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lunedì 22 luglio 2024

Film 2298 - Longlegs

Intro: Con recensioni entusiaste e un incasso al botteghino nella prima settimana di uscita estremamente superiore alle attese, volevo vedere questa pellicola non appena disponibile al cinema!

Film 2298: "Longlegs" (2024) di Osgood Perkins
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: Mi era parso di capire che "Longlegs" fosse più un thriller che un horror. Mi aspettavo una storia di fiction, sì, ma che avesse le sue fondamenta nella realtà. C'è un serial killer, c'è un'agente dell'FBI che indaga, ci sono da mettere insieme gli indizi e capire cosa stia succedendo. Fin qui, tutto secondo i piani.
Poi le cose prendono l'inevitabile piega soprannaturale, per un lungo periodo non si capisce dove la storia voglia andare a parare e quanto di soprannaturale sia effettivamente tale e quanto una suggestione della sceneggiatura. E non ci sarebbe nessun problema, non fosse che da "Longlegs" mi aspettassi più un moderno "The Silence of the Lambs" che un'alternativa adulta ad "Annabelle".
Fatta questa premessa - e volendo ribadire che, al solito, le aspettative mi hanno nuovamente rovinato un po' la visione - devo comunque ammettere che "Longlegs" sia un prodotto molto interessante per svariati motivi. Innanzitutto è capace di creare un'atmosfera sinistra ed inquietante alla perfezione. Una combo perfetta di musica, fotografia, scenografie e storia: gli spazi sono spesso piccoli e stretti, molto claustrofobici, la palette di colori piuttosto deprimente e opprimente, la musica tesa e drammatica (anche quando non ce ne sarebbe davvero bisogno).
In aggiunta all'ottimo lavoro tecnico, le performance di Maika Monroe e Nicolas Cage sono particolarmente riuscite, quest'ultimo anche aiutato da un trucco e parrucco evidentemente fittizzi, ma comunque funzionali alla creazione del personaggio (che a tratti ricorda il burattino Jigsaw. La Monroe, invece, crea il suo personaggio con particolare intensità e ne porta a termine l'arco narrativo in maniera credibile nonostante le bizzarrie della trama. In particolare l'ho trovata molto maturata - non che l'abbia vista in molti progetti da protagonista a dire il vero, solo "It Follows" e "Independence Day: Resurgence" - e perfettamente capace di portare sulle proprie spalle l'intero film. Più che la performance di Cage, forse, ho apprezzato quella della Monroe in quanto richiede un approccio realistico ed è sicuramente meno stravagante e, di conseguenza, potenzialmente meno memorabile. In realtà la sua agente Lee Harker rimane particolarmente impressa (e per tutti buoni motivi).
Insomma, per quanto "Longlegs" si sia rivelato un film diverso da quello che mi aspettavo, ne ho apprezzato l'approccio realistico contrapposto alla trama horror/soprannaturale, oltre che lo spiccato senso stilistico e la chiarissima visione estetica che la pellicola presenta. Probabilmente non il capolavoro assoluta che i critici stanno dipingendo, ma un buon film horror con una spiccata identità e senso di sé come non se ne vedevano da tempo. E sì, in questo "Longlegs" mi ha sicuramente ricordato "The Silence of the Lambs".
Cast: Maika Monroe, Blair Underwood, Alicia Witt, Kiernan Shipka, Nicolas Cage.
Box Office: $47.3 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: E' tutto vero o ci sono delle misteriose forze sataniche dietro questa storia di Osgood Perkins? L'unico modo per scoprirlo è dare a "Longlegs" (gli horror sono sempre un'ottima alternativa per l'estate) una possibilità. Certamente non un prodotto per tutti, ma un titolo interessante in questa stagione francamente priva di brio cinematografico.
Premi: /
Parola chiave: Sfera.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 7 aprile 2021

Film 1981 - Onward

Intro: Ogni tanto un film d'animazione ci vuole proprio.
Film 1981: "Onward" (2020) di Dan Scanlon
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ero molto curioso di recuperare questo film, più che altro perché se consideriamo che produrlo è costato alla Disney-Pixar qualcosa come 200 milioni di dollari - ribadisco: solo produrlo - e l'incasso globale non tocca nemmeno i 150 milioni, mi chiedevo se si trattasse semplicemente di una brutta pellicola o se la coincidenza dell'inizio della pandemia globale avesse influenzato il risultato al box-office. E diciamocelo subito: non siamo di fronte ad un secondo esempio di "The Good Dinosaur".
"Onward" è prima di tutto una storia on the road che un titolo per famiglie, una bella avventura che racconta di un mondo fantastico e potenzialmente magico, di due fratelli che devono imparare a comunicare e del viaggio che cambierà la loro vita: per completare l'incantesimo capace di riportare in vita per un giorno il loro papà scomparso anni prima, si metteranno alla ricerca della gemma che permetterà loro di terminare la magia prima che sia troppo tardi.
Onestamente ho trovato questa pellicola davvero godibile, molto di più di quanto mi aspettavo, soprattutto considerato che ho recuperato "Onward" a pochi giorni di distanza dalla visione di "Soul", considerato da tutti come il nuovo capolavoro della Pixar. Ora non voglio dire che questo titolo sia superiore, semplicemente che - pur molto diversi - sono entrambi prodotti degni di nota, soprattutto in questo momento storico di carenza di ontenuti interessanti. Poi, certo, dei due "Soul" è il prodotto più adulto e riflessivo, mentre il film di Dan Scanlon ha un piglio certamente più divertito e rilassato, anche se devo dire che sono rimasto particolarmente impressionato dal complessità del mondo creato per questa storia, molto ben fatto e dettagliatissimo.
In generale, quindi, "Onward" mi ha davvero lasciato piacevolmente sorpreso.
Cast: Tom Holland, Chris Pratt, Julia Louis-Dreyfus, Octavia Spencer, Mel Rodriguez, Lena Waithe, Ali Wong, Tracey Ullman.
Box Office: $141.9 milioni
Vale o non vale: Divertente, avventuroso e ben doppiato dalla coppia Marvel Tom Holland + Chris Pratt (qui più Andy Dwyer che Star-Lord), questo film è il titolo perfetto per una serata spensierata per tutta la famiglia, in un mix narrativo che prende a prestito tutti gli elementi possibili di una storia on the road declinata in toni colorati e animaleschi alla "Zootopia". E il risultato finale funziona alla grande.
Premi: Candidato all'Oscar, Golden Globe e BAFTA per il Miglior film d'animazione.
Parola chiave: Path of Peril.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 21 gennaio 2021

