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venerdì 2 agosto 2024

Film 2222 - Boyz n the Hood

Intro: Finalmente in pari con le pellicole viste di recente (farò una veloce eccezione con "Deadpool & Wolverine" che vado a vedere questa sera), torno sui miei passi alla lista di film che ho visto l'anno scorso e ho lasciato indietro qualche mese fa. Si ricomincia da questa classico.

Film 2222: "Boyz n the Hood" (1991) di John Singleton
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ne avevo sempre sentito parlare ed ero curioso di recuperarlo, senza che mai ci fosse l'occasione giusta per farlo. E' successo l'anno scorso quando Cineworld ha riproposto la pellicola al cinema.
Onestamente non sapevo cosa aspettarmi né se "Boyz n the Hood" mi sarebbe piaciuto, considerato le tematiche a me poco familiari. In realtà sono rimasto molto colpito dalla visione.
Certo si tratta di un film non facile, la storia costellata di omicidi e promesse che mai si potranno avverare, con la possibilità di un futuro migliore difficile da raggiungere per i suoi protagonisti che, a causa del luogo in cui crescono, sono costretti ad assistere a numerosi episodi di violenza (che inevitabilmente chiama altra violenza). Provare a costruirsi la possibilità di un futuro diverso e migliore è complesso.
In mezzo a tutto questo, le relazioni umane, la famiglia, gli amici e le rivalità tra gang, omicidi a sangue fretto che chiamano altra violenza in una promessa di vendettà che è in realtà senza fine e non fa altro che portare via altre giovani vite.
E' una storia straziante, un pugno nello stomaco dietro l'altro anche quando, nel finale, qualcuno effettivamente ce la fa ad allontanarsi dalla realtà violenta del quartiere, il famoso "hood" del titolo.
Cast: Ice Cube, Cuba Gooding Jr., Morris Chestnut, Nia Long, Angela Bassett, John Singleton, Regina King, Tyra Ferrell, Larry Fishburne.
Box Office: $57.5 milioni
Vale o non vale: Storia potente e ben raccontata, con un cast di giovani talenti che spazia tra due futuri premi Oscar (Cuba Gooding Jr. e Regina King), il rapper Ice Cube e due tra le star di Hollywood più conosciute, ovvero Angela Bassett e Larry Fishburne (che, tra l'altro, due anni dopo saranno i protagonisti del biopic su Tina Turner "What's Love Got to Do with It"). Insomma, "Boyz n the Hood" ha fin da subito tutti gli elementi per essere una grande pellicola. Farà di più, però, passato alla storia come uno dei titoli più significativi nel suo genere. Assolutamente da vedere.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar per Miglior regia e Miglior sceneggiatura originale. Nominato all'Mtv Movie + TV Awards per Best Movie e vincitore per Best New Filmmaker (Singleton).
Parola chiave: Futuro.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 22 luglio 2024

Film 2298 - Longlegs

Intro: Con recensioni entusiaste e un incasso al botteghino nella prima settimana di uscita estremamente superiore alle attese, volevo vedere questa pellicola non appena disponibile al cinema!

Film 2298: "Longlegs" (2024) di Osgood Perkins
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: Mi era parso di capire che "Longlegs" fosse più un thriller che un horror. Mi aspettavo una storia di fiction, sì, ma che avesse le sue fondamenta nella realtà. C'è un serial killer, c'è un'agente dell'FBI che indaga, ci sono da mettere insieme gli indizi e capire cosa stia succedendo. Fin qui, tutto secondo i piani.
Poi le cose prendono l'inevitabile piega soprannaturale, per un lungo periodo non si capisce dove la storia voglia andare a parare e quanto di soprannaturale sia effettivamente tale e quanto una suggestione della sceneggiatura. E non ci sarebbe nessun problema, non fosse che da "Longlegs" mi aspettassi più un moderno "The Silence of the Lambs" che un'alternativa adulta ad "Annabelle".
Fatta questa premessa - e volendo ribadire che, al solito, le aspettative mi hanno nuovamente rovinato un po' la visione - devo comunque ammettere che "Longlegs" sia un prodotto molto interessante per svariati motivi. Innanzitutto è capace di creare un'atmosfera sinistra ed inquietante alla perfezione. Una combo perfetta di musica, fotografia, scenografie e storia: gli spazi sono spesso piccoli e stretti, molto claustrofobici, la palette di colori piuttosto deprimente e opprimente, la musica tesa e drammatica (anche quando non ce ne sarebbe davvero bisogno).
In aggiunta all'ottimo lavoro tecnico, le performance di Maika Monroe e Nicolas Cage sono particolarmente riuscite, quest'ultimo anche aiutato da un trucco e parrucco evidentemente fittizzi, ma comunque funzionali alla creazione del personaggio (che a tratti ricorda il burattino Jigsaw. La Monroe, invece, crea il suo personaggio con particolare intensità e ne porta a termine l'arco narrativo in maniera credibile nonostante le bizzarrie della trama. In particolare l'ho trovata molto maturata - non che l'abbia vista in molti progetti da protagonista a dire il vero, solo "It Follows" e "Independence Day: Resurgence" - e perfettamente capace di portare sulle proprie spalle l'intero film. Più che la performance di Cage, forse, ho apprezzato quella della Monroe in quanto richiede un approccio realistico ed è sicuramente meno stravagante e, di conseguenza, potenzialmente meno memorabile. In realtà la sua agente Lee Harker rimane particolarmente impressa (e per tutti buoni motivi).
Insomma, per quanto "Longlegs" si sia rivelato un film diverso da quello che mi aspettavo, ne ho apprezzato l'approccio realistico contrapposto alla trama horror/soprannaturale, oltre che lo spiccato senso stilistico e la chiarissima visione estetica che la pellicola presenta. Probabilmente non il capolavoro assoluta che i critici stanno dipingendo, ma un buon film horror con una spiccata identità e senso di sé come non se ne vedevano da tempo. E sì, in questo "Longlegs" mi ha sicuramente ricordato "The Silence of the Lambs".
Cast: Maika Monroe, Blair Underwood, Alicia Witt, Kiernan Shipka, Nicolas Cage.
Box Office: $47.3 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: E' tutto vero o ci sono delle misteriose forze sataniche dietro questa storia di Osgood Perkins? L'unico modo per scoprirlo è dare a "Longlegs" (gli horror sono sempre un'ottima alternativa per l'estate) una possibilità. Certamente non un prodotto per tutti, ma un titolo interessante in questa stagione francamente priva di brio cinematografico.
Premi: /
Parola chiave: Sfera.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 8 luglio 2024

Film 2293 - Who's That Girl

Intro: Una pellicola che non pensavo avrei mai recuperato, ma Michael ha il dvd ed è un mega fan di Madonna, quindi perché no?

