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lunedì 29 luglio 2019

Film 1635 - Mystic River

Intro: Una vita che volevo recuperarlo dopo averlo visto solo una volta al cinema.
Film 1635: "Mystic River" (2003) di Clint Eastwood
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: questo è un bel film, cazzo! Finalmente, dopo gli ultimi orrori visti in successione, una pellicola ben fatta, che ha senso e qualcosa da raccontare. Giustizia privata, dolore, violenza, abusi, un viaggio umano sconvolgente e disturbante, il tutto supportato da una grande sceneggiatura, un regista che sa fare il suo mestiere e un cast pazzesco;
"Mystic River" esplora una serie di tematiche difficili e le propone allo spettatore senza fronzoli o giochetti, mettendo in scena sofferenza e violenza, un dramma potente e complesso che lascia non poche domande a cui trovare una personale risposta una volta finito il film: Jimmy ama la sua famiglia e vuole vendetta per la figlia uccisa, tanto che è pronto a fare qualsiasi cosa per ottenerla; Dave sembra solo una vittima e, invece, ha anche lui un segreto da nascondere e perfino sua moglie lo ritiene capace di uccidere; per non parlare della scena iniziale che racconta degli abusi subiti dallo stesso Dave, rapito e seviziato per giorni da due uomini quando era solo un ragazzino...
Insomma, questa pellicola di Eastwood non si risparmia e lancia non poche sfide a chi guarda, ponendo quesiti e proponendo soluzioni sotto forma di reato. Non c'è alcuna intenzione di presentare la giusta via da seguire, semplicemente la rappresentazione del dolore nelle sue più disparate forme e come questo condizioni la vita delle persone che ne sono colpite.
Cast: Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon, Laurence Fishburne, Marcia Gay Harden, Laura Linney, Emmy Rossum, Tom Guiry, Spencer Treat Clark, Robert Wahlberg, Connor Paolo.
Box Office: $156.8 milioni
Vale o non vale: Potentissimo, difficile e davvero bello, "Mystic River" è uno dei film di Clint Eastwood che preferisco. Non per ogni occasione, richiede concentrazione e, soprattutto, uno stato d'animo in grado di sopportare la grande pressione portata in vita dalla storia. Ma da vedere, assolutamente.
Premi: Candidato a 6 Oscar, tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura, ha vinto per Miglior attore protagonista (Penn) e non protagonista (Robbins); entrambi hanno vinto anche il Golden Globe. Candidato a 4 BAFTA (sceneggiatura, attore protagonista e non protagonista, attrice non protagonista), vincitore per il Miglior film straniero ai César e candidato nella stessa categoria ai David di Donatello. Il film, in concorso a Cannes 2003, ha vinto il premio Golden Coach.
Parola chiave: Pistola.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 30 aprile 2015

Film 910 - Crazy, Stupid, Love.

Luigi non lo aveva mai visto e io lo rivedevo volentieri...

Film 910: "Crazy, Stupid, Love." (2011) di Glenn Ficarra, John Requa
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Commedia sull'amore che avevo visto una vita fa, "Crazy, Stupid, Love." è ancora un esempio carino di cinema americano contemporaneo, con un cast da urlo (Steve Carell, Ryan Gosling, Julianne Moore, Emma Stone, Marisa Tomei, Kevin Bacon) e una storia che ha i suoi buoni momenti, oltre che una sorpresina finale. Simpatica, oltre che commedia è anche una pellicola romantica e forse questo è il vero punto debole di tutta l'operazione, che pure funziona egregiamente. Personalmente avrei preferito più battute e gag che tutta la tiritera sentimentale sull'anima gemella e l'amore vero, però non tutto può essere perfetto, quindi bene così.>br/> Gosling ha un fascino magnetico e il suo training a Cal (Carell) è qualcosa di spassosissimo, una sorta di "ti rifaccio il look" alla maschile, con i classici momenti della prova abiti, nuovo taglio e mosse per la conquista del sesso opposto che i due attori rendono davvero irresistibili (la scena di Cal con il portafoglio con la chiusura di velcro è impagabile). Insieme formano una buona coppia da grande schermo, chi l'avrebbe detto!
Quindi, in definitiva, consiglio ancora questo film, rivederlo è stato divertente e nonostante ricordassi abbastanza di tutta la storia, il risultato finale, il mio giudizio sulla visione non ne ha minimamente risentito. Sempre simpatico e piacevole da seguire.
Ps. Evidentemente una propizia congiunzione astrale ha benedetto gli attori di questa pellicola, dato che nell'edizione di quest'anno degli Oscar ben 3 attori qui presenti sono stati candidati: Steve Carell ("Foxcatcher"), Emma Stone ("Birdman") e Julianne Moore (che ha vinto per "Still Alice"). Ancora più curioso, forse, che dopo gli Oscar in America la ABC abbia trasmesso proprio questa pellicola!
Film 335 – Crazy, Stupid, Love.
Box Office: $142.9 milioni
Consigli: Un titolo che si fa rivedere volentieri, piacevole e divertente, con una serie di gag piuttosto simpatiche e la scena della sauna diventata ormai piuttosto iconica. "Crazy, Stupid, Love." è una commedia romantica meno strappalacrime e più plausibile del solito, con tradimenti e dolore e il desiderio di voltare pagina che ci ricorda che nella vita a tutti può capitare di soffrire per amore. Poi, chiaramente, anche qui l'happy ending deve trionfare, quindi non ci stupisce per niente che la storia lo preveda. Bene così, per un prodotto come questo certi passaggi sono obbligati e, scesi a patti con ciò, alla fine il risultato è gradevole. Si passa una serata spensierata, si sorride e si pensa (tanto) all'amore. Carino.
Parola chiave: Amore.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 13 novembre 2014

