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sabato 29 aprile 2023

Film 2182 - 65

Intro: Molto incuriosito dal trailer, sono corso al cinema a recuperare questo film non appena ho potuto!

Film 2182: "65" (2023) di Scott Beck, Bryan Woods
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: l'idea di mischiare navicelle spaziali e dinosauri? Potenzialmente intrigante, anche se quella di alieni e cowboy non aveva funzionato tanto bene in passato... Eppure sulla carta questa pellicola sembrava un potenziale successo. Dove sta il problema, quindi?
La verità è che "65", oltre all'idea alla base della trama non va. Adam Driver si schianta sulla Terra e, pur provenendo da lfuturo, per qualche motivo finisce nel passato all'epoca dei dinosauri. E proprio qui sta il problema: tutto quanto detto finora lo sappiamo già perché ce lo dice il poster. Ergo, no effetto sorpresa rispetto ad uno dei colpi di scena della trama che avrebbe potuto fare la differenza in termini di lasciare lo spettatore sorpreso e piacevolmente colpito. Capisco che si debba trovare il modo per invogliare gli spettatori a vedere il film, ma non era davvero necessario rivelare che si trattasse praticamente di un viaggio nel tempo all'epoca dei dinosauri. Quindi sì, abbiamo un problema non da poco sin dal principio.
Avendo praticamente sprecato uno dei possibili twist della sceneggiatura, mi sarei aspettato che la storia facesse di tutto pur di stupirmi con altre sorprese e momenti epici, soprattutto considerato che si fa la fatica di scomodare i dinosauri (in un momento storico in cui un film tremendo come "Jurassic World Dominion" è riuscito ad incassare oltre 1 miliardo di dollari al box-office mondiale). Invece "65" sceglie di relegarli nello sfondo e concentrarsi sul rapporto tra i due protagonisti della pellicola: non ci sarebbe niente di male, non fosse che la storia di fatto finisce per rinnegare quegli elementi usati per attirare al cinema gli spettatori (tutta la componente sci-fi) per focalizzarsi sul rapporto tra Mills, il capitano con i sensi di colpa per la figlia morta che non è riuscito a salvare (Adam Driver), e Koa (Ariana Greenblatt), la bambina che non sa di aver perso i genitori e spera di poterli riabbracciare con l'aiuto di Mills, con cui però non può comunicare poiché i due non parlano le rispettive lingue.
Ribadisco, non ci sarebbe niente di male sul dare spazio prevalentemente alla storia e percorso di crescita dei due protagonisti, non fosse che non è la storia per cui ho pagato il biglietto. Io voglio vedere i dinosauri e voglio vedere come uno piovuto dal futuro, con armi e tecnologie a disposizione che non mi posso neanche immaginare, si confronta con il pericolo primordiale di un animale gigantesco che ti considera la sua cena. Fine. Tutto il resto non mi interessa, se non marginalmente. E non per superficialità o mancanza di tatto, ma semplicemente perché "65" mi ha convinto che fosse la storia di un sopravvissuto che non sa di trovarsi sul nostro pianeta nel periodo Cretaceo e deve confrontarsi con situazioni estreme per sopravvivere. Benissimo darmi un po' di contesto in termini di motivazione del personaggio e del suo percorso personale all'interno della storia, ma questo è un film di fantascienza che si immagina un mondo in cui un umano nel futuro, per un motivo o per un altro, deve fare i conti coi dinosauri: se avessi voluto vedere una pellicola su un padre disperato per la morte della figlia e pieno di rimorso perché quando è venuta a mancare lui non c'era e che ora cerca di alleviare dolore e senso di colpa aiutando la povera orfana a sopravvivere... allora a) non mi servivano i dinosauri e b) avrei guardato un altro film.
Quindi no, "65" non fa centro. E' un prodotto che non sa cosa vuole vendere o che tenta - senza riuscirci - di essere troppe cose alla volta. E nonostante Adam Driver sia ovviamente in grado di portare tutta la baracca sulle sue spalle, il risultato finale è mediocre a dir molto. Peccato.
Ps. Il fatto che Koa passi dal non sapere una parola di inglese a capire Mills nel giro di qualche giorno, considerato poi che lui si riveli assoltamente incapace (in-ca-pa-ce) a spiegarsi tramite gesti o disegni, è una semplificazione della trama che mi ha alquanto irritato.
Cast: Adam Driver, Ariana Greenblatt.
Box Office: $56.2 milioni
Vale o non vale: Cercate un film di fantascienza? Un film sui dinosauri? Un film che combini insieme elementi narrativi inaspettati e, sulla carta, impossibili da mischiare? Ottimo, evitate "65".
Scelte perfette per la ricerca di cui sopra sono, nell'rodine: "Alien", "Jurassic Park" e "Godzilla vs. Kong".
Premi: /
Parola chiave: Bacche.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 27 aprile 2023