Film 2293: "Who's That Girl" (1987) di James Foley
Visto: dalla tv
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: non sono partito assolutamente prevenuto e, anzi, mi aspettavo avrei gradito la visione. invece ho trovato questo "Who's That Girl" indigesto.
Due aspetti in particolare non ho gradito: il personaggio interpretato da Madonna e tutto il susseguirsi di imprevisti raccontato dalla storia. Ma andiamo per ordine.
Madonna. Premesso che non ho mai pensato fosse un'attrice così tremenda come l'hanno descritta negli anni (forse in "The Next Best Thing", ma non in generale diciamo), devo dire che qui il suo personaggio - o come l'ha interpretato - mi ha dato davvero sui nervi. Mi rendo conto che rendere Nikki Finn seccante ed irritante (soprattutto all'inizio della storia) fosse intenzionale, specialmente in contrasto con la seconda parte della trama in cui i due protagonisti ovviamente si innamorano, però ho davvero faticato a tollerarla. Anche solo la voce mi dava sui nervi.
In combinazione con questo primo aspetto, il fatto che la sceneggiatura sia concentrata su questa serie di (chiamiamoli) equivoci tutti causati da Nikki e che quest'ultima sia per la maggior parte del tempo insopportabile, di fatto per me ha rovinato tutto il film.
Ora, non voglio dire che ho odiato "Who's That Girl", questo no, e ho assolutamente visto di peggio, ma non mi aspettavo avrei così tanto faticato a digerire il personaggio interpretato da Madonna. Intorno a lei, poi, il caos: c'è un puma tra i personaggi principali, una foresta amazzonica su un tetto di New York, arresti, armi, incidenti in macchina, un matrimonio da organizzare e un'innocente da salvare (già, proprio il peronsaggio di Madonna). Insomma, un calderone di elementi che ho trovato estremamente caotico e difficile da digerire, per un risultato finale quasi da mal di testa.
Cast: Madonna, Griffin Dunne, Haviland Morris, John McMartin, Stanley Tucci, John Mills.
Box Office: $7.3 milioni
Vale o non vale: I fan di Madonna sicuramente avranno visto e rivisto questo film, che negli anni si è aggiudicato addirittura lo status di cult. Personalmente non ho gradito granché, quindi non mi sendo di caldeggiare una visione. La colonna sonora però, quella sì che è un cult!
Premi: Candidato al Golden Globe per Miglior canzone originale ("Who's That Girl") e al Grammy per Best Song Written Specifically for a Motion Picture or Television. 5 candidature ai Razzie Awards per peggior film, regia, sceneggiatura, canzone ("El Coco Loco (So, So Bad)") e una vittoria per la peggior attrice (Madonna).
Parola chiave: Chiave.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 4 luglio 2024

Film 2290 - Love Lies Bleeding

Intro: Ero curioso di vedere questo film perché il trailer mi era sembrato promettente. Così, alla prima occasione, io e Niamh siamo andati al cinema a recuperarlo.

Film 2290: "Love Lies Bleeding" (2024) di Rose Glass
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: onestamente questo film non mi è piaciuto.
Inizialmente ero intrigato dall'amosfera e il tono generale della storia, poi però il modo in cui evolvono le cose mi ha "allontanato" dal racconto. Probabilmente (e come al solito), poi, le mie aspettative non si sono riconosciute nel prodotto finale. Da un'intensa storia d'amore lesbo, infatti, si passa ad omicidi e situazioni surreali al limite con tanto di gigante allucinogeno, il tutto in un mix caotico e allo stesso molto lento che, a mio parere, affatica la visione. Peccato, perché il duo Kristen Stewart e Katy O'Brian è piuttosto magnetico e se la storia si fosse concentrata solo su di loro sarei sato molto più interessato.
"Love Lies Bleeding" mi ha ricordato tanti altri film che ho visto più o meno di recente, precisamente "Drive-Away Dolls" e "The Iron Claw", con un pizzico di "Split".
Cast: Kristen Stewart, Katy O'Brian, Jena Malone, Anna Baryshnikov, Dave Franco, Ed Harris.
Box Office: $11.7 milioni
Vale o non vale: Personalmente l'ho trovato tedioso in certe parti, soprattutto dopo che la storia prende la piega dell'omicidio. L'inizio per me funziona, tutto il mondo del bodybuilding e la storia d'amore tra le due protagoniste sarebbe stato sufficiente a mantenere costante la mia attenzione. Invece, ci si perde in un bosco di altri elementi che, a mio parere, incasina troppo la storia.
Si fa vedere, ma sicuro non un titolo per tutti e non per una serata qualunque (meglio fare una scelta consapevole).
Premi: /
Parola chiave: Steroidi.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 29 febbraio 2024

Film 2254 - Dial M for Murder

Intro: Qualche sera prima l'annosa scelta del film da vedere si era giocata tra questo titolo e "Mommie Dearest", che poi abbiamo visto. Così la scelta per cosa vedere per la seconda serata cinematografica è stata più facile del previsto.

Film 2254: "Dial M for Murder" (1954) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Jayce
In sintesi: ma cosa si può dire di questo film, se non capolavoro?
Basta, non serve altro.
Film 603 - Dial M for Murder 3D
Film 2254 - Dial M for Murder
Cast: Ray Milland, Grace Kelly, Robert Cummings, John Williams.
Box Office: $6 milioni
Vale o non vale: Fan di Hitchcok o meno, questo è davvero un bellissimo thriller da seguire avidamente (meglio non perdersi alcun dettaglio!).
Premi: Candidato al BAFTA per la Miglior attrice straniera (Kelly).
Parola chiave: Lettera.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 14 luglio 2023

Film 2194 - Boston Strangler

Intro: Scoperto per caso, mi ha subito incuriosito. Anche perché non vedevo Keira Knightley in un film dai tempi di "The Nutcracker and the Four Realms" (ed era il 2018!).

Film 2194: "Boston Strangler" (2023) di Matt Ruskin
Visto: dal computer
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: di base non ha niente che non vada questo film, non fosse che manca di un certo - e lo virgoletto con enfasi - "brio" o, comunque, un qualcosa che lo caratterizzi più vigorosamente rispetto ad altri progetti simili e già visti. "Boston Strangler" - che a mio avviso sarebbe stato molto più efficace fosse stato un documentario - per un motivo o per un altro ricorda tanti altri titoli negli anni passati su piccolo e grande schermo ("She Said", "Spotlight", "The Imitation Game", "Last Night in Soho", "Zodiac", "The Black Dahlia" e così via).
Ribadisco, il risultato finale è assolutamente guardabile, spesso inquietante considerato che si tratta di una storia vera, però il film non riesce davvero a farsi ricordare per nessun elemento particolare. Va tutto bene, ma si dimentica in fretta.
Ps. Carrie Coon e Morgan Spector si riuniscono in questa pellicola dopo aver già condiviso il set in "The Gilded Age".
Cast: Keira Knightley, Carrie Coon, Alessandro Nivola, Chris Cooper, David Dastmalchian, Morgan Spector, Rory Cochrane.
Box Office: /
Vale o non vale: Le atmosfere sono quasi sempre giuste e le protagoniste in parte, ma questo film manca di un punto di vista e, a tratti, è troppo lento. Tutto sommato, comunque, non ci si pente della visione.
Premi: Candidato all'Emmy per la Miglior fotografia (Outstanding Cinematography for a Limited or Anthology Series or Movie).
Parola chiave: Calze.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 25 marzo 2023

Film 2172 - Volver

Intro: Ciarán è decisamente nella sua Pedro Almodóvar era, quindi ci siamo lanciati in uno dei capolavori più recenti del grande regista spagnolo.