Film 816 - Beauty Shop

Una stupidata di quelle che piacciono a noi...

Film 816: "Beauty Shop" (2005) di Bille Woodruff
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Come al solito le commedie all-black americane sono un concentrato di stereotipi, ghetto e mosse da vere signore della strada, il che mi rende il tutto sempre molto gradito. Anche qui, naturalmente, non ci si esime dai diktat di genere e il risultato finale di "Beauty Shop", assolutamente insufficiente per carità, è comunque perfettamente nel mood.
Una commedia leggera fatta di buoni sentimenti, momenti di sorellanza spinta e di accoglienza (dei bianchi nel "mondo nero"), per un risultato finale che ha necessariamente il lieto fine. Non c'è, quindi, molto da dire a proposito di questo prodotto commerciale che mira quasi esclusivamente al target umano che rappresenta, evitando ogni tipo di idea innovativa o tentativo di differenziarsi dalla massa di titoli fotocopia già riversati sul mercato. Non c'è niente di male in questo, è chiaro fin da subito che l'intento primario qui è raccontare una favoletta che vada bene per 105 minuti privi di pensieri e che faccia un minimo sorridere. Insomma, puro intrattenimento che, se piace il genere, non fa alcun danno. E Queen Latifah mette sempre di buon umore, anche se non riesco a spiegarmi il perché.
Box Office: $37,245,453
Consigli: Cast quasi tutto black in gran spolvero (Alicia Silverstone, Andie MacDowell, Alfre Woodard, Mena Suvari, Sherri Shepherd, Adele Givens, Kevin Bacon, Djimon Hounsou) per questa commedia dei buoni sentimenti su Queen Latifah grande hairstylist che decide di emanciparsi dal dispotico e omosessualissimo Jorge e aprire un suo proprio salone dove acconciare i capelli tra chiacchiere e "cose da neri". Un micro cameo anche del premio Oscar Octavia Spencer per un film superficiale, stupidino, ma assolutamente innoquo. Va bene per un momento di relax in cui il cervello non va spento, ma dimenticato.
Parola chiave: DJ Helen.

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Bengi

mercoledì 20 agosto 2014

Film 759 - Apollo 13

Erano anni che volevo rivederlo, manca sempre l'occasione giusta. Ora ho rimediato.