Film 2181 - Searching

Intro: Solo dopo aver visto "Missing" ho realizzato che il film fosse il sequel di questa pellicola uscita nel 2018. E, una volta realizzata la connessione, tutto ha avuto subito più senso.

Film 2181: "Searching" (2018) di Aneesh Chaganty
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: 5 anni prima di "Missing", c'è stato "Searching" che, evidentemente, ha funzionato bene considerato che hanno pensato di fare un copia-incolla totale per il sequel (del resto questo film è costato $880,000 e ne ha incassati più di 75 milioni...).
Anche visto una seconda volta - e, soprattutto in questo caso, dopo aver visto il sequel - "Searching" funziona bene e regala ottimi momenti thriller e di suspence. Ammetto, però, che il secondo film del franchise è addirittura meglio di questo primo (che ha un colpo di scena finale meno soddisfacente).
Tutto sommato un buon film.
Film 1704 - Searching
Film 2181 - Searching
Film 2180 - Missing
Cast: John Cho, Debra Messing, Michelle La, Sara Sohn, Joseph Lee, Steven Michael Eich.
Box Office: $75.6 milioni
Vale o non vale: Se è piaciuto "Missing", sicuramente piacerà anche questo film (sono praticamente identici, eppure perfettamente distinguibili l'uno dall'altro). Colpi di scena a gogo e un ottimo John Cho protagonista, con una Debra Messing in un ruolo per lei inusuale.
Premi: /
Parola chiave: Lagoo.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 15 marzo 2023

Film 2170 - The Whale

Intro: Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo film, ma tutti parlavano in maniera entusiasta della performance del protagonista (e probabilmente un Oscar), per cui ho deciso di recuperarlo.

