Visualizzazione post con etichetta Dermot Mulroney. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Dermot Mulroney. Mostra tutti i post

lunedì 4 marzo 2024

Film 2256 - Anyone But You

Intro: Passati i fasti del compleanno la sera prima, il 10 febbraio sono andato al cinema per recuperare un film facile facile che volevo vedere prima che uscisse dalla programmazione.

Film 2256: "Anyone But You" (2023) di Will Gluck
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jayce
In sintesi: era da un po' di tempo che non usciva una commedia romantica intesa nel più classico senso del termine e, lo ammetto, ritrovare questo genere mi ha fatto piacere.
Poi "Anyone But You" non ridefinisce certo i canoni di questo tipo di prodotto e, tutto sommato, il risultato finale non è certo eclatante, eppure non posso dire di non aver seguito questa storiella con piacere.
Piacevole quanto basta, fedele alle aspettative e con due bei protagonisti che si mettono sufficientemente in gioco, questo film è esattamente ciò che ci si aspetta, overo un prodotto di facile consumo che aiuta a spegnere il cervello per un'oretta e mezza di spensieratezza e sogno. Nulla di più e non c'è niente di male.
Cast: Sydney Sweeney, Glen Powell, Alexandra Shipp, GaTa, Hadley Robinson, Michelle Hurd, Dermot Mulroney, Darren Barnet, Bryan Brown, Rachel Griffiths.
Box Office: $207.1 milioni
Vale o non vale: Commedia romantica che segue i canoni del genere e consegna allo spettatore esattamente quello che promette, un prodotto facile e divertente quanto basta per un momento di spensieratezza e cervello a sinapsi spente.
Premi: /
Parola chiave: Matrimonio.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 12 marzo 2023

Film 2179 - Scream VI

Intro: Recuperato il precedente capitolo per mettere Ciarán in pari e rinfrescare a me la memoria, non abbiamo perso tempo e ci siamo fiondati al cinema per recuperare la nuova aggiunta al catalogo dell'orrore tenuto a battesimo da Wes Craven. (E la sala era piena!)