Film 1782 - Annabelle Comes Home

Intro: Essendo un fan del franchise, non vdevo l'ora che questa pellicola uscisse al cinema per poter andare a vederla! E così ho fatto...
Film 1782: "Annabelle Comes Home" (2019) di Gary Dauberman
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente questo terzo "Annabelle" è il più debole della saga e, diciamocelo pure, anche il più noioso.
Per quanto l'estetica stabilita dai precedenti capitoli si ritrovi anche qui e, in generale, le atmosfere horror e da spavento sicuramente non manchino, sta di fatto che "Annabelle Comes Home" è decisamente meno efficace dei suoi predecessori e talvolta fatica a suscitare quell'ansia e quei momenti di tensione che hanno finora contraddistinto il franchise dell'universo "The Conjuring". E anche se è un po' un peccato, forse ce lo si poteva anche aspettare.
Già, perché dopo sequel e spin-off e sequel degli spin-off si arriva a un punto in cui non si riesce più di tanto a spremere un'idea, per quanto originale potesse essere all'inizio (qui nemmeno troppo, se si considera che Lorraine e Ed Warren - i personaggi interpretati da Vera Farmiga e Patrick Wilson - sono ispirati a persone realmente esistite).
Il punto è che, pur portando i due protagonisti di "The Conjuring" 1 & 2 in questo film - che di fatto è il diretto spin-off della saga originale con i Warren - la storia non ha abbastanza da raccontare che non sia qualcosa di già visto o esplorato nelle pellicole precedenti e, più che il secondo, è questo terzo capitolo che sembra più un riempitivo a malapena passabile, il tutto solo per convincere i fan a tornare al cinema. Poi, per carità, "Annabelle Comes Home" fa il suo dovere in termini di spaventare il pubblico e raccontare con stile una storia dell'orrore. Il punto è che tutta questa operazione commerciale manca un po' di originalità (c'è chi direbbe anima), soprattutto se paragonata ai precedenti capitoli dell'universo "Annabelle". Va detto però che, a posteriori, le trame dei vari film funzionano abbastanza bene insieme e, specialmente qui, formano un arco narrativo credibile e godibile da seguire. Della serie: come fa la (tremendamente brutta) bambola Annabelle a finire nelle mani degli Warren? Non servivano 3 film per spiegarlo, ma almeno i racconti, nell'insieme, si incastrano. Ed è già qualcosa.
Film 578 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1179 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1190 - The Conjuring - Il caso Enfield
Film 1450 - The Conjuring 2
Film 2029 - The Conjuring: The Devil Made Me Do It
Film 804 - Annabelle
Film 1157 - Annabelle
Film 1405 - Annabelle: Creation
Film 1657 - Annabelle: Creation
Film 1782 - Annabelle Comes Home
Film 1673 - The Nun
Film 1774 - The Curse of La Llorona
Cast: Vera Farmiga, Patrick Wilson, Mckenna Grace, Madison Iseman, Katie Sarife, Michael Cimino.
Box Office: $231.3 milioni
Vale o non vale: I fan del franchise apprezzeranno e, in generale, chi ama gli horror non dovrebbe rimanere deluso. Di base mi aspettavo qualcosa di più, anche se bisogna ammettere che c'è sempre una buona quantità di fantasia combinata a momenti di suspense che tengono lo spettatore incollato allo schermo (anche se qui ci si adagia un po' troppo sull'(ab)uso di rumori improvvisi e ad altissimo volume per spaventare il pubblico). Io personalmente non ho adorato questo terzo capitolo - e mi sento di dire che denuncerei i Warren ai servizi sociali per tenersi in casa un arsenale di oggetti maledetti e potenzialmente infernali con una minorenne che vive nella stanza a fianco - ma, in generale, resto un appassionato dell'universo di "The Conjuring" creato da James Wan.
Premi: /
Parola chiave: Compleanno.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 30 dicembre 2020

Film 1765 - Wine Country

Intro: Netflix proponeva a gran voce e visto il cast pazzesco non ho voluto assolutamente perdermi la visione!
Film 1765: "Wine Country" (2019) di Amy Poehler
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: è bello vedere un cast tutto al femminile composto da attrici di talento in un film che mette al centro della sua storia persone dall'aspetto normale (e avventure surreali?), però bisogna davvero chiedersi quanto bisogno ci fosse di portare alla luce un progetto come "Wine Country" che, con tutta la buona volontà di questo mondo, non ha davvero niente di nuovo da dire.
La comicità molto fisica mescolata all'umorismo "Saturday Night Live" funziona fino ad un certo punto e, devo ammettere con un po' di tristezza, questa storia non è poi così divertente da far dimenticare che la trama sia di fatto priva di qualsivoglia elemento innovativo. Perché sì, ora anche le donne si ubriacano sul grande schermo, dicendo parolacce e parlando senza problemi di sesso. E sì, sappiamo che storie su persone qualunque e (pure!) over 50 funzionano e riscuotono anche parecchio successo, quindi quella che "Wine Country" fa qui non è una grande rivendicazione, se non quantomai accodarsi a una lista di titoli che già hanno percorso questa strada. Il vero peccato è che questo esordio alla regia di Amy Poehler sorprendentemente sprechi un'occasione e un cast eccezionali per raccontare la stessa storia che le commedie americane influenzate da Judd Apatow ci stanno raccontando ormai da anni, solo che in più qui c'è la scusa del wine tasting. E considerato che gli ubriachi non siamo noi ma le protagoniste del film, la magia non si realizza.
Ps. Non dico certo nulla di nuovo, ma la produzione cinematografica firmata da Netflix è tremenda. Questo titolo non è certamente il peggiore tra quelli originali e in lista nel catalogo del servizio di streaming, ma rimango tutte le volte sorpreso da quanta enfasi si metta nel portare alla luce praticamente qualsiasi progetto solo in nome di una maggiore offerta che attragga nuovi abbonamenti. Onestamente una pellicola come "Wine Country" al botteghino avrebbe fatto flop. So che la qualità è troppo spesso un fatto secondario, ma non posso fare a meno di chiedermi quanto questo sistema del "tutto quello che ci viene in mente" possa risultare ancora sostenibile, soprattutto man mano che la gente si rende conto di quanto i film originali Netflix siano di sempre maggiore pessima qualità.
Cast: Rachel Dratch, Ana Gasteyer, Amy Poehler, Maya Rudolph, Paula Pell, Emily Spivey, Cherry Jones, Maya Erskine, Jason Schwartzman, Tina Fey.
Box Office: /
Vale o non vale: Onestamente mi aspettavo qualcosa di più in generale e una trama molto più divertente in particolare. Un'occasione un po' sprecata, anche se gli amanti del Saturday Night Live dovrebbero avere le palpitazioni alla sola idea di vedere riunite così tante stelle dello show in un unico lungometraggio. Per quanto un più veloce skatch del celebre show americano sarebbe risultato più efficace.
Premi: /
Parola chiave: Weekend.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 5 ottobre 2020

