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sabato 7 novembre 2020

Film 1945 - Red Eye

Intro: Cena e necessità di film facile facile. Sono andato sul sicuro.
Film 1945: "Red Eye" (2005) di Wes Craven
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: avrò visto questo film almeno 10 volte e non rimango mai teluso. Tensione costruita alla perfezione, grandi protagonisti e un'ambientazione ad alta quota che per quanto mi riguarda è sempre un elemento in più. "Red Eye" è un mio personalissimo classico che mi lascia sempre soddisfatto!
Film 169 - Red Eye
Film 301 - Red Eye
Film 822 - Red Eye
Film 1945 - Red Eye
Film 2165 - Red Eye
Cast: Rachel McAdams, Cillian Murphy, Brian Cox, Jayma Mays, Angela Paton, Jack Scalia.
Box Office: $96.2 milioni
Vale o non vale: Suspense perfetta, scene d'azione a go-go, due protagonisti perfetti e un'idea alla base della trama semplice, ma ben realizzata. Credo che "Red Eye" sia un ottimo thriller a tinte horror da tenere in considerazione quando si cerca disimpegno frenetico di qualità.
Premi: /
Parola chiave: Telefonata.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 2 settembre 2020

Film 1912 - Papicha

Intro: L'esperienza del cinema all'aperto mi mancava da un po', così quando si è presentata l'occasione di vedere alla'arena estiva del cinema Tivoli questa pellicola, l'ho colta al volo. Anche perché avevo un ospite speciale.
Film 1912: "Papicha" (2019) di Mounia Meddour
Visto: al cinema
Lingua: algerino, francese
Compagnia: Andrea
In sintesi: mi sfugge un attimo a cosa si riferisca il titolo italiano "Non conosci Papicha", in ogni caso il film di Mounia Meddour è un bellissimo pugno nello stomaco. Ricordo che dopo la visione ho pensato che la storia riuscisse sempre e con efficacia a raccontare le sue vicende accompagnando una carezza a uno schiaffo, come se non ci fosse mai davvero il tempo di assaporare un bel momento, quell'attimo di pace, che subito la dura realtà della situazione reclama il suo spazio.
Trovo che la grande forza di "Papicha" stia principalmente nel fatto che non cerchi di impietosire, abituando velocemente lo spettatore ad aspettarsi note molto dolorose, pur riuscendo a veicolare il messaggio che ogni momento positivo guadagnato vada assaporato appieno. Non c'è tempo per cantare vittoria, la tensione è continua, eppure ogni conquista è un piccolo passo avanti che si custodisce gelosamente.
E' così che Nedjma,'Papicha' (Lyna Khoudri), vive la sua vita di studentessa universitaria, tra lo studio per diventare fashion designer e uno scenario culturale che, da mero sfondo, si insinua sempre più violentemente nel suo quotidiano: siamo nell'Algeri degli anni '90 e, dopo anni di occidentalizzazione più o meno accettata, la situazione cambia rapidamente quando si affaccia la realtà della guerra civile. Nedjma e le sue amiche non vogliono arrendersi ai nuovi diktat culturali e a modo loro combattono per le cause in cui credono, non senza perdite notevoli.
Ed è così per tutto il film che, da spettatori occidentali degli anni 2000 (belli inoltrati), tifiamo per le quattro protagoniste e auguriamo loro di affacciarsi ad un futuro migliore e più libero, pur sapendo che terrorismo ed estremismo non lasciano spazio a quel lieto fine cui ci hanno troppo spesso abituato. "Papicha" non racconta una storia per farci sentire bene o meglio con noi stessi, invece mette lucidamente a fuoco una realtà molto lontana dalla nostra, inevitabilmente ricordandoci quanto siamo stati fortunati a crescere in un clima di accettazione e determinazione della propria identità - per quanto oggi più che mai siano valori messi ampiamente in discussione a favore di populismo e superficialità - che ci ha permesso e ci permettere di vivere le nostre vite con un'ampissima dose di autonomia. E' un bene, dunque, che esistano pellicole come questa, storie che ci ricordino quanto sia facile scivolare indietro nel tempo, quanto sia semplice cadere nell'odio e con quanta naturalezza siamo capaci di imporre agli altri un'unica visione del mondo che segua la massima della moralità soffocando ogni altra prospettiva sulle cose. Provare a chiedersi "Cosa avrei fatto se fossi stato/a Nedjma?" è un esercizio mentale che, al giorno d'oggi, fa sicuramente bene.
Cast: Lyna Khoudri, Shirine Boutella, Amira Hilda Douaouda, Yasin Houicha, Zahra Doumandji, Nadia Kaci.
Box Office: $2 milioni
Vale o non vale: Potente e spesso straziante, "Papicha" trova il suo modo di veicolare una poeticità rinfrescante. Perfetto il cast, il film funziona grazie soprattutto alle performance delle quattro protagoniste, così diverse eppure interconnesse tra loro dal bisogno di determinare il loro percorso attraverso le proprie scelte.
Un titolo per niente facile che sicuramente non convincerà tutti ad essere visto ma, per tutti quelli che fossero nel dubbio, "Papicha" è assolutamente una storia su cui puntare.
Premi: In concorso a Cannes 2019 per la categoria Un Certain Regard. 2 vittorie su 2 candidature ai César di quest'anno per Miglior opera prima e Miglior attrice esordiente (Lyna Khoudri).
Parola chiave: Défilé.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 29 giugno 2020