Film 2179: "Scream VI" (2022) di Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: se il 1° è ormai un cult, il 4° ha quasi affossato il franchise e il 5° lo ha resuscitato con successo, cosa ci si poteva aspettare dal 6° capitolo di "Scream"? Beh, gli scenari potevano essere due: o un miracolo dell'horror oppure, più probabilmente, l'ennesima delusione (alla "Halloween Kills" e "Halloween Ends", per capirci). E, sorpresa sorpresa, il miracolo c'è stato!
Onestamente poteva essere l'ennesimo disastro, del resto questa saga aveva già dimostrato a più riprese di aver perso le "redini narrative" della storia, spesso perdendo di vista l'obbiettivo di un film di questo genere (ovvero spaventare) rispetto a tutta la meccanica che il franchise si porta dietro (#meta). "Scream VI", invece, riesce a bilanciare bene tutti gli elementi caratteristici della saga di Ghostface: c'è il film di genere che presenta e mette in discussione gli stessi elementi di cui è composto, c'è il mistero dietro l'ennesimo assassino, c'è la lunga serie di omicidi violenti e "creativi", c'è l'elemento surreale/irreale che si abbraccia con pacifica indifferenza (300 pugnalate dopo, la vittima di turno è ancora viva; l'assassino uccide qualcuno sullo sfondo senza far alcun rumore e il suo prossimo obiettivo nemmeno se ne accorge; Ghostface ha la stessa agilità e forza di un supereroe, nonché una certa dose di chiaroveggenza sapendo esattamente cosa sta per accadere, materializzandosi in appartamenti, case, teatri abbandonati... insomma, sempre un passo ai protagonisti). Il tutto per un risultato finale sorprendentemente coeso, consapevole e spassoso (chiaro, per chi apprezza il genere).
Senza dimenticare che, nel riportare in auge la saga, i nuovi due capitoli - questo in particolare - sono riusciti a stabilire le connessioni giuste con la storia originale, pur portando avanti una trama che si lascia finalmente alle spalle buona parte del bagaglio narrativo precedente. Capisco che Sidney Prescott (Neve Campbell) per tanti anni sia stata l'anima del progetto, però per quante volte ancora si poteva rendere interessante lo scontro tra lei e l'ennesimo fanatico di Ghostface? Diversamente da "Halloween", infatti, dove lo scontro è sempre e solo tra Laurie Strode e Michael Myers, qui la protagonista si vede perseguitata da una nemesi che non è mai la stessa, di fatto depotenziando l'epicità del franchise progetto dopo progetto. Con le premesse stabilite dalla nuova storia, invece, è la protagonista ad essere in controllo del suo destino, dovendo scegliere se abbracciare o meno la discutibile "eredità" paterna per trasformarsi lei stessa da vittima a carnefice, da Sidney Prescott a Ghostface.
La scelta viene praticamente fatta nel terzo atto di questa pellicola, il cambiamento si compie e la speranza di noi spettatori è che il prossimo episodio sappia gestire questo territorio narrativo inesplorato per la saga in maniera intelligente e sensata dal punto di vista della trama, portando avanti l'egregio lavoro fatto sin qui ed evitando di trasformare la nostra nuova eroina in una copia dell'ennesimo fan del serial killer mascherato.
Per ora, però, limitiamoci a dire che "Scream VI" è un'ottima aggiunta al catalogo del franchise, che il cast è variegato e interessante, che la mancanza di Sidney Prescott non si sente per niente e che, come sottolinea Ghostaface stesso, è assurdo che Gale Weathers (Courteney Cox) non avesse ancora ricevuto una telefonata dall'ennesimo psicopatico di turno. Si chiude il cerchio, la nuova strada è tracciata e, speriamo, il prossimo capitolo sarà altrettanto capace di rinvigorire l'eredità di "Scream".
Film 1123 - Scream
Film 2057 - Scream
Film 2184 - Scream
Film 1249 - Scream 3
Film 326 - Scream 4
Film 2091 - Scream
Film 2178 - Scream
Film 2179 - Scream VI
Cast: Melissa Barrera, Jasmin Savoy Brown, Jack Champion, Henry Czerny, Mason Gooding, Liana Liberato, Dermot Mulroney, Devyn Nekoda, Jenna Ortega, Tony Revolori, Josh Segarra, Skeet Ulrich, Samara Weaving, Hayden Panettiere, Courteney Cox.
Box Office: $67.1 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Ciao ciao Woodsboro, benvenuti a New York. La saga continua nella grande mela, si lascia Sidney Prescott alle spalle (io spero per sempre) e ritrova un vigore che non si vedeva da anni. La trama è ben architettata, tiene bene la suspence e alterna i vari omicidi col ritmo giusto, ribadendo le regole fisse del genere (e di conseguenza del franchise), pur aggiungendone alcune nuove che fanno pregustare un interessante futuro a venire.
Certamente non un film per tutti - non si sono certo risparmiati dal mostrare le scene più violente - ma un'ottima aggiunta ad un franchise che, 10 anni fa, sembrava morto e sepolto. Ma se c'è una cosa che gli horror ci hanno insegnato è che non bisogna mai dare per scontato che l'omicida sia morto per davvero... Premi: /
Parola chiave: Richie Kirsch.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 12 gennaio 2023

Film 2157 - Insidious 3: L'inizio

Intro: Un horror per la sera di Natale? Non uno, ma ben due!

Film 2157: "Insidious 3: L'inizio" (2015) di Leigh Whannell
Visto: dalla tv di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Fre, zia
In sintesi: primo appuntamento cinematografico natalizio a casa di zia, ci siamo concessi il terzo capitolo della saga di "Insidious".
Francamente lo ricordavo più ben riuscito, ma tra i commenti sarcastici di cuggy e i salti di paura di zia, devo dire che la visione è stata comunque uno spasso.
Film 626 - Insidious
Film 959 - Insidious
Film 690 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Film 960 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Film 2202 - Insidious: The Red Door
Film 956 - Insidious 3: L'inizio
Film 2157 - Insidious 3: L'inizio
Film 1619 - Insidious: The Last Key
Cast: Dermot Mulroney, Stefanie Scott, Angus Sampson, Leigh Whannell, Lin Shaye.
Box Office: $113 milioni
Vale o non vale: Sono passati 8 anni e il tempo comincia a farsi sentire. Le premesse sono buone e i momenti di spavento non mancano (anche se causati più che altro dalla musica), per non parlare della magnifica Lin Shaye, ma tutto sommato ricordavo "Insidious: Chapter 3" migliore di quanto in effetti non sia.
Premi: /
Parola chiave: Mamma.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 26 aprile 2018