Film 1928 - The Boys in the Band

Intro: Avevo sentito tanto parlare del revival dello spettacolo teatrale, così quando ho scoperto che ne avevano fatto un film, ho voluto subito recuperarlo.
Film 1928: "The Boys in the Band" (2020) di Joe Mantello
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: le pellicole tratte da pièce teatrali non sono mai facili da realizzare, più che altro per una mancaza di location che garantiscono "movimento" alla storia e per un quantitativo di dialoghi che non sempre è facile da rendere efficacemente. Devo dire che "The Boys in the Band" non presenta queste problematiche grazie a una sceneggiatura che dà spazio anche agli esterni, una regia oculata e un cast perfetto che regala ottime performance (del resto è lo stesso del revival teatrale dell'anno scorso).
Per quanto mi riguarda, quello che non mi aspettavo si lega più che altro alla trama in sé che, dopo un inizio dinamico e interessante, prende velocemente una piega amara e verbalmente violenta, per un risultato finale che lascia interdetti. Sarà che il complesso rapporto di amicizia tra Michael e Harold (Jim Parsons e Zachary Quinto) toglie ossigeno a tutte le altre dinamiche presenti - avrei dato molto più spazio ai personaggi secondari -, sarà che le tematiche affrontate sono molto complesse e sensibili, di fatto questa storia finisce per svolgere la sua narrazione con un approccio passivo-aggressivo che non avevo previsto. Probabilmente fuorviato da un trailer molto più spensierato e glam, mi immaginavo qualcosa di più "facile" - quasi frivolo se vogliamo - quando invece il racconto non si risparmia la sua buona dose di cattiveria e smaschera molte delle ipocrisie certamente familiari all'epoca, ma che non mancano di essere rilevanti anche oggi.
Insomma, "The Boys in the Band" è stato niente di ciò che mi aspettavo, sicuramente una visione molto più complessa e difficile da digerire (tant'è che mi sono concesso qualche pausa), anche se tutto sommato ho apprezzato la presenza di un prodotto come questo su una piattaforma mainstream come Netflix perché non solo è importante ricordare che lo show scritto da Mart Crowley, scomparso solo qualche mese fa, è datato 1968, ma anche che tutt'oggi la questione LGBTQI+ rimane aperta e vitale più che mai. E ogni tanto non fa male pensare che certi aspetti che siamo abituati a dare per scontato, anche solo 50/60 anni fa non lo erano per niente e che se pure ci sembra di aver già conquistato moltissimo, c'è ancora un'inifinità di strada da fare.
Cast: Jim Parsons, Zachary Quinto, Matt Bomer, Andrew Rannells, Charlie Carver, Robin de Jesús, Brian Hutchison, Michael Benjamin Washington, Tuc Watkins.
Box Office: /
Vale o non vale: Chi ha apprezzato l'opera teatrale - o chi in generale apprezza gli adattamenti cinematografici tratti prodotti nati per il teatro - dovrebbe gradire. La regia è buona, il cast onestamente pazzesco e il risultato finale compatto e ben realizzato. Poi, chiaramente, non si tratta di un titolo facile o per tutti i palati, ma nel complesso credo valga la pena di dare una chance a questa pellicola. A cui, mi sento di dire, farei seguire la visione del veloce "The Boys in the Band: Something Personal", un dietro le quinte che dà maggiore tridimensionalità ad un prodotto cui non in molti sono familiari.
Premi: /
Parola chiave: Birthday party.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 15 aprile 2020

Film 1868 - Parasite

Intro: Ha convinto praticamente tutti, ha vinto praticamente tutto, dunque non potevo perdermi il titolo forse più rilevante della stagione.
Film 1868: "Parasite" (2019) di Bong Joon Ho
Visto: dal computer portatile
Lingua: coreano
Compagnia: Mirco
In sintesi: il rischio di recuperare in ritardo film che hanno avuto un seguito così ampio di pubblico e critica è di rimanere immancabilmente delusi. Solitamente è quello che succede, in pochi casi, invece, la sorpresa è che di quella pellicola finisci per innamorartene anche tu. Questo è, effettivamente, il caso di "Parasite", magnifico prodotto della cinematografia sudcoreana che maneggia con destrezza una numerosa quantità di generi, tutti sapientemente incastonati in un unico prodotto intelligente, ironico e spesso sorprendente: il mondo ci ha perso la testa per il film di Bong Joon Ho e, diciamolo, a giusta ragione. Perché di fatto ci sono tutti gli elementi del grande cinema, ovvero una saga familiare, una critica sociale e un confronto di classe, tensione e suspense da thriller, ci sono il grottesco e lo humor, il tutto ben orchestrato da una regia attenta che non lascia niente al caso. Saltano subito all'occhio alcune accortezze che sceneggiatura, regia e visione estetica mettono insieme: la famiglia povera abita in un seminterrato, costretta a guardare la strada sempre rivolgendo la testa verso l'alto, mentre la famiglia ricca abita come inerpicata su una collina; le scale sembrano rivestire un ruolo centrale nella storia, amplificando la sensazione che salire o scendere non sia solo una questione legata allo spostarsi; ogni membro di ciascuna delle due famiglie ha il suo corrispettivo nell'altra, cosicché padri, madri e figli finiscono per sembrare gli estremi di una stessa, generale personalità. Si potrebbe andare oltre, ma mi fermo qui anche per evitare spoiler.
Insomma, è chiaro che "Gisaengchung" - questo il titolo originale - ha molto da raccontare e suggerire e lo fa in modo originale, discostandosi da quel solito tocco hollywoodiano cui siamo fin troppo abituati. Una boccata d'aria fresca in un panorama cinematografico ultimamente non troppo pimpante, anche a causa di tutta una serie di sequele titoli legati ai supereroi che hanno schiacciato il mercato globale, finendo per monopolizzare e standardizzare (ancora di più) la produzione. Sono rimasto estremamente colpito dalla scelta dell'Academy di conferire il suo premio principale a questo film, pur trattandosi di una mossa tutt'altro che ingenua, per quanto elogiabile. Dopo anni di critiche per la mancanza di diversità o di scelte più in linea coi tempi, anche gli Oscar si piegano in parte alla necessità di portare all'audience globale un messaggio più inclusivo e culturalmente ricco. Era ora.
Insomma, meritatissimo successo di "Parasite", prodotto incredibilmente trascinante, marcato da un ritmo che nella seconda parte si fa serratissimo, un film capace di non pochi colpi di scena e di rimanere impresso nella mente dello spettatore, rapito anche dalla potenza evocativa di certe scene, una tra queste certamente il diluvio finale. Davvero bel film.
Cast: Song Kang-ho, Lee Sun-kyun, Cho Yeo-jeong, Choi Woo-shik, Park So-dam, Lee Jung-eun, Jang Hye-jin.
Box Office: $266 milioni
Vale o non vale: Interessante e magistralmente realizzato, regia attentissima e cast perfetto, sicuramente il film da non perdere della passata stagione. Un consiglio: invece di provare ad immaginare cosa succederà, lasciatevi trascinare dalla storia. Non ne rimarrete delusi.
Premi: Candidato a 6 Oscar, ne ha vinti 4: Miglior film (prima pellicola non in lingua inglese a vincere), regia, sceneggiatura originale e film straniero. Miglior film straniero ai Golden Globes (candidato anche per la regia e la sceneggiatura) e 2 BAFTA per sceneggiatura originale e film straniero su 4 nomination (anche Miglior film e regia). Vincitore a Cannes 2019 della Palma d'Oro. Miglior film straniero ai David di Donatello e ai César 2020.
Parola chiave: Catena di fiducia.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 9 novembre 2019

9 novembre 2009 - 9 novembre 2019: 10° compleanno!

