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sabato 27 giugno 2020

Film 1732 - The Prime of Miss Jean Brodie

Intro: Avevo sempre voluto recuperare la filmografia di Maggie Smith, specialmente il ruolo per cui si è aggiudicata il primo Oscar, così ne ho approfittato alla prima occasione.
Film 1732: "The Prime of Miss Jean Brodie" (1969) di Ronald Neame
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Hugh
In sintesi: onestamente mi aspettavo qualcosa di diverso e ho trovato il film affrontabile solo grazie alla magnifica performance di Maggie Smith.
Jean Brodie è un personaggio difficile e complesso, reso antipatico dalle sue ideologie e un certo attaccamento al potere che passa anche per una buona dose di lavaggio del cervello. La necessità che esprime di ingraziarsi e plasmare le menti delle sue pupille è il leitmotiv di tutta la storia che, tra l'altro, è tratta dall'opera teatrale derivante dal romanzo di Muriel Spark.
In generale mi ha ricordato qualcosa di "Mona Lisa Smile", anche se il personaggio della protagonista qui è molto più complesso.
Ps. Non c'entra molto, ma non riesco a capacitarmi della bruttezza della locandina...
Cast: Maggie Smith, Robert Stephens, Pamela Franklin, Gordon Jackson, Celia Johnson.
Box Office: $6,650,000
Vale o non vale: Si citano Benito Mussolini e Francisco Franco, si parla di sesso, si analizza un personaggio a tratti scomodo, a tratti ridicolo che, però, nelle mani di Maggie Smith prende vita in maniera credibile e riuscita. Non è un film per ogni occasione, ma sicuro i fan della Smith non mancheranno di apprezzare la puntuale bravura della loro beniamina.
Premi: Vincitore dell'Oscar per la Miglior attrice protagonista (Smith), era candidato anche per la Miglior canzone originale ("Jean" di Rod McKuen); candidato a 3 Golden Globe (Miglior film drammatico e miglior attrice protagonista), ha vinto quella per la canzone originale; 3 nomination ai BAFTA e 2 vittorie per Miglior attrice protagonista e attrice non protagonista per Celia Johnson (contro di lei era candidata Pamela Franklin). In concorso al Festival del Cinema di Cannes 1969.
Parola chiave: Dipinto.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 26 aprile 2013

Film 539 - Liz & Dick

In realtà è un film per la tv, ma non importa. E' la storia di Liz Taylor e della sua relazione certamente complessa con Richard Burton. E a interpretare la grande attrice ce n'é una non esattamente divina... Lindsay Lohan.
Potevo forse perdermelo?! Potevamo, forse, io e Leoo (che praticamente guardiamo qualunque cosa)?! No, infatti.