Film 759: "Apollo 13" (1995) di Ron Howard
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Un film che è certamente entrato nell'immaginario collettivo, una pellicola fortissima che ancora oggi funziona alla grande. Effetti speciali super, una storia coinvolgente e ricca di pathos, un tema mitico - la conquista della luna - e un cast stellare (Tom Hanks, Bill Paxton, Kevin Bacon, Gary Sinise, Ed Harris, Kathleen Quinlan). Insomma, "Apollo 13" mi era mancato.
Inutile dire che il paragone con "Gravity" sia inevitabile, che lo si voglia o no. Manca la luna come punto centrale della trama, ma per il resto molti degli snodi principali si somigliano: spazio, missione spaziale, catastrofe, necessità di sopravvivere, missione disperata di rientro. Da questo punto di vista credo si possa dire che "Apollo 13" abbia fatto scuola.
Certo, la differenza tra 20 anni fa e oggi c'è. Ne è esempio lampante la quasi totalità di scene in interno, a differenza della pellicola con Sandra Bullock, quasi in toto girata nello spazio. Anche se qui ciò che viene mostrato grazie alla computer grafica sembra ancora a tratti un videogioco, non si può comunque non riconoscergli il merito di rendere vero e 'finto' ben coesi nella resa finale e di riuscire ad utilizzare gli effetti speciali a totale vantaggio della creazione di meraviglia, suspense e ammirazione che tanto rendono magnetica questa pellicola.
Insomma, penso si possa dire serenamente che questo film sia ormai indiscutibilmente parte dell'immaginario collettivo per quanto riguarda i film sulle missioni spaziali, senza considerare il fatto che si deve a questa pellicola una delle frasi più celebri della storia del cinema: "Houston, abbiamo un problema". Mica roba da niente...
Ps. 9 candidature ai premi Oscar del 1996 e 2 vittorie, nessuna delle quali nella categoria degli effetti speciali. Quell'anno, infatti, a vincere nella categoria fu "Babe - Maialino coraggioso". E non è uno scherzo.
Box Office: $355,237,933
Consigli: Storia non felice degli astronauti Jim Lovell, Fred Haise e Jack Swigert, desiderosi di camminare sulla luna, ma beffati dal destino. Rischieranno tutto per poterla toccare, ma il loro sogno rimane, di fatto, tale. Ron Howard confeziona un blockbuster potentissimo, ricco di avvenimenti, mai noioso e tecnicamente all'avanguardia, riuscendo nel compito di tenere lo spettatore incollato alla sedia per tutta la durata dei 140 minuti di pellicola. E' un film che racconta una storia realmente accaduta, che parla di eroismo e - inevitabilmente - di valori e che strizza l'occhio anche ai più tecnologici portando chi guarda non solo nello spazio, ma anche nel cuore di una vera e propria avventura. Un classico.
Parola chiave: Ossigeno.

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Bengi

sabato 9 novembre 2013

Film 611 - R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà

Criticato e affossato un po' da tutti, mi incuriosiva anche solo per intrattenermi in una serata priva di alcuna fatica mentale. E poi gli outsiders sono sempre un po' magnetici...

Film 611: "R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà" (2013) di Robert Schwentkek
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Rubo un pensiero trovato per caso su IMDb che, a mio avviso, liquida benissimo questo film in un'unica frase:
The "M.I.B." we never asked for. Niente di più vero.
Nonostante io non sia per nulla fan della saga di "Men in Black", condivido comunque il pensiero (che forse applico anche per "M.I.B.", ma questo è un mio problema) e mi domando: a che pro raccontare questa storia? O, da un altro punto di vista: cos'ha questa storia da raccontarmi?
I cliché legati al mondo della polizia ci sono tutti, tra corruzione e mariti devoti; la facciotta tutta mascella di Ryan Reynolds è come di consueto bloccata sull'unica espressione bisteccona che conosce e il sex appeal della mogliettina devota ed ingenua Stephanie Szostak è qualcosa di non pervenuto; che Kevin Bacon sia il cattivo si nasa dopo due minuti e, in tutta sincerità, i mostri sono fatti veramente male.
Nonostante un paio di trovate siano effettivamente simpatiche (a me l'idea del titolo piace) e che, di fatto, se qualcosa funziona è solo per merito di Jeff Bridges e della sua controparte bionda e conturbante, il risultato finale è comunque qualcosa di insipido e privo di una personalità tale da spiccare tra la massa. La sensazione è che non sia una vera armonia all'interno di questa storia e a farne le spese, inevitabilmente, è il prodotto finito. Strano, poi, che i produttori non abbiano tratto alcun insegnamento dal disastroso mistone western-alieno "Cowboys & Aliens" che, per quanto carino, al box office aveva fatto flop (163 milioni di dollari per produrlo, $174.822.325 di incasso mondiale). Qui la fantascienza mischiata al sapore cowboy del personaggio di Bridges ottiene lo stesso risultato - sinceramente discutibile - dell'altro film e l'ambientazione odierna con l'aggiunta di un distretto di polizia ultraterreno fatto a purgatorio e il mondo dei mostri scatena un mix narrativo che spesso cozza per gusti e lega male all'interno della storia stessa la quale finisce inevitabilmente per essere tutto, ma effettivamente niente.
Così la confusione si riflette parzialmente anche sui personaggi, in particolar modo sul cattivo Bacon - che pare un po' spaesato -, ma soprattutto sull'impassibile Proctor/Mary-Louise Parker che è di pietra in maniera anormale: non è simpatico il suo essere inflessibile e priva di senso dell'umorismo e, disorientante, a fine film cambia completamente il suo atteggiamento umorale in favore di uno slancio di passione immotivato ed effettivamente spiazzante.
Ciò detto, rimango perplesso più che altro perché si è scelto di puntare su questa storia fondamentalmente per l'appeal di effetti speciali combinati a grandi numeri di esplosione misto "alieni", ma di fatto la trama non ha nulla che vada oltre l'ordinaria prevedibilità - anche un po' scema, devo dire: Nick/Ryan Reynolds fino alla fine non riconosce i pezzi d'oro che lui stesso aveva sepolto poco prima di morire nel suo giardino... - e la realizzazione di quegli effetti speciali che giustificherebbero i 130 milioni di dollari di budget non mi sembra nemmeno tanto riuscita. Il cast nel suo insieme è strano e manca un attore che sia davvero di punta (perché Reynolds ha perso il suo treno con "Lanterna verde") per richiamare un pubblico disposto a pagare e seguire la storia.
In definitiva non si può dire che non intrattenga o che faccia platealmente orrore, ma non ha nulla di particolare che possa piacere davvero e non riesce mai a catturare con gusto l'attenzione dello spettatore. Sembra tutto, diciamo, un po' fine a sé stesso.
Ps. Il botteghino mondiale è stato impietoso, ripagando le spese di produzione con soli $78,324,220. E c'era anche il 3D...
Consigli: Sinceramente evitabile. Non che sia disgustoso, ma di fatto non ha nulla di particolare per cui ci si potrebbe sentire spinti a guardarlo. E, diciamocelo, non è certo il massimo veder sprecare il talento di Bridges per un'idiozia come questa...
Parola chiave: Rest In Peace Department.

