria di circa novanta giornalisti della stampa estera iscritti all'HFPA (Hollywood Foreign Press Association).
Siccome, però, al cuor non si comanda, ho deciso di sdoppiare il mio voto in chi penso che vincerà (*) e chi vorrei vedere vincitore (§).
Vogliamo giocare ancora di più? E allora assegniamo un punteggio!
* = 1 punto;
§ = 1/2 punto;
*§ = 1 punto.
Una volta proclamati i vincitori conteremo il punteggio di ognuno. Incrociamo le dita e buona fortuna a tutti!
Ne approfitto di questo spazio dedicato ai Golden Globes per alcune schematiche considerazioni e news:
- come per gli Oscar, anche i GG premiano i film della stagione passata rispetto all'anno della cerimonia. L'edizione 2010, dunque, premia i film del 2009;
- quei titoli che ho lasciato in lingua originale sono di quei film che in Italia non sono ancora arrivati e, dunque, non hanno un titolo tradotto per il nostro Paese. Ovviamente, per la categoria Miglior Film Straniero ho lasciato i titoli originali nelle rispettive lingue;
- quest'anno moltissimi tra gli attori più famosi hanno ricevuto duplice nomination: Sandra Bullock per "Ricatto d'amore" e "The Blind Side", Matt Damon per " The Informant!" e "Invictus", Anna Paquin per "True Blood" e " The Courageous Heart of Irena Sendler" e Meryl Streep con addirittura due nomination nella stessa categoria(!) per "Julie & Julia" e "It's Complicated";
- infine, una novità in occasione dei GG: da oggi fino al giorno della cerimonia - domenica 17 gennaio 2010 - ci sarà un piccolo sondaggio al giorno (in alto a destra nella pagina) su una delle categorie principali, per vedere chi pensiamo vincerà! Partecipate numerosi!