Film 1490 - The Mountain Between Us

Intro: Un film su un disastro aereo con Kate Winslet, ovvero la promessa di un disaster movie di qualità. Io ero già sicuro lo avrei amato.
Film 1490: "The Mountain Between Us" (2017) di Hany Abu-Assad
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: “The Mountain Between Us” è tutto ciò che non promette. Non è un disaster movie, non è un thriller, non è un bel film. Ad essere onesti è un brutto, brutto film scritto male e tratto da un romanzo che ha una storia tanto assurda e banale allo stesso tempo da far venire la pelle d’oca. Siamo ridotti a portare questo sullo schermo?;
dal momento in cui Kate ed Idris Elba si incontrano possiamo già scommettere su loro amore pronto a sbocciare. Dal momento in cui precipitano sappiamo già che sopravviveranno. Dal momento in cui la storia si tramuta in una pellicola romantica capiamo che la storia sta per diventare una cagata. Tutte e tre le “profezie” si avverano immancabilmente; serviva far precipitare un aereo per far innamorare due sconosciuti? Serviva fargli rischiare la morte per assideramento per renderli consapevoli della necessità di una scossa nella loro vita? Non credo e, se questo è il risultato, penso si potesse proprio evitare di buttare giù la sceneggiatura. Nel 2018 come si fa a prendere sul serio questa storia? Che, inoltre, manca di romanticismo e, anzi, risulta più spesso ridicola che sentimentale.
Cast: Idris Elba, Kate Winslet, Beau Bridges, Dermot Mulroney.
Box Office: $62.8 milioni
Vale o non vale: assolutamente perdibile. Brutto, con delle battute tremende e un cast totalmente sprecato. Peccato, davvero.
Premi: /
Parola chiave: Cane.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 10 gennaio 2017

Film 1278 - Copycat - Omicidi in serie

Ogni tanto mi piace immergermi nelle atmosfere di un thriller anni '80 o '90. Così spulcio gli archivi di Netflix o Sky Go alla ricerca di qualcosa che possa fare al caso mio. E' così che ho trovato questa pellicola di cui non conoscevo assolutamente l'esistenza.

Film 1278: "Copycat - Omicidi in serie" (1995) di Jon Amiel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Diciamo pure che "Copycat" è un film così così che beneficia di un'ottima protagonista ma perde colpi quando si tratta di veicolare ansie e paure del suo personaggio. Non so se sia per l'ambientazione così "90s high tech" o per l'orrore fatto con il trucco di Harry Connick Jr., di fatto buona parte degli snodi da genere thriller si sono persi, per me, in questa miscela micidiale di bruttezza e tecnologia prepuberale.
Poi, anche volendo escluderli, il risultato finale rimane tendenzialmente invariato: questo film è un prodotto non sufficiente ad emergere dal marasma di titoli legati al genere che più o meno spingono sugli stessi elementi e propongono serial killer che replicano vecchi delitti, uomini ossessionati da donne forti e respingenti, pazzi maniaci che uccidono per il gusto di farlo. Per non parlare dei poliziotti tutti d'un pezzo che cercano di fare la cosa giusta e poi si accorgono che la vita è anche sporcarsi le mani e andare contro le proprie convinzioni. Non c'è nulla di male a riproporre una formula che, di fatto, è ciò che la sceneggiatura fa con il pubblico: prende ad esempio altre pellicole e ne replica alcune caratteristiche chiave cambiando solo sfondo e attori. Il risultato piacerà più o meno degli altri predecessori e quelli successivi, in ogni caso "Copycat - Omicidi in serie" può essere solo un passatempo per una serata, ma sicuramente niente di incisivo o memorabile, per quanto si sforzi con i suoi colpi di scena e svolte malate o deviate a tentare di sconvolgere chi guarda. Non so nel '95, ma di sicuro oggi non funziona.
Cast: Sigourney Weaver, Holly Hunter, Dermot Mulroney, William McNamara, Will Patton, John Rothman, J. E. Freeman, Harry Connick, Jr..
Box Office: $32,051,917 (solo America)
Consigli: Elementi thriller, una protagonista testarda e castrante, due pazzi assassini e un paio di poliziotti che fanno quello che possono in un'atmosfera anni '90 che a dirla tutta mi ha ricordato più che altro il finire degli '80; l'assetto tecnologico spinto probabilmente doveva essere quel non plus ultra da orgasmo nerd. "Copycat" è un film mainstream travestito da thriller disturbante che, forse visto il tempo trascorso, oggi non fa granché stupore. La Weaver è sempre una grande protagonista - anche se le rifilano sempre la donna forte - e francamente il personaggio di Holly Hunter non l'ho granché capito, in ogni caso si tratta di due brave attrici qui un po' sacrificate. Diciamo che si tratta di una pellicola buona per una serata con qualche tentativo di brivido in più e quel retrogusto vintage che ogni tanto ci sta.
Parola chiave: Agorafobia.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 29 maggio 2016

Film 1146 - Nonno scatenato

A Ferrara per una cenetta atipica su una barca, abbiamo poi deciso di andare al cinema. Pagando. Per vedere questo.