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Bengi

lunedì 16 settembre 2013

Film 582 - X-Men - L'inizio

Nuovissimo dvd comprato prima di partire per la Grecia!


Film 582: "X-Men - L'inizio" (2011) di Matthew Vaughn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Da qualche tempo avevo voglia di rivedere questo film, ennesimo episodio del franchise sugli X-Men e, a mio parere, tra i migliori prodotti per quanto riguarda gli spin-off. Delusissimo dai due su Wolverine realizzati fino ad ora ("X-Men le origini - Wolverine", "Wolverine - L'immortale"), questo "X-Men: First Class" è invece ben confezionato, con una ricostruzione scenografica (ac)curata e un appeal commerciale spiccatamente accattivante. Non è un caso che sia stato messo già in produzione "X-Men - Giorni di un futuro passato" come seguito di questo esperimento cinematografico sulle origini degli X-Men più famosi (Xavier, Magneto, Mystica).
L'idea di portare in sala la genesi degli X-Men e i primi passi della squadra del Prof. Xavier era certamente ghiotta e non viene sprecata lasciando il compito di intrattenere ai soli effetti speciali. La sceneggiatura regge e intriga ed è apprezzabile che si sia tornati ad affrontare la questione della diversità e della razza abbandonata sul fronte Wolverine (dove ci si è più concentrati su una fisicità muscolare).
La scelta del cast rende giustizia ai personaggi mutanti che prendono parte alla storia e, in particolare, la scelta di Jennifer Lawrence come Mystica trovo sia stata un vero colpo di fortuna (oltre al fatto che, dopo "Hunger Games" e l'Oscar per "Il lato positivo" la carriera della Lawrence è decisamente decollata a prescindere dai prodotti commerciali cui prende parte). Michael Fassbender ha il giusto sguardo vagamente folle a cui si lega bene la scintilla del Magneto futuro, mentre, benché non ami particolarmente James McAvoy, devo dire che nemmeno lui se la cava male nei panni del futuro Professore.
Insomma, mi sembra che con questa nuova produzione si sia tornati ai bei film sui mutanti di qualche tempo fa, più vicini a "X-Men" o "X-Men 2" che all'ultimo episodio su Wolverine. Apprezzo. Tra l'altro rivedere questa pellicola mi ha fatto ritornare la dipendenza dalla canzone "Love Love" dei Take That che fa da accompagnamento musicale ai titoli di coda: bellissima.
Ps. $353,624,124 di incasso mondiale.
Film 622 - X-Men - Conflitto finale
Film 276 - X-Men: L' inizio
Film 582 - X-Men - L'inizio
Film 728 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1092 - X-Men - Giorni di un futuro passato
Film 1166 - X-Men: Apocalisse
Film 1778 - Dark Phoenix
Film 275 - X-Men le origini - Wolverine
Film 583 - Wolverine - L'immortale
Film 1489 - Logan
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 1925 - The New Mutants
Consigli: Bello e ben fatto, trama chiara e scorrevole. E' un blockbuster di buon ed efficace intrattenimento, ottima scelta per una serata di disimpegno. Visivamente accattivante e con un cast dall'appeal innegabile (James McAvoy, Michael Fassbender, Kevin Bacon, Rose Byrne, Jennifer Lawrence, January Jones, Nicholas Hoult, Zoë Kravitz) è sicuramente un prodotto commerciale riuscito.
Parola chiave: Proiettile.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 26 luglio 2013

Film 570 - Footloose

Un titolo di culto che non avevo mai visto e mi ero sempre ripromesso di recuperare (in originale). Everybody cut footloose!