Film 539: "Liz & Dick" (2012) di Lloyd Kramer
Visto: dal portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Leoo
Pensieri: Nemmeno troppo inaspettatamente bocciato da tutta la critica americana, questo prodotto tv incentrato sulle vicissitudini amorose di Elizabeth Taylor e Richard Burton si concentra moltissimo sulla realizzazione estetica, ma fallisce nei contenuti.
Partendo dal presupposto che si danno per assodati troppi passaggi che, mancando, spezzano la narrazione, i dialoghi sono spesso connotati da cliché e stereotipazioni abbastanza superficiali. I bipolari cambiamenti di umore di entrambi non sono né giustificati né debitamente approfonditi, ma vengono semplicemente serviti al pubblico quale dato di fatto, quasi ad autolegittimare la nomea di relazione vissuta a cento all'ora che la storia d'amore aveva acquisito. Peccato che non si possa rappresentare la vita di due persone come fosse un'unica sequenza di copertine di giornali scandalistici.
Capricci ed esagerazioni, debilitanti altalene emotive e due carriere hollywoodiane più lanciate che mai (rappresentati anche i momenti in cui gli attori ebbero la nomination all'Oscar per "Chi ha paura di Virginia Woolf?" oltre che il momento della vittoria per la Taylor e della sconfitta per Burton): insomma, un sacco di argomenti tra il biopic e mondo del gossip, passando per la curiosità che il pubblico può nutrire per le fiction da 'dietro le quinte' sui propri divi preferiti. Eppure, nonostante tutti i possibili agganci per realizzare un racconto che funzionasse davvero, "Liz & Dick" scricchiola in svariati passaggi.
Il problema non sta tanto nella recitazione - ci terrei a ricordare che questo è un prodotto per la televisione americana realizzato dalla rete via cavo Lifetime. Noi abbiamo le fiction Rai con Manuela Arcuri o Nino Frassica. Non siamo quindi troppo nella posizione di criticare una Lindsay Lohan qualunque -, quanto, appunto, nella storia. Non che sia inguardabile o illogica, semplicemente riduce tutto troppo, senza davvero approfondire il rapporto umano che ha legato le due star che, prima di essere tali, erano persone. Invece mi è sembrato che ci si sia preoccupati moltissimo del lato patinato e glam, delle feste e dei gioielli, tralasciando ingenuamente una parte della storia che non può essere tenuta in secondo piano, ovvero la vicenda umana.
Lo scandalo della relazione tra la Taylor e Burton non può essere riassunto in due titoli di giornale, ma, a mio avviso, avrebbe dovuto essere affrontato attraverso gli occhi di tutti e quattro i coinvolti (ossia delle due coppie sposate). Questo elemento di approfondimento psicologico più consapevole e maturo manca e rende incompleto un lavoro che, quindi, finisce per basarsi solo sulla superfice delle cose.
Quello che davvero manca è la capacità dello sceneggiatore di rendere persone i personaggi e non solo di descrivere le tappe in ordine cronologico di due figure che rimangono, per tutta la narrazione, bidimensionali ricordi delle personalità che rappresentano. Di questo, quindi, non si può fare alcuna colpa alla Lohan.
Premesso che in generale non mi è mai piaciuta, comunque ho trovato la scelta di farle rappresentare Liz Taylor (oltre che provocatoria) azzeccata quantomeno per l'aspetto. Non si assomigliano mai in maniera strabiliante, eppure c'è qualcosa di maledettamente identico che le accomuna e funziona. Decisamente meno magnetico, invece, il Burton di Grant Bowler che non colpisce in nessun passaggio particolare e, anzi, sembra spesso un pensionato qualunque di passaggio nella vicenda della protagonista Taylor.
I veri momenti che ho trovato detestabili e recitati veramente male, sono stati quelli della pseudo intervista doppia di Liz e Dick in una specie di spazio fuori dal tempo, dove quelle che potremmo definire le coscienze dei due, raccontano, descrivono e spiegano in prima persona le vicende intercorse durante la lunga relazione d'amore.
Questi momenti teoricamente più intimisti, spezzano in maniera drammatica la narrazione e non aggiungono davvero nulla che non sia il dar prova che Lindsay Lohan sa ancora piangere a comando. Essendo la sceneggiatura così piatta, non è necessaria alcuna spiegazione degli eventi sottolineando i passaggi chiave, perchè anche un bambino riesce a coglierli. E, ripeto, sono recitati piuttosto malino rispetto al resto delle due performance. Oltre al fatto che scimmiottano piuttosto goffamente i momenti di analisi di coppia Jolie-Pitt in "Mr. & Mrs. Smith"
Insomma, "Liz & Dick" è quello che è, nonché esattamente ciò che mi aspettavo, ovvero un prodotto che gioca molto sull'appeal della coppia di cui racconta la storia e della protagonista scelta per portare sul piccolo schermo questa porzione di vita dell'attrice Elizabeth Taylor. L'aspetto meglio curato è quello estetico (bei costumi, trucco fatto molto bene e bella fotografia), ma è incapace di gestire un racconto che vada oltre una patinata e semplificata visione della realtà. A tratti funziona, ma non è certo soddisfacente.
Consigli: Lo si può vedere per svariati motivi: se si è fan della Lohan, se si amano i biopic oppure se i Burton-Taylor piacciono o sono piaciuti. E' un intrattenimento innocuo e che richiede pochissimo sforzo intellettuale. Va, però, considerato nei limiti di ciò che è, senza pretendere approfondimenti o slanci d'autore. In quest'ottica si segue volentieri.
Parola chiave: Oscar.

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Bengi

lunedì 16 maggio 2011

Film 256 - Silvio Forever

Un documentario dietro l'altro. Questa volta si parla di politica.