10 anni fa, lunedì 9 novembre 2009, pubblicavo il primo post di HollywoodCiak.
1 film al giorno... Julie & Julia
Da allora 1807 post qui sul blog, 2.950 follower e un hashtag ufficiale da 8.000 menzioni solo su Instagram. Nel mezzo, l'amore per il cinema che non manca mai e la voglia di condividerla con gli altri.
Chi l'avrebbe mai detto che nel 2019 saremmo ancora stati qui?
Auguri HollywoodCiak!
Bengi
#HollywoodCiak

giovedì 12 aprile 2018

Film 1484 - Auguri per la tua morte

Intro: In America è stato un inaspettato grande successo e quando mi sono trovato questo film al vertice del box-office USA non avevo la minima idea della sua esistenza. La cosa – come sempre – mi ha intrigato e, dopo aver visto il poster e fantasticato sul titolo (“Happy Death Day”), mi sono convinto valesse la pena recuperarlo…
Film 1484: "Auguri per la tua morte" (2017) di Christopher Landon
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Fre
In sintesi: la verità è che non si tratta di un vero horror, come il titolo farebbe pensare. Al contrario, sembra quasi un film di fantascienza visto il presupposto: la protagonista continua a rivivere la stessa giornata in cui viene misteriosamente uccisa in un loop temporale che la costringe ad indagare su chi possa avercela tanto con lei. Noi spettatori, invece, non possiamo non fare a meno di chiederci quale misteriosa magia stia alla base del meccanismo muori-e-ricomincia-daccapo, ma non ci sarà data alcuna spiegazione. E’ come una favola i cui contorni, però, sono decisamente più macabri; .
da stronza a paladina degli oppressi, la nostra bionda protagonista dovrà solo attraversare le molteplici versioni della sua morte per riuscire a capire che si può essere popolari anche senza trattare gli altri come spazzatura. Un percorso di formazione molto strano quello raccontato qui, eppure la nostra riuscirà persino a maturare un bel po’ di cervello; .
finale con sorpresa molto meno scontato di quanto mi aspettassi. “Auguri per la tua morte” è a tutti gli effetti un prodotto diverso dal solito e lo dimostra anche nel raccontare una conclusione sciocca, ma non deludente, ovvero in linea col tipo di prodotto proposto.
Film 1484 - Auguri per la tua morte
Film 1761 - Happy Death Day 2U
Cast: Jessica Rothe, Israel Broussard, Ruby Modine, Charles Aitken.
Box Office: $122.6 milioni
Vale o non vale: atipico e ben architettato, seppure mancante di una spiegazione centrale, questo film riesce a catturare l’attenzione dello spettatore fin dall’inizio. Gli elementi chiave ci sono tutti, dal misterioso assassino, alle morti più variegate, dal rompicapo da risolvere fino a una certa sfacciata ironia che riesce ad accompagnare tutto il racconto. In definitiva un prodotto meno scontato di quanto inizialmente si potrebbe pensare con, al centro di tutto, un’idea accattivante raccontata nel giusto modo.
Premi: /
Parola chiave: Cupcake.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 17 novembre 2017

Happy birthday, Mr. Scorsese

#HappyBirthday #MartinScorsese!
Martin Charles Scorsese (born November 17, 1942) is an American director, producer, screenwriter, and film historian, whose career spans more than 50 years. Scorsese's body of work addresses such themes as Sicilian-American identity, Roman Catholic concepts of guilt and redemption, faith, machismo, modern crime, and gang conflict. Many of his films are also known for their depiction of violence and liberal use of profanity.
Part of the New Hollywood wave of filmmaking, he is widely regarded as one of the most significant and influential filmmakers in cinematic history. In 1990, he founded The Film Foundation, a nonprofit organization dedicated to film preservation, and in 2007 he founded the World Cinema Foundation. He is a recipient of the AFI Life Achievement Award for his contributions to the cinema, and has won an Academy Award, a Palme d'Or, Cannes Film Festival Best Director Award, Silver Lion, Grammy Award, Emmys, Golden Globes, BAFTAs, and DGA Awards.
He has directed works such as the crime film Mean Streets (1973), the vigilante-thriller Taxi Driver (1976), the biographical sports drama Raging Bull (1980), the black comedies The King of Comedy (1983), and After Hours (1985), the religious epic drama The Last Temptation of Christ (1988), the crime film Goodfellas (1990), the psychological thriller Cape Fear (1991) and the crime film Casino (1995), some of which he collaborated on with actor and close friend Robert De Niro. Scorsese has also been noted for his successful collaborations with actor Leonardo DiCaprio, having directed him in five films, beginning with Gangs of New York (2002) and most recently The Wolf of Wall Street (2013). Their third film together, The Departed, won Scorsese the Academy Award for Best Director in addition to the film winning the award for Best Picture. Their collaborations have resulted in numerous Academy Award nominations for both as well as them winning several other prestigious awards.
Scorsese's other film work includes the concert film The Last Waltz (1978), the biographical drama The Aviator (2004), the psychological thriller Shutter Island (2010), the historical adventure drama Hugo (2011) and the religious epic Silence (2016). His work in television includes the pilot episode of the HBO series Boardwalk Empire and Vinyl, the latter of which he also co-created. He won the Academy Award for Best Director for the crime drama The Departed (2006). With eight Best Director nominations, he is the most nominated living director and is tied with Billy Wilder for the second most nominations overall.


Martin Charles Scorsese (New York, 17 novembre 1942) è un regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico statunitense.
Esponente della New Hollywood, è considerato uno dei maggiori e più importanti registi della storia del cinema. Temi centrali dei suoi film sono la violenza istintiva dell'uomo e il suo rapporto con la colpa, il peccato e la religione. Il suo stile, spesso caratterizzato da sequenze virtuosistiche e violenza iperrealista, trae ispirazione dalla Nouvelle Vague francese, dal Neorealismo italiano e dal cinema indipendente di John Cassavetes.
Rilevanti nella sua carriera i sodalizi con Daniel Day-Lewis, Harvey Keitel, Joe Pesci e soprattutto con Robert De Niro e Leonardo DiCaprio. Tra i numerosi premi cinematografici ricevuti, l'Oscar alla miglior regia nel 2007 per The Departed - Il bene e il male, la Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1976 per Taxi Driver, il Leone d'oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia nel 1995 e tre Golden Globe come miglior regista nell'ultimo decennio.


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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 14 agosto 2015

Film 976 - Babadook

Visto il trailer in numerosi passaggi al cinema, eravamo tutti piuttosto curiosi di capire come potesse essere questa pellicola...

