Visualizzazione post con etichetta il pranzo di babette. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta il pranzo di babette. Mostra tutti i post

sabato 30 gennaio 2016

Film 1061 - Il pranzo di Babette

Finiti (per il momento) i film in lizza agli Oscar 2016, torno alla mia lista con l'approccio tradizionale: quello in ordine cronologico. In questo mese di gennaio ho spaziato in avanti e indietro per concedermi commenti a caldo infischiandomene plesemente della successione temporale in cui ho visto le varie pellicole, il che mi ha permesso di farmi un'idea d'insieme dei vari nominati, una cosa abbastanza insolita per me che di solito recupero tutto all'ultimo secondo.
Precedentemente, però - e ancora nel 2015 -, avevo comprato una valanga di nuovi dvd dei quali, di alcuni, ho già recuperato la visione. Questo è uno di quelli, visto per la prima volta nientemento che 6 anni fa...
Film 1061: "Il pranzo di Babette" (1987) di Gabriel Axel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, francese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Uno dei miei cult personali, una pellicola che, anche rivista la seconda volta, è riuscita a conquistarmi per delicatezza e sentimento.
Ambientato in uno sperduto paesino della Danimarca del 19esimo secolo, il film racconta la storia di Babette, rinomata cuoca parigina che fugge in danimarca a causa dei tumulti della Comune. Costretta a chiedere asilo alle due sorelle Martine e Philippa a cui sconvolgerà la vita, il culmine sarà proprio la cena del titolo in onore del defunto padre delle sorelle, fondatore e pastore di un ordine religioso protestante, che chiamerà a raccolta i cultori del credo davanti a una tavola imbandita e a piatti degni del Café Anglais (da cui si scoprirà provenire proprio Babette). Considerando il rigore e la semplicità professati dal culto, la cena si prospetta più come una prova del demonio da superare che un momento di festa in ricordo del defunto. Perché, allora, accettare lasciando che sia la domestica a preparare una cena in stile francese? Dopo tanti anni a servizio a casa delle due donne, Babette riceverà la notizia di aver vinto alla lotteria francese una somma che la renderebbe ricca e, invece di abbandonare le donne e l'impiego e tornare in Francia, decide di sdebitarsi con le persone che l'hanno accolta e salvata tanti anni prima proponendosi di provvedere, appunto, al cibo per la commemorazione.
Dopo anni di gelo spirituale (e climatico), il cibo magnificamente preparato dalla cuoca saprà scaldare i cuori dei credenti, ormai meno uniti di un tempo - avendo perso il loro leader da anni -, litigiosi e spesso in disaccordo. Nonostante il proposito comune di non interessarsi alla cena così da non rischiare di cadere nelle tentazioni infernali, di fatto ritroveranno l'armonia e la piacevolezza di stare insieme durante la cena stessa, rinvigoriti e riscaldati da gioie della vita che non si concedevano chissà da quanto tempo. La vera identità di Babette verrà scoperta e, all'affermazione delle sorelle «Adesso sarai povera per tutta la vita», Babette rispondera: «Un artista non è mai povero». Capolavoro.
Film 13 - Il pranzo di Babette
Cast: Stephane Audran, Birgitte Federspiel, Bodil Kjer, Jarl Kulle, Jean-Philippe Lafon, Vibeke Hastrup, Bibi Andersson, Ghita Nørby.
Box Office: $4.4 milioni
Consigli: Gioiellino del cinema nordeuropeo, "Babettes gæstebud" è un titolo delicato e raffinato, un esempio di come si possa fare grande cinema senza strafare. Stéphane Audran è una grandissima protagonista, in grado di valorizzare un personaggio e tutta la storia in maniera semplice, eppure indimenticabile. E' una pellicola che consiglio caldamente, pur rendendomi conto che non sia esattamente un film che possa piacere a tutti. E' spesso lento e l'ideologia religiosa ha molto spazio, ma la ricompensa della cena è un bottino non solo per chi vi partecipa, ma anche per lo spettatore. Vedere per credere.
Parola chiave: 10,000 franchi.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 21 novembre 2009

Film 13 - Il pranzo di Babette

Oggi pomeriggio ho deciso di finire quanto avevo cominciato ieri.


