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domenica 14 giugno 2020

Film 1724 - Beautiful Boy

Intro: Volevo vedere questo film sia perché Timothée Chalamet è tra i protagonisti, sia perché era stato candidato a qualcuno dei premi che contano. E si sa che io gli award show li adoro...
Film 1724: "Beautiful Boy" (2018) di Felix van Groeningen
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: personalmente ho trovato questo film noiosissimo, ma non tanto in termini di realizzazione, quanto rispetto all'idea di base che presenta.
Il processo autodistruttivo e autolesionista di un tossicodipendente è stato ripreso, riadattato e riproposto ormai in tutte le salse, per cui mi rendo anche conto che non sia facile produrre qualcosa di nuovo sull'argomento, eppure ho trovato "Beautiful Boy" non solo banale nella sua idea centrale, ma anche maledettamente arrogante.
C'è una strafottenza nel personaggio di Nic (Chalamet) che fa venire voglia di prenderlo a schiaffi e un'impotenza frustrante in quello di David (Carell) che si riversa completamente sullo spettatore, tanto che ci si chiede più volte durante la visione perché questa famiglia non faccia qualcosa di concreto per riprendere in mano le redini della propria vita. Sì, ci sono i litigi, i confronti, le riabilitazioni, le buone intenzioni, eppure sembra che tutti si siano arresi all'idea che questa sia la loro vita, che non ci sia una via d'uscita e che l'unico modo di affrontare tutto questo dolore sia riconoscerlo e trovare un modo per accomodarcisi dentro.
Ho voluto finire di vedere "Beautiful Boy" perché trovo Timothée Chalamet un bravissimo attore e, onestamente, mi sono dovuto sforzare per trovare la forza di non mollare la visione per ben più di una volta. Detesto quei titoli che ti mettono di fronte ad una situazione difficilissima con il solo scopo di renderti testimone di un disagio. E' troppo facile ritrarre il dolore in questo modo, troppo banale e passivo. E' come se questo film, al pari della famiglia di cui parla, si sia arreso in partenza e trovi piacere nel solo fatto di mettere in scena una dramma che abbia l'unico scopo di fare pietà (e quindi sollecitare le simpatie emotive del pubblico o della critica). Non ci siamo. Ps. Tratto dalla storia vera - e relative opere letterarie - di David Sheff ("Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction") e Nic Sheff ("Tweak: Growing Up on Methamphetamines").
Cast: Steve Carell, Timothée Chalamet, Maura Tierney, Amy Ryan, Kaitlyn Dever, LisaGay Hamilton, Timothy Hutton.
Box Office: $16.6 milioni
Vale o non vale: In inglese con il termine crowd-pleaser ci si riferisce a qualcosa o qualcuno che piace alla gente, che esercita un fascino positivo sulle persone. Estendendo il termine a questa pellicola, credo che uno degli intenti di fondo (voluto o no) fosse quello di proporre al pubblico un drammone che conquistasse le simpatie dello spettatore e, per estensione, di quella critica che ha forte potere persuasivo rispetto alle premiazioni che contano. Qualche risultato concreto c'è stato, ma il box-office è stato disastroso - il film è costato tra i 19.3 e i 25 milioni di dollari - e tutto sommato in pochi si ricordano dell'esistenza di "Beautiful Boy". Ed è un peccato, per il cast è assolutamente perfetto e ci sarebbero molti spunti sui quali poter lavorare con serietà, però la sceneggiatura sceglie di intraprendere una strada banale e passiva, tanto gratuitamente complicata quanto frustrante.
Ci sono film sulla droga o la dipendenza sicuramente più interessanti e riusciti, uno su tutti "Trainspotting".
Premi: Candidato al Golden Globe e BAFTA per il Miglior attore non protagonista (Chalamet).
Parola chiave: Riabilitazione.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 22 agosto 2019

Film 1658 - Jackass 3D

Intro: In realtà le scelte film-on-the-road sono finite presto e, una volta tornati al Takarakka (per l'ultima volta!) ci siamo lasciati consigliare. Male.
Film 1658: "Jackass 3D" (2010) di Jeff Tremaine
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre, Ale, Andre, Rainer
In sintesi: non fremevo certo per rivederlo (nemmeno ricordavo di averlo già visto), ma Rainer ha cominciato con il proporci qualche spezzone che a lui faceva particolarmente ridere e abbiamo finito per vederlo tutto. Poi io "Jackass" l'ho trovato sempre spassoso, ma detto ciò questa pellicola non ha alcun valore.
Film 235 - Jackass 3D
Film 1658 - Jackass 3D
Cast: Johnny Knoxville, Bam Margera, Steve-O, Ryan Dunn, Wee Man, Preston Lacy, Chris Pontius, Danger Ehren, Dave England, Spike Jonze.
Box Office: $171.7 milioni
Vale o non vale: Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace.
Premi: /
Parola chiave: Farsi male.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 23 marzo 2011

Film 235 - Jackass 3D

'Don't try this at home'. Già, sono d'accordo...