Film 1734 - Non-Stop

Intro: Sempre con Karen, sempre sul divano, questa volta abbiamo dato il benvenuto al nostro club di film casalinghi a Lucas per una serata all'insegna dell'azione.
Film 1734: "Non-Stop" (2014) di Jaume Collet-Serra
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas, Hugh
In sintesi: a me un film d'azione ambientato su un aereo con un ricattatore misterioso che mette il protagonista nei guai facendolo sembrare lui il colpevole mi aggrada alquanto. Poi, per carità, non è il miglior prodotto mai visto, però "Non-Stop" fa il suo sporco dovere e - pur ricalcando un po' la storia di "Flightplan" - riesce comunque a regalare allo spettatore un paio d'ore tra adrenalina e colpi di scena efficaci.
Film 731 - Non-Stop
Film 990 - Non-Stop
Film 1734 - Non-Stop
Cast: Liam Neeson, Julianne Moore, Scoot McNairy, Michelle Dockery, Nate Parker, Jason Butler Harner, Anson Mount, Corey Stoll, Lupita Nyong'o, Corey Hawkins.
Box Office: $222.8 milioni
Vale o non vale: Buon cast, scene d'azione quanto basta, risultato finale apprezzabile considerando in partenza che si tratta di un film mainstream dallo scopo commerciale. Ogni volta che lo rivedo non mi delude.
Premi: /
Parola chiave: Texts.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 21 febbraio 2017

Film 1312 - Lo chiamavano Jeeg Robot

Incuriosito dal titolo, ero rimasto con la voglia di recuperarlo per capire di cosa potesse mai parlare.