Film 2172: "Volver" (2006) di Pedro Almodóvar
Visto: dal computer portatile
Lingua: spagnolo
Compagnia: Ciarán
In sintesi: decisamente il mio film preferito di Almodóvar tra tutti quelli che ho visto, "Volver" non smette mai di piacermi, visione dopo visione.
Ispirato, dolce nonostante il tema drammatico che propone, questo film si nutre della magnifica performance di Penélope Cruz - che non avrebbe mai battuto Helen Mirren in "The Crown", ma si meritava di vincere - e di un cast superbo che regala performance iconiche una dopo l'altra (il film ha vinto a Cannes il premio per la miglior interpretazione femminile conferita a tutto il cast del film). Insomma, personalmente uno dei film di sempre che preferisco. La scena in cui Cruz interpreta la canzone "Volver" (in realtà la voce è di Estrella Morente) è un grandissimo momento di cinema.
Film 1093 - Volver
Film 2172 - Volver
Cast: Penélope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave.
Box Office: $87.2 milioni
Vale o non vale: Un bellissimo film che riunisce Almodóvar e la sua musa più recente Cruz in un film capace di affrontare con garbo e con quel tocco personale del grande regista tematiche difficili come l'abuso e l'omicidio, unendo elementi farseschi a una storia che sembra inizialmente qualcosa di estremamente diverso da quello che si rivelerà poi essere. E la cosa incredibile è che, nonostante l'assurdità - parliamo di fantasmi, nientemeno - non si mette mai in discussione la veridicità del racconto.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior attice protagonista (Cruz). 2 nomination ai BAFTA e ai Golden Globes per il Miglior film straniero e la Miglior attrice protagonista. 1 candidatura ai David di Donatello per il Miglior Film dell'Unione Europea. In competizione a Cannes per la Palma d'Oro, ha vinto per la Miglior sceneggiatura (Almodóvar) e la Miglior interpretazione femminile (eccezionalmente conferita a Penélope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave).
Parola chiave: Incendio.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 26 gennaio 2023

Film 2164 - M3GAN

Intro: Torniamo al cinema per recuperare il fenomeno del momento. Mai in Irlanda mi era capitato di dover fare la fila per vedere un film, nemmeno per il sequel di "Avatar". Ci è riuscito il film su una bambola assassina...

Film 2164: "M3GAN" (2022) di Gerard Johnstone
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non sono certo schizzinoso quando si tratta di nuovi film da vedere e sono assolutamente aperto ad ogni tipo di esperienza cinematografica e devo dire che visto tutto l'entusiamo ed interesse mediatico che questa pellicola è riuscita a catalizzare, le mie aspettative fossero particolarmente alte. Tra clip del film sparpagliate per tutti i miei social media, articoli di giornale e recensioni entuasiaste, pareva che "M3GAN" fosse già il film dell'anno (a 2023 nemmeno cominciato, tra l'altro). Diciamo che, nonsotante sia godibile e per certi versi - o meglio dire, certe scene - iconico, questo film non mi abbia lasciato a bocca aperta.
La componente horror è a malapena accennata e, di fatto, la storia ricorda quasi più un "Attrazione fatale" in versione bambola giocattolo. E non ci sarebbe niente di male onestamente, non fosse che tutto l'hype creato a livello mediatico mi avesse fatto credere in una sorta di rivoluzione del genere di paura.
Non mi è parso, onestamente, ci fosse alcunché di così innovativo da giustificare il sensazionale successo riscosso da questo prodotto in termini di pubblico e critica. Forse ho trovato l'esperienza ancora più straniante nel momento in cui tutta la sala - gremita, abbiamo faticato a trovare i biglietti! - rideva sguiatamente a battute simpatiche o, addirittura, durante passaggi palesemente non divertenti. E non che si ridesse del film, ma proprio col film.
Detto questo, ribadisco che ho trovato "M3GAN" divertente nel suo essere consapevolmente una boiata e assolutamente godibile, ma davvero niente di più.
Cast: Allison Williams, Jenna Davis, Violet McGraw, Ronny Chieng, Brian Jordan Alvarez, Jen Van Epps.
Box Office: $126.4 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Dell'orrore ma non di paura, serioso ma non serio, "M3GAN" è il titolo perfetto per iniziare l'anno cinematografico senza pretese, ma con un'onesta dose di intrattenimento. Non per tutti i gusti, ma per chi apprezza il genere (o le sue declinazioni, specialmente in chiave moderna) il divertimento è assicurato.
Premi: /
Parola chiave: Algorithm.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 15 novembre 2022

Film 2145 - Halloween Ends

Intro: Primo film ben riuscito, secondo capitolo terribile, non mi rimaneva che recuperare il terzo per capire che direzione avrebbe preso, infine, questa saga (anche se un po' ne avevo il timore).

Film 2145: "Halloween Ends" (2022) di David Gordon Green
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: rispetto al caotico e mal riuscito "Halloween Kills", questo terzo episodio della saga/reboot di "Halloween" è certamente un passo avanti dato che qui si è perlomeno tentato di proporre qualcosa di nuovo. Il problema è come lo si è fatto. Tecnicamente, proprio.
"Halloween Ends" è un film horror della durata di 111 minuti, ovvero quasi due ore. Di questi, i primi 50 minuti - dunque la metà del film - non presentano alcuna scena di paura. Se si esclude il prologo che sì, propone una componente di spavento, ma pur sempre accidentale, per il resto di orrore neanche l'ombra.
Certo, per carità, si utilizza questo tempo per stabilire una caratterizzazione dei personaggi che solitamente manca in pellicole di questo genere, ma la realtà è che per un bel po' ci si scorda che questo dovrebbe essere il capitolo finale dello scontro tra Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) e il suo incubo Michael Myers (James Jude Courtney), finendo per concentrarci su aspetti relativamente inutili del racconto, specialmente considerato che si tratta del capitolo conclusivo di una saga. 
Già, perché non sono bene quanto freghi allo spettatore medio di assistere al siparietto d'amore imbarazzato al supermercato tra Laurie e lo sceriffo (Will Patton), oppure di scoprire una Laurie alla "Sex & the City" che scrive le sue memorie guardando malinconica dalla finestra o, ancora, di incontrare personaggi marginali del precedente capitolo che, in questo, compariranno in una sola scena... Cioè, parliamoci chiaramente, siamo qui per vedere Michael Myers e Michael Myers in "Halloween Ends" c'è a malapena.
Al suo posto una sorta di erede spirituale, Corey (Rohan Campbell), ragazzino danneggiato e perseguitato da un passato che sembra volerne definire il futuro. Niente di nuovo sotto il sole, per carità, ma almeno questa parte di storia - per quanto tra alti e bassi di sceneggiatura - rappresenta una novità per il franchise (quantomeno per gli ultimi tre capitoli). Poi che tutto il contorno amoroso con la nipote di Laurie, Allyson (Andi Matichak) - che improvvisamente sembra essersi rincoglionita e scordata di tutto quello che è successo alla sua famiglia -, non funzioni è indubbio e, anzi, in parte compromette la visione.
Però va detto che quando finalmente la furia omicida prende il via, la storia pare ricordarsi finalmente quale sia il vero obiettivo di un titolo come questo. Per carità, ben venga la caratterizzazione dei personaggi, l'approfondimento del racconto, la contestualizzazione e tutto quello che ne consegue, ma la verità è che un prodotto come "Halloween Ends" dovrebbe essere un veicolo di paura e spavento in un momento dell'anno - l'Halloween del titolo - in cui il genere horror si concede (in teoria) ai massimi del suo splendore.
Qui, invece, il risultato finale è intermittente e offuscato da un preambolo troppo lungo, una miriade di personaggi di cui non ci frega niente (la collega di Allyson e il suo ex poliziotto, i bulletti del quartiere, il barbone) e un personaggio chiave e iconico non solo mancante, ma anche depotenziato da un finale che ne svela pure troppa umanità. 
Michael Myers è The Shape, è una maschera, è un simbolo. Una volta che lo privi di queste caratteristiche identificative, Michael Myers è un essere umano come tutti gli altri. Fortissimo e apparentemente immortale, per carità, ma pur sempre umano. E per un film che si professava quale scontro finale tra i titani della saga di "Halloween", questo senso di epicità e inevitabile destino, quasi fato, è sicuramente mancante.
Poi, ribadisco, in generale "Halloween Ends" si lascia guardare, spaventa il giusto e sicuramente regala una certa dose di omicidi spettacolari (molto spesso a due, anche questa una novità) che risollevano un franchise messo in ginocchio da un secondo capitolo tremendo. Però, ecco, si poteva fare sicuramente di meglio.
Film 1042 - Halloween - La notte delle streghe
Film 1835 - Halloween H20: 20 Years Later
Film 1689 - Halloween
Film 2062 - Halloween Kills
Film 2145 - Halloween Ends
Cast: Jamie Lee Curtis, Andi Matichak, Rohan Campbell, Will Patton, Kyle Richards, James Jude Courtney.
Box Office: $104.2 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: I fan della saga dovrebbero apprezzare tanto quanto i fan dell'horror che, va detto, in questo 2022 pare essere un genere particolarmente prolifico e redditizio. 
Devo ammettere che non ho apprezzato il salto temporale in avanti della narrazione e che, comunque, "Halloween Ends" è meno epico di quanto marketing e produzione abbiano tentato di farci credere, però può rimanere una buona scelta per una serata di paura, che sia Halloween o meno.
Premi: /
Parola chiave: Taglio alla mano.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 24 ottobre 2022