Film 1146: "Nonno scatenato" (2016) di Dan Mazer
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Terrificante. Tremendo. Stupidissimo.
Non sto neanche a sottolineare quanto questo film sia volgare, perché non è il problema di "Nonno scatenato". La questione, infatti, ruota tutta intorno al fatto che la pellicola manca di idee, di gag divertenti che riescano ad andare oltre il sessuale o, più in generale, di una vera trama. Non succede nulla che non ci si possa aspettare, tranne l'unica cosa che da una pellicola comico-demenziale ti aspetti: ridere. Non si ride perché non è divertente. Punto.
Dunque, a parte qualche scena di pseudo-nudo, party hard, scemenza cretina e cose simili "Dirty Grandpa" non ha altro da offrire. Che spreco.
Cast: Robert De Niro, Zac Efron, Aubrey Plaza, Zoey Deutch, Julianne Hough, Jason Mantzoukas, Danny Glover, Dermot Mulroney, Jeffrey Bowyer-Chapman, Adam Pally.
Box Office: $99.7 milioni
Consigli: Vero e proprio esempio di spreco di talenti, questo titolo è una commedia senza risate, una scemata solamente stupida e un tentativo di essere oltraggiosi con l'unico risultato di scadere nel volgare fine a se stesso. Un vero fiasco se si pensa a ciò che si sarebbe potuto tirar fuori grazie all'improbabile duo Efron - De Niro. Che, nonostante tutto, funziona bene. Da vedere solo se fortemente motivati.
Parola chiave: Matrimonio.

Se ti interessa/ti è piaciuto

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 20 luglio 2015

Film 956 - Insidious 3: L'inizio

Ovviamente non vedevamo l'ora di fondacci al cinema per vederlo!

Film 956: "Insidious 3: L'inizio" (2015) di Leigh Whannell
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: A parte la visione parzialmente disturbata da un gruppo di ragazzini idioti che hanno chiacchierato per una buona parte del film, ho apprezzato questo prequel della saga di "Insidious" di cui ormai siamo grandi sostenitori.
Ripercorrere a ritroso la storia della mitica Elise Rainier (Lin Shaye) è interessante e non mancano momenti inquietanti e spaventosi, per cui l'operazione commerciale legata al franchise mi sembra non solo sensata, ma anche riuscita. Certamente questo terzo capitolo - primo in ordine temporale - è tutt'altra cosa rispetto ai precedenti due incentrati sulla famiglia Lambert, un po' com'era stato per "Annabelle" come prequel di "L'evocazione - The Conjuring": un buon budget garantisce effetti speciali più sofisticati e permette di poter scegliere strade di paura più elaborate, per cui questo titolo è più impostato sullo stampo dell'horror tradizionale commerciale, sufficientemente patinato, più concentrato a suggerire che a mostrare (nel primo tempo) e disturbante nel raccontare la storia del nuovo mostro incazzato.
Sebbene il fascino dei primi due film rimanga imbattibile e l'atmosfera che erano in grado di ricreare qualcosa che qui manca per la maggior parte del tempo, "Insidious: Chapter 3" ha il pregio di prendersi il suo tempo per raccontare cosa c'è dietro la figura cardine di tutti e tre gli episodi, ovvero Elise, regalando al personaggio un certo spessore che solitamente non è interesse di questo genere di pellicole, più frettolose nella caratterizzazione dei protagonisti e abbondanti nel regalare scricchiolii di porte e rumori improvvisi a decibel innaturali. Chiaro che se si cerca qualcosa di più diretto e semplicemente indirizzato allo spavento, qui forse si potrebbe rimanere in parte delusi, considerando che prima che si riesca a capire il perché e per come passa effettivamente un po' di tempo, ma chi ha apprezzato la saga non dovrebbe rimanere deluso dal questo terzo capitolo.
A parte i precedenti già visti Shaye e i due aiutanti del suo personaggio Leigh Whannell e Angus Sampson, qui il richiamo da cast importante manca in toto: il più conosciuto è lo stropicciatissimo Dermot Mulroney, segue Stefanie Scott (a breve al cinema con "Jem e le Holograms") e francamente nessun altro di rilevante. Il che rende l'incasso della pellicola ancora più impressionante (10 milioni di dollari per produrla, più dei budget di entrambi gli episodi precedenti messi assieme) e positivo.
insomma, "Insidious" non smette di intrigare e interessare il pubblico grazie alla sua buona dose di spaventi, spiriti maledettamente inquietanti, seminterrati bui più attivi di una discoteca il sabato sera e una simpatica protagonista che all'età di 71 anni riesce a portare il pubblico in sala come oggi non riescono a fare neanche alcune delle più grandi star. Chapeau.
Film 626 - Insidious
Film 959 - Insidious
Film 690 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Film 960 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Film 2202 - Insidious: The Red Door
Film 956 - Insidious 3: L'inizio
Film 2157 - Insidious 3: L'inizio
Film 1619 - Insidious: The Last Key
Box Office: $104,301,000
Consigli: La saga di "Insidious" riavvolge il nastro, ci racconta la storia di Elise e cambia forma. Ecco, allora, che ci viene raccontato come la donna si approccia a al suo dono dopo la morte del marito per aiutare la povera Quinn, perseguitata da uno spirito che vuole impossessarsi della sua anima. Non stiamo parlando certo della pellicola più originale di sempre, né dell'horror più spaventoso, però il film funziona e si lega bene ai precedenti/successivi film che hanno decretato la fortuna del franchise. Tutto sommato, quindi, una scelta vincente che renderà felici i fan della saga, ma saprà intrattenere anche chi, fino ad ora, non ha mai sentito parlare di Elise Rainier e della sua capacità di andare nell'Altrove...
Parola chiave: L'Uomo Che Non Respira.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 15 dicembre 2014