* Vincerà § Vorrei vincesse
Best Motion Picture - Drama / Miglior Film Drammatico
Avatar (2009) *
The Hurt Locker (2008)
Bastardi senza gloria (2009) §
Precious: Based on the Novel Push by Sapphire (2009)
Tra le nuvole (2009/I)
Best Motion Picture - Musical or Comedy / Miglior Film Commedia o Musical
(500) giorni insieme (2009)
Una notte da leoni (2009)*
It's Complicated (2009)
Julie & Julia (2009)
Nine (2009) §
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Drama / Miglior attore drammatico
Jeff Bridges for Crazy Heart (2009)
George Clooney for Tra le nuvole (2009/I) *
Colin Firth for A Single Man (2009) §
Morgan Freeman for Invictus (2009)
Tobey Maguire for Brothers (2009/I)
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Drama / Miglior attrice drammatica
Emily Blunt for The Young Victoria (2009) §
Sandra Bullock for The Blind Side (2009)
Helen Mirren for The Last Station (2009)
Carey Mulligan for An Education (2009)
Gabourey 'Gabby' Sidibe for Precious: Based on the Novel Push by Sapphire (2009) *
Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy / Miglior attore comico
Matt Damon for The Informant! (2009)
Daniel Day-Lewis for Nine (2009)
Robert Downey Jr. for Sherlock Holmes (2009)
Joseph Gordon-Levitt for (500) giorni insieme (2009) §
Michael Stuhlbarg for A Serious Man (2009) *
Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy / Miglior attrice comica
Sandra Bullock for Ricatto d'amore (2009/I)
Marion Cotillard for Nine (2009)
Julia Roberts for Duplicity (2009)
Meryl Streep for It's Complicated (2009)
Meryl Streep for Julie & Julia (2009) *§
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Motion Picture / Miglior attore non protagonista
Matt Damon for Invictus (2009)
Woody Harrelson for The Messenger (2009/I)
Christopher Plummer for The Last Station (2009)
Stanley Tucci for Amabili resti (2009)
Christoph Waltz for Bastardi senza gloria (2009) *§
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Motion Picture / Miglior attrice non protagonista
Penélope Cruz for Nine (2009) §
Vera Farmiga for Tra le nuvole(2009/I)
Anna Kendrick for Tra le nuvole (2009/I)
Mo'Nique for Precious: Based on the Novel Push by Sapphire (2009)
Julianne Moore for A Single Man (2009) *
Best Director - Motion Picture / Miglior regia
Kathryn Bigelow for The Hurt Locker (2008)
James Cameron for Avatar (2009) *
Clint Eastwood for Invictus (2009) §
Jason Reitman for Tra le nuvole (2009/I)
Quentin Tarantino for Bastardi senza gloria (2009)
Best Screenplay - Motion Picture / Miglior sceneggiatura
District 9 (2009): Neill Blomkamp, Terri Tatchell
The Hurt Locker (2008): Mark Boal
Bastardi senza gloria (2009): Quentin Tarantino
It's Complicated (2009): Nancy Meyers
Tra le nuvole (2009/I): Jason Reitman, Sheldon Turner *§
Best Original Song - Motion Picture / Miglior canzone originale
Avatar (2009): James Horner, Simon Franglen, Kuk Harrell("I See You")
Brothers (2009/I): U2, Bono("Winter")
Crazy Heart (2009): T-Bone Burnett, Ryan Bingham("The Weary Kind") *
Everybody's Fine (2009): Paul McCartney("(I Want To) Come Home")
Nine (2009): Maury Yeston("Cinema Italiano") §
Best Original Score - Motion Picture / Miglior colonna sonora
Avatar (2009): James Horner *
The Informant! (2009): Marvin Hamlisch
A Single Man (2009): Abel Korzeniowski
Up (2009): Michael Giacchino §
Nel paese delle creature selvagge (2009): Carter Burwell, Karen Orzolek
Best Animated Film / Miglior film d'animazione
Piovono polpette (2009)
Coraline e la Porta Magica (2009) §
Fantastic Mr. Fox (2009)
La principessa e il ranocchio (2009)
Up (2009) *
Best Foreign Language Film / Miglior film straniero
Los abrazos rotos (2009) *§
Baarìa (2009)
Das weisse Band - Eine deutsche Kindergeschichte (2009)
La nana (2009)
Un prophète (2009)
Best Television Series - Drama / Miglior Serie TV Drammatica
"Big Love" (2006)
"Dexter" (2006)
"Dr. House - Medical Division" (2004)
"Mad Men" (2007)*
"True Blood" (2008) §
Best Television Series - Musical or Comedy / Miglior Serie TV Commedia o Musical
"Entourage" (2004)
"Glee" (2009) *
"Modern Family" (2009)
"The Office" (2005)
"30 Rock" (2006) §
Best Mini-Series or Motion Picture Made for Television / Miglior Mini-Serie o Film per la TV
Georgia O'Keeffe (2009) (TV)
Grey Gardens (2009) (TV)
Into the Storm (2009) (TV)
"Little Dorrit" (2008) *
Taking Chance (2009) (TV)