Film 2170: "The Whale" (2022) di Darren Aronofsky
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non sono necessariamente un fan dei film tratti da opere teatrali, né di quelle storie che vogliono raccontare a tutti i costi il dramma esistenziale di qualcuno. Da questo punto di vista, "The Whale" non si risparmia.
Il protagonista, Charlie (Brendan Fraser) è in fin di vita, recluso e obeso, depresso, sconfitto da un'esistenza che gli ha tolo l'amore della sua vita e lo ha privato, di conseguenza, della voglia di continuare a lottare. Si è rifugiato nel cibo e nel lavoro, che conduce da casa, isolato e nascosto da quegli sguardi altrui che lo metterebbero a disagio. La sua è una vita fatta di poche cose, a malapena riesce a muoversi autonomamente, e la sua unica consolazione parrebbe venire dal cibo e la compagnia dell'infermiera Liz (Hong Chau, vista di recente in "The Menu").
Chiaramente, viste le premesse e l'origine teatrale dell'opera, la storia si svolge interamente nell'appartamento di Charlie, un luogo a tratti naccessibile per il suo protagonista e che noi, come spettatori, scopriamo a poco a poco e man mano che il racconto procede fra racconti e ricordi di ciò che un tempo era la vita felice di Charlie. L'atmosfera cupa - l'appartamento è poco illuminato, dalla finestra vediamo che per la maggior parte del tempo piove - e, in generale, la consapevolezza della morte imminente del protagonista fanno sì che il film prenda una connotazione di pesantezza, un'irrequietudine che si percepisce per tutta la durata del racconto. Ad aggiungere ulteriore senso di malessere ci pensano i vari personaggi e la figlia (sadie Sink) di Charlie in primis.
A tratti ho avuto la sensazione che la storia cercasse volontariamente di infierire sul un protagonista già a terra, quasi un accanimento narrativo che alla lunga stanca e fa sentire impotenti. Mi rendo conto che probabilmente l'intento fosse proprio questo, che raccontare l'ultimo mmomento di riscatto di questo personaggio avesse senso nel momento in cui lo si mettesse di fronte a tutte quelle questioni in sospeso della sua vita che aveva lasciato per troppo tempo da parte, ma allo spettatore, che è unicamente testimone passivo di tutta la vicenda, è richiesto un enorme sforzo emotivo che non necessariamente viene ripagato nel finale.
Personalmente ho trovato "The Whale" - o, meglio, la storia da cui è tratto - un tantino fine a se stesso, un indulgere volontario in un mare di dolore, dialoghi violenti e momenti di disagio soffocante, il tutto per un risultato finale che mi ha lasciato un po' perplesso. Cosa mi sono portato dietro di questa storia e dei suoi protagonisti? Cosa ci vuole raccontare la trama e su cosa ci vuole far riflettere?
Non so, il dramma per il dramma non mi è mai piaciuto e, per quanto certi temi affrontati qui possano far riflette o scaturire discussioni a posteriori, rimane il fatto che, magnifiche interpretazioni a parte, mi è rimasto un po' il dubbio di cosa farmene di un film come questo. Come per tante altre pellicole che lo hanno preceduto, mi è parso che "The Whale" fosse più un mezzo per un fine (premi, festival, Oscar) che un'opera genuinamente capace di emoziare e suscitare un dibattito. Probabilmente, per quanto mi riguarda, questo è anche un momento personale in cui fatico a digerire il genere drammatico puro o gli esercizi di stile un po' fine a se stessi, per cui ho davvero faticato a farmi coinvolgere. Non lo rivedrei.
Cast: Brendan Fraser, Sadie Sink, Hong Chau, Ty Simpkins, Samantha Morton.
Box Office: $36.6 milioni
Vale o non vale: Le interpretazioni la fanno da padrone (al di là di quelle nominate all'Oscar di Freaser e Chau, ho davvero apprezzato quella di Samantha Morton che qui e in "She Said" ha dimostrato ancora una volta di essere una grande attrice) in un film che, di fatto, funziona grazie all'ottimo cast. Un prodotto non facile da digerire e sicuramente non per tutti. Dopo anni di oblio, qui Brendan Fraser ritorna - giustamente - al centro del discorso "cinema" e, questa volta, per un ruolo diametralmente opposto a quelli cui ci aveva abituato.
Premi: Candidato a 3 premi Oscar, ha vinto per il Miglior attore protagonista (Fraser) e il trucco. 4 nomination ai BAFTA per Miglior attore, attrice non protagonista (Chau), sceneggiatura non originale e trucco. Nominato al Golden Globe per il Miglior attore drammatico.
Parola chiave: Essay.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 febbraio 2023

Film 2167 - Madres paralelas

Intro: Recuperato con un po' di ritardo, ma molto, molto curioso di vedere l'ultima fatica di Almodóvar.