Film 833 - The Grey

Me l'ero perso quando è uscito ed ero rimasto con la curiosità di vederlo. Anche se devo ammettere che credevo di aver fatto partire "Unknown - Senza identità"...

Film 833: "The Grey" (2011) di Joe Carnahan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pellicola leggermente insolita per Liam Neeson che, solitamente, mena tutti e pure con gusto nei suoi film, ma qui più che "tutti" mena solo dei gran lupi. Eh già, perché "The Grey" non solo è ambientato in Alaska, dove gli unici elementi costanti sono il freddo e la neve, ma vede coinvolti nel ruolo dei cattivi dei lupi famelici che sbranano a vista le persone.
Non bisogna pensare, però, che questa pellicola sia solo un titolo legato alla caccia (umana o animale che sia), perché in realtà è un mix di svariati elementi visti in svariate altre produzioni - molte con Neeson - che, però, qui prendono una piega leggermente differente. Il tutto parte come al solito, con il nostro eroe solitario e ricolmo di pensieri e fatiche esistenziali. Capiamo che ha perso l'amore della sua vita e per questo ora la sua vita è un limbo, un'esistenza faticosa che lo spinge ad alienarsi dal mondo, tanto da finire a lavorare in Alaska come cacciatore di lupi per un'azienda petrolifera. I colleghi che deve proteggere saranno suoi compagni sul volo che, poco dopo il decollo, precipiterà in mezzo ai ghiacci regalando ben pochi sopravvissuti alla sorte. Non ve lo dico neanche che il nostro eroe è uno di questi.
Dopo l'inizio classico da pellicola tormentata di serie B, con un protagonista duro ma moralmente dai valori saldi e una volontà di ferro (cito un "Io vi troverò" giusto per fare un nome), la nostra storia vira selvaggiamente e sembra all'improvviso di trovarsi in quell'angoscia cinematografica che è "Alive - Sopravvissuti", dove è il disastro aereo a farla da padrone. Qui, ahinoi, non c'è alcuna speranza di essere recuperati dai soccorsi, motivo per il quale i poveri rimasti si metteranno in marcia alla volta del sud, soprattutto appena scoprono che i lupi non si fanno problemi a cibarsi di loro. Qui comincia fondamentalmente la terza parte del racconto che corre veloce sul binario della caccia all'uomo, col branco di famelici sempre alle calcagna e sempre al buio e i sempre meno poveretti rimasti che tentano una fuga per la vita che richiederà non pochi sacrifici. Se poi ci aggiungiamo il freddo glaciale il gioco è fatto.
Insomma, senza che stia a raccontare anche il finale - consiglio di vedere tutti i titoli di coda fino alla scena nascosta -, posso dire che anche se non rivedrei più questo film, alla fine ha fatto comunque il suo dovere. E' qualcos'altro rispetto a ciò che mi aspettavo o, per essere più precisi, rispetto a ciò che gli ultimi film di Neeson mi avevano abituato ad aspettarmi (perlomeno titoli come "Non-Stop", "A Walk Among the Tombstones" e la trilogia di "Taken") e la cosa in sé non mi è dispiaciuta. Però non è niente di più di un film d'azione un po' splatter al quale hanno cambiato solo qualche solito elemento in favore di un approccio più selvaggio e meno scontato. Apprezzabile, ma non sufficiente.
Box Office: $77.3 milioni
Consigli: Zitto zitto e senza bisogno di essere necessariamente presentato così, Liam Neeson si è costruito una nicchia all'interno della Hollywood che conta e adesso, più lui di tantissimi altri, riesce nell'intento di fare film d'azione (di quelli dove l'eroe di turno dopo aver affrontato un paio di esplosioni nucleari ha solo un graffietto sullo zigomo) e portare la gente a vederli al cinema. Questo "The Grey" ha avuto meno successo al botteghino di altri titoli, è vero, ma se consideriamo che per produrlo ci sono voluti 25 milioni di dollari, si può dire che il nostro eroe riesce ancora a fare la magia.
Questa pellicola è sufficientemente in linea con le sue precedenti a livello di personaggio che interpreta, per cui se amate lui o le sue ultime fatiche fisiche sullo schermo, anche questo titolo non vi deluderà. Chiaramente non è un capolavoro, ma se piacciono storie cariche di suspense con un inusuale elemento naturale selvaggio... "The Grey" è un titolo da recuperare o tenere in considerazione.
Parola chiave: Tana.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 28 settembre 2014