Best Performance by an Actor in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television / Miglior Attore in una Mini-Serie o un Film per la TV
Kevin Bacon for Taking Chance (2009) (TV) §
Kenneth Branagh for "Wallander" (2008)
Chiwetel Ejiofor for Endgame (2009)
Brendan Gleeson for Into the Storm (2009) (TV)
Jeremy Irons for Georgia O'Keeffe (2009) (TV) *
Best Performance by an Actress in a Mini-Series or a Motion Picture Made for Television / Miglior Attrice in una Mini-Serie o un Film per la TV
Joan Allen for Georgia O'Keeffe (2009) (TV)
Drew Barrymore for Grey Gardens (2009) (TV) *
Jessica Lange for Grey Gardens (2009) (TV)
Anna Paquin for The Courageous Heart of Irena Sendler (2009) (TV)
Sigourney Weaver for Prayers for Bobby (2009) (TV) §
Best Performance by an Actor in a Television Series - Musical or Comedy / Miglior Attore in una Serie TV comica
Alec Baldwin for "30 Rock" (2006) §
Steve Carell for "The Office" (2005)
David Duchovny for "Californication" (2007)
Thomas Jane for "Hung" (2009)
Matthew Morrison for "Glee" (2009) *
Best Performance by an Actress in a Television Series - Musical or Comedy / Miglior Attrice in una Serie TV comica
Toni Collette for "United States of Tara" (2009) *
Courteney Cox for "Cougar Town" (2009)
Edie Falco for "Nurse Jackie" (2009)
Tina Fey for "30 Rock" (2006) §
Lea Michele for "Glee" (2009)
Best Performance by an Actor in a Television Series - Drama / Miglior Attore in una Serie TV drammatica
Simon Baker for "The Mentalist" (2008)
Michael C. Hall for "Dexter" (2006) §
Jon Hamm for "Mad Men" (2007) *
Hugh Laurie for "Dr. House - Medical Division" (2004)
Bill Paxton for "Big Love" (2006)
Best Performance by an Actress in a Television Series - Drama / Miglior Attrice in una Serie TV drammatica
Glenn Close for "Damages" (2007) *
January Jones for "Mad Men" (2007)
Julianna Margulies for "The Good Wife" (2009)
Anna Paquin for "True Blood" (2008) §
Kyra Sedgwick for "The Closer" (2005)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television / Miglior Attore non protagonista in una Serie TV, Mini-Serie o Film per la TV
Michael Emerson for "Lost" (2004) * §
Neil Patrick Harris for "E alla fine arriva mamma!" (2005)
William Hurt for "Damages" (2007)
John Lithgow for "Dexter" (2006)
Jeremy Piven for "Entourage" (2004)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Mini-Series or Motion Picture Made for Television / Miglior Attrice non protagonista in una Serie TV, Mini-Serie o Film per la TV
Jane Adams for "Hung" (2009)
Rose Byrne for "Damages" (2007)
Jane Lynch for "Glee" (2009)
Janet McTeer for Into the Storm (2009) (TV) *
Chloë Sevigny for "Big Love" (2006) §


Ovviamente tutti quelli che volessero pubblicare in risposta a questo post i loro personali pronostici per i GG, sono più che ben accetti!

Ric

lunedì 4 gennaio 2010

Film 46 - The Private Lives of Pippa Lee

Come ci eravamo lasciati? Con l'appassionante storia di una zia zitella (ma poi neanche tanto) che sconvolge la società americana bigotta che la vorrebbe incatenare alle regole del 'buon gusto'. In realtà il mio ultimo film del 2009 non è stato "La signora mia zia", ma, bensì, questo film di cui ora scrivo con estremo ritardo (giustificato).