Film 2167: "Madres paralelas" (2021) di Pedro Almodóvar
Visto: dal computer portatile
Lingua: spagnolo
Compagnia: Ciarán
In sintesi: niente batte "Volder" quando si tratta delle collaborazioni tra Almodóvar e Penélope Cruz, anche se questo "Madres paralelas" sicuramente riesce a catturare l'interesse dello spettatore.
Meno bizzarro de "La piel que habito", questo film si imbarca comunque nel racconto di una storia estrema e a tratti disturbante, il racconto di un scambio di culla di cui solo una delle due madri e consapevole. *Spoiler* Nel momento in cui una delle due bambine muore, la madre che sa di avere a casa la figlia non sua (Cruz) dovrà decidere se venire allo scoperto oppure mantenere il segreto. Nel frattempo, neanche a dirlo, le due donne diventano amiche. Insomma, una storia complicata che lascia la protagonista (e lo spettatore) con non poco su cui riflettere.
Nonostante il tono principalmente drammatico, c'è qualcosa di questa pellicola che alleggerisce la tensione. Riflettendoci, credo che la scelta di una fotografia dai colori estremamente brillanti aiuti a mitigare quel senso di pesantezza che altrimenti la storia porterbbe con sé. Penélope Cruz prova ancora una volta, ce ne fosse stato bisogno, che è una delle migliori attrici contemporanee in circolazione (e forse un po' sottovalutata), una spanna sopra a chiunque altro condivida la scena con lei.
In generale, un film che ho visto con interesse anche se non il mio Almodóvar preferito.
Cast: Penélope Cruz, Milena Smit, Israel Elejalde, Aitana Sánchez-Gijón, Rossy de Palma, Julieta Serrano.
Box Office: $21.4 milioni
Vale o non vale: Gli appassionati del cinema di Pedro Almodóvar apprezzeranno l'ennesimo ritorno cinematografico dell'iconico regista spagnolo. Diversamente da altri casi, la sua collaborazione con la magnifica Penélope Cruz continua a regalare bellissimi momenti di cinema contemporaneo.
Non per tutti, ma sicuramente una storia che lascia spunti di riflessione (non solo rispetto al tema principale del film, ma anche riguardo alla guerra civile spagnola e le conseguenze che ha avuto e tutt'ora ha sui familiari delle persone coinvolte).
Premi: Candidato all'Oscar per la Migliore attrice protagonista (Cruz) e la Miglior colonna sonora. 1 nomination ai BAFTAs per Miglior film straniero e 2 ai Golden Globes per Miglior film straniero e colonna sonora. 1 nomination ai César per Miglior film straniero. In concorso a Venezia 78, Penélope Cruz ha vinto la Coppa Volpi come Miglior attrice.
Parola chiave: DNA.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 7 novembre 2022

Film 2144 - The Woman King

Intro: Curioso, molto curioso di vederlo al cinema!

Film 2144: "The Woman King" (2022) di Gina Prince-Bythewood
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: devo dire che vedere "The Woman King" al cinema è stata un'esperienza che mi ha lasciato particolarmente soddisfatto. Il film è ben confezionato e alterna sapientemente i momenti di battaglia a quelli di formazione dei vari personaggi, qui capitanati da una Viola Davis meravigliosa che dimnostra, ce ne fosse stato ulteriormente bisogno, che l'attrice è anche in grado di portare sulle spalle il peso di una pellicola di questo genere. Come lei davvero poche.
Il tutto incastonato in una storia vera che Wikipedia riassume così: «Nel Regno di Dahomey, all'inizio del 1800, la generale Nanisca addestra e guida le sue Amazzoni in un'eroica resistenza contro i commercianti di schiavi europei.»
Insomma, in un mix tra passato e azione da supereroi, "The Woman King" riesce a raccontare con stile incisivo e accattivante la storia delle guerriere Agojie, uno dei pochissimi eserciti composti unicamente da donne della storia moderna. Ben realizzato e interpretato in maniera impeccabile, questo film - scritto, tra l'altro, dalla Maria Bello di "Le ragazze del Coyote Ugly" e "A History of Violence" - è una bocca d'aria fresca per un anno cinematografico per ora non esattamente in stato di grazia.
Cast: Viola Davis, Thuso Mbedu, Lashana Lynch, Sheila Atim, John Boyega, Hero Fiennes Tiffin.
Box Office: $91 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Forse non per tutti - non quelli che si aspettano una pellicola "alla Marvel", diciamo - "The Woman King" è un ottimo film raccontato con intensità e ben dosato nei suoi momenti di classico genere action e drammatico, con un cast estremamente dotato e, soprattutto, una Viola Davis che fa scintille.
Premi: /
Parola chiave: Shark tooth.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 22 luglio 2021

Film 2034 - The Tomorrow War

Intro: Amazon lo ha talmente tanto pubblicizzato ovunque che, anche non avessi voluto vederlo, il brainwash ha in parte funzionato. E poi, lo ammetto, ho un debole per Chris Pratt.