Film 976: "Babadook" (2014) di Jennifer Kent
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika, Lu
Pensieri: Una cocente delusione. E lo sottolineo: cocente!
Un trailer che lascia intendere una buona atmosfera, una locandina che elogia una storia apparentemente da brividi e una stagione - quella estiva - che in mancanza d'altro tende per la maggior parte all'horror, buono o cattivo che sia. Questo è cattivo.
Non perché manchi di atmosfere suggestive o non abbia veri momenti di paura, ma perché a) per la maggior parte della durata del film non succede proprio nulla e b) perché durante tutto questo nulla l'unica cosa che non manca mai sono le urla del maledettissimo bambino. Che diventa insopportabile, tanto da sperare che Babadook se lo prenda e porti via per sempre.
Raramente ho trovato una pellicola così fastidiosa da seguire, tanto da lasciarmi non solo insoddisfatto, ma anche con il mal di testa. Peccato, perché la performance Essie Davis, di cui avevamo praticamente perso le tracce dopo "La ragazza con l'orecchino di perla", è buona e l'attrice australiana dimostra di essere una protagonista valida, in grado di gestire da sola tutti i 93 minuti di pellicola. Ma "Babadook" è un titolo che non fa centro, un lento fracassatore di timpani dal finale strano e gli effetti speciali troppo deboli per riuscire a mostrare quel tanto che basterebbe in più per renderlo almeno una bella esperienza di paura. Perché dopo che ti sei subito un'ora di schiamazzi, grida, assurdità di un bambino odioso, speri davvero che almeno il racconto riuscirà là dove la caratterizzazione dei personaggi ha fallito, ovvero lascirti soddisfatto. E, invece, nemmeno il confronto con la tanto temuta ombra-possiedi-corpi regala un buon momento horror.
"Babadook" è una storia troppo basata sulle suggestioni e il riempimento di momenti vuoti tramite escamotage narrativi - sì, ok caratterizzare i 2/3 personaggi della vicenda, però non è che possiamo passare metà del tempo a vagliare le possibili implicazioni psicologiche di qualunque cosa accada... -, cosicché il risultato finale risulta essere un nulla di fatto, un già visto continuo che presenta un elemento di novità solo nel finale, che forse è l'aspetto più inquietante di tutta la vicenda. Ecco, da lì si poteva cominciare ad esplorare le possibili implicazioni di - e qui spoiler- vivere con un'ombra mostruosa nello scantinato, nutrendola e permettendole di scorazare libera per la stanza, dopo che ha provato ad uccidere te e tuo figlio...
Insomma, "The Babadook" è un po' come un soufflè cucinato dal sottoscritto: carico di speranze, ma in definitiva sgonfio dopo iniziali premesse positive.
Box Office: $6.95 milioni
Consigli: Francamente la delusione è stata tale che non lo rivedrei neanche per sbaglio. Caotico, rumoroso, con effetti speciali non sempre all'altezza. Potendo scegliere, meglio guardare qualcos'altro. Di horror più efficaci ce ne sono, eccome.
Parola chiave: Compleanno.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 27 dicembre 2014

Film 843 - Parental Guidance

Era il giorno del compleanno di Bette Midler ed ero intenzionato a vedere un suo film, possibilmente che non avessi già visto. E, con stupore, ho scoperto che non è per nulla facile riuscire ad usufruire della filmografia dell'attrice tramite lo streaming. Non restava che questo...

Film 843: "Parental Guidance" (2012) di Andy Fickman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Viaggio attraverso le nevrosi delle moderne famiglie (americane), questo "Parental Guidance" è un esempio piuttosto insipido di film per famiglie che dovrebbe far ridere, tenerezza e intrattenere un vasto pubblico che si aspetta non solo il lieto fine, ma il piacevole e rassicurante sapore di zucchero per tutta la durata dello spettacolo. Spettacolo terribile, sia chiaro.
Considerato che non sopporto granché Billy Crystal e che tendenzialmente questi prodotti preconfezionati per famiglie sulle famiglie non mi garbano, è stata una sfida la visione del film che, di fatto, risulta più che altro essere un maldestro tentativo di riprodurre una comicità politically correct in grado di soddisfare ogni tipo di spettatore ed essere felicemente riproducibile ad ogni festività, momento di ritrovo o comunque quando si ricerchi svago ed assenza di contenuti. Unica a salvare la faccia - e non lo dico perché cercassi qualcosa di suo da vedere - è Bette Midler, in grado di risultare simpatica e strampalata quanto basta per finire tra ciò che di piacevole c'è in questo prodotto. E, badate bene, non c'è molto altro. Un peccato anche per la presenza di Marisa Tomei, tra le mie preferite di sempre, eppure qui macchietta strangolata da una necessità di sceneggiatura che la vuole oca e provinciale, goffa e sciocchina madre di famiglia incapace di lasciare i suoi figli per qualche giorno insieme ai nonni. I figli, tra l'altro, sono maledettamente antipatici.
Insomma, diciamo che il tentativo di celebrare la mitica Bette, per quanto fosse carico di buoni propositi, è finito con un buco nell'acqua. Lei è sempre mitica, ma è meglio ricordarla per altri ruoli e in altre vesti (tra ciò che ho visto sicuramente "Il club delle prime mogli", "Affari d'oro", "Hocus Pocus") piuttosto che per questo titoletto carico di cliché e brutte gag sulle fatiche quotidiane di una famiglia media americana.
Box Office: $119,772,232
Consigli: Se siete in cerca di qualcosa che vada bene per i bambini e che riesca, magari, a tenere occupati un po' tutti, senza richiedere alcuno sforzo, questo titolo potrebbe essere un buon candidato. Totalmente privo di richieste di attenzione (mancando di fatto una storia interessante), "Parental Guidance" è l'esempio perfetto di come si possa produrre un film da una sceneggiatura insulsa, dandola in mano ad un incapace regista, piazzarci qualche star (perfino un premio Oscar!) ed ottenere un risultato totalmente privo di appeal, ma facendoci una barca di soldi sopra. Chiaramente la collocazione natalizia nelle sale è stata provvidenziale, quindi che dire, se non: un film adatto a tutti, da vedere per le feste e dimenticare subito dopo.
Parola chiave: Famiglia.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 24 dicembre 2014

Film 840 - Clown

La 3 sponsorizza e noi corriamo al cinema, in un momento particolarmente fertile di titoli dell'orrore...