Film 2141 - See How They Run

Intro: Avevo dato a Ciarán la possibilità di scegliere tra 3 possibili pellicole da vedere e, all'ultimo minuto, ha deciso di optare per questa. Onestamente non era tra le mie priorità, ma non mi sottraggo mai alla possibilità di un buon whodunit.

Film 2141: "See How They Run" (2022) di Tom George
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non avevo altissime aspettative rispetto a questo progetto cinematografico, per cui ammetto di essere rimasto piacevolmente sorpreso dal tono del film, dalle ottime interpretazione, i tempi comici (di mio gusto) e un risultato finale d'insieme ironico quanto basta, talvolta pungente, e tutto sommato godevole.
Poi, che sia un capolavoro non si può certo dire (Ciarán l'ha detestato), però ho apprezzato le atmosfere surreali e il circo di assurdi personaggi che condiscono la storia - tutti interpretati da attori di un certo livello - capitanati dall'inaspettatamente dinamico duo formato da Sam Rockwell e Saoirse Ronan. Divertente.
Cast: Sam Rockwell, Saoirse Ronan, Adrien Brody, Ruth Wilson, Reece Shearsmith, Harris Dickinson, David Oyelowo, Shirley Henderson, Sian Clifford, Pippa Bennett-Warner.
Box Office: $20.1 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: L'ho trovato molto piacevole e dal ritmo sufficientemente serrato, nonché magnificamente trainato dalla coppia Rockwell - Ronan che insieme fa scintille. Meno riuscito del carismatico "Knives Out", "See How They Run" riesce comunque a consegnare allo spettatore un prodotto finale di qualità. Non per tutti, ma gli amanti del genere whodunit in salsa comedy dovrebbero apprezzare.
Premi: /
Parola chiave: Storia vera.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 23 agosto 2022

Film 2125 - Murder, She Wrote: The Celtic Riddle

Intro: Qualche settimana fa è venuto Marco a trovarmi da Glasgow. Non ci vedevamo da 3 anni e ritrovare la sua compagnia ha riportato alla memoria le tante avventure che abbiamo condiviso, i momenti spensierati, la serate, i viaggi. Tanti ricordi, un po' di nostalgia e la consapevolezza che la nostra amicizia ha superato la prova del tempo e delle (varie e numerose) distanze.
Con sul groppone un weekend intenso di giri, cene, brunch e balli, quando ci siamo salutati ho sentito il bisogno di qualcosa di confortante, un cuscinetto emotivo che mi traghettasse dalla ritrovata euforia per l'aver rivisto il mio amico, all'immmancabile appuntamento con la routine quotidiana. E così, sarà che ce l'ho sempre un po' nel cuore (e che con Marco condividiamo questa passione per lei), mi sono ritrovato a pensare che avrei voluto rivedere qualcosa con l'iconica "Signora in giallo". Caso vuole che l'ultimo episodio assoluto di questa indimenticabile serie, sia un film tv ambientato in Irlanda. L'ho preso come un segno.

Film 2125: "Murder, She Wrote: The Celtic Riddle" (2003) di Anthony Pullen Shaw
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non mi aspettavo certo grandi vette della cinematografia, per cui ho guardato questo "Murder, She Wrote: The Celtic Riddle" con l'occhio del fan sfegatato che ha bisogno del suo titolo del cuore nella certezza di passare un po' di tempo in compagnia della sua eroina preferita.
Ed è proprio in lei, infatti, che questo titolo trova il suo valore: se non fosse per Jessica Fletcher, questo non sarebbe stato altro che l'ennessimo film per la tv sciapo sciapo che si lascia vedere tra le faccende di casa. E non c'è Jessica Fletcher senza l'inimitabile, magnifica, pazzesca Angela Lansbury, qui alla sua ultima apparizione nei panni della celeberrima scrittrice di gialli e detective amatoriale. Ed è un peccato, perché di nuove stagioni di "Murder, She Wrote" ce ne sarebbe ancora bisogno.
Ribadisco che questo "The Celtic Riddle" non è proprio niente di che, certe scenografie fanno un po' tenerezza e il livello di recitazione di certi membri del cast è tutt'altro che eccellente, eppure basta il sorriso di Jessica, sentire la sua voce, vederla muoversi con grazia e stile tra liti familiari e indizi da caccia del tesoro per sentirsi, ancora una volta (per l'ultima), a casa.
Quindi no, non è certamente un prodotto pioniore nel suo genere o di qualità eccelsa, ma tutto sommato è capace di regalare ai fan la classica atmosfera pacata (e un po' strampalata) de "La signora in giallo", nonché l'ultima performance della Lansbury nei panni dell'inimitabile, iconica Jessica Fletcher. Il che, per quanto mi riguarda, è più che sufficiente.
Cast: Angela Lansbury, Fionnula Flanagan, Tegan West, Cyril O'Reilly, Lynn Wanlass, Timothy V. Murphy, Joe Michael Burke, Andrew Connolly, Geraldine Hughes, Sarah-Jane Potts, Peter Donat.
Box Office: /
Vale o non vale: Un bel po' di stereotipi sull'Irlanda e qualche momento trash, ma tutto sommato questo "Murder, She Wrote: The Celtic Riddle" regala esattamente ciò che si aspetta: una grandissima Angela Lansbury nei panni di Jessica Fletcher (più un'ottima Fionnula Flanagan nei panni della matriarca che non vuole condividere l'eredità) e quel ritorno alle atmosfere de "La signora in giallo" che i fan non mancheranno mai di portare nel cuore.
Premi: /
Parola chiave: Eredità.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 13 agosto 2022

Film 2122 - Where the Crawdads Sing

Intro: Il trailer ci aveva incuriosito, così ne abbiamo approfittato per andare a vederlo.