Film 2034: "The Tomorrow War" (2021) di Chris McKay
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Keith
In sintesi: due cose non mi hanno per niente convinto di questo film: il costante tono drammatico che appesantisce la storia (e lo spettatore) e una buona dose di mancanza di senso nello spiegare come funzioni sta cosa della guerra dal futuro.
Per quanto riguarda il primo aspetto, nonostante l'ovvia caratterizzazione drammatica della storia, la mancanza di una netta distinzione tra momenti in cui è effettivamente richiesto un cambio di passo, un "appesantimento" dei toni per così dire, finisce per decretare un appiattimento generale rispetto a come il film viene percepito. Se ogni momento, ogni scena, ogni avvenimento presenta un'accompagnamento musicale da imminente fine del mondo e non si intermezza il dramma a qualche episodio che allievi la tensione, le occasioni in cui sarebbe effettivamente richiesto di mostrare un aggravamento in tensione e drammaticità finiscono per perdere di rilevanza e e il risultato finale è piatto e manca di epicità. Non importa quanti milioni di dollari tu investa negli effetti speciali (che sono molto buoni, ad essere onesti).
Rispetto alla seconda questione, mi sfugge un po' il senso di reclutare a forza dei privati cittadini per catapultarli nel futuro, senza alcun tipo di training preventivo, per far loro combattere una guerra di cui non sanno niente, nemmeno che aspetto abbia il loro nemico. Cioè, esattamente qual è lo scopo di mandare al massacro milioni di persone non addestrate per combattere una guerra - che si sta già perdendo - senza fornire alcuna informazione pratica o tattica? Se il punto era mettere delle armi in mano a della gente a caso tanto per far numero mi sfugge il senso di prendersi la briga di costruire un marchingegno che ti faccia viaggiare nel tempo con lo scopo di arruolare nuove reclute tra i tuoi ranghi.
Senza contare che, se l'umanità del futuro non è in grado di sconfiggere il nemico alieno, perché dovrebbe essere in grado di farlo l'umanità del passato (con tecnologia e conoscenze più antiquate)?
Onestamente questa pellicola mi è sembrata solo una scusa buttarci lì qualche alieno computerizzato fatto bene e una marea di sparatorie ed esplosione che avrebbero fatto un figurone al cinema. Più di questo "The Tomorrow War" non offre, se non qualche sbadiglio.
Cast: Chris Pratt, Yvonne Strahovski, J. K. Simmons, Betty Gilpin, Sam Richardson, Edwin Hodge, Alexis Louder.
Box Office: /
Vale o non vale: Visivamente il film non ha niente da rimproverarsi, ma la trama è innecessariamente drammatica e contorta e il tono costantemente, incessantemente drammatico. Persino all'inizio, quando il protagonista Dan (Pratt) non ottiene il lavoro che voleva e tiene il broncio alla figlioletta durante le feste natalizie. Ma il senso?
Per carità, è un prodotto che si lascia vedere, ma non aspettatevi troppo.
Premi: /
Parola chiave: Toxin.

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Bengi

martedì 12 maggio 2020

Film 1704 - Searching

Intro: Continua l'offerta dell'aereo.
Film 1704: "Searching" (2018) di Aneesh Chaganty
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non sapevo cosa aspettarmi da questa pellicola, però devo dire che me la sono proprio goduta. Un buon mistery thriller ai tempi dei social, "Searching" riesce sufficientemente ad intrattenere e confondere lo spettatore quanto basta per lasciarlo interessato fino alla fine del racconto. Meno scontato di quanto non ci si sarebbe aspettato. Bene anche John Cho come protagonista, un attore troppo spesso sottovalutato o lasciato a margine in quelle produzioni ad alto budget che preferiscono protagonisti occidentali; per lui la conferma - ce ne fosse stato bisogno - che è perfettamente in grado di portare una pellicola interamente sulle sue spalle.
Film 1704 - Searching
Film 2181 - Searching
Film 2180 - Missing
Cast: John Cho, Debra Messing, Michelle La, Joseph Lee.
Box Office: $75.5 milioni
Vale o non vale: Pur non trattandosi di un capolavoro, "Searching" funziona e riesce nell'intento di presentarsi come valida alternativa a basso budget - con cast prevalentemente asiatico, tutto ambientato sui social - alle grandi produzioni thriller (o quasi horror) cui ci hanno abituato. La storia è buona, il cast è in parte e l'atmosfera è quella giusta. Si può vedere.
Premi: /
Parola chiave: Social networks.