Film 840: "Clown" (2014) di Jon Watts
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Un film horror che promette un clown, scatena nella mente l'indelebile ricordo di "It" che, paura o non paura, ha ormai forgiato l'immaginario collettivo. "Clown" non vede certo la penna di Stephen King a firmarne la sceneggiatura, ma non ci sarebbe bisogno di un nome famoso per ottenere un buon risultato.
Qui, però, non si può dire ci sia un eccessivo lavoro di qualità e, nonostante un make-up piuttosto credibile e il presupposto affascinante del costume da clown maledetto che non si riesce più a togliere una volta indossato, in generale la pellicola è insoddisfacente.
A livello di 'paura', diciamo, la storia riesce a costruire abbastanza bene i suoi momenti, anche grazie al disgusto di certe scene e al per niente velato suggerimento che il nostro protagonista non si faccia problemi a mangiare i bambini. Inquietante e moralmente sconvolgente, ma d'altronde un film del genere lo vai a vedere anche per rimanere un po' scioccato. Preso atto che non sia un prodotto per deboli di cuore, rimane il fatto che nel complesso il tutto risulti mediocre e nemmeno particolarmente ispirato. Un titolo palesemente commerciale, anche se travestito da produzione più indipendente. Eli Roth - che qui produce e appare in un cameo televisivo nei panni di un clown - è infatti personaggio avvezzo non solo all'horror, ma a quello specifico che fa buoni incassi nonostante non sembri una grande produzione. E' stato così con "Cabin Fever" (orrendo), "Hostel" e "Hostel: Part II", per cui non c'è da stupirsi che anche per questo titolo l'effetto sia quello.
In definitiva, comunque, "Clown" non convince del tutto; si limita a mostrare l'evoluzione di una persona in un mostro assassino, killer di bambini. Sulla carte sembrerebbe l'idea perfetta per un film horror-splatter contemporaneo, eppure quello che si vede qui non solo richiede lo sforzo di andare oltre una certa dose di disgusto ma, una volta fatto, ciò che viene proposto non è nemmeno così soddisfacente.
Box Office: € 1.381.037 (in Italia)
Consigli: Tra tutti gli horror in circolazione, questo non è un titolo che consiglierei o rivedrei. Sì, per carità, c'è il sangue, la paura e tutti quei momenti in cui ti rannicchi nella poltrona o chiudi gli occhi per non guardare, ma a fine visione non ti sembra di aver assistito a qualcosa di sconvolgente o memorabile. Chiaro che non è facile trovarne di titoli così, però - vuoi per le mie aspettative, vuoi perché colleghi i clown a quel non so che di inquietante - mi ero immaginato un film fatto meglio. In definitiva, nonostante un'idea di fondo anche più originale del solito, la trama finisce comunque col ricalcare quei cliché che ti rendono facile prevedere dove la storia andrà a parare. Mi ha colpito di più "CUB - Piccole prede".
Parola chiave: Baule.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 30 novembre 2012

Film 485 - Hotel Transylvania

Richiesto da Licia: potevo, forse, non accontentarla?!


Film 485: "Hotel Transylvania" (2012) di Genndy Tartakovsky
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Carino, simpatico, divertente.
La trovata di riunire sotto lo stesso tetto una miriade di famosi mostri al grido della classica grande famiglia allargata risulta addirittura migliore di ogni celebrata e autoacclamata tavolata alla 'volemose bene' di Ozpetek.
Funziona, nonostante la molta carne al fuoco, il mix di personaggi che costella questo "Hotel Transylvania" e sembra tutto perfettamente incasellarsi al proprio posto, senza necessità di prevaricare nessuno: Dracula è un tenerone ansioso, la figlia un po' alternative-gothic; Frankenstein sopraffatto da una moglie classicamente americana (doppiata in originale dalla mitica Fran Drescher de "La tata"); il lupo castrato da una situazione famigliare abbondante di cuccioli.
Ce n'è per tutti i gusti, insomma, ma quel che è bello e funziona è che tutti i personaggi riescono a risaltare e a giocare al meglio la propria parte.
Chiaramente per dare un senso ad una storia che altrimenti sarebbe solo puro svago, è inserito nel gruppo di mostri un elemento di disturbo capace di scatenante la più irrazionale paura nella comunità, che spingerà in avanti lo svolgersi della trama: il giovane - e soprattutto umano - Jonathan arriverà all'hotel del signor Dracula e causerà non poco scompiglio tra i mostri che temono gli umani come i peggiori esseri del mondo. Ci scapperà anche l'amore, chiaramente.
Inutile dire che "Hotel Transylvania" rimane una favoletta per ragazzi (e non) senza pretese di sfociare in altro. Il ritmo c'è, le battute anche e - seppure a volte infastidisce che la voce sia molto simile al Sid de "L'era glaciale" - Claudio Bisio è davvero adatto a doppiare il proprietario dell'hotel Dracula. Ci si diverte in spensieratezza e, alla fine della proiezione, non rimane che un piacevole sorriso (e ricordo) da riportarsi a casa.
Film 1112 - Hotel Transylvania
Film 1113 - Hotel Transylvania 2
Consigli: Da vedere con gli amici per passare una piacevole e divertente serata.
Parola chiave: Diversità.

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Ric

venerdì 9 novembre 2012

9 novembre 2011 - 9 novembre 2012: 3° anniversario!

09/11/09 – 09/11/12

Molto felice di essere giunto al 3° traguardo, mi guardo indietro e non mi sembra vero che, dopo tutto questo tempo, io sia ancora qui a tirare un'altra volta le somme di questo progetto ancora vivo e vegeto. Nonostante la mia incostanza e pigrizia.
Eppure Hollywoodciak continua ad essere il mio punto fermo quotidiano, un archivio inestimabile di ricordi e sensazioni, nonché uno strumento ormai indispensabile.
Grazie a questo blog non avrei mai capito quanto mi piace scrivere.
Il cinema, poi, è rimasto uno dei must, nonostante le vicissitudini e gli impegni della vita. E' ancora bellissimo condividere il piacere di una visione con qualcuno con la tua stessa passione (o cercare di convincere gli altri che è sempre divertente guardarsi un film assieme!).
Bene, il tempo è passato e, devo dire, tantissime cose personali sono cambiate quest'anno. Non posso certo dire di essermene lasciate alcune alle spalle, ma anche gli errori, le sfortune e gli imprevisti hanno contribuito, a loro modo, al proseguire di questo lavoro.
Insomma, per non tirarla troppo per le lunghe, felice di essere ancora qui a parlarne, ecco i soliti 'aspetti tecnici'.
Se il contatore fornito da Blogspot è attendibile, innanzitutto è cresciuta la media di visualizzazioni, con un totale di oltre 68mila contatti che è di netto superiore alle precedenti e porta il totale a 142,824.
I post pubblicati nell'arco di tempo che va dal 9 novembre 2011 ad oggi sono 164, cioè più di quelli dell'anno scorso, probabilmente anche perchè ho cercato di accorciare i miei lunghi sproloqui...
I 5 post più letti, invece, sono i seguenti:
5) Film 404 - Fuga da Alcatraz (664 visualizzazioni)
4) Film 355 - Gli Aristogatti (712)
3) Film 431 - Batman Begins (867)
2) Film 340 - Amici di letto (1005)
1) Film 335 – Crazy, Stupid, Love. (1067)
Chiaramente i primi due in classifica, essendo rispettivamente di novembre e dicembre dell'anno scorso, hanno raccimolato più visualizzazioni. "Batman Begins", invece, che è di luglio è stata una vera sorpresa, probabilmente anche dovuta alla grande attesa per il terzo capitolo conclusivo della trilogia di Nolan. Da aggiungere che, nemmeno menzionato l'anno scorso (era uscito il 25 settembre), "Pearl Harbor" ad oggi è arrivato a quota 3356 visualizzazioni, l'unico post del 2011-12 ad entrare nella classifica dei post più letti del blog dal momento della sua nascita.