Film 570: "Footloose" (1984) di Herbert Ross
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Va detto che ho studiato molto bene questo "Footloose" originale. Mi sono appassionato, infatti, a verificare quanto la trama del film fosse parallelamente simile a moltissimi temi trattati nei testi della cantante americana Lana Del Rey. Nonostante io mi renda perfettamente conto che sia una stupidaggine, ho comunque cercato le numerose connessioni, rendendomi sempre più conto che - magia? - le somiglianze non sono poche.
I macrotemi di questo film, infatti, sono più o meno rintracciabili in ogni canzone che la Del Rey abbia inciso nell'ultimo periodo. A sua discolpa va detto che, come lei, anche la pellicola tratta tematiche piuttosto generali e generalmente affrontate da pellicole generazionali del genere: conflitto con i genitori e con l'autorità, necessità di sperimentare, amori, scoperta di sé stessi, momenti down a cui tentare di sfuggire come meglio si riesce (ballo, alcol, droghe, ecc).
Che nessuna delle due parti brillasse per originalità assoluta non è mai stato un mistero, quindi abbandoniamo Lana e teniamoci "Footloose" per quello che è, ovvero un prodotto classicamente figlio del periodo in cui è stato concepito e realizzato. Al giorno d'oggi il racconto di una cittadina che vieta ai giovani di ballare il rock (di Satana) sarebbe pura fantascienza, probabilmente inimmaginabile per quei ragazzi che sperimentano tutti i divertimenti già in precoce età. Forse per questo motivo si è sentita la necessità di riproporre questo titolo creandone un rifacimento che ne ha mantenuto il nome: suppongo l'intento fosse sfruttare un prodotto di richiamo svecchiandone i passaggi narrativi e, in ultima nota, farci su dei soldi. L'esperimento ha funzionato a metà (il remake ha incassato, infatti, $62,701,289 a fronte di una spesa di 24).
L'originale degli anni '80, come si diceva, non brilla per una particolare scelta narrativa, ma mi rendo conto che abbia affascinato il pubblico tanto da divenire cult insieme a molte altre pellicole che, in quegli anni, affiancarono a dei bei protagonisti tonici scene di ballo e drammi adolescenziali ("Grease - Brillantina", "Saranno famosi", "Flashdance", "Dirty Dancing - Balli proibiti"). Va detto che, carico del mio personale background, ho trovato comunque questo film deboluccio e altamente superficiale, oltre che a tratti sorprendentemente violento o insensato. Le scene di ballo sono decisamente meno di quelle che mi aspettassi e, per quanto snodato, Kevin Bacon non è John Travolta.
Lori Singer (Ariel nel film) è una 'mascellona' americana dalle spalle da nuotatrice e una bellezza sinceramente assente, non in grado di incarnare un sogno erotico femminile quantomeno contemporaneo (poi, all'epoca, se fosse gradita non mi è dato sapere). Certo è che con a fianco Sarah Jessica Parker (prima della cura Bradshaw) vincere era davvero molto, molto facile.
John Lithgow e Dianne Wiest compongono, invece, la coppia adulta (sono i genitori di Ariel) che dovrà rivedere fino alle fondamenta del proprio matrimonio per ritrovare una fioritura sentimentale da anni sopita. Il personaggio di Lithgow è orrendo per ciò che rappresenta, ma saprà redimersi e cambiare la sua prospettiva nel finale, anche grazie alla pacata ma intelligente moglie.
Insomma, in definitiva da "Footloose" - di cui tanto avevo sentito parlare - mi aspettavo qualcos'altro, forse un filmetto a ritmo di musica capace di coinvolgermi e stupirmi, quantomeno intrattenermi con ritmo. Sono molti, invece, i passaggi pseudo-drammatici che tentano di far approdare la pellicola in qualcosa che, invece, non aveva le carte per diventare. Non mi ha convinto.
Ps. 2 nomination all'Oscar per le canzoni "Let's Hear It for the Boy" e, neanche a dirlo, la hit "Footloose".

