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giovedì 29 aprile 2021

Film 1988 - No Country for Old Men

Intro: Altro appuntamento cinematografico richiesto da Ferdia per il corso di sceneggiatura. Questa volta un film che adoro e non vedevo onestamente l'ora di riguardare.
Film 1988: "No Country for Old Men" (2007) di Joel Coen, Ethan Coen
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non voglio dire il miglior cattivo di sempre, ma sicuramente uno dei migliori che si sia mai visti sul grande schermo, Anton Chigurh (Javier Bardem) è, da solo, l'emblema di questa storia, elemento impossibile da dimenticare di una storia che, senza di lui, non avrebbe trovato lo stesso successo.
Un grande film, spesso lento ma mai noioso, intenso e teso dall'inizio alla fine, serio quanto basta a far passare il messaggio che il suo cattivo protagonista è qualcuno con cui è meglio non scherzare. O non fare affari. O non entrare proprio in contatto. Perché una volt che ti ha messo gli occhi addosso, non distoglierà lo sguardo finché non avrà ottenuto quello che vuole.
E' vero, Bardem e il suo tremendo parrucchino fanno il 70% del lavoro qui, ma il resto del lavoro fatto qui non è assolutamente da sottovalutare. Il fatto che un prodotto teoricamente di nicchia come questo riesca a veicolare tinte horror così maledettamente ben architettate e che, nonostante questo, si abbia allo stesso tempo la sensazioen che si sia di fatto guardando un bel western moderno; il resto del cast, capitanato da un Tommy Lee Jones sempre magneticamente perfetto e supportato da una Kelly Macdonald che è un piacere vedere recitare; la regia dei Coen, i paesaggi, le atmosfere. E, forse più di tutto questo - ci tengo a ribadirlo - la costante, inesorabile tensione.
Una fantastica montagna russa emotiva.

Come sempre, qualche pensiero dai miei appunti (spoiler):

Llewelyn (Josh Brolin) seems to be the main character until he's shot. He's goal is to steal the money and survive the crazy man who's hunting him.
Tom Bell (Lee Jones) seems to be the main character for the second half of the story. He wants to solve these crimes because it's his job (he seems to be genuinely interested in understanding what is going on, the world around him, which he doesn't understand anymore because he's getting old and tired and he feels he's not fit for the job anymore). 
Film 161 - Non è un paese per vecchi
Film 1988 - No Country for Old Men
Cast: Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly Macdonald, Garret Dillahunt, Tess Harper.
Box Office: $171.6 milioni
Vale o non vale: Anche sentendo le opinioni dei miei compagni, mi sento di dire che "No Country for Old Men" non è un film per tutti. E' angosciante, a tratti lento, la struttura della trama è meno convenzionale del solito (i protagonisti si susseguono e cambiano rapidamente seguendo quel principio alla "Games of Thrones" per cui è meglio non affezionarsi troppo a nessuno dei personaggi perché prima o poi potrebbe essere fatto fuori) e rimane comunque un titolo non commerciale. Detto questo, per me questo film rimane un piccolo capolavoro.
Premi: Candidato a 8 Oscar, ha vinto per Miglior film, regia, sceneggiatura non originale e attore non protagonista (Bardem). 2 Golden Globe vinti (sceneggiatura non originale e attore non protagonista) su 4 nomination totali (anche Miglior film e regia), 3 BAFTA (regia, attore non protagonista, fotografia) su 9 candidature (tra cui Miglior film, sceneggiatura non originale, attore non protagonista per Lee Jones e attrice non protagonista per Macdonald). Vincitore del David di Donatello per il Miglior film straniero e in concorso a Cannes 2007 per la Palma d'Oro.
Parola chiave: Soldi.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 28 maggio 2019

Film 1600 - Hail, Caesar!