Film 1312: "Lo chiamavano Jeeg Robot" (2015) di Gabriele Mainetti
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ok, di questo film non avevo capito niente. Cioè, io davvero mi aspettavo che fosse una storia su Jeeg Robot ed ero sempre rimasto con la curiosità di capire come cavolo avessero fatto (in Italia) a produrre una pellicola fatta bene su un fantomatico supereroe, tra l'altro comprando anche i diritti per il personaggio. Si sa che superpoteri e grandi responsabilità derivate sono solitamente appannaggio americano, quindi sono rimasto con il tarlo di capire cosa cavolo ne avessero tirato fuori. Ecco perché la mia delusione non è stata poca quando ho realizzato che, in realtà, "Lo chiamavano Jeeg Robot" è solo la versione comic-con della serie tv "Gomorra" di cui non sono un fan.
Dunque, sopraggiunta la disillusione, "Jeeg Robot" non mi ha convinto. E' un film violentissimo, crudele in tanti punti e in un modo insensato e gratuito, il che mi ha lasciato perplesso. L'approccio veritiero che replica il realismo non può essere sempre una scusante; poi non è che si debba chiudere gli occhi di fronte alla violenza, figuriamoci, semplicemente c'è modo e modo di renderla e raccontarla. Sarà che non sono un fan del genere malavitoso all'italiana, in ogni caso sono rimasto più volte perplesso.
Santamaria è bravo come lo è quasi sempre, Luca Marinelli è una bella scoperta e come cattivo funziona alla grande, per il resto non so se la pioggia di David di Donatello 4 su 4 al cast abbia un riscontro veritiero. Il film è certamente una ventata d'aria per il nostro cinema fatto di commedie-fotocopia e drammi recitati da fiction, un prodotto che ha tutte le carte in regola per superare il confronto con titoli dal budget importante, motivo per cui avrei trovato più giusto premiarne gli aspetti tecnici come effetti speciali, trucco e fotografia.
Per il resto questo titolo mi ha lasciato con uno sconfortante senso di solitudine e una certa dose di tristezza nonostante le molte scene d'azione che certamente mantengono il ritmo serrato e lo spettatore sempre sul chi vive. Io, però, da "Lo chiamavano Jeeg Robot" mi aspettavo tutta un'altra cosa e per quello che ho visto, il risultato finale non mi è piaciuto.
Ps. 16 candidature ai David di Donatello 2016 e 7 premi vinti tra cui tutte e quattro le categorie attoriali (Santamaria, Marinelli, Pastorelli e Truppo).
Cast: Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei, Francesco Formichetti, Daniele Trombetti, Joel Sy, Antonia Truppo, Salvatore Esposito.
Box Office: € 5.043.000
Consigli: Chi apprezza "Gomorra" non faticherà a trovare anche in questo titolo quegli elementi che apprezza. Si tratta di una storia di solitudine e violenza, responsabilità da abbracciare e superpoteri ottenuti per caso, un amore strano e difficile in una Roma presa d'assalto da attentati in cui la criminalità non fatica ad emergere. Non è un film per ogni tipo di pubblico, né una storia adatta ad ogni tipo di occasione. Preparati alla violenza, si può vedere e razionalizzare. Ma l'aura classica del titolo su un supereroe va trovata altrove.
Parola chiave: Maschera fatta a maglia.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 6 settembre 2015

Film 987 - The Sentinel

Fagocitando film prima della Sicilia: episodio 3 - Recupero di vecchi titoli.

Film 987: "The Sentinel" (2006) di Clark Johnson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Credo sia l'ultima grande, grandissima prova d'attrice di Eva Longoria, motivo per il quale non potevo esimermi dal rivedere questo film che, ormai una decina d'anni fa, avevo visto addirittura al cinema. Il fascino della storia mi ha nuovamente rapito (bugia) e Michael Douglas è proprio simpatico (bugia bugia), il tutto per un risultato finale eccellente (vabbé, la smetto).
Tornando seri, "The Sentinel" è un film abbastanza innocuo e insipido, interessante forse più per il suo cast che per la storia in sé, di un patriottismo americano a livelli inimmaginabili. All'interno del Secret Service che protegge il Presidente USA e la First Lady (Kim Basinger) c'è una talpa - e tutti credono che sia Douglas, quel simpaticone - e ovviamente chi è incaricato di effettuare le indagini (Kiefer Sutherland) non ha capito una mazza su chi sia il colpevole. Poco male, ci penserà Douglas a rimettere tutto a posto, risolvendo non solo il qui pro quo che lo vuole colpevole di tradimento, ma anche riuscendo a non farsi beccare mentre si slinguazza la First Lady praticamente davanti ogni finestra...
Insomma, si capisce che questa pellicola non fa parte di quelle belle storie di spie che fanno il doppiogioco, con tentati attentati al Presidente e in mezzo un po' di piccante erotismo alla James Bond, ma che siamo di fronte ad un thriller che ha qualche momento più ispirato e niente di più. Del resto, se è Eva Longoria quella che con la pistola in mano risulta più credibile, è già chiaro di cosa stiamo parlando...
Box Office: $78,084,827
Consigli: Tratto dall'omonimo romanzo dell'ex agente del Secret Service Gerald Petievich, questo film è un thriller accettabile, senza troppe pretese. Va bene per un serata a base di intrighi, segreti inconfessabili e un po' di sparatoria dopo una lunga caccia all'uomo, ma che alla fine della visione non lascia impressionati.
Parola chiave: Macchina della verità.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 21 novembre 2014

Film 822 - Red Eye

Dato che Lu non lo aveva mai visto ho dovuto assolutamente rispolverare il mio dvd di...