Consigli: Una serata in compagnia può essere una buona scusa per incominciare questa pellicola. E' diversa da come me l'ero sempre figurata ed ha meno brio e ritmo di quello che avrei immaginato, ma va visto almeno una volta considerato la fama che il film porta con sé. Kevi Bacon che balla da solo nella fabbrica è un misto tra "9 settimane e 1/2" e il videoclip di Britney Spears e Madonna "Me Against the Music".
Parola chiave: .

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Bengi

venerdì 27 aprile 2012

Film 397 - Frost/Nixon - Il duello

Un film che mi era molto piaciuto e avevo voglia di rivedere.


Film 397: "Frost/Nixon - Il duello" (2008) di Ron Howard
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non sono particolarmente fan di Ron Howard, ma credo che questa pellicola sia un suo buon prodotto capace di raccontare in maniera attenta e puntuale la vicenda che sta dietro l'intervista avvenuta veramente all'ex presidente americano Nixon (Frank Langella) da parte del presentatore britannico David Frost (Michael Sheen). Intervista che, sulla carta, pareva sicuramente un campo minato e, in effetti, si rivelerà quasi controproducente all'inizio. Quasi.
In un crescendo di patos, grazie all'efficace incalzare di Frost - che, all'inizio, rimane soggiogato dalla figura presidenziale - si riuscirà finalmente ad ottenere da Nixon quell'ammissione di intenti che fino ad allora era riuscito a fuggire.
Meticolosa la ricostruzione dei fatti, ma non mi aspettavo niente di diverso essendo la sceneggiatura del Sig. Peter Morgan, già sceneggiatore della pellicola "La regina" (alias "The Queen"), qui alla sua seconda nomination all'Oscar. Vengono descritti particolarmente bene, a mio avviso, tutte quelle manie e fobie che caratterizzano l'ex presidente, da quelle fisiche come il sudore che gioca brutti scherzi davanti alle telecamere, a quegli ambigui comportamenti che all'inizio sembrano mettere in ginocchio anche Frost. E' appassionante, poi, vedere come ha ben costruito il suo personaggio Langella (qui alla sua prima nomination per l'Academy Award), davvero un ottimo lavoro.
Mi è meno comprensibile l'episodio della chiamata nottura che Nixon fa a Frost, ma, prendendo per buono che sia avvenuta anche nella realtà, immagino che possa essere una specie di apertura da parte del presidente nei confronti del suo interlocutore, quasi un flusso inconsapevole della sua coscienza (Nixon il giorno dopo dice di non ricordare nulla, nemmeno di aver chiamato il presentatore, ma che fosse un po' brillo si capisce già durante il dialogo tra i due) che sfonda quel muro eretto ai tempi del Watergate e che solo con l'ultimo episodio dell'intervista si riuscirà finalmente ad abbattere. Parafrasando: se lo fa il presidente, allora non è illegale perchè lui è al di sopra del giusto o dello sbagliato.
Shoccante, chiaramente, sarà quest'ammissione e spazzerà via in un solo colpo tutto il lavoro fino a quel momento fatto dall'ex presidente per tentare una riabilitazione del suo nome.
Ho davvero apprezzato questo 'duello', per riprendere il titolo, tra due personaggi che, paradossalmente, non hanno alcunché in comune. Interessante, anche, il lavoro di preparazione all'intervista con i tre aiutanti di Frost James Reston, Jr. (Sam Rockwell), Bob Zelnick (Oliver Platt) e John Birt (Matthew Macfadyen).
Tra gli altri attori che compaiono ci sono Rebecca Hall ("Vicky Cristina Barcelona", "The Town") e Kevin Bacon ("X-Men: L' inizio", "Footloose").
Ps. In totale 5 nomination all'Oscar (tra cui film e regia), ma solo $27,426,335 di incasso mondiale (25milioni solo per produrlo).
Consigli: Bel film dalla trama interessante. Esiste anche il dramma teatrale (che porta lo stesso titolo) scritto dallo stesso Morgan che qui cura la sceneggiatura. E' ottimo, per chi fosse interessato, a completare il quadro della vicenda Watergate.
Parola chiave: Scuse.

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Ric

martedì 29 novembre 2011

Film 335 – Crazy, Stupid, Love.

Amando il genere avevo veramente voglia di vedere questo film, sin da quando era uscito qualche tempo fa negli USA. Ed ecco che la cena del martedì si è rivelata utilissima scusa per una visione tra amici.