Intro: Non morivo esattamente dalla voglia di vederlo, ma non so perché alla fine qualcosa mi ha convinto a recuperarlo.
Film 1600: "Hail, Caesar!" (2016) di Ethan Coen, Joel Coen
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non il miglior Coen, ma sicuramente godibile. Surreale come solo i due registi riescono, con un cast da sogno e una Hollywood da Golden Era ricreata alla perfezione, "Hail, Caesar!" riesce a intrattenere il suo pubblico a dovere tra qualche battuta e colpi di scena. Scarlett Johansson colpisce per il suo accento e Alden Ehrenreich riesce perfettamente a rendersi ridicolo. Nell'insieme non male.
Cast: Josh Brolin, George Clooney, Alden Ehrenreich, Ralph Fiennes, Jonah Hill, Scarlett Johansson, Frances McDormand, Tilda Swinton, Channing Tatum, Alison Pill, Wayne Knight, Christopher Lambert.
Box Office: $63.6 milioni
Vale o non vale: Sinceramente? Pensavo molto, molto peggio. E, invece, questa pellicola riesce ad equilibrare i suoi momenti comici e di satira grazie ad un cast stellare e bene in parte e una messa in scena onestamente molto bella da guardare.
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per le Migliori scenografie.
Parola chiave: Rapimento.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 13 dicembre 2016

Film 1259 - The Big Lebowski

Mai visto prima, sempre voluto vedere. Netflix mi legge dentro.

Film 1259: "The Big Lebowski" (1998) di Joel Coen
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Ho vissuto 29 anni senza conoscere the Dude e ora che lo conosco, ammetto che un po' mi sta simpatico. Eccentrico, scansafatiche, innamorato del bowling e della vita comoda, della marijuana e del white russian, the Dude non è Lebowski anche se tutti lo credono. Ed è da qui che i Coen partono per raccontare la loro folle e intrigata storia fatta di tappeti, riscatti e dita del piede mancanti.
Una giravolta di nonsense a volte disorientante, a volte spassosissimo, a volte un po' random, il tutto per un mix nel puro stile dei registi che riescono a non tradire se stessi consegnando un post "Fargo" altrettanto degno di lasciare il segno. Non a caso ancora oggi questo film mantiene lo stato di cult. Da questo punto di vista, molto del merito va anche al grande cast, Jeff Bridges in testa, che riesce a rappresentare il pazzo mondo di questo film in maniera strambamente convince ed efficace, rendendo molti di questi personaggi davvero difficili da dimenticare. Poi è chiaro che the Dude è the Dude, o si ama o si odia, e se lo si ama qui sarà un vero e proprio colpo di fulmine!
Dunque questo primo incontro con "The Big Lebowski" è stata una bella stretta di mano, una conoscenza che pensavo difficile e forse addirittura pesante e che si è rivelata, invece, un assurdo e folle viaggio difficile da dimenticare.
Cast: Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, David Huddleston, John Turturro, Philip Seymour Hoffman, Tara Reid, Peter Stormare, Flea, David Thewlis, Sam Elliott, Ben Gazzara.
Box Office: $46.2 milioni
Consigli: Quando Tara Reid aveva ancora una carriera, quando Tara Reid aveva una carriera è apparsa addirittura in un film dei Coen, ovvero questo. Già di per sé mi pare un valido motivo per voler vedere questa pellicola e riuscire a capire come cavolo abbia fatto a finirci (tranquilli, non deve poi recitare granché). Gli altri validi motivi sono cognomi (Coen, Bridges, Goodman, Moore, Buscemi), snodi narrativi (rapimento, rapina, gare di bowling, esplosioni, pestaggi) e un piccolo mondo folle fatto di una marea di dettagli che rendono questo film un titolo da vedere.
Parola chiave: Valigetta.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 11 aprile 2011

Film 239 - Il Grinta

10 nomination all'Oscar e 0 statuette. Assolutamente da vedere!