Film 822: "Red Eye" (2005) di Wes Craven
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: A mio avviso tra i migliori di Craven che riesce a produrre un effetto di suspense e tensione per tutta la durata del volo. L'avrò visto ormai 1000 volte, eppure rimango sempre concentratissimo ogni volta che lo riguardo.
L'ambiente claustrofobico dell'aereo, la minaccia di morte costante a cui si aggiunge l'ansia per il tentativo di mettere in pratica un attentato sono tutti ottimi elementi che concorrono a creare il giusto "ambiente", che si scalda però solo grazie alla bravura dei due protagonisti Rachel McAdams e Cillian Murphy (oltre che, naturale, grazie alla regia accorta di Wes).
Insomma, thriller adrenalinico con qualche buon colpo di scena e un cattivo che, strano, sembrerebbe non voler morire mai...

Film 169 - Red Eye
Film 301 - Red Eye
Film 822 - Red Eye
Film 1945 - Red Eye
Film 2165 - Red Eye
Box Office: $95,577,778
Consigli: Se si è in cerca di qualcosa di rapido, con un buon ritmo e toni thriller questo è un titolo perfetto. La mano esperta di Wes Craven è davvero funzionale a questa storia che, ambientata per la maggior parte all'interno di un aereo di linea, sarebbe potuta risultare noiosa e priva di suspense. Al contrario il senso di claustrofobia, l'ansia e il buon cast sono tutti elementi che concorrono a un'ottima riuscita della pellicola. Da vedere.
Parola chiave: Barca.

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Bengi

mercoledì 22 febbraio 2012

Film 384 - The Iron Lady

Ed ecco un altro film candidato all'ottantaquattresima edizione degli Academy Awards.
(Come ieri, ribadisco: ho pensato di privilegiare quei film che concorrono ad una qualsiasi categoria degli Oscar di quest'anno in modo non farmi trovare troppo impreparato per domenica sera. Recupererò poi, con calma, le altre pellicole, mantenendo immutato come criterio di numerazione l'ordine di visione.)
And the winner is...


Film 384: "The Iron Lady" (2011) di Phyllida Lloyd
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Marco
Pensieri: Quando hai Meryl Streep nel cast di un tuo film, solitamente puoi stare ben tranquillo. Il peggio che possa succedere è che non la candidino a nessun premio o che, al contrario, la candidino per qualunque sorta di riconoscimento e lei non vinca nulla.
Da anni ormai, infatti, la Streep inanella un successo dopo l'altro riuscendo a dimostrarsi non solo quale l'attrice americana vivente più versatile e capace, ma anche ad essere, alla sua età (che non si dice), ancora capace di portare gente a vedere i suoi film (qualche esempio dal 2006 ad oggi: "Il diavolo veste Prada" - $326,551,094; "Mamma Mia!" - $609,841,637; "Il dubbio" - $50,907,234; "Julie & Julia" - $129,538,392; "È complicato" - $219,069,702; e questo "The Iron Lady" - $60,194,000). Non importa il genere, non importa il tema, Meryl funziona sempre. E questo film ne è un ottimo esempio.
Questo film, particolarmente accurato nel riproporre l'immagine (estetica) della Thatcher è carente, invece, per aspetti più tecnici. Manca, per esempio, una buona trama. Il che non è da poco. E poi una buona regia, oltre che una linearità temporale non destabilizzante.
Se l'intento era quello di rendere confuso lo spettatore come è confusa una persona malata di parkinson, per quanto mi riguarda l'effetto è riuscito. La discontinuità della narrazione, certamente voluta, ha però un effetto negativo su chi guarda e vorrebbe, giustamente, godersi in pace il suo biopic su uno dei personaggi chiave della storia britannica e mondiale. Ma lì sta l'inganno: questo non è un vero biopic, dice la regista, ma bensì un'interpretazione che si basa sui fatti veramente accaduti. Non che io fossi particolarmente preparato sul periodo storico di riferimento - non mi riferivo all'indagine storica -, più che altro mi ha infastidito l'evidente frazionamento della narrazione in pillole di memoria destinate a durare il tempo di un pensiero. Non c'è una fluida fruibilità del ricordo, perchè ogni ricordo è a sé e sembra fare parte di un puzzle finito di cui però si sono persi alcuni pezzi per completarlo. Ebbene questi buchi sono il punto più debole di un prodotto come questo.
Il tutto si salva, chiaramente, grazie alla grandissima Meryl che, pare (finalmente!) riuscirà a guadagnarsi con l'interpretazione di Margaret Thatcher il suo terzo meritatissimo Oscar. Buone possibilità di vincita, tra l'altro, anche nella categoria Miglior trucco mentre, stranamente, è mancata la nomination per i costumi.
Insomma, per concludere, direi che il film è da vedere più che altro per la capacità di un'attrice - non britannica, tra l'altro - di sapersi calare nelle vesti e nei gesti, nei tic e nel parlato (i trailer in originali lasciano a bocca aperta) di un'estranea tanto lontana dalla sua personalità. Il resto è contorno, cornice, nonché unifunzionale a sorreggere le sorti di un prodotto filmico che ha ragione di esistere solo nell'ottica di dare spazio ad una magistrale interpretazione.
Consigli: Particolarmente riuscita la Thatcher di oggi, malata e spaesata in un mondo che una volta governava e, invece, adesso lei deve subire. E' toccante e fa riflettere.
Bravissima, inutile ribadirlo ancora, Meryl Streep che da sola vale il prezzo del biglietto. Ma non aspettatevi un biopic.
Parola chiave: Isole Falkland.