Film 776 - Qualcosa di straordinario

Cercando qualcosa da vedere per cena...

Film 776: "Qualcosa di straordinario" (2012) di Ken Kwapis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Premesso che ho confuso un film sulle balene con un film sui delfini ("Dolphin Tale"), non ho comunque sofferto a causa del mio errore. In effetti questo "Big Miracle" non è niente di che, ma si lascia guardare.
Un po' deluso dalla coppia Drew Barrymore - John Krasinski che sullo schermo non si può dire faccia scintille, trainante della storia è la vicenda vera delle 3 povere balene incastrate nel ghiaccio e bloccate nell'unico punto aperto che trovano per riuscire a respirare. Tra loro c'è anche un cucciolo.
Leggendo tra i vari articoli riguardo questo fatto, ho scoperto che il lieto fine non è stato poi così reale e che gli eventi, per come sono trattati nel film, sono abbastanza romanzati. In ogni caso la pellicola si concentra sulla vicenda che ha risvegliato la coscienza 'green' del pianeta intero alla fine degli anni '80, il che, a prescindere dal risultato cinematografico, è comunque un bene. La Barrymore impersona, infatti, un'attivista di Greenpeace che si batterà strenuamente per la famigliola di balene grigie, tanto da riuscire a portare all'attenzione dei media la vicenda insieme (e soprattutto grazie) al suo ex fidanzato Krasinski, inviato in Alaska per reportage sui locali.
In generale la pellicola, che ha un budget abbastanza importante (30-40 milioni di dollari), riesce nell'intento di rappresentare la vicenda a dovere, con uno sforzo di effetti speciali che vacilla solo nelle scene in mare aperto in cui le balene sembrano muoversi con veramente molta velocità. In ogni caso il risultato è abbastanza credibile e non distrae troppo dalla narrazione. Come dicevo la coppia di protagonisti non fa scintille sullo schermo, ma va anche considerato che non si tratta di una commedia romantica, ma di una pellicola pseudo-documentario. Inutile dire che i buoni sentimenti e le buone azioni la fanno da padrone.
Un ultimo aspetto (interessante) è la contrapposizione tra cultura occidentale e quella degli Inuit locali dell'Alaska, tra coloro che vogliono salvare le balene e coloro che se ne nutrono. Questi ultimi si piegheranno alla morale occidentale, ma rimane interessante che sia così ampiamente considerato in una produzione americana commerciale il punto di vista di una popolazione che, ai commenti negativi sulle loro abitudini alimentari, fa giustamente notare che loro cacciano solo qualcosa di diverso da ciò che noi occidentali cacciamo. Naturale che lo spettatore voglia le balene libere e felici di emigrare, rimane il fatto che non si possa ignorare questo aspetto della vicenda.
Insomma, "Qualcosa di straordinario" sceglie di raccontare una storia abbastanza impegnata e la semplifica per il bene della commercializzazione globale, finendo per standardizzare al solito i canoni che la contraddistinguono e andandosi pigramente ad aggiungere all'innumerevole lista di pellicole che raccontano la stessa storia di fondo - lui ama lei ma ancora non lo sa e viceversa - cambiando solamente lo sfondo della vicenda.
Box Office: $24,719,215
Consigli: Flop colossale al botteghino mondiale, eppure il film si guarda serenamente. La vicenda delle povere balene bloccate sotto lo strato di ghiaccio è vera e coinvolge lo spettatore più delle vicende umane che accadono in superficie. Ci sarebbero gli elementi giusti per fare il botto, eppure non conquista e non coinvolge mai veramente del tutto. Per una serata tra i ghiacci e con sfondo ecologista.
Parola chiave: Operation Breakthrough.