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Bengi

giovedì 26 aprile 2018

Film 1489 - Logan

Intro: Critiche entusiaste + supereroi dei fumetti sono un connubio che solitamente mi attrae come il miele con gli orsi. In questo caso, però, qualcosa non tornava perché al momento dell’uscita in sala di questa pellicola non ho sentito il desiderio di vederla, saperne di più. Eppure Wolverine è uno dei miei X-Men preferiti…
Film 1489: "Logan" (2017) di James Mangold
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: una nomination all’Oscar per la sceneggiatura non è poca cosa, soprattutto quando si tratta della prima per un film Marvel di derivazione fumettistica. Non male per l’acciaccato e tossicodipendente Wolverine, ormai autista di limousine in incognito che tenta di combattere i suoi demoni prendendosi cura di uno Xavier completamente alla deriva a causa della malattia.
Ad essere del tutto onesti, questa candidatura suona molto bene e non è ingiusta, ma rimane comunque leggermente sorprendente considerato quando sia vasto il panorama cinematografico contemporaneo. Per farla semplice: “Logan” è un bel film, efficace e scritto bene, ma non certamente tra i 5 con la sceneggiatura (non originale) migliore dell’anno. All’Academy piace sempre avere qualche “prima volta” ogni edizione, dei record da poter sfoggiare e che attraggano l’attenzione, per cui non sorprende quanto oculata possa essere stata la scelta di piazzare questo particolare caso all’interno della cinquina. Poi, ribadisco, la pellicola è bella; non aspettatevi il solito Wolverine macho e sessualmente appagante. Il nostro è alla deriva, perso e narcotizzato, in balia di una serie di situazioni che non mancheranno di dargli il colpo di grazia. E’ un ultimo capitolo veramente ben fatto e per certi versi spiazzante, completamente distante dagli altri episodi della saga. Ma si sa che i supereroi adesso stanno vivendo una nuova primavera; Hugh Jackman è una certezza, capace di fare come sempre suo il personaggio. In questa avventura è accompagnato da uno Xavier (Patrick Stewart) messo malino e una giovane artigliata il cui DNA sarà presto riconoscibile. Il cast di semi sconosciuti è ben assortito e, tra i tanti, si riconosce quell’Eriq LaSalle che molte lune fa interpretava nientemeno che il Dott. Benton in “ER”; come al solito non mancherà la violenza. Ce n’è tanta ed è cruda.
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 1925 - The New Mutants
Cast: Hugh Jackman, Patrick Stewart, Boyd Holbrook, Stephen Merchant, Richard E. Grant, Dafne Keen, Eriq La Salle.
Box Office: $619 milioni
Vale o non vale: il film funziona bene e Jackman non solo è un grande protagonista, ma è anche un perfetto Wolverine, con tutina degli X-Men o senza. A lui tutto il merito di un personaggio riuscito e credibile, nonostante l’ambientazione fuori dalla nostra realtà. Un buon capitolo conclusivo (se lo sarà), sicuramente un salto di qualità nella saga/spin-off dedicata a Logan, tanto che anche i non appassionati potrebbero gradire.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale.
Parola chiave: Eden.

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Bengi

lunedì 27 novembre 2017

Film 1444 - Baby Boom

Suggerito da Netflix, un film di cui ricordavo vagamente di aver intravisto da qualche parte la copertina...