Film 2122: "Where the Crawdads Sing" (2022) di Olivia Newman
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: uhm. Ci sono aspetti riguardo a questo film che mi sono piaciuti (come per esempio il finale) e altri che mi hanno lasciato perplesso.
Non posso dire che questavisione non sia stata sufficientemente di intrattenimento, ma qualcosa non torna. La parte iniziale, principalmente. Premesso che questa è una storia di fantasia e nella vita, comunque, tutto è possibile, mi chiedo come faccia un'intera famiglia di ettordici persone a lasciare, uno ad uno, la più piccola di casa nelle grinfie del dispotico patriarca ubriacone. Cioè, con quale cuore la madre abbandona tutti i suoi figli sapendo che il marito è un violento alcolista che non si fa problemi ad alzare le mani? E con che coraggio i fratelli maggiori spariscono senza sentire il bisogno di farsi carico di quelli più piccoli? E qual è il senso di lasciarsi alle spalle la sorella minore dopo che ci sei cresciuto insieme? Non so, a me già questo inizio non mi ha convinto.
A peggiorare le cose succede che, rimasta sola, la più piccola di casa ovvero Kya (Daisy Edgar-Jones) finisce per affrontare in totale - e sottolineo totale - solitudine gli anni dall'infanzia fino all'età adulta, senza che nessuno pensi di offrirle quantomeno aiuto. Lo so che la coppia dello shop di alimentari prova a darle due dritte all'inizio, ma non mi pare che accettare il lavoro di una minorenne in cambio di due spicci con cui questa potrà permettersi di che vivere (tra l'altro comprando al tuo negozio) sia una forma responsabile di aiuto.
Senza contare che i servizi sociali sono talmente incapaci da farsi prendere per i fondelli per anni da una ragazzina che si va a nascondere nella palude per evitarli. E aspettare che prima o poi torni a casa, magari? Macché, lasciamola raccogliere crostacei e vivere da sola, evitare ogni forma di educazione e di interazione sociale. Il tutto perché non sappiamo giocare a nascondino. Bah.
Ecco, diciamo che questa prima parte della storia mi ha lasciato un po' indifferente, per non dire deluso. Poi, in realtà, "Where the Crawdads Sing" recupera lentamente. Senza mai toccare picchi di grandezza, però almeno regala una seconda parte di storia - da quando Kya è adulta - più credibile o quantomento accettabile.
Mi ha infastidito tutto il circo imbastito attorno al tentativo di rendere Kya una vittima del bullismo cittadino. La ragazza della palude è un nomigliolo che si sarebbe potuto evitare avessero le persone vicine alla ragazzina pensato di fare qualcosa per aiutarla. E siccome ci sarebbe stato ampio margine di miglioramento rispetto ai tentativi di aiuto e solo marginalmente la condizione di Kya è stata determinata da fattori esterni incontrollabili, allora da spettatore mi sento di dire che questo è un modo semplicemente troppo facile per farci provare compassione per la povera protagonista. Kya non ha un forma rarissima di cancro e non si può alzare dal letto per 15 anni, per cui salta la scuola e ogni forma di interazione sociale coi suoi pari. No, Kya viene lasciata indietro da ogni membro della sua famiglia per nessun motivo ragionevole e, sul suo cammino, non incontra nessun adulto responsabile che si sente di farsi carico del benestare di una bambina che ha evidente bisogno d'aiuto. E va bene che la storia è ambientata negli anni '50 in una parte estremamente rurale dell'America, ma mi risulta comunque difficile da digerire come premessa narrativa.
Quindi, bypassando la questione della poverina trattata male da tutti, quello che davvero mi è piaciuto di questo film è il potente arco narrativo di Kya. E' vero che all'inizio è totalmente incapace di reagire - e chi lo sarebbe, dopo essere stati rincorsi dalla polizia e sbattuti in galera accusati di omicidio? - ma il personaggio trova la sua forza e piano piano si rivela allo spettatore, fino a quell'inaspettato finale che, onestamente, mi ha colto davvero di sorpresa.
Nel mezzo c'è un omicidio, un processo (troppo marginale, avrei preferito ci fossero state più scene dedicate a questa parte della storia), il primo amore, il secondo, la carriera e la vendetta, il tutto per un secondo tempo che trova finalmente il suo ritmo grazie alla zavorra iniziale che ci siamo lasciati alle spalle.
Insomma, "Where the Crawdads Sing" poteva essere sicuramente un film migliore di quello che in effetti si rivela essere, anche se tutto sommato il film si salva grazie al secondo tempo, un buon cast e quello strano fascino esercitato dalla palude e i suoi dintorni.
Cast: Daisy Edgar-Jones, Taylor John Smith, Harris Dickinson, Michael Hyatt, Sterling Macer, Jr., David Strathairn.
Box Office: $80.8 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Non avendo letto il libro di Delia Owens non posso che basarmi su quello che ho visto al cinema. Il risultato finale intrattiene a sufficienza, anche se la prima parte del film - non avendo alcuna credibilità - finisce per intaccare negativamente il resto del film. In ogni caso, guardabile.
Premi: /
Parola chiave: Swamp.
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giovedì 24 marzo 2022

Film 2096 - Adam's Rib

Intro: Qualche tempo fa ho recuperato l'ultimo video del (pazzesco) canale Youtube Be Kind Rewind sull'attrice Ruth Gordon che mi ha fatto scoprire - con non poca sorpresa - che l'attrice nella sua carriera ha anche scritto anche non poche sceneggiature. Tra i tanti film citati nel video (trovate il link qui), questo è quello che mi ha incuriosito all'istante.

Film 2096: "Adam's Rib" (1949) di George Cukor
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: commedia simpatica che vive delle interpretazioni magnifiche dei due protagonisti Spencer Tracy e Katharine Hepburn, "Adam's Rib" bilancia bene gli elementi comici a certe dinamiche (qui leggere) da legal drama per un risultato finale sicuramente vintage, ma perfettamente godibile ancora oggi.
Questa la premessa: Adam e Amanda (Tracy e Hepburn) sono una coppia felicemente sposata di avvocati di successo che lavorano per due studi differenti, quello di lei composto totalmente da donne. Il destino vuole che i due si troveranno a fronteggiarsi in tribunale per difendere gli interessi dei membri di un'altra coppia, meno felicemente sposata: lui, fedifrago che renda la vita un'inferno alla moglie, viene colto in flagrante con l'amante dalla consorte che, per vendicarsi, intende sparare ad entrambi. Non riuscendoci, finirà a processo. Adam viene affitato al caso in veste di vice procuratore distrettuale, mentre Amanda si assumerà la difesa della moglie (Judy Holliday). Inutile dire in casa degli avvocati non mancheranno tensioni legate al processo.
Scritto da Ruth Gordon (Oscar per "Rosemary's Baby") e Garson Kanin, questo film è uno spunto interessante che mette in scena non solo le dinamiche di coppia, ma anche una per niente velata critica a certe visioni retrograde rispetto alla figura della donna, con una riflessione importante - siamo pur sempre alla fine degli anni '40 - su temi come femminismo, emancipazion e parità dei sessi. Ben scritto e impeccabilmente recitato, "Adam's Rib" è stata una piacevole sorpresa.
Cast: Spencer Tracy, Katharine Hepburn, Judy Holliday, Tom Ewell, David Wayne, Jean Hagen.
Box Office: $3,947,000
Vale o non vale: Commedia piacevole e ben scritta, con un cast pazzesco, "Adam's Rib" è il titolo "vintage" perfetto per chiunque apprezzi un bel film della magica era glam della Hollywood dei bei tempi andati.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura. 1 nomination ai Golden Globes per la Miglior attrice non protagonista Judy Holliday.
Parola chiave: Caso.
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mercoledì 12 gennaio 2022