Film 46: "The Private Lives of Pippa Lee" (2009) di Rebecca Miller
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Storie di una Pippa qualunque. Già, avete letto bene. In America Pippa è un nome comune come Justin, anche se da noi il significato è decisamente un altro. Avevo sentito parlare di questo film qualche tempo fa, mi pare per la mostra del cinema di Berlino e mi aveva decisamente incuriosito il titolo. Nondimeno il cast era decisamente interessante: quella santa - e gnocchissima - donna di Robin Wright (Penn), il sempreverde Alan Arkin, la rediviva Winona Ryder e poi Maria Bello (quella del 'Coyote Ugly'), Keanu Reeves, Shirley Knight (mamma di Rex Van de Kamp in "Desperate Housewives"), Blake Lively (di "Gossip Girls"), Julianne Moore e la nostra Monica Bellucci. Già già già, proprio l'unica attrice italiana - con la voce più brutta del pianeta - che riesca a lavorare anche al di fuori dell'Italia. Siccome questo film nel nostro Paese non è uscito e non se ne prevede l'uscita, ho deciso di guardarmelo in inglese - sottotitolato - per vedere se valesse la pena di ricredermi anche sulla recitazione della nostra attrice da esportazione per eccellenza. Siccome i francesi l'adorano e gli americani continuano a farla lavorare, mi sono domandato se la parlata 'in straniero' agevolasse effettivamente la comprensione di quello che dice e che di solito non giunge al pubblico. Volete sapere la risposta? Ovviamente è no.
Mi sono appena riguardato la scena importante dove recita Monica - tra l'altro chiave nel film - e non solo ho avuto la pelle d'oca per quanto recita male (fino ad ora solo Ambra Angiolini in "Bianco e nero" c'era riuscita), ma poi se io fossi inglese madrelingua non la capirei! Non ho voluto apposta leggere i sottotitoli quando parlava lei, di solito l'inglese parlato da uno straniero è estremamente più facile da capire, ma con lei questo discorso non vale, fa davvero fatica a pronunciare qualunque cosa. Ma che la doppino, santo cielo!
Passiamo oltre. Ho scoperto di avere una nuova musa da aggiungere alla lista. Assieme a Cate Blanchett, Meryl Streep, Marion Cotillard, Kate Winslet, Tilda Swinton e Amy Adams adesso ci sarà lei, la fantastica Robin Wright! Ora che è divorziata finalmente non dovremo ricordarla perchè è moglie di, ma solo perchè è brava e bellissima! Non ha paura delle rughe, affronta i primi piani che è una bellezza e non è mai inappropriata nella recitazione! E che io la ami, quindi, è ovvio.
Questo film in particolare la rivede finalmente protagonista in una storia corale che racconta le numerose vite della già citata Pippa, una che prima viveva nel caos, poi nell'ordine più rigoroso. Prima festini, droghe, ragazzi a gogo, poi suora di clausura e badante full time senza compenso. La trattano tutti male e lei non si arrabbia. Giuro, una santa! Poi si rompe i coglioni e la gente se ne stupisce... Mah. Comunque si prende la sua bella rivincita, perchè conquista il cuore del super tatuato Keanu Reeves (che quanto a tardone è già molto esperto, dopo la Diane Keaton di "Tutto può succedere") e saluta moralmente tutti con un bel dito medio, specialmente chi le ha voltato le spalle tradendola.
La pellicola ha il tocco femminile della regista, racconta tutto in modo delicato e pulito, sussurra le cosacce e non strilla mai momenti particolari. Non mi ha esaltato, lo ammetto, ma non mi è neanche del tutto dispiaciuto. Direi che è guardabilissimo, specialmente per ringraziare quantomeno quei produttori che, nonostante tutto, ci fanno ancora lavorare la nostra Bellucciona!
Non trovo particolarmente azzeccate due scelte, comunque: a) Alan Arkin/Herb Lee che porta un tremendo tupé che fa rabbrividire e b) Blake Lively come Pippa da giovane. Una roba che non si regge. E poi nemmeno si somigliano le due Pippa! Herb da giovane conosce Blake/Pippa con il tupé di capelli grigi mentre lei non solo è totalmente un'altra persona, ma sembra una 16enne! E poi, invecchiati, Pippa diventa Robin sui 50 anni e Herb perde solo il parrucchino! Ma un truccatore più bravo o almeno intelligente no?!
Dimenticavo un'altra considerazione: ma Julianne Moore che fa la giovane?!
Consigli: Se non conoscete bene l'inglese, la versione sottotitolata aiuta, ma attenzione a non concentrarvi troppo se nel frattempo state facendo altro! Io, mentre guardavo il film stavo anche cucinando il sugo per la pasta. Peccato che me lo sia dimenticato sul fuoco per circa un'ora... e il sugo si è carbonizzato! Maledetti sottotitoli che richiedono il 100% della mia concentrazione!
Parola chiave: Pippa: "I'm awake!"


Ric

giovedì 3 dicembre 2009

Film 25 - Amami se hai coraggio

Oggi pensavo di non fare in tempo a pubblicare il nuovo post prima di sera e invece, al solito, al CNR mi hanno dato buca e mi sono ritrovato con il pomeriggio libero. Per quanto mi faccia piacere non dover subire il gelo cittadino in piena faccia da ciclista convinto, mi scoccia un po' questo atteggiamento che è molto comune nell'ambiente.
Quindi, sbattendomene molto filosoficamente (solo una domanda: capa, ma quando cazzo mi paghi?!), mi godrò il tempo libero inaspettato scrivendo del nuovo film visto tra ieri sera e oggi.