Film 239: "Il Grinta" (2010) di Ethan Coen, Joel Coen
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jessica, Marco
Pensieri: Ammetto che i Coen mi piacciano a fasi alterne. Non ho sempre apprezzato i loro lavori (spesso un po' lenti), ma effettivamente in alcuni casi hanno fatto davvero centro. "Il Grinta" (o "True Grit" in originale) è nella seconda casistica.
Con un cast maschile decisamente ben assortito (Jeff Bridges fresco di Oscar dell'anno scorso e nuovamente candidato quest'anno, Matt Damon e Josh Brolin - che ultimamente collezziona parti un po' marginali, a dire il vero) e un'ottima Hailee Steinfeld sconosciuta protagonista femminile (e qui parte la polemica Oscar: Jeff Bridges protagonista sì, Hailee Steinfeld protagonista no? Chi ha visto il film sa perfettamente che è su di lei che è incentrata la storia). Gli attori in questo caso fanno decisamente la differenza.
La storia - preannunciata come estremamente lenta - scorre fluida e interessante, divertente nei momenti più stralunati dello sceriffo Cogburn/Bridges e nei taglienti scontri verbali tra lui è la (dolcissima) Mattie Ross/Steinfeld. La versione in lingua originale è, però, molto complessa da seguire per via del (notevole) lavoro sulla voce di entrambi i protagonisti: sbiascicato lui, velocissima lei. Per non parlare poi delle cadenze! Insomma, senza sottotitoli è quasi impossibile capire se non si ha un'ottima conoscenza dell'inglese.
Damon e Brolin hanno parti più marginali, ma rendono comunque perfettamente i loro protagonisti. Insomma, perfetti per la loro parte.
E' un western che è stato definito atipico in un'epoca in cui il western pareva non aver più nulla da dire. Non essendo né appassionato del genere né esperto non posso dire se effettivamente comporti (o riporti) ad un'innovazione di categoria. Di fatto posso assicurare che il film non delude assolutamente. Avventuroso e selvaggio come solo i Coen potevano renderlo (vedere "Non è un paese per vecchi" e il prologo di "A Serious Man", nonché "Fargo"), solido nella sceneggiatura e supportato da un cast che sa fare scintille, questo "Il Grinta" è stato (per me) decisamente un'ottima sorpresa. Bene anche i costumi (che prima di vedere la pellicola avevo sottovalutato e declassato a 'troppo standard' per ricevere una nomination), la colonna sonora di Carter Burwell e - ovviamente - la regia (particolarmente d'effetto il finale coi titoli di coda). Il montaggio è degli stessi Coen sotto lo pseudonimo di Roderick Jaynes.
Ps. Con ben 10 nomination all'Oscar nelle categorie più importanti (tra cui film, regia, sceneggiatura, attore protagonista e attrice non protagonista) fa un po' ridere che, invece, ai Golden Globes il film non abbia ricevuto nemmeno una candidatura.
Consigli: Da vedere sottotitolato o doppiato. Altrimenti capirlo in lingua originale è davvero difficile!
Parola chiave: Vendetta.

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Ric

domenica 30 gennaio 2011

Film 210 - Kill Me Please

Cinema a scatola chiusa. Nessuna idea sulla trama, neanche un vago spunto o indizio. A parte un titolo decisamente esplicito...


