Molto curioso di vedere questa pellicola, mi hanno gentilmente fornito il link e non ho perso tempo!
Film 1457: "Girls Trip" (2017) di Malcolm D. Lee
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: “Girls Trip” è spassoso, anche se mi aspettavo qualcosa di più. Sarà che è indirizzato ad un pubblico che capisce lo slang e i riferimenti – e devo dire che inizialmente ho fatto fatica a settarmi sulla lingua senza avere a disposizione alcun sottotitolo – di fatto mi ero immaginato un prodotto più immediato (per me) il che mi ha guastato la festa; in aggiunta, la visione è stata particolarmente tribolata, interrotta un milione di volte da un wifi che non cariava e uno streaming che ho dovuto troppo spesso riavviare.
Al di là di questo, il film è stato in ogni caso godibile e, quando ce l’ho fatta a capire, spesso divertente. La presenza della sboccata e chiassosa Dina aggiunge ampiamente colore alla storia di queste quattro amiche del college che si ritrovano dopo 5 anni dall’ultima volta che si erano viste. Come tutti si aspettano la trama non manca di mettere in gioco equivoci e situazioni imbarazzanti, parolacce e persino un pene in bella vista, tra urinate sulla folla e uno sballo da assenzio che produrrà non pochi effetti indesiderati.
Ovviamente la forza di questa pellicola sta soprattutto nelle sue protagoniste Regina Hall, Queen Latifah (entrambe curiosamente in “Scary Movie 3”), Jada Pinkett-Smith e Tiffany Haddish, tutte e quattro meravigliosamente in parte e capaci di mettersi in gioco al 100%, il che in un prodotto come questo è assolutamente necessario.
Insomma, risultato finale non male anche se, probabilmente, dovrei rivederlo in condizioni a me più favorevoli.
Cast: Regina Hall, Tiffany Haddish, Larenz Tate, Mike Colter, Kate Walsh, Jada Pinkett Smith, Queen Latifah.
Box Office: $138.6 milioni
Consigli: Simpatico, anche se molto sboccato e volgare, questo film è certamente vietato ai minori per una serie di buone ragioni. Per chi volesse recuperarlo – non so se in Italia sia uscito – consiglio quantomeno una visione con sottotitoli se non si è particolarmente abituati allo slang. Per il resto, buono per una serata a cervello spento e qualche risata.
Parola chiave: Accordo.
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#HollywoodCiak
Bengi
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venerdì 15 dicembre 2017
Film 1457 - Girls Trip
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martedì 30 agosto 2016
Film 1202 - The Boss
Più che altro voleva vederlo Poe, ma a una commedia non dico comunque mai di no.
Film 1202: "The Boss" (2016) di Ben Falcone
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Dopo l'orrido "Tammy", ripieno di volgarità ed estremamente chiassoso, Melissa McCarthy e il marito Ben Falcone si ritrovano per sfornare un altro successo commerciale, pur più contenuto (il film ha esordito primo al box-office americano).
Questa volta tramutatasi in Orietta Berti, la McCarthy impersona l'imprenditrice e guru Michelle Darnell che, accusata di insider trading e incarcerata, uscita si troverà senza amici e costretta a ricominciare da 0, partendo addirittura dal divano dell'ex dipendente Claire (Kristen Bell).
Pur rimanendo una grande boiata, devo ammettere che alla fine "The Boss" non è così male come mi sarei aspettato. Certo, la chiave di tutto sta nel prenderlo esattamente per quello che è e non aspettarsi nulla di più se non la solita commedia americana volgarotta, molto fisica e che punta tutto sempre sulle solite cose. Non c'è nulla di nuovo in questa pellicola se non l'acconciatura alla "finché la barca va" della protagonista, per il resto tutto procede esattamente come deve andare. Il che non è necessariamente un male, se è ciò che di cui si aveva bisogno.
Cast: Melissa McCarthy, Kristen Bell, Kathy Bates, Tyler Labine, Peter Dinklage, Kristen Schaal, Annie Mumolo, Margo Martindale, T-Pain, Ben Falcone.
Box Office: $78.6 milioni
Consigli: Sciocchino, volgare, comico. Alla fine è anche divertente, se non si hanno troppe pretese.
Parola chiave: Biscotti.
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Bengi
Film 1202: "The Boss" (2016) di Ben Falcone
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Dopo l'orrido "Tammy", ripieno di volgarità ed estremamente chiassoso, Melissa McCarthy e il marito Ben Falcone si ritrovano per sfornare un altro successo commerciale, pur più contenuto (il film ha esordito primo al box-office americano).
Questa volta tramutatasi in Orietta Berti, la McCarthy impersona l'imprenditrice e guru Michelle Darnell che, accusata di insider trading e incarcerata, uscita si troverà senza amici e costretta a ricominciare da 0, partendo addirittura dal divano dell'ex dipendente Claire (Kristen Bell).