Film 25: "Amami se hai coraggio" (2003) di Yann Samuell
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo film mi è stato consigliato da Marco, che mi ha sfidato a non commuovermi per questa storia d'amore che parte dai banchi di scuola elementare e continua per la vita. Non mi sono commosso, alla fine è un film troppo francese per piacermi al 100%. Ha delle trovate interessanti e innovative, una bella proposta grafica che interagisce con la storia e questo mi ha molto esaltato. Mi ha ricordato subito il tv show "Pushing Daisies", quello col protagonista che può resuscitare i morti con un tocco. Gli effetti speciali palesemente tali (colori sgargianti, scenografie bidimensionalmente fittizie, immagini da libro pop-up) conferiscono alla storia quell'effetto giocoso da mondo infantile che rendono perfettamente l'atmosfera iniziale in cui Julien e Sophie si conoscono. Tutto è una sfida, per loro, un gioco che, man mano che si va avanti, diventa sempre più pericoloso. E qui parte la nota dolente. Ci sono situazioni talmente assurde da infastidire chi guarda. Io, perlomeno, non ne potevo più di vedere i due ragazzi che, ormai adulti, si rincorrono sapendo di amarsi ma essendo troppo orgogliosi per ammetterlo. Dovrebbe esserci poesia in tutto questo? Non lo so, personalmente avrei preferito meno autolesionismo gratuito e più vita. Vita vera intendo. Loro coinvolgono altre persone nella loro personale esperienza giocosa, mettono in gioco i sentimenti altrui, sempre sapendo che l'unico grande amore è il compagno di giochi d'infanzia. E vanno avanti così finchè non rischiano la morte (ma poi decidono di seppellirsi vivi nel cemento per lasciar immutato e duraturo il loro sentimento). Cioè, parliamone. Mi guardo un'ora e mezzo di tira e molla per poi vedervi seppelliti vivi?! Sti francesi mi lasciano sempre perplesso.
Però, sia chiaro, non posso dire che questo film sia brutto, nel complesso mi è piaciuto. Solo che non trovo efficace (da riversare su chi guarda) tutto il dolore e la sofferenza che i due protagonisti si scaricano addosso invece di amarsi e basta. Ovviamente se si fossero amati convenzionalmente dal primo istante sarebbe stata una storia normalissima e allora non avrebbe avuto alcun senso il film. Però trovo, come dicevo prima, che si sia un po' esagerato nell'estremizzare questa love story. Se tiri troppo la corda poi rischi che si spezzi. Qui è uguale. E' tanto il desiderio di raccontare una storia d'amore non convenzionale, estrema, oltre ogni limite, che ci si dimentica che c'è sempre uno spettatore dall'altra parte. Un qualcuno che guarda e che, dopo un po', potrebbe anche stufarsi. Essendo un film europeo, non ha le stesse tempistiche della commedia romantica USA, quindi è sicuramente un territorio da esplorare, per quanto mi riguarda. E sono aperto all'esperienza. Ma ho amato molto di più storie (francesi) d'amore non convenzionale come "Una lunga domenica di passioni", "Il favoloso mondo di Amélie" o "Louise-Michel". Qui c'è qualcosa che manca (ma non si poteva andare oltre la passione animale?) e qualcosa di troppo (ma non si poteva andare molto oltre la passione animale?!?!). Forse l'amore, quello vero, avrebbe dovuto farla più da padrone, giocare un ruolo più attivo e meno scontato. E' vero che questi due si amano, ma è anche vero che sono talmente testardi che non sanno dimostrarselo. E questa non è una grave pecca?
In sostanza direi che è un film che ho visto volentieri (seppur con i dubbi che mi sono rimasti) e che, senza Marco, non avrei mai guardato. E sarebbe stato un peccato, perchè mi sarei perso un film con Marion Cotillard, premio Oscar 2008 come miglior attrice per "La vie en rose", attrice sempre più protagonista e gradita del cinema di oggi. E' brava, non bellissima, ma estremamente affascinante. E molto francese (ha sempre le ballerine ai piedi nel film). Curioso che la canzone portante di "Amami se hai coraggio" sia proprio 'La vie en rose' della Piaf (sì, ancora quella canzone!), persona e personaggio con cui la Cotillard ha vinto il maggior riconoscimento mondiale per il cinema. Finisco con una nota finale negativa: i parenti di entrambi i ragazzi sono veramente antipatici. E gratuitamente. Perchè?
Consigli: E' un ottimo modo per approfondire la carriera di Marion Cotillard, un film piacevole e interessante sotto alcuni aspetti. Meglio guardarlo in coppia. Una dove C'E' amore.
Parola chiave: Giochi?




Ric