Film 235: "Jackass 3D" (2010) di Jeff Tremaine
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luca
Pensieri: Terzo capitolo della strampalata (e fortunata) serie sugli stuntmen pazzoidi e masochisti, questo "Jackass 3D" è, nella forma e nei modi usuali del format (leggere volgarità e schifezze non censurate a manetta), piuttosto divertente. Personalmente ho riso molto.
Una comicità elementare e bassa, solamente fisica e decisamente non per tutti. La pazzia dei ragazzi che praticano 'avventure' così estreme può infastidire l'occhio di chi è poco incline a forme di intrattenimento che oserei definire 'da caserma'. I più smaliziati e i fans, invece, potranno godersi un divertimento continuo e ben architettato, capce di fare volare i 94 minuti di pellicola.
Soliti protagonisti Johnny Knoxville, Bam Margera, Steve-O già resi famosi dalla serie tv originale e dai precedenti film ("Jackass: The Movie" e "Jackass Number Two"). La formula quindi è la stessa e, nonostante la decina d'anni ormai passata dal debutto in televisione, direi che tiene ancora perfettamente. Sarà merito delle gag, dei protagonisti divertenti e divertiti, sempre entusiasti di ogni nuova sfida, oppure ancora dell'inevitabile comicità fisica di certe situazioni, di fatto il mix funziona bene. Non a caso l'incasso negli USA è stato da grande produzione: $117,224,271 a fronte di una spesa di 20. Mica male...
Film 235 - Jackass 3D
Film 1658 - Jackass 3D 

Consigli:Un film da gruppo di amici, pop corn e birra. Il divertimento in gruppo è davvero assicurato!
Parola chiave: Dolore.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 6 marzo 2011

Film 225 - Rabbit Hole

Altro film, altra preparazione agli Oscar. Questa volta, dopo la cena, un dramma non da poco.


Film 225: "Rabbit Hole" (2010) di John Cameron Mitchell
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Gianpaolo, Marco, Diego, Andrea Puffo
Pensieri: Cos'è che c'entra questa tana del coniglio con il film in questione?
Diciamo che, nella trama, si riferisce ad un fumetto. Ma che ci sia anche un significato altro?
Nicole Kidman qui è Becca, madre che sta affrontando il dolore per la perdita del figlio di 4 anni assieme al marito (Aaron Eckhart) e, non sapendo bene come uscirne, cerca di intraprendere varie strade. Tornare al lavoro non funziona (ormai è fuori dal giro), la notizia della sorella incinta di un maschietto non aiuta, le sedute di terapia di gruppo non fanno per lei, ma, pare, trovi conforto nel dialogare con il ragazzino che ha effettivamente (per errore o negligenza non è il punto) investito suo figlio.
Se il tema del dolore è giustamente personale, rimane comunque una scelta strana - per non dire volutamente provocatoria - quella di affidare il ruolo di riconciliatore allo stesso individuo che ha causato il dramma. Di fatto il giudizio sulla scelta rimane sospeso, equilibrato dallo sdegno del marito che, giustamente, di frequentare il ragazzino non ci pensa proprio. Ma non aggiungo altro per non rovinare la trama. Emozioni forti in agguato, comunque.
Per concentrarci sull'interpretazione della Kidman, invece, direi che siamo tornati a uno standard piuttosto elevato, ma non sono sicuro al 100% che le valesse una terza nomination all'Oscar. Ad analizzare maliziosamente gli eventi, questo ritorno alla qualità - dopo anni di produzioni sfortunate - per Nicole è stata una benedizione non da poco, considerando poi i ruoli sempre più marginali ritagliati per lei nei film ("Nine") o le parti da dimenticare ("La bussola d'oro", "Invasion", "Vita da Strega" o il pessimo "La donna perfetta"). Decisamente determinata a tornare in vetta, grazie a questo film c'è stato un oggettivo miglioramento, nonché un ritorno alla qualità solita cui Nicole ci aveva abituato con grandissimi film ("Moulin Rouge!", "The Others", "Ritorno a Cold Mountain"). Insomma, cinema impegnato, apparizioni dosate, un pubblico addio al botox e un ritorno al naturale rosso di capelli che tanto l'aveva resa celebre. E' l'inizio per un ritorno con le scintille. Ma, sia chiaro, l'Oscar non aveva alcuna chance di vincerlo.
Buono il resto del cast, con Eckhart un po' faccione di plastica, ma intenso. Sarebbe da valorizzare un attimo di più come attore, fatica a farsi prendere sul serio e, invece, non è da sottovalutare. Fedele al suo personaggio (televisivo) rimane Sandra Oh che non aggiunge nulla di nuovo (se non quanto già visto in tv) alla sua Gaby. Sempre bravissima Dianne Wiest, un'espressività ed intensità davvero notevoli. Sguardi che dicono tutto, senza bisogno di parole. Una vera attrice.
La pellicola in sé non aggiunge niente di nuovo al panorama del dramma familiare ed ha una certa anima patinata da rivista delle case da sogno che un po' intralcia lo scopo e un po' infastidisce. Non è un film totalmente riuscito (non a caso solo la performance della Kidman è stata notata), ma nonostante questo non si può dire che sia pessimo. Forse non scava troppo a fondo nel personaggio della madre (che risulta a suo modo piuttosto freddina, quantomeno all'inizio) e il tutto rimane un po' una vana esibizione delle capacità attoriali (sicuramente riconosciute) della diva hollywoodiana. Tutto sommato, direi benino. Meno.
Consigli: Pellicola da fazzoletto facile. Ma analizzato dal dopo-dramma in poi e con uno strano approccio alla vicenda. Guardare e decidere se, dopotutto, la Kidman è tornata finalmente al grande cinema.

Parola chiave: Dolore.



Ric