Film 210: "Kill Me Please" (2010) di Olias Barco
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Fabrizio
Pensieri: Questo film mi ha un po' spiazzato. All'inizio, non sapendo nulla della trama, mi sono fatto guidare dalle immagini. Poi, immaginato un percorso che avrebbe potuto seguire e sviluppare, ho atteso di capire dove in effetti si sarebbe andati a parare. Infine, amara sorpresa, la deviazione comico-grottesca con humor nero che mi ha lasciato abbastanza senza parole.
Da includere in questo mio pensiero, per dovere di cronaca, un ritorno in ufficio dopo quasi due settimane di assenza (e una vacanza alle Canarie nel mezzo), l'ambiente già di per sé non sempre allegro, l'argomento a sorpresa del film dopo una giornata stancante.
Le condizioni di visione, in effetti, non erano tra le più favorevoli. Il risultato, comunque, è stata una visione negativa. Sarà che non ero preparato ad un umorismo così nero o che, forse, speravo in un taglio più documentaristico - visto l'interessante argomento dell'eutanasia, la morte assistita in cliniche private, la possibilità e la necessità, a volte, di scegliere per sé stessi anche come andarsene - piuttosto che la virata da dark comedy, di fatto questa pellicola non mi ha soddisfatto.
Forse, ora, presa coscienza della natura di questo "Kill Me Please", rivedendolo ne avrei una visione differente, meno negativa. Il film è scritto bene, analizza lucidamente un argomento non facile e crea un vortice paradossale che, al di fuori del contesto, ha della genialità. Mi ha ricordato a tratti il "Ladykillers" dei Coen e "Idioti" di Lars von Trier. Spiazzante.
Ps. Il film ha vinto il Marc'Aurelio d'Oro della Giuria per il miglior film al Festival Internazionale del Film di Roma del 2010.
Consigli: Meglio essere preparati quantomeno sull'argomento del film. La conclusione, seppure pervasa da humor, non sarà facile da digerire.
Parola chiave: La Marsigliese.


Ric

venerdì 29 ottobre 2010

Film 161 - Non è un paese per vecchi

Cena del lunedì a base di insalata e serial killer. Il pazzo è servito!


Film 161: "Non è un paese per vecchi" (2007) di Ethan Coen, Joel Coen
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Andrea Puffo, Marco, Titti
Pensieri: Di sicuro non potrà mai essere un paese di vecchi con Anton Chigurh/Javier Bardem nei paraggi, munito della sua fedele bombola ad ossigeno. E no, non la usa per aiutare i poveri vecchietti a respirare meglio. Al massimo a trapassare.
Pessimo segno quando questo psicopatico signore si mette sulla vostra strada, di sicuro finirete per lasciarci le penne. Non solo è maledettamente pazzo, ma, pare, anche indistruttibile. Rassegnarsi? Quantomeno scappare il più lontano possibile. Vi troverà lo stesso, ma qualche giorno in più ve lo sarete concessi...
Bravi i Coen a reclutare Mr. Bardem - un po' meno a mettergli quel parrucchino in testa - che, oltre ad aver vinto l'Oscar come attore non protagonista per questo ruolo, riesce davvero a lasciare il segno con la sua interpretazione. Fa paura, inquieta, non lascia scampo: un vero cattivo di quelli che non se ne vedevano da un pezzo! E' sicuramente lui a vincere la sfida in questo film: buca lo schermo, rimane impresso, fa centro.
Il resto del film è un po' più lento, un po' più meditativo se vogliamo. Sì, per carità, c'è l'azione, ma anche moltissimi momenti che scorrono via con estrema lentezza. Il 'far west' non è certo una passeggiata... Insomma, può piacere e non piacere, perchè non è un film facile. E' già spacciato per cult (ma vogliamo scommetterci che è soprattutto per il ruolo di Bardem?), ma solo il tempo potrà davvero decretarne vittoria o fallimento.
Per il momento abbiamo solo qualche dato oggettivo: $74,273,505 al botteghino USA (per i Coen è un miracolo) e 4 Oscar (Bardem, miglior film, regia e sceneggiatura).
Film 161 - Non è un paese per vecchi
Film 1988 - No Country for Old Men
Consigli: Per una migliore comprensione (si spera) si può leggere il libro omonimo del 2005 da cui il film è tratto, scritto da Cormac McCarthy.
Parola chiave: Valigetta.



#HollywoodCiak
Bengi

sabato 19 dicembre 2009

Film 39 - A serious man

Mio padre, qualche giorno fa, mi ha chiesto se volevamo andare al cinema a vedere qualcosa di divertente. Di solito io e lui andiamo assieme a vedere i film che non interessano a mia madre e con cui lui, quindi, non può andare. Oppure i film che danno in quei cinema che lei considera troppo alti, ossia che hanno un'inclinazione delle poltrone tale da darle fastidio. Mia madre soffre di vertigini. Sì, anche al cinema...