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Ric

giovedì 22 settembre 2011

Film 301 - Red Eye

Ennesima seconda visione. Ormai sembra che abbia necessità di andare sul sicuro...!


Film 301: "Red Eye" (2005) di Wes Craven
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Grande appassionato di questo film, in effetti l’avrò già visto cinque o sei volte ("Film 169 - Red Eye"). E’ adrenalinico, veloce, ben recitato, claustrofobico e con attori che prediligo particolarmente (Rachel McAdams e Cillian Murphy). La regia di Craven è più che appropriata e, dopo tanto tempo, riesce finalmente a produrre una buona pellicola senza ricorrere a stranezze splatter o strambe favolette (“Cursed - Il maleficio”).
Il tutto è molto ben architettato, la trama tiene quasi sempre (la testata a Lisa in mezzo all’aereo pieno di gente risulta un pò incredibile...) e il ritmo non abbandona mai, evolvendo da carico di suspance a serratissimo thriller tra un tempo e l’altro.
Ovviamente non stiamo parlando di un capolavoro del cinema contemporaneo, ma tutte le volte che l’ho rivisto ho trovato sempre esattamente quello che cercavo: divertimento e intrattenimento da cinema americano odierno. Come piace a me.
Film 169 - Red Eye
Film 301 - Red Eye
Film 822 - Red Eye
Film 1945 - Red Eye
Consigli: Tranquillamente godibile in una seratina piacevole sul divano.
Parola chiave: Aereo.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 25 agosto 2011

Film 291 - The Conspirator

Quando sono entrato in sala non sapevo nemmeno di chi fosse la regia...


Film 291: "The Conspirator" (2010) di Robert Redford
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Pellicola stranamente ignorata dal grande pubblico nonostante i numerosi richiami (regia di Robert Redford, attori famosi, tematica americana piuttosto sentita), rimane per me una delle sorprese piacevoli del 2011.
Ben girato e ottimamente interpretato, è uno di quei film storici delicati, piacevoli da guardare e interessanti. La storia stessa lo è già di per sé e si può riassumere nella domanda: chi ha ucciso il presidente (americano) Lincoln?
La trama sviluppa la questione seguendo attentamente il filo reale della storia, in particolare gli eventi che coinvolgono Mary Surratt/Robin Wright, prima donna a venire condannata a morte negli Stati Uniti. Gli indizi contro di lei non sono così schiaccianti e, anzi, l'impressione che ne ricava il suo avvocato Frederick Aiken/James McAvoy (e il pubblico stesso) e che si sia più che altro alla ricerca di un capro espiatorio.
Il risultato della sentenza - già inevitabilmente conosciuto - arriva comunque come un pugno allo stomaco nel momento esatto in cui una speranza pareva poterci essere.
Tensione, quindi, il ritmo regge bene e accompagna costante il film; gli attori - tutti decisamente famosi:oltre ai già citati, Kevin Kline, Tom Wilkinson, Evan Rachel Wood, Justin Long ("Palle al balzo - Dodgeball", "Die hard - Vivere o morire"), Alexis Bledel ("Una mamma per amica"), Jonathan Groff ("Glee"), Johnny Simmons ("Scott Pilgrim vs. the World", "Il corpo di Jennifer") e Danny Huston ("The Aviator", "X-Men le origini - Wolverine") - regalano buonissime performance; la ricostruzione scenica è meticolosa, bella la fotografia e pulita la regia.
L'impressione che rimane è quella di aver visto quasi un film intimista, garbato (per via dei toni pacati della Wright, qui davvero bravissima!) e mai gridato, narrato con consapevolezza e capacità. Bello e forte, non banale e sorprendente per quanto appassioni. Lo rivedrei anche subito.
Consigli: Dimenticate di sapere già come andrà a finire, lasciate cha sia la narrazione a condurvi e non rimarrete delusi!
Parola chiave: Attentato.