Film 256: "Silvio Forever" (2011) di Roberto Faenza, Filippo Macelloni
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Biografia non autorizzata del nostro capo di governo, questo documentario mi ha deluso.
Con tutti gli elementi che c'erano a disposizione, il risultato mi è sembrato più da barzelletta che da denuncia culturale ed intellettuale.
Disarmanti, sì, l'egocentrismo, la spavalda sicurezza, il delirio di onnipotenza, i giri loschi, il vortice del sesso che coinvolgono Berlusconi nel tempo, ma impiattati a mo' di monologo autocelebrativo (la voce è di Neri Marcorè) finiscono per rendere il tutto meno efficace.
Visto e considerato che Berlusconi è già da solo macchietta ridicola, non c'era bisogno, a mio avviso, di calcare troppo la mano tra un passaggio e l'altro. I fatti si commenterebbero da soli, la voce fuori campo alla lunga stanca per il marcato accento e distrae. Lo spettatore potrebbe benissimo unire i pezzi del puzzle senza bisogno di un tutor che lo aiuti a vedere il quadro d'insieme (di per sé piuttosto evidente da intuire).
Ovviamente il tono è totalmente antiberlusconiano e politicamente fortemente schierato contro, rimangono comunque ben ancorate in mente le frasi, le figuracce, i deliri, le gag, le barzellette, i momenti imbarazzanti. L'intento era più che nobile, ma forse sarebbe stato meglio se a parlare fossero stati i fatti stessi.
Consigli: Un punto di vista in più sulla società odierna e chi la governa non può che far bene. Comunque da vedere.
Parola chiave: Berlusconi a tutto tondo.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 24 aprile 2011

Film 242 - Ex

Curiosità a mille per un film italiano uscito un paio di anni fa e che mi ero perso.


Film 242: "Ex" (2009) di Fausto Brizzi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luca
Pensieri: Ma che delusione! Ma siamo sicuri sia lo stesso regista di "Maschi contro femmine"? No perchè il prodotto finale è decisamente differente...
Al di là del cast italiano in grande spolvero (Brilli e Salemme non li reggo) non c'è davvero nient'altro da segnalare. La storia è caotica e scontata, buonista e superficiale, ridicola in certi passaggi (Orlando che balla con le amiche del figlio adolescente non si può guardare) e talmente 'piaciona' che infastidisce. Crisi di mezz'età, amori non corrisposti, amori lontani, amori impossibili, Jalisse e chi più ne ha più ne metta. No no no, non ci siamo.
Peccato perchè il potenziale era tantissimo. Considerando gli attori (la metà esatta sono quelli dei due maschi e femmine contro) e il regista (lo stesso anche dei due "Notte prima degli esami", sceneggiatore di film come "Nessuno mi può giudicare", "Oggi sposi") ci si aspettava molto, moltissimo di più. E invece il prodotto è mediocre, giocato su un appeal commerciale solo di immagine (locandina interessante coi nomi ben in vista di tutti i partecipanti, un trailer ben fatto) per richiamare i fans del genere (commedia italiana corale) o di questo o quell'attore.
Ci si poteva impegnare davvero di più.
Consigli: Guardatelo prima di "Maschi contro femmine", se potete, altrimenti vi aspetterete troppo da questa pellicola deboluccia.
Parola chiave: Amore.

Trailer

Ric

lunedì 24 gennaio 2011

Film 207 - Io sono l'amore

Dopo un cinema a Milano, un film su Milano. Uno dei rari casi in cui l'Italia è riuscita a conquistare l'estero.

Film 207: "Io sono l'amore" (2009) di Luca Guadagnino
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Solitamente non amo i film italiani, ma questo mi aveva incuriosito già in partenza grazie alla partecipazione di Tilda Swinton (miglior attrice non protagonista agli Oscar del 2008), attrice che adoro e qui recita perfino in italiano! La Rohrwacher, poi, pare essere una delle più promettenti attrici italiane. Le critiche che avevo letto parlavano decisamente bene della pellicola. La nomination ai Golden Globes come miglior film straniero, infine, ha decretato come necessaria la visione di quest'opera di Guadagnino.
Strano, devo dirlo, il primo impatto. Svariati rimandi e coincidenze alla giornata passata a Milano esattamente 24 ore prima mi hanno coinvolto molto nella visione.
Grande famiglia benestante, profusione di sentimenti, amori nascosti quasi adolescenziali, un respiro internazionale, musiche azzeccate. Questo "Io sono l'amore" è davvero molto bello.
A differenza dei nostri film più 'tipici', l'aria che si respira non è quella solita, chiusa, magari provicinciale, magari volgare (penso ai cinepanettoni vari), ma, al contrario, l'idea è quella di una pellicola dinamica, capace di fluttuare su diverse realtà in maniera sofficie e garbata, lasciando sempre aperte mille strade da percorrere. La rigidità composta della russa Emma/Swinton viene dolcemente incrinata dall'amore per il giovane cuoco Antonio/Edoardo Gabbriellini e per il ritrovato senso della vita. Le musiche di John Adams - compositore laureato ad Harvard - accompagnano le immagini a volte fredde (della città o della quotidianità famigliare, la vita solitaria di Emma) e a volte calde e sensuali (gli incontri amorosi) con una buona simbiosi tra immagini e suoni.
Un ottimo candidato per rappresentarci all'estero, insomma, sperando che, quantomeno, domani arrivi la nomination all'Oscar come film straniero (ma l'Italia non aveva proposto "La prima cosa bella"?!) o, meglio, in molteplici categorie!
Consigli: Uno dei film da vedere per presentarsi preparati alla cerimonia degli Oscar 2011! Qualche nomination, speriamo, dovrebbe conquistarla. In ogni caso, rimane comunque un film da vedere. Bello e bravissima la Swinton.
Parola chiave: Cucina.