Film 13: "Il pranzo di Babette" (1987) di Gabriel Axel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, francese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo è sicuramente un film molto raffinato. Musica delicata, luci soffuse, natura selvaggia e una storia di vite riservate.
La prima cosa che ho pensato mentre guardavo il film all'inizio è l'austerità. Le due donne vivono in un villaggio talmente sperduto che stavo male solo a pensarci. Nessun lusso, niente famiglia (sono solo loro due, sorelle), vite dedicate semplicemente a seguire Dio e aiutare gli altri. Tutto questo grigio iniziale, però, esalta il calore della seconda parte, quella della cena del titolo. Nonostante il tono non sia mai oltre il sussurro, Babette con la sua cucina riscalda i cuori degli anziani ospiti che a forza di privarsi di qualsiasi cosa si sono dimenticati che non si può vivere di sole rinunce. Una cena da 10.000 franchi (siamo a fine '800) del resto metterebbe di buon umore chiunque. Sul finire del film, dunque, è tutto un "Dio ti benedica" e un'"alleluia", che i 12 ospiti si sono ripresi dal regime di 'austerity' cui erano ormai assuefatti. Babette, insomma, è il toccasana del villaggio e supera senza una piega la prova cui si era auto-sottoposta (i commensali, infatti, temevano che il cibo li avrebbe condotti al peccato, quindi per tutta la cena nessuno osa apprezzare il cibo per paura della dannazione... Ah, l'800!). A fine serata le due sorelle di cui Babette è domestica la ringraziano per il cibo e si complimentano, in un crescendo di commozione che culmina nella scoperta della vera identità di Babette: era chef in uno dei ristoranti più famosi e costosi di Parigi (e dove un pranzo per 12 costava, appunto, 10.000 franchi)! Le tre anime saranno legate per sempre. Nero, fine.
Sì, sì, sì, bello! Lento e dolce, mi ha ricordato un po' "Lezioni di piano" e un po' quel "Chocolat" di cui si potrebbe dire che è l'antenato. Ma, diversamente da quest'ultimo film, qui ho avuto meno voglia di mangiare. Devo ammettere che vedere la tartaruga viva che ansima morente in cucina, sapendo che finirà per diventare brodo, un po' mi ha guastato l'attesa del menù. Qui c'è poco di 'politically correct' se pensiamo dal punto di vista degli animali: arrivano tutti vivi con il solo scopo di essere uccisi in funzione della cena. Forse oggi certe cose non si potrebbero far più vedere.
Però, sicuramente, Babette mi ha trasmesso la voglia di vino, vino buono! In tavola viene servito Amontillado bianco ambra e Champagne Veuve Clicquot e tutti non possono fare a meno di gustare con piacere la bevanda che hanno nel bicchiere (si vede dalle espressioni del viso) mentre, chi può solo guardare, invidia l'abbondanza che ha davanti agli occhi!
Mi concedo un'unica critica. Non so se solo a me le doppiatrici delle sorelle sembrassero incapaci di pronunciare qualunque parola di francese senza sembrare due 'zdaure' bolognesi al primo approccio con la lingua, in ogni caso avrei scelto qualcuno di più abile con la pronuncia. Una delle due, tra l'altro, è doppiata dalla stessa che da la voce a Jessica Fletcher, "La Signora in giallo".
Il film ha vinto l'Oscar 1988 per il miglior film straniero (Danimarca).
Film 1061 - Il pranzo di Babette
Consigli: E' un film da guardare da soli, per gustarsi l'atmosfera intima senza distrazioni.
Parola chiave: Il decano




Ric