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lunedì 30 dicembre 2013

Film 644 - Troy

Dopo l'acquisto di una nuova obesità post-natalizia, tento di distrarmi dal cibo abbuffandomi di film. Questo è il primo esempio della mia bulimia cinematografica spegni-Natale.

Film 644: "Troy" (2004) di Wolfgang Petersen
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Nel grande calderone dei film-scelti-a-caso di quest'anno arriva a pelo, ma arriva, questo grandissimo esempio di cinemone colossale privo di qualcosa da dire, ovvero l'intrattenimento spensierato nella sua più alta e pura forma.
Alla regia il nome forte di Wolfgang Petersen ("La storia infinita", "Air Force One", "Poseidon"), un cast ricolmo di adoni e bionde bellezza europee (Brad Pitt, Eric Bana, Orlando Bloom, Diane Kruger) oltre che di qualche attore capace (Peter O'Toole, Julie Christie, Brendan Gleeson, Brian Cox) e nomi che sarebbero esplosi più avanti (Rose Byrne, Garrett Hedlund e Sean Bean) e, naturalmente, una delle storie più famose di tutti i tempi: l'"Iliade" di Omero.
A parte tutto questo elenco e il notevole aiuto degli effetti speciali, "Troy" non ha altro da dire. E' una pellicola piatta e priva di pathos che gioca con elementi epici senza saperli totalmente gestire e il risultato finale è un racconto abbastanza vuoto di una vicenda che ci si chiede perché si sia voluta raccontare.
Non credo sia colpa effettivamente di nessuno in particolare, ma l'insieme degli elementi davvero non funziona. E' tutto troppo succube di una resa high-tech, di una narrazione a tratti infantile e di una recitazione che vede Brad Pitt al timone di una squadra troppo spesso votata all'inespressività. Anche se hai un bel corpo e ti chiedono di mostrarlo per un terzo delle tue scene, alla lunga è evidente anche ai ciechi che non puoi recitare solo con le natiche. Aggiungo che personalmente trovo Orlando Bloom di un'inutilità infinita in questo ruolo.
Insomma, per quanto i buoni propositi di portare sullo schermo un'opera tanto importante culturalmente parlando - per quanto un buon margine di libertà sia stato concesso alla sceneggiatura -, la sensazione che "Troy" non sia niente di più che un tentativo di chiamare al cinema la grande massa media pagante non si leva mai dalla mente di chi guarda.
Ps. 175 milioni di dollari di budget e $497,409,852 di incasso mondiale. Una nomination all'Oscar per i costumi.
Film 644 - Troy
Film 2364 - Troy
Consigli: E' un buon esempio di cosa può fare Hollywood quando ha per le mani una storia universalmente conosciuta ed apprezzata e un grandissimo budget a disposizione. Ovvero un esempio di come tramutare un poema epico in un videogioco tutto azione e grandi gesti d'onore (ovvero di vendetta). Se lo si prende come strumento di intrattenimento privo di sostanza è un buon titolo da tenere presente. Anche bello da vedere perché curato nei costumi e nei set, ma di fatto non c'è molto altro che si possa apprezzare.
Parola chiave: Cavallo.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 10 maggio 2011

Film 254 - Cappuccetto rosso sangue

Un film che mi aveva incuriosito molto all'uscita sul mercato USA. Con un produttore come DiCaprio e un trailer davvero accattivante, sembrava potesse uscirne qualcosa di inatteso...


Film 254: "Cappuccetto rosso sangue" (2011) di Catherine Hardwicke
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Gianpaolo, Marco, Andrea Puffo, Diego
Pensieri: Questo film è esattamente cioè che mi aspettavo anche se, ammetto, la speranza che in realtà valesse di più c'era (e mi ha fregato).
Niente da fare, mi spiace, ma la revisione in chiave horror-romantico-teen-gotico-thriller di Cappuccetto rosso non è riuscita a Catherine Hardwicke ("Thirteen - Tredici anni", "Nativity", "Twilight"). L'operazione commerciale di per sé è interessante, ma a ben ragionarci dimostra una certa disperazione di fondo dei produttori hollywoodiani (stiamo davvero rispolverando ogni fiaba che ci viene in mente?!). Potremmo dire che la Hardwicke sta a Cappuccetto rosso come Jennifer Lopez sta alla lambada: si capisce che, di base, mancano le idee.
Manca, anche, la voglia di rimbastire intelligentemente una storia da tutti conosciuta. Con tutto questo mistone di generi diversi, si finisce per non centrarne nessuno e di conseguenza di non accontentare nessuno dato che il film non ha una sua direzione definita.
Il ritmo è blando, i toni da "Twilight", il lupo mal realizzato. Si salvano gli attori (decisamente un buon cast) Amanda Seyfried ("Mamma Mia!", "Chloe - Tra seduzione e inganno"), Gary Oldman ("Harry Potter e il prigioniero di Azkaban", "Il cavaliere oscuro"), Julie Christie ("Darling", Oscar 1966 come miglior attrice protagonista, "Away from Her"), Lukas Haas ("Mars Attacks!", "Inception") e la da me stra-odiata Virginia Madsen ("Sideways - In viaggio con Jack", "Il messaggero"). I due contendenti amorosi di Cappuccetto Valerie, invece, sono i semi-sconosciuti Shiloh Fernandez ("Cadillac Records") e Max Irons ("Dorian Gray").
Consigli: Evitabile. Anche se le premesse sembravano divertenti.
Parola chiave: Lupo mannaro.

Trailer

Bengi