Trailer

Bengi

giovedì 5 dicembre 2013

Film 628 - jOBS

Cineforum dell'incidentato capitolo XIV: un biopic abbastanza chiacchierato. Ero curioso.

Film 628: "jOBS" (2013) di Joshua Michael Stern
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Più che un film per il cinema sembra un biopic televisivo e nemmeno di eccelsa qualità. 

Nel giorno in cui un film per la tv - ok, regista e i due interpreti protagonisti sono tutti premi Oscar, ma facciamo finta sia un dettaglio - da noi arriva nelle sale, ovvero "Dietro i candelabri" (11 Emmy Awards vinti), sembra paradossale che questo "jOBS" sia nato proprio come prodotto cinematografico puro.
Sorprende soprattutto perché a ben vedere non c'è molto di questo prodotto commerciale che faccia pensare la missione primaria fosse raccontare la storia di un uomo che ha rivoluzionato molto del mondo intorno a lui. Sembra solamente un richiamo per i fans e i curiosi della persona dietro il personaggio anche se di fatto il racconto è ridotto ad una semplificazione troppo banal(izzant)e.
Penso questo atteggiamento un po' furbo-ma-vuoto sia riconoscibile già dal titolo che è "jOBS" e non "Jobs": perché? Gli appassionati della Apple capiscono subito che è un omaggio al nome dei prodotti della famosa società, tutti preceduti da una "i" che in inglese sta per "io", prima persona singolare. Quindi iPod, iPhone, iPad, ecc. La somiglianza di nome tra questi ultimi e il titolo del film pare quindi evidente (soprattutto per via del maiuscolo), come pare evidente la somiglianza tra Ashton Kutcher e Steve Jobs e, infine, pare ovvio che si andrà a scavare nell'intimo e nella psiche di una persona che ha saputo intravedere il futuro nel momento giusto adoperandosi per renderlo reale. Notare bene che 'pare' precede ogni considrazione.
La realtà delle cose è, invece, diversa. Si sfiorano tantissime questioni senza approfondirle in maniera appropriata. La prima domanda che per esempio mi è sorta spontanea dopo la visione è stata: ma quindi Steve, profeta e comunicatore di una massa che lo adorava, era una persona così irascibile e irrazionale? Possibile? E come prendeva le sue decisioni? Per istinto? Genialità? Per caso? Fortuna?
Diciamocelo sinceramente: a parte gli snodi temporali facilmente ricostruibili, "jOBS" fallisce palesemente nel contestualizzare persone ed azioni che li hanno resi possibili. Come si fa a dare credibilità ad un personaggio che intuisce le potenzialità di diversificare il suo prodotto cambiandone il colore semplicemente perché ispirato dalla presenza di un suo collaboratore semi-muto? Sono conscio che i momenti di 'serendipity' siano realtà riconosciuta, ma basarci sopra una carriera multimiliardaria mi sembra quantomeno semplicistico.
Quindi, somiglianze fisiche a parte, lo Steve Jobs qui rappresentato è una fotocopia bidimensionale dell'originale che sbraita e si impunta, grida e si inalbera, ha epifanie geniali e un modello lavorativo da negriero. Non mi è piaciuto.
Non mi interessa verificare se l'umoralità geniale di Jobs fosse veritiera, ma avrei davvero preferito vedere qualcosa di diverso, meno banale o tirato via. Le pretese da grande biografia non autorizzata, squarcio sul mito recentemente scomparso, caso più unico che raro capace di dimostrare il valore attoriale di Ashton Kutcher sono tutte scommesse perse.
Il risultato, invece, è un modesto tentativo di raccontare la storia di un personaggio rappresentativo della recente modernità. Ma non credo che renda giustizia alla memoria di Steve Jobs.
Ps. Prodotto con 12 milioni di dollari, ne ha incassati $35,931,410 in tutto il mondo.
Consigli: Più riuscito di questo è certamente il film "The Social Network". "jOBS", beninteso, non è orribile in senso assoluto, ma non è nemmeno un ottimo esempio di ciò che mi aspetto da un film biografico. Kutcher ci prova, ma non si va molto oltre un look ben ricostruito e una faccia costantemente imbronciata senza sapere mai veramente perché. Si fa guardare, ma meglio mantenere molto basse le aspettative.
Parola chiave: Apple Inc.

