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lunedì 8 novembre 2010

Film 177 -The Exorcism of Emily Rose

Non sempre l'horror ha bisogno di far scorrere del sangue per terrorizzare. Questo film ce lo insegna benissimo...


Film 177: "The Exorcism of Emily Rose" (2005) di Scott Derrickson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Schiacciati sul mio divano in camera nella tarda notte di Halloween, io e Marco ci guardavamo un bell'horror tutto contorsioni e diavolo. Le 3 della mattina, orario preferito dal maligno in barba alla Trinità cristiana, sono sinonimo di grandi avvitamenti per la povera Emily Rose/Jennifer Carpenter (oggi signora "Dexter" sia per fiction che nella realtà). Non le viene risparmiato niente, dalla possessione al dolore fisico e nessuno sa bene come aiutarla. Ci prova padre Moore/Tom Wilkinson ("Michael Clayton", "RocknRolla") e, per questo, viene accusato di omicidio della ragazza. Già, perchè Emily alla fine muore. Incaricata di difendere l'uomo di chiesa è una che nella religione non crede: l'avvocato Erin Bruner/Laura Linney ("The Truman Show ", "Mystic River", "La famiglia Savage").
Dal processo partiranno una serie di ricostruzioni molto dettagliate delle vicissitudini della povera ragazza martirizzata da un'esperienza che lascia traumatizzata la giuria, figuriamoci noi che vediamo nel dettaglio. Agghiaccianti le contorsioni che subisce la poveretta, qualcosa di più raccapricciante, forse, addirittura della bambina gira-testa de "L'esorcista".
Nel complesso è un'intrigante ricostruzione, ben concepita e resa più viva dalla suspance del processo in aula, di un fatto di cronaca che parrebbe essere vero. Fosse così, sarebbe meglio non trovarsi mai soli alle 3 del mattino... Vedere per credere!
Consigli: Evitate di guardare il film a notte fonda, specialmente intorno allo sfortunato orario delle 3 in punto. Se poi siete temerai, non dite che non vi avevo avvertito!
Parola chiave: Epilessia.




Ric

mercoledì 25 novembre 2009

Film 16 - Irina Palm

Nell'attesa di fare aperitivo con Andrea (il disegnatore), io e Fra (il pasticciere) abbiamo deciso di guardarci un film. Tra i miei dvd acquistati e ancora non visti ce n'era uno in particolare che lui non aveva mai visto...


Film 16: "Irina Palm" (2007) di Sam Garbarski
Visto: dalla tv di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Fra
Pensieri: Cosa ci si aspetta da un film su una che fa le seghe in un night club? Che sia una roba volgarissima... E, invece, qui è tutto il contrario. La prima volta che l'ho visto (questa era la seconda) mi aspettavo una protagonista sboccata e sbroccata, gergo cafone e sensibilità di un criceto. Ma, al contrario, Marianne Faithfull interpreta Maggie/Irina Palm in modo delicato, pacato e dignitoso. Le leggi l'amore per il nipote solo dallo sguardo e capisci subito che è pronta a tutto per lui. Questo aspetto da brava nonna del nipotino malato, da una come la Faithfull, non te lo aspetti... Cito Wikipedia: "Dopo un periodo di oblio seguito alla fine della sua relazione con Jagger e caratterizzato da una vita irrequieta e da storie di droga, Marianne Faithfull torna al successo". In quest'ottica di vita si inserisce meglio la parte della masturbazione, in effetti. E anche qui niente di troppo volgare. Diciamo che la dimensione night club è squallida, ma di per sé, non tanto nel film.
Quindi man mano che il film prosegue ti appassioni alle vicende di questa povera famiglia londinese che deve pagare le spese mediche del bambino malato che può essere curato solo in Australia. Rapporti familiari difficili, nuora e suocera che si rispettano ma non si adorano, un lavoro come quello di hostess che non può essere raccontato a nessuno perchè disdicevole. Ma Maggie si dispera? No, mai! Deve far le seghe? Bene, le ci mette tutto il suo impegno e diventa la mano più famosa di Londra! Se non è dedizione alla causa, questa...
Dunque il film l'ho trovato carinissimo, delicato nonostante l'argomento che tratta e molto ben interpretato. Sicuramente una storia originale che non oltrepassa mai il limite. Ho trovato tenerissima la love story tra Maggie e il titolare del night Miki, prima rude e duro con lei, poi duro dal cuore tenero.
Grandissima è la scena dell'ultimo thé con le (false) amiche, dove Maggie, stanca di essere sempre maltrattata dalle altre, scopre le carte in tavola e sconvolge le tre rigide (ormai ex) amiche con la storia del suo lavoro. E' una sequenza talmente bella che la rivedresti subito un'altra volta! Una donna che è una santa finalmente si prende la sua rivincita su tutti i soprusi che la vita le ha inflitto e lo fa con grande classe! Ecco, di Maggie ti rimane sicuramente impressa la pacatezza, la cortesia, l'educazione e una dignità infinita. Quindi rendo merito a Marianne Faithfull che ha saputo rendere giustizia ad un personaggio così atipico. Brava!
Consigli: Per quanto l'argomento del film potrebbe far pensare ad un tema goliardico, in realtà ESISTE una trama, il che potrebbe inibire chi cerca solo divertimento...
Parola chiave: Gomito del seghista




Ric

martedì 10 novembre 2009

Giorno 3 - La famiglia Savage

Ieri pomeriggio ero indeciso su cosa guardare. Tra i film sul pc avevo "La famiglia Savage", film che da un po' di tempo mi era tornato alla mente e che quindi mi ero procurato. Immaginavo che, parlando di famiglia, avrebbe toccato temi delicati, magari con un po' dello humor da film indipendente americano (penso a "Little Miss Sunshine"). In realtà il film è stato un po' diverso da come me lo aspettassi...


Film 3: "La famiglia Savage" (2007) di Tamara Jenkins
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mi sono interessato a questo film principalmente perchè ci recita Laura Linney, una delle attrici meno considerate ma con più talento, a mio avviso. Con lei avevo già visto "Kinsey", "Mystic River", "Love actually", "Diario di una tata" e "The Truman show". Mi piace perchè è una donna semplice, che fa il suo mestiere bene e senza tanto vantarsi. Non ho ben capito per quale motivo si sia prestata ad un film come "Diario di una tata", ma immagino che gli 'straordinari' per arrotondare si possano considerare sotto diversi punti di vista.
Comunque, tornando al film, le parti che in assoluto ho preferito sono due: la sequenza iniziale con le vecchiette vestite da cheerleader che ballano a rallentatore e i successivi minuti di presentazione di Sun City quale città del ricovero per anziani: solarmente surreale; e la sequenza finale, con Wendy che corre con il cane sopravvissuto all'operazione (e alla soppressione). Quest'ultimo particolare, devo dire, non me l'aspettavo. Essendo un film su ospizi, ricoveri, morte, anzianità e demenza non immaginavo potesse esserci clemenza per il cane. In realtà il film non è così negativo come potrebbe sembrare, anzi alla fine si segue il percorso formativo dei protagonisti che imparano, finalmente, a confrontarsi tra di loro.
In definitiva non posso assicurare che sarà un film che rivedrò, ma l'ho apprezzato per la realtà che riesce delicatamente a raccontare. Inoltre ho trovato le musiche molto belle. Il che, a mio avviso, è ormai una rarità.
Consigli: E' un film da pomeriggio. Da divano. Da calduccio.
Parola chiave: Le dita dei piedi... non hanno ancora iniziato ad arricciarsi



Ric