Film 39: "A serious man" (2009) di Ethan Coen, Joel Coen
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Papà
Pensieri: Se l'ottica era vedere un film divertente, ho toppato di brutto. Questo è forse il più strano film che io abbia mai visto. Finisce quando finalmente sta per succedere qualcosa. Mentre durante tutto il film succedono cose, ma con una lentezza tale che diresti che in effetti non è successo niente. Per non parlare dell'inizio strampalato assolutamente disorientante!
Siccome ieri nevicava, io e papà ci siamo fiondati dentro al cinema senza guardarci troppo intorno. Appena seduti è cominciato il film e parte questa scena ambientata agli inizi del '900(?) con una coppia che parla chissà quale lingua e accoglie un fantasma in casa. Lì per lì mica ero sicuro fossimo a vedere il film giusto! Magari nel pomeriggio il cinema dava un'altra pellicola...
Comunque no, il film inizia proprio così. Poi seguono dei titoli di testa accompagnati da una bellissima musica (quella del trailer) e poi parte il film vero. Peccato che sia leeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeentissimo. A un certo punto non riuscivo a stare fermo dal nervoso. Ero irritato dall'incapacità di quest'uomo - il protagonista - di reagire alla realtà che lo circonda (un po' come Pippo nei cartoni animati della Disney. Uno che, per com'è fatto, mi irrita)! Una moglie che lo lascia per un uomo che praticamente gli entra in casa; un fratello pazzoide che gli dorme da mesi sul divano; due figli adolescenti veramente strani (la femmina passa la sua vita a lavarsi i capelli); uno studente coreano che lo ricatta per avere la sufficienza nella sua materia (ah, già, è professore di fisica all'università); un vicino che sconfina costantemente nella sua proprietà. E poi ancora molte altre. Ma Larry Gopnik reagisce? No, a nessuna di queste cose. Lui va da 3 rabbini per cercare la spiegazione di queste orribili cose che gli stanno capitando, per comprendere come mai Dio lo stia punendo e con quale scopo. Nessuno dei rabbini ha una risposta che non sia più di un mal celato 'non lo so'. Larry vorrebbe solo essere un uomo serio, che aiuta i suoi vicini (ma solo quelli ebrei!) e che vive sereno la sua realtà familiare. E, invece, è costretto a passare attraverso una serie innumerevole di umiliazioni, fino alla (quasi) fine del film, in cui sembra tutto dissolversi. Ma è poi veramente così? Chi lo vedrà, saprà!
Quello che posso dire su questa pellicola è che, sicuramente, non mi aspettavo questo. So che i Coen sono estremamente particolari e che ogni loro film è un'avventura diversa, ma, per quanto mi riguarda, non sempre è un'avventura felice. Su una cosa sono d'accordo però: sono bravi! Qui rendono alla perfezione l'incapacità di un uomo a reagire alla sua vita e alle pieghe che sta prendendo. In "Non è un paese per vecchi" ho dovuto chiudere gli occhi in alcune scene per la paura, come quando ero bambino. In "Burn after reading - A prova di spia" hanno saputo creare un'ironia maledettamente tagliente. Insomma, sanno sempre ricreare e ottenere ciò che vogliono e questo è un grande pregio.
Non rivedrei questo film, ma sono felice di averlo visto. E' un tassello in più della visione del mondo Coen. Una scena in particolare mi ha colpito: quando Larry sale sul tetto e si ferma ad osservare il vicinato. Lui è spettatore, come lo è, in realtà, nella sua vita. Gli altri fanno e lui subisce le conseguenze. Ma lui, davvero, cosa fa?
Curiosità: l'attore protagonista, Michael Stuhlbarg, è assolutamente identico a Joaquin Phoenix, ma senza il labbro leporino. Davvero due gocce d'acqua!
Consigli: Guardate questo film solo se siete appassionati di quello che potremmo definire il 'genere Coen'.
Parola chiave: Al peggio non c'è mai fine (è la metafora del film, non il mio giudizio sui film dei Coen!)


Ric