Espletati i meri discorsi su cifre e numeri che tanto mi divertono, ci terrei a concludere ringraziando tutti coloro che anche quest'anno hanno letto e commentato il blog (Glo, senza il tuo appoggio non saprei come fare; Livia non mi deludi mai!) e, soprattutto, deciso di passare il loro tempo insieme a me guardando film a ripetizione.In primis Marco e Licia, sempre prontissimi ad assecondarmi; i più o meno sempre presenti all'ex cena del lunedì/martedì (Andrea top!); Paola, in cui ho scoperto una grandissima compagna di abbuffate da film e acuta osservatrice!; Erika e la sua tessera 3; altre persone che ci sono state, anche se adesso non sono più nella mia vita.
Poi un grazie speciale a chi ha deciso di darmi una possibilità anche al di fuori di questo spazio.
Sperando che i pronostici Maya per il 2012 siano errati, attendo con ansia di scoprire cosa mi avrà regalato un altro anno di vita e di Hollywoodciak.

Bengi

domenica 14 ottobre 2012

Film 464 - Sixteen candles - un compleanno da ricordare

E dopo "Breakfast Club" un altro cult anni '80 con metà dello stesso cast e la stessa regia. Un successo assicurato? Io e Paola eravamo fiduciosi...


Film 464: "Sixteen candles - un compleanno da ricordare" (1984) di John Hughes
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Mi è piaciuto? Non mi è piaciuto? Chiaro che mi è piaciuto! Probabilmente già di animo ben disposto, ho trovato davvero divertente questa ennesima commedia americana generazionale, questa volta di più disimpegno e meno confronto analitico degli adolescenti anni '80.
E comunque va bene così. Va bene perchè nonostante un incipit assurdo - la famiglia che si dimentica totalmente del sedicesimo compleanno di Samantha/Molly Ringwald - il film è divertente e autoironico, con un buon cast principale e delle spalle piuttosto divertenti (tra i futuri molto famosi si riconoscono perfettamente i fratelli Cusack, Joan e John).
Chiara fin da subito la divisione tra cool e sfigati - gli avi dei nerd di oggi -, "Sixteen candles" si potrebbe dire che mette sotto gli occhi dello spettatore quello che per noi è quotidianità narrativa: l'eterna lotta per l'ascesa sociale in un ambiente (il liceo) fatto di caste che è praticamente impossibile scardinare. E allora c'è lo sportivo più bello della scuola (Michael Schoeffling), la ragazzina al secondo anno che ne è pazzamente innamorata (la Ringwald) credendo di essere senza speranza, il magrolino sfigato che ci prova con quest'ultima credendo di sfoderare doti da grande amatore risultando però semplicemente impacciato (Anthony Michael Hall) e tutta un'altra serie di prototipi umani che conosciamo perfettamente e che, anche qui, funzionano alla grande. Il liceo, insomma, è un ambiente fertile per scatenare la fantasia.
Cercando sempre di tenere a mente contesto e periodo, direi che questo è un prodotto carino e non volgare, adatto al target cui si propone(va) e, anche se solitamente non apprezzo, carico di una certa dose di incantata innocenza che, forse, oggi tendiamo a sottovalutare. Samantha è una sognatrice - il che è un classico - ma, nonostante le gag sessuali ci siano, si capisce perfettamente che ha come unico scopo quello di riuscire quantomeno in una pomiciata con il suo bell'amato. In questo la Ringwald è perfetta e gioca la carta dell'innocenza con una naturalezza invidiabile.
Forse tutto questo tornare un po' indietro, ricordarsi che a 16 anni in fin dei conti sei ancora un ragazzo oppure condizionato un po' dai ricordi d'infanzia in cui le cornette del telefono avevano fili chilometrici per poter parlare in qualunque stanza della casa, mi hanno fatto apprezzare in maniera sincera questa pellicola. Un effetto nostalgia? Probabile. Ma "Sixteen candles - un compleanno da ricordare" è una piccola, piacevole sorpresa a prescindere da questo. Lo rivedrei.
Consigli: Perfetto esempio di prodotto teen anni '80. Parla di adolescenti in maniera ironica e si riconoscono perfettamente gag e luoghi comuni che la commedia americana di oggi utilizza in maniera disinvolta. Da riscoprire anche solo per smascherare questo aspetto. E poi è divertente!
Parola chiave: Compleanno.

Trailer

BB

mercoledì 9 novembre 2011

9 novembre 2010 - 9 novembre 2011: 2° anniversario!