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Ric

mercoledì 3 agosto 2011

Film 288 - Uomini di Dio

Finita la pausa estiva comprensiva di vacanza in Puglia, torno alla tastiera per buttar giù qualche riga nonostante la calura.
Sono molto indietro con le recensioni in effetti (solo l'altro giorno - 15 Agosto - ho guardato 3 pellicole diverse), ma con calma conto di recuperare parzialmente il mio svantaggio.
Come l'anno scorso (Film 129 - Brotherhood), all'alba di un nuovo inizio dopo un periodo piuttosto lungo di assenza, un film non esattamente facilissimo.


Film 288: "Uomini di Dio" (2010) di Xavier Beauvois
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Indubbiamente la tematica non lascia indifferenti: monaci cistercensi francesi che vivono pacificamente in un villaggio musulmano dell'Algeria vengono rapiti e uccisi dopo il diffondersi delle violenze a seguito di un attacco terroristico (da parte di integralisti).
Non tengo il segreto sulla trama semplicemente perchè questo film racconta una storia realmente accaduta (1996) e basta documentarsi un minimo per sviscerarne i dettagli.
L'approfondimento di questa pellicola pare minuzioso, propone bene le fasi della vita sia nel monastero che nel villaggio, quasi che lo scopo sia di presentare allo spettatore un documentario. La quasi assenza di dialoghi, la lentezza del primo tempo (che illustra perfettamente i ritmi della vita dei monaci) e certi tagli della macchina da presa fanno pensare ad un approccio più documentaristico che di fiction. Si inverte un po' la tendenza con il procedere degli avvenimenti e il crescendo della tensione.
Non è un film facile e sicuramente non è un film estivo. Scivola via come un sussurro, ma se non si è interessati al racconto, allora si morirà di noia. Ma ogni tanto un'ottica diversa, un tema meno superficiale - anche se in balia della calura - può sempre fare la differenza. A me è piaciuto.
Consigli: Forse è meglio non gettarsi allo sbaraglio in questa storia (come ho fatto io), documentarsi un minimo prima sarebbe appropriato. Giusto perchè, se il film non prende, potrebbe essere piuttosto pesante.
Parola chiave: Aiutare.

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Ric

giovedì 11 novembre 2010

Film 182 - Salt

Primo film del dopo anniversario del blog è un adrenalinico groviglio di tradimenti, spionaggio e volta faccia. Partiamo in quarta!