Film 1444: "Baby Boom" (1987) di Charles Shyer
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Diane Keaton che per una volta non fa la nevrotica solitaria e triste, ma, invece, una piacente e sessualmente consapevole donna d'affari è una vera sorpresa in positivo. Per quanto gli outfit anni '80 e i capelli color cenere del caminetto non la aiutino proprio a ringiovanire, ci fa comunque una gran figura; se non ricordo male, non mi era ancora capitato di vederle recitare un ruolo del genere. Tutto il film è in pratica sulle sue spalle e l'attrice tiene perfettamente banco per le quasi 2 ore di durata del film.
La pellicola non è esattamente innovativa vista a 30 anni di distanza e ricorda una sorta di incrocio fra "Una donna in carriera" e "Tre scapoli e un bebè", per un risultato finale che è sì spassoso, ma troppo spesso fiabesco. Con bambini passati tramite azioni notarili, mangiarini gourmet per infanti che divengono bestsellers culinari e un'altalenante protagonista che credeva di sapere cosa volesse davvero dalla vita, ciò che "Baby Boom" ci racconta è che le donne possono essere chiunque esse vogliano, anche se alla fine Hollywood le costringe sempre ad avere in braccio figli, biberon e pannolini. Niente di male, oggi forse un'immagine obsoleta, probabilmente troppo semplicistica. Del resto non ha troppa importanza, qui siamo davanti a una commedia facile facile che scommette sul cosa potrebbe succedere se l'ultima delle irriducibili donne in carriera, sposata solo con il lavoro, dovesse mai trovarsi con un figlio dall'oggi al domani. Come vadano queste cose nei film lo sappiamo bene, nella vita vera chissà...
Ps. Candidato a 2 Golden Globes per Miglior film - commedia o musical e Miglior attrice protagonista.
Cast: Diane Keaton, Harold Ramis, Sam Wanamaker, Sam Shepard, James Spader, Pat Hingle, Britt Leach.
Box Office: $26,712,476
Consigli: Commedia facile facile che consegna alla Keaton il ruolo da protagonista e che lei sa gestire alla grande. Il film in sé è simpatico, anche se non indimenticabile, comunque piacevole per una serata spensierata.
Parola chiave: Pappe per bebè.

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Bengi

venerdì 22 gennaio 2010

Film 63 - Io vi troverò

Dopo l'adrenalina di "Avatar" avevo bisogno di rimanere carico lunedì, perchè il giorno dopo sarebbe cominciata la mia nuova carriera lavorativa...!


Film 63: "Io vi troverò" (2008) di Pierre Morel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cosa dicono sempre i genitori? Che la violenza non serve a nulla. Sarà vero nella vita, ma al cinema, con Liam Neeson, questo discorso non vale!
Per tutta la durata del film si spara. A chiunque. Anche senza motivo. Evvai!
Ora, senza voler scherzare, per tutto il film c'è davvero una sparatoria continua! E' impressionante quanto ogni scusa sia buona per mirare e sparare. Certo, a Liam hanno rapito la figlia 17enne (che sarebbe poi la Maggie Grace alias Shannon di "Lost" - prima e seconda stagione - che 17 anni li aveva nel 2000...), ma non è che la carneficina è d'obbligo, qualche anima risparmiata non danneggerebbe certo il testosterone! No, qui no. O son buoni o muoiono. Tra l'altro, caso strano, i cattivi sono albanesi e altri dell'est (scusate, non ricordo esattamente, ma di sicuro la maggioranza è albanese!), quindi mi sono chiesto: ma gli albanesi fanno film dove i cattivi sono gli americani?! E gli americani cosa spaccerebbero... Britney Spears?! Comunque, luoghi comuni a parte, non posso proprio dire che sia un brutto film, anzi, il contrario. Mi è piaciuto perchè fa bene il suo dovere, come del resto fa Liam/Bryan Mills, che per trovare la figlioletta pseudo 17enne vola fino a Parigi e la rintraccia in una rete complicatissima di prostituzione e schiavitù di ragazze rapite. Non c'è un errore nella serie di azioni di Bryan, fa quello che deve e sapendone conseguenze e complicanze, quindi è già preparato al da farsi successivo. Una specie di robot sfascia tutto. Tra l'altro quando la figlia lo chiama e gli dice che la stanno venendo a prendere sembra quasi che lui se lo aspettasse e le dice per filo e per segno cosa deve fare e cosa accadrà! Ma che padre è?!
Tra l'altro questo film, che ha sbancato il botteghino americano, è stato scritto dal regista e scrittore francese Luc Besson e interpretato, oltre che dai già citati, anche dalla bellissima Famke Janssen, la Jean Grey della trilogia di X-Men, e dalla prima ex attrice, poi ex cantante e adesso (boh) di nuovo attrice(?) Holly Valance, quella che, per intenderci, cantava "Kiss Kiss" nuda senza alcuna ragione di esserlo.
Consigli: Per chi ama il genere d'azione è una vera boccata d'ossigeno!
Parola chiave: "Possiedo delle capacità molto particolari..."



#HollywoodCiak
Bengi