Film 335: "Crazy, Stupid, Love." (2011) di Glenn Ficarra, John Requa
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Michele P., Andrea, Andrea Puffo
Pensieri: Passando da una commedia oscena (“Film 334 – Ma come fa a far tutto?”) a una fatta per benino è inutile dire che la differenza si sente alquanto.
Innanzitutto c’è una trama. Il che è già qualcosa. Poi c’è un buon cast fatto di veri comprimari – e non un attore e centomila attori spalla con più o meno la stessa capacità incisiva di un vaso da frutta – e un piglio scanzonato che accompagna tutta la bizzarra vicenda. Già, perché quando credi di aver capito tutto di "Crazy, Stupid, Love", ecco che la trama vira inaspettatamente su un particolare che mai ti saresti aspettato sarebbe diventato il perno fondamentale della vicenda.
Ecco, quando capita che in una pellicola la trama riesca a stupirmi con un qualcosa di inaspettato allora è fatta, non potrò non pensare che – almeno quella particolare cosa – mi ha davvero conquistato. Qui vale questo principio. Ovviamente non posso rivelare di cosa si tratta, altrimenti si rovinerebbe la trama a chi desidera vederlo.
Inoltre, devo dirlo, partivo sicuramente interessato per via del cast di ottimi attori che la pellicola raccoglie: Emma Stone e Ryan Gosling in primis, poi Julianne Moore, Marisa Tomei, Steve Carell e Kevin Bacon a formare un gruppo che pare decisamente affiatato.
Spiritosa e divertente antologia sul come ricominciare daccapo (anche la storia di una vita), è ovvio anche dal titolo che il protagonista principale delle vicende sia l’amore, sia quello per il proprio partner che per la famiglia. In un periodo in cui ci si focalizza molto su sé stessi è inconsueto trovare un film che tratti tanto spontaneamente di un sentimento così complesso. Mi ha colpito la cosa soprattutto nella figura del figlio della coppia Carell-Moore, che sa con certezza che il padre e la madre sono anime gemelle e che, nonostante la scappatella di lei e l’attuale separazione dei genitori, sa per certo che nel futuro i due sono destinati a tornare insieme. Stranamente non ho trovato patetica la cosa, ma piuttosto una speranza che chiunque possa riconoscere prima o poi chi fa veramente per lui. Ovviamente il ragazzino stesso sa di amare qualcuno, ma solo il tempo saprà confermargli di essere nel giusto.
Insomma guardare questo film è stato piuttosto piacevole, con Carell sempre grande protagonista grazie a una mimica e un’aria sottomessa da ipersfigato che solo lui sa portare così bene. Ottimo Gosling, perfetta incarnazione dello sciupafemmine macho e tanto etero, metamorfosi non da poco per uno che non è certo diventato famoso per la sua fama di sex symbol...
Emma Stone sempre più lanciata verso il ruolo di principessina della commedia USA più seria (leggere con una trama), scippando il posto alla sparita (per incombenze di maternità, suppongo) Katherine Heigl - fino all'anno scorso unica regina della commediola scacciapensieri che tanto mi piace seguire e guardare -, conferma anche con questo ruolo di essere perfettamente in grado di apparire bella, simpatica, intelligente e con una certa attitudine recitativa tutto - pensa un po'! - interpretando un unico ruolo. Dopo ruoli minori in "La coniglietta di casa" e "La rivolta delle ex" e un paio di ruoli davvero azzeccati ("Benvenuti a Zombieland", ma soprattutto "Easy Girl"), la Stone centra in pieno due titoli che sbancano il botteghino mondiale (questo film e "The Help", inaspettato successo da $168,231,632 incassati solo in America, da noi il 20 gennaio 2012) e si candida davvero a diventare una delle promesse del genere glam-comedy più in vista del momento.
Per chiudere il cerchio e tornare al nostro 'crazy, stupid' movie, aggiungo che il ruolo di Marisa Tomei è veramente divertente e lei sa renderlo 'weird' ed eccentrico quanto basta per far si che rimanga ben impresso nella mente. Sempre bravi, infine, la Moore e Bacon, meno brillanti qui a causa dei due ruoli infelici.
Per concludere direi: bel film, divertente e piacevole da guardare, commedia romantica sui sentimenti e sulla ricerca dell'anima gemella. Forse il periodo per me è propizio, ma diciamo che sono sensibile all'argomento. Forse per questo, di fatto non mi è parso banale e troppo scontato il modo in cui l'argomento (più che trito, ormai) è stato trattato. Lo rivedrei.
Nel mondo "Crazy, Stupid, Love." ha incassato 142.7 milioni di $.
Consigli: Chi ha perso l'amore, chi cerca l'amore, chi l'amore l'ha trovato, chi ama e non è ricambiato. Banale, forse. Già sentito, forse. Eppure per tono, trama, attori e risultato finale, questa pellicola mi è molto piaciuta. E sotto le feste un film come questo è sempre un'ottima compagnia. Per chi è solo e chi non lo è.
Parola chiave: Hannah.