#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 1 aprile 2010

Film 96 - E' complicato

Lo attendevo da mesi! Anzi, per l'esattezza LA attendevo da mesi... Chi? Ma ovviamente Meryl! Per lei ho stressato a morte Luca che, alla fine, è venuto a vederlo senza bidonare all'ultimo come suo solito!


Film 96: "E' complicato" (2009) di Nancy Meyers
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Ale, Luca
Pensieri: Che cosa ci può essere di più complicato di una storia d'amore? Con un uomo sposato. Con un uomo sposato che è anche il tuo ex marito. Con il tuo ex marito che ora è il tuo amante. Che casino.
E' stata brava Nancy Meyers, anche stavolta ha ricamato sopra alla consuetudine amorosa aggiungendo quel suo tocco glam a tutti i costi e un cast di attori che si arruffianano anche il Papa. Furba perchè non si arrischia mai in qualcosa di nuovo, ma abilissima a intraprendere strade che altri prima di lei avevano ignorato. Del resto è colei che a scritto film come "Soldato Giulia agli ordini", "Baby Boom", "Tutto può succedere", "L'amore non va in vacanza" e diretto (oltre agli ultimi due) "What Women Want". E' un po' la sorellastra di Nora Ephron, se vogliamo.
E cosa ha legato queste due donne registe e sceneggiatrici nel 2009? Un'altra fantastica donna: Meryl Streep. Senza dilungarci troppo: 16 nomination all'Oscar e due vinti, ma da troppo tempo in attesa del terzo nonostante certe interpretazioni da brivido. E come lo capisci che sta donna è brava? Forse anche da film come questi. Di commediole ne vediamo tutti i giorni passare al cinema. Questa, come dicevo, non presenta guizzi di genialità imprevista, ma si basa, soprattutto, sulle interpretazioni dei protagonisti. Se la commedia è considerata un genere minore, allora diciamo che Meryl è una per tutti i generi, con una mimica pazzesca ed espressioni facciali che la vorrei vedere con Jim Carrey! Fantastica, davvero un piacere da guardare! La potenza della sua recitazione è tale da valere da sola il biglietto. Ancora non so se stupirmi o prostrarmi davanti ad una donna che passa da film come (solo negli ultimi 2 anni) "Mamma mia!" a "Il dubbio", da "Julie & Julia" a "E' complicato". Non c'è situazione che non sappia rendere, non c'è personaggio che non possa interpretare. Sto dicendo solo ovvietà? Forse, ma Meryl l'elogio se lo merita sempre.
Tornando più in generale al film, direi carino, divertente per alcune battute top (key words: troia e sperma) e comunque piacevole per tutta la durata. Nonostante le parole chiave un po' volgari, il film non sfocia mai nel grottesco o fuori luogo, ma, anzi, propone gag che, se me lo concedete, hanno sempre un'ottica molto femminile. Carine anche le situazioni con le amiche (una è la vera moglie di Tom Hanks) che ricordano molto le chiacchierate di Carrie & Co. in "Sex and the City" (che stiamo tutti aspettando per il mese prossimo!).
Unica vera pecca un Alec Baldwin decisamente fuori forma a cui hanno affibbiato una parte molto senza vestiti... Me la risparmiavo volentieri.
Comunque il trio Streep-Baldwin-Martin è decisamente ben assortito e, anche se mai me li sarei immaginati insieme, effettivamente mi sono piaciuti!
Consigli: Da vedere assolutamente! E rigorosamente in compagnia.
Parola chiave: Divorzio.




Ric