Pur rimanendo una grande boiata, devo ammettere che alla fine "The Boss" non è così male come mi sarei aspettato. Certo, la chiave di tutto sta nel prenderlo esattamente per quello che è e non aspettarsi nulla di più se non la solita commedia americana volgarotta, molto fisica e che punta tutto sempre sulle solite cose. Non c'è nulla di nuovo in questa pellicola se non l'acconciatura alla "finché la barca va" della protagonista, per il resto tutto procede esattamente come deve andare. Il che non è necessariamente un male, se è ciò che di cui si aveva bisogno.
Cast: Melissa McCarthy, Kristen Bell, Kathy Bates, Tyler Labine, Peter Dinklage, Kristen Schaal, Annie Mumolo, Margo Martindale, T-Pain, Ben Falcone.
Box Office: $78.6 milioni
Consigli: Sciocchino, volgare, comico. Alla fine è anche divertente, se non si hanno troppe pretese.
Parola chiave: Biscotti.
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giovedì 7 ottobre 2010
Film 146 - Oltre il giardino
Quarto appuntamento con l'insalata+film del lunedì sera: si ritorna al cinema impegnato!

Film 146: "Oltre il giardino" (1979) di Hal Ashby
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Enrico
Pensieri: Una storia curiosa, un film poetico, un attore bravissimo. Elementi che si combinano insieme per questo film, con protagonisti Peter Sellers e Shirley MacLaine, che racconta un pezzo di vita di un giardiniere analfabeta e della sua scalata verso la fama di 'guru' delle masse, in una maniera davvero inaspettata per lui. In tutto questo il grande protagonista è sicuramente il medium tv, capace di far risuonare in ogni casa la spicciola filosofia di Chance che, non possedendo alcuna cultura - e presentando anche un certo ritardo mentale - parla solamente dell'unica cosa che conosce: il giardinaggio. Per chi scambia i suoi discorsi per grandi metafore sulla vita e i suoi meccanismi, Chance risulta la geniale guida da seguire in tempi in cui la frenesia e l'arte del complicarsi la vita hanno compromesso la serenità di molti.
Il mondo è fiero di aver scoperto Chance Giardiniere; quest'ultimo non sa di essere stato trovato. La sua semplicità, il suo candore lo portano a giostrarsi nelle situazioni più disparate con una disarmante ingenuità, creduta dagli altri come costruita in anni di esperienze vissute. Il mondo vede in lui quello che vuole vedere, costruisce per lui un passato ipotetico, crede nelle sue grandi doti. La realtà è che Chance non era mai uscito dalla casa in cui era nato, prima che il suo padrone morisse.
C'è un sott'inteso di presa in giro, una satira sulla natura umana e perfino una profetica critica ai miti usa-e-getta tanto in voga ai giorni nostri. E' un film falsamente leggero e non va, decisamente, sottovalutato.
Due nomination all'Oscar dell'80: migliori attori Peter Sellers (qui alla sua penultima interpretazione prima della morte l'anno seguente) e Melvyn Douglas. Quest'ultimo vince.
Consigli: La tv e i suoi mostri: generazione di un mito a sua insaputa. Interessante!
Parola chiave: Televisione.
Ric

Film 146: "Oltre il giardino" (1979) di Hal Ashby
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Enrico
Pensieri: Una storia curiosa, un film poetico, un attore bravissimo. Elementi che si combinano insieme per questo film, con protagonisti Peter Sellers e Shirley MacLaine, che racconta un pezzo di vita di un giardiniere analfabeta e della sua scalata verso la fama di 'guru' delle masse, in una maniera davvero inaspettata per lui. In tutto questo il grande protagonista è sicuramente il medium tv, capace di far risuonare in ogni casa la spicciola filosofia di Chance che, non possedendo alcuna cultura - e presentando anche un certo ritardo mentale - parla solamente dell'unica cosa che conosce: il giardinaggio. Per chi scambia i suoi discorsi per grandi metafore sulla vita e i suoi meccanismi, Chance risulta la geniale guida da seguire in tempi in cui la frenesia e l'arte del complicarsi la vita hanno compromesso la serenità di molti.
Il mondo è fiero di aver scoperto Chance Giardiniere; quest'ultimo non sa di essere stato trovato. La sua semplicità, il suo candore lo portano a giostrarsi nelle situazioni più disparate con una disarmante ingenuità, creduta dagli altri come costruita in anni di esperienze vissute. Il mondo vede in lui quello che vuole vedere, costruisce per lui un passato ipotetico, crede nelle sue grandi doti. La realtà è che Chance non era mai uscito dalla casa in cui era nato, prima che il suo padrone morisse.
C'è un sott'inteso di presa in giro, una satira sulla natura umana e perfino una profetica critica ai miti usa-e-getta tanto in voga ai giorni nostri. E' un film falsamente leggero e non va, decisamente, sottovalutato.
Due nomination all'Oscar dell'80: migliori attori Peter Sellers (qui alla sua penultima interpretazione prima della morte l'anno seguente) e Melvyn Douglas. Quest'ultimo vince.
Consigli: La tv e i suoi mostri: generazione di un mito a sua insaputa. Interessante!
Parola chiave: Televisione.
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