Trailer

Bengi

domenica 24 gennaio 2010

Film 64 - Donne, regole... e tanti guai!

Lo sappiamo tutti che mi piace dare una speranza a qualsiasi film. Bene, martedì, dopo la mia prima giornata di lavoro come commesso-magazziniere (ah, che fatica!), ho deciso che un bel film avrebbe potuto risollevarmi! Anche se con 'bel' intendevo proprio che volevo fosse bello...


Film 64: "Donne, regole... e tanti guai!" (2007) di Garry Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cosa hanno in comune "Pretty Woman", il prossimo "Valentine's Day" e "Se scappi ti sposo" a parte Julia Roberts? Il regista, Garry Marshall. Che, guarda caso, è regista anche di questa pellicola ambientata in Idaho. Siamo in una piccola cittadina, classico luogo dove tutti conoscono tutti. Georgia/Jane Fonda vive lì e, quando la storia comincia, sta aspettando l'arrivo di sua figlia Lilly/Felicity Huffman alias Lynette Scavo di "Desperate Housewives" che, a sua volta, sta portando il suo disastro di figlia Rachel/Lindsay Lohan da sua nonna.
Immagino che il film volesse portare ad esempio quello di un confronto generazionale tra donne in uno snodo particolarmente difficoltoso e sofferto della loro vita. Peccato che il risultato sia decisamente mediocre e che il film faccia un po' un buco nell'acqua. Se l'idea era quella di accostare vita vera e finzione, non ci siamo proprio. Anche perchè, se al Lohan sniffa anche gli acari della polvere, non vuol dire che sia la più indicata a fare una ragazzina viziata e selvaggia. Ovviamente, se è antipatica e troietta ci dev'essere qualcosa sotto, e quindi - zac! - il colpo di scena: molestata dal patrigno! Sarà vero oppure no?! Nessuno lo capisce fino alla fine del film, perchè la ragazza tende a ritrattare e la madre non è esattamente un asso di genitore con cui possa confrontarsi.
Ecco, il film è tutto qui, non ha guizzi né spessore, racconta solo in modo abbastanza superficiale la storia di diversi deragliamenti personali tenendo sempre bene in evidenza l'aspetto amoroso. Se Rachel ci prova anche con i 50enni (a proposito: Dermot Mulroney non sa recitare ed è piuttosto evidente. Volessero accorgersene anche gli addetti ai casting, per favore...) e con i giovani mormoni in attesa di matrimonio per la vita, rimane sempre e comunque nell'aria un qualcosa di morboso e torbido, l'idea di una ragazzina e un uomo adulto che se ne approfitta, anche se in realtà il film non mostra nulla.
Perfettamente inutile, comunque, il personaggio di Jane Fonda che, non fosse per il titolo originale ("Georgia rule", regola di Georgia; anche qui ringraziamo chi cambia i titoli per la programmazione in Italia) potrebbe benissimo anche non esserci. Sorprendentemente, invece, un passo falso e pure molto evidente, per Felicity Huffman, che con questo ruolo di madre incapace e alcolizzata non solo non ha aggiunto niente al suo curriculum, ma ha pure dovuto portare orribili parrucche stoppose e indossare tutite alla Simona Ventura che farebbero imbarazzare perfino una 20enne. Il fisico c'è, il viso un po' meno.
In definitiva? Assolutamente trascurabile.
Consigli: Evitate di guardarlo con vostra madre, potreste farvi venire la voglia di rispolverare vecchie faccende in sospeso...
Parola chiave: Regola di Georgia.



#HollywoodCiak
Bengi