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Ric

mercoledì 6 luglio 2011

Film 276 - X-Men: L'inizio

Lunga l'attesa dopo numerosi trailer succulenti e qualche fotogramma di anteprima per questa (ennesima) pellicola sugli eroi mutanti...


Film 276: "X-Men: L' inizio" (2011) di Matthew Vaughn
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele, Marco, Tiziana
Pensieri: Freschi freschi dalla visione del capitolo su Wolverine, ci siamo fiondati al cinema per il nuovissimo episodio della saga di X–Men uscito l’8 Giugno. Questa volta i riflettori sono puntati sulle origini stesse della prolifica serie (oramai a quota 5 episodi) e su come gli X–Men si siano formati.
Ormai di moda ad Hollywood riprendere da più angolazioni lo stesso soggetto, questa volta siamo negli anni ’60 e il punto di vista principale è quello del futuro Professor Xavier. La trovata è sicuramente piacevole, più che altro perché spiega chiaramente (ma non so dire quanto fedelmente rispetto al fumetto) come buona parte dei mutanti delle precedenti pellicole siano diventati tali o entrati a far parte del gruppo (buoni o cattivi non importa). Chi ha un minimo di passione per la serie apprezzerà di certo.
La trama è buona e non superficiale, incastra bene gli eventi fino a portare – alla conclusione - agli effetti che noi tutti conosciamo e che ricolleghiamo alle pellicole successive. Benissimo la scelta del cast che punta su nomi più o meno famosi del cinema e TV: Charles Xavier/James McAvoy ("Espiazione", "Wanted - Scegli il tuo destino", "The Conspirator", "Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio"), Erik Lehnsherr/Magneto/Michael Fassbender ("300", "Bastardi senza gloria"), Sebastian Shaw/Kevin Bacon ("Mystic River", "L'uomo senza ombra", "Footloose"), Rose Byrne ("Maria Antonietta", "Sunshine" e nel prossimo 'must to see' "Le amiche della sposa"), Raven/Mistica/Jennifer Lawrence ("Mr. Beaver", "Un gelido inverno"), Oliver Platt ("Amore e altri rimedi", "2012"), Emma Frost/January Jones ("Unknown - Senza Identità" e la serie tv "Mad Men"), Hank McCoy/Bestia/Nicholas Hoult ("A Single Man", "About a boy - Un ragazzo", "Scontro tra titani") e Zoë Kravitz (figlia del cantante Lenny, già vista in film come "Il buio nell'anima", "Sapori e Dissapori").
Nell’insieme il gruppo attoriale credo faccia la differenza. Per un film assolutamente non anonimo, non si poteva giocare la carta del cast sconosciuto (ultimamente pare far chic portare sconosciuti alla ribalta, vedi l’edizione degli Oscar con Hailee Steinfeld e la stessa Jennifer Lawrence o, più recentemente, il film di J. J. Abrams “Super 8”).
Strana, invece, la scelta di destinare la canzone portante della colonna sonora al gruppo britannico dei Take That con la (bella) canzone ‘Love Love’, forse non del tutto adatta a questo film.
Bene, comunque, effetti speciali (il finale con il sottomarino sollevato in volo è spettacolare), fotografia e le scenografie piuttosto azzeccate. Lasciano qualche domanda, invece, i gadget fin troppo futuristici in dotazione alla squadra di eroi. A volte sembra di essere al giorno d’oggi…
Critiche favorevoli e buon incasso, ma non ottimo per un film della serie. Con $160,000,000 spesi per realizzarlo, ad oggi il film ha incassato $324,611,727 che, in ordine di incasso, equivale al quartultimo posto su 5 pellicole realizzate. In Italia, per esempio, questo episodio è stato accolto piuttosto tiepidamente, con il modesto risultato di € 2,650,968 ad oggi. Per intenderci, da noi il bruttissimo “L’ultimo dei templari” con Nicolas Cage ha incassato quasi di più.
Ma non bisogna farsi ‘spaventare’: il film vale la pena di essere visto!
Ps. Camei divertenti dei veterani Hugh Jackman nei panni del suo famoso Wolverine e Rebecca Romijn in quelli di Mistica.
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Consigli: Interessante ed esplicativo, questo "X-Men: First Class" (titolo originale) serve agli amanti della serie a ricollegarsi con i successivi (ma precedenti in ordine di uscita) capitoli della serie. E', inoltre, piuttosto divertente e ricco d'azione, quindi non manca certo il divertimento per i non appassionati!
Parola chiave: X.

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Bengi