09/11/09 – 09/11/11

Questo secondo anniversario presenta una coincidenza di date davvero divertente.
Dopo altri 365 giorni e 131 recensioni scritte (arriveremmo a 141 se fossi in pari con la scrittura e, invece, sono un po’ indietro. 50 – o 40 – in meno rispetto ad un anno fa) eccoci nuovamente a tirare le somme del blog. Quest’anno qualche piccolo cambiamento c’è stato. Innanzitutto l’esperimento della rubrica ‘Il verbo biondo’ che, però, necessita di trovare un suo spazio più definito e indipendente dalla struttura del blog stesso. Ci lavoreremo su con più calma. Intanto in silenzio ha racimolato un centinaio di visualizzazioni
Poi la necessità di sfoltire e alleggerire la pesantezza visiva e oggettiva della Home ha fatto sparire l’anteprima dei trailer, ridurre il numero dei post e diminuire le parole chiave semplicemente alle più citate. Cambiamenti strutturali che, insieme ad un’interfaccia più ‘fresca’ si sono resi necessari per rendere più piacevole l’insieme.
Lo scopo, però, è rimasto lo stesso. “Un film al giorno” è ancora il diktat che regna sovrano e, anche se ho dovuto adattarlo alla quotidianità (amici, lavoro, svago… in generale vita!), ho cercato di tenere la visione dei film – e relativa scrittura di recensione – sempre ai vertici delle mie cose da fare. Per carità, non è sempre facilissimo, però ho davvero tentato di fare del mio meglio!
Nell’insieme non posso che essere contento del risultato e felice nel ringraziare chi, durante questo ormai lungo percorso, è stato al mio fianco. Tra visioni al cinema, streaming casalingo, cene del lunedì/martedì, cineforum da saga e bizzarrie filmiche in solitaria, anche quest’anno ho saltellato da un genere all’altro, barcamenandomi tra film diversissimi tra loro, tra boiate pazzesche e perle che mi hanno scaldato il cuore. Sempre di più il cinema condiziona la mia vita.
Anche quest’anno qualche nome è d’obbligo.
Grazie in primis al gruppetto “Cena del…” (in disordine alfabetico: Andrea Puffo, Marco, Andrea, Giampy, Diego, Titti, Alice) che - con costanza - sopporta le mie proposte che dilagano da un genere all’altro. Dopo più di un anno di insalatone, dolci e ‘Real time’, siamo ancora seduti sullo stesso divano. Non era scontato.
Grazie a tutti coloro che, almeno una volta, hanno letto (e magari anche commentato) un mio post, qui o sulla pagina Facebook (link). Uno scambio di opinioni è sempre più che gradito e mi fa sentire meno cretino che a scrivere solo per me stesso.
Grazie a chi ha capito (o si è arreso al fatto) che la mia è una passione e, anche se a volte assomiglio più ad un database di informazioni su nomi di attori, collegamenti tra pellicole, Oscar e altre noiosissime stramberie nerd, non sono del tutto pazzo o disadattato. Il supporto – anche silenzioso – di chi mi sta vicino è molto apprezzato.
Ebbene da oggi si apre l’era dell’HollywoodCiak 3.0: vedremo che ne sarà di noi. Felice di questo secondo traguardo, vi lascio con qualche considerazione ‘tecnica’.
Rispetto all'anno scorso ho scritto 216 post in meno, ma ho evitato di arenarmi durante il periodo estivo, in cui quest'anno sono stato molto più produttivo dell'anno scorso. Da considerare, anche, che probabilmente ho visto comunque meno film rispetto al periodo 2009-10 in cui avevo più tempo a disposizione. Con 155 post totali (l'anno scorso 181), la media è di un post ogni due giorni e un pò.
Per quanto riguarda i commenti (che sono passati da 335 ai 119 di quest'anno), la media è di un commento a post. I più commentati sono:
1) 9 novembre 2009 - 9 novembre 2010: 1° compleanno! con 9 commenti totali;
2) Film 191 - Scontro tra titani
Film 200 - Il curioso caso di Benjamin Button
Film 213 - Black Swan
Film 214 - Il discorso del re
Film 285 - Intervista col vampiro - Cronache di vampiri con 4 commenti a testa.
Infine, i post con più visualizzazioni sono stati:
5) Film 260 - Il rito (739 visualizzazioni);
4) Film 280 - Shakespeare in Love (818 visualizzazioni);
3) Film 203 - La bella addormentata nel bosco (867 visualizzazioni);
2) Golden Globes 2011: le nomination (1531 visualizzazioni);
1) Film 198 - Rapunzel - L'intreccio della torre (3D) (3221 visualizzazioni).
Direi che, per quest'anno, siamo giunti al termine. Passo e chiudo.

Ric

martedì 9 novembre 2010

9 novembre 2009 - 9 novembre 2010: 1° compleanno!

E chi l'avrebbe mai detto che, effettivamente, dopo un anno sarei stato ancora fedele scrittore di questo blog?
Chi mai avrebbe creduto sarei riuscito davvero ad arrivare in fondo al mio fioretto di un film (e rispettiva recensione) al giorno?
Il 9 novembre 2009, punto dal prurito di confrontarmi con una sfida, ho accolto il messaggio del film "Julie & Julia" e ho inaugurato questo blog, dubbioso su quanto avrei mai potuto resistere. E, invece, ecco il primo traguardo: un anno e 181 recensioni di film visti.
No, ovviamente non sono gli sperati 365, dedicarmi ad una tale missione, ho capito, avrebbe finito per compromettere la mia vita. Cosa ne sarebbe stato del lavoro, delle mie altre passioni, della vita sociale? Scrivere, del resto, fino ad un anno fa faceva relativamente parte della mia vita.
Oggi, al contrario, è il mio quotidiano. Posso dirmi pienamente soddisfatto del lavoro fin qui svolto: ho visto una miriade di film diversissimi tra loro, alcuni li ho amati, altri non li ho potuti soffrire. Alcuni sono state vere scoperte, altri hanno fatto da sfondo alla compagnia di tantissime persone diverse. Meglio di così non potevo chiedere, direi.
E' d'obbligo, ovviamente, ringraziare chi, fino ad ora, ha creduto di più in me e in questo progetto, sicuramente per molti noioso e inutile, ma per cui ho donato, effettivamente, un pezzo di me stesso. Quindi saltate questa parte se ritenete di non comparire nei brevi ringraziamenti. Thank you to:
- Gloria e Claudia che in tutti questi anni mi hanno sempre spronato e incoraggiato a concretizzare il mio amore per il cinema;
- Ale The Body che ha condiviso con me tantissime ore di fronte alle più disparate pellicole senza mai pensare che fossi totalmente scemo;
- Ilaria che non importa in quale parte del mondo sia, trova sempre il tempo di lasciare qualche commento;
- Andrea che, oltre ad essere il più bravo dei disegnatori, è un fedelissimo compagno di divano ai nostri ritrovi; Marco, che si lascia sempre consigliare e che mi allarga sempre gli orizzonti; Andrea Puffo per aprirci quasi quotidianamente le porte di casa sua ospitando le serate cinematografiche che tanto ci appassionano;
- papà e mamma che mi chiedono sempre di mandare i link delle recensioni;
- Paolo P. e i ragazzi del blog di Goldmine che mi danno la possibilità di dire come la penso sugli argomenti che mi appassionano;
- Livia che è la mia miglior commentatrice, attenta e puntuale, sempre pronta a lasciare la sua opinione nero su bianco;
- Licia, Elisa & Girolamo con cui ho girato tanti corti che mi hanno aiutato a rendermi conto, nel piccolo delle nostre esperienze, di come ci si senta a stare dietro o davanti ad una telecamera, giudicati da chi ti guarda e non ti conosce;
- Marco che, anche se sta a Milano e ha la stessa vita mondana di Paris Hilton, qualche secondo per leggere le mie stronzate lo trova, non dico sempre, ma quantomeno spesso;
- Fabio(z) che si legge sempre tutti i miei post e si scarica pure i film(!);
- Bea, con cui ho fatto il primo esperimento di video blog;
- e poi tutti coloro con i quali sono stato al cinema, che mi hanno accompagnato agli eventi, che sono stati miei compagni di divano, sedia, poltrona o bracciolo davanti ad uno dei tantissimi film citati in questo blog.

Insomma, per tirare un po' le somme del discorso, sono stracontento di essermi goduto quel migliaio di ore di pellicole, di aver scritto 189 post (uno ogni 2 giorni circa), di aver ricevuto oltre 16.200 visite, di aver raccolto un totale di 335 commenti - con l'ottima media di 2 commenti a recensione - (il podio dei film più commentati è così composto: 3° "Harry Potter e il principe mezzosangue" e "Sex and the City 2" con 9 commenti; 2° "Alice in Wonderland" con 10 commenti; 1° "2012" con 11 commenti!) e, se è successo, di avervi in qualche modo aiutato nella scelta di un qualsiasi film.
Ovviamente non ho la minima intenzione di lasciare questo spazio a sé stesso, bensì di continuare a curarlo, non solo perchè la scrittura è diventata terapeutica, nella speranza di continuare lo scambio di opinioni, consigli ed idee con sempre maggiore successo. Per quanto mi riguarda è già un traguardo essere giunto fin qui. Il resto vedremo come andrà.

Ric