Film 182: "Salt" (2010) di Phillip Noyce
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Nicola
Pensieri: Dopo un primo tempo adrenalinico e carico di suspance (nonché di molteplici dubbi nello spettatore), il film prende una piega, oltre che smisuratamente assurda, anche decisamente blanda.
La nostra Angelina Jolie/Evelyn Salt scalpita - e non poco - fino all'ultimo minuto di pellicola, ma non convince in pieno. L'interpretazione è buona, la Jolie ormai è esperta di ruoli d'azione (dopo i due "Lara Croft: Tomb Raider", "Mr. & Mrs. Smith" e "Wanted - Scegli il tuo destino") spacca ossa e spara-a-tutto, quindi non è certo lei l'elemento a sfavore di questa pellicola. E' che, alla lunga, perfino le trovate sensazionalistiche atte a eccitare lo spettatore, a farlo saltare sulla sedia, come si suol dire, non reggono più, perchè si tollera l'esagerazione solo quando ne vale la pena per la trama. Qui la trama lascia alquanto insoddisfatti, con un finale aperto che lascia campo libero ad un secondo capitolo che, si spera - nel caso non potessero fare a meno di girarlo - sia meno scontato di questo originale.
Il resto del cast è altamente intercambiabile. I volti noti sono quelli di Liev Schreiber ("X-Men le origini - Wolverine", "Il velo dipinto" e regia di "Ogni cosa è illuminata") e Chiwetel Ejiofor ("2012", Inside Man", "American Gangster"). Nella categoria dei 'visi familiari' troviamo August Diehl, visto in "Bastardi senza gloria" e Olek Krupa, che ritroviamo in piccoli ruoli in film come "Mamma ho preso il morbillo", "Burn after reading - A prova di spia" e "Behind enemy lines - Dietro le linee nemiche".
Dirige Phillip Noyce, famoso per aver girato pellicole come "The Quiet American", "Il collezionista di ossa" (sempre con la Jolie), "Sotto il segno del pericolo" e "Giochi di potere" (entrambi con Harrison Ford) e "Ore 10: Calma piatta" (con una giovanissima Nicole Kidman). La sceneggiatura, invece, è affidata a Kurt Wimmer, colpevole di aver scritto e diretto quell'abominio scriteriato e senza senso di "Ultraviolet", colossale ciofeca nonché uno dei film più orrendi di tutti i tempi.
Insomma, per tornare al film e concludere, direi che è un lavoro di onesto intrattenimento che mantiene le aspettative solo fino ad un certo punto. Piaciuto? Direi ni.
Consigli: Dolby e alta definizione. Poi mente sgombra e cervello spento. Fidatevi, altrimenti non reggerete certe 'americanate'.
Parola chiave: Copertura.



Ric

domenica 7 novembre 2010

Film 169 - Red Eye

Ed ecco il secondo film della serata in casa con sintomi influenzali & con Marco.


Film 169: "Red Eye" (2005) di Wes Craven
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Perchè mi piace tanto questo film? Le risposte sono molte.
Innanzitutto è un thriller adrenalinico veramente ben concepito. Wes Craven non faceva un film così buono dai tempi di "Scream - Chi urla muore" (il quarto capitolo ad aprile negli USA) e bisogna rendergliene merito. Storia ben scritta e abbastanza originale, giusta la scelta dell'ambientazione claustrofobica dell'aereo, che fa sentire Rachel McAdams/Lisa e lo spettatore in trappola. Bravissima, poi, l'attrice a rendere ogni scena e ogni battuta credibile. Che debba piangere o menare lo fa con una naturalezza tale da far sembrare sempre tutto vero. Sicuramente un'attrice da tenere sempre d'occhio (a breve la vedremo in "Morning glory - Il volto del mattino" con Harrison Ford e Diane Keaton)!
Altro punto a favore va a Cillian Murphy, bravissimo attore versatile, capace di terrorizzare con il solo sguardo. Sembra un pazzo assassino che non ha nulla da perdere. Che le prenda o gli piantino una penna nella gola, lui continua imperterrito a tentare di portare a termine la sua missione. Tenace!
Dal punto di vista tecnico ottima colonna sonora di Marco Beltrami che riesce a caricare di tensione e pathos ogni scena; bella la fotografia e davvero funzionale il montaggio!
Per concludere: davvero un bel film nel suo genere!
Ps.1: Un 'red-eye flight' è un volo che parte di sera tardi. Il nome fa riferimento al fenomeno degli 'occhi rossi' che diventano tali a causa dell'affaticamento per il mancato riposo proprio a causa del volo notturno.
Ps.2: In parti secondaria ci sono anche Jayma Mays, la Emma Pillsbury del tv show "Glee" e Jack Scalia, il Det. Nick Bonetti del "Tequila & Bonetti" italiano con la Marcuzzi.
Film 169 - Red Eye
Film 301 - Red Eye
Film 822 - Red Eye
Film 1945 - Red Eye
Film 2165 - Red Eye
Consigli: Per una serata adrenalinica, da soli o con amici, è sicuramente il film giusto per far passare il tempo divertendosi... ad alta quota!
Parola chiave: Attentato.



#HollywoodCiak
Bengi