Film 2074 - House of Gucci

Intro: E' dal 31 dicembre 2021 che ho questa recensione in coda e, fino ad oggi, non ero ancora riuscito a pubblicarla. Sono state settimane intense, tra l'Italia, gli amici, gli affetti, le feste, il ritorno a Dublino, il nuovo lavoro e altre cose che hanno pesato e contribuito. Ma eccoci, ci risiamo: che il 2022 abbia inizio anche per HollywoodCiak!

Film 2074: "House of Gucci" (2021) di Ridley Scott
Visto: al cinema
Lingua: inglese, italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: ho visto questo film una sera di dicembre al cinema da solo. Ero in un mood un po' altalenante da giorni, per cui la decisione di recuperare questa pellicola era propedeutica a uno spegnimento cerebrale e nulla più. Zero attese, zero aspettative (anzi, forse qualche aspettativa l'avevo, ma in negativo).
Non particolarmente apprezzato dalla critica, "House of Gucci" è riuscito però a ritagliarsi una nicchia di mercato e ad assicurarsi un pubblico (a mio avviso) principalmente nei fan di Lady Gaga, del fashion e in particolare del brand Gucci e degli appassionati di biopic (qui a tinte assassine). Tutto grasso che cola considerando che gli ultimi due film di Ridley Scott, "The Last Duel" e il terribile "All the Money in the World", hanno incassato rispettivamente $30.6 milioni (su un budget di $100 milioni) e $57 milioni (su un budget di $50 milioni)...
Devo dire, comunque, che a me "House of Gucci" non è per niente dispiaciuto. 2 ore e 38 minuti di durata sono troppe e sicuramente ci sono molti aspetti di questo prodotto che si sarebbero potuti migliorare - a partire dal casting di Jared Leto, sempre più un fallimento attoriale - eppure nel complesso l'esperienza cinematografica è stata sufficientemente positiva da rendere il tutto di godibile intrattenimento. Niente di eclatante, ma comunque un risultato finale conforme alle promesse over-the-top e sopra le righe. Senza contare la colonna sonora pazzesca.
Chiaro che non si tratti di un prodotto per tutti - sia in termini di qualitativi che tecnici - però "House of Gucci" ha un grande alleato nella gigantesca performance di Lady Gaga nei panni di Patrizia Reggiani che porta avanti da sola tutta la baracca. Trascinante, intrigante, esagerata e molto Marisa Laurito, Gaga conferma che quando si tratti di riproporre una versione della sua caleidoscopica personalità la performance poi non delude. E' stato così in "American Horror Story: Hotel", poi in "A Star Is Born" e adesso qui e tutte le volte che Gaga interpreta Gaga si è certi in un risultato esplosivo.
Meno esplosivo, qui, tutto il resto: Adam Driver molto pacato e a tratti sottotono per copione, Jeremy Irons malconcio ma pur sempre iconico e Al Pacino versione tamarro di lusso (che francamente gli si addice) a cui si accolla la ridicola performance di Jared Leto che non solo sminuisce il suo personaggio, ma non fa altro che distrarre lo spettatore da ogni altro elemento della pellicola. Non mi è ben chiaro se la sua sia stata una scelta dettata dal voler rispettare i modi di Rodolfo Gucci o se si sia voluta calcare la mano per renderlo il giullare della situazione, in ogni caso una scelta infelice e macchiettistica che genera solo fastidio. Da ultima, un'inaspettata Salma Hayek in chiave chiaroveggente che interpreterà uno dei ruoli cardine di tutta la vicenda e, al contempo, dei più ridicoli.
Ciò detto, ribadisco che "House of Gucci" non è un capolavoro, eppure tutto sommato non manca di intrattenere e, ancora più importante, mantenere le promesse di tutta una campagna pubblicitaria: una Lady Gaga unica, indiscussa protagonista.
Ps. Non ho ben capito il senso di girare a Roma, raccontare una storia ambientata in Italia e poi assumere comparse palesemente non italiane e dar loro qualche battuta da recitare nel film.
Cast: Lady Gaga, Adam Driver, Jared Leto, Jeremy Irons, Salma Hayek, Al Pacino, Camille Cottin, Reeve Carney, Jack Huston.
Box Office: $135.5 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Secondo me vederlo in italiano non ha senso. Gaga ha sbandierato in lungo e in largo (anche da Fazio) quanto si sia spesa per apprendere l'accento di un italiano che parla in inglese e anche solo per questo motivo vale la pena vedere questa pellicola in lingua originale (non tanto perché sia brava, quanto perché il tutto è maledettamente ridicolo, specialmente considerato che un sacco di parti sono recitate in italiano... anche se non sottotitolate).
Detto cioò, un film non per tutti e non per ogni occasione, ma sicuramente un prodotto da recuperare se si vuole rimanere al passo con la conversazione globale, considerato per quanto si è parlato di Gaga e di questo suo nuovo ruolo iconico (ma da qui ad attrice affermata ci vuole ancora un po'). E per poterla veder recitare: "Father, son and House of Gucci."
Premi: Candidato al Golden Globe per la Miglior attrice protagonista drammatica (Lady Gaga). 3 nomination ai BAFTA per Miglior attrice protagonista (Gaga), trucco e film britannico (???) dell'anno.
Parola chiave: Famiglia.

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lunedì 13 dicembre 2021

Film 2066 - Drowning by Numbers

Intro: Per una volta mi andava di vedere qualcosa di un po' meno scontato e "facile", per cui sono finito a spulciare la mia memoria esterna alla ricerca di qualcosa che facesse al caso mio. Mi sono ricordato di questa pellicola che avevo scaricato un paio d'anni fa e, considerato il cast, mi è sembrata da subito la scelta perfetta per la mia tranquilla serata a casa.

Film 2066: "Drowning by Numbers" (1988) di Peter Greenaway
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: decisamente uno dei film più strani che abbia mai visto e, lo ammetto, all'inizio mi ha talmente spiazzato che ero liì lì per mollare. Poi ammetto che la curiosità ha avuto la meglio e, tutto sommato, per quanto non rivedrei questo "Drowning by Numbers", la visione non mi è del tutto dispiaciuta. Particolare e, per una volta, diversa dal solito e totalmente differente dalle mie aspettative.
La trama si ispira al folklore e alla fiaba "Three Billy Goats Gruff" foclizzandosi sul racconto di una serie di omicidi commessi l'uno dopo l'altro dalla tre donne della famiglia Colpitts (si chiamano tutte Cissie) che, a partire dalla nonna per arrivare alla nipote, finiranno per uccidere i consorti. Nel mezzo c'è il coroner Madgett () che, nella speranza di qualche riconoscimento carnale da parte delle tre, finirà sempre per coprire i loro misfatti. Nel mezzo, poi, una marea di nudo.
Ps. Qualche curiosità per dare il senso della peculiarità di questa pellicola (tra l'altro quasi interamente girata in long/wide shot):
1. Il titolo originale (la cui traduzione letterale è: "affogati dai numeri") è un gioco di parole che richiama quegli album per bambini in cui si colora un disegno ("Drawing by numbers") riempiendo le caselle numerate con i diversi colori.
2. Nel corso del film appaiono, evidenti in primo piano o nascosti sullo sfondo, i numeri dall'1 al 100[2], in ordine crescente, come se vi fosse in corso una sorta di conteggio, introdotto all'inizio del film da una bambina che, mentre salta la corda, conta e nomina le stelle, fermandosi a cento. (da Wiki)
Cast: Joan Plowright, Juliet Stevenson, Joely Richardson, Bernard Hill, Jason Edwards, David Morrissey, Trevor Cooper, Bryan Pringle.
Box Office: $424,773
Vale o non vale: Decisamente (assolutamente) non un film per tutti per via delle numerose stranezze, i dialoghi assurdi, i tempi piuttosto lenti e un generale senso disorientante che pervade l'esperienza visiva. Detto ciò, per gli avventurosi, sicuramente un esperimento particolare. E se amate Joan Plowright, un titolo da non perdere.
Premi: In concorso per la Palma d'oro al Festival di Cannes del 1988.
Parola chiave: Numeri.

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lunedì 12 luglio 2021

Film 2029 - The Conjuring: The Devil Made Me Do It

Intro: Essendo un grande fan di questo franchise, non vedevo l'ora di recuperare questo film. Che è poi stato l'ultimo che ho visto in Iralnda prima di tornare per un paio di settimane - finalmente dopo 9 mesi - in Italia.

Film 2029: "The Conjuring: The Devil Made Me Do It" (2021) di Michael Chaves
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: la saga di "The Conjuring" è sempre affascinante perché ancorata a quel mix affascinante di storia vera e spavento hollywoodiano che, insieme, regalano quel qualcosa in più. Della serie che non si può fare a meno di chiedersi quanta verità e quanta fiction vengano miscelate nella storia. Ciò detto, "The Devil Made Me Do It" fallisce proprio nel regalare allo spettatore questo tipo accostamento che, fino ad ora, aveva costituito il filo narrativo di tutto il franchise.
Non che il terzo episodio della saga horror sia di per sé un titolo terribile, ma decisamente il meno potente di quelli visti fino ad ora. Principalmente a mio avviso a causa della rivelazione prematura del "colpevole", un elemento che, in questo tipo di narrazione, andrebbe celato fino all'ultimo minuto per mantenere chi guarda interessato alla storia. Dal momento in cui si capisce chi sia il cattivo della storia, infatti, si perde quella "magia" che porta lo spettatore a chiedersi cosa stia succedendo e perché. Dal momento in cui la questione viene sciolta a metà racconto, c'è veramente poco altro di cui interessarsi. Anche perché, diciamocelo, non si tratta davvero di niente di particolarmente innovativo.
Poi sì, le performance della coppia Farmiga e Wilson fanno comunque parte del fascino che questo franchise è in grado di esercitare - non a caso sono stati chiamati a presenziare anche nel terzo "Annabelle" - però non sono sicuro che in questo caso sia sufficiente a fare la differenza.
All'inizio avevo anche sperato che la storia si sarebbe rivelata più affine a quella dell'interessante "The Exorcism of Emily Rose" che alterna efficacemente momenti di paura alla discussione in aula di un eccezionale caso giudiziario. In realtà "The Conjuring 3" abbandona prestissimo la via del legal drama per avventurarsi sul più collaudato territorio del soprannaturale con tanto di voodoo demoniaco annesso, anche se probabilmente sarebbe stato più interessante vedere come si sarebbe tentato di difendere la tesi dell'omicidio per possessione demoniaca in un aula di tribunale.
Ribadisco, il risultato finale non è inguardabile, per carità, però rimane il fatto che dalla saga di "The Conjuring" mi aspettassi qualcosa di più.
Film 578 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1179 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1190 - The Conjuring - Il caso Enfield
Film 1450 - The Conjuring 2
Film 2029 - The Conjuring: The Devil Made Me Do It
Film 804 - Annabelle
Film 1157 - Annabelle
Film 1405 - Annabelle: Creation
Film 1657 - Annabelle: Creation
Film 1782 - Annabelle Comes Home
Film 1673 - The Nun
Film 1774 - The Curse of La Llorona
Cast: Patrick Wilson, Vera Farmiga, Ruairi O'Connor, Sarah Catherine Hook, Julian Hilliard, John Noble, Eugenie Bondurant.
Box Office: 183.5 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: I fan della coppia (realmente esistita) dei Warren dovrebbero apprezzare questo nuovo capitolo dell'orrore sulle investigazioni soprannaturali dei loro beniamini, anche se va detto che il risultato finale sia inferiore ai precedenti progetti portati al cinema.
Poi, per carità, il film si lascia vedere volentieri, specialmente se alla ricerca di di distanziamento sociale e solitudine in una "tranquilla" serata d'estate targata Covid-19.
Premi: /
Parola chiave: Mazzo di fiori.

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giovedì 8 luglio 2021

Film 2028 - I Care a Lot

Intro: Per errore ho saltato la recensione di questa pellicola che, in realtà, sarebbe dovuta apparire nel blog qualche tempo fa, subito dopo "Things Heard & Seen". Recupero oggi.

Film 2028: "I Care a Lot" (2020) di J Blakeson
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non avevo mai sentito parlare di questo film, poi Rosamund Pike ha vinto il Golden Globe e ammetto mi sia scattato l'interesse. Anche perché adoro Rosamund Pike e ancora mi girano per quell'Oscar rubato per "Gone Girl"... E, diciamocelo pure, "I Care a Lot" non manca di ricordare spesso il capolavoro (almeno per me) di David Fincher sia per i toni che per la protagonista, non solo perché interpretata dalla stessa attrice.
Marla è una farabutta, chiariamolo subito. Rinchiude anziani in case di riposo, impedisce loro ogni contatto con l'esterno, vende tutte le loro proprietà e se ne intasca i proventi. Il tutto grazie alla sua posizione di tutore designato dallo stato che la incarica di prendersi cura di coloro che, in teoria, non sono più in grado di farlo da soli. La sua truffa è così ben architettata e il meccanismo da lei ideato così ben oliato, che Marla si ritrova a prendersi cura di una miriade di anziani.
Tutto bene (per lei) fino a quanto non fa rinchiudere la signora sbagliata. Apparentemente innocente vecchietta senza parenti ma dall'incredibile asset finanziario, Jennifer Peterson (Wiest) è in realtà connessa a loschi individui e si rivelerà un osso duro, anche a causa del fatto che suo figlio - di cui nessuno conosce l'esistenza - è un ex boss della mafia russa (Dinklage) che farà di tutto per liberare la madre. Inutile dire che le cose prenderanno una brutta piega. E non solo per Marla.
Ben ritmato grazie a un ottimo montaggio ed egregiamente interpretato dalla magnifica Pike - che dovrebbe essere più spesso una protagonista, a mio avviso - "I Care a Lot" è un interessante pellicola che funziona maledettamente bene, non fosse che il sentimento di disprezzo e l'odio per il personaggio di Marla generano frustrazione continua durante la visione. Il che è chiaramente un effetto voluto, ciò non toglie che la voglia di schiaffeggiarla rimanga dall'inizio alla fine.
Molto bene anche il finale, assolutamente inaspettato, che non manca di sorprendere più volte grazie a una serie di scelte narrative che sembrerebbero inizialmente andare in una direzione e, invece, finiranno per andare a parare da tutt'altra parte.
Insomma, "I Care a Lot" funziona, intrattiene e non manca di lasciare con spunti su cui riflettere.
Cast: Rosamund Pike, Peter Dinklage, Eiza González, Chris Messina, Dianne Wiest.
Box Office: $1.3 milioni
Vale o non vale: Nonostante l'anno scorso l'offerta cinematografica non sia stata esattamente straripante, per qualche strano motivo questa pellicola è rimasta un po' nell'ombra o comunque non particolarmente al centro della conversazione mediatica. La verità è che, nonostante non sia un capolavoro, "I Care a Lot" vive della magnetica interpretazione di Rosamund Pike e della potentissima protagonista di questa storia che, per quanto controversa, non manca di intrattenere con gusto. Onestamente non mi capitava da un po' di vedere una pellicola ritrovandomi man mano a chiedermi: "E adesso cosa succederà?!". Il che è sempre un buon segno.
Premi: Vincitore del Golden Globe per la Miglior attrice protagonista musical o commedia (Pike).
Parola chiave: Diamanti.

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giovedì 1 luglio 2021

Film 2022 - Kiss Kiss Bang Bang

Intro: Filmetto casalingo in cucina scelto da Oisin, sicuro di optare per qualcosa che ci avrebbe fatto tutti divertire.

Film 2022
: "Kiss Kiss Bang Bang" (2005) di Shane Black
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Oisin, Kate
In sintesi: senza volerlo con questo titolo ho recuperato il titolo mancante della filmografia da regista di Shane Black. Ora che li ho visti tutti e 4 ("Iron Man 3", "The Nice Guys", "The Predator") mi sento decisamente meglio.
Boiate a parte, "Kiss Kiss Bang Bang" sembrerebbe avere tutte le carte in regola per essere un film divertente ed estremamente politicamente scorretto - si fa pipì su un cadavere... per dire... - il problema per me è stato che di fatto non ho capito quasi una mazza dei dialoghi. Sì, a grandi linee ho compreso la storia e Oisin ogni tanto mi riassumeva passaggi che non avevo recepito - che anche lui poi non è che lo comprenda sempre alla perfezione col suo accento stretto e il tono di voce al decibel del bisbiglio - sta di fatto che questa pellicola mi è scivolata un po' addosso con indifferenza. Non è assolutamente colpa del film in sé, ma delle circostanze.
Detto questo Robert Downey Jr. e Michelle Monaghan funzionano bene insieme e Val Kilmer ha una parte interessante. Tutto il resto sullo sfondo fa molto rumore, ma non sono sicuro a giusta ragione.
Cast: Robert Downey Jr., Val Kilmer, Michelle Monaghan, Corbin Bernsen, Ariel Winter.
Box Office: $15.8 milioni
Vale o non vale: Un po' sulla scia del (successivo) "The Nice Guys", tra il divertente e lo sgangherato e con un Robert Downey Jr. che fa Robert Downey Jr. al suo meglio, "Kiss Kiss Bang Bang" è probabilmente una buona scelta di disponete di un buon impianto audio, sottotitoli, una versione in una lingua a voi familiare. Poi sistemati questi dettagli magari vi divertite anche...
Premi: /
Parola chiave: Underwear.

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giovedì 27 maggio 2021

Film 2010 - Knives Out

Intro: Momento cinema pomeridiano in compagnia di Kate per recuperare una delle sue pellicole preferite, nonché un film che volevo rivedere già da un po'.

Film 2010
: "Knives Out" (2019) di Rian Johnson
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: sempre un bel film, ben scritto e con un gran cast che non manca di intrattenere pur conoscendo già la storia.
Anche se il mio cinismo mi spinge a immaginare che i sequel messi in cantiere da Netflix non saranno altrettanto soddisfacenti e gustosi, sono comunque curioso di vedere come Johnson porterà avanti il franchise. Fino ad allora, "Knives Out" è certamente una pellicola ben riuscita e di grande impatto narrativo ed estetico. Ottimo lavoro.
Film 1844 - Knives Out
Film 2010 - Knives Out
Film 2152 - Glass Onion: A Knives Out Mystery
Cast: Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Don Johnson, Toni Collette, Lakeith Stanfield, Katherine Langford, Jaeden Martell, Christopher Plummer.
Box Office: $311.4 milioni
Vale o non vale: Assolutamente da vedere, "Knives Out" è un prodotto di classe ben riuscito e con una solida idea alla base del progetto. Uno di quei (sempre più rari) casi in cui tutti i tasselli che vanno a comporre il puzzle si incastrano perfettamente tra di loro.
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per la Miglior sceneggiatura originale; candidato a 3 Golden Globe per Miglior film musical o commedia, attore protagonista (Craig) e attrice protagonista (de Armas).
Parola chiave: Slayer rule.

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martedì 25 maggio 2021

Film 2007 - The Girl on the Train

Intro: Altro appuntamento cinematografico con le richiesta di Ferdia, questa volta per l'ultima lezione del semestre.

Film 2007
: "The Girl on the Train" (2016) di Tate Taylor
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: la mia opinione rispetto a questa pellicola non è molto cambiata rispetto alla prima volta che l'ho vista, nel senso che è rimasto un po' il senso di delusione rispetto a un titolo apparentemente promettente che, però, non risulta ben riuscito quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Ed è un peccato, perché la performance di Emily Blunt è assolutamente azzeccata e gli elementi per un thriller di successo ci sarebbero tutti.
La verità, però, è che questo "The Girl on the Train" sembra più interessato agli elementi sessuali che alla componente psicologica dei personaggi e pare fissarsi alle parti morbose di una storia che avrebbe certamente avuto altro da dire si fosse concentrata di più sulle bugie, il passato e una costruzione meno bidimensionale dei personaggi secondari. Questi ultimi, poi, sono talmente tanti e così poco differenziati tra loro che si fatica a distinguerli propriamente. E, insomma, è un peccato.
Film 1255 - La ragazza del treno
Film 2007 - The Girl on the Train
Cast: Emily Blunt, Rebecca Ferguson, Haley Bennett, Justin Theroux, Luke Evans, Allison Janney, Édgar Ramírez, Lisa Kudrow, Laura Prepon.
Box Office: $173.2 million
Vale o non vale: Molto cupo e molto triste, troppo focalizzato sulla parte sessuale e troppo poco sulla caratterizzazione dei personaggi, "The Girl on the Train" è un thriller passabile che funziona grazie a una sempre brava Emily Blunt ma fallisce nel generare interesse nello spettatore. Specialmente perché, una volta rivelato il colpo di scena rispetto al passato della protagonista, la storia perde il suo appeal.
Premi: Candidato al BAFTA per la Miglior attrice protagonista (Blunt).
Parola